LEU SUL CASO HAG

Un fulmine a ciel sereno per lavoratori e sindacati: mai prima d’ora si erano avuti segnali di crisi nella fabbrica di Andezeno dove, fino a una decina di anni fa, si producevano 5mila tonnellate di decaffeinato e le stime dell’azienda prevedevano addirittura un incremento. Invece ieri il Gruppo Jde ha annunciato l’apertura della procedura di licenziamento collettivo per tutti e 57 dipendenti dell’azienda e la cessazione delle attività dal primo gennaio 2019. “Ciò che appare assurdo – afferma il capogruppo di Liberi e Uguali in Regione, Marco Grimaldi – è che una multinazionale che dichiara «di considerare importante e unico il mercato del caffè italiano e di voler continuare ad attribuirgli un ruolo chiave all’interno dei propri futuri piani di crescita», licenzi 57 dipendenti e chiuda un impianto dall’oggi al domani. Mantenendo però fabbriche in funzione in Germania e in Svezia, Paesi in cui il costo del lavoro è più alto e le ore lavorative settimanali sono inferiori”. “Per quale motivo quindi il gruppo Jde chiude improvvisamente il sito produttivo di Andezeno, l’unico in Italia, e trasferisce la produzione nelle altre fabbriche europee?” è la domanda che si pongono i consiglieri di LeU in Regione, Silvana Accossato e Walter Ottria che aggiungono: “in vent’anni di produzione, non c’è stato mai il ricorso ad ammortizzatori sociali o cassa integrazione, e la flessione della domanda di caffè non giustifica per nulla una così pesante azione sul sito produttivo di Andezeno”. La pensano allo stesso modo i sindacati Uila e Flai che hanno proclamato lo stato di agitazione e due giornate do sciopero: “come le organizzazione sindacali – proseguono Grimaldi, Accossato e Ottria –, anche noi chiediamo che si apra una trattativa con l’azienda per mantenere il sito in Italia, ma riteniamo necessario che il Gruppo Jde ritiri immediatamente la procedura di licenziamento collettivo; con questa spada di Damocle sulla testa – aggiungono i consiglieri di Leu – , nessuna trattativa può partire serenamente.“Per questi motivi – conclude Marco Grimaldi – nei prossimi giorni incontreremo i 57 dipendenti della fabbrica di Andezeno e le sigle sindacali, in modo da sollecitare, dalla Regione, un intervento in questo senso”.
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