Una fetta dei 187 mila euro frutto della truffa a Gloria Rosboch, la professoressa di Castellamonte uccisa dal suo ex allievo, Gabriele Defilippi, sarebbe stata investita in bitcoin.Lo rivelerebbero i messaggi via internet recuperati e consegnati dall’ Fbi alla Procura di Ivrea. Defilippi aveva promesso un investimento immobiliare in Francia, ma era una truffa per farsi consegnare i soldi. I messaggi erano stati cancellati dopo l’assassinio per il quale Gabriele è stato condannato, con rito abbreviato a 30 anni di carcere. La madre del ragazzo Caterina Abbattista è sotto processo per concorso in omicidio e truffa. Per motivi di privacy l’Fbi ha informato la procura che non avrebbe invece consegnato i messaggi di carattere personale.
La cucina anarchica di Giorgio Rava
Chi conosce l’artista cusiano sa bene quanto ami scrivere, dipingere e disegnare, definendosi “anarchico”. Una creatività che dimostra anche nell’amore per la cucina che, secondo i più, pratica ad “eccellenti livelli”
S’intitola “Ricette (anarchiche) tra lago d’Orta, Maggiore e oltre” il libro di Giorgio Rava, edito da Tararà. Chi conosce l’artista cusiano sa bene quanto ami scrivere, dipingere e disegnare, definendosi “anarchico”. Una creatività che dimostra anche nell’amore per la cucina che, secondo i più, pratica ad “eccellenti livelli”, come conferma Alberto Gozzi, un’autorità celebre nel campo, introducendo questo volume e le 122 ricette che vengono presentate al lettore. Giorgio Rava , è un intellettuale a tutto tondo che – tra le altre passioni e curiosità, ama cucinare e reinventare delle ricette di questa sua cucina che definisce, appunto, “ anarchica”. E’ lui stesso a spiegare il perché di questo rapporto amoroso dalle lontane radici. “Tra i ricordi della primissima infanzia vi sono i profumi della cucina delle mie nonne, quella paterna e quella materna, l’una lombarda (il suo risotto con lo zafferano), l’altra romagnola (la pasta fatta in casa e i cappelletti); poi quella di mia madre romagnola cha ha sposato un piemontese, ma di quel Piemonte “alto”, sembra addirittura walser, che aveva in sé la cocciutaggine e la ruvida dolcezza del pane di segale delle genti venute dalla Valle del Goms”. Una cucina “bastarda” , o meglio “anarchica” da cui Giorgio ha tratto il suo DNA culinario, aggiungendo alle memorie famigliari la sua personale propensione alla baldoria, alle disfide tra gli
amici ai fornelli , ai piatti sperimentali alla cui base spesso sta il suo orto “ cui attendo con le cognizioni di mio padre e di un diploma di Perito Agrario su un terra magra di montagna”. Quando insegnava tra le letture che propinava ai suoi alunni emergeva potente il legame tra palato e letteratura: dagli etilici vapori de “L’Assommoir” di Zola alla fame del Riccetto della “Vita violenta” di Pasolini, o a quella della famiglia dei Braida de “La malora” di Fenoglio, ma anche il “Manifesto della Cucina Futurista” e il risotto alla milanese di Carlo Emilio Gadda. Del resto, e sono parole sue “ la vita è un minestrone o una bouillabaisse; noi ne siamo i cuochi e sta a noi condirla, farla più o meno saporita, trovarne i giusti ingredienti”. Alberto Gozzi scrive che le ricette di Rava sono “veramente anarchiche, libere da ogni espressione di regole fondamentali, come ad esempio le grammature degli ingredienti”. Da una “Guerra di Piero” a base di Bettelmatt a una “Catalana” con tanto di omaggio a Orwell, da una salsiccia “Candelora” ad una pasta con il formaggio erborinato del Mottarone fino alle maliziose ostriche alla “Chateau d’If” del conte di Montecristo, il libro di Giorgio Rava si legge con un certo languore. Per la sua capacità affabulatoria, certamente, ma anche per l’induzione a provare le delizie che propone in chiave, appunto, “anarchica”.
Marco Travaglini
VENERDI’ 18 MAGGIO
Dalle nostre Langhe va in trasferta a Scampia, il Premio Bottari Lattes Grinzane. In un quartiere, com’è risaputo, fra i più problematici dell’estrema periferia Nord di Napoli, il Premio (da sempre particolarmente sensibile alle tematiche legate alla cultura della legalità e alla necessità di coinvolgere i giovani sui temi dell’impegno sociale contro le mafie) intende così rendere omaggio alla figura di Rocco Chinnici, ideatore del primo pool antimafia, assassinato da Cosa Nostra trentacinque anni fa, il 29 luglio 1983.
L’evento è in programma per venerdì 18 maggio, alle ore 10,30, presso il locale Istituto Alberghiero “Vittorio Veneto” (via Labriola, lotto 11/K) e si propone come reading-incontro aperto al pubblico e agli studenti delle scuole di Napoli, ispirato al libro di Caterina Chinnici, figlia del magistrato, “È così lieve il tuo bacio sulla fronte” (Mondadori, 2013), recentemente trasposto in fiction su Rai Uno.
Divenuta lei stessa giudice e a sua volta impegnata nella lotta contro la criminalità organizzata, Caterina Chinnici (eletta nel 2014 anche al Parlamento Europeo) porterà una diretta testimonianza sui temi della legalità e racconterà ai giovani la vita della sua famiglia prima della tragedia e come, dopo il lutto, lei con i suoi fratelli e la madre abbia ripreso a vivere, arrivando a perdonare.
Gli attori Cristiana Dell’Anna (che nella fiction Tv ha interpretato Caterina Chinnici) e Paolo Giangrasso (che ha prestato volto e voce al magistrato Giovanni Falcone) daranno vita alle intense parole del libro. Moderatore sarà il libraio Rosario Esposito La Rossa, il famoso “spacciatore di cultura” che ha aperto la libreria della “riscossa”, la “Scugnizzeria” a Scampia e a Melito, dove da oltre quarant’anni mancava uno spazio dedicato ai libri.
L’appuntamento ( organizzato dalla Fondazione Bottari Lattes in collaborazione con la Fondazione CRC, ente che collabora e sostiene il Premio per il triennio 2017-2019), “intende fornire in linea con gli intenti della Fondazione Rocco Chinnici, un contributo alla formazione di un tessuto sociale intriso di quella cultura della legalità per la quale Chinnici si batteva e che è il presupposto per il contrasto alle mafie e alla ‘mafiosità’”.
g.m.
________________________________________________
Il libro di Caterina Chinnici
“È così lieve il tuo bacio sulla fronte” (Mondadori, 2013) ci racconta come e perché Rocco Chinnici sia stato ucciso. Ci racconta un eroe. Anche se a lui non sarebbe piaciuto essere chiamato così. Rocco Chinnici, nato a Misilmeri nel 1925 e assassinato a Palermo nel 1983, era prima di tutto un uomo, un padre, cui è toccata in sorte una vita straordinaria o forse un destino che lui ha scelto di assecondare fino alle estreme conseguenze. Dopo decenni di silenzio, Caterina Chinnici, la figlia primogenita – a sua volta giudice, a sua volta impegnata nella lotta alla mafia, a sua volta sotto scorta – sceglie di raccontare la loro vita “di prima”, serena nonostante le difficoltà, e la loro vita “dopo”. Sceglie di raccontare come lei, i suoi fratelli e la madre abbiano imparato nuovamente a vivere e siano riusciti a decidere di perdonare: l’unico modo per sentirsi degni del messaggio altissimo di un padre e di un marito molto amato.
Info: 0173.789282 - eventi@fondazionebottarilattes.it
WEB fondazionebottarilattes.it | FB Fondazione Bottari Lattes | TW @BottariLattes
***
Col naso rosso per contagiare di allegria



Pagina Facebook: https://www.facebook.com/events/1954640434606128/
MOUNTAIN BIKE: IL GSPM TORINO È CAMPIONE D’ITALIA
Fine settimana foriero di soddisfazioni incommensurabili per il Gruppo Sportivo Polizia Municipale di Torino: dopo l’argento nazionale conquistato sabato 5 maggio nella gara di corsa su strada, domenica è finalmente arrivato il primo scudetto stagionale. A conquistare il tricolore sono stati i ragazzi della mountain bike, che si sono imposti sulla concorrenza in occasione dei campionati italiani ASPMI, disputatisi a Borgo Tossignano, in provincia di Imola
La spedizione sabauda constava in tutto di 7 partecipanti: oltre al responsabile della compagine ciclistica, Andrea Bologna, si sono presentati ai nastri di partenza anche Barbara Batel, Adriano Petti, Roberto Laghi, Roberto Moretta, Massimiliano Lenta e Alessandro Dazzeo. Detto della graduatoria a squadre, nella quale i piemontesi si sono lasciati alle spalle i colleghi di Imola e Modena, per il team gialloblù non sono mancate neppure le gioie individuali; infatti, Batel e Petti hanno agguantato il primo posto nelle rispettive categorie (donne e M4), mentre Bologna si è piazzato secondo nella M5 davanti al compagno di squadra Moretta (bronzo). Terza posizione, infine, nelle categorie M3 e M6 per Lenta e Laghi. A margine della competizione, Andrea Bologna si è dichiarato estremamente soddisfatto per i risultati conseguiti: «Siamo davvero felici e orgogliosi di aver iscritto nuovamente il nome di Torino nell’albo d’oro della kermesse, al termine di una gara rivelatasi più impegnativa del previsto a causa del fango disseminato lungo l’intero tracciato, che ha reso difficoltosa la pedalata e precario l’equilibrio, tanto che si sono registrate numerose cadute tra gli atleti, fortunatamente prive di conseguenze. Notevoli anche la lunghezza del percorso e il dislivello: nel primo caso parliamo di 36 chilometri, nel secondo di ben 1500 metri!». Un plauso, infine, è stato rivolto agli organizzatori della manifestazione: «Ringraziamo infinitamente la polizia municipale di Imola, con particolare riferimento a Stefano e Gabriele, per la grande ospitalità dimostrata e la disponibilità messa in campo». Smaltita l’euforia per il primo scudetto dell’anno, per il GSPM Torino è già tempo di prepararsi alla prossima sfida: sabato 19 maggio, ad Arcola, in Liguria, è in programma il campionato italiano ASPMI di tiro dinamico. L’obiettivo è quello di migliorare il quinto posto conseguito poco meno di dodici mesi fa a Terni.
Ok ai nuovi ospedali
Un investimento complessivo di circa 1,5 miliardi per interventi di edilizia sanitaria: sarà utilizzato per le Città della Salute e della Scienza di Torino e di Novara, per gli Ospedali unici dell’Asl To5 e del Vco, per completare quelli di Verduno e della Valle Belbo e per potenziare quelli dell’Asl Cn1 di Fossano, Saluzzo e Savigliano. È quanto prevede la delibera, presentata per la Giunta regionale dall’assessore alla Sanità Antonio Saitta, approvata a maggioranza dal Consiglio regionale. L’esame del documento è iniziato nella seduta del 17 aprile ed è proseguito con la discussione di oltre cento emendamenti presentati dall’opposizione, in particolare dal Movimento 5 stelle, e di cinque ordini del giorno collegati, di cui ne sono stati approvati due. La Giunta regionale ha accolto una dozzina di emendamenti proposti dal M5s che prevedono, in particolare, la previsione d’impianti per il risparmio energetico e l’utilizzo di fonti rinnovabili, adeguati spazi per l’accoglienza e la permanenza dei pazienti, asili nido per il personale e la possibilità di aumentare il contributo pubblico per non rendere eccessivamente esosi i canoni di disponibilità per la Città della Salute e della Scienza di Torino e di Novara e per gli Ospedali unici dell’Asl To5 e del Vco. “Si tratta di un programma d’interventi reso possibile dalla volontà di recuperare i fondi non utilizzati dalla Regione previsti dalla legge nazionale dell’88 sul programma straordinario di ristrutturazione edilizia e di ammodernamento tecnologico del patrimonio sanitario – aveva ricordato l’assessore illustrando il provvedimento in Aula –. Per quanto riguarda, in particolare, gli investimenti sugli ospedali più grandi si prevede di ricorrere al partenariato tra pubblico e privato perché quando si deve realizzare un’opera pubblica bisogna tenere presente la situazione di fatto e, se non ci sono le risorse, usare una modalità innovativa che sia prevista dal Codice degli appalti”. Approvati anche gli emendamenti proposti dalla Giunta regionale per non dar corso all’avvio del procedimento dell’Accordo di programma tra Regione, Comune di Fossano e Asl Cn1 per la riconversione del Presidio ospedaliero di Fossano previsto nel Piano sociosanitario regionale 2012-2015. Proprio a proposito di questi ultimi emendamenti il gruppo Mns e Fi hanno accusato la Giunta di voler scaricare una propria responsabilità sul Consiglio e hanno annunciato il proprio voto contrario. Il M5s, pur non condividendo in pieno il metodo della Giunta, ha convenuto sull’urgenza di ritirare le delibere in oggetto, mentre per il Pd si è trattato di emendamenti legittimi proposti nell’ambito ideale.
www.cr.piemonte.it
Siamo davvero sicuri?




Il piccolo toro osserva la piazza
Il toretto dei lampioni storici domina con lo sguardo piazza Castello. L’originale immagine è stata scattata da Vincenzo Maiorano
DALLA SARDEGNA
Dopo 40 anni di lavoro tra i bambini delle scuole materne di un centro del Cagliaritano una bidella di 64 anni, oggi in pensione, si è tolta la vita nella propria casa: aveva ricevuto l’avviso di conclusione delle indagini preliminari da parte della Procura di Cagliari, fascicolo aperto due anni fa, a seguito della denuncia per abusi sessuali su minore che era stata presentata dai genitori di una bambina di 4 anni. Prima di uccidersi la donna ha scritto un biglietto: “La gente è solo capace di giudicare. Sono innocente”. La bimba disse che l’ex bidella l’avrebbe molestata dopo averla accompagnata in bagno. Ma non sarebbero state trovate prove dagli inquirenti né nelle intercettazioni né attraverso riscontri con eventuali altri casi analoghi.
Termineranno domenica 13 (alle 20,45 e domenica alle 16), nello spazio Marcidofilm! di corso Brescia 4 bis, le repliche dell’ultimo spettacolo della stagione dei Marcido Marcidorjs e Famosa Mimosa, un dittico che raccoglie Una relazione per l’Accademia da Kafka e La bella addormentata da Perrault, fiaba sì ma “in stile Marcido”. Performance di Paolo Orrico la prima parte, sotto la guida e nella drammaturgia di Marco Isidori (da più di trent’anni, familiarmente, l’Isi), è il frutto della “constatazione ‘tragica’ dell’indispensabile riduzione al grottesco di gran parte dell’istanza umana”, è il ritratto di una scimmia umana – o forse di un Uomo scimmiesco – e della “superiorità biologica delle forze istintuali che si spappola in caduta libera a contatto con le esigenze preponderanti delle leggi della galoppante Civiltà”. Fase animalesca e una nuova veste umana, un cambiamento che la statura della scena, al di là della pagina scritta, rende estremamente vitale e significativo, in un mostruoso e insopportabile divenire, dal momento
che “finché si è Scimmia, la temporalità è uno spazio che non si riesce, per fortuna!, a determinare, si galleggia sulla propria esistenzialità con troppa coazione istintuale per avere un “tempo” di pensiero, ma quando ci si ritrova umani, è proprio il rapporto che è d’obbligo instaurare col “Tempo” a formare la nostra più intima fibra psichica; ie allora i “guai” sono, è il caso di dire, all’ordine del giorno”, spiega ancora Isidori. La fiaba di Perrault, condotta dalla voce narrante di Maria Luisa Abate, affronta i temi classici della fiaba ma la sua realizzazione si pone di fronte ad uno speciale approccio critico, obbediente a quella saggia sperimentazione messa con coerenza e continuamente in campo in una storia che sa di vero palcoscenico. Manco a dirlo, il trucco i trucchi, i costumi e il “Sipario delle Metamorfosi” si devono anche qui all’arte di Daniela Dal Cin. Prenotazioni ai numeri 339 3926887 oppure 328 7023604. info.marcido@gmail.com – www.marcido.it
(e.rb.)