redazione il torinese

Toninelli: “Entro l’anno la scelta sulla tav”

Entro la fine dell’anno si farà  la scelta sulla Tav e se non è redditizia, meglio bloccarla. In sintesi è questo il pensiero del ministro Danilo Toninelli , intervistato dal Corriere della Sera. Salvini, gli chiede il giornalista, dice però che si va avanti. E questo come si concilia con ciò che ha sostenuto lei negli ultimi giorni? Risponde il titolare dei Trasporti: “Con il fatto che proprio Salvini conferma che serve un’analisi di costi e benefici di questa opera”. Poi Toninelli si  chiede se la Tav è un’opera redditizia o meno. “Tutte le stime – prosegue –  si fondano su valori dei flussi di merci e di persone che definirei farlocchi, poiché diminuiscono anziché aumentare. Per il ministro deve essere “valutato e riformulato tutto: se per ripagare l’opera servono più di 50 o 60 anni, unendo con il mettere le mani nelle tasche degli italiani per finanziarla, allora è meglio bloccarla”.

Tra fede e storia a Ponzano il bis dell’Unesco

Ponzano Monferrato è un piccolissimo comune monferrino che appartiene alla Valcerrina ed ha sul proprio territorio non uno, ma due, riconoscimenti Unesco. Uno gli derivata dal Sacro Monte di Crea, inserito nei circuito dei Sacri Monti e percorsi devozionali piemontesi e lombardi, l’altro per i Paesaggi Vitivinicoli del Piemonte, Langhe – Roero e Monferrato
E sul territorio del capoluogo Ponzano e della frazione, Salabue, che un tempo era comuna a sé stante, ci sono giardini bellissimi, che si potrebbero chiamare benissimo “giardini nascosti”, non per qualche strana alchimia ma perché proprietà privata e come tali aperti solo per gentil concessione dei loro Signori. Il breve viaggio alla loro scoperta parte dal Parco del Castello Cavallero. Il complesso situato su un’altura dominante l’abitato di Ponzano, è documentato per la prima volta nel diploma del 1014 con cui Arrigo il santo fece dono del territorio alla chiesa di Vercelli, mentre a partire dal 1020 il complesso, identificato da alcuni studiosi come ricetto, fu feudo di alcune famiglie nobili. La presenza di giardini è attestata da un atto del 1588, non vi sono invece notizie sulla fisionomia del giardino antistante il fabbricato. Risale a fine XIX secolo la realizzazione del giardino sviluppato sul versante collinare posto a oriente del castello, caratterizzato da una serie di sentieri delimitati da siepi di bosso. L’originale soluzione di giardino su scarpata, unico nella zona del Monferrato Casalese è attestato da due giardini biellesi. Tra le piante c’è da segnalare quella cara al Maresciallo d’Italia Ugo Cavallero che, nelle ore libere, amava passare il tempo alla sua ombra.
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Nella frazione Salabue c’è invece un secondo Castello la cui origine, come complesso, è documentata per la prima volta nel 1349 quanto il Marchese del Monferrato investì Tommaso di Setaria del castro, villa e consorti di Ponzano e Salabue. Alla famiglia Cozio (conti di Salabue i cui eredi ne detengono attualmente la proprietà), si devono importanti modifiche che trasformarono l’antico Palazzo in residenza di rappresentanza e si presume che in questo periodo venne realizzato il giardino pensile posto a livello del piano nobile dal quale era possibile accedere al matroneo della chiesa per assistere alle messe e fu realizzato il parco paesaggistico sul versante collinare. Nel 1935 venne acquistato dai Davico e nel 1948 si provvide alla nuova sistemazione del giardino pensile, caratterizzato da un impianto formale, costituito da aiuole geometriche delimitate da siepi di bosso con numerose piante di rose, disposte attorno ad un antico pozzo in pietra. Il Giardino della Dimora Il Sagittario domina la vallata che separa il paese di Ponzano dal Sacro Monte di Crea. Edificata nella seconda metà del XVIII secolo fu dotata di una piccola chiesa (era il 1783) dedicata a San Bernardo, circondata da una ampia superficie a giardino di cui non si conoscono le caratteristiche dell’impianto originario. Un pergolato di glicine e rose chiude il giardino creando un piacevole passaggio. Nell’area antistante la residenza vi sono antichi esemplari arborei, alcuni dei quali – probabilmente – risalgono all’epoca della fondazione dell’edificio: un cedro del Libano, un ulivo, un faggio rosso.
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Ubicato nella corte interna della villa Il Cedro, non rilevabile dall’esterno, il giardino suscita nel visitatore inaspettata sorpresa. Il suo impianto risale al 1877, anno in cui la contessa Adele Roggeri Sannazzaro affidò all’ingegner Brocchi il progetto di ampliamento della “Casa di campagna” sita in Ponzano. Dall’analisi degli elaborati progettuali si evince che oltre alla residenza il progetto del Brocchi interessò anche il giardino. L’impianto, oggi ancora perfettamente conservato, prevedeva la realizzazione di aiuole dalle forme curve definite da basse siepi di bosso a contenimento di superfici tenute a prato. Grazie a un attento restauro attuato dagli attuali proprietari è stato recentemente ripristinato l’antico orto, dove cordoli di vecchi mattoni delimitano le aiuole coltivate con verdure di grande effetto decorativo. Infine c’è Villa Larbel, il cui nucleo originario documentato nel “Libro figurato ” del 1773, era costituito da una modesta casa appartenente alla famiglia di Francesco Maria Sapelli, che sul finire del XVIII secolo rivestì la carica di sindaco della comunità di Salabue. Si deve a Sebastiano Antonio Sapelli l’ampliamento della proprietà e l’edificazione dell’attuale residenza. Con l’inizio del XX secolo il toponimo fu trasformato in “villa Restano”, nome dei nuovi proprietari della villa. Il giardino, posto su un ampio terrazzamento antistante la residenza, faceva probabilmente parte del progetto di abbellimento della villa iniziato dal conte Sebastiano Sapelli. Per Giuseppe Niccolini era “la casa dal superbo giardino”. Oggi è Villa Larbel, e il suo giardino, come già nella seconda metà dell’Ottocento, a buon diritto può essere definito superbo: per la raffinata eleganza esaltata dal paesaggio incontaminato su cui si affaccia, come anche per la ricchezza botanica e la cura con cui viene mantenuto. Sui giardini del Monferrato Casalese (quindi anche della Valcerrina) è stata realizzata una pregevole pubblicazione “Il Giardino Diffuso – Alla scoperta dei giardini di interesse storico e botanico del Monferrato casalese”, a cura dell’Ecomuseo della Pietra da Cantoni, cui qui si è ampiamente attinto.
Massimo Iaretti
 

Il Piemonte continuerà a rifornire di marmo il Duomo di Milano

Da parte del Piemonte continuerà a essere garantito negli anni e senza aggravio di burocrazia, il prelievo dalle cave di Candoglia (Vco) dei marmi bianco-rosa necessari alla Fabbrica del Duomo di Milano per la continua manutenzione della Cattedrale meneghina.Con l’emendamento 114 al testo del Defr licenziato a maggioranza dalla prima Commissione (Bilancio), presieduta da Vittorio Barazzotto, si prevede infatti: “L’autorizzazione viene rilasciata anche in deroga al limite” temporale di 15 anni previsto dalle norme piemontesi e  “in relazione alle necessità di approvvigionamento della Fabbrica, che è esentata dalla presentazione di garanzie finanziarie dell’articolo 33”.Nella relazione all’emendamento presentato dall’assessore all’Economia Giuseppina De Santis, si precisa che esso si è reso necessario per adeguare la durata dell’autorizzazione alle “peculiari esigenze della Veneranda Fabbrica del Duomo di Milano, che utilizza il marmo estratto dal giacimento di Candoglia unicamente per le necessità di manutenzione e sostituzione delle parti ammalorate del monumento milanese e, pertanto, necessita di estrarre modesti quantitativi di pietra per un arco temporale di respiro maggiore rispetto alla durata quindicennale prevista dalla legge, essendo continuativamente in esercizio da oltre sei secoli”. Anche per questi motivi non si rende “necessaria la presentazione di garanzie finanziarie, che graverebbero inutilmente sui costi dell’istituzione”.

Alla scoperta di un villaggio di alta montagna

 TRA MUSICA, CULTURA E TRADIZIONI, NOTIZIE STORICHE E CULTURALI

“Barmes Folk” (16° edizione) è una rassegna di carattere musicale e culturale che si svolgerà a Balme TO (Valli di Lanzo) sabato 11 agosto e domenica 12 agosto 2018. Balme è il più alto e più piccolo paese delle Valli di Lanzo, villaggio alpino al confine con la Savoia, piccolo insediamento di alta quota annidato alla base di altissime rupi di solcate da cascate. L’evento è organizzato dall’associazione Culturale Francoprovenzale “Li Barmenk”, nome che indica bensì gli abitanti di Balme ma significa propriamente “coloro che abitano i ripari sotto le rocce” nell’antico patois, ancora parlato in queste valli. Tre giorni per scoprire la storia di una piccola comunità fondata da pastori savoiardi nel medioevo, cui si aggiunsero poi i minatori bergamaschi e valsesiani. Quando le miniere di ferro si esaurirono i Balmesi vissero di un faticoso e pericoloso commercio con la Savoia, attraverso un valico a 3200 metri di quota. Divennero così alpinisti provetti, fino a trasformarsi in guide alpine quando i primi alpinisti si affacciarono in queste valli. Una storia raccontata all’Ecomuseo delle guide alpine che nei giorni della manifestazioni rimarrà aperto per chiunque desideri visitarlo. Un bagno di cultura di musiche e tradizioni che richiamerà gruppi musicali locali, danzatori provetti e principianti, valligiani autentici e cittadini amanti di una certa montagna, quella vera, sempre rude e talvolta un po’ ruspante.

PROGRAMMA MUSICALE, STAGE/LABORATORI Sabato 11 agosto ore 15.30 Animazione/intrattenimento bimbi con la Fata Alessia ore 16.00 Yoga della risata: Quando ridi, tu cambi….e quando tu cambi, il mondo attorno a te cambia! a cura di Ugo Parenti ore 21,30 Bal Folk Tradizionale Francoprovenzale con i “Li Barmenk” Domenica 12 agosto Ore 16.00 stage di danze francoprovenzali e occitane a cura di Fulvia Dematteis ore 21.30 Bal Folk con “SAKIFLO’”: Quattro strumenti diversi, quattro stili differenti, un unico sentire Sakiflò è musica da ballo, il vento che ti solleva e ti trascina nella danza; le radici nella musica tradizionale delle valli e lo sguardo rivolto verso il bal folk europeo. Sabato 11 e domenica 12 pomeriggio -Trampolando (per personaggi altolocati!!!) aperto a chiunque voglia provare ad andare sui trampoli. A cura di Gianpy

EVENTI COLLATERALI: sabato 11 e domenica 12 Mostra espositiva a cura dell’Associazione EffePi Sui Francoprovenzali e sulla storia dell’associazione e delle sue attività MERCATINO: sabato dalle ore 10,00 alle ore 24,00 e da domenica dalle ore 10.00 alle 19,00. In un evento come il Barmes Folk anche nella scelta dei banchetti si dà ampio spazio alla “diversità” , così potrete trovare artigianato e sapori delle vallate ma anche articoli che arrivano da terre lontane come: tessuti indiani, artigianato indonesiano, articoli provenzali…una fiera dove la tradizione e il folk creano un connubio perfetto di colori, profumi e sapori particolari………un’atmosfera particolare….

CUCINA: -I ristoratori di Balme e del Pian della Mussa saranno lieti di accogliere i turisti con piatti tipici della tradizioni e non solo…

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L’ingresso alla manifestazione è gratuito, l’evento si svolgerà a Balme TO presso il Villaggio Albaron dove sarà allestita una tensostruttura. Si ringrazia per la collaborazione Comune di Balme Regione Piemonte Smat Società Metropolitana Acque Torino CRAI Commercianti di Balme e Pian della Mussa INFO 348 2943674 libarmenk@libero.it Ass. LI BARMENK

Due ragazzi morti nell’auto sbandata e finita nel campo

DAL PIEMONTE Sulla strada provinciale che collega Moretta a Faule, nel Cuneese, la scorsa notte sono morti nella propria vettura, in un grave incidente stradale due ragazzi di 23 e 24 anni, entrambi di Moretta. Verso le 4 di mattina l’auto con a bordo quattro giovani è sbandata e si è cappottata in un campo. Due sono morti mentre un terzo è ricoverato in ospedale con diverse fratture e contusioni. Invece il quarto ragazzo ha riportato lievi ferite.

 

(foto archivio)

Al Regina Margherita “rapiscono” figlia denutrita

Ha dieci anni la bimba che è stata prelevata dall’ospedale Regina Margherita dove era ricoverata per problemi di denutrizione. A “rapirla” sono stati i genitori che hanno agito contro il parere dei medici. Poi hanno fatto perdere le proprie tracce, tanto che del caso si occupa ora la procura dei minori, alla  quale la direzione sanitaria ha consegnato le cartelle cliniche della bambina. Era già stato chiesto dai servizi sociali l’allontanamento della ragazzina dai genitori, ma  non era stato disposto quando l’altro giorno i due  sono andati  in ospedale e hanno preso  la figlia. Forse è stata proprio la paura di perdere la bambina a spingere papà e mamma a recarsi al Regina Margherita con un uomo che ha detto di essere il loro avvocato e poi si sono dileguati.

A proposito di vaccini

Lo scorso anno avevo criticato l’azione dell’allora ministro della sanità Beatrice Lorenzin, pur condividendo la necessità delle vaccinazioni , sul metodo dirigista , in ritardo sul problema , senza investimenti strutturali ed informazioni adeguate e con l’inserimento e l’obbligatorietà di alcuni vaccini come la Varicella, tra la sorpresa del mondo scientifico, ed il lasciare facoltativo il Pneumococco che è la principale causa di morte dei bambini sotto i quattro anni. Allora ricevetti le critiche , No Vax a parte, di chi sosteneva acriticamente il provvedimento . A metà giugno di quest’anno mi sono trovato nella situazione di dovere decidere, con mia moglie, cosa fare con la nostra bambina nata a metà del mese di marzo. La decisione è stata , per noi naturale , di vaccinarla. È qui iniziano i problemi e le peripezie anche per una persona come me che ha la possibilità di avere informazioni e notizie ulteriori rispetto a quelle generali. È così effettuata la vaccinazione in modo del tutto fortuito , casuale e fortunato , scopro che in Piemonte ,per il vaccino esavalente, si usa uno dei tre vaccini presenti in commercio , l’Infanrix Hexa e che per potere effettuare il richiamo a metà luglio in un’altra regione, il Lazio, dovevo verificare preventivamente che in quella regione usassero lo stesso prodotto e diversamente che ne avessero la disponibilità . Di verifica in verifica vengo a conoscenza che lo stesso problema vale per il Pneumococco e per il Rotavirus. Questo perché ogni regione autonomamente fa la gara ed acquista il prodotto che ritiene. Così per l’esavalente ed il Rotavirus ed ancora peggio per il Pneumococco dove in Piemonte è tornato ad essere decavalente, per dieci ceppi, dopo che negli anni era passato da sette a dieci e poi a tredici ed infine , per una questione di risparmio e dopo una valutazione costi-benefici, di nuovo a dieci in una sorta di gioco dell’oca vaccinale. Così recuperati i nomi commerciali a metà luglio andiamo a fare il richiamo in provincia d Roma e scopriamo, dopo esserci sentiti dire ” certo che a Torino-Piemonte siete confusi e poco organizzati” , che loro applicano , sul certificato un bollino adesivo con nome commerciale del prodotto , lotto del farmaco e data della vaccinazione. La cosa più grave, non esistendo ancora un’ anagrafe nazionale vaccinale e non avendo , noi torinesi-piemontesi , l’indicazione del prodotto commerciale usato, in caso di richiamo in un’altra regione c’è da sperare che abbiano una scorta del vaccino usato la prima volta dopo che l ‘ambulatorio ha contattato dove è stata fatta la prima vaccinazione per recepire le informazioni necessarie . Tutto questo per incompletezza delle informazioni e perché , cosa fondamentale ,come da circolare ministeriale, i vaccini non sono completamente compatibili tra di loro. È evidente che in una situazione simile il rischio di errori e confusioni è elevato . Mi chiedo se su un tema così sensibile sia possibile una gestione , da parte delle regioni e del ministero della salute, del genere. Per la cronaca , nel Lazio per il Pneumococco usano, come molte regioni , il tipo a tredici ceppi e non avendo disponibilità del decavalente , il richiamo, all’interno del numero di settimane entro le quali bisogna farlo, lo farà a Torino a fine agosto. A voi le considerazioni .

Europei nuoto: Alessandro Miressi argento con la 4×100 stile libero

Al termine della prima giornata dei Campionati Europei di nuoto è arrivata una splendida medaglia per la 4×100 stile libero maschile dell’Italia. Al Tollcross International Swimming Centre di Glasgow Luca Dotto (48”63), Ivano Vendrame (48”73), Lorenzo Zazzeri (48”55) e Alessandro Miressi (46”99) hanno vinto l’argento in 3’12”90, alle spalle della Russia (3’12”23) e davanti alla Polonia (3’14”20). Tutti gli azzurri hanno nuotato più forte rispetto alla qualifica della mattinata, conclusa con il miglior tempo assoluto. Alessandro Miressi, 19enne di Fiamme Oro e Centro Nuoto Torino, ha messo il punto esclamativo sulla prestazione del quartetto azzurro, con la miglior frazione tra tutti gli atleti in gara e con un tempo che – sotto i 47 secondi, sebbene lanciato – lo pone nell’elite mondiale della gara regina. Mai Alessandro aveva nuotato così forte, ma con il 47”18 (anche quello lanciato) nella 4×100 dei Giochi del Mediterraneo di fine giugno aveva dimostrato di essere in crescita e in un ottimo stato di forma. Domattina tornerà in acqua per le qualifiche della gara individuale dei 100 stile libero; le affronterà con l’obiettivo di assicurarsi un posto nella semifinale del pomeriggio, ma vista la prestazione odierna potrà ambire alla finale di domenica e anche a qualcosa in più. L’articolo completo su https://www.federnuoto.piemonte.it/finpiemonte/home_new/appro_new.asp?id_info=20180803125732&area=1&menu=agonismo&read=nuoto

Famiglia Cristiana e il Vangelo apocrifo. Vade retro Salvini

Stavolta, ma non sarà l’ultima, il periodico Famiglia Cristiana è entrato a gamba tesa nella contesa “accoglienza migranti e respingimenti e non accoglienza”. Nella copertina del prossimo numero, una mano tesa, a guisa di stop, si leva verso il ministro degli Interni Salvini e sotto il titolo: ” Vade retro Salvini”. Il sommario di Famiglia Cristiana è anche peggio, perché rincara la dose, “Niente di personale o ideologico” e precisa, “si tratta di Vangelo”. Noi eravamo rimasti fermi ai Vangeli classici e a quelli apocrifi, a cui, senza saperlo, se ne aggiunge un altro che è stato appena rivelato. Il periodico, nel fare il punto sull’impegno della Chiesa italiana apre l’inchiesta sul fronte immigrati con le riflessioni della Conferenza episcopale: “Come pastori non pretendiamo di offrire soluzioni a buon mercato. Rispetto a quanto accade non intendiamo, però, né volgere lo sguardo altrove, né far nostre parole sprezzanti e atteggiamenti aggressivi. Non possiamo lasciare che inquietudini e paure condizionino le nostre scelte, determino le nostre risposte, alimentino un clima di diffidenza e disprezzo, di rabbia e rifiuto”. Famiglia Cristiana riporta quindi le frasi più significative di numerosi vescovi come Mario Delpini di Milano che dice: “Vorremmo che nessuno rimanga indifferente, che nessuno dorma tranquillo, che nessuno si sottragga a una preghiera”; Matteo Zuppi di Bologna asserisce che “Le Ong non sono complici degli scafisti, se stanno lì vuol dire che c’è un problema”;  il vescovo di Torino Cesare Nosiglia spiega “Fa parte del problema anche l’esplodere di polemiche, l’aver trasformato certo dibattito pubblico in un’arena in cui chi vince non è questo o quel gladiatore, ma sempre il “padrone del circo”, il controllore dei canali mediatici, il manipolatore delle opinioni e dei sentimenti»), gli interventi continuano tutti sulla stessa linea, anche quelle di don Mazzi. A noi viene il dubbio (solo un dubbio piccolo) che ci sia chi si arricchisce con i migranti, ONG comprese e anche di chi li accoglie. Senza dimenticare che chi li sfrutta distrugge anche il mercato del lavoro. A proposito di Vangelo, ci viene in mente il commento ad una parabola “La pagliuzza e la trave” da parte del cardinale Gianfranco Ravasi: “Un discepolo si era macchiato di una grave colpa. Tutti gli altri reagirono con durezza condannandolo. Il maestro, invece, taceva e non reagiva. Uno dei discepoli non seppe trattenersi e sbottò: “Non si può far finta di niente dopo quello che è accaduto! Dio ci ha dato gli occhi!” Il maestro, allora, replicò: “Sì, è vero, ma ci ha dato anche le palpebre!””. Siamo partiti da lontano, con questo apologo indiano, per commentare una delle frasi più celebri del Vangelo, dedicata alla falsa correzione fraterna. Sempre in tema di parabole ce ne torna alla mente un’altraLasciate che i bambini vengano a me“, tenendo presente che, talvolta, nel caso di qualche rappresentante di Cristo, è meglio che i bambini ne stiano lontani.

Tommaso Lo Russo

VOTATE “I LUOGHI DEL CUORE”

In PIEMONTE i luoghi più votati nella classifica provvisoria sono  la Chiesa di Nostra Signora del Suffragio e di Santa Zita a Torino e il Parco di Villa Gabrieli a Ovada (AL)

Si può votare fino al 30 novembre 2018

Chiese, castelli, siti archeologici, aree naturalistiche e palazzi storici, ma anche “curiosità” come un caffè liberty che rischia di scomparire a Trieste, una strada che circonda un braccio di mare a Taranto, un museo a cielo aperto, importante esempio di arte pubblica e sociale a Ulassai (NU). Sono questi alcuni esempi dei beni più votati finora alla nona edizione de “I Luoghi del Cuore”, il censimento dei luoghi da non dimenticare promosso dal FAI – Fondo Ambiente Italiano in collaborazione con Intesa Sanpaolo: siti speciali, legati alla nostra identità e alla nostra memoria, che versano in stato di degrado o di abbandono e che vorremmo salvare e proteggere, agendo concretamente per il loro recupero, la loro tutela e la loro valorizzazione. A quasi due mesi dal lancio dell’iniziativa, il traguardo di quasi 300.000 voti ricevuti per più di 20.000 “luoghi del cuore” in tutta Italia dimostra che, sempre di più, i cittadini considerano il censimento del FAI uno strumento efficace per dar seguito all’impegno di offrire un futuro ai luoghi che amano. L’affetto per un bene bisognoso di cure o l’urgenza di salvaguardare la sua integrità sono le ragioni che principalmente spingono a votare: non solo firme cartacee, ma soprattutto voti online che, in questa prima fase di censimento, hanno superato i 230.000 con un aumento del 75% rispetto ai voti raccolti nello stesso periodo nel 2016. La regione più attiva è al momento la Puglia, in particolare la provincia di Taranto con 2 luoghi nei primi 10 classificati, seguita da Sicilia, Lombardia ed Emilia Romagna. Sempre ampia e appassionata la partecipazione dei gruppi che si mobilitano per raccogliere voti a sostegno delle realtà a loro più care, associazioni nate a favore di singoli luoghi, ma anche Comuni, Parrocchie e Pro Loco che hanno deciso di attivarsi per il censimento, spesso creando reti di partner per sostenere necessità di recupero o valorizzazione di beni del territorio. Finora 160 comitati si sono registrati sul sito www.iluoghidelcuore.it, molti dei quali creati addirittura prima dell’inizio del censimento: un segno di quanto, dopo otto edizioni e 92 interventi promossi dal 2003, il progetto “I Luoghi del Cuore” sia conosciuto e atteso e i comitati vogliano trovarsi pronti “ai blocchi di partenza” per raggiungere il maggior numero di voti. L’obiettivo che stimola a partecipare all’iniziativa con tanto entusiasmo non è solo la realizzazione di un intervento diretto sulla base di specifici progetti d’azione – previsto per i primi tre classificati a cui verranno destinati rispettivamente 50mila, 40mila e 30mila euro – ma soprattutto la visibilità ottenuta dai luoghi votati durante il censimento, che può portare alla nascita di collaborazioni virtuose tra società civile e istituzioni e trainare lo stanziamento di altri contributi preziosi. Inoltre, i luoghi che riceveranno almeno 2.000 voti potranno presentare una richiesta per un intervento da parte di FAI e Intesa Sanpaolo, secondo le linee guida che verranno diffuse nel 2019 dopo l’annuncio dei risultati e sulla base delle quali verranno selezionati i beneficiari di altri contributi economici fino a 30mila euro.

A oggi ecco i luoghi in Piemonte ai primi posti della classifica provvisoria (classifica completa su www.iluoghidelcuore.it):

La Chiesa di Nostra Signora del Suffragio e di Santa Zita a Torino sorge all’interno del complesso fondato dal Beato Francesco Faà di Bruno, figura poliedrica di matematico, astronomo e benefattore, attento in particolare alla condizione femminile. Il complesso, destinato al ricovero e all’assistenza delle lavoratrici in difficoltà, è in stile neoromanico, su progetto dell’architetto vercellese conte Edoardo Arborio Mella, ma con diversi interventi stilistici voluti personalmente dal Faà di Bruno. La chiesa, costruita in un decennio dal 1867, ha tre navate, cupola e matroneo. Di notevole impatto è il campanile, che è l’opera più originale dell’intero complesso. Il Beato Faà di Bruno la rese un progetto senza precedenti, una sorta di miracolo di statica, tanto stretto quanto slanciato. La parte inferiore, a pianta quadrangolare, è in mattoni pieni, su cui poggia un secondo ordine a base ottagonale, in mattoni forati, che conferiscono maggiore leggerezza. Tra i due si inserisce la cella campanaria, realizzata con 32 colonnine in ghisa che amplificano il suono delle campane. Sormonta la torre una guglia, anch’essa in ghisa. Con i suoi 83 metri, il campanile – sul quale si può salire – è il quinto edificio più alto di Torino. La chiesa, in particolare la cupola, ha problemi di infiltrazioni d’acqua e per sensibilizzare sulla necessità di restauri le Suore Minime di Nostra Signora del Suffragio, congregazione istituita dal Beato Faà di Bruno, stanno promuovendo la raccolta voti.

Numerosi voti stanno giungendo al FAI anche a favore del Parco di Villa Gabrieli a Ovada (AL), censito tra i “Parchi più belli di Italia”. Risalente agli inizi del Novecento, contiene specie arboree molto rare provenienti da diversi luoghi e continenti. Al suo interno è presente una villa liberty, un berceau su una collinetta e un laghetto che ospita un cigno, tartarughe, anatre e pesci. Vialetti, panchine e prati lo rendono un luogo ideale per passeggiate, incontri di gruppo, eventi culturali. Il parco offre l’opportunità di abbinare arte, storia e natura in un contesto fruibile e accessibile tutto l’anno. La vicinanza all’Ospedale di Ovada lo rende accessibile anche ai malati che possono qui trovare un momento di relax nelle pause tra le terapie oncologiche. Per questo motivo i cittadini si stanno mobilitando con l’obiettivo di valorizzare maggiormente quest’area di pace e sostenere la realizzazione di un healing garden: uno spazio esterno (e talvolta un’area verde interna) appositamente progettato per promuovere e migliorare la salute e il benessere delle persone, dove per salute si intende “uno stato di complessivo benessere fisico, mentale e sociale e non solo assenza di malattia o infermità” (Organizzazione Mondiale della Sanità, 1948). Tra i primi classificati provvisori a livello nazionale si trovano diversi luoghi d’acqua ai quali, per la prima volta quest’anno, è dedicata una classifica speciale, in accordo con la campagna #salvalacqua che nel 2018 il FAI promuove attraverso iniziative volte ad aumentare la sensibilità dei cittadini sul valore di questa preziosa risorsa. Vi rientrano fiumi e laghi, che attendono attività di bonifica o di valorizzazione, ma anche opifici storici e terme antiche e moderne per citare solo alcuni esempi. Una varietà che ci ricorda non soltanto la grande diffusione di questo elemento prezioso, ma la multiformità dei suoi utilizzi da parte dell’uomo, che l’hanno reso in molti casi parte integrante di paesaggi storici. Inoltre, sono moltissimi i luoghi che si affacciano per la prima volta alle posizioni più alte del censimento ma si conferma anche la riattivazione, come già successo nella scorsa edizione, a favore di beni già segnalati in precedenza. In altri casi, sono i risultati – dovuti a un intervento diretto del FAI o semplicemente agli effetti virtuosi portati dalla grande visibilità del censimento – di luoghi vicini ad aver spinto nuovi comitati ad attivarsi. C’è tempo fino al 30 novembre 2018 per votare i propri “luoghi del cuore”: un’occasione unica per esprimere il proprio amore per l’Italia e condividerlo con chi riconosce nelle bellezze del nostro Paese la propria identità. Dal 2004 Intesa Sanpaolo affianca il FAI in questa iniziativa a favore della tutela e della valorizzazione delle bellezze artistiche e naturali del Paese, ambito che vede il Gruppo impegnato in prima persona. A questo si aggiunge la capillare diffusione sul territorio italiano che asseconda la presenza ben distribuita della Banca in tutte le regioni italiane al servizio dei suoi oltre 12 milioni di clienti. Presso le filiali del Gruppo, come detto, tutti possono votare il loro “luogo del cuore” favorendo così l’opportunità di ricevere un’ulteriore assegnazione di 5.000 euro al luogo più votato in una filiale. Intesa Sanpaolo partecipa attivamente alla vita culturale del Paese: nel 2017 è stato insignito del titolo di Mecenate del XXI secolo nell’ambito dei Corporate Art Awards.

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MODALITÀ DI PARTECIPAZIONE AL CENSIMENTO
Fino al 30 novembre 2018

– Sul sito www.iluoghidelcuore.it
– Raccolta voti su moduli cartacei (scaricabili dal sito www.iluoghidelcuore.it)
– Nelle filiali del Gruppo Intesa Sanpaolo. Il censimento è realizzato con il Patrocinio del Ministero dei beni e delle attività culturali e dell’Anno europeo del patrimonio culturale 2018.