redazione il torinese

CACCIA, ON. BRAMBILLA: “IN ATTESA DI ABOLIRLA, CONTROLLI PIU’ SEVERI E MISURE RESTRITTIVE”

IN 11 STAGIONI 217 MORTI E 804 FERITI

“La caccia va abolita, perché crudele e anacronistica”, ma in attesa di questa riforma il Movimento animalista chiede che si assumano “misure preventive e restrittive”, come, per esempio, il raddoppio delle distanze di sicurezza e il divieto di cacciare la domenica. Lo ha detto l’on. Michela Vittoria Brambilla, presidente del Movimento, durante una conferenza stampa a Montecitorio con l’Associazione Vittime della Caccia.“Il fatto che si tratti – afferma l’on. Brambilla – di un appuntamento fisso e legale non deve far perdere di vista il vero significato dell’apertura della stagione venatoria: è l’avvio di una strage assurda, ingiustificabile, inaccettabile, di povere creature indifese. Una guerra che, secondo stime attendibili, provocherà almeno 400 milioni di vittime tra gli animali selvatici, già stremati dall’antropizzazione del territorio e dai mutamenti climatici. Invece di preoccuparsi di questo, le Regioni fanno a gara nell’approvare misure che favoriscono i cacciatori, deroghe o altri abusi filovenatori approvati all’ultimo momento o in assenza di piani faunistici. Il tutto sotto gli occhi del cosiddetto “governo del cambiamento”, dal quale ci aspettiamo atti concreti, di discontinuità rispetto ai governi Renzi e Gentiloni, “i più antianimalisti della storia”. Da anni l’Italia e le sue Regioni rischiano condanne per la violazione delle norme europee sulla tutela degli uccelli e degli habitat: per fortuna ci sono i tribunali amministrativi che in molti casi, su ricorso delle associazioni, rimettono le cose a posto”.La caccia non uccide soltanto gli animali, è una minaccia per la sicurezza delle persone. “Pochi giorni fa, a Cesena – prosegue la presidente del Movimento animalista – un bambino è stato ferito alla schiena mentre giocava nel giardino di casa. Un caso tra i tanti: secondo i dati dell’AVC, in undici stagioni, e senza tener conto degli incidenti fuori dall’ambito venatorio, 217 persone hanno perduto la vita e 804 sono state ferite”.”L’Associazione Vittime della caccia – conferma il vicepresidente Maurizio Giulianelli – si renderà disponibile all’avvio di un tavolo di lavoro con tutti i soggetti impegnati nella politica e nel mondo associativo che intendano realizzare gli obiettivi e le aspirazioni di tutte le realtà contrarie a questa barbara attività, anche in rappresentanza di tutti quei cittadini, la maggioranza degli italiani, che sono nettamente contrari alla caccia, e non regolamentaristi!”.“L’abolizione della caccia – sottolinea l’on. Brambilla – è e resta il nostro obiettivo. E’ certamente l’obiettivo sostanziale della mia pdl AC18, l’unica del genere depositata in questa legislatura, che mira, sulla linea dei referendum del 1997, a cancellare il primo e il secondo comma dell’art.842 del Codice civile, per impedire l’attività venatoria sui fondi altrui. E’ un “no” di fatto alla caccia com’è praticata oggi, più facile da attuare che un “no” di principio. Nel frattempo, però, chiediamo, quantomeno, il raddoppio delle distanze di sicurezza, il divieto di sparare la domenica e controlli medici annuali per i cacciatori. Il governo adotti misure stringenti per la tutela della biodiversità, si adoperi per fermare la deriva delle Regioni, intensifichi i controlli sulla caccia legale e sulle armi legalmente detenute (soprattutto quelle “ad uso sportivo”) e dichiari guerra, questa sì implacabile, al bracconaggio”.

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Il video è visionabile sul canale YouTube del Movimento Animalista al link https://www.youtube.com/watch?v=Ojjjt636NFQ o scaricabile al link https://drive.google.com/file/d/1crpXRCmQmhYbWoM-v4qd2HBKeSGwek5f/view.

DOMENICA SI CORRE LA STRACANDIOLO

E’ ormai un appuntamento classico del calendario Fidal.  Partenza e arrivo all’ Istituto di Ricerca e Cura del Cancro di Candiolo, cui andrà l’ intero ricavato delle iscrizioni

Domenica 30 settembre si correrà la “Scracandiolo-Corri per la ricerca”, gara che è diventata ormai un classico nel panorama podistico piemontese. Giunta alla 19/a edizione, la Stracandiolo ha come caratteristica peculiare la partenza e l’arrivo all’ interno dell’Istituto di Candiolo, proprio per sottolineare il legame fra la competizione e il prestigioso Centro di ricerca e cura del cancro che sorge alle porte di Torino e al quale andrà l’intero ricavato della corsa. Si tratta, dunque, di una “maratona della solidarietà”, che negli anni è stata corsa da migliaia di persone ed ha permesso di raccogliere ben 150 mila euro da destinare alla battaglia contro il cancro. La Stracandiolo è organizzata da Giannone Running e dal Gruppo Sportivo Podistico Torino ’75 e fa parte del calendario regionale della Fidal. La corsa competitiva, per adulti, allievi e allieve, si snoda su un circuito di circa 9 chilometri. Più breve il percorso per cadetti (1,5 chilometri), per ragazzi (1 chilometro) e per esordienti (800 metri). Sempre sulla lunghezza di 9 chilometri si snoderà la Stracandiolo non competitiva, gara ludico/motoria aperta a tutti. Il ritrovo è fissato per le ore 7,45 del 30 settembre, davanti all’Istituto di Candiolo (Strada Provinciale 142, Km 3,95); alle 9,30 inizieranno le partenze. Vista la finalità della manifestazione, sarà possibile iscriversi anche il giorno della gara. Per informazioni:www.giannonesport.com/stracandiolo.

Musy colpito in una giornata simbolica

La Cassazione nella sentenza che rende definitiva la condanna all’ergastolo per Francesco Furchì scrive che questi volle uccidere Alberto Musy  in un giorno “simbolico”. Si trattava infatti di quello in cui l’omicida stava liberando la sede della Fondazione Magna Grecia non avendo i soldi per pagare l’affitto. Per la Corte questo era un evento che “poteva riunire in sé i singoli motivi di rancore e frustrazione”.  Il consigliere Musy fu  ferito a colpi di pistola il 21 marzo 2012 nell’androne della propria casa, in via Barbaroux e morì nell’ottobre del 2013. Secondo  i giudici Furchì attribuiva al consigliere gli insuccessi dei propri tentativi di inserirsi nel mondo politico e imprenditoriale torinese.

Una Giovane Ambasciatrice di Torino porta un messaggio anti-povertà al cuore delle istituzioni

Il 25 settembre, Sofia Rastello, 22 anni, una giovane attivista anti-povertà di Torino, ha portato un potente messaggio al cuore delle istituzioni italiane, invitando Deputati, Senatori e Ministri a fare ciò che è nel proprio potere per contribuire a sostenere la lotta contro la povertà estrema durante i loro rispettivi mandati. Rastello si è recata a Roma per il lancio della campagna ONE Vote Italia che è coinciso con il terzo anniversario dell’adozione degli Obiettivi di sviluppo sostenibile in sede ONU. Il lancio della campagna ha visto Rastello impegnata a fare la spola tra Palazzo Montecitorio, Palazzo Madama e la Farnesina per presentare la campagna a rappresentanti politici di diversi schieramenti e per esortarli a garantire che le leggi italiane ed europee diano la possibilità ai più poveri del mondo di liberarsi più celermente dalla povertà estrema. Tra gli altri, Rastello ha incontrato la Viceministra alla Cooperazione allo Sviluppo, Emanuela Del Re, che ha apposto la sua firma in supporto alla causa, il Sen. Pietro Grasso, ex magistrato e Presidente del Senato dal 2013 al 2018 e il Sen. Castaldi. Rastello ha spiegato a coloro che ha incontrato che la campagna ONE Vote vuole porre l’accento sul ruolo cruciale che l’Italia, in qualità di paese membro del G7 e del G20 nonché di uno tra i più grandi stati membri dell’Unione europea, può giocare ai fini dell’eradicazione della povertà estrema se saprà dimostrare leadership su questo tema a casa e in Europa. In merito ha dichiarato: “Sono entusiasta del supporto ricevuto dai tanti rappresentanti politici che abbiamo incontrato in occasione del lancio della campagna ONE Vote. Come noi, sono in molti a credere che gli investimenti nello sviluppo di lungo periodo siano fondamentali in un’era di molteplici sfide ed incertezze. L’Italia può e deve fare la sua parte affinché il mondo raggiunga gli Obiettivi di sviluppo sostenibile entro il 2030, primo fra tutti l’eradicazione della povertà in ogni sua forma.  Emily Wigens, referente di ONE per l’Italia, ha aggiunto: “La campagna ONE Vote vuole porre l’accento sulla necessità da parte dell’Italia, così come degli altri paesi europei, di far propria l’idea che il destino dell’Europa e dell’Africa sono interconnessi. Dalla stabilità e prosperità dell’uno, dipenderanno infatti la stabilità e la prosperità dell’altro. Una gioventù africana emancipata e che abbia accesso alle giuste opportunità educative e lavorative può fungere da motore della crescita globale, dell’innovazione e può modellare il futuro di entrambi i nostri continenti. È una situazione vantaggiosa per tutti.” Wigens ha concluso: “La campagna ONE Vote ha raccolto largo interesse da parte di rappresentanti politici di diversi schieramenti dimostrando come la sconfitta della povertà estrema non ha un colore politico. La necessità di garantire una vita dignitosa a tutti, a prescindere dal paese di appartenenza, dovrebbe infatti essere un valore universale che trascende l’appartenenza politica.”

 

Cos’è ONE

ONE è un’organizzazione sostenuta da oltre 9 milioni di membri, tra i quali 70.000 in Italia, che opera con campagne e attività di sensibilizzazione per combattere la povertà estrema e le malattie prevenibili, soprattutto in Africa. Apolitica, ONE mira a sensibilizzare l’opinione pubblica e a lavorare di concerto con i leader politici per combattere l’AIDS e le malattie prevenibili, aumentare gli investimenti per l’istruzione, l’agricoltura e l’alimentazione e chiedere ai governi maggiore trasparenza nei programmi di lotta alla povertà. Per saperne di più visita: one.org

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Programma “Youth Ambassador”

Gli ambasciatori ONE sono un gruppo di giovani volontari estremamente motivati, selezionati tramite bando pubblico, che conducono attività di sensibilizzazione in tutta Europa per porre fine alla povertà estrema. Sollecitano un impegno concreto dei responsabili politici, lavorano con i mezzi di comunicazione per aumentare la visibilità delle campagne ONE e incoraggiano il pubblico a sostenere le petizioni e le altre azioni ONE con attività online ed eventi locali. Per saperne di più visita: one.org/youthambassadors.

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La Campagna ONE Vote Italia

Attraverso la campagna ONE Vote Italia, ONE esorta l’Italia a:

  • Continuare ad aumentare l’aiuto pubblico allo sviluppo (APS) italiano, stabilendo un’ambiziosa tabella di marcia per arrivare all’obiettivo di destinare lo 0,7% del reddito nazionale lordo all’aiuto allo sviluppo.
  • Aumentare, di pari passo ai livelli globali di aiuto allo sviluppo, gli investimenti tramite istituzioni multilaterali efficaci, come il Fondo Globale per la lotta all’AIDS, tubercolosi e malaria o Gavi – l’Alleanza per i Vaccini.
  • Garantire che il prossimo Quadro finanziario dell’Ue, il bilancio a lungo termine europeo, preveda un aumento dei fondi destinati allo sviluppo e raggiunga la cifra di 140 miliardi di euro.
  • Implementare norme innovative contro la corruzione per impedire che miliardi di euro siano sviati dai paesi in via di sviluppo ogni anno attraverso una rete di attività corrotte.
  • Contribuire a porre rimedio alla crisi globale rappresentata dal fatto che 130 milioni di bambine nel mondo non vanno a scuola, aumentando di 33 milioni di euro lo stanziamento a favore del Partenariato mondiale per l’istruzione (GPE).

Meteo, temperature in risalita

La scorsa notte è stata la più fredda di settembre, con temperatura sotto zero a 2.000 metri sui monti del Piemonte. Ma già da oggi le temperature tornano a risalire, secondo le previsioni meteo di Arpa – Agenzia regionale per la protezione ambientale. Termometro a -0.9 ad Alagna Valsesia, sul Colle Barant, a Usseglio, -0.7 a Ceresole Reale e -0.6 a Sestriere nel Torinese. A Torino città  il termometro è sceso a 13.2 gradi.

BIOINDUSTRY PARK RICORDA SILVANO FUMERO

A 10 anni dalla prematura scomparsa del proprio fondatore Silvano Fumero e a 20 dalla sua inaugurazione, il Bioindustry Park di Colleretto Giacosa organizza, giovedì 27 settembre, un’intera giornata per ricordarne la figura di scienziato e imprenditore intraprendente

Un’occasione per celebrare anche il ventennale del Parco, diventato oggi un punto di riferimento a livello globale nell’ambito della salute umana e delle scienze della vita con più di 40 organizzazioni, tra piccole imprese e grandi gruppi internazionali, insediate al suo interno. Una giornata “Out of the Box” con ingresso libero con prenotazione on line fino a esaurimento posti, dove scienza e arte si alterneranno e intrecceranno per offrire l’immagine di un personaggio fuori dagli schemi, che con le sue intuizioni e il suo spirito imprenditoriale ha saputo creare qualcosa di nuovo, duraturo e innovativo. L’evento si aprirà alle 10 con l’intervento scientifico di Thomas Wilckens, CEO di InnoVentis Ltd, dal titolo “Discovery consists of seeing what everybody has seen, and thinking what nobody has thought. #PrecisionMedicine is doable today!”.

Wilckens illustrerà le nuove frontiere della medicina di precisione, basata sulle differenze individuali e che tiene conto della variabilità genetica, dell’ambiente, e dello stile di vita delle singole persone. Un approccio all’avanguardia, destinato ad offrire una visione alternativa e“fuori dagli schemi” incampo medico. Alle 17 avverrà il momento più solenne, con l’intitolazione del piazzale antistante il Bioindustry Park a Silvano Fumero, ideatore, fondatore e primo Presidente del Parco. Alle 18 il giornalista de La Stampa Piero Bianucci racconterà come “Pensare di sbieco. Come essere innovativi in un mondo di mode”. Un viaggio attraverso la storia, ripercorrendo le grandi intuizioni di scienziati e pensatori. Di coloro che hanno saputo inventare non seguendo la strada tracciata da altri ma aprendone una nuova, diversa e vincente. Dopo l’aperitivo, alle 21 la scienza si incontrerà con l’arte del teatro attraverso “Viaggio tra lontane apparenze”reading letterario liberamente tratto dall’omonimo romanzo di Silvano Fumero, l’opera che più di tutte ne rappresenta le diverse “dimensioni” di scienziato, ricercatore, imprenditore e divulgatore. Il reading è realizzato dall’Associazione culturale K.I.T.E., fondata nel 2006 all’interno del Bioindustry Park proprio da Silvano Fumero, con l’obiettivo di rendere accessibili a tutti le grandi tematiche scientifiche, attraverso il linguaggio fresco e democratico dell’arte e del teatro.

Se oggi possiamo celebrare i 20 anni dalla fondazione del Parco e se possiamo raccontare di successi, di nuovi importanti progetti e di visibilità internazionale lo dobbiamo principalmente a Silvano Fumero – Spiegano Fiorella Altruda e Alberta Pasquero, Presidente e AD del Bioindustry Park – La sua intuizione di creare un polo di riferimento nell’ambito della salute e delle scienze della vita, mettendo insieme piccole e grandi aziende, centri di ricerca, università e istituzioni, si è dimostrata vincente e ha tracciato una nuova strada per il settore nel nostro Paese”.   

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Per iscrizioni: https://www.biopmed.eu/zc/evento.html?id=18

Proposte gustose e “aria di casa” al Boja Fauss

Il Torinese ha provato per voi il ristorante Boja Fauss di Via Saluzzo 48/d

Il Boja Fauss nasce nel 2005 con lo chef Roberto Notarpietro a cui nel 2011 si aggiunge Jacopo Balbo come co-proprietario e direttore di sala.Negli ultimi anni è diventato famoso per la sua partecipazione al programma Cucine da Incubo condotto dal pluripremiato chef Antonino Cannavacciuolo che ha rimodernato l’intero locale.

POSIZIONE: Via Saluzzo 48, all’ingresso dell’ormai quartiere cult della movida torinese Sansalvario. È comodamente raggiungibile anche mediante mezzi pubblici (metropolitana) se si vuole evitare il problema parcheggi. @@

LOCATION: l’esterno è senza troppe pretese, ma l’interno è molto accogliente.

Ci sono 3 diverse sale (2 al piano terra e l’altra seminterrata) con mattoni a vista e cassette di legno come soffitto il che lo rende particolare e gioioso. La location inoltre è pulita e ben mantenuta. La mise en place è semplice il che fa sentire “aria di casa”. @@@

PERSONALE: educato, svelto, gentile e disponibile anche ad accontentare le richieste più particolari dei clienti. @@@@

MENU: il menù è quello della tradizione piemontese ma con alcune rivisitazioni in chiave moderna. Prevede la distinzione tra “menù pranzo” costituito dalla scelta tra menù di mare, menù di terra e piatti del giorno e “menù cena” con piatti più ricercati. Le materie prime sono tutte di primissima qualità e ciò dipende soprattutto dalla volontà dello chef di servire esclusivamente prodotti stagionali. Per lo stesso motivo il menù cambia non solo in base alle stagioni ma anche in base a “ciò che si trova di buono al mercato” proprio come farebbe la nonna di ognuno di noi. Ottimi anche i dolci in particolare il macaron al cioccolato servito con gelato al cocco. @@@@

CARTA DEI VINI: ad accompagnare i piatti del Boja Fauss c’è inoltre un’ottima carta dei vini tra cui spicca L’Accento il Ruchè di Castagnole Monferrato vino entrato nell’annuario dei migliori vini nonché tre bicchieri del Gambero Rosso. @@@@@

RAPPORTO QUALITA’/PREZZO: i prezzi vanno dal menù che a pranzo è composto da primo, secondo, acqua o vino e caffè e costa 10 euro ai piatti del giorno sugli 8 euro sempre comprensivi di acqua, ecc. Leggermente più alti i piatti della formula cena. @@@

PARTICOLARITA’: viene servita acqua microfiltrata gratuitamente. Fa bene all’ambiente e anche al portafogli. @@@@@

GIUDIZIO FINALE: è il posto ideale se si vuole fare una pausa pranzo di qualità ma senza spendere eccessivamente.

TOTALE TORETTI @: 26 /35

 

Dora Mercurio

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Legenda

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Vittone il torinese “monferrino”

Bernardo Antonio Vittone, torinese, architetto alla corte dei Savoia progettò numerosi luoghi di culto ed edifici civili nel Settecento sabaudo.

Anche il Monferrato è stato interessato alla sua opera, dal Seminario di Acqui Terme, dedicata a San Luigi Gonzaga a Corteranzo, oggi frazione di Murisengo, dopo essere stata comune sino al 1928, per arrivare all’Ospizio di Carità di Casale Monferrato (l’attuale casa di riposo di piazza Cesare Battisti Murisengo, E proprio a Casale, a partire da sabato 29 setttembre si può ripercorrere tutta la sua vita artistica in un viaggio attraverso quarantotto panelli grafici che rappresentano tutte le opere di Bernardo Antonio Vittone che sono presenti sul territorio regionale piemontese. L’esposizione rimarrà aperta fino al 7 ottobre, dalle 10 alle 13.30 e dalle 14.30 alle 19, con catalogo disponibile presso il bookshop.

Sempre sabato, dalle 10, la sala Giumelli della Casa di riposo di piazza Cesare Battisti ospiterà un convegno che avrà come relatori Antonio Mignozzetti, storico e curatore con Cesare Matta (che ha seguit in particolare la parte fotografica), della mostra, lo storico Dionigi Roggero, l’archivista Manuela Meni ed Edoardo Piccoli docente associato di storia dell’architettura al Politecnico di Torino. Al convegno seguirà una visita guidata alla mostra ed alla struttura vittoniana.

 

Massimo Iaretti

Torna “Portici di carta”

L’APPUNTAMENTO 2018 DI PORTICI DI CARTA SI AVVARRÀ DEL TRADIZIONALE MARCHIO CHE HA CONTRADDISTINTO LE PRECEDENTI AFFOLLATE EDIZIONI

Sabato 6 e domenica 7 ottobre tornerà Portici di Carta, la  libreria  più lunga del  mondo sotto i portici del centro di Torino con i tradizionali due chilometri di bancarelle in via Roma, piazza San Carlo e piazza Carlo Felice. Portici di Carta è un progetto della Città di Torino e della Fondazione per il Libro, la Musica e la Cultura, realizzato da Fondazione per la Cultura Torino, con il sostegno di Regione Piemonte e la partecipazione dei librai torinesi coordinati da Rocco Pinto.Quest’anno saranno presenti complessivamente 123 librai di Torino e provincia ed editori provenienti da tutto il Piemonte a cui si aggiungono in piazza Carlo Felice i bouquinistes del Libro Ritrovato. I portici di via Roma, piazza San Carlo e piazza Carlo Felice saranno suddivisi in 19 tratti tematici che raggrupperanno in modo omogeneo le librerie e le case editrici a seconda delle rispettive specializzazioni. La XII edizione sarà caratterizzata da una grande novità: Aspettando Portici.

Sabato 29 settembre, 15 delle librerie partecipanti alla rassegna faranno da apripista con un ricco programma di letture, spettacoli teatrali, incontri con autori, laboratori e animazioni per bambini.Portici di Carta 2018 è stato dedicato a Pippi Calzelunghe, personaggio rivoluzionario nato dalla penna di Astrid Lindgren, edito per la prima volta in Italia sessant’anni fa: un’icona in grado di valicare i confini  della  letteratura  per  l’infanzia. Per l’occasione, Valeria  Parrella terrà – sabato 6 ottobre, ore 18.30, Oratorio San Filippo Neri (via Maria Vittoria 5) –  una lezione dal titolo Pippi maestra di femminismo; gli allievi della Scuola ODS (Operatori  Doppiaggio e Spettacolo), coordinati da Stefania Giuliani, leggeranno nello Spazio Bambini estratti del libro e, il Dipartimento Educazione Castello di Rivoli, animerà piazza San Carlo con una grande azione di  pittura collettiva a lei ispirata.L’Oratorio di San  Filippo (via Maria Vittoria 5) e il Circolo dei lettori (via Bogino 9) ospiteranno gli spazi eventi.Le attività, però, si svolgeranno anche in altre sedi: in piazza San Carlo ci saranno lo Spazio Bambini e il Bibliobus (che si inaugurerà con Portici). I Giardini Sambuy accoglieranno le iniziative dell’Associazione Giardino Forbito mentre, nell’area pedonale di via Roma, si potrà partecipare alle attività del Centro Interculturale. Palazzo Lascaris e la Biblioteca civica Centrale saranno sedi rispettivamente delle mostra dei tappeti della guerra russa-afghana e della fotografica promossa dall’associazione Wondy sono io. Sul tram storico dell’ATTS (Associazione Torinese Tram Storici) si alterneranno letture dedicate a Torino proposte dalle Biblioteche civiche torinesi e curate dagli allievi della ODS, coordinati da Stefania Giuliani. Tra gli appuntamenti in programma si segnalano: il confronto di Nando dalla Chiesa con Margherita Oggero sulla bellezza dell’insegnare partendo dal suo libro Per fortuna faccio il prof; la presentazione del libro Ho scoperto di essere morto dell’emergente scrittore brasiliano João Paulo Cuenca, con Darwin Pastorin; l’incontro con Aldo Cazzullo al Circolo dei lettori che proporrà Giuro che non avrò più fame. L’Italia della ricostruzione; il debutto letterario di Luigi Lo Cascio con Ogni ricordo un fiore, presentato da Elena Varvello; il ritorno di Benedetta Cibrario col suo atteso Il rumore del mondo, in dialogo con Giovanni Tesio; le letture e le riflessioni sul libro di Luca Rastello Dopodomani non ci sarà, con Monica Bardi, Davide Ferrario e Marco Gobetti; la presenza delle autrici del Concorso letterario nazionale Lingua Madre Marcela Luque e Madeleyn Eugenia Mendoza Marquez. Molto attesi il reading musicale Trio Malinconico di Diego De Silva – tratto dalla quadrilogia dell’avvocato Malinconico e dal suo ultimo libro Superficie – e l’affabulazione sentimentale di Fabio Stassi Ogni coincidenza ha un’anima. Tutti gli appuntamenti sono a ingresso  gratuito. Gli editori ospiti di quest’anno saranno Emons Audiolibri e Gallucci Editore.

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(cs) – Foto: il Torinese

 

SANITÀ. IL CENTROSINISTRA PIEMONTESE A SOSTEGNO DEL MANIFESTO PER LA TUTELA DELLA NON AUTOSUFFICIENZA

Andrea Appiano (Pd): “Occorre investire nella domiciliarità, a partire dal ripristino degli assegni di cura”

Nel corso della seduta del Consiglio regionale di martedì 25 settembre è stato depositato un atto di indirizzo a prima firma Andrea Appiano (Pd), sottoscritto da tutti i Gruppi consiliari della maggioranza di centrosinistra con cui si impegna la Giunta regionale ad adottare il Manifesto per “Prendersi cura delle persone non autosufficienti” quale linea guida regionale in materia di organizzazione, governo ed erogazione dei servizi per la non autosufficienza. Il documento, già presentato agli Assessori regionali alla Sanità e alle Politiche Sociali nel corso di un convegno, tenutosi a Palazzo Lascaris il 21 settembre scorso, è il frutto della collaborazione di diverse realtà associative: le Acli di Torino e del Piemonte, La Bottega del Possibile, la Fondazione Promozione Sociale Onlus, il Forum Terzo Settore del Piemonte.  “Il Manifesto è oggi l’elaborazione politica e culturale più avanzata in tema di non autosufficienza – dichiara Appiano – un documento che analizza, in modo estremamente chiaro, le lacune dell’attuale modello dei servizi e, contestualmente, elabora concrete proposte per garantire prese in carico più efficaci ed efficienti. La principale criticità con cui oggi abbiamo a che fare è la rigida distinzione tra i due ambiti – sanitario e assistenziale – a cui vengono ricondotte le prestazioni rivolte alla non autosufficienza e alla cronicità. Si tratta, da un lato, di un approccio che induce inevitabilmente a privilegiare soluzioni di cura, spesso inappropriate, di carattere istituzionale (attraverso, ad esempio, ricoveri in strutture residenziali), a scapito dell’investimento nella domiciliarità e alimentando liste d’attesa già sature; dall’altro, anche quando la soluzione domiciliare è possibile, tale approccio crea incertezza e oneri a carico dei cittadini: nel nostro ordinamento, infatti, solo le prestazioni di carattere sanitario hanno natura universalistica e ottengono piena copertura attraverso la fiscalità generale, mentre le prestazioni assistenziali, quali sono per lo più quelle erogate oggi in regime di domiciliarità, non hanno carattere universale e necessitano di compartecipazione alla spesa da parte delle famiglie e/o dei comuni attraverso gli enti gestori delle funzioni socio assistenziali”. Proprio in ragione di questa rigidità, da ormai diversi anni, in Piemonte sono stati sospesi i cosiddetti assegni di cura, misura adottata in via sperimentale, e con notevole successo, in alcune Asl sul finire dello scorso decennio, attraverso la quale veniva riconosciuto alle famiglie un contributo economico per l’assistenza domiciliare dei congiunti non autosufficienti. Le motivazioni alla base della loro sospensione, richiesta, peraltro, dal piano di rientro dal debito sanitario che, per un lungo periodo di tempo, ha vincolato l’amministrazione regionale piemontese, insistevano proprio sulla non pertinenza sanitaria dell’assistenza domiciliare, che pertanto non poteva essere erogata con i fondi del Servizio Sanitario Regionale.“È evidente come il modello attuale sia fonte di scarsa efficienza e di disagi per numerosi cittadini – prosegue Appiano – A fronte di questa tendenza, lo sforzo compiuto dal nuovo Manifesto è quello di ribaltare il paradigma vigente, mettendo al centro dell’organizzazione dei servizi non la distinzione tra ambito sanitario e assistenziale, ma i reali bisogni di salute delle persone. La presa in carico della non autosufficienza, in questo quadro, non può che configurarsi come integrazione di prestazioni di natura diversa e deve poter essere adattabile alle esigenze dei singoli pazienti. Non un modello unico per tutti, quindi, ma un approccio che sa tenere conto delle specificità delle diverse situazioni e contesti di vita”. Quello proposto dal Manifesto è un concetto più ampio e avanzato di cura capace di comprendere non solo le azioni terapeutiche tradizionalmente considerate di pertinenza sanitaria, ma anche l’assistenza prestata, ad esempio, da badanti e familiari al fine di migliorare la qualità di vita del paziente. Da qui la sollecitazione, rivolta ai decisori politici, di assicurare l’impegno anche del Servizio Sanitario nel finanziare diverse possibili forme di assistenza domiciliare, superando le rigidità attuali e dando risposta alle difficoltà di numerose famiglie che, oggi, non dispongono delle risorse per far fronte ai bisogni dei loro congiunti non autosufficienti.

“Questo cambio di paradigma, che deve potersi concretizzare, tra l’altro, nel ripristino degli assegni di cura, è la condizione essenziale per un investimento concreto nella domiciliarità – conclude Appiano – e comporterebbe vantaggi per numerosi pazienti che non verrebbero allontanati dal loro ambiente domestico, mentre nel medio-lungo periodo garantirebbe l’abbattimento delle liste d’attesa per i ricoveri in struttura e, dal punto di vista dei conti pubblici, l’efficientamento della spesa dovuto ai costi decisamente contenuti delle soluzioni domiciliari rispetto a quelle