redazione il torinese

Giovane filo-Isis finto universitario torinese

In Austria la polizia ha arrestato un giovane tunisino ricercato dalla Procura di Torino per “associazione finalizzata al terrorismo internazionale”. Si chiama Tebini Bilel, ha  30 anni, e fa parte di un gruppo di connazionali che si dedicavano alla propaganda jihadista sul web. I componenti del gruppo passarono alcuni mesi nel capoluogo piemontese iscritti in modo fittizio all’Università. Bilel era stato anche in Belgio e successivamente si era trasferito a Vienna dove aveva chiesto asilo. Ma nei suoi confronti pendeva un mandato di arresto europeo per iniziativa dei magistrati piemontesi.

Frida Kahlo e Macondo nelle fotografie di Leo Matiz

Visitabile presso la Pinacoteca dell’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino

 


A cura di Arminda Massarelli e con la collaborazione di Alejandra Matiz, la mostra raccoglie due momenti della grande attività del fotografo colombiano Leo Matiz (1917-1998). Un ritratto inedito della grande pittrice messicana Frida Kahlo nei primi anni quaranta nella casa Azul di Coyocan, a Città del Messico, che restituiscono un’atmosfera d’ambiente, di natura e di cultura che fu di quella casa. Dalla regione di Aracataca in Colombia, dove il fotografo nacque, (luogo poi traslato da Gabriel Garcia Marquez con il nome di Macondo), provengono oltre 70 immagini, in un intreccio mirabile di paesaggi di luce, di gente al lavoro, di venditori, di volti unici, che si sintetizzano nell’immagine del pescatore che lancia la rete, capolavoro assoluto di Leo Matiz e manifesto poetico di tutta la sua arte fotografica. 

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Tutto ha inizio ad Aracataca, remota cittadina colombiana persa tra le pianure polverose della costa caraibica, tra piantagioni di banani e il fiume che sgorga dalla Sierra Nevada de Santa Marta.

Lì nascono i raccontatori della mitica Macondo, il fotografo Leo Matiz e lo scrittore Gabriel García Márquez, accomunati dalla fine capacità di osservare con interesse e rispetto il reale, quello complesso e appariscente così come il più semplice e irrilevante, rintracciando dignità e fierezza nelle persone e restituendo valore all’ordinario, alle povertà, alle solitudini, alle fragilità. La mostra Frida Kahlo e Macondo nelle fotografie di Leo Matiz  è un percorso che porta dall’intimità della Casa Azul di Frida in Messico ai personaggi e ai luoghi di Cent’anni di solitudine.  Storie, intrecci, incontri che possiedono la concretezza della realtà e il prodigio della magia. Le fotografie trasportano dall’immaginazione all’immagine, rendono tangibili angoli di giardino, mercati, venditori, fiumi e pescatori, frutti offerti da alberi dai tronchi soffici, cresciuti nell’aria umida dei tropici. Ritraggono reti nel loro flessuoso volo, nella provvisorietà del movimento e di emozioni transitorie, reti per pescare e reti su cui i corpi, densi di energia, di fiabesche acrobate volteggiano, capaci di creare vento e suono del vento. Nelle fotografie si riannodano i fili della memoria, dell’identità, della cultura di persone e ambienti, di condizioni e fatti. Frida nella sua casa, le donne, gli uomini, i bambini di Aracataca/Macondo sono osservati da uno sguardo che sceglie, se ne innamora, ne cerca pensieri e anima, ne coglie l’umanità più autentica e profonda. Tutti si svelano nella loro risolutezza che profuma di caducità, di fragilità senza rimedio ma, al contempo, di cammino verso la ”impetuosa utopia della vita”. Matiz ferma il tempo, vissuto e scrutato intensamente, e rende la sua fotografia frammento di storia e di storie, sospensione analitica e poetica di una trama, intrisa ora di nostalgia ora di palpabile presente. Il bianco e nero è elegante, liricamente espressivo, struggente ed evocativo, pregnante di materia, spesso ruvida, erosa, che incarna tensione e fremito. E la luce, strumento e complice, lenisce la durezza di alcune verità e ne mostra la purezza innata. Così anche la mostra diventa sospensione del tempo, occasione di sguardi silenziosi e attenti che, tra consapevolezza e stupore, ricevono e assaporano bellezza.

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Pinacoteca Albertina, dal 16 marzo al 03 giugno 2018

Via Accademia Albertina 8, Torino.

011 0897370

www.pinacotecalbertina.it – pinacoteca.albertina@coopculture.it


ORARI: tutti i giorni dalle 10.00 alle 18.00 (ultimo ingresso alle 17.30). Chiuso il mercoledì.

 

BIGLIETTI: intero € 7,00; ridotto € 5,00 bambini e ragazzi dai 6 ai 18 anni, studenti universitari fino ai 26 anni, convenzioni; gratuito under 6 anni, insegnanti, possessori Abbonamento Musei e Torino + Piemonte Card.

Paolo Monti. Fotografie 1935-1982

FINO AL 29 LUGLIO

Da affermato dirigente d’industria a fotografo riconosciuto fra i più importanti e determinanti nel panorama dell’arte fotografica italiana, e non solo, del secolo scorso. A Paolo Monti (Novara 1908 – Milano 1982) il torinese MEF-Museo Ettore Fico Outside in collaborazione con il Civico Archivio Fotografico del Comune di Milano dedica un’importante retrospettiva curata da Pierangelo Cavanna e Silvia Paoli, inserita nell’ambito della grande kermesse Fo.To-Fotografi a Torino, su cui il capoluogo piemontese, attraverso un centinaio di mostre ospitate in un’ottantina di siti d’arte   fra i più eterogenei, è impegnato fino al 29 luglio a dar prova delle sue concrete capacità di proporsi a livello nazionale come capitale indiscussa dell’ottava arte. E, in questa prospettiva, la mostra in omaggio a Monti si inserisce appieno fra gli appuntamenti irrinunciabili dell’evento subalpino.

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Imponente per quantità e qualità delle immagini esposte, la mostra intende presentare lo straordinario percorso artistico del fotografo novarese, evidenziato attraverso centottanta fotografie originali, datate fra il 1935 e il 1982 – accanto a materiali come riviste, libri e documenti di vario genere, anche inediti – che accostano “prodotti” di eccelsa professionalità e straordinario canonico mestiere ad altri caratterizzati da una ribollente volontà di artistica sperimentazione che, nel tempo, lo portò a misurarsi in vario modo (con fotogrammi, chimigrammi e materiali a colori) sulla materia e su un personale concetto di astrazione dell’immagine “condotto fino alla cosciente violazione di ogni norma tecnica”. Sostenuto in ciò dai frequenti contatti con artisti delle avanguardie del Novecento come Baj, Crippa, Dova, Fontana, Capogrossi e Pomodoro, dei quali fra l’altro curò la documentazione delle opere, lasciandoci anche per ognuno una serie di intensi ritratti.

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Determinante, per l’evolversi del suo iter professionale, fu il trasferimento negli anni del Dopoguerra a Venezia, città che per Monti segna una svolta decisiva sia per il contatto con le incredibili e magiche suggestioni della realtà lagunare – fermata in scatti di intensa meditata   poesia – sia per l’incontro con quel gruppo di fotografi con i quali nel 1948 avrebbe fondato il Circolo fotografico “La Gondola”, cui si deve in quegli anni un profondo rinnovamento del linguaggio fotografico in una direzione sempre più attenta al contesto internazionale. Dal ’53 è a Milano, città in straordinaria crescita economica e culturale, in cui Monti consolida quell’istinto trasgressivo che sempre più lo spinge al gusto dello “sperimentale”, portandolo ad affermarsi, a piena ragione, oltre i confini nazionali. Nel capoluogo lombardo,   lavora per le Triennali, per i maggiori studi di architettura (da BBPR a Giò Ponti ad Albini e a Scarpa), per i Musei del Castello Sforzesco e per la “Storia della Letteratura Italiana” di Garzanti, curata da Cecchi e Sapegno, senza mai tralasciare la costante del racconto del “paesaggio” e delle “architetture urbane” che gli consentirà alla fine degli anni Sessanta di affrontare in modo magistrale l’imponente campagna di rilevamento del centro storico di Bologna e di altre città, come dei beni storici e artistici dell’Appennino emiliano e romagnolo.

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Tanto da ricevere nel 1980 dal Presidente della Repubblica Sandro Pertini il Premio Nazionale “Zanotti Bianco” per il “contributo decisivo ad affinare le coscienze e a diffondere le responsabilità per il restauro conservativo delle nostre città storiche”. Alla sua morte, avvenuta a Milano due anni dopo, per iniziativa di alcuni amici viene costituito l’Istituto di Fotografia Paolo Monti, con un Archivio che nel 2004 é riconosciuto di notevole interesse storico da parte del Ministero dei Beni Culturali. Nel 2008, l’intero patrimonio dell’Istituto (un complesso di 223mila negativi, 12.244 stampe e 790 chimigrammi, cui si aggiungono i documenti e la biblioteca) è acquisito dalla Fondazione BEIC – Biblioteca Europea di Informazione e Cultura – e depositato, a seguito di apposita convenzione con il Comune di Milano, presso il Civico Archivio Fotografico al Castello Sforzesco, istituito nei primi anni del ‘900 e che oggi dispone di un colossale patrimonio di circa 900mila fotografie, di cui è garantita la pubblica consultazione (https://archiviofotografico.milanocastello.it).

Gianni Milani

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“Paolo Monti. Fotografie 1935-1982”

MEF Outside, via Filippo Juvarra 13, Torino; tel. 011/0343229 – www.museofico.it

Fino al 29 luglio – Orari: da merc. a dom. 11/19

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Nelle foto:

– “Venezia”, stampa ai sali d’argento, ca. 1950
– “Ghetto nuovo”, stampa ai sali d’argento, 1950
– “Ritratto del pittore Crippa”, stampa ai sali d’argento, 1953 – ’54

Un tour per raccontare Terra Madre

Otto appuntamenti, a partire dal 14 giugno, in collaborazione con l’Associazione delle Fondazioni di origine bancaria del Piemonte e La Stampa 

Torino, 6 giugno 2018 – Slow Food, l’ Associazione delle Fondazioni di origine bancaria del Piemonte e La Stampa tornano insieme, dopo la positiva esperienza del 2016, per raccontareTerra Madre Salone del Gusto 2018 in otto capoluoghi di provincia: Asti, Alessandria, Biella, Cuneo, Novara, Torino, Vercelli e Savona ospitano una serie di incontri durante i quali si parlerà del ruolo dei territori nell’evento che si terrà dal 20 al 24 settembre.

Le otto province sono coinvolte in diversi modi: innanzitutto attraverso i contadini, allevatori e artigiani che presentano i loro prodotti nello spazio espositivo di Lingotto Fiere; in secondo luogo, ospitando i delegati di Terra Madre provenienti da tutto il mondo, nelle famiglie dei numerosi comuni che fanno parte della rete delle Città di Terra Madre; infine, novità di questa edizione, accogliendo i visitatori in 15 TourDiVini, itinerari piemontesi pensati assieme alle Condotte locali di Slow Food per offrire l’opportunità di conoscere le bellezze artistiche e paesaggistiche del Piemonte e gustare i prodotti più significativi nei luoghi in cui nascono.
Durante gli incontri, che si tengono nei mesi di giugno e luglio (e sono quasi tutti ospitati nelle sedi delle Fondazioni di origine bancaria del Piemonte), si affronta, ogni volta, uno dei temi centrali di Terra Madre Salone del Gusto 2018. Infatti, tra le numerose novità di questa edizione ci sono le grandi aree tematiche in cui si svolgeranno incontri, Laboratori del Gusto, forum per approfondire la conoscenza dei diversi argomenti mettendo alla prova sensi e conoscenze. Grazie alla presenza di un esperto, in ciascuna tappa del tour si approfondiscono le campagne Slow Meat e Slow Fish, l’importanza dei semi, il rapporto tra cibo e salute, il ruolo di api e insetti. Oltre ad approfondimenti sul nuovo progetto di università diffusa e sul ruolo di migranti e indigeni nella discussione sul futuro del cibo.
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Ecco le tappe del tour: 
14 giugno, ore 18 – Vercelli: Fondazione Cassa di Risparmio di Vercelli
19 giugno, ore 18 – Biella: Fondazione Cassa di Risparmio di Biella
21 giugno, ore 18 – Alessandria: Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria
26 giugno, ore 18 – Asti: Fondazione Cassa di Risparmio di Asti
28 giugno, ore 18 – Cuneo: Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo
3 luglio, ore 18 – Novara: Circolo dei Lettori di Novara
Sempre nel mese di luglio sono previste altre due tappe a Torino e a Savona.

Il canto come passione

“Il genere musicale che preferisco è il pop, ma sto cercando di ampliare le mie conoscenze anche in stili differenti”


Ciao Martina, presentati ai nostri lettori.

Mi chiamo Martina Boglione, ho 20 anni e abito a Savigliano in provincia di Cuneo. Nella vita lavoro come segretaria, ma da sempre nutro una grande passione nei confronti della musica ed in particolare per il canto.

Qual è il tuo genere musicale preferito e in quale artista ti ritrovi maggiormente?

Il genere musicale che preferisco è il pop, ma sto cercando di ampliare le mie conoscenze anche in stili differenti. Mi piace particolarmente la musica italiana anni 60/70, ma anche artisti internazionali contemporanei come ad esempio Adele, Katy Perry e James Blunt. L’artista in cui mi ritrovo maggiormente è Giorgia perché grazie alla sua espressività riesce a trasmettere molte emozioni oltre ad avere un’ottima preparazione a livello tecnico-vocale.

Com’è nata la tua passione per il canto?

La mia passione per il canto nasce ad appena 6 anni quando iniziai a scuola le prime lezioni di musica. Mi accorsi subito che era qualcosa che mi coinvolgeva particolarmente e che avrei voluto continuare ad approfondire questa mia passione. Da lì incominciai a cantare inizialmente ” per gioco” e successivamente a scrivere i miei primi testi.

Attualmente stai continuando gli studi?

Ho intrapreso alcuni anni fa gli studi di canto ed attualmente seguo dei corsi presso la Vocal Care di Danila Satragno. Nel frattempo insieme all’arrangiatore e musicista Andrea Alesso, in arte “Manouche”, stiamo preparando le canzoni che usciranno nel mio primo album che sarà composto da brani interamente scritti da me.

Che cosa significa per te cantare? E soprattutto che cosa speri che ti porti il canto?

Per me cantare significa poter esprimere ciò che sono e poter esprimere le mie emozioni.Trovo che sia fantastico poter trasformare le proprie sensazioni in melodia e spero che il canto possa sempre di più far parte della mia vita.Spero di poter continuare questo percorso e di poter realizzare questo mio grande sogno.

Cosa diresti a chi come te ha un sogno che vorrebbe realizzare?

Vorrei dirgli che nella vita non bisogna mai smettere di sognare perché non si può mai essere a conoscenza di cosa può realizzarsi o meno. In ogni caso bisogna provarci con forza e determinazione consapevoli che se è ciò che amiamo fare sarà sempre parte di noi.

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Il mondo è nelle mani di coloro che hanno il coraggio di sognare e di correre il rischio di vivere i propri sogni. – Paulo Coelho

I Ghëddo omaggiano Gipo Farassino

REVENGE PUB – VIA CUNEO 8, TORINO


I Ghëddo. Parola piemontese non facilmente traducibile che significa garbo, avere stile, un certo non so che.Con questo nome domani sera debuttano al Revenge Pub di via Cuneo 8 i Ghëddo,un nuovo gruppo con un repertorio di canzoni dedicate a Torino e al suo chansonnier più famoso, Gipo Farassino.Brani di Gipo e non solo per raccontare l’atmosfera della propria città.Per saperne di più pagina facebook I Gheddu

TAV. MONTARULI (FDI ): FERMARE OPERE STRATEGICHE NON È CAMBIAMENTO

<<L’Italia ha bisogno di infrastrutture che la portino a competere con il resto del mondo. Fermare opere strategiche come la TAV non è cambiamento ma rimanere fermi mentre gli altri paesi vanno avanti. Nell’analisi costi-benefici, il Ministro Tonelli ci metta anche le somme già versate, i finanziamenti che andrebbero persi ma sopratutto i posti di lavoro – 2000 circa –  che verrebbero cancellati immediatamente se non quelli indiretti e nel lungo periodo.>> dichiara Augusta Montaruli deputato di Fratelli d’Italia che prosegue:<< Nel giorno in cui in Parlamento si discute del programma di Governo e della fiducia ci preoccupa questo ulteriore tentennare sulla Torino – Lione. Tutto, anzitutto il buon senso, pone a favore della realizzazione della TAV opera di cui l’Italia tutta, anzitutto la zona della Val Susa fortemente depressa, ha bisogno. Oggi auguriamo al Governo Conte buon lavoro ma la maggioranza grilloleghista ci troverà fermi a tutelare gli interessi dei piemontesi e degli italiani>>

Turismo ed emozioni in una guida

Si intitola “Guida turistico-emozionale di Nichelino” ed è la nuova guida turistica del comune alle porte di Torino, curata dalla classe 1ᵅ Operatore ai servizi di promozione e accoglienza-strutture ricettive dell’EnAIP di Nichelino. Un progetto corale, partito da Ilaria Miglio, Jolanda Di Virgilio e Elisa Rollini del Servizio Comunicazione di EnAIp Piemonte, e che ha coinvolto l’illustratore Hikimi, i docenti Stefano Gabbiani, Francesca Tommasino, Mariella Foglino, la volontaria del servizio civile Miriam Anerdi e la tirocinante Sara Dore.

LA META

In cosa consiste? Una lettura nuova del territorio, a partire dallo sguardo dei ragazzi che vivono e frequentano Nichelino. Cinque chiavi emozionali (trovare la felicità, superare la tristezza, sbollire la rabbia, innamorarsi e volersi bene) da cui prendere il via, alla volta di cinque differenti itinerari: parchi, piazze, luoghi pubblici e del cuore, spazi da scoprire e per scoprirsi. Selezionato lo stato d’animo, a seconda dell’umore del momento, ci si mette in viaggio seguendo l’itinerario proposto, lasciandosi suggestionare dal tracciato verso luoghi da attraversare, cose da fare, persone da conoscere e nuove avventure. Ogni percorso, naturalmente, può poi essere modificato e intersecato con gli altri per creare deviazioni che aggiungano qualcosa di nuovo di sé e dell’ambiente che ci circonda.

LE TAPPE

Per lavorare alla guida, la classe è stata divisa in cinque gruppi, uno per ciascuna emozione. Sono state messe nero su bianco le emozioni, poi tradotte in immagini dall’illustratore torinese Roberto Blefari, in arte Hikimi. In un secondo momento, felicità, tristezza, rabbia, innamorarsi e volersi bene sono state associate a una colonna sonora ed “è stato molto interessante vedere come ogni ragazzo viva le emozioni a modo suo e come ognuno di loro faccia un uso della musica molto differente”, racconta l’insegnante Mariella Foglino. Successivamente, gli studenti si sono trasformati in guide turistiche e hanno accompagnato il personale coinvolto in un percorso di graduale apertura verso la città di Nichelino, oltre che dentro le proprie emozioni. “Sono orgogliosa ed emozionata del risultato che abbiamo ottenuto” –prosegue Foglino- “Abbiamo lavorato con una classe vivace, non sempre facile, ma capace di grandi emozioni e con la quale vengono fuori prodotti molto interessanti. Tra gli itinerari della città di Nichelino è stato menzionato anche l’EnAIP, un luogo che fa parte della vita di questi ragazzi, un punto di supporto a cui aggrapparsi durante la crescita”. Così Miriam Anerdi, volontaria SCN: “È stato davvero un bel progetto, che ha permesso di tradurre il caos delle emozioni in un percorso ragionato e sintetico”.

Turin Coffee

Macchiato, ristretto, decaffeinato, un semplice espresso, quella tazzina che incontriamo almeno una volta al giorno, il rituale che ci fa concedere una pausa, ci fa incontrare gli amici, ci conforta e spesso ci tiene svegli: il caffè.

Turin Coffee è il primo festival dedicato proprio a lui, il caffè, alla sua storia, a tutto quello che c’è dietro la sua produzione, alla illustre filiera Piemontese e a tutto quel sistema che permette la sua creazione e il suo utilizzo, sia il più comune, a casa o in un bar, che nella tradizione della nostra cucina come ingrediente dal carattere forte e riconoscibile.Torino ha un legame forte con il caffè, il primo espresso è nato proprio qui, nella città della Mole, e la elevata presenza di bar di tradizione, rinomati e frequentatissimi attestano questa felice relazione, questo sentimento reciproco.Saranno presenti marchi importanti come Lavazza, che per l’occasione aprirà gratis le porte del suo Museo, Vergnano e Costadoro che hanno promosso la manifestazione ma anche piccole torrefazioni, laboratori didattici, degustazioni, percorsi sensoriali e una mostra fotografica.L’evento inoltre è inserito nel Bocuse D’Or Europe Off 2018, la più prestigiosa competizione di alta cucina dove “cucina e cultura hanno lo stesso gusto” e la finale sarà ospitata a Torino l’11 e il 12 giugno.Turin Coffee vi aspetta a Piazza Carlo Alberto dalle 10:00 alle 20:00, dal 9 all’11 giugno prossimo.

Maria La Barbera

Salone Auto, Appendino: “Sfide per la mobilità”

La sindaca Chiara Appendino partecipando  all’inaugurazione della 5^ edizione del Salone dell’auto – parco Valentino di Torino è intervenuta sui temi della mobilità: “Bisogna trovare nuove risposte. Torino è capitale dell’auto ed è pronta ad affrontare le sfide sulla mobilità dei prossimi dieci-quindici anni”. All’inaugurazione anche il ministro dei Trasporti Danilo Toninelli, sua prima uscita ufficiale nel nuovo ruolo istituzionale, che ha sottolineato l’importanza del passaggio  da una mobilità inquinante a una sostenibile.