redazione il torinese

Blitz al Valentino, arrestati nove pusher

Nuovo blitz antidroga dei carabinieri della compagnia San Carlo, ieri al parco del Valentino. In tutto una quarantina di militari impegnati nell’operazione  iniziata fin dal mattino da pattuglie in borghese, in divisa e alle unità cinofile, che hanno presidiato l’area per individuare i nascondigli degli spacciatori. Sono state arrestate persone per droga e sequestrati 700 grammi di hashish. Cinque i denunciati e 15 tossicodipendenti segnalati alla Prefettura. I militari dell’Arma nel corso dei controlli settimanali al Valentino, avevano già arrestato nove pusher.

Linea FM5: soddisfatti i sindaci di Rivalta, Beinasco e Orbassano

Il 16 luglio 2018, su missiva del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, ci è stata comunicata la chiusura della complessa procedura dell’intesa fra Stato e Regione per la realizzazione della LINEA FM5 con capolinea a Orbassano (San Luigi). Noi, Sindaci di Orbassano, Beinasco e Rivalta esprimiamo grande soddisfazione per questo risultato, che rappresenta un momento decisivo e sostanziale nell’iter dell’intervento. Auspichiamo che i prossimi passaggi funzionali alle gare di appalto siano solerti e si realizzino nella professionalità sino a oggi dimostrata da tutti gli attori coinvolti. Il recepimento nei piani esecutivi dell’opera delle osservazioni poste dai nostri Comuni in conferenza dei Servizi rappresenterà un’ulteriore amalgama fra il progetto e le esigenze del territorio.

 

I sindaci di Rivalta, Beinasco, Orbassano

Nicola De Ruggero, Maurizio Piazza, Cinzia Maria Bosso

Pippo Leocata. I luoghi della memoria

 

FINO AL 29 LUGLIO Rapallo (Genova)

“La memoria di ogni uomo è la sua letteratura privata”, annotava lo scrittore britannico Aldous Huxley. E, in tal senso, la memoria va scrupolosamente curata e protetta. E custodita, se esibita in pubblico, in uno “scrigno” che ha da essere prezioso. Prezioso – e prestigioso – qual è sicuramente l’antico Castello sul mare di Rapallo che la storia ci racconta essere stato edificato nella seconda metà del Cinquecento e dove   Pippo Leocata ha voluto avvedutamente portare le suggestioni e l’infinita poesia dei suoi personalissimi “luoghi della memoria”. Evento che si ripete. Non è infatti questo il primo Castello che vede esposte le mirabolanti architetture e creature – improbabili e vere quanto il più concreto dei sogni – dell’eclettico artista di origini siciliane ma torinesissimo d’adozione, che già anni fa aveva esposto i suoi cavalli e cavalieri, le sue rocche, il suo vulcano dal ventre gonfio capace di lanciare al cielo e regalare alla terra il magma infuocato di lontanissime e misteriose vite sotterranee, cosi come bianche e rigonfie lune o soli accecanti, gialli o rosso fuoco o neri da paura, nelle sale del Castello Normanno di Adrano, sua terra natia alle falde dell’Etna, fatto erigere nel Mille dal Conte Ruggero I di Sicilia.

***

Ma lì, il nostro Pippo, giocava in casa. Nella sua antica Adranon, dove nel 344 a. C., come raccontano Plutarco e Diodoro Siculo, i guerrieri di Timoleonte da Taormina sconfissero quelli di Iceta da Lentini, liberando gli Adraniti dalla dominazione siracusana. E dunque eccoli ancora quei mitici guerrieri e i cavalli alati e non, le lance, gli scudi e le coriacee armature proporsi nuovamente (a tanto mare di distanza) negli spazi del Castello del Tigullio dichiarato monumento nazionale dal Ministero dei Beni Culturali. “Il mito rivive”, dunque, come recita il titolo di uno dei più recenti oli dell’artista. Colori forti, come sempre. I tratti rigorosi e irrequieti. In tutto sono una cinquantina i pezzi esposti sui due piani della Fortezza, in cui passa tutto il lungo estroso bizzarro e multiforme percorso artistico di Leocata. Sul piano dei contenuti figurali, per un verso, e su quello delle molteplici tecniche, per l’altro. A partire dalla rappresentazione dei “miti”, radicati nella notte dei tempi e spesso legati a quell’indagine archeologica, pane quotidiano di gioventù, oggi riproposta in più opere (dall’omerico “Helios” che “tutti vede e tutto ascolta” al possente “Augusto” fino ai magnifici “Cavalli di Fidia”) riprodotte coniugando il senso del tempo con i crismi di cifre stilistiche pienamente attuali. Ecco allora scorrere al primo piano una buona ventina di opere che raccontano proprio “Il tempo della memoria” (è il titolo di un olio del 2014), ma anche quel felice incontro fra versi e segno e colore che genera la serie dei dipinti arrivati dalla poesia. O la poesia che si fa opera d’arte. Attraverso i testi, “cristallizzati” nell’immagine, dei poeti da sempre corteggiati e per Leocata fonte stupenda di ispirazione: da Cesare Pavese di “Canzone” (schizzi di folla anonima fra le vie di una città dalle architetture barocche sorvegliate da un grande astro nero e “smosse” da nuvole “legate alla terra ed al vento” che “fin che ci saranno…sopra Torino sarà bella la vita”) al “Positivo” spiraglio di luce di Eugenio Montale, fino all’amatissimo (conterraneo e superbo cantore di una terra di Sicilia che per entrambi è “terra impareggiabile” e fuoco di vita e d’arte) Salvatore Quasimodo, profetico in quel suo attuale e drammatico Canto “Ai Dioscuri” (…o Castore e Polluce…a voi è facile salvare i naviganti da pietosa morte…girando luminosi nell’avversa notte intorno alle gomene, portate luce alla nave nera”).

***

Millenni di storia, tragicamente riproposti e vivi ancor oggi in questa che è storia di mille Lampeduse, di mille cimiteri d’acqua su cui piangono i Santi del Cielo e, lacrime amare, i Laici buoni della Terra. E l’artista con loro. Che, al secondo piano dell’antico Castello a mare, prosegue il suo dire di sempre, attraverso il supporto del “legno”: tagliato e lavorato e colorato in un certosino sovrapporre “legno a legno”, nell’aggiungere più che nel sottrarre ritagli e profili e scarti riutilizzati “come fossero– racconta lo stesso Leocata – pennellate su tela o segni di matita su carta”. Anche qui trovano rifugio e protezione le sue “memorie”, fatta salva qualche piacevole digressione come gli “Amanti”, in omaggio all’“Olympia” di Manet, e l’intrigante “Fine del ‘68”, omaggio a Montale, con quella grande luna bianca schizzata bizzarra dalla pancia del Vulcano per abbracciare i versi del poeta di “Satura”: “Ho contemplato dalla luna, o quasi, il modesto pianeta…Dentro c’è anche l’uomo, ed io tra questi…Se uno muore non importa a nessuno purché sia sconosciuto e lontano”. Amarezza. Disinganno. Velata malinconia. Anche questo. Tutto questo è Pippo Leocata.

Gianni Milani

***

“Pippo Leocata. I luoghi della memoria”

Antico Castello sul mare, Lungomare Vittorio Veneto, Rapallo (Ge); tel. 0185/230346 – www.comune.rapallo.ge.it

Fino al 29 luglio – Orari: dal merc. alla dom. 21/23

***

Nelle foto

– “Il mito rivive”, olio su tela, 2018
– “Augusto, grande reperto archeologico”, olio su masonite, 2010
– “Portate luce alla nave nera – Messaggio da Lampedusa”, olio su tela, 2014
– ” Canzone – Omaggio a Cesare Pavese”, olio su masonite, 2012
– “Amanti (da Olympia di Manet)”, legni e acrilici, 2016
– “Fine del ’68”, legni e tecnica mista, 2016

Tra libri e vecchi muri di una libreria ho incontrato Mario Rigoni Stern

 

Cosa c’è di meglio del frequentare una storica libreria in un tardo e afoso pomeriggio d’estate? Perdersi fra gli scaffali di legno gonfi di libri, assaporare la moltitudine di storie pronte ad uscire da quelle pagine, sostare al fresco di quegli antichi muri è un piacere e ancor di più lo è se si fanno incontri importanti e inaspettati. Nel caso di specie con una copia del libro e del  film, ancora in formato Vhs, “ Ritratti. Mario Rigoni Stern”. Girato nel 1999 da Carlo Mazzacurati, il regista morto prematuramente a 57 anni nel 2014, questo stupendo documentario di 55 minuti si svolge nell’arco di tre giornate, durante le quali il grande “vecchio” della letteratura montana narra a Marco Paolini, l’attore celebre per le sue “orazioni civili” in teatro, la sua vita. La prima giornata, dopo una breve introduzione che ci racconta la formazione sentimentale di un bambino cresciuto tra le montagne, è totalmente dedicata al racconto della giovinezza, tra il ’38 e il ’45, come soldato nella seconda guerra mondiale. La seconda giornata è dedicata al tempo del ritorno e al difficile reinserimento nella vita normale. Si parla anche dell’altopiano di Asiago come luogo emblematico del quale  Rigoni Stern è stato voce e coscienza. Nella terza giornata, rispondendo alle domande di Paolini, Mario Rigoni Stern riflette sul presente reale di vent’anni fa, parlando di natura, memoria,  responsabilità,del senso del limite. Ad un certo punto Mario risponde così ad una domanda di Paolini: “.. io considero che si dovrebbero fare le cose bene, perché non c’è maggiore soddisfazione di un lavoro ben fatto…Io coltivo l’orto, e qualche volta, quando vedo le aiuole ben tirate con il letame ben sotto, con la terra ben spianata, provo soddisfazione uguale a quella che faccio quando ho finito un buon racconto. Una catasta di legno ben fatta, ben allineata, ben in squadra, che non cade, è bella; un lavoro manuale, quando non è ripetitivo, ricordo ‘Tempi moderni’ di Charlot, è sempre un lavoro che va bene, perché è anche creativo…e oggi dico sempre quando mi incontro con i ragazzi: voi magari aspirate ad avere un impiego in banca, ma ricordatevi che fare il contadino per bene è più intellettuale che non fare il cassiere di banca. Perché un contadino deve sapere di genetica, di meteorologia, di chimica, di astronomia persino. E allora tutti questi lavori che noi consideriamo magari lavori così, magari con un certo disprezzo, sono lavori invece intellettuali”.

***

Un ritratto straordinario, una lezione di umanità che racchiude la storia di un incontro tra due uomini di età diverse sui valori, gli eventi, il senso della vita. Nel finale della conversazione con Paolini lo scrittore, con quei suoi occhi pieni di malinconia ma capaci di sprigionare l’urlo di una forza primordiale che ti cattura e ti toglie il fiato, dice: “Io domando tante volte alla gente: avete mai assistito ad un’alba sulle montagne? Salire la montagna quando è ancora buio e aspettare il sorgere del sole. E’ uno spettacolo che nessun altro mezzo creato dall’uomo vi può dare. A un certo momento, prima che il sole esca dall’orizzonte, c’è un fremito. Non è l’aria che si è mossa, è un qualche cosa che fa fremere l’erba, che fa fremere le fronde se ci sono alberi intorno, ed è un brivido che percorre anche la tua pelle. E per conto mio è proprio il brivido della creazione che il sole ci porta ogni mattina”. Mario Rigoni Stern è morto ad Asiago dieci anni fa, il 16 giugno del 2008. Aveva ottantasei anni. Così disse a Paolo Rumiz quando andò a trovarlo l’ultima volta nella sua casa al limitare del bosco, sull’altopiano dei Sette Comuni: “Son tornato vivo da una guerra. Ho avuto una buona moglie e bravi figli. Ho scritto libri. Ho fatto legna. Me basta e vanza. Desso posso morir in pase”. Ho avuto il piacere di conoscerlo e di essergli amico. Gli scrivevo e lui rispondeva con lettere vergate a mano o  sul retro di cartoline, riempiendo ogni spazio disponibile. Grazie ai suoi libri non ci siamo mai davvero lasciati o persi di vista ma incontrarci ancora tra i vecchi volumi di una libreria in quest’estate torinese mi ha fatto un grande piacere.

Marco Travaglini

Bollo auto: che cosa si rischia se non si paga

Di Patrizia Polliotto* 

.

E’ possibile versare il bollo auto in ritardo, tramite il ‘ravvedimento operoso’, al massimo entro un anno, ma se si paga entro i primi 14 giorni dal ritardo viene applicata una sanzione sull’imposta pari allo 0,1% per ogni giorno di ritardo. Dal 15esimo al 30esimo giorno, la sanzione si riduce invece a 1/10, dal 30esimo al 90esimo scende al 1,67% e dal 90esimo giorno a un anno la sanzione è pari al 3,75%. Trascorsi 365 giorni si applica invece la multa vera e propria pari al 30%, più un interesse dello 0,5% per ogni sei mesi di ritardo. A chi non paga il bollo auto, la Regione invia una richiesta di pagamento con accertamento dell’imposta evasa: richiesta che deve intervenire entro tre anni decorrenti a partire dall’anno successivo a quello in cui il pagamento doveva essere effettuato. In caso di inadempimento protratto, l’importo viene iscritto a ruolo e il debitore riceverà una cartella di pagamento da parte di Equitalia con l’indicazione della data in cui il bollo è dovuto. Equitalia può procedere al pignoramento del conto corrente o con altre azioni di riscossione coatta. Il bollo auto si prescrive dopo tre anni che decorrono dall’1 gennaio dell’anno successivo a quello in cui l’imposta deve essere pagata. Se viene notificata una cartella di Equitalia, il bollo si prescrive dopo tre anni che decorrono a partire dall’1 gennaio dell’anno successivo a quello in cui la cartella è stata consegnata. Dopo tale termine Equitalia non può più procedere né a pignoramenti, né a fermo auto. Per chi non paga il bollo per più di tre anni consecutivi, infine, la vettura verrà radiata dall’ufficio dal Pra, con ritiro di carta di circolazione e targa del veicolo.

 

*Avvocato, Fondatore e Presidente del Comitato Regionale del Piemonte dell’Unione Nazionale Consumatori

Pasta risottata alla mediterranea

Avete letto bene, e’ una pasta ma… cuoce come un risotto, provatela: e’ proprio appetitosa!

 

PASTA RISOTTATAIngredienti (per 4 persone):

320gr. di pasta corta tipo penne

15/20 pomodorini tipo Pachino

1 cucchiaio di capperi dissalati

3 cucchiai di olive taggiasche denocciolate sott’olio

1 piccola cipolla

1 spicchio di aglio

3 cucchiai di olio evo

1 bicchierino di vino bianco secco

3 cucchiai di pecorino grattuggiato

acqua per cottura

basilico e  prezzemolo freschi

Sale q.b.

 

In una larga padella mettere a dorare la cipolla,  l’aglio e i capperi tritati, aggiungere poi  le olive e i pomodorini tagliati a meta’, insaporire per qualche minuto poi unire la pasta cruda e rimestare. A questo punto, salare, sfumare con il vino bianco e poi coprire completamente gli ingredienti con acqua calda e rigirare, proprio come… un risotto. Lasciar cuocere per 10 minuti (dipende dal tempo di cottura della pasta) rimestando di tanto in tanto aggiungendo, se occorre, poca acqua. Quando pronta, spolverizzare con basilico, prezzemolo fresco tritati e pecorino grattuggiato. Servire subito. Potete sostituire gli ingredienti secondo i vostri gusti, magari aggiungendo 2 filetti di acciuga… La pasta cotta in questo modo risultera’ molto piu’ gustosa e avvolta da una cremina che vi conquistera’.

Buon appetito.

Paperita Patty

 

Iran, ora anche le donne potranno andare allo stadio

Anche in Iran le donne potranno da oggi andare allo stadio a vedere le partite maschili. Il vicepresidente iraniano, Masumeh Ebtekar, che ha le deleghe per le donne e la famiglia, ha annunciato la svolta. Il presidente Hassan Rohani aveva già chiesto di recente la revoca del divieto discriminatorio di genere. In passato diverse donne sono entrate negli stadi di calcio, indossando finte barbe, pubblicando immagini sui social media. Per due volte durante i Mondiali di Russia  le donne sono state autorizzate a guardare le partite dell’Iran contro Spagna e Portogallo nello stadio di Teheran, attraverso un maxischermo.

Polemiche olimpiche. Ma passa il sì alla candidatura

Polemica dopo polemica la sala rossa  ha approvato la delibera di sostegno alla candidatura ai Giochi olimpici invernali  del 2026. In Consiglio comunale non vi è stata però l’unanimità. 22  i voti favorevoli di Movimento 5 Stelle e Noi con l’Italia, 8  astenuti  dal Pd, ai Moderati, alla Lista Civica per Torino e Lista  Morano e un solo  contrario  della lista Uscita di Sicurezza). Non erano in aula le grilline Daniela Albano e Marina Pollicino, che non avevano firmato  la delibera e non ha partecipato al voto la consigliera di Torino in Comune, Eleonora Artesio. Al momento del voto è uscito dall’Aula il consigliere Pd Enzo Lavolta.  “Tutto è perfettibile ma abbiamo fatto passi avanti e a ogni passo avanti le minoranze hanno sollevato delle obiezioni per non assumersi responsabilità politiche. In questa delibera  crediamo – ha detto la sindaca Chiara Appendino – e non abbiamo paura di candidarci e portare avanti il nostro progetto. Voi ce l’avete? Quello che rimarrà agli atti è il voto di oggi e quello che andrà al Coni è la delibera di oggi”.

“I 600mila euro non ci sono più: Vallette beffate”

O meglio: i soldi ci sono, ma non si possono utilizzare per trasformare il Centro Commerciale Le Verbene secondo il progetto del Politecnico. Prima le illusioni, poi le chiacchiere, poi il nulla: ennesima presa in giro nei confronti delle periferie da parte di questa Amministrazione.

Il progetto c’è (firmato dal Politecnico) ed è bellissimo. La copertura finanziaria, in teoria, pure, almeno per i primi due lotti (copertura dell’area cosiddetta ex-muretto, costruzione del nuovo ingresso e creazione delle due piazzette). Peccato che i 600mila euro più volte indicati dalla stessa Giunta come disponibili non siano, in pratica, utilizzabili dalla Città di Torino, impastoiati nei vari capitoli della Ragioneria della Città. Chissà da quanto era chiaro, all’Amministrazione. A noi Consiglieri è stato reso noto soltanto oggi. Si è perso oltre un anno, da quel 13 giugno 2017, quando la Giunta dichiarava in Commissione: «Attualmente sono a disposizione del Comune 690mila euro per il Piano di Riqualificazione Urbana del quartiere Vallette». Dodici mesi fa ci era stato detto che i 600mila euro sarebbero potuti andare sul PQ, che è, per sua natura, un intervento strutturale. Oggi ci viene detto che i 600mila euro sono rubricati come spesa corrente e dunque non utilizzabili a questo scopo. Il dato politico è chiaro: per i prossimi tre anni non si metterà mano al progetto. I fondi non potranno neanche essere investiti in interventi circoscritti per mettere il Centro in sicurezza. Va in scena l’ennesima beffa, da parte dell’Amministrazione Cinque Stelle, ai danni di quelle periferie così coccolate, a parole, poco più di due anni fa.

Silvio Magliano – Capogruppo Moderati, Consiglio Comunale Torino.

Museo Egizio… nascosto

Venerdì 20 luglio alle ore 19:00, il Museo Egizio – via Accademia delle Scienze 6 – propone la una nuova visita guidata “Museo Egizio Nascosto”, un percorso per mettere in luce le curiosità più interessanti sulla fondazione del Museo.La visita guidata, della durata di 90 minuti, ha come obiettivo quello di raccontare  il Museo Egizio, dalle origini della sede che lo ospita, alla natura dell’esposizione permanente. Durante il percorso, la descrizione dei reperti è accompagnata dalla narrazione di alcuni aneddoti che consentono di scoprire le meraviglie e gli aspetti più insoliti della cultura materiale egizia custoditi dal Museo

***

 

INFORMAZIONI UTILI

Museo Egizio nascosto

Pubblico: adulti

Data e orari: 20 luglio 2018, ore 19

Prezzo al pubblico: € 5,00 (biglietto di ingresso escluso)

Prenotazione obbligatoria: dal lunedì al venerdì, 8:30 – 19:00; sabato, 9:00 – 13:00.

Telefono: 011 4406903 – mail: info@museitorino.it