redazione il torinese

Francesco Molinari vince la Race to Dubai

Per il torinese è stato un anno straordinario

Francesco Molinari  vince la Race to Dubai e diventa il primo italiano nella storia del golf a conquistare la palma di migliore giocatore europeo, superando  Tommy Fleetwood. Per il torinese è stato un anno straordinario con il successo nel Dp Tour Championship, ultimo momento dell’European Tour, torneo delle Rolex Series in corso. “Vincere la Race to Dubai è qualcosa d’incredibile e inimmaginabile. Sono felicissimo e ora voglio godermi questo successo”, ha detto lo sportivo.

Panchine giganti, progetto collettivo con vista sulle Langhe

Sono fino ad ora 59 le panchine giganti costruite in Piemonte, colorate, panoramiche, accessibili e creative. Sono davvero grandi e permettono di sedersi comodamente e di rilassarsi, come non accade su una panchina normale, dando ai visitatori la possibilità di godere di paesaggi magnifici e rari come quelli delle Langhe. Non è solo un vezzo, una mania per caratterizzare con fantasia il territorio ma un vero e proprio progetto, il Big Bench Community Project, cominciato a Clavesana nel 2009 grazie all’idea di Chris Bangle e sua moglie Catherine. Lo spirito di questo piano, senza nessun scopo di lucro, è frutto della passione, dell’entusiasmo, del forte impulso ad attrarre l’interesse verso le eccellenze di questa area con il fine di supportare l’economia attraverso una metodica creativa e nuova, fresca e positiva. Guardare i vigneti seduti su un piccolo capolavoro è una vera e propria esperienza, personale e collegiale, un vero e proprio esperimento per concedersi una visione diversa di un territorio prezioso e incantato che sempre più richiama visitatori, estimatori e cultori dei prodotti locali, del vino, delle bellezze artistiche e naturalistiche. Alcune regole caratterizzano questo speciale e innovativo progetto: niente fondi pubblici ma solo contributi privati per un lavoro artigianale volontario, la posizione panoramica, l’accessibilità a tutti e in qualsiasi momento. Alcune panchine non hanno un indirizzo preciso ma è possibile individuarle con Google Maps L’auspicio di Bangle è che questo progetto, che sta davvero appassionando con la costruzione di tantissime panchine, possa varcare anche i confini nazionali e che un giorno si possa costruirne una dedicata alla pace in un posto “travagliato del mondo”.

Maria La Barbera

 

Paolo Capone: “Puntare sulla formazione per tutelare i lavoratori dal rischio di esclusione”

Si è tenuto nei giorni scorsi l’incontro organizzato dal Sindacato UGL, sul tema “La questione settentrionale. Previdenza e nuovo lavoro”,  in cui si è discusso della trasformazione del mondo del lavoro caratterizzato da maggiore flessibilità e più precariato. 

 

Per il Segretario Generale, Paolo Capone, “nel mondo del lavoro è in atto una profonda trasformazione e, per tale ragione, appare fondamentale gestire e governare tali mutamenti che possono rappresentare anche una grande opportunità in quella che viene comunemente definita come la ‘quarta rivoluzione industriale’. Si tratta – ha proseguito Capone – di una modernizzazione così repentina che deve richiedere una risposta decisa da parte di Istituzioni e parti sociali. Infatti, potenziare la formazione significa allineare le competenze, tutelando, al contempo, i lavoratori dal rischio di esclusione”.

E’ tempo di “Museiamo”

Riparte il programma di visite teatrali MuseiAmo Due ignoti personaggi vagano per i musei torinesi con il compito di raccogliere e comprare per un privato il più possibile, qualsiasi pezzo di storia, di arte, tecnologia e scienza contenuto nei musei, per arricchire la sua collezione personale. Riusciranno i due a rubare la memoria dei luoghi o decideranno di conservare i beni e “la storia” per la comunità? Sulle orme di queste domande ogni museo verrà rappresentato attraverso teatro, musica, arte e poesia. 17 appuntamenti dal 17 novembre. Trovate tutti i dettagli qui: http://bit.ly/museiamo Posti limitati, prenotazioni obbligatorie presso Turismo Torino e Provincia Tel. 0125618131 E-mail: info.ivrea@turismotorino.org

“Il Comune nella piazza no-tav”. Ma Appendino dice no

Nuove polemiche sulla tav dopo l’annuncio del consigliere comunale dei pentastellati, Damiano Carretto: all corteo No Tav dell’8 dicembre la Città di Torino, scrive su Facebook l’esponente grillino  “sarà sicuramente rappresentata in veste ufficiale come in tutte le manifestazioni NoTav da quanto Appendino è Sindaca. Ciò in relazione a un preciso programma elettorale e ad atti votati dal Consiglio Comunale. I rappresentanti della città sfilano con la fascia assieme ai sindaci della valle di Susa e di altre città”. Ma la sindaca Chiara Appendino fa sapere subito che al momento “non sono previsti simboli della Città”.   La politica cittadina reagisce: “La Città non vada al corteo No Tav dell’8 dicembre. In un momento delicato come quello attuale in cui il dibattito sulla Tav non solo e’ aperto, ma vede tantissimi torinesi metterci la faccia e scendere in piazza per la continuazione dei lavori sulla Torino-Lione, la presenza del gonfalone del Comune ad una manifestazione di parte e’ uno sfregio istituzionale senza precedenti alla cittadinanza, una mancanza di rispetto verso chi si sta schierando per il sì, l’ennesima forzatura a cinque stelle” così commentano Maurizio Marrone, dirigente nazionale di Fratelli d’Italia, e Augusta Montaruli, parlamentare FDI, che aggiungono: “Non pretendiamo che Appendino rinunci alla sua ottusità, ma quantomeno che dimostri rispetto per il dibattito in corso. Il Sindaco non solo non sta ascoltando il popolo Si’ Tav, ma fa di peggio: le dichiarazioni sull’apertura al dialogo, seguite dall’adesione ufficiale in fascia tricolore al corteo No Tav dell’8 dicembre, sono una presa in giro. Ad una disponibilità reale al confronto, infatti, non sarebbe mai seguito un simile affronto”.

(foto: Il Torinese)

Regionali, Tajani incorona Cirio. Gli alleati: “Calma…”

Per cercare di dare entusiasmo a una piazza (mezza) piena di manifestanti forzisti e pro-tav, il presidente del parlamento Europeo e vicepresidente azzurro, Antonio Tajani, ieri ha incoronato l’eurodeputato Alberto Cirio: sarà lui, ha detto, il candidato del centrodestra alla presidenza della Regione Piemonte. Ma gli alleati replicano: “non c’e’ ancora nessun accordo, se spettera’ a Forza Italia, Cirio sarebbe un ottimo nome”, dichiara all’ANSA Riccardo Molinari, capogruppo della Lega alla Camera e segretario regionale in Piemonte. “Abbiamo un ottimo rapporto con Cirio, e’ una persona che stimiamo. Però nulla è stato per ora deciso all’interno della coalizione”. Sulla stessa linea il coordinatore regionale di Fratelli d’Italia, Fabrizio Comba: “Ferma la stima per Alberto Cirio, che è certamente un candidato in grado di rappresentare bene la coalizione di centrodestra, nulla è stato ancora definito, perche’ il candidato alla Presidenza del Piemonte rientra in una valutazione  più generale, che non comprende solo la nostra Regione ma tutte quelle  che andranno al voto”.  Per Comba “le parole di Tajani sono un legittimo auspicio, ma nulla di più, per ora. Al di là di un incontro tra i leader Meloni, Salvini e Berlusconi, che ormai risale a settembre, non si è più tornati sull’argomento, discutendo peraltro, in quell’occasione, soltanto dei criteri per la scelta del candidato e chiedendo ai Partiti di presentare una lista di rose in alcune Regioni”. Insomma, è il più classico gioco delle parti per cercare di portare ciascuno più acqua al proprio mulino. L’aspetto positivo per il centrodestra è però che, leggendo tutte queste dichiarazioni, parrebbe sicura la classica alleanza tra FI, Lega e FdI alle prossime Regionali in Piemonte. Salvo sorprese.

Moncestino, terra di confine

Moncestino è un piccolo comune della Provincia di Alessandria, anzi è uno tra quelli di minori dimensioni con una popolazione di circa duecentosessanta abitanti, ed è posti ai suoi confini estremi nord – occidentali. E’ questa la sua peculiarità perché il comune della Valcerrina confina con ben tre province quanto al suo territorio comunale: quella di Vercelli con Crescentino, quella di Asti con Robella d’Asti e, infine, la Città Metropolitana di Torino, con Verrua Savoia. La sua parte pianeggiante, che si affaccia sull’area golenale della Piagera (a poca distanza si trova il mercato ortofrutticolo della Piagera, struttura unica tra Casale e Chivasso che insiste però sul territorio comunale della confinante Gabiano) è chiamata ‘Ganoia’ dai nomi delle ganoie, ovvero i ganci delle barche che venivano usate sul Po.

La parte più suggestiva è quella collocata sulla collina ed il nome del paese, Moncestino, ha un’origine molto antica, pertanto non documentabile con estrema certezza. Moncestino, o per usare l’antica denominazione ‘Mons Cestini’, deriverebbe da ‘Ceste’, insediamento celto-gallico ubicato sulla riva sinistra del Po, nella località antistante l’attuale capoluogo, in prossimità di Fontaneto Po, in Provincia di Vercelli, per alcuni studiosi, per altri spostato leggermente più a Nord, verso San Genuario (Crescentino). Si era nel lontano 101 a.C. e nella fase iniziale della battaglia dei Campi Raudi gli abitanti di Ceste si rifugiarono al di da del Po, sulla sponda destra, fermandosi sulla collina che da loro prese nome di ‘Monte dei Cestini’. Nella battaglia il console Caio Mario annientò i Cimbri. L’ipotesi dell’origine celtica del nome del paese ha un buon fondamento nella toponomastica locale, i cui termini sono di chiara derivazione del linguaggio di tale popolo, ma altre tracce le lasciarono anche altre genti, come Liguri, Romani, Longobardi e Saraceni.

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Una fonte storica del paese è data dal libro di Romano Ghitta, sindaco di Moncestino sino al1991, anno in cui terminò il suo cammino terreno: ‘Moncestino, storia e tradizioni’, tirato in 500 copie per iniziativa del Comune. Si tratta di un’interessante camminata nel corso della storia di una comunità della Valcerrina, che non manca anche di ricordare il piccolo paese di Villamiroglio, con il cui territorio confina, mediante alcuni cenni posti alla fine del libro. Rimandando ad un’altra puntata del nostro viaggio i cenni sugli immobili di maggiore pregio esistenti nel paese, il Castello costruito dai Conti Miroglio, la cappella votiva di San Sebastiano e San Rocco, la chiesa parrocchiale di Santa Maria delle Tre Valli, in questa ‘tappa’ del viaggio ci soffermiamo sulla nuova casa comunale, Palazzo Giustiniani, il cui acquisto venne effettuato con delibera del Podestà Lazzaro Quarello il 12 luglio, approvata dalla Giunta Provinciale Amministrativa il 30 agosto 1928. Spiega il Ghitta nel suo testo che “L’iniziativa di acquistare il palazzo della Marchesa Matilde Giustiniani era stata presa negli anni immediatamente posteriori alla Prima Guerra Mondiale, ma con esito completamente negativo, per l’irremovibile rifiuto, da parte della proprietaria, di cedere lo stabile di sua proprietà. Nel 1928 furono mosse nuove cortesi pressioni alla Marchesa che, venendo tra l’altro incontro al desiderio del Governo Nazionale di dotare gli Enti Pubblici di sede decorosa, decideva per la cessione”.

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Oggi, dopo essere stato destinatario di un intervento di ristrutturazione negli anni Duemila, è il vero fulcro della vita del paese: sede del Comune, della Pro loco, dell’ambulatorio medico, dell’ufficio postale e di quattro alloggi. Una curiosità è che nella sua sala consiliare è conservata una lapide marmorea dedicata all’avvocato Luigi De Vecchi, nato nel 1843 e deceduto nel 1939, “Figlio del Monferrato nella sua vita austeramente operosa maestro di rettitudine e di bontà la sua veggente esperienza di colto e tenace agricoltore dedicò in assistenza e consiglio alla gente di Moncestino che ne conserva grata memoria”. L’avvocato De Vecchi era il padre di Cesare Maria De Vecchi, quadrumviro del fascismo nella marcia su Roma e capo del primo fascismo torinese e piemontese. La famiglia era proprietaria di terreni in Moncestino. Di qui il legame ed il ricorso del padre. Da segnalare, poi, dal piazzale antistante il palazzo Municipale la splendida vista panoramica che permette di vedere, nella belle giornate, oltre alla sottostante Valle del Po nella pianura vercellese con le risaie allagate (e non) sino alla cupola di San Gaudenzio a Novara, o l’arco delle Alpi. E’ uno spettacolo unico davvero mozzafiato che premia, a prescindere anche dalle altre interessanti attrazioni del capoluogo, il viaggio per arrivare in questo borgo da non dimenticare. Un ringraziamento particolare al sindaco Fernando Anselmi per le notizie e la cordialità riservatami.

Massimo Iaretti

Cioccolatò, ultimo giorno

Alcune delle delizie di Cioccolatò in questa bella foto di Mihai Bursuc. Oggi ultimo giorno per la manifestazione golosa in piazza San Carlo e via Roma

“La mezza che vale 2018”

Domenica 18 novembre si corre in città “La mezza che vale 2018”.Partenza alle ore 10 da viale Virgilio, Valentino e a seguire: viale Mattioli , viale Virgilio,  Viale Mattioli, passaggio sotto l’Arco di Trionfo, marciapiede ponte Umberto I, ciclabile parco del Valentino lato Corso Moncalieri, ciclabile parco del Valentino lato Corso Sicilia, retro piscina Lido, giardino Gianni Rodari, uscita su corso Moncalieri numero civico 265 e sino al numero civico 310, ciclabile parco del Valentino lato corso Moncalieri, passerella parco del Valentino, ciclabile viale Thaon di Revel, ciclabile viale Turr e arrivo in viale Virgilio. Rallentamenti previsti, tra le ore 9.50 e le ore 12 circa, senza chiusure, su ponte Umberto I (corso Vittorio Emanuele II) e corso Moncalieri.

 

info: www.equilibrarunningteam.it/la-mezza-che-vale-2018

Asterix il Gallico

asterix2Nel 50 avanti Cristo tutta la Gallia è occupata dai Romani… Tutta? No! Un villaggio dell’Armorica, abitato da irriducibili Galli resiste ancora e sempre all’invasore. E la vita non è facile per le guarnigioni legionarie romane negli accampamenti fortificati di Babaorum, Aquarium, Laudanum e Petibonum..”. Le avventure a fumetti di Asterix il Gallico, nota e fortunata serie ideata dai francesi René Goscinny e Albert Uderzo, iniziavano con questo “incipit”. I due geniali autori d’Oltralpe crearono le strisce dove il protagonista era un piccolo e orgoglioso guerriero gallo dall’elmo alato, con casacca nera e pantaloni rossi, un paio di baffi giallo-polenta e lo sguardo furbo e allegro. Asterix il gallico apparve per la prima volta sul n° 0 del periodico a fumetti “Pilote”. Era il 29 ottobre 1959 e, in pratica, sia il giornale che la serie degli irriducibili Galli – su sceneggiatura di Goscinny e disegni di Uderzo – vedevano la luce lo stesso giorno. Inizialmente, Asterix avrebbe dovuto essere l’unico personaggio principale della storia, ma Uderzo insistette affinché il piccolo protagonista avesse una spalla. E così venne ideato Obelix, corpulento trasportatore di menhir dai pantaloni a strisce bianchi e blu, con il volto incorniciato da capelli intrecciati e baffi rossicci. Accanto a lui (dal 1963 in poi), venne introdotto l’ inseparabile e fido Idefix: un cagnolino “ecologista”, che soffre terribilmente quando vede maltrattare o sradicare un albero, ululando il suo dolore. Gli autori collocarono questi stravaganti Galli in Armorica (l’attuale Bretagna), dotandoli di una forza straordinaria grazie agli effetti di una pozione magica preparata dal druido Panoramix. Così il villaggio era in condizione di resistere ostinatamente alle legioni di Cesare, asterix-obelixrestando l’unica enclave libera della Gallia dal dominio imperiale di Roma. Dal 1959 al 2015, gli albi ufficiali di Asterix sono stati 36 e Goscinny (morto a 51 anni, nel 1977) nel tratteggiare i caratteri dei due principali protagonisti scelse anche di ridistribuirne i ruoli. In questo modo Asterix diventò l’eroe quasi perfetto mentre i difetti franco-gallici andarono a ricadere sul grosso Obelix: suscettibile, irascibile, goloso di cinghiali arrosto e dispensato dal bere la pozione poiché – essendo caduto da piccolo in una pentola colma del magico intruglio – ne aveva perennemente assimilato il formidabile beneficio. Per i legionari romani questi Galli rappresentano un vero e proprio incubo e nei frequenti scontri – pur non accadendo mai nulla d’irreparabile – hanno sempre la peggio fino ad essere costretti a rovinose ritirate. Una folla di personaggi popolano il villaggio armoricano. Dal “capo” Abraracourcix e sua moglie Beniamina fino al bardo Assurancetourix, dal canto straziante che provoca nubrifagi tanto che, al termine del grande banchetto che tradizionalmente conclude ogni avventura, per zittirlo, viene legato e imbavagliato. A questi vanno aggiunti il pescivendolo aterix1Ordinalfabetix e sua moglie Ielosubmarine (che ha vita dura in un villaggio di mangiatori di cinghiali), l’irascibile  fabbro Automatix, il decano Matusalemix ( che, a dispetto dei suoi 93 anni ha una moglie giovane e carina) e la bella Falbalà. Quest’ultima è la ragazza con più “charme” del villaggio, dove ha fatto ritorno dopo aver studiato per anni a Condate (l’odierna Rennes, nota città universitaria). Il suo fascino è come un fulmine a ciel sereno che colpisce tutti gli uomini del villaggio e in particolare Obelix. Tutti venerano Toutatis,  il dio celtico della guerra, della fertilità e della ricchezza e temono solo che il cielo gli “caschi sulla testa“. Nella saga compaiono anche altri personaggi, spesso ricorrenti nelle storie, come il mercante fenicio Grandimais o Beltorax,  cugino di Asterix che vive in Britannia, adora il cinghiale bollito in salsa di menta e, come tutti i britanni, ama bere acqua calda, la bevanda nazionale che nei secoli a venire si arricchirà di foglioline di tè. Un caso a parte è quello degli sfortunati pirati vichinghi guidati da Barbarossa che, nel tentativo di assalire navi da carico e potersi così ripagare i debiti contratti per la loro imbarcazione,  incontrano spesso Asterix e Obelix e  finiscono per essere ogni volta picchiati e affondati. Oltre ai film d’animazione, Asterix e Obelix sono stati protagonisti anche di quattro pellicole, con cast piuttosto importanti. Nella prima, del 1999, “Asterix & Obelix contro Cesare”, oltre a Gérard Depardieu nei panni di Obelix ( personaggio che aterix-panoramixinterpreterà in tutti i film) ci sono Christian Clavier (Asterix), Roberto Benigni (Lucius Detritus) e  Laetitia Casta (Falbalà). Tre anni dopo, in “ Asterix & Obelix – Missione Cleopatra”, oltre alla conferma della coppia Clavier-Depardieu compare nei panni della regina egizia l’affascinante Monica Bellucci. Nel 2008, nel cast di “Asterix alle Olimpiadi”, Clovis Cornillac eredita il personaggio di Asterix e , oltre a numerose stelle dello sport come Zidane e Michael Schumacher, c’è Alain Delon ad interpretare Giulio Cesare. Infine, nel 2012, quando sui grandi schermi compare “Asterix e Obelix al servizio di Sua Maestà”, è Édouard Baer a dare il volto ad Asterix mentre Catherine Deneuve è la regina Cordelia e Luca Zingaretti interpreta un generale romano.Le storie degli irriducibili galli sono ironiche e divertenti e, più che stimolare sentimenti nazionalistici – come sottolineato, erroneamente, da alcuni osservatori – sono un esempio abbastanza raro di autoironia transalpina, dove emergono più i difetti che le virtù degli abitanti del villaggio bretone anche se, a fare le spese di quel loro carattere piuttosto deciso, sono quasi sempre i centurioni e i soldati delle legioni dell’Aquila.

Marco Travaglini