redazione il torinese

Softball serie A2: pareggio complicato a Livorno

Dalla Toscana la Reale Mutua Jacks Torino torna con un pareggio complicato, condizionato dall’infortunio accaduto alla lanciatrice Marta La Montagna all’inizio della prima gara, che ha modificato l’iniziale line-up granata. Al suo posto entra Elisa Bianchi

Questa situazione rimette in gioco il Softball Liburnia, che segna due punti nel 3° inning e vince il primo incontro per 5-4.Nella seconda gara l’utility Barbara Gallo-Trucco è la lanciatrice scelta a sostituire quella infortunata.La numero 34 torinese, che in alcuni try-out pre-stagionali aveva giocato anche dalla pedana, sostituisce nel migliore dei modi la sua compagna di squadra.Nel terzo inning il ribaltone livornese che passa in vantaggio sul 5-4, ma nel 5’, 6’ e 7’ gioco arriva il contro sorpasso da parte delle #Jacks, che grazie a sei punti messi a segno dal suo attacco, gli permette di vincere la partita per 10-5.Bisogna fare i complimenti a queste ragazze, che nonostante gli episodi negativi, sono riuscite a fare quadrato grazie alla forza del gruppo, rimettendo in piedi un match che sembrava essere già compromesso.Ora si attendo gli accertamenti medici per stabilire l’entità dell’infortunio del numero 12 della squadra di #Torino.

DIBATTITO IN COMUNE SUL CONTENZIOSO GROSSISTI CAAT

Discussa  in Sala Rossa, un’interpellanza generale dal titolo “Quale futuro per il Caat”, che vede come prima firmataria la consigliera Maria Grazia Grippo

L’interpellanza riguarda il mancato svolgimento dell’assemblea dei soci Caat dell’aprile scorso che avrebbe dovuto affrontare la questione del contenzioso con i grossisti, in merito al contributo per lo smaltimento rifiuti e il rinnovo dei contratti di locazione degli operatori, in scadenza nel mese di novembre.L’assessore al Commercio, Alberto Sacco, ha spiegato che la Città ha chiesto il rinvio dell’Assemblea perchè quella non è la sede deputata  a formulare una proposta conciliativa.La Città, ha illustrato Sacco, ha dimostrato attenzione alla questione citando le note intercorse con il Centro Agro alimentare al quale sono state chieste delucidazioni sul confronto con i grossisti, posto che “ad avviso della Città di Torino, il confronto con la categoria non potrà concludersi con una totale rinuncia da parte di Caat al recupero delle spese”.Ne è seguito il dibattito aperto dalla consigliera Maria Grazia Grippo (Partito Democratico): E’ curioso come il Comune abbia compreso tardivamente la non possibilità di trattare il contenzioso nell’Assemblea dei soci. Ciò ha prodotto l’impossibilità di intraprendere una soluzione diversa che non sia quella di andare a sentenza per le circa 50 cause in corso. Il contenzioso è costato già 100 mila euro. A chi può giovare questo? La politica che visione ha per il futuro del Caat? Quali responsabilità si assumerà? Andrea Russi (M5S): la Città si è già espressa più volte in merito alla necessità di risolvere questo contenzioso. Ritengo necessario e legittimo un atteggiamento prudenziale da parte della Città. Questo contenzioso nasce da molto lontano, non certo dal 2015 e con una modifica unilaterale del contratto che non poteva non essere impugnata. Nasce nel 2001, con lo spostamento del vecchio MOI. Se i contenziosi andassero male, ci sarebbe da farsi alcune domande sulle gestioni precedenti. Monica Canalis (PD): piuttosto prudente l’assessore Sacco sul futuro, ma negligente sul passato. Vi siete accorti con colpevole ritardo che l’assemblea dei soci non era la sede opportuna per formulare una proposta conciliativa in merito all’annosa questione del contenzioso. I problemi rimangono: domani incontrerete i grossisti per formulare una proposta di contratto di locazione (che scade a novembre) sapendo che in molti hanno già dato disdetta mentre il contenzioso potrebbe trovare soluzione solo in un’aula di giustizia. Certificando il fallimento di un percorso transativo. Se anche i problemi affondano le proprie origini nel passato, nel presente richiedono almeno una proposta di soluzione.

“Umanitari sempre, anche con le vittime dei malfattori”

Caro mons. Bettazzi,
Ci conoscemmo molti anni fa ed ho sempre apprezzato la sincerità delle Sue posizioni, pur quasi mai condividendole. Lei è sempre stato di sinistra, dichiaratamente di sinistra e io  non mi sento schierato dalla sua parte, pur non essendo di destra fin dai tempi del suo dialogo con Enrico Berlinguer

 

foto Pax Christi

Posso capire ed anche ammirare il suo impegno per la pace nel mondo che è un grande valore cristiano, ma difficilmente ho potuto  apprezzare il fatto che Lei si pose a capo di un corteo di operai perché ritengo che la Chiesa debba essere la casa di tutti i credenti, senza scelte pregiudiziali di classe . La sua intervista al quotidiano “La Stampa” in cui non manifesta la benché minima attenzione umana verso  il tabaccaio derubato per l’ennesima volta, mi rende perplesso. Lo stesso tabaccaio e’ pentito di aver sparato ai malviventi che stavano attentando ai suoi beni e alla sua famiglia. E’ giusto e doveroso essere umanitari, come Lei dice, ma in primis si deve essere umanitari verso le vittime dei malfattori. Non si può rimanere equidistanti o addirittura, sotto sotto, parteggiare per i malfattori, senza ovviamente dirlo in modo esplicito. Questi sono tempi di ferro e di fuoco proprio perché il cittadino che lavora onestamente e’ lasciato in balia di se’ stesso e non è tutelato in modo adeguato. Dire questo non significa affermare il diritto di farsi giustizia da se ‘ che si pone ovviamente  oltre i valori della civiltà umana e giuridica in cui le persone civili credono. Ma bisogna prendere atto che l’hobbesiano “Homo homini lupus “ sta ritornando proprio perché i diritti alla tutela degli onesti non sono riconosciuti in modo adeguato. La tendenza a stare dalla parte di Barabba non è  forse contraria a  quella di stare dalla parte di Gesù’  Cristo?  Oggi ci sono troppi Ponzio Pilato che non sanno decidere o che finiscono di fatto di parteggiare per chi delinque.

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Anche sul tema degli immigrati Lei dice cose non condivisibili perché il dovere all’accoglienza a prescindere, non esiste. L’accoglienza ha dei limiti invalicabili nella incompatibilità con i diritti di chi vive in un certo paese. Diversamente si fomenta il razzismo e non si fa una vera accoglienza ,non foss’altro perché mancano le risorse. Non Le dice nulla il fatto che a Riace dove c’ era il Sindaco Lucano, i cittadini abbiano votato per la Lega? Non Le suggerisce nulla il fatto  che in  Danimarca la Sinistra vinca le elezioni ,schierandosi contro un’immigrazione incontrollata?  Sono segnali che devono far pensare. Quel clima che Lei denuncia, e’ stato generato dal l’eccesso di buonismo che non ha nulla a che vedere con il Cristianesimo. E non mi tiri in ballo anche  Adriano Olivetti che fece di Ivrea una città a misura d’uomo, dando lavoro a tanti canavesani. Olivetti, forse, oggi inorridirebbe vedendo la sua Ivrea e il suo Canavese ridotti ad un territorio in cui ribaldi moldavi attentano agli averi e alla vita dei cittadini onesti. Olivetti era anche un laico che forse non avrebbe accettato l’intrusione del vescovo d Ivrea nelle cose della città di cui fu Sindaco. Olivetti era intriso di valori umanitari cristiani, ma non fu mai demagogico. La sua idea di “ Comunità “ era semmai  l’esatto opposto della demagogia . E’ inutile che Le dica che non sto pregiudizialmente dalla parte del tabaccaio di Pavone la cui posizione deve essere valutata dalla Magistratura e da nessun altro. Spero però che mi sia lecito dire che sto invece pregiudizialmente contro i malfattori che, accolti in Italia, vivono di furti, di violenza e di spaccio di droga. Mi creda con sincera cordialità il Suo


                                                                                         Pier Franco Quaglieni

scrivere a quaglieni@gmail.com

Picchia la moglie: arrestato

Il rapporto è degenerato dopo il matrimonio, da pochi mesi la coppia era convolata a nozze dopo diversi anni di convivenza dalla quale sono nati dei bambini. La loro relazione è sempre stata turbolenta e le liti avvenivano generalmente per problematiche economiche: a detta della donna, il marito non contribuiva nelle spese domestiche. Proprio qualche giorno fa, a causa di bollette non pagate, gli avevano staccato l’erogazione della fornitura del gas. Per questo motivo la donna ha rimproverato il marito che ha risposto con minacce, e insulti fino a metterle le mani al collo e spingerla contro il muro. La donna è riuscita a liberarsi dalla presa, è uscita sul terrazzo di casa ed ha sollecitato il vicinato a contattare la Polizia. Sul posto gli agenti della Squadra Volante hanno fermato l’uomo, un cittadino marocchino di 26 anni, che ha provato a nascondere le violenze, ma la signora, sentita separatamente, ha confidato tutto agli operatori. Il ventiseienne, con precedenti di Polizia, è stato arrestato per il reato di maltrattamenti in famiglia.

 

 

Pedopornografia, arresti e denunce di insospettabili

Gli investigatori del Compartimento Polizia Postale e delle Comunicazioni di Torino hanno concluso nei giorni scorsi una complessa operazione di contrasto alla pedopornografia online, che ha portato all’arresto di 2 persone e alla denuncia di altre 7, di cui alcuni con precedenti specifici, responsabili di detenzione e diffusione di materiale pedopornografico realizzato, in alcuni casi, sfruttando minori adescati nel web. Sequestrati migliaia di file

L’attività, diretta dalla Procura di Torino, e coordinata dal Centro Nazionale di Contrasto alla Pedopornografia Online del Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni di Roma ha coinvolto tutto il territorio nazionale e assicura un duro colpo ad un reato veramente basso e vile.

L’indagine è scaturita dal monitoraggio di canali web che consentono la navigazione in forma anonimizzata. Le competenze tecniche degli investigatori del Compartimento di Torino hanno consentito di associare agli ID virtuali dei nominativi reali. L’analisi delle relazioni tra i diversi utenti ha fatto emergere una struttura complessa, contraddistinta da una diversificazione dei ruoli. Uno dei soggetti svolgeva la funzione di amministratore di uno dei canali monitorati, selezionando l’accesso degli utenti. Dopo aver verificato, via chat privata, i requisiti degli aspiranti partecipanti, obbligava a rispettare specifiche condizioni, tra cui l’impegno a fornire materiale di qualità e di non facile reperibilità, nonché il contributo a diffonderlo. Il mancato rispetto delle condizioni imposte poteva determinare l’esclusione dei semplici utenti dal gruppo.

Ottenuta la fiducia dell’amministratore, si poteva accedere ad una community costituita da molteplici membri che condivideva copioso materiale pedopornografico, che veniva raccolto per categoria, a seconda che si trattasse di filmati, foto, racconti esperienziali, descrizione di fantasie da realizzare.

Ad alcuni utenti veniva affidato il compito di amministrare ulteriori canali, per garantire la conservazione del materiale condiviso, nel caso in cui fosse stato chiuso il canale principale. La notorietà di un utente all’interno del canale dipendeva proprio dalla qualità e quantità dei contributi che lo stesso metteva a disposizione della comunità.

M.Iar.

Cambio della guardia: Chiamparino lascia a Cirio

Passaggio di consegne questa mattina in piazza Castello nella sede dalla Giunta regionale tra il presidente uscente Sergio Chiamparino e il neoeletto Alberto Cirio: “E’ un momento importante, in politica la forma ha una sua sostanza. Ringrazio  Chiamparino per  l’impegno e il lavoro di questi lunghi e complessi anni e prendo oggi da lui il testimone per  cercare di proseguire nella continuità delle cose buone e di cambiare le cose che sono da cambiare“, ha detto il nuovo governatore.  “Ringrazio  Cirio – ha risposto Chiamparino – per avere chiesto  l’ incontro, un segno di civiltà politica, che di questi tempi non abbonda. Consegno una Regione con i conti a posto, sia in Sanità sia negli altri settori. Ora chi ha la responsabilità di guidare la Regione farà ciò che ritiene più opportuno e mi auguro che siano prevalenti i progetti su cui può esserci una convergenza. In bocca al lupo”.

 

(FOTO: IL TORINESE WEB TV)

 

DALL’ASIA ALL’ITALIA: “VIETATO MANGIARE CANI E GATTI”

LA ONLUS CINESE “WORLD DOG ALLIANCE” FARÀ IL PUNTO GLOBALE SU QUESTA BARBARA USANZA


A pochi giorni dal famigerato “festival della carne di cane” di Yulin (Repubblica popolare cinese), in Parlamento si riparlerà del consumo e del commercio della carne di cane (e di gatto) in Asia e nel resto del mondo: un’usanza che, secondo stime attendibili, costa la vita a 30 milioni d cani ogni anno. Martedì 11 giugno, nella sala “Caduti di Nassirya” del Senato, l’on. Michela Vittoria Brambilla, presidente della Lega italiana per la Difesa degli Animali e dell’Ambiente, presenterà la sua proposta di legge che vieta la macellazione, il commercio e il consumo della carne di cane e di gatto. Ospite d’onore, direttamente da Hong Kong, sarà il direttore della World Dog Alliance, rappresentata in Italia dalla LEIDAA, che da anni si batte a livello globale contro il consumo e il commercio della carne di cane e che, per l’occasione, farà il punto sui progressi della legislazione in Asia, negli Stati Uniti e in Europa. La conferenza stampa avrà inizio alle ore 12.

IL CONSUMO DI CARNE DI CANE IN CIFRE

30 MILIONI DI CANI sono uccisi e mangiati ogni anno in Asia; IL 70 PER CENTO sono animali domestici sottratti alle famiglie;

L’80 PER CENTO dei vietnamiti e il 60 per cento dei coreani mangia carne di cane; IL 20 PER CENTO della popolazione cinese mangia carne di cane;

TORTURARE un cane prima della “lavorazione” è un metodo consigliato per preservare le presunte proprietà “energetiche” della carne.

(Fonte: World Dog Alliance)

MONDIALE FEMMINILE: LA PINEROLESE BONANSEA ABBATTE L’AUSTRALIA

Comincia splendidamente il cammino dell’Italia ai Mondiali femminili di Francia 2019

La temibilissima Australia passa in vantaggio su calcio di rigore (inizialmente parato dalla Giuliani), poi cade sotto i colpi di Barbara Bonansea,pinerolese di 27 anni, che pareggia di destro al 56′ e regala tre punti alla nostra Nazionale, di testa, al 95′. Nel prossimo match, venerdì 14 giugno, le Azzurre sfidano la Jamaica

Cirio da oggi nuovo presidente del Piemonte

Alberto Cirio, dopo la proclamazione dei giorni scorsi, con l’assegnazione di 1.091.081 voti, ufficializzati dalla presidente dell’Ufficio Centrale Regionale della Corte d’Appello di Torino, Clotilde Fierro, si insedia oggi, lunedì 10 giugno alle ore 10 nel palazzo della Regione, in piazza castello 165. Ad accoglierlo il presidente uscente Sergio Chiamparino, che ha deciso di dimettersi da consigliere regionale.

L’isola del libro

Rubrica settimanale sulle novità in libreria

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Olga Tukarczuk “I vagabondi” – Bompiani. Euro 20,oo

E’ un libro di viaggio, inteso però nel senso più ampio delle tante traiettorie di vita; non ci sono mete precise, piuttosto molteplici storie di viaggiatori anomali, uomini e donne particolari. Non c’è una trama, ma si procede a piccoli, medi e lunghi capitoli che sono tasselli di un magnifico affresco a spasso nei secoli. Difficile incasellare queste 374 pagine della scrittrice polacca, nata a Varsavia nel 1962, studi di psicologia, che con “I vagabondi” ha vinto l’International Man Booker Prize nel 2018.Fin da piccola, osservando lo scorrere del fiume Oder, sognava di essere una barca in eterno movimento: è proprio questa la parola chiave, muoversi nei meandri del mondo e della vita. Dunque stiamo parlando di romanzo, memoir, vagabondaggio messo nero su bianco o libro di eco Baudelairiana? Difficile dirlo, molto meglio leggerlo a piccoli sorsi, poi ognuno ne darà la versione che preferisce. Alcuni capitoli sono di struggente bellezza, altri di una profondità di pensiero che ci impone riflessioni. L’autrice rivela il lato che spesso ci sfugge dell’immenso mondo racchiuso negli aeroporti, crocevia di vita e tangenti infinite, emblema per eccellenza del viaggio. Li definisce “..categoria speciale di città-nazioni, con una posizione fissa mentre i loro abitanti cambiano sempre…”. E’ li che, tra un aereo e l’altro, ci si imbatte in una miriade di persone e nelle loro storie. Oppure nelle comode hall dei grandi hotel dove le reception sono il punto di approdo dell’umanità più eterogenea, un vortice di vite il cui centro è nelle porte girevoli. Poi ci sono pagine che arrivano dal passato, vi afferrano e catapultano in mondi e tempi lontani. Come la vicenda, raccontata dal suo assistente, dell’anatomista olandese Philiph Verheyen che nel 1600 usò il proprio corpo per scoprire il tendine d’Achille. Oppure la figlia di un cortigiano che scrive una lettera all’Imperatore d’Austria Francesco I chiedendo di restituirle il corpo del padre che è stato scorticato, impagliato ed esposto tra le meraviglie della natura alla corte di Sua Maestà; e disquisisce sul diritto a una dignitosa sepoltura anche per persone dalla pelle scura. C’è poi l’affascinante viaggio della sorella di Chopin che, per rispettare la volontà del musicista defunto, in gran segreto gli fa espiantare il cuore per andare a seppellirlo a casa, a Varsavia; lasciando il resto del corpo in un cimitero parigino dove è stato sepolto con tutti gli onori. Ecco, queste sono solo alcune tessere del puzzle di vita messo insieme dalla Tokarczuk…

 

Michele Serra “Le cose che bruciano” – Feltrinelli –   euro 15,00

Lo scrittore romano ci regala un’altra storia e ci fa entrare nella testa di un personaggio che fugge in primis da se stesso, poi dalla politica, dai social e fondamentalmente dal mondo vorticante e superficiale. Desiderio che almeno una volta si sarà affacciato nella mente di molti di noi, nei momenti di crisi e collisione con l’affannosa rotta del mondo così com’è diventato. 171 pagine scritte con la sua solita bravura e condite da dosi massicce di ironia. Protagonista è il 48enne Attilio Campi che abbandona la carriera politica poco dopo essere stato nominato presidente della Commissione Educazione e Cultura. La sua prima ed ultima proposta di legge voleva reintrodurre l’uniforme obbligatoria nelle scuole di ogni ordine e grado, ma …apriti cielo…è stata bocciata sul nascere, senza neanche essere approdata e discussa in parlamento. Ad affondarla è stato fin da subito il suo partito politico. Diciamo che Attilio tanto bene non la prende: rassegna le dimissioni, si eclissa dall’agone politico e si rifugia in uno sperduto nugolo di case in montagna, a Roccapane, tra boschi, campi e vita agreste, dove provvede al suo sostentamento bucolico, ma di fatto facendosi mantenere dalla moglie sempre in viaggio per lavoro. Aria pulita e sana fatica fisica sono gli antidoti al suo male di esistere; ma anche in alta quota, ricordi, passato e ferite sono duri da metabolizzare. Così ripensa agli affetti irrisolti del suo passato, ma soprattutto si trova a dover smaltire la moltitudine di oggetti ereditati alla morte della madre e della zia. In teoria dovrebbe aiutarlo la bellissima sorella Lucrezia, troppo presa però dal suo terzo matrimonio e dalla scia di fascino che lascia dietro di sé. Subissato dall’accumulo di cose pensa bene di smaltirle con un gran bel falò: modo abbastanza drastico per viaggiare più leggeri e liberi da inutili orpelli che rallentano il cammino. Ovviamente la cosa non finisce qui….gustatevi ironia e intelligenza fino all’ultima pagina.

 

 

Louise Penny “Case di vetro. Le indagini del commissario Armand Gamache”    

– Einaudi – euro 15,00

Louise Penny, nata a Toronto nel 1958, è l’autrice di 14 romanzi della serie dell’ispettore Armand Gamache. Scrittrice prolifica e decisamente di successo, dal momento che ha collezionato una nutrita serie di premi letterari, tra i quali 7 Agatha Awards per il miglior crime dell’anno. Ha creato il personaggio vincente del commissario Armand Gamache, capo della Sȗreté du Québec: uomo distinto, mite, abbastanza anonimo, spalle larghe e completo di taglio raffinato, capelli brizzolati, viso rasato di fresco e una profonda cicatrice sulla tempia. C’è chi lo definisce il Maigret canadese, che non si scompone facilmente, e arriva sempre alla risoluzione del rebus criminale che si trova sulla strada. Lavora a Montreal, ma appena può si rifugia nella quiete di Three Pines (ad un passo dal Vermont, porta d’accesso agli Stati Uniti) dove lo attendono l’amata e placida moglie Reine-Marie, la quiete dei boschi, il suo bistrot preferito e gli amici più cari. Ma è proprio in questa sua oasi di pace che s’imbatte in un bel caso. Three Pines viene sconvolta dall’inquietante apparizione di un personaggio paludato in tunica nera, con cappuccio e maschera a coprirne il volto, evidente emblema della Morte. E fin qui sarebbe tutto spiegabile perché si presenta ad un party di Halloween, in cui mascherarsi è d’obbligo. Però l’estraneo, anche a festa finita, continua ad aggirarsi in paese, lo sguardo fisso sulle case, poi si ferma in pianta stabile nel bel mezzo del parco del paesino. E li resta immobile e silenzioso tutto il giorno, gran parte della notte e pure il giorno dopo. Tutti lo vedono, ma nessuno sa cosa fare, tanto più che quando Gamache gli si avvicina e gli parla… è come se fosse davanti ad un muro impenetrabile e muto. La trama si infittisce con la scoperta di cadaveri, traffici di droga, criminalità organizzata che si contende il confine a colpi di delinquenza serrata. Un’intrigante ragnatela e un’atmosfera che è chiave del successo dei gialli della Penny. Anticipo solo che intorno a Gamache si muovono anche i poliziotti della sua squadra, tra i quali l’ispettore capo della Omicidi, Isabelle Lacoste, (che Gamache ha designato come suo successore), che anziché torchiare e basta i sospetti, cerca di capirne a fondo la psicologia. Un interessante personaggio femminile che ha fatto una carriera lampo, e a fine giornata torna da marito e figli piccoli ma porta con sé anche il bagaglio del suo lavoro e non smette mai di pensare alle vittime e agli assassini ancora in agguato nella giungla.