Otta Giacchetto ci invia questa bella immagine invernale e notturna della Mole, vista dal Monte dei Cappuccini.
Otta Giacchetto ci invia questa bella immagine invernale e notturna della Mole, vista dal Monte dei Cappuccini.
Autoproduzione e condivisione dell’energia prodotta da fonti rinnovabili. Sono questi i princìpi alla base della legge sulle comunità energetiche approvata nei giorni scorsi all’unanimità dalla terza Commissione del Consiglio Regionale del Piemonte e pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale. La nuova norma, che pone il Piemonte come regione all’avanguardia a livello nazionale, permetterà a comunità di persone, enti e imprese di scambiare tra loro l’energia prodotta da fonti alternative. Legambiente, anche attraverso il “Manifesto per l’autoproduzione da fonti rinnovabili” sottoscritto da centinaia di sindaci in tutta Italia, sollecita da diversi anni una modifica della legge nazionale che ad oggi prevede che possano produrre e vendere energia solo cooperative o consorzi storici, e che obbliga i singoli privati a rivendere il proprio surplus alla rete. “Il Piemonte, prima regione italiana a dotarsi di una legge di questo tipo, fa un passo importante nella direzione dell’autosufficienza energetica e della costruzione di un nuovo modello di cooperazione territoriale virtuosa -commenta Fabio Dovana, presidente di Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta-. Una scelta importante che speriamo sia seguita da altre Regioni ma soprattutto dal Governo nazionale che invitiamo a recepire subito la Direttiva europea che verrà approvata ad ottobre su prosumer e comunità dell’energia, per evitare di perdere due anni e aprire subito opportunità nei territori e dar così forza all’autoproduzione e alla distribuzione locale di energia da fonti rinnovabili. La generazione diffusa di energia e un’autonoma efficienza energetica contribuiscono infatti alla riduzione del consumo di fonti fossili, delle emissioni inquinanti e climalteranti, ad un miglior utilizzo delle infrastrutture, alla riduzione della dipendenza energetica, alla riduzione delle perdite di rete e ad un’economia di scala”. Oggi il tema dell’autoproduzione e della distribuzione locale di energia da fonti rinnovabili è al centro dell’interesse generale per le opportunità che si stanno aprendo con l’innovazione nella gestione energetica, grazie all’efficienza e alla riduzione dei costi delle tecnologie e delle reti. Anche in Italia questa prospettiva avrebbe grandi potenzialità perché, in questa forma, le fonti rinnovabili anche senza incentivi diretti, potrebbero offrire un’adeguata risposta alla domanda di elettricità e calore negli edifici e nei territori, creando valore e nuova occupazione. Il Piemonte dunque, prima regione italiana, cerca di intercettare questa opportunità su ampia scala dopo anni in cui sul territorio, in forma sperimentale, è stato portato avanti ad esempio il progetto di Comunità Energetiche del Pinerolese promosso come capofila dal Comune di Cantalupa e premiato da Legambiente per aver avviato un piano di azione orientato all’autosufficienza energetica e volto alla costruzione di una comunità energetica locale. Ora questo tipo di esperienze potranno uscire dalla fase sperimentale e avere un’ampia diffusione. “La nuova legge regionale va nella direzione da noi auspicata –aggiunge Dovana-, anche se avremmo preferito che gli obiettivi e le azioni che vengono previsti per le future comunità energetiche fossero meno generici e prevedessero inscindibilmente la riduzione del consumo di fonti fossili associata con la riduzione delle emissioni inquinanti e climalteranti. Chiediamo quindi alla Giunta Regionale, nella predisposizione dei provvedimenti attuativi della legge appena approvata, di stabilire regole per evitare che l’incentivo alle comunità energetiche diventi un sussidio acritico alla realizzazione di qualsiasi tipo di centrale a biomassa”.
Giungere ad una sempre migliore qualificazione delle produzioni in un’ottica di filiera integrata che muova dal campo passi alle operazioni di trattamento aziendale dei prodotti e si concluda con la loro valorizzazione e commercializzazione
È questo uno dei principali obiettivi annunciati dall’assessore regionale all’Agricoltura Giorgio Ferrero, presentando in terza Commissione il Documento di economia e finanza regionale (Defr) 2019-2021 per la materia di competenza. “Bisogna migliorare la competitività dei produttori primari integrandoli meglio nella filiera agro-alimentare attraverso i regimi di qualità, la creazione di un valore aggiunto per i prodotti agricoli e la loro promozione nei mercati locali e nelle filiere corte. Serve una più efficace penetrazione nei mercati anche attraverso l’organizzazione sistemica delle imprese orientate ad obiettivi condivisi”, ha spiegato Ferrero.Tra le principali strategie, il Defr individua la garanzia della corretta concorrenza di mercato tramite i controlli sui prodotti di qualità (Dop, Igp, Igt, Sqn, biologico) e lo sviluppo di forme di valorizzazione e di promozione strutturate per differenti livelli comunicativi (il brand Piemonte, i marchi Dop e Igp, il sistema di qualità regionale, i Pat e i prodotti di nicchia) e per le diverse tipologie di target di consumatore e di mercato (locale, interno nazionale, interno europeo e paesi terzi), con particolare attenzione all’internazionalizzazione delle produzioni agroalimentari piemontesi di qualità. Tutto ciò attraverso la garanzia della sicurezza alimentare: dal rispetto delle norme di produzione attraverso analisi chimiche dei vini ai controlli sui residui di prodotti fitosanitari e all’etichettatura e alla tracciabilità dei prodotti zootecnici.Con il supporto dei Fondi europei, l’agricoltura piemontese guarda anche a facilitare l’insediamento e la formazione dei giovani e all’ammodernamento delle strutture aziendali.“Il documento prevede di indirizzare le richieste di intervento in un’ottica di co-finaziamento pubblico-privato con incentivazione al ricorso al credito”, ha aggiunto Ferrero.Altro tema al centro del Defr è il valore dell’acqua, il controllo della sua qualità e la corretta gestione delle risorse idriche.Per l’approfondimento delle conoscenze sulle superfici irrigate dai consorzi è prevista infine la realizzazione dei catasti informatizzati.
MB – www.cr.piemonte.it
In un angolo del vecchio cimitero di Montparnasse, a Parigi, c’è una lunga tomba di pietra, corrosa dal tempo e dalle intemperie, senza fiori e seminascosta da altre tombe imponenti. Sotto questa lapide giace Chaim Soutine, grande pittore di origine russa, scomparso il 9 agosto 1943, insieme all’ultima compagna della sua vita, Marie-Berthe Aurenche, la musa dei pittori surrealisti ex moglie di Max Ernst. Chaim Soutine, decimo di undici figli di un sarto ebreo, fin dall’infanzia viene osteggiato nella sua passione per il disegno da una famiglia, profondamente legata alle tradizioni religiose contrarie alla rappresentazione dell’essere umano, che cerca in tutti i modi possibili di impedirgli di dedicarsi all’arte, infliggendogli pesanti punizioni che creano in lui traumi, ferite e lacerazioni psicologiche che lo accompagneranno per tutta la sua esistenza. Soutine sviluppa una personalità schiva, caratterizzata da un’introversione profonda e da una spiccata timidezza. I fantasmi della sua infanzia continueranno a perseguitarlo, posandosi sulle tele, insinuandosi nei suoi dipinti, popolandoli di figure deformate, di buoi squartati che grondano sangue, di fiori enormi e palpitanti come rosse bocche spalancate, di paesaggi impazziti che sembrano trombe d’aria, tifoni, vortici, raffigurazioni che danno vita ad una
pittura personalissima e profondamente coinvolgente fatta di colori violenti e squillanti che caratterizzano i suoi bambini, i suoi piccoli pasticceri, i suoi chierichetti e tutto quel mondo che dal lontano ghetto russo ha trovato spazio e immortalità nella sua arte e nei suoi quadri. Soutine, trasferitosi a Parigi nel 1913, si lega con una profonda amicizia ad Amedeo Modigliani. I due pittori non potrebbero essere più diversi l’uno dall’altro: l’italiano è affascinante, attraente, spavaldo ed esuberante, brucia se stesso e la propria scarsa salute in feste, ebbrezza e gesti folli, il russo è chiuso, timido, malinconico e cupo; la pittura del livornese è naturale, spontanea, fatta di schizzi e di linee buttati giù in un caffè, di donne nude, di amanti belle e spavalde, quella di Soutine è faticosa, meditata, piena di sofferenza, di dolore, casta, pudica, difficile da partorire, da realizzare. Eppure Modigliani prende l’artista russo sotto la sua ala protettrice, convincendo anche il proprio mercante a gestirlo, condividendo con lui gli scarsi guadagni e le lunghe notti insonni trascorse a bere e ad ubriacarsi, dipingendo quattro ritratti di questo amico che rappresenta il suo esatto contrario, una faccia antitetica e al tempo stesso indivisibile di una stessa moneta. Tuttavia quando, nel 1920, Modigliani si spegne all’Ospedale della Charité, distrutto dalla tubercolosi e dall’alcol, Soutine è lontano, a Vance, e laggiù apprende della scomparsa dell’amico. La morte di Modigliani lo sconvolge profondamente e resta traumatizzato anche dal suicidio di Jeanne Hébuterne, compagna del pittore italiano, gettatasi dalla finestra all’ottavo mese di gravidanza. Nuove ferite si aggiungono a quelle che l’artista portava impresse nell’anima, ferite che nemmeno i successi che la sua pittura inizia ad ottenere, scoperta dai collezionisti americani riescono a cicatrizzare.
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Del resto, Soutine si comporta nei confronti dei suoi quadri come Saturno con i suoi figli: li crea e, poi, per una strana paura connaturata in lui, per una sorta di insoddisfazione, li taglia, li brucia, li cancella, dominato da una furia distruttrice. La fama sembra diventare un peso e il denaro che guadagna, attraverso le proprie opere, viene rapidamente bruciato per concedersi lussi che non gli appartengono. Dopo la scoppio della Seconda Guerra mondiale, Soutine, essendo ebreo, è costretto a nascondersi per non essere catturato dai tedeschi e deportato. Deve diventare un fantasma, abbandonare Parigi e cercare rifugio nei centri minori della Francia. Il pittore si volatilizza, scompare, si annulla, sfuggendo a tutti, eccetto che alla morte che lo segue come un’ombra. Una pericolosa ulcera gastrica lo affligge da tempo e a causa di un improvviso aggravarsi del male, l’artista è costretto ad intraprendere un ultimo viaggio verso Parigi per tentare un’operazione che gli sarà fatale, in un carro funebre che lo cela a tutti, trasformandolo prematuramente in un cadavere. Soutine muore il 9 agosto 1943, senza aver ripreso conoscenza. Il decesso, tuttavia, viene segnalato soltanto l’11 agosto, per evitare controlli da parte degli occupanti che continuano, così, a cercarlo. Il funerale si tiene l’11 agosto: oltre alle compagne della sua vita Ma-Be Aurenche e Gerda Grot-Michaelis sono presenti soltanto tre persone nel cimitero di Montparnasse: Pablo Picasso, Jean Cocteau e Max Jacob. Inizialmente la tomba è anonima e soltanto dopo la fine della guerra viene inciso il nome di Soutine. Mentre il suo “Piccolo Pasticcere” batte i record d’asta e i suoi dipinti strazianti vengono ammirati nei grandi musei il pittore di Smilovici riposa dimenticato da tutti, come se, anche nella morte continuasse a perpetrare la necessità di essere invisibile, introvabile, nascosto e a parlare al mondo soltanto attraverso la forza devastante della sua pittura.
Barbara Castellaro
4 mesi e 40 repliche di sette compagnie circensi tra Piemonte ed Emilia Romagna: Bruxelles en Piste porta così il circo contemporaneo belga in Italia
Nell’ambito di Focus Circus, anno dedicato al circo contemporaneo, la Regione di Bruxelles-Capitale, su impulso del Ministero de l’Aide à la Jeunesse, des Maisons de Justice, des Sports et de la Promotion, ha deciso di sostenere e promuovere la tournée di artisti belgi in Francia e in Italia nell’autunno 2018. In Italia, il Piemonte e l’Emilia-Romagna sono le regioni interessante dal progetto, in particolare con Torino e il Piemonte come punto di riferimento, grazie alla collaborazione pluriennale fra il centro Les Halles de Schaerbeek di Bruxelles e Torinodanza festival, in seguito allargata a quella con la Lavanderia a Vapore – Centro Regionale per la danza a Collegno. Grazie al sostegno della Regione Piemonte e all’unicità sviluppata verso la disciplina del circo contemporaneo, la Fondazione Piemonte dal Vivo – Circuito Regionale Multidisciplinare è stata incaricata capofila italiano del progetto, riuscendo a creare un network di partner allargando la partecipazione alla Regione Emilia Romagna. Il risultato è un calendario composito, dal 1 settembre al 4 dicembre, con 40 repliche diffuse sulle due regioni per uno spaccato unico di quello che è oggi il circo contemporaneo in Belgio. Una storia recente, che sfida il ben più conosciuto circo francese, con alcune punte di eccellenza, come ad esempio l’Esac di Bruxelles, la scuola superiore delle arti circensi, l’unica a offrire una formazione ufficiale del settore, con il 90% degli allievi provenienti da tutto il mondo (molti dall’Italia).
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Vasta la scelta di proposte spettacolari, che spaziano tra i temi, i linguaggi, le atmosfere e le tecniche – dalla giocoleria all’acrobatica, dal quadro coreano alla corda liscia fino al mano a mano.
Claudio Stellato, artista multidisciplinare nato a Milano che vive e lavora a Bruxelles, porta in scena La Cosa,spettacolo materico con quattro acrobati alle prese con cubi di legna da accatastare (dal 1 settembre); la compagnia Carrè Curieux in Famille Choisie (dal 6 settembre) affronta il tema delle relazioni familiari “artificiali” – ma molto concrete- che nascono tra le persone accomunate da un progetto di vita quotidiano; Piergiorgio Milano, altro nome italiano di stanza in Belgio, è il protagonista di Pesadilla, un uomo perso nei suoi sogni che spesso diventano incubi (dal 7 settembre); i Back Pocket sfidano le leggi spazio – tempo in La Vrille du Chat (dal 5 ottobre), ispirandosi al fumetto “3 secondes” dell’autore belga Marc-Antoine Matthieu; le due acrobate della compagnia Menteusesraccontano in À nos fantômes (dal 26 ottobre) con un duetto su corda liscia e volante la doppia anima di Gloria, tra ricordi e fantasie; Scie du Bourgeon trasporta lo spettatore con il delicato mano a mano di Innocence (dal 20 novembre) nel mondo di una donna, madre, nonna e oggi bisnonna, un tempo insegnante di piano; e infine Poivre Rose esplora i meandri della memoria e, ispirandosi al lavoro di Christian Boltanski, li mette in scena in Mémoires (dal 29 novembre), passando dalla pertica al trapezio con un passaggio per il quadro coreano e la corda liscia. Gli spettacoli sono programmati in rassegne e stagioni teatrali all’interno di progettualità di Piemonte dal Vivo (apertura di stagioni nei teatri di provincia – Asti, Casale Monferrato, Cuneo, Mondovì, Villadossola, Venaria, Vercelli; circuito delle Residenze Reali del Piemonte con Palchi Reali e Natura in Movimento alla Reggia di Venaria), nell’ambito di cartelloni condivisi con altre realtà (stagione del Teatro Le Serre a Grugliasco, stagione Teatro Garybaldi a Settimo Torino, stagione Teatro Astra con Fondazione TPE, stagione Lavanderia a Vapore di Collegno); in Emilia Romagna in festival (Dinamico Festival a Reggio Emilia, Tutti Matti per Colorno a Colorno), rassegne in collaborazione con ATER Associazione Teatrale Emilia Romagna – circuito regionale multidisciplinare, con Aterballeto e nel progetto Corpi e Visioni del Comune di Correggio. Per le sue profonde connessioni con la danza e con i movimenti del corpo, alcune repliche sono state, inoltre, inserite nei cartelloni di prestigiosi festival dedicati all’arte coreutica, come Torinodanza festival del Teatro Stabile di Torino, Festival Aperto della Fondazione I Teatri di Reggio Emilia e in contesti dedicati come quello della Lavanderia a Vapore, centro regionale per la danza a Collegno (To).
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Partner del progetto è la Compagnia di San Paolo, che ha scelto di sostenere la Fondazione Piemonte dal Vivo in questa collaborazione internazionale, nell’anno in cui si celebrano i 250 anni dalla nascita di quello che viene considerato il circo moderno ad opera di Philip Astley. Tutto il programma e le informazioni di biglietteria sono disponibili sul sito dedicato bruxellesenpiste.it, disponibile in tre lingue (italiano, francese e inglese).
Sono 11 gli ospiti del Cpr – Centro permanente per il rimpatrio di Torino espulsi dal territorio nazionale italiano dopo una rivolta scoppiata all’interno della struttura: otto tunisini e tre marocchini. La Questura di Torino prosegue le indagini. Gli agenti stanno visionando le immagini delle telecamere a circuito chiuso per attribuire le azioni violente ai responsabili. Era il 6 agosto quando un gruppo di ospiti del Cpr aveva danneggiato muri e finestre e lanciato mattoni, vetri, chiodi e oggetti metallici contro le forze dell’ordine. Alcuni ospiti avevano inoltre incendiato materassi e masserizie ed erano saliti sul tetto minacciando di ferirsi. Altri episodi di violenza si erano verificati l’11 e il 12 agosto scorsi .
(foto archivio)
Dai mercati di Fenestrelle e Oulx alle fiere di Balboutet a Usseaux e Chivasso
Dal produttore al consumatore, l’estate della Confederazione italiana agricoltori di Torino è all’insegna della promozione delle eccellenze agroalimentari del territorio, con la presenza delle bancarelle della Spesa in campagna sulle principali piazze fieristiche della provincia. Domenica 19 agosto le bandiere biancoverdi della Cia di Torino erano sui banchi dei contadini al mercato di Oulx, mentre giovedì 23 agosto faranno parte della tradizionale kermesse fieristica in borgata Balboutet, a Usseaux. Seguiranno gli appuntamenti con il mercato di Fenestrelle e gli alpeggi aperti nelle valli Pellice e Chisone domenica 26 agosto, per concludere il mese con la Fiera di Chivasso, mercoledì 29 agosto. A settembre, i talk show e le degustazioni con produttori delle aree terremotate del Centro Italia e chef alla Sagra del Peperone di Carmagnola e l’allestimento della terrazza contadina alla Fiera dell’artigianato di Pinerolo. I mercati della Spesa in campagna della Cia di Torino coinvolgono mediamente una trentina di agricoltori selezionati, che propongono ortofrutta, olio siciliano di oliva nocellara, miele e derivati, carni bianche (pollo, coniglio, tacchino) in varie tipologie, zafferano delle valli di Lanzo, formaggi d’alpeggio e altri freschi e stagionati di mucca e di capra, fiori in vaso, biscotti di riso, di meliga, di farro e di grano, pane, riso, liquori artigianali, gianduiotti e giacomette tagliati a mano, salumi tipici del Canavese e carne di maiale e vitello, confetture dolcificate con mosto d’uva, succo di mele e altri trasformati come l’antipasto piemontese, patate di montagna, cosmetici naturali, vino dell’astigiano e affettato di maiale.
La morte di un 16enne francese e tre feriti. Questo il bilancio del tamponamento tra un’auto e un tir sulla bretella autostradale Ivrea-Santhià, nel raccordo tra la A4 Torino-Milano e l’A5 Torino-Aosta, nella stazione di servizio di Viverone Sud. La vittima e i feriti si trovavano a bordo dell’auto incastratasi sotto il rimorchio del camion.
DALLA CAMPANIA Ha messo un proprio selfie sulla carta d’identità, dato che la foto del documento non gli piaceva. Per questo un 52enne del Foggiano è stato arrestato a Ischia con l’accusa di possesso di documento di identificazione falso. I poliziotti del commissariato sono intervenuti in un albergo dove l’addetto alla reception aveva segnalato perplessità sulla carta d’identità di un cliente. L’uomo ha detto ai poliziotti che la foto del documento, scattata cinque anni prima, non era più di suo gradimento e aveva deciso di cambiarla con uno dei suoi selfie, pensando di non commettere un reato.