redazione il torinese

A 200 ANNI DALL’AUTONOMIA DELL’OSSOLA

Nel 1818 un Regio Decreto di Vittorio Emanuele I re di Sardegna e principe di Piemonte proclamava la Provincia dell’Ossola riconoscendo in questo modo l’identità e l’autonomia delle vallate alpine. L’evento, del quale cadono i 200 anni, verrà celebrato sabato 6 ottobre a Domodossola, con un leggero anticipo in quanto il bicentenario cade il 10 novembre. L’incontro si terrà all’Hotel Corona di via Marconi 8 con gli interventi dei Roberto Gremmo, direttore di Storia Ribelle e storico con moltissime pubblicazioni al suo attivo (l’ultima delle quali, “La rivolta politica delle campagne” narra la vicenda del Partito dei Contadini), nonché autonomista della primissima ora, ed il consigliere regionale Luca Bona, presentatore di un ordine del giorno approvato all’unanimità dal Consiglio regionale con il quale di chiede alla giunta di “trattare con il governo regionale, insieme con Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna, l’attribuzione di maggiori competenze e le conseguenti risorse ai sensi dell’art. 116 della Costituzione” . L’autonomia è un qualcosa di fortemente insito nel tessuto sociale ed economico ossolano. Nel 1944 la popolazione proclamò l’autogoverno della Repubblica partigiana e nel 1978 nasceva, con grande adesione, l’Uopa – Unione ossolana per l’autonomia che sul suo giornale ricordava l’ammonimento di Rousseau: “la vera democrazia può essere raggiunta in collettività relativamente piccole”.

Massimo Iaretti

 

Salvini rilancia il centrodestra. Ma Renzi vuole ancora dare lezioni

Salvini rilancia l’alleanza di centrodestra al termine di un incontro con Silvio Berlusconi e Giorgia Meloni. La coalizione si presenterà unita alle prossime elezioni regionali, quindi anche in Piemonte Sarà naturalmente una alleanza “a trazione leghista” con Forza Italia e il Partito della Meloni destinati a svolgere il ruolo di comprimari. L’operazione politica consente a Salvini di rimettere insieme i “cocci” del centro destra, dopo aver ridimensionato politicamente ed elettoralmente i due alleati ( la Lega aveva ottenuto il 17 % il 4 marzo mentre oggi é sopra il 30), e di continuare a condizionare la politica e le scelte dell’attuale governo, dandogli una impronta di destra. Si tratta di capire “come e quando” Lega e M5S ,(o chi  dei due) decideranno di ” staccare la spina” al governo, ma una cosa è certa: non sarà certo una tale prospettiva ad impensierire Salvini che si presenterà agli elettori come il leader di una rinata coalizione del centrodestra all’interno della quale il suo partito sarà la forza di gran lunga più importante. Del resto questo é stato l’obbiettivo che Salvini si era posto all’indomani del voto del 4 marzo: impedire la formazione di un governo del Presidente e utilizzare l’alleanza con il M5S per riportare la Lega al governo e rafforzare la sua leadership e il suo partito, senza però rompere i rapporti con i suoi alleati tradizionali. Questo avviene mentre le difficoltà del governo sono sempre piu evidenti. Ieri al vertice informale dei Capi di Stato e di Governo svoltosi a Salisburgo l’Italia é lasciata sola, sia dai nostri partners tradizionali che dal gruppo di Visegrad.  Sulla Legge di Stabilità la confusione regna sovrana, mentre continuano a rincorrersi proposte diverse che si scontrano con la posizione del Ministro dell’Economia deciso a non abbandonare una linea di prudenza e di rigore nella gestione dei conti perché giustamente preoccupato dalla reazione dei mercati. E’ una linea che entra in rotta di collisione con gli interessi di bottega dei due partiti che hanno bisogno di dare seguito alle promesse con cui ha vinto le elezioni.  Ma siccome tutto ciò è incompatibile con la sostenibilità del nostro debito la discussione di queste ore riguarda l’individuazione delle “priorità” che comunque saranno attuate con gradualità. Da qui il sempre maggiore nervosismo dei 5 Stelle. Si rendono conto che in questi primi mesi di coabitazione, la Lega è cresciuta enormemente nei sondaggi, loro no invece,  e come sia  tutt’altro che fantasiosa l’ipotesi che all’indomani delle europee Salvini scelga la via delle elezioni e resusciti l’alleanza di centrodestra, pronta a tornare al governo del Paese.

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Ps. Questa situazione, potenzialmente, potrebbe essere favorevole ad una opposizione che nel frattempo avesse avuto la capacità di rinnovarsi, di riorganizzare il campo del centro sinistra e di presentarsi con facce nuove e programmi coerenti con i valori nei quali dichiara di riconoscersi, ma niente di tutto questo purtroppo è avvenuto. Se ad uno capita di accendere la tv continua a trovarsi di fronte il volto del plurisconfitto Matteo Renzi. Aveva dichiarato che in caso di sconfitta avrebbe abbandonato la politica. Ha perso la Liguria, l’Abruzzo, il Friuli e la Sicilia; ha perso  i Comuni di Roma, Torino, Genova, Siena, Arezzo, Grosseto, Livorno, Alessandria, Novara, Venezia, Nuoro, Pistoia, L’ Aquila e La Spezia ; ha perso il referendum costituzionale e, infine, ha perse le politiche ma é ancora con la pretesa di darci lezioni.

Wilmer Ronzani

 

Caos olimpico, Giorgetti dice stop

Nel dibattito caotico sulle Olimpiadi  2026 sembra mettere la parola fine il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Giancarlo Giorgetti:  “La vicenda è chiusa. La scorsa settimana ho mandato una bozza per il protocollo d’intesa alle tre città: se la sottoscrivono può rinascere, ma mi sembra che non siano intenzionati a farlo,  quindi la vicenda è chiusa”. Ma le sorprese sono ancora in agguato, chissà che non si trovi una soluzione in extremis.

PROVA LO SPORT CHE FA PER TE!

 

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO

Oltre 300 società  sportive, più di 100 tecnici–istruttori–educatori e  500 “atleti” dai tre ai novanta anni, si esibiranno,  insegneranno, accoglieranno cittadini e cittadine di tutte le età, che
potranno provare ad arrampicarsi, immergersi, giocare, danzare, correre MUOVERSI!

#piùsportpertutti

In piazza ci saranno oltre quaranta sport e tecniche di movimento,  ginnastica artistica, fitness, pattinaggio di velocità,  mountain bike  con le biciclette da provare, scherma medievale e tanto altro. Si potrà provare l’emozione di arrampicarsi con provetti istruttori sulla parete messa a disposizione o immergersi nella piscina montata per l’occasione.Uno spazio sarà dedicato alle discipline di strada: skateboard, parkour, Street ball, longboard e slackline in compagnia del gruppo UISP Indysciplinati.


Ci saranno la squadra dei rifugiati del Mali e quelle multietniche dei nostri campionati di calcio, i team dei centri di salute mentale del nostri campionati “Matti per il calcio” e di “Pallavolmente”, tante società di calcio, pallavolo,  pallacanestro e altre discipline, che ogni giorno promuovono e organizzano lo sport e l’aggregazione nelle periferie delle città della nostra regione, felici di poter giocare ed esibirsi in una delle più belle  piazze del capoluogo.Vedremo e proveremo la DANZA, con l’alto livello delle scuole affiliate UISP e le  danzatrici che si muovono per passione qualunque sia la loro prestazione e il loro fisico.Un’area tatami ospiterà i praticanti delle arti marziali dal tai chi al kendo, al karate, i ragazzi  diversamente abili  che con noi praticano judo, quaranta bambini che ci racconteranno con un bellissimo spettacolo di arti marziali la storia del karate.Anche l’importanza dello sport per la salute e i progetti  UISP per la prevenzione e il benessere  attraverso il movimento saranno  in piazza con i nostri gruppi di ginnastica dolce, afa e cammino, che  daranno vita a brevi tour nel centro città, e i nostri esperti pronti a dare consigli e indicazioni su dove e come praticare queste attività.Sul palco della danza e sul tatami del tai-chi due importanti esibizioni con i malati di Parkinson  la cui cura trae vantaggio da questo progetto della Uisp.Ci saranno anche gli istruttori che insegnano e promuovo il nuoto e  le gare nelle piscine UISP del Piemonte e non mancherà l’area di gioco motricità e ludico motoria per i più piccoli con due palestrine montate solo per loro.Uno spazio sarà dedicato allo sport sostenibile, impegnato per la difesa e la valorizzazione dell’ambiente, con i subacquei, i canoisti, gli appassionati della montagna e della neve.

Alle sedici scenderà in campo la solidarietà. Ci fermeremo tutti un
minuto per Genova e alle sedici e un minuto le attività riprenderanno
con un flash mob, che partendo dal palco  con i danzatori, attraverserà
come un’onda tutta la piazza e via Roma chiedendo ad ogni sport di
muoversi allo stesso ritmo.

 

 

Tra Rubber Soul e Psychedelia

Era l’estate del 1964 e Ken Kesey, Neal Cassady e Ken Babbs trainavano la sgangherata e chiassosa carovana della “Merry Band of Pranksters” su un ex scuolabus ricoperto di colori psichedelici, per realizzare un coast-to-coast pacifico-atlantico dall’area di San Francisco a New York, metafora del viaggio fisico e mentale della controcultura. Partivano da La Honda (sud di San Francisco, contea di San Mateo) e in territorio californiano toccarono San Jose, Los Angeles, San Juan Capistrano, per poi addentrarsi in Arizona e puntare a est Houston, Louisiana, nord Florida e risalire verso la Grande Mela. I Pranksters presero la direzione sud-est, aprendosi ad aree selvagge e “libere”; a nord-est c’era fin troppa presenza (anche militare) dell’Establishment, soprattutto verso Sacramento, in primis nell’area di Fairfield, sede della Travis Air Force BaseEra il 1964 e… proprio nel giro delle famiglie dei dipendenti della base militare sopra citata si costituì la band The Tears, che ebbe come nucleo originario i fratelli Robert (R.T.) e Richard Salazar (V, chit) e Jim Brackett (batt), cui si aggiunse presto Eddie Guillerme (b). I punti di riferimento erano i “soliti noti”, ossia Beatles, Rolling Stones, ma anche Young Rascals e la realtà Motown. Il versante manageriale della band, dapprima “in proprio”, venne poi curato da Icon Studios e Trident Management (Fantasy Records); dopo il solito “allenamento sul campo” in teen clubs, concerti per eventi sportivi e veterans’ halls nelle aree di Fairfield, Napa, Vacaville e Davis, il raggio si allargò più a sud, specialmente nella Contea di Contra Costa (tra Concord, Richmond, Walnut Creek ed Antioch). La notorietà locale aumentò nel 1966 con l’affermazione dei The Tears alla State Fair Battle of the Bands di Sacramento e il radar delle esibizioni si estese a sud-est fino a Modesto, Merced e Fresno, con puntate in Nevada (anche Reno e Las Vegas); la band ebbe quindi l’opportunità di aprire concerti di Music Machine, Grass Roots, Mojo Men e Seeds. Praticamente in parallelo The Tears esordirono negli studi di registrazione. Ne derivò il primo 45 giri a fine 1966: “Weatherman” [Salazar – Brackett] (Scorpio 409; side B: “Read All About It” [Salazar]), inciso negli studi della Fantasy Records di San Francisco, con arrangiamento di Eirik Wangberg; il sound è chiaramente di ispirazione Beatles e si notano i forti richiami a Rubber Soul uscito esattamente un anno prima. Per la band ci fu anche l’occasione di comparire in TV, in un evento musicale (presso il South Shore Mall di Alameda) organizzato dalla mitica KFRC di Bill Drake, radio che soprattutto tra 1966 e 1968 fu attivissima nella scena musicale di San Francisco e nel periodo sella Summer of Love. La cultura psichedelica era in pieno fulgore e la musica andava trasformandosi radicalmente, travolgendo stile, suono e modus operandi di quasi tutte le band in circolazione nell’area californiana. Non ne furono immuni nemmeno The Tears, che tuttavia proprio in quella fase di passaggio persero Brackett e Guillerme (il primo si sarebbe sposato, il secondo era tornato per motivi familiari in Portogallo) e tornarono al nucleo base dei fratelli Salazar. Il secondo 45 giri (uscito a fine 1967) ebbe carattere del tutto psichedelico e tra i cultori del genere è considerato un esempio importante della “psychedelia minore” del periodo: “Rat Race” [Salazar – Brackett] (Onyx 2201; side B: “People Through My Glasses” [Salazar]), anch’esso inciso presso gli studi della Fantasy Records di San Francisco, prodotto da Paul Rose. In particolare Rat Race è il tipico rock psichedelico con uso diffuso di fuzzy tones contagiosi, armonie vocali stratificate e effetti eco avvolgenti. Il singolo segnò lo scioglimento definitivo della band, ma resta una chicca per gli appassionati…

 

Gian Marchisio

Saper ascoltare il melodramma

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Nell’ambito delle proposte educational della De Sono si rinnova, per il secondo anno scolastico consecutivo al Liceo Classico «V. Alfieri», il progetto Saper ascoltare: un ciclo di lezioni tenute dal prof. Paolo Gallarati sull’ascolto del melodramma attraverso la lettura critica di una grande opera del repertorio verdiano

Mentre nella scuola primaria e nella secondaria di I grado in questi anni si sono fatti molti progressi, nella secondaria di II grado l’educazione musicale praticamente non esiste, se si esclude il liceo musicale. I ragazzi escono dalle scuole superiori senza sapere nulla di Rossini, Bellini, Donizetti, Puccini e soprattutto di Verdi, compositore che ha contribuito in maniera significativa alla costruzione del nostro patrimonio culturale.Di qui l’idea nata per iniziativa di De Sono Associazione per la Musica con Paolo Gallarati – professore ordinario di Storia della musica e di Drammaturgia musicale all’Università di Torino – di un ciclo d’incontri, dedicati agli studenti dei licei classici e scientifici, finalizzati alla comprensione del melodramma e in particolare all’educazione all’ascolto di un’opera di Verdi: “Seguendo una sola opera nella sua totalità molto meglio di quanto non possa accadere con un discorso antologico che prenda in considerazione alcuni pezzi provenienti da opere diverse – spiega Paolo Gallarati – è possibile illustrare i mezzi attraverso i quali la musica realizza il teatro, in un progetto coerente.” La prima edizione del progetto si è svolta con successo durante l’anno scolastico 2017/2018 al Liceo classico V. Alfieri con l’analisi dell’opera La traviata; il prossimo 24 settembre si ricomincia, sempre tra le classi dell’Alfieri, con lo studio di un altro grande capolavoro di Giuseppe Verdi: Il trovatore.Durante ogni singolo incontro, in un primo momento si esegue una lettura accurata delle singoli parti del libretto; segue un ascolto guidato di ogni brano per illustrare come la musica definisca la situazione, l’ambiente, i singoli personaggi, la loro vita psicologica, il rapporto con gli altri caratteri e l’architettura teatrale; infine l’intero atto viene riascoltato senza interruzioni, attraverso la proiezione di un video che permetta di discutere anche le possibilità della regia. Grazie a questo metodo gli studenti a fine corso sono in grado di comprendere i meccanismi che regolano la drammaturgia del teatro musicale e le sue possibilità espressive e acquisiscono un metodo di ascolto applicabile a gran parte della produzione operistica, compresa tra il ‘600 e il ‘900.Al termine del progetto, grazie alla disponibilità del Teatro Regio di Torino, che ha in cartellone proprio Il trovatore dal 10 al 23 ottobre, gli studenti avranno la possibilità di effettuare una visita guidata del Teatro Regio, di assistere in modo privilegiato ad alcuni momenti di prova e infine di vedere lo spettacolo nella sua completezza.

LA STATUA DELLA LIBERTA’ E’ UN “PLAGIO” DI UN’OPERA FIORENTINA?

La Statua della Libertà è probabilmente uno dei monumenti più famosi al mondo ed è senza dubbio il simbolo più rappresentativo della città di New York e degli interi Stati Uniti d’America. Con i suoi 93 metri d’altezza, è visibile a 40 km di distanza e si erge come un imponente “biglietto da visita” per il visitatore che si appresti ad entrare nel Paese.L’opera, inaugurata nel 1886, fu donata dalla Francia agli Stati Uniti d’America, non solo in quanto le due nazioni erano storicamente alleate, ma anche perché, nell’imminenza del centenario delle rispettive rivoluzioni francese ed americana, si voleva ricordare l’impegno profuso da questi due popoli nella lotta per la conquista dei diritti fondamentali del cittadino.La Statua della Libertà fu realizzata dallo scultore francese Frédéric Auguste Bartholdi, con la collaborazione di Gustave Eiffel (noto anche per la torre parigina che porta il suo nome), che si occupò in particolare di progettare gli interni dell’immensa opera. Il genio creativo di Bartholdi è stato giustamente celebrato in tutto il mondo, ma sarà stata tutta farina del suo sacco? Nella bellissima basilica di Santa Croce a Firenze si trova una splendida scultura che ricorda moltissimo, soprattutto nella posa della figura femminile, il celebre monumento americano. L’opera si chiama “Libertà della Poesia” ed è stata realizzata tra il 1870 ed il 1883 e dunque solo qualche anno prima rispetto all’inaugurazione della Statua della Libertà. Il suo autore, lo scultore Pio Fedi, all’epoca in cui lavorava all’opera scultorea, era già all’apice della sua notorietà, avendo appena ultimato il suo ultimo capolavoro (il famoso “Ratto di Polissena”), che aveva avuto l’onore di essere collocato sotto la Loggia de’ Lanzi in Piazza della Signoria, in compagnia di altre stupende opere d’arte realizzate da artisti di tutte le epoche. Data la riconosciuta bravura dello scultore italiano, Pio Fedi ebbe anche l’onore di realizzare una scultura che rappresentasse un’allegoria della poesia e che sarebbe stata collocata, come in effetti è avvenuto, sopra la tomba del drammaturgo italiano Giovan Battista Niccolini, deceduto circa dieci anni prima e sepolto nella basilica di Santa Croce. Il destino ha voluto che, in quegli anni, si trovasse a Firenze lo scultore francese Bartholdi, il quale visitò l’Italia in più occasioni, soprattutto per combattere, a fianco di Garibaldi, nelle file dei franchi-tiratori durante la guerra franco-prussiana. Si sa per certo che Bartholdi si trovava a Firenze nel 1875, poiché è stata ritrovata una lettera che lo stesso scultore aveva scritto alla madre quell’anno. E’ altamente probabile che uno scultore straniero come Bartholdi, trovandosi a Firenze e visto il clamore suscitato dall’opera che il “collega” Pio Fedi stava realizzando, non abbia resistito alla tentazione di dare un’”occhiata” al lavoro dello scultore italiano e, con l’occasione, di studiarne i dettagli. Del resto, al di là delle differenze di dimensioni e di materiali utilizzati dai due artisti, la somiglianza tra le due statue è strabiliante ed induce a pensare che Bartholdi, quantomeno, abbia preso ispirazione dall’opera italiana. A ben vedere, infatti, entrambe le statue rappresentano una figura femminile con una corona in testa (quella di Pio Fedi è composta da otto raggi, mentre quella newyorkese ne ha solo sette), entrambe hanno il braccio destro sollevato, sebbene la statua italiana tiene nella mano una catena spezzata, mentre nella statua della libertà americana la figura femminile tiene in mano una fiaccola (le catene invece la statua americana le ha ai piedi); il braccio sinistro della statua italiana è abbassato e culmina con una ghirlanda d’alloro, simbolo della poesia, mentre la Statua della Libertà ha anch’essa il braccio sinistro abbassato ma tiene in mano il libro della dichiarazione di indipendenza americana. Entrambe le statue, infine, indossano una lunga toga e poggiano su un piedistallo. E’ plagio o semplice casualità?

Davide Longo 

 

LA CHIESA DI SCIENTOLOGY PARTECIPA A “SPIRITUAL TOUCH”

Sabato 22 e domenica 23 settembre, presso Cascina la Marchesa (Corso Regina Margherita 371) nel Parco Carrara la Chiesa di Scientology di Torino parteciperà a “Spiritual Touch” – Festival Internazionale della spiritualità.
Nell’occasione verranno presentate  “Le Assistenze per la Comunicazione con il Corpo”; sviluppate dal fondatore di Scientology L. Ron Hubbard per ripristinare la comunicazione con la parte lesa, le assistenze alleviano le cause di disagio o malessere spirituale collegate ad una lesione, dolore o un trauma. Il denso programma prevede interessanti momenti di presentazione al pubblico e di dialogo interreligioso, dimostrazioni ed esibizioni musicali a tema.

Laura Rossi e la figurazione innovativa

Laura Rossi si inserisce di diritto tra i più interessanti artisti del panorama contemporaneo distinguendosi dall’attuale imperante moda, spesso banalmente ripetitiva di quelle che sono state le geniali avanguardie storiche, mantenendo un’arte che, non annullando la figurazione, la tratta in modo innovativo, antiretorico con capacità di sintesi modernissima. Nata a casale Monferrato, dove vive, laureata in scienza naturali, ha all’attivo importanti mostre personali e collettive che l’hanno resa nota in Italia e all’estero (tra le tante la mostra itinerante in Australia per il gemellaggio Conzano –Ingram, per il Monferrato-Santiago di Compostela, la partecipazione alle biennali di Grafica ex Libris a Casale, per i 500 anni della Sinagoga della città, la personale alla “Giornata italiana” a Milwaukee, la collettiva “Visioni pittoriche” di Praga).

Costante ed apprezzata la collaborazione con Stat viaggi e col bisettimanale “Il Monferrato” per cui realizza incisioni e piatti ricordo per la Costa Crociere. Possedendo ricchezza di idee, formazione, capacità esecutiva che, uniti a sostegno della propria poetica danno luogo ad un unicum, ad uno stile personalissimo della pittura ad olio, ad acquerello, su vetro e della scultura, dagli anni 80 si è specializzata nell’incisione. I soggetti, in particolare monumenti, chiese, palazzi, pur nella rigorosa essenzialità di poche linee bianche su nero che miracolosamente creano atmosfere colorate, riescono a produrre visioni esaurienti e immediatamente riconoscibili. Non occorre dovizia di particolari per raggiungere lo scopo: basta il crocifisso pensile della Cattedrale di Casale inciso sulla facciata a rendere l’idea complessiva dello stile romanico dell’antica costruzione; basta la stella sulla cima della Mole Antonelliana che si erge sulle case appena accennate di Torino per comunicare il rapporto di empatia tra il monumento e la città facendo scaturire la memoria collettiva di ampi significati artistici, storici e psicologici. Le ultime incisioni riguardano la celebrazione del centenario del volo su Vienna del 9 agosto del 1918 compiuto dalla Serenissima al comando di Natale Palli sullo SVA biposto con D’Annunzio per lanciare i manifestini tricolore esortanti la fine del conflitto bellico. Anche in questo caso con la solita capacità di sintesi e la sola rappresentazione dei monumenti simbolo di Pescara patria di D’Annunzio, di Vienna che diede il nome al volo e di Casale patria di Natal Palli, l’artista ha dato efficacemente corpo alla memoria dell’evento.

Giuliana Romano Bussola

 

 

 

Pochi anarchici al corteo pro-migranti

“Contro gli autoritarismi e le frontiere chiuse” è lo slogan che ha mosso il corteo svoltosi nel pomeriggio in Alta Valle di Susa, dal confine francese a Bardonecchia, seguendo la nuova rotta per i migranti . Grande dispiegamento di forze dell’ordine ma pochi manifestanti. “Decidiamo  come e quando attaccare – dice all’Ansa un portavoce dei manifestanti, che in – Oggi abbiamo scelto di essere qui in pochi. Lo abbiamo scelto per fronteggiare un grosso schieramento di polizia. Per prendervi in giro”.

 

(Foto archivio)