A poche settimane dalla conclusione di Flor19 edizione Primavera, il verde torna protagonista nel centro di Torino, sabato 8 giugno con San Salvario ha un cuore verde, giunta alla sua ottava edizione e organizzata anch’essa dalla Società Orticola del Piemonte.
Nata con l’obiettivo di creare socialità tra le diverse anime di uno dei quartieri simbolo di Torino e di guidare i cittadini verso nuove forme di sostenibilità, San Salvario ha un cuore verde trasformerà Corso Marconi, pedonalizzato per l’occasione, in un rigoglioso giardino, rendendo i cittadini protagonisti attivi dello spazio pubblico, dove la cura del verde pubblico e privato va a braccetto con lo scambio multiculturale e le iniziative sociali che nascono dal basso.Una selezione di florovivaisti provenienti da tutto il Nord Italia metterà in mostra il meglio delle proprie eccellenze floreali, mentre gli stand degli artigiani proporranno le loro creazioni dedicate al giardinaggio e al mondo del verde. Grande spazio sarà poi concesso alle tante associazioni che animano e vivono quotidianamente il quartiere nei diversi ambiti, accomunate dal tema della sostenibilità sia sociale che ambientale e che godranno di un importante momento di incontro e confronto con i propri vicini di casa, in un clima cordiale e informale. Girando per gli stand sarà possibile conoscere le attuali tendenze del giardinaggio internazionale: piante aromatiche, fiori eduli e piante mellifere, piante erbacce perenni e fioriture annuali per giardini e terrazzi dall’aspetto naturale, dove foglie e fiori, colori e profumi, si alternano in modo dinamico e accattivante. Non mancheranno le piante rare e curiose per gli appassionati più esigenti, e poi orchidee, piante grasse, piante carnivore e creazioni floroartistiche come le kokedama giapponesi.
Accanto alle mostra florovivaistica non mancheranno iniziative ed eventi per coinvolgere tutti i torinesi. Tra questi l’ormai consueto e attesissimo concorso Balconi Fioriti Torino a cura dell’Associazione Sguardo nel Verde di Edoardo Santoro: una vera e propria gara all’insegna del balcone più verde e lussureggiante (per partecipare bisogna inviare una foto del proprio balcone a redazione@sguardonelverde.com). L’iniziativa“Studi aperti” offrirà invece l’opportunità di visitare le botteghe artistiche del quartiere.San Salvario ha un cuore verde è una grande festa piena di colori, suoni ed emozioni che proporrà anche momenti musicali e culturali, all’insegna della consapevolezza ambientale e della valorizzazione di tutte le culture presenti nel quartiere e nella città.L’esibizione itinerante della street band “Banda Caoda Jazz School”, seguita dall’allegro corteo dei bambini del quartiere, farà da apripista, a cui faranno seguito momenti dedicati alla danza africana, all’urban dance, allo sport e alle letture, fino alla cerimonia del popolo mapuche di saluto alla primaveraOspite d’onore della manifestazione sarà, quest’anno, il Brasile con la partecipazione dell’associazioneCasa Brasil Torino. Un’occasione per immergersi nelle esuberanti e variopinte atmosfere tropicali della festa tradizionale junina, tipica della popolazione Carioca.Si potrà ballare, cantare, degustare piatti e bevande tipiche. E mentre i più piccoli si godranno il luna park creato per l’occasione, i più grandi potranno scoprire e approfondire i caratteri della ricca cultura brasiliana, attraverso l’incontro con i tanti concittadini originari di quest’area del mondo.
Per maggiori informazioni sul programma – facebook: sansalvariohauncuoreverde
L’alba di un nuovo giorno
Come ultimo spettacolo della stagione dello Stabile torinese, Antonio Latella recupera dal proprio bagaglio del tempo che fu L’isola dei pappagalli con Bonaventura prigioniero degli antropofagi, un testo che Sergio Tofano portò sulle scene, con le musiche di un Nino Rota appena diciannovenne, nel 1936. Recupera perché quel testo – rimesso in scena per il cinquantenario, ancora per lo Stabile, da Franco Passatore, scomparso poco più di un mese fa – lo vedeva muovere i primi passi come attore, con due ruoli piccolissimi (era “il cliente che ha sonno” e “l’aiutante de re negro”); e reinventa, a suon di tradimenti, coadiuvato in questo dal pirotecnico adattamento di Linda Dalisi.Perché, innanzitutto, il suo (o il loro) Bonaventura non è qui quel buffo, allampanato ed elegante personaggio, presenza domenicale immancabile (e sempre attesa da chi viveva la propria infanzia nella metà degli anni Cinquanta) del “Corriere dei piccoli”, che al termine di ogni avventura stringeva felice tra le mani il suo bel milione: adesso è un
signore non più certo di primo pelo, che viaggia in sedia a rotelle, affaticato, che accusa malanni e confida in quel Bassotto che lo segue ovunque, che preferisce ricordare, non essendo più in grado le avventure di viverle sul campo e in prima persona. Ecco che allora, con la sua bella bombetta rossa in testa, ciarliero, grande affabulatore, un po’ pedante come ogni vecchio, sull’onda dei ricordi (e senza che qualcuno si prenda il mal di pancia di sforbiciare qua e là), il Nostro si dilunga per circa una mezz’ora iniziale a dipanare fatti e rime baciate in un resoconto che non sempre è di facile comprensione giù in platea. Mentre il Bassotto si produce in ogni sorta di diversivo comico e fisico, finalmente Latella s’affida al movimento e ai colori e all’intreccio: e allora lo spettacolo sul palcoscenico del Carignano assume sapore, prende quota, diverte, s’affida senza se e senza ma ad una compagnia a tratti geniale, in autentico stato di grazia, multiforme, eccentrica, indiavolata. Attori che non “sono” lo spettacolo, ma certamente sì la spina dorsale, quello spettacolo lo vivono e lo fanno vivere e lo scaraventano felicemente tra gli spettatori come raramente si vede fare sui nostri palcoscenici.
C’è una alta parete grigia nella scena firmata da Giuseppe Stellato, con un oblò da cui entrano ed escono i vari personaggi, ci sono quattro musicisti ai lati del palcoscenico (Federica Furlani, Andrea Gianessi, Alessandro Levrero e Giuseppe Rizzo), davvero bravi a far da commento ad ogni azione, c’è un tesoro ed un pappagallo rosso, c’è una spiaggia persino inquietante con quei suoi fitti manichini grigi pronti ad essere smantellati a vista, c’è l’apporto e la volontà di Latella e Dalisi a contaminare modernamente il testo, facendo spazio a canzoni sanremesi o delle estati di decenni fa (si va dalla Cinquetti di Non ho l’età al Vianello dei Watussi) per spingersi anche su un terreno più colto e abbordare Money Money del Joel Grey di Cabaret. È una comicità fuori delle regole, sconosciuta all’autore, di cui tuttavia conserva il fascino surreale e vitale allo stesso tempo, il linguaggio poetico, la banalità intelligente che già un tempo non voleva abbracciare soltanto il pubblico giovanile ma aspirava tra mille scommesse a qualcosa di più. C’è intatto lo spirito di Sto. C’è la negazione del milione, forse ad indicare la fine di un’epoca o il suo completo ripensamento, c’è Bonaventura che è pronto a lasciare la sedia a rotelle (un ritorno al personaggio di sempre?), a mettersi a lato della scena a far da spettatore e a prodursi poi in un tango con il fido Bassotto che nemmeno i maestri di Ballando saprebbero far meglio.
Uno spettacolo che è scrittura e autobiografia, costruzione e ripensamento, divertimento e pensieri in libertà. Dicevamo degli attori/cantanti, tutti da citare. Francesco Manetti che è Bonaventura, Alessio Maria Romano spericolato Bassotto, Michele Andrei e Caterina Carpio, i falsetti di Leonardo Lidi dal quale tutto ti aspetti meno che vedertelo nei pani del bel Cecè, il Capitano dell’aitante Isacco Venturini, Barbara Mattavelli che è Giuiuk dalla risata facile. Lascio per ultima Marta Pizzigallo, che mi è parsa la più brava del gruppo: abbandonata la tuta rossofuoco del primo tempo, s’è sprigionata in occhioni tondi tondi, in parole e frasi sbocconcellate, in ralenti e in sospiri divertentissimi che mi pareva la diretta erede del metodo Marchesini, pronta a dar vita corposamente ad ogni attimo del proprio lavoro. Da vedere, repliche sino al 16 giugno.
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Elio Rabbione
Le foto dello spettacolo sono di Brunella Giolivo
Al via i Mi games
L’appuntamento del tour estivo, dal 5 al 9 giugno presso il Parco del Valentino a Torino,
vedrà lo sport drink numero uno al mondo in qualità di sponsor e fornitore ufficiale della 6^edizione
Anche nel 2019 Gatorade, lo sport drink numero 1 al mondo, rinnova il proprio impegno in qualità di sponsor di MI Games, evento multi sport itinerante, giunto ormai alla sesta edizione.
A partire dal 28 maggio saranno sette le città italiane coinvolte nel tour: Milano, Torino, Roma, Napoli, Lecce, Genova, Lignano Sabbiadoro (UD) e Santa Margherita Ligure (GE). Durante l’edizione di quest’anno prenderanno parte, ancora una volta, un gran numero di sportivi provenienti da tutta Italia (si stimano 8000 atleti partecipanti e oltre 250 mila persone complessivamente coinvolte) che si sfideranno in tornei di calcio 5v5, basket 3v3, beach volley, pallanuoto in alcune delle location più suggestive della penisola.
Gatorade, sempre presente per reintegrare i liquidi e i sali minerali persi con il sudore durante le avvincenti sfide e migliorare le prestazioni, in qualità di fornitore ufficiale dei Mi Games, invita i giovani dai 16 anni in su a mettersi in gioco, prima, attraverso le fasi locali e successivamente nel corso dell’attesissima finale. Inoltre, per ciascuna tappa prevista, Gatorade metterà a disposizione delle prime tre squadre classificate per ciascuno sport premi inediti, come kit sportivi e materiali utili all’attività sportiva.
Le Finals dei Mi Games, che avranno luogo dal 6 all’8 settembre, vedranno affrontarsi i finalisti delle varie competizioni nella splendida cornice di Umago, in Croazia.
Gatorade a sostegno del progetto, con i suoi Sali minerali e carboidrati, costituisce un prezioso alleato per ogni atleta che intenda svolgere al meglio la pratica sportiva e ottenere performance migliori: l’impegno che Gatorade dimostra da sempre nella promozione di uno stile di vita sano e dei fondamenti della disciplina sportiva, lo rendono il partner ideale di questo atteso evento sportivo, che ha assistito in pochi anni a una crescita rapida e costante e aspira a divenire internazionale entro il 2020.
Niente nozze tra Fca e Renault
Nessun “matrimonio” tra Fiat Chrysler e Renault. La casa torinese presieduta da John Elkann ha deciso “di ritirare con effetto immediato la proposta di fusione avanzata a Groupe Renault”. Una decisione assunta dopo il nuovo rinvio voluto dal Marchio francese a seguito delle pressioni del governo di Parigi. E così a Wall Street il titolo Fca ha perso il 3,71%. Anche a Piazza Affari apertura pesante per Fca: il titolo perde il 2,83% a 11,35 euro. Crolla in apertura di Borsa Renault a Parigi: il titolo cede il 7,63% a 51,91 euro.

La diagnosi clinica viene confermata mediante esami di laboratorio, che comprendono test genetici ed, in alcuni casi, la biopsia muscolare. Sul fronte terapeutico, cocktail antiossidanti permettono di ridurre i sintomi come l’affaticamento e l’intolleranza allo sforzo.
Logopedia, riabilitazione possono essere utili per preservare o migliorare la funzionalità e la mobilità dei pazienti. Nuove molecole sono attualmente in corso di sperimentazione. Nell’ambito della ricerca, si sviluppano protocolli sperimentali per identificare nuovi geni e nuovi biomarcatori, in collegamento con i maggiori centri italiani ed internazionali specializzati in patologie rare della produzione di energia. Grazie agli amici torinesi PAOLO E ALBINA E AI VARALLO’S, la ricerca su queste patologie ha nuovi alleati. Grazie Torino.
Torino sostiene la ricerca che l’IRCCS Fondazione Stella Maris effettua sulle malattie rare (Sindrome di Melas), grazie al team del Laboratorio di Medicina Molecolare per le Malattie Neurodegenerative diretto dal Prof Filippo Santorelli. E lo fa grazie all’impegno della Compagnia Teatrale che venerdì 7 giugno alle ore 21 presso il Teatro Agnelli di via Paolo Sarpi 111, porta in scena I Promessi Sposi in una (libera) rielaborazione di Carla Aiassa. Si tratta di una commedia il cui intero ricavato sarà devoluto alla ricerca sulle malattie rare. Rare sono le malattie mitocondriali, nel loro insieme rappresentano le più frequenti malattie genetiche nell’uomo: circa 1 caso ogni 5000.
La diagnosi clinica viene confermata mediante esami di laboratorio, che comprendono test genetici ed, in alcuni casi, la biopsia muscolare. Sul fronte terapeutico, cocktail antiossidanti permettono di ridurre i sintomi come l’affaticamento e l’intolleranza allo sforzo.
Logopedia, riabilitazione possono essere utili per preservare o migliorare la funzionalità e la mobilità dei pazienti. Nuove molecole sono attualmente in corso di sperimentazione. Nell’ambito della ricerca, si sviluppano protocolli sperimentali per identificare nuovi geni e nuovi biomarcatori, in collegamento con i maggiori centri italiani ed internazionali specializzati in patologie rare della produzione di energia. Grazie agli amici torinesi PAOLO E ALBINA E AI VARALLO’S, la ricerca su queste patologie ha nuovi alleati. Grazie Torino.





Allarme bomba (rientrato) alla procura di Vercelli
La Procura della Repubblica presso il Tribunale di Vercelli è stata al centro di un allarme bomba, per fortuna rivelatosi infondato, tra il 5 ed il 6 giugno, con tanto di intervento degli artificieri della Polizia di Stato e delle unità cinofile appositamente addestrate. Tutto è iniziato nella serata di mercoledì 5 quando una pattuglia della squadra volante della Questura di Vercelli è intervenuta in Procura a supporto della vigilanza privata perché era in atto un allarme antintrusione. Le verifiche per controllare l’edificio, avviate immediatamente, hanno dato un esito, a prima vista inquietante: la porta d’accesso ad uno scantinato era aperta anche se all’interno dell’edificio non c’era alcuna effrazione alle porte degli uffici. Nonostante questo, per ragioni di ordine pubblico e di sicurezza, nella mattinata di giovedì 6 era interdetto l’accesso al personale in servizio alla Procura perché erano effettuate le operazioni di bonifica, le quali – fortunatamente – hanno avuto esito negativo e così è stato possibile riaprire la Procura al pubblico.
Massimo Iaretti
L’efficacia di strumenti legali ancora poco conosciuti per chiamarsi fuori da critiche situazioni economiche di difficile gestione.
Negli ultimi 11 anni, a partire dal disastroso default americano del 2008, anche in Italia assistiamo piuttosto tristemente e ricorrentemente a episodi di cronaca che vedono protagoniste, loro malgrado, le banche: ree di aver letteralmente polverizzato i risparmi di migliaia e migliaia di connazionali, attraverso l’operato infausto di management a dir poco disastrosi, determinando anche il crollo degli istituti di credito stessi. E la crisi versione 2019 non sembra tantomeno agevolare di certo una già di per sé complicata e difficile situazione.Da qui, il fenomeno per lo più tutto italiano di una serie di fusione a catena fra gruppi diversi per cercare di stare a galla. E ripartire, spesso e volentieri, grazie ai soldi dello Stato, o per mezzo di consistenti operazioni di ricapitalizzazione condotte soprattutto attraverso nuove richieste di fiducia in denaro proprio a quegli stessi correntisti–azionisti: ai quali, invece, andrebbero fatte mille e più scuse, e restituite somme cospicue.A partire dal 1999, e più precisamente da quando Piero Calabrò, famosissimo e stimato Magistrato, ottenne in tribunale la prima pronuncia storica in materia di anatocismo e usura bancaria, per i sempre più numerosi e onesti consumatori italiani si è aperto uno scenario nuovo grazie al quale poter ottenere giustizia dalle banche.
Un’attività, questa, che ha fatto della celebre società bresciana ‘SDL Centrostudi SPA’ il punto di riferimento indiscusso nel nostro Paese per quanto riguarda la verifica dei possibili vizi usurari e anatocistici che spesso inquinano la bontà e la salute dei conti correnti.Fondata nel 2010 dal geniale Serafino Di Loreto, in passato stimato avvocato e tuttora imprenditore di successo, l’azienda offre ai consumatori preanalisi gratuite dei loro conti correntu: e persino una polizza che, in caso di soccombenza in tribunale, copre l’intero importo delle spese legali sostenute.A oggi, ‘SDL Centrostudi SPA’ (www.sdlcentrostudi.it) si è rivelata un partner efficace ed efficiente nella gestione anche di altre problematiche di primaria importanza connesse all’avanzare della crisi: tra queste, in primis, il cosiddetto ‘sovraindebitamento,’ alias il superamento delle pendenze economiche sostenibili da consumatori e imprese che sono alla base della cosiddetta ‘morte civile’, recuperando nel complesso dei primi nove anni di attività oltre 250 milioni di euro indebitamente sottratti alle tasche delle fasce deboli, tra cui cittadini, correntisti, famiglie, privati, consumatori e piccole e medie imprese.