redazione il torinese

PSICHIATRIA: VIGNALE (MNS) SUL RIORDINO DELLA RESIDENZIALITA’ PSICHIATRICA

“ANCHE PARTE DEL CENTRO-SINISTRA NON VOTA LA DELIBERA DI SAITTA”

“Questa mattina in IV Commissione l’Assessore Saitta ha portato l’ennesima modifica della Delibera sulla residenzialità psichiatrica, quarta modifica dall’originaria DGR 30 del 2015, per ottenere il parere vincolante per poter assumere in Giunta la delibera”.

 

“Nonostante –dichiara Vignale- sia la quarta modifica, nonostante i tanti ricorsi al TAR e al Consiglio di Stato, ancora oggi l’atto di riordino è assolutamente insoddisfacente. Fino a quando la delibera prevederà di “guarire per delibera” migliaia di pazienti, garantendo loro solo più servizi assistenziali e non cure, non sarà possibile condividerla”.

 

“Questo atto continua a prevedere –continua Vignale- il pagamento della retta da parte di pazienti, famiglie e comuni. E anche se viene “congelato” per tre anni consegna un futuro di incertezza a migliaia di pazienti e famiglie piemontesi”.

 

“Tanta è la contrarietà a questo atto che non solo terzo settore, enti locali, associazioni di pazienti e familiari hanno dovuto ricorrere al TAR, ma questa mattina anche una maggioranza abituata a “ingoiare” le peggiori “riforme” ha –almeno in una sua parte- non condiviso l’atto”.

 

“Sinistra ecologia e Libertà, Articolo 1 e il consigliere Appiano del PD, infatti, hanno votato in dissenso dalla maggioranza chiedendo che alcuni punti (che si allegano) presentati dal PD non diventassero semplici raccomandazioni, bensì si trasformassero in un parere “condizionato”.

Qualora la Giunta non avesse recepito le indicazioni il voto si sarebbe dovuto intendere come negativo.

Il paradosso è che la stessa maggioranza che ha presentato le proposte ha respinto la proposta di una parte dei consiglieri di farle diventare vincolanti, consiglieri che poi non hanno votato la delibera”.

 

“Ovviamente, ancora una volta, conclude Vignale, ho espresso il mio voto convintamente negativo. Ma se tutta l’opposizione, tutti i rappresentanti di pazienti, di imprese, di enti locali sono contrari alla DGR 29 e ora pure parte della maggioranza, non sarebbe semplice comprendere che si è fatto un errore e rimediare ad esso?”

 

Precipita nel vano ascensore e muore. La causa forse un malore

Questa mattina un uomo è morto in un edificio di  corso Agnelli 106 , a Torino, precipitando nel vano ascensore. Si tratta di un 48enne di Nichelino, che stava effettuando lavori di manutenzione e di sostituzione della cabina dell’ascensore. Sono intervenuti sul posto  la polizia, i vigili del fuoco e il 118, ma  non c’è stato nulla da fare. Lo Spresal sta cercando di fare luce sulle cause dell’incidente. L’uomo potrebbe aver avuto un malore.

Vado a vivere in montagna

Giovedì 24 maggio il Museo Nazionale della Montagna ospita l’appuntamento Vado a vivere in Montagna, organizzato dal Collegio Carlo Alberto e SocialFare e dedicato a chi ama la montagna come luogo dove vivere, tessere relazioni, stare nella natura, creare opportunità di lavoro. L’evento nasce nell’ambito del progetto InnovAree e dell’iniziativa Vado a vivere in Montagna, un servizio che offre supporto attraverso consulenza di esperti, strumenti di microcredito e finanza etica a chi vuole sviluppare un progetto di impresa nelle terre alte del Piemonte. Spazio alle voci e alle storie di chi ha scelto di vivere la montagna così come dei Sindaci e delle associazioni che hanno attrezzato percorsi di accoglienza per i “nuovi montanari” nelle Valli Piemontesi. Parteciperanno tra gli altri all’incontro lo scrittore Paolo Cognetti e il Coro Moro con un’esibizione dal vivo. In occasione dell’incontro il Museomontagna offrirà ai partecipanti la possibilità di visitare gratuitamente l’esposizione permanente e le nuove mostre temporanee Albert Smith. Lo spettacolo del Monte Bianco e altre avventure in vendita e Tierras Altas. Fotografie di Enrico Martino tra Messico e Guatemala.

Fuksas testimone in tribunale per il grattacielo della Regione

L’architetto Massimiliano Fuksas ha testimoniato al palagiustizia di Torino in qualità di persona informata dei fatti, nel processo contro sei tra imprenditori e dirigenti della Regione per le presunte irregolarità legate all’affidamento di alcuni subappalti per il grattacielo della Regione. L’archistar ha detto che il suo progetto  è stato profondamente modificato. La procura di Torino sostiene che furono apportate diverse  varianti al solo scopo di favorire alcune aziende. Dove l’architetto aveva previsto l’uso dell’acciaio è stato utilizzato in gran parte  il cemento armato.

 

(foto: il Torinese)

Per la fila all’anagrafe gli stacca l’orecchio con un morso

DAL LAZIO

La  polizia ha rintracciato e arrestato il 61enne che ieri mattina ha staccato con un morso il lobo dell’orecchio a un uomo nel corso di una lite nell’Ufficio Anagrafe di zona Portonaccio a Roma. E’ accusato di lesioni personali gravissime. Sembra fosse intervenuto per difendere la moglie che stava litigando con quella persona per questioni di fila.

Giro d’Italia, il 25 la tappa Venaria Reale-Bardonecchia

La città di Venaria si prepara ad ospitare la partenza della 19esima tappa del Giro d’Italia  Venaria Reale-Bardonecchia in programma il 25 maggi.  Venaria sarà quindi la terzultima tappa, che in 181 km e quattro Gran Premi della Montagna attraverserà la Val Susa per salire, attraverso un fondo sterrato tra i più famosi percorsi ciclistici, al Colle delle Finestre, che con i suoi 2178 m è anche la cima Coppi del Giro, per scendere poi in Val Chisone e salire ai 2035 metri del Sestriere. Da qui i corridori scenderanno verso Bardonecchia e scaleranno lo Jafferau, che ha visto un traguardo di tappa già nell’edizione del 2013. La città e la cittadinanza tutta sono in movimento all’insegna dell’hashtag (#) #aspettandoilgiro poiché è stata coinvolta, dalle  location  scelte  per  le  riprese,  alle  associazioni, agli  esercenti commerciali, alle persone che sono state le vere protagoniste degli spot e da tutti coloro  che  hanno  risposto  alla  manifestazione del  Comune. L’obiettivo è stato quello di far immergere Venaria Reale ed i cittadini nel clima della corsa rosa. Fervono così gli ultimi preparativi per ospitare la grande kermesse sportiva. La partenza del Giro è prevista da piazza della Repubblica per le ore 11,30 circa di venerdì 25 maggio ed il percorso si snoda lungo la via Mensa, viale Buridani, c.so Papa Giovanni XXIII, via Iseppon, c.so Garibaldi, via Cavallo, SP1 confine con Druento/Robassomero. La chiusura del percorso è prevista dalle ore 9,35 ed interessa il divieto di transito, sosta e fermata in entrambi i sensi di marcia delle vie interessate e sopra indicate. Sarà quindi inibito l’accesso alle Valli di Lanzo sia dal c.so Garibaldi che dal viale Roma che verranno già chiusi all’altezza dello svincolo Tangenziale e della via Tripoli. La SP501 sarà chiusa alla rotatoria di Borgaro mentre la SP1 sarà completamente chiusa fino al confine.


La carovana del Giro
 partirà dalla piazza Annunziata e percorrerà il medesimo tragitto sopra indicato. Il parcheggio di piazza Don Alberione sarà riservato ai mezzi degli organi di stampa. lI mercato è quindi spostato in piazza De Gasperi. Il parcheggio del viale C. Emanuele II sarà usufruibile solo fino a chiusura della SP1 (ore 9,35). La Reggia rimane aperta e conseguentemente anche la biglietteria di via Mensa.

Il sindaco della Città di Venaria Reale, Roberto Falcone ha dichiarato: «Ospitare il Giro a Venaria Reale, poter essere ancora una volta, città di tappa, è una occasione eccezionale e carica di magia. La collaborazione con l’assessore regionale allo Sport, Giovanni Maria Ferraris, ha dimostrato che il lavoro di squadra è sempre premiante. La città è galvanizzata dal Giro d’Italia, memore della precedente esperienza del 2011, e noi cercheremo in tutti i modi di migliorare ulteriormente come esperienza, facendo in modo che l’entusiasmo e la passione di Venaria Reale emergano ancora una volta prepotentemente». Due spot, fortemente voluti dall’Assessorato allo Sport, per promuovere la Città di Venaria Reale e per richiamare i turisti; gli appassionati di ciclismo, ma non solo.

Il centro, i cattolici e i centristi

di Giorgio Merlo

Ilvo Diamanti, con l’ormai consueta lucidità e chiarezza, ci dice su Repubblica che il “centro, oggi, non esiste più”. Ovvero, che il paese ha “perso il centro”. Ora, tutti sappiamo che attorno a questo tema si sono scritti negli anni scorsi fiumi di inchiostro. Dopo la fine della Democrazia Cristiana e il tramonto di quel partito che per quasi 50 anni ha rappresentato il perno del sistema politico – anche se era un “partito di centro che guardava a sinistra” – la politica italiana ha intrapreso la strada della democrazia dell’alternanza e del bipolarismo spinto. Anche qui, e’ inutile ricordarlo, individuando proprio nel bipolarismo la panacea di tutti i mali che avrebbe rimosso, quasi d’incanto, le degenerazioni legate al consociativismo, alla eccessiva mediazione e alla tendenza al compromesso. Ingredienti ritenuti decisivi della caduta della prima repubblica e, soprattutto, della decadenza morale della politica italiana. Con l’impegno, a livello pubblico come a livello privato, di demolire tutto ciò che era anche solo lontanamente riconducibile ad una “politica di centro”. E, nello specifico, alla vicenda politica concreta della lunga stagione della Democrazia Cristiana e anche della breve esperienza del Partito Popolare Italiano di Mino Martinazzoli e di Franco Marini. Dopo circa 25 anni, e di fronte ad uno scenario pubblico del tutto nuovo ed inedito, da tempo e’ partita la campagna sui grandi organi di informazione di rilegittimazione politica, culturale e sociale del “centro” e delle sue presunte virtù politiche nel nostro paese. E il recente articolo di Ilvo Diamanti non fa che confermarlo. Di norma, lo possiamo pure ricordare, un’opera di rilegittimazione politica che avviene da parte di coloro che l’avevano consapevolmente affossata e liquidata come una stagione definitivamente archiviata e da storicizzare. Oggi, almeno così pare, tutto cambia. Ora, per evitare di fare di tutta l’erba un fascio e tenendo conto della inevitabile evoluzione della politica italiana – o involuzione, a secondo del giudizio che ognuno di noi può dare – e’ indubbio che, come evidenziano non solo Diamanti ma molti altri commentatori come Galli Della Loggia, Panebianco e lo stesso Cacciari, la necessità di riscoprire ciò che ha rappresentato nel nostro paese la “cultura di centro” e’ strettamente intrecciata a quella cultura che va sotto il nome di “cattolicesimo politico”. Perché qui non si tratta di ricostruire grottescamente “il centro” e, men che meno, dar vita ad un “partito di centro”. Semmai, va riattualizzata una cultura politica che, piaccia o non piaccia, non può essere archiviata se si crede in una democrazia parlamentare, in una democrazia rappresentativa e nel pluralismo sociale e culturale. La “cultura della mediazione”, la “cultura del compromesso”, l’arte della “composizione degli interessi”, il riconoscimento del “pluralismo” che caratterizza una società evoluta e composita, la “cultura del buon governo” e la volontà di non “radicalizzare lo scontro politico e sociale” fanno parte di un bagaglio politico, culturale, ideale e programmatico che non rientra nel profilo dei partiti populisti. Di qualsiasi colore siano e a qualunque appartenenza rispondano. Ecco perché dopo il voto del 4 marzo si deve voltare pagina. Non lo dicono solo gli storici detrattori della Dc, del centro, del cattolicesimo politico e dei centristi. Qui nessuno pensa di ricostruire, lo ripeto, una Dc bonsai e nessuno, ancor di più, pensa di di dare vita ad un partito di centro fatto di centristi che assomigliano sempre più ai trasformisti e ai voltagabbana, come l’ultima tornata elettorale ha confermato platealmente per questo scampolo di ceto politico. Al contrario, si tratta di rimettere in gioco un patrimonio culturale e politico che oggi è sempre più richiesto e gettonato. Non per nostalgia o per pura memoria storica ma perché lo richiede la credibilità della nostra democrazia, delle nostre istituzioni e dello stesso sistema politico. Se si abdica a questo compito, il futuro della politica italiana non potrà che essere vittima di una profonda radicalizzazione politica e sociale con ricadute ad oggi inesplorate ed inesplorabili per la tenuta stessa della nostra democrazia.

Stop alla Torino-Lione, Chiamparino: “Inaccettabile”

Lo stop alla Tav Torino-Lione previsto  nella bozza del contratto di governo tra Lega e M5s viene giudicato dal presidente della Regione Piemonte Sergio Chiamparino come una ” inaccettabile penalizzazione per la nostra regione, per Torino e per la logistica del Nord Ovest”. A  pagina 34 del contratto di Salvini e Di Maio  è previsto l’impegno “a sospendere i lavori esecutivi e ridiscuterne integralmente il progetto”. “Cosa dicono Giovanni Toti e Attilio Fontana? (i presidenti di Liguria e Lombardia – ndr) Noi ci opporremo in ogni modo – dice Chiamparino – bisogna impedire che si torni indietro”.

Oggi al cinema

LE TRAME DEI FILM NELLE SALE DI TORINO

A cura di Elio Rabbione

 

A beautiful day – Drammatico. Regia di Lynne Ramsay, con Joaquin Phoenix e Judith Roberts. Un uomo nella cui mente trovano posto ricordi dolorosi, un passato di guerra, una infanzia di abusi, un figlio che si prende cura della madre anziana. Anche un sicario che entra nella vicenda sporca e infelice della figlioletta di un senatore, portata via per essere fatta sprofondare nel buio della prostituzione minorile. Con il viso dolente e con la robusta interpretazione di Phoenix premiato a Cannes quale migliore attore. Il film s’è anche aggiudicato il Palmarès per la migliore sceneggiatura. Durata 95 minuti. (Ambrosio sala 3)

 

Abracadabra – Commedia. Regia di Pablo Berger, con Maribel Verdù, Antonio De La Torre e José Mota. Carmen vive alla periferia di Madrid con suo marito Carlos. È una casalinga devota alla famiglia, mentre lui è un operaio edile e tifoso di calcio, che vive per il Real Madrid. Un giorno, a un matrimonio, il cugino di Carmen, ipnotizzatore amatoriale, dà una dimostrazione. A Carlos. La mattina dopo l’uomo comincia a comportarsi in modo strano, qualcosa è andato storto e adesso è posseduto da uno spirito. Mentre i due cugini cercano di riportarlo alla normalità, Carmen si sente attratta dal suo “nuovo” marito. Durata 96 minuti. (Centrale V.O., Classico)

 

Arrivano i prof – Commedia. Regia di Ivan Silvestrini, con Claudio Bisio, Maurizio Nichetti e Lino Guanciale. Il liceo si può gloriare di essere il peggiore liceo della nazione: ecco che allora il preside accetta la proposta del provveditore e assume i peggiori insegnanti, nella sfida che dove i migliori hanno fallito, siano i peggiori a ottenere dei risultati. Arrivano sette insegnanti, uno peggio dell’altro, con i loro metodi precisi ma sgangherati, con il loro modo di insegnare bel oltre le righe. Ma per i ragazzi cambierà qualcosa. Durata 100 minuti. (Massaua, Reposi, The Space, Uci)

 

Avengers: Infinity War – Fantasy. Regia di Anthony e Joe Russo, con Chris Evans, Robert Downing jr, Zoe Saldana e Chris Pratt. Contro gli eroi (buoni) di Marvel nell’ultimo episodio della saga c’è Thanos (cattivissimo), che grazie al potere delle Gemme dell’Infinito vuole impadronirsi e distruggere circa la metà di questa nostra povera terra. Ecco che allora gli Avangers sentono la necessità di riunirsi e di chiedere pure l’aiuto dei Guardiani della Galassia, insomma tutti insieme appassionatamente per far fuori il fellone. Per la gioia di grandi e bambini ci sono proprio tutti nell’affollato pentolone, Capitan America e Spiderman, la Vedova Nera e Thor, Iron Man e Black Panter. Durata 149 minuti. (Massaua, Ideal, Lux sala 2,   Reposi, The Space, Uci)

 

Benvenuto in Germania – Commedia. Regia di Simon Verhoeven, con Senta Berger, Heiner Lauterbach e Florian David Fitz. Un’insegnante di tedesco da poco andata in pensione, due figli ormai adulti, un marito chirurgo ortopedico, un gatto. Un giorno decide di ospitare un rifugiato in cerca di una nuova patria e di un po’ di fortuna: nemmeno a dirlo, il nuovo arrivo metterà a dura prova la vita all’interno della casa, la coabitazione, le giornate, il matrimonio dei due padroni di casa. Durata 116 minuti. (F.lli Marx sala Harpo)

 

La casa sul mare – Drammatico. Regia di Robert Guédiguian, con Ariane Ascaride, Jean-Pierre Darrousin, Anaïs Demoustier e Jacques Boudet. Una casa affacciata sul mare, poco fuori Marsiglia, due fratelli con la sorella vi si ritrovano all’indomani dell’ictus che ha colpito il padre anziano. Uno è un ex sindacalista, aspirante scrittore, con una fidanzata al seguito che ha la metà dei suoi anni, l’altro è rimasto ad abitare nella casa per far andare avanti la trattoria di famiglia, lei è un attrice, trasferita a Parigi per inseguire la sua carriera e lasciarsi alle spalle la perdita della figlia. Altre persone circolano attorno a loro, tutti a fare i conti, un bilancio tra ideali ed emozioni, tra aspirazioni e nostalgie, con un passato più o meno recente, a guardare il piccolo paese che ormai si è svuotato, lasciando le vecchie case agli speculatori, a parlare di politica, tra Macron e Le Pen, a guardare ai figli, anch’essi confusi. Un piccolo gruppo di giovanissimi profughi, senza genitori, obbligherà con il loro arrivo quelle scelte che tutti quanti gli abitanti della “villa” (questo il titolo originale del film), dovranno affrontare. Un film che per buona parte segue un filo di ricordi e di eventuali costruzioni, che comincia inspiegabilmente a sfilacciarsi con un doppio suicidio, che nel finale s’inventa il ritrovamento dei ragazzini venuti dal mare per cogliere senza necessità un racconto dell’oggi che viviamo. Senz’altro ci si aspettava di più. Durata 107 minuti. (Nazionale 2)

 

Cosa dirà la gente – Drammatico. Regia di Iram Haq, con Maria Mozhdah. La sedicenne Nisha vive una doppia vita. A casa, in famiglia, è la perfetta figlia pachistana, ma quando esce con gli amici è una normale adolescente norvegese. Quando però il padre sorprende Nisha in intimità con il suo ragazzo, i due mondi della ragazza entrano violentemente in collisione: i suoi stessi genitori la rapiscono per portarla in casa di alcuni parenti in Pachistan. Lì, in un paese in cui non è mai stata prima, Nisha è costretta ad adattarsi alla cultura di suo padre e di sua madre. Durata 106 minuti. (Romano sala 3)

 

Deadpool 2 – Fantasy. Regia di David Leitch, con Ryan Reynolds e Josh Brolin. Ancora i campioni della Marvel, eroismi divertimento e ritmo arrivati al secondo capitolo e successo assicurato. L’ex mercenario Wade si batte contro il cattivo che ha il viso di Brolin, prendendo le difese di Russell, giovane mutante, ribelle alle autorità. Lotte, cattura, prigionia e nuova libertà in un percorso obbligato che dà il via ad un finale da fuochi d’artificio e con una nuova storia già in preparazione. Durata 111 minuti. (Massaua, Greenwich sala 2, Ideal, Reposi, The Space, Uci anche V.O.)

 

Dogman – Drammatico. Regia di Matteo Garrone, con Marcello Fonte e Edoardo Pesce. Il regista dell”Imbalsamatore” riscrive a modo suo la vicenda del “canaro”, fatto e fattaccio di cronaca nella Roma degli anni Ottanta, reinventando la figura di Marcello, separato dalla moglie, con una bambina, vive le sue giornate con il suo mestiere di toelettatore e le angherie del bullo del quartiere. In concorso al festival di Cannes. Durata 102 minuti. (Ambrosio sala 2, Eliseo Rosso, Lux sala 1, Romano sala 2, The Space, Uci)

 

Escobar – Il fascino del male – Drammatico. Regia di Fernando Leon de Aranoa, con Penelope Cruz e Javier Bardem. Tratto dal libro che Virginia Vallejo, volto un tempo noto della tivù colombiana

e oggi donna sotto protezione negli Stati Uniti, ha scritto intorno alla sua relazione con il gran capo della droga tra il 1981 e il 1987, è il resoconto di quegli anni, da un lato l’amante gentile e affascinante, dall’altro il mandante delle uccisioni di magistrati e poliziotti, di politici e di avversari, al fine di una scalata sempre più completa. Durata 105 minuti. (Greenwich sala 2, The Space, Uci)

 

Il giovane Karl Marx – Drammatico. Regia di Raoul Peck, con August Diehl, Stephan Konarske e Vicky Krieps. Gli anni Quaranta del XIX secolo, l’esilio da Berlino e le fughe attraverso l’Europa, la povertà e gli stenti, la polizia sempre incalzante, le idee in crescita contro una classe dirigente e un capitalismo volti allo sfruttamento e alle ingiustizie, l’amicizia con Engels, figlio ribelle di un ricco industriale, la stesura del “Manifesto del partito comunista”. Durata 112 minuti. (Centrale)

 

Famiglia allargata – Commedia. Regia di Emmanuel Gillibert, con Louise Bourgoin e Arnaud Ducret. Due vite, due mondi lontanissimi tra loro, che un giorno s’incontrano. Da un lato Antoine, arrivato ormai ai quaranta, tuttora single, eterno ragazzo senza alcuna voglia di crescere e dall’altro Jeanne, i figli al culmine dei suoi pensieri, un’esistenza a crescerli tutta sola: ma lei ha ancora voglia di tanto amore. Durata 105 minuti. (Massaua, Ideal, The Space, Uci)

 

Game Night: indovina chi muore stasera? – Commedia drammatica. Regia di John Francis Daley e Jonathan Goldstein, con Rachel McAdams e Jason Bateman. Ogni settimana Annie e Max amano inventare giochi di vario genere per divertire se stessi e gli amici. Il fratello di Max inventa un inaspettato gioco con un rapito, che è il padrone di casa, chi dovrebbe trovarlo e liberarlo: è una finzione o non piuttosto una ingombrante realtà? Durata 100 minuti. (The Space, Uci)

 

Giù le mani dalle nostre figlie – Commedia. Regia di Kay Cannon, con Leslie Mann e John Cena. Le figlie crescono, progettano il ballo di fine anno e con questo l’avverarsi di quella “prima volta” che sognano chissà da quando. La più intraprendente, Julie, dà l’out out alle sue migliori amiche: mettendo in grandissima agitazione i rispettivi genitori che con qualche piccolo dramma di ingegnosità scoprono quelle decisioni attraverso il web, assai modernamente. La scommessa è dare un taglio netto a quelle decisioni. Ci riusciranno? Durata 102 minuti. (The Space, Uci)

 

L’isola dei cani – Animazione. Regia di Wes Anderson. In un Giappone di epoca futura, il sindaco di una città denominata Megasaki ha ordinato di rinchiudere in un isola deserta e adibita a discarica ogni cane esistente, causa un mistorioso virus che li colpirebbe tutti. Il motivo vero è poter fare affari alla faccia dei simpatici amici dell’uomo. Dovranno intervenire un bambino e la giovane giornalista in erba Tracy a svelare le reali mire del primo cittadino e di tutto quanto il governo. Orso d’argento a Berlino per la miglior regia. Durata 101 minuti. (Massimo sala 1 anche V.O., Reposi, Uci)

 

Loro 1 – Commedia. Regia di Paolo Sorrentino, con Toni Servillo, Elena Sofia Ricci, Anna Bonaiuto, Riccardo Scamarcio, Fabrizio Bentivoglio e Kasia Smutniak. “Loro” sono quelli che in forma di gran baraccone con reminiscenze felliniane gravitano nell’universo berlusconiano, vero? tutto falso? opportunamente e malvagiamente esagerato?, uomini e donne in cerca di affermazione, non importa come, importa il quando, subito!, il ragazzo del sud (leggi Tarantini) che recluta ragazze e droga, gli affari poco puliti, gli amici e i nemici, il potere a ogni costo, la politica e i contratti con gli Italiani, le ville e le feste, la volgarità, il rapporto con Veronica: questo e molto altro nel primo capitolo di una vicenda che tutti abbiamo attraversato e che stiamo ancora attraversando. Comunque: primo, un film di cui non si sentiva assolutamente la necessità; secondo, piuttosto deludente, con quella prima parte dove impera il pur bravo Scamarcio, con le sue festicciole e le sue assatanate. Poi Servillo truccatissimo (ma si poteva fare di meglio), che ammaestra il nipotino e fa gli occhi dolci a Veronica, e allora il film ha qualche tocco d’ala. Ma sono davvero pochi. Durata 106 minuti. (Due Giardini sala Ombrerosse, F.lli Marx sala Chico,   Greenwich sala 1, Ideal, Reposi, Uci)

 

Loro 2 – Commedia. Regia di Paolo Sorrentino. Il lato umano, a tratti godereccio, a tratti disperato, del ex premier, tutti i riferimenti agli inverni del nostro scontento e alle cronache quotidiane, il matrimonio andato a pezzi, le olgiattine e i festini, le biondine più che appetitose e disponibili, l’entourage in cerchia di soldi e di celebrità, le piscine, la gran folla. E poi l’ambiguità, il potere. Tutto con gli occhi dell’autore della “Grande bellezza”. Con la scusa che la seconda parte del film era in uscita in Italia, niente concorso a Cannes, così decretò Thierry Frémaux: ma visto che l’accoppiata – in numero uno e il numero due – ci guadagnerebbe, e Dio solo sa quanto!, non si sarebbe potuto sfrondare e farlo in qualche modo sulla Croisette? Durata 100 minuti. (Ambrosio sala 1, Massaua, Due Giardini sala Nirvana e Ombrerosse, Eliseo Blu, F.lli Marx sala Groucho, Ideal, Lux sala 3, Reposi, Romano sala 1, The Space, Uci)

 

La mélodie – Drammatico. Regia di Rachid Hami, con Kad Merad, Jean-Luc Vincent e Samir Guesmi. Simon è un famoso musicista ormai disilluso, arriva in una scuola alle porte di Parigi per dare lezioni di violino. I suoi metodi d’insegnamento piuttosto rigidi non facilitano i rapporti con gli allievi problematici. Tra di loro c’è Arnold, un timido studente affascinato dal violino che scopre di avere una forte predisposizione per lo strumento. Grazie al talento di Arnold, Simon riscopre a poco a poco le gioie della musica. Riuscirà a ritrovare l’energia necessaria per superare gli ostacoli e mantenere la promessa di portare i bambini a suonare alla Filarmonica di Parigi?Durata 102 minuti. (Eliseo)

 

Parigi a piedi nudi – Commedia. Diretto e interpretato da Fiona Gordon e Dominique Abel, con Emmanuelle Riva. Attori e autori pressoché sconosciuti da noi, lei canadese e lui belga, descrivono per lo scherma l’avventura di lei, bibliotecaria in un piccolo e sperduto paesino del suo grande e a tratti “inospitale” paese, “scesa giù” a Parigi alla ricerca della vecchia zia Marta. Che non si trova, è scomparsa!, con tutto quel che ne può derivare ad una sprovvedutissima straniera nella tentacolare ville lumière. Quando non cade nella Senna, incontra Dom, un fior fiore di clochard, gentile e ammodo, che è anche capace di innamorarsi di lei e di inseguirla per i boulevards e per le piccole stradine. Divertimento e gag a volontà. Durata 84 minuti. (Nazionale sala 1)

 

Show Dogs – Avventura. Regia di Raja Gosnell. C’è un umano, Frank, e c’è un rottweiler, Max (cui dà voce Giampaolo Morelli), agenti Fbi, entrambi decisi a far luce sul rapimento di un cucciolo panda. Una squadra di doppiatori all’opera, da Barbara D’Urso a Cristiano MalGioglio, da Lino Guanciale a Nino Frassica, da Marco Bocci a Francesca Neri ad Ale e Franz. Durata 92 minuti. (Massaua, Ideal, Reposi, The Space, Uci)

 

Si muore tutti democristiani – Commedia. Regia di Marco Ripoldi, Davide Rossi, Andrea Mazzarella, Davide Bonacina e Andrea Fadenti, con Massimiliano Loizzi. Stefano con Fabrizio ed Enrico, stessi ideali e stessi sogni. Insieme gestiscono una piccola casa di produzione nella speranza di realizzare documentari a tema sociale. Forse un progetto ci sarebbe, con un considerevole guadagno economico: ma c’è un “ma”. E allora meglio fare cose pulite con i soldi sporchi o cose sporche con soldi puliti? Una riflessione ironica e impietosa sul compromesso. Durata 89 minuti. (Greenwich sala 3, Uci)

 

Tonno spiaggiato – Commedia. Regia di Matteo Martinez, con Frank Matano. Opera prima. La storia di Francesco, vorrebbe fare il comico ma alle sue esibizioni non ride mai nessuno. Fino a quando non infila una battuta dietro l’altra sulla sua ragazza grassa: il pubblico ride, lei lo lascia. Per riconquistarla, dal momento che al funerale della nonna di lei, s’è guadagnato un bell’abbraccio, provvederà a far fuori qualche altro parente e così gli affetti saranno ristabiliti. Ma le cose non si mettono al meglio, come Francesco spererebbe. Durata 91 minuti. (Reposi, The Space, Uci)

La bomba messa in sicurezza. Presto sarà disinnescata e rimossa

Ieri alle  22 un’ordinanza della protezione civile ha disposto la chiusura di via Nizza,  dell’8 Gallery, di Eataly, Pam, delle sale cinematografiche e dello store  Mediaworld, per consentire le operazioni di messa in sicurezza dell’ordigno bellico trovato nel vicino cantiere. Stamane, dopo una notte di lavoro da parte degli artificieri la bomba risalente alla seconda guerra mondiale è stata messa in sicurezza. Nei prossimi giorni dovrà essere disinnescata e  rimossa. Un’altra bomba d’aereo venne trovata nel 2003 durante gli scavi dello stadio comunale : venne evacuato quasi un intero quartiere.

(foto: il Torinese)