redazione il torinese

Alla scoperta di un villaggio di alta montagna

 TRA MUSICA, CULTURA E TRADIZIONI, NOTIZIE STORICHE E CULTURALI

“Barmes Folk” (16° edizione) è una rassegna di carattere musicale e culturale che si svolgerà a Balme TO (Valli di Lanzo) sabato 11 agosto e domenica 12 agosto 2018. Balme è il più alto e più piccolo paese delle Valli di Lanzo, villaggio alpino al confine con la Savoia, piccolo insediamento di alta quota annidato alla base di altissime rupi di solcate da cascate. L’evento è organizzato dall’associazione Culturale Francoprovenzale “Li Barmenk”, nome che indica bensì gli abitanti di Balme ma significa propriamente “coloro che abitano i ripari sotto le rocce” nell’antico patois, ancora parlato in queste valli. Tre giorni per scoprire la storia di una piccola comunità fondata da pastori savoiardi nel medioevo, cui si aggiunsero poi i minatori bergamaschi e valsesiani. Quando le miniere di ferro si esaurirono i Balmesi vissero di un faticoso e pericoloso commercio con la Savoia, attraverso un valico a 3200 metri di quota. Divennero così alpinisti provetti, fino a trasformarsi in guide alpine quando i primi alpinisti si affacciarono in queste valli. Una storia raccontata all’Ecomuseo delle guide alpine che nei giorni della manifestazioni rimarrà aperto per chiunque desideri visitarlo. Un bagno di cultura di musiche e tradizioni che richiamerà gruppi musicali locali, danzatori provetti e principianti, valligiani autentici e cittadini amanti di una certa montagna, quella vera, sempre rude e talvolta un po’ ruspante.

PROGRAMMA MUSICALE, STAGE/LABORATORI Sabato 11 agosto ore 15.30 Animazione/intrattenimento bimbi con la Fata Alessia ore 16.00 Yoga della risata: Quando ridi, tu cambi….e quando tu cambi, il mondo attorno a te cambia! a cura di Ugo Parenti ore 21,30 Bal Folk Tradizionale Francoprovenzale con i “Li Barmenk” Domenica 12 agosto Ore 16.00 stage di danze francoprovenzali e occitane a cura di Fulvia Dematteis ore 21.30 Bal Folk con “SAKIFLO’”: Quattro strumenti diversi, quattro stili differenti, un unico sentire Sakiflò è musica da ballo, il vento che ti solleva e ti trascina nella danza; le radici nella musica tradizionale delle valli e lo sguardo rivolto verso il bal folk europeo. Sabato 11 e domenica 12 pomeriggio -Trampolando (per personaggi altolocati!!!) aperto a chiunque voglia provare ad andare sui trampoli. A cura di Gianpy

EVENTI COLLATERALI: sabato 11 e domenica 12 Mostra espositiva a cura dell’Associazione EffePi Sui Francoprovenzali e sulla storia dell’associazione e delle sue attività MERCATINO: sabato dalle ore 10,00 alle ore 24,00 e da domenica dalle ore 10.00 alle 19,00. In un evento come il Barmes Folk anche nella scelta dei banchetti si dà ampio spazio alla “diversità” , così potrete trovare artigianato e sapori delle vallate ma anche articoli che arrivano da terre lontane come: tessuti indiani, artigianato indonesiano, articoli provenzali…una fiera dove la tradizione e il folk creano un connubio perfetto di colori, profumi e sapori particolari………un’atmosfera particolare….

CUCINA: -I ristoratori di Balme e del Pian della Mussa saranno lieti di accogliere i turisti con piatti tipici della tradizioni e non solo…

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L’ingresso alla manifestazione è gratuito, l’evento si svolgerà a Balme TO presso il Villaggio Albaron dove sarà allestita una tensostruttura. Si ringrazia per la collaborazione Comune di Balme Regione Piemonte Smat Società Metropolitana Acque Torino CRAI Commercianti di Balme e Pian della Mussa INFO 348 2943674 libarmenk@libero.it Ass. LI BARMENK

Due ragazzi morti nell’auto sbandata e finita nel campo

DAL PIEMONTE Sulla strada provinciale che collega Moretta a Faule, nel Cuneese, la scorsa notte sono morti nella propria vettura, in un grave incidente stradale due ragazzi di 23 e 24 anni, entrambi di Moretta. Verso le 4 di mattina l’auto con a bordo quattro giovani è sbandata e si è cappottata in un campo. Due sono morti mentre un terzo è ricoverato in ospedale con diverse fratture e contusioni. Invece il quarto ragazzo ha riportato lievi ferite.

 

(foto archivio)

Al Regina Margherita “rapiscono” figlia denutrita

Ha dieci anni la bimba che è stata prelevata dall’ospedale Regina Margherita dove era ricoverata per problemi di denutrizione. A “rapirla” sono stati i genitori che hanno agito contro il parere dei medici. Poi hanno fatto perdere le proprie tracce, tanto che del caso si occupa ora la procura dei minori, alla  quale la direzione sanitaria ha consegnato le cartelle cliniche della bambina. Era già stato chiesto dai servizi sociali l’allontanamento della ragazzina dai genitori, ma  non era stato disposto quando l’altro giorno i due  sono andati  in ospedale e hanno preso  la figlia. Forse è stata proprio la paura di perdere la bambina a spingere papà e mamma a recarsi al Regina Margherita con un uomo che ha detto di essere il loro avvocato e poi si sono dileguati.

A proposito di vaccini

Lo scorso anno avevo criticato l’azione dell’allora ministro della sanità Beatrice Lorenzin, pur condividendo la necessità delle vaccinazioni , sul metodo dirigista , in ritardo sul problema , senza investimenti strutturali ed informazioni adeguate e con l’inserimento e l’obbligatorietà di alcuni vaccini come la Varicella, tra la sorpresa del mondo scientifico, ed il lasciare facoltativo il Pneumococco che è la principale causa di morte dei bambini sotto i quattro anni. Allora ricevetti le critiche , No Vax a parte, di chi sosteneva acriticamente il provvedimento . A metà giugno di quest’anno mi sono trovato nella situazione di dovere decidere, con mia moglie, cosa fare con la nostra bambina nata a metà del mese di marzo. La decisione è stata , per noi naturale , di vaccinarla. È qui iniziano i problemi e le peripezie anche per una persona come me che ha la possibilità di avere informazioni e notizie ulteriori rispetto a quelle generali. È così effettuata la vaccinazione in modo del tutto fortuito , casuale e fortunato , scopro che in Piemonte ,per il vaccino esavalente, si usa uno dei tre vaccini presenti in commercio , l’Infanrix Hexa e che per potere effettuare il richiamo a metà luglio in un’altra regione, il Lazio, dovevo verificare preventivamente che in quella regione usassero lo stesso prodotto e diversamente che ne avessero la disponibilità . Di verifica in verifica vengo a conoscenza che lo stesso problema vale per il Pneumococco e per il Rotavirus. Questo perché ogni regione autonomamente fa la gara ed acquista il prodotto che ritiene. Così per l’esavalente ed il Rotavirus ed ancora peggio per il Pneumococco dove in Piemonte è tornato ad essere decavalente, per dieci ceppi, dopo che negli anni era passato da sette a dieci e poi a tredici ed infine , per una questione di risparmio e dopo una valutazione costi-benefici, di nuovo a dieci in una sorta di gioco dell’oca vaccinale. Così recuperati i nomi commerciali a metà luglio andiamo a fare il richiamo in provincia d Roma e scopriamo, dopo esserci sentiti dire ” certo che a Torino-Piemonte siete confusi e poco organizzati” , che loro applicano , sul certificato un bollino adesivo con nome commerciale del prodotto , lotto del farmaco e data della vaccinazione. La cosa più grave, non esistendo ancora un’ anagrafe nazionale vaccinale e non avendo , noi torinesi-piemontesi , l’indicazione del prodotto commerciale usato, in caso di richiamo in un’altra regione c’è da sperare che abbiano una scorta del vaccino usato la prima volta dopo che l ‘ambulatorio ha contattato dove è stata fatta la prima vaccinazione per recepire le informazioni necessarie . Tutto questo per incompletezza delle informazioni e perché , cosa fondamentale ,come da circolare ministeriale, i vaccini non sono completamente compatibili tra di loro. È evidente che in una situazione simile il rischio di errori e confusioni è elevato . Mi chiedo se su un tema così sensibile sia possibile una gestione , da parte delle regioni e del ministero della salute, del genere. Per la cronaca , nel Lazio per il Pneumococco usano, come molte regioni , il tipo a tredici ceppi e non avendo disponibilità del decavalente , il richiamo, all’interno del numero di settimane entro le quali bisogna farlo, lo farà a Torino a fine agosto. A voi le considerazioni .

Europei nuoto: Alessandro Miressi argento con la 4×100 stile libero

Al termine della prima giornata dei Campionati Europei di nuoto è arrivata una splendida medaglia per la 4×100 stile libero maschile dell’Italia. Al Tollcross International Swimming Centre di Glasgow Luca Dotto (48”63), Ivano Vendrame (48”73), Lorenzo Zazzeri (48”55) e Alessandro Miressi (46”99) hanno vinto l’argento in 3’12”90, alle spalle della Russia (3’12”23) e davanti alla Polonia (3’14”20). Tutti gli azzurri hanno nuotato più forte rispetto alla qualifica della mattinata, conclusa con il miglior tempo assoluto. Alessandro Miressi, 19enne di Fiamme Oro e Centro Nuoto Torino, ha messo il punto esclamativo sulla prestazione del quartetto azzurro, con la miglior frazione tra tutti gli atleti in gara e con un tempo che – sotto i 47 secondi, sebbene lanciato – lo pone nell’elite mondiale della gara regina. Mai Alessandro aveva nuotato così forte, ma con il 47”18 (anche quello lanciato) nella 4×100 dei Giochi del Mediterraneo di fine giugno aveva dimostrato di essere in crescita e in un ottimo stato di forma. Domattina tornerà in acqua per le qualifiche della gara individuale dei 100 stile libero; le affronterà con l’obiettivo di assicurarsi un posto nella semifinale del pomeriggio, ma vista la prestazione odierna potrà ambire alla finale di domenica e anche a qualcosa in più. L’articolo completo su https://www.federnuoto.piemonte.it/finpiemonte/home_new/appro_new.asp?id_info=20180803125732&area=1&menu=agonismo&read=nuoto

Famiglia Cristiana e il Vangelo apocrifo. Vade retro Salvini

Stavolta, ma non sarà l’ultima, il periodico Famiglia Cristiana è entrato a gamba tesa nella contesa “accoglienza migranti e respingimenti e non accoglienza”. Nella copertina del prossimo numero, una mano tesa, a guisa di stop, si leva verso il ministro degli Interni Salvini e sotto il titolo: ” Vade retro Salvini”. Il sommario di Famiglia Cristiana è anche peggio, perché rincara la dose, “Niente di personale o ideologico” e precisa, “si tratta di Vangelo”. Noi eravamo rimasti fermi ai Vangeli classici e a quelli apocrifi, a cui, senza saperlo, se ne aggiunge un altro che è stato appena rivelato. Il periodico, nel fare il punto sull’impegno della Chiesa italiana apre l’inchiesta sul fronte immigrati con le riflessioni della Conferenza episcopale: “Come pastori non pretendiamo di offrire soluzioni a buon mercato. Rispetto a quanto accade non intendiamo, però, né volgere lo sguardo altrove, né far nostre parole sprezzanti e atteggiamenti aggressivi. Non possiamo lasciare che inquietudini e paure condizionino le nostre scelte, determino le nostre risposte, alimentino un clima di diffidenza e disprezzo, di rabbia e rifiuto”. Famiglia Cristiana riporta quindi le frasi più significative di numerosi vescovi come Mario Delpini di Milano che dice: “Vorremmo che nessuno rimanga indifferente, che nessuno dorma tranquillo, che nessuno si sottragga a una preghiera”; Matteo Zuppi di Bologna asserisce che “Le Ong non sono complici degli scafisti, se stanno lì vuol dire che c’è un problema”;  il vescovo di Torino Cesare Nosiglia spiega “Fa parte del problema anche l’esplodere di polemiche, l’aver trasformato certo dibattito pubblico in un’arena in cui chi vince non è questo o quel gladiatore, ma sempre il “padrone del circo”, il controllore dei canali mediatici, il manipolatore delle opinioni e dei sentimenti»), gli interventi continuano tutti sulla stessa linea, anche quelle di don Mazzi. A noi viene il dubbio (solo un dubbio piccolo) che ci sia chi si arricchisce con i migranti, ONG comprese e anche di chi li accoglie. Senza dimenticare che chi li sfrutta distrugge anche il mercato del lavoro. A proposito di Vangelo, ci viene in mente il commento ad una parabola “La pagliuzza e la trave” da parte del cardinale Gianfranco Ravasi: “Un discepolo si era macchiato di una grave colpa. Tutti gli altri reagirono con durezza condannandolo. Il maestro, invece, taceva e non reagiva. Uno dei discepoli non seppe trattenersi e sbottò: “Non si può far finta di niente dopo quello che è accaduto! Dio ci ha dato gli occhi!” Il maestro, allora, replicò: “Sì, è vero, ma ci ha dato anche le palpebre!””. Siamo partiti da lontano, con questo apologo indiano, per commentare una delle frasi più celebri del Vangelo, dedicata alla falsa correzione fraterna. Sempre in tema di parabole ce ne torna alla mente un’altraLasciate che i bambini vengano a me“, tenendo presente che, talvolta, nel caso di qualche rappresentante di Cristo, è meglio che i bambini ne stiano lontani.

Tommaso Lo Russo

VOTATE “I LUOGHI DEL CUORE”

In PIEMONTE i luoghi più votati nella classifica provvisoria sono  la Chiesa di Nostra Signora del Suffragio e di Santa Zita a Torino e il Parco di Villa Gabrieli a Ovada (AL)

Si può votare fino al 30 novembre 2018

Chiese, castelli, siti archeologici, aree naturalistiche e palazzi storici, ma anche “curiosità” come un caffè liberty che rischia di scomparire a Trieste, una strada che circonda un braccio di mare a Taranto, un museo a cielo aperto, importante esempio di arte pubblica e sociale a Ulassai (NU). Sono questi alcuni esempi dei beni più votati finora alla nona edizione de “I Luoghi del Cuore”, il censimento dei luoghi da non dimenticare promosso dal FAI – Fondo Ambiente Italiano in collaborazione con Intesa Sanpaolo: siti speciali, legati alla nostra identità e alla nostra memoria, che versano in stato di degrado o di abbandono e che vorremmo salvare e proteggere, agendo concretamente per il loro recupero, la loro tutela e la loro valorizzazione. A quasi due mesi dal lancio dell’iniziativa, il traguardo di quasi 300.000 voti ricevuti per più di 20.000 “luoghi del cuore” in tutta Italia dimostra che, sempre di più, i cittadini considerano il censimento del FAI uno strumento efficace per dar seguito all’impegno di offrire un futuro ai luoghi che amano. L’affetto per un bene bisognoso di cure o l’urgenza di salvaguardare la sua integrità sono le ragioni che principalmente spingono a votare: non solo firme cartacee, ma soprattutto voti online che, in questa prima fase di censimento, hanno superato i 230.000 con un aumento del 75% rispetto ai voti raccolti nello stesso periodo nel 2016. La regione più attiva è al momento la Puglia, in particolare la provincia di Taranto con 2 luoghi nei primi 10 classificati, seguita da Sicilia, Lombardia ed Emilia Romagna. Sempre ampia e appassionata la partecipazione dei gruppi che si mobilitano per raccogliere voti a sostegno delle realtà a loro più care, associazioni nate a favore di singoli luoghi, ma anche Comuni, Parrocchie e Pro Loco che hanno deciso di attivarsi per il censimento, spesso creando reti di partner per sostenere necessità di recupero o valorizzazione di beni del territorio. Finora 160 comitati si sono registrati sul sito www.iluoghidelcuore.it, molti dei quali creati addirittura prima dell’inizio del censimento: un segno di quanto, dopo otto edizioni e 92 interventi promossi dal 2003, il progetto “I Luoghi del Cuore” sia conosciuto e atteso e i comitati vogliano trovarsi pronti “ai blocchi di partenza” per raggiungere il maggior numero di voti. L’obiettivo che stimola a partecipare all’iniziativa con tanto entusiasmo non è solo la realizzazione di un intervento diretto sulla base di specifici progetti d’azione – previsto per i primi tre classificati a cui verranno destinati rispettivamente 50mila, 40mila e 30mila euro – ma soprattutto la visibilità ottenuta dai luoghi votati durante il censimento, che può portare alla nascita di collaborazioni virtuose tra società civile e istituzioni e trainare lo stanziamento di altri contributi preziosi. Inoltre, i luoghi che riceveranno almeno 2.000 voti potranno presentare una richiesta per un intervento da parte di FAI e Intesa Sanpaolo, secondo le linee guida che verranno diffuse nel 2019 dopo l’annuncio dei risultati e sulla base delle quali verranno selezionati i beneficiari di altri contributi economici fino a 30mila euro.

A oggi ecco i luoghi in Piemonte ai primi posti della classifica provvisoria (classifica completa su www.iluoghidelcuore.it):

La Chiesa di Nostra Signora del Suffragio e di Santa Zita a Torino sorge all’interno del complesso fondato dal Beato Francesco Faà di Bruno, figura poliedrica di matematico, astronomo e benefattore, attento in particolare alla condizione femminile. Il complesso, destinato al ricovero e all’assistenza delle lavoratrici in difficoltà, è in stile neoromanico, su progetto dell’architetto vercellese conte Edoardo Arborio Mella, ma con diversi interventi stilistici voluti personalmente dal Faà di Bruno. La chiesa, costruita in un decennio dal 1867, ha tre navate, cupola e matroneo. Di notevole impatto è il campanile, che è l’opera più originale dell’intero complesso. Il Beato Faà di Bruno la rese un progetto senza precedenti, una sorta di miracolo di statica, tanto stretto quanto slanciato. La parte inferiore, a pianta quadrangolare, è in mattoni pieni, su cui poggia un secondo ordine a base ottagonale, in mattoni forati, che conferiscono maggiore leggerezza. Tra i due si inserisce la cella campanaria, realizzata con 32 colonnine in ghisa che amplificano il suono delle campane. Sormonta la torre una guglia, anch’essa in ghisa. Con i suoi 83 metri, il campanile – sul quale si può salire – è il quinto edificio più alto di Torino. La chiesa, in particolare la cupola, ha problemi di infiltrazioni d’acqua e per sensibilizzare sulla necessità di restauri le Suore Minime di Nostra Signora del Suffragio, congregazione istituita dal Beato Faà di Bruno, stanno promuovendo la raccolta voti.

Numerosi voti stanno giungendo al FAI anche a favore del Parco di Villa Gabrieli a Ovada (AL), censito tra i “Parchi più belli di Italia”. Risalente agli inizi del Novecento, contiene specie arboree molto rare provenienti da diversi luoghi e continenti. Al suo interno è presente una villa liberty, un berceau su una collinetta e un laghetto che ospita un cigno, tartarughe, anatre e pesci. Vialetti, panchine e prati lo rendono un luogo ideale per passeggiate, incontri di gruppo, eventi culturali. Il parco offre l’opportunità di abbinare arte, storia e natura in un contesto fruibile e accessibile tutto l’anno. La vicinanza all’Ospedale di Ovada lo rende accessibile anche ai malati che possono qui trovare un momento di relax nelle pause tra le terapie oncologiche. Per questo motivo i cittadini si stanno mobilitando con l’obiettivo di valorizzare maggiormente quest’area di pace e sostenere la realizzazione di un healing garden: uno spazio esterno (e talvolta un’area verde interna) appositamente progettato per promuovere e migliorare la salute e il benessere delle persone, dove per salute si intende “uno stato di complessivo benessere fisico, mentale e sociale e non solo assenza di malattia o infermità” (Organizzazione Mondiale della Sanità, 1948). Tra i primi classificati provvisori a livello nazionale si trovano diversi luoghi d’acqua ai quali, per la prima volta quest’anno, è dedicata una classifica speciale, in accordo con la campagna #salvalacqua che nel 2018 il FAI promuove attraverso iniziative volte ad aumentare la sensibilità dei cittadini sul valore di questa preziosa risorsa. Vi rientrano fiumi e laghi, che attendono attività di bonifica o di valorizzazione, ma anche opifici storici e terme antiche e moderne per citare solo alcuni esempi. Una varietà che ci ricorda non soltanto la grande diffusione di questo elemento prezioso, ma la multiformità dei suoi utilizzi da parte dell’uomo, che l’hanno reso in molti casi parte integrante di paesaggi storici. Inoltre, sono moltissimi i luoghi che si affacciano per la prima volta alle posizioni più alte del censimento ma si conferma anche la riattivazione, come già successo nella scorsa edizione, a favore di beni già segnalati in precedenza. In altri casi, sono i risultati – dovuti a un intervento diretto del FAI o semplicemente agli effetti virtuosi portati dalla grande visibilità del censimento – di luoghi vicini ad aver spinto nuovi comitati ad attivarsi. C’è tempo fino al 30 novembre 2018 per votare i propri “luoghi del cuore”: un’occasione unica per esprimere il proprio amore per l’Italia e condividerlo con chi riconosce nelle bellezze del nostro Paese la propria identità. Dal 2004 Intesa Sanpaolo affianca il FAI in questa iniziativa a favore della tutela e della valorizzazione delle bellezze artistiche e naturali del Paese, ambito che vede il Gruppo impegnato in prima persona. A questo si aggiunge la capillare diffusione sul territorio italiano che asseconda la presenza ben distribuita della Banca in tutte le regioni italiane al servizio dei suoi oltre 12 milioni di clienti. Presso le filiali del Gruppo, come detto, tutti possono votare il loro “luogo del cuore” favorendo così l’opportunità di ricevere un’ulteriore assegnazione di 5.000 euro al luogo più votato in una filiale. Intesa Sanpaolo partecipa attivamente alla vita culturale del Paese: nel 2017 è stato insignito del titolo di Mecenate del XXI secolo nell’ambito dei Corporate Art Awards.

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MODALITÀ DI PARTECIPAZIONE AL CENSIMENTO
Fino al 30 novembre 2018

– Sul sito www.iluoghidelcuore.it
– Raccolta voti su moduli cartacei (scaricabili dal sito www.iluoghidelcuore.it)
– Nelle filiali del Gruppo Intesa Sanpaolo. Il censimento è realizzato con il Patrocinio del Ministero dei beni e delle attività culturali e dell’Anno europeo del patrimonio culturale 2018.

Ecco le nuove regole per chiedere il reddito di inclusione

Di Patrizia Polliotto* 

 

Il REI è una misura di lotta alla povertà che si compone di un beneficio economico mensile, erogato tramite carta di pagamento elettronica, e di un progetto di inclusione sociale e lavorativa che ha l’obiettivo di superare la condizione economica precaria

Per potervi accedere, a luglio 2018 non occorre avere in famiglia un minore, un disabile, una donna in stato di gravidanza o un disoccupato sopra i 55 anni per ottenere il sussidio e la platea potenziale si allarga. Da 500.000 famiglie per 1,8 milioni di persone si passa a 700.000 nuclei per un totale di 2,5 milioni di persone. Di certo, una manovra di sostegno e sussidio che incontra rispondenza piena nell’allargamento delle fasce di povertà, quale misura attuata in favore delle fasce più deboli dell’attuale popolazione nazionale. L’importo del sussidio si modula sulla base del numero di componenti della famiglia, passando da un massimo di 187,5 euro per una persona sola a 539,8 euro per un nucleo di 6 persone. Per usufruire del REI è necessario avere un Isee non superiore a 6.000 euro e possedere, oltre alla prima casa, un patrimonio immobiliare di valore inferiore a 20.000 euro. È possibile usufruire del REI anche se occupati, ma non se si riceve già la Naspi, ovvero la pensione sociale. Era possibile presentare domanda entro il 1 giugno ed essendo cambiati i requisiti familiari richiesti, verranno riconsiderate le richieste inviate nei primi mesi dell’anno e accantonate perché non rispettavano i vecchi requisiti familiari. È possibile beneficiare del REI per 18 mesi, dopo i quali dovranno trascorrere sei mesi per poter rinnovare il sussidio. Se sono state erogate mensilità di Sostegno per l’inclusione attiva (Sia), queste dovranno essere sottratte dalla durata massima del REI. Per usufruire del sussidio è necessario essere cittadino italiano o straniero con carta di lungo soggiorno e residenza in Italia da almeno due anni. Inoltre è necessario portare prove di adesione a un progetto personalizzato di inclusione sociale e lavorativa.

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*Avvocato, Fondatore e Presidente del Comitato Regionale del Piemonte dell’Unione Nazionale Consumatori

Notte bianca al Borgo vecchio di Bardonecchia

Sabato 4 agosto con l’Accademia dei Folli. Il Paese delle meraviglie, spettacolo teatral-musicale itinerante 
  
Sabato 4 agosto il Borgo Vecchio di Bardonecchia si trasforma in un grande palcoscenico all’aperto per una notte bianca speciale. L’Accademia dei Folli presenta Il Paese delle meraviglie, spettacolo musical-teatrale a tappe con cena itinerante.  L’antico borgo di Bardonecchia, per una sera soltanto, diventa dunque uno scintillante teatro all’aperto e accompagna il pubblico in un viaggio teatrale ed enogastronomico lungo le vie, nei cortili e nei giardini segreti di un paese dove sembra che il tempo si sia fermato.  Ne Il Paese delle meraviglie sette attori danno vita uno spettacolo in sei stazioni, un prologo e un epilogo con cena itinerante, piccole scene teatrali e musicali, intervallate da momenti di degustazione. Il percorso è una passeggiata a tappe, dove a ogni stazione corrisponde un punto ristoro della cena itinerante.  L’atmosfera creata dallo spettacolo è quella delle fiere di inizio ‘900, dove il pubblico veniva attirato da cartomanti, giocolieri, clown, dove i racconti incredibili lasciavano a bocca aperta gli spettatori. Il pubblico viene introdotto in un mondo che non esiste più, un mondo non ancora raggiunto dal cinema, dalla televisione, da internet. Uno scalcinato circo arriva in città; un baraccone senza animali addomesticati e senza freaks, uno stralunato e rattoppato gruppo di attori che ce la mettono tutta pur di incantare il pubblico. Sono guitti fuori tempo massimo che potrebbero essere usciti dalla famosa pellicola di Carné del ’45 (Les enfant du paradis) con le loro storie da raccontare; perché lo spettacolo deve continuare anche se il Clown non è capace di far ridere, anche se una storia di fantasmi oggi non può competere con quelle di Hollywood, anche se nessuno più crede alla cartomante. Ai Folli piace pensare che questo mondo perduto sia ancora in un angolo del nostro immaginario e che possa ancora divertire, commuovere, stupire.

L’ingresso con cena e spettacolo costa €25. L’ingresso al solo spettacolo costa € 15

Polizia, bilancio positivo contro il crimine

Dal primo gennaio 2108 la polizia di Stato di Torino ha arrestato  1.326 persone, 3.462  denunciate e sono stati sequestrati più di  630 chili di droga. 402 gli extracomunitari espulsi dal territorio nazionale. Nel mese di  aprile le truffe ai danni di anziani sono state 32 mentre a giugno solo16. Nel bilancio prima di ferragosto il questore Francesco Messina annuncia questi risultati positivi e sottolinea come i controlli straordinari del territorio siano “la giusta strada per combattere il degrado e la criminalità diffusa”. Soltanto a luglio la polizia ha effettuato 129 arresti, 380 denunce e sequestrato 36 chili di droga.

 

(foto: il Torinese)


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