redazione il torinese

Fca fa saltare il consiglio regionale aperto

Gorlier: “Il sistema di bonus-malus inciderà significativamente sulla dinamica del mercato, in una fase di transizione del settore estremamente delicata”

 

Fca fa saltare il Consiglio regionale e comunale  aperto in programma per domani perchè “Il sistema di bonus-malus inciderà significativamente sulla dinamica del mercato, in una fase di transizione del settore estremamente delicata, modificando le assunzioni alla base del nostro piano industriale”. E’ quanto scrive in una lettera al presidente dell’Assemblea piemontese Nino Boeti  il responsabile delle attività europee di Fca, il torinese Pietro Gorlier. Commenta Boeti: Comprendiamo le difficoltà di FCA ma non possiamo non esprimere il nostro disappunto per il rinvio di un appuntamento al quale abbiamo lavorato da molti mesi e che avrebbe rappresentato un importante momento di confronto sul futuro dell’automotive nella nostra Regione. Chiederemo oggi stesso a FCA di definire una nuova data in tempi assai brevi, comunque entro il mese di gennaio e quindi a legge di Bilancio approvata, affinché il confronto previsto per domani possa avvenire quanto prima”.

Piazza San Carlo: omicidio preterintenzionale

E’ stata confermata dalla Corte di Cassazione l’ipotesi di accusa di omicidio preterintenzionale per la drammatica serata del 3 giugno 2107 in  Piazza San Carlo, quando la calca di persone alla proiezione su maxischermo della finale di Champions tra Juve e Real Madrid, provocò una vittima e oltre 1500 feriti. La procura di Torino intende procedere per omicidio preterintenzionale nei confronti di alcuni dei giovani componenti della  “banda del peperoncino”  che provocarono il panico tra la folla con bombolette di spray urticante.

 

(foto: il Torinese)

 

L’ospedale Sant’Anna al top per l’assistenza alle donne con sclerosi multipla

Ne soffrono oltre 118mila italiani. Le donne colpite sono il doppio rispetto agli uominiAssegnati oggi a Milano i riconoscimenti alle strutture ospedaliere con i Bollini Rosa, che si sono distinte per i migliori servizi per la presa in carico multidisciplinare della Sclerosi Multipla in tutte le fasi della vita della donna

ONDA ha premiato l’ospedale Sant’Anna della Città della Salute di Torino per essere al top nell’assistenza alle donne con sclerosi multipla. In particolare è stato premiato il primo Servizio interdisciplinare per la tutela della salute riproduttiva della donna con sclerosi multipla.

La Sclerosi Multipla è più frequente nel genere femminile e si manifesta spesso in donne in età fertile. Per tale motivo è comune affrontare con le donne affette da SM problematiche relative alla salute riproduttiva. La gestione clinica di queste pazienti richiede un’expertise specifica e l’organizzazione di un sistema di collaborazione interdisciplinare, non solo di eccellenza medica plurispecialistica, ma anche di facile accessibilità e fruibilità, e comprendente un supporto psicologico. L’obiettivo principale è l’organizzazione di un servizio assistenziale che si prenda carico a 360 gradi delle necessità relative alla vita riproduttiva della donna affetta da SM. Questo è possibile solo mediante una stretta ed efficiente collaborazione tra i diversi professionisti coinvolti, ma richiede anche una rete di attività funzionali e di strutture dedicate che permettano un’assistenza qualificata con il minor disagio possibile per le pazienti, rispettosa del comfort e delle aspettative. L’ottimizzazione del percorso nell’ambito delle problematiche specifiche delle 3 età della donna contribuisce a creare un clima di serenità intorno alla donna, che intravede una serie di possibili percorsi intorno alla propria malattia ed un’equipe di professionisti in stretta inter-relazione pronti a supportarla. Questa maggior serenità si traduce anche in una maggior confidenza ad affrontare concretamente le problematiche riproduttive e permette di ottenere risultati assistenziali ottimali. Il servizio è rivolto a donne affette da SM con disturbi ginecologici, infertilità, richiesta di contraccezione, indicazione a counselling preconcezionale ed assistenza alla gravidanza, al parto ed a puerperio/allattamento, o disturbi perimenopausali. Il Servizio, realizzato presso la Città della Salute di Torino, offre un pannello di attività specialistiche integrate, finalizzate alla tutela del benessere della donna con Sclerosi Multipla (SM) nelle diverse fasi della sua vita riproduttiva, dalla pubertà, alla gravidanza ed al parto, fino alla menopausa. Il Servizio prevede un continuum assistenziale garantito da professionisti esperti e consapevoli delle necessità specifiche e peculiari che la malattia comporta, all’interno della stessa Azienda. Il servizio è svolto in collaborazione dal Centro SM della Neurologia 1 universitaria (Direttore: professoressa Maria Teresa Giordana) e dalla Ginecologia e Ostetricia 1 universitaria (Direttore: professoressa Chiara Benedetto), e prevede l’attività coordinata di ambulatori, Day Service e Day Hospital dedicati, e di reparti di degenza.

 

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“La Sclerosi Multipla è una malattia fortemente connotata al femminile”, introduce Francesca Merzagora, Presidente Onda, “colpisce infatti soprattutto le donne per lo più tra i 20 e i 40 anni. La diagnosi insorge quindi in un’età della vita in cui il futuro prende forma, sul lavoro e nella vita privata e la malattia rischia quindi di sgretolare ogni certezza”. Per contribuire a migliorare la qualità e l’accesso ai servizi sanitari per la diagnosi ed il trattamento precoce di questa malattia e promuovere un’assistenza multidisciplinare e qualificata, Onda, con la sponsorizzazione non condizionante di Novartis, ha voluto porre in evidenza e premiare con un apposito riconoscimento le migliori competenze, nell’ambito della Sclerosi Multipla, degli ospedali italiani appartenenti al network dei Bollini Rosa, che si distinguono per l’offerta di servizi dedicati alla prevenzione, diagnosi e cura delle principali malattie delle donne. Dal Barometro della Sclerosi Multipla 2018 dell’Associazione Italiana Sclerosi Multipla (AISM), emerge quanto questa malattia sia un’emergenza sanitaria e sociale. È una malattia autoimmune, cronica e degenerativa che colpisce il sistema nervoso centrale e interessa oltre 118.000 persone in Italia con una diffusione doppia nelle donne rispetto agli uomini. Per la sua natura cronica, dal decorso imprevedibile caratterizzato da riacutizzazioni, dal quadro clinico progressivamente invalidante e dall’insorgenza in giovane età, è stata inserita dall’Organizzazione Mondiale della Sanità tra le malattie socialmente più costose: viene stimato infatti che la spesa previdenziale ed assistenziale sia di circa €148 milioni annui solo in Italia, mentre il costo sociale complessivo della Sclerosi Multipla è di circa €5 miliardi all’anno. Il Barometro evidenzia inoltre che il 48% degli italiani in età da lavoro con Sclerosi Multipla è occupato: di questi il 30% nell’ultimo anno ha dovuto ridurre le ore di lavoro ed il 27% ha proprio cambiato lavoro; in generale per il 77% la malattia influenza la produttività lavorativa; il tasso di occupazione diminuisce rapidamente in relazione al peggioramento della malattia: il sintomo della fatica è il più invalidante (78%), seguito da difficoltà cognitive (30%), disturbi dell’umore (27%), problemi di mobilità (23%) e dolore (17%).

Analizzando la qualità della vita in generale, il 73% dei pazienti ha dolore, seguito da difficoltà a svolgere le attività abituali (67%), mobilità ridotta (60%), ansia e depressione (59%) e difficoltà nella cura personale (32 %).

 

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Il modello di assistenza alle persone con Sclerosi Multipla è fortemente centrato sulla gestione della malattia da parte della rete dei Centri clinici: per il 62% il Centro rappresenta l’unico punto di riferimento e circa la metà vi si reca almeno una volta ogni 3 mesi (45%). “La presa in carico delle pazienti”, continua Merzagora, “da parte di centri ospedalieri specializzati e sempre più multidisciplinari, consente di gestire la malattia in maniera integrata nell’ottica di accompagnare le donne in un percorso di assistenza e cura con l’obiettivo di salvaguardarne il benessere e la qualità di vita. Abbiamo premiato dei servizi all’avanguardia, esempi concreti di efficienza che ci auguriamo possano offrire degli spunti anche ad altre realtà ospedaliere per migliorare la qualità dei propri servizi”. Sono pervenuti 47 servizi da parte di 45 ospedali candidati in tutta Italia. Un apposito Comitato ha premiato come Best Practice le seguenti 7 strutture: A.O.U. Città della Salute e della Scienza di Torino – Ospedale Ostetrico Ginecologico Sant’Anna (Torino, Piemonte), ASST Grande Ospedale Metropolitano Niguarda (Milano, Lombardia), ASST Papa Giovanni XXIII (Bergamo, Lombardia), Azienda Ospedaliero-Universitaria di Ferrara (Cona, Emilia-Romagna), Fondazione PTV Policlinico Tor Vergata (Roma, Lazio), IRCCS Istituto delle Scienze Neurologiche di Bologna (Bologna, Emilia-Romagna), IRCCS S. Raffaele di Milano (Milano, Lombardia).

 

 

Ulteriori informazioni sono disponibili sul sito www.bollinirosa.it.

Falso cieco denunciato: leggeva il giornale e postava foto sui social

Faceva uso di  un bastone per ciechi e veniva accompagnato da un cane guida. L’uomo, però, al bar leggeva  regolarmente il giornale e controllava il cellulare. Il sessantenne, originario della provincia di Agrigento, ma residente in un comune del Torinese, è stato scoperto grazie a una segnalazione e denunciato dalla guardia di finanza per truffa ai danni dell’Inps. Il falso cieco aveva anche un profilo social dove postava foto in cui era impegnato in attività impossibili per un non vedente. Sarebbe di oltre 30 mila euro la cifra indebitamente percepita.

La storia della Falchera in un libro di Federica Calosso

Con “Falchera, Pietra Alta, Villaretto. Borghi fuori porta”, scritto da Federica Calosso con la collaborazione di Sergio Demarchi, la collana “Borghi di Torino” delle edizioni Graphot si arricchisce di un nuovo volume. Falchera è un quartiere all’estrema periferia nord del capoluogo piemontese che merita di essere scoperto anche dai torinesi “con le scarpe sulle sue strade bucate, con l’olfatto tra i suoi alberi e i suoi giardini, con gli occhi sulle sue architetture e i suoi laghetti, con le orecchie tra i tanti dialetti dei suoi abitanti”. Il borgo è nato negli anni ’50 grazie al lavoro di un gruppo di giovani architetti, guidati da Giovanni Astengo, che si sono ispirati ai quartieri operai del nord Europa. Il libro di Federica Calosso esplora un’area poco conosciuta della città: parte dal nucleo storico di Falchera e arriva alla zona nuova, attraversa il piccolo borgo semi agricolo del Villaretto nato nel ‘400 grazie ai mulini, raggiunge il Villaggio Snia voluto da Riccardo Gualino negli anni ’20 e, infine, approda a Pietra Alta, dove oggi il cinema indipendente ha trovato casa. Sono pagine che raccontano una storia intensa quelle scritte dalla giornalista che aveva già firmato, con Luisella Ordazzo, il volume dedicato allo storico quartiere operaio di Borgo San Paolo. Una lunga e minuziosa ricerca ha consentito all’autrice di proporre un percorso che si snoda attraverso i racconti delle persone che ogni giorno scelgono di vivere attivamente questa periferia, nonostante le sue numerose contraddizioni.

M.Tr.

CTO, raggiunte le mille donazioni di cute

Per 2.158.024 cm2 alla Banca della Cute

E’ stato raggiunto il significativo e ragguardevole traguardo delle mille donazioni di cute per un totale di 2.158.024 cm2, presso la Banca della Cute dell’ospedale Cto della Città della Salute di Torino. La suddetta Banca ora è diventata, prima ed unica in Italia, anche una vera e propria “officina farmaceutica” per la produzione di tessuti. La Tissue & Cell Factory Banca della Cute di Torino è una Struttura Semplice (responsabile dottoressa Carlotta Castagnoli) della SC Grandi Ustioni (direttore dottor Maurizio Stella), del Dipartimento di Chirurgia Generale e Specialistica (direttore professor Mario Morino) della Città della Salute di Torino. Dall’anno 2000 è Centro di Riferimento regionale per la conservazione della cute, autorizzata dal CNT ogni due anni, ed opera in sinergia col Centro Grandi Ustionati. L’attività della Banca comprende, fin dall’istituzione, il prelievo, il trattamento e la conservazione dei lembi cutanei alloplastici prelevati da donatori multiorgano e multitessuto, inoltre effettua i controlli di qualità dei tessuti, produce attività di ricerca applicata e supervisiona le applicazioni cliniche. La distribuzione dei lembi di cute di banca è dedicata principalmente a pazienti ustionati, nei quali la discrepanza tra superfici illese utilizzabili per prelievo di trapianti cutanei autologhi e le aree lese diviene fattore prognosticamente rilevante. Il trapianto di cute alloplastica è il gold standard per ovviare a tale situazione, rappresentando una terapia salva-vita: infatti confrontando le casistiche del Centro Grandi Ustioni di Torino dal biennio 1995-97 con le casistiche attuali si evince che l’indice di mortalità è diminuito dal 24% al 12%. Inoltre la cute alloplastica può favorire la guarigione di ulcere croniche ed altre importanti patologie cutanee.

I risultati ottenuti hanno permesso progressivamente l’estensione del servizio anche ad altri ospedali in regione e fuori regione, in particolare la regione Liguria, dove è stato realizzato un deposito di tessuto cutaneo presso IST Policlinico San Martino di Genova. La Banca della Cute di Torino garantisce così un presidio salva-vita ad un bacino di utenza di almeno 6 milioni di abitanti. Ad oggi in sinergia con il Centro Regionale Trapianti del Piemonte e della Valle d’Aosta (direttore professor Antonio Amoroso), la Banca ha gestito in questi primi 18 anni di attività, mille donazioni di tessuto cutaneo multitessuto e/o multiorgano, prelevando 2.158.024 cm2 di cute e realizzando 2300 trapianti, con un totale di 1.754.910 cm2 di cute distribuita. Con l’entrata in funzione della nuova sede, realizzata ad hoc ed attiva dal maggio 2016, la Tissue and Cell Factory Banca della Cute ha rinnovato profondamente la propria funzione e la sua organizzazione interna. Obiettivo principale della nuova struttura è stato quello della trasformazione in una vera e propria “officina farmaceutica” per la produzione di tessuti e cellule derivanti dal tessuto cutaneo, prelevato da donatore secondo normativa GMP, normativa che in Europa regola la produzione dei farmaci. Ciò ha comportato un notevole innalzamento dei parametri di sicurezza e di qualità del prodotto ed è attualmente l’unica banca in Italia che assicura la produzione di tessuto tegumentario da donatore secondo normativa GMP.La nuova struttura (superficie totale circa 610 m2), situata presso l’ospedale CTO della Città della Salute di Torino, è articolata in due ambiti funzionali (classificati e non classificati) nettamente distinti anche dal punto di vista strutturale. Nella Banca della Cute l’accesso alle aree di lavorazione è riservato al solo personale autorizzato ed altamente specializzato. La disposizione dei locali prevede step successivi di vestizione del personale che accede alle diverse aree di lavorazione a pulizia e contaminazione controllata. Oltre al tessuto cutaneo crioconservato e glicerolato – i prodotti storici della Banca – la nuova struttura permette la produzione di nuovi prodotti, tra cui si ricorda il derma decellularizzato da donatore, destinato alla ricostruzione post-chirurgica (ad esempio nei casi di mastectomia e di laparocele) ed il tessuto adiposo autologo crioconservato (prima banca in Italia ad essere autorizzata allo stoccaggio).La realizzazione della nuova sede della Banca ha coronato un impegno decennale. Grazie ad un concept clinico ed ingegneristico estremamente evoluto ed a tecnologie avanzate, la Banca della Cute rappresenta un esempio di struttura sanitaria pubblica all’avanguardia al servizio dei cittadini.

 

(foto: il Torinese)

 

Strage di Ancona: parte la petizione del Moige

Per chiedere al Governo autorizzazioni più restrittive per locali ed eventi dedicati ai minori

 

Online la petizione del Moige per dire basta a chi lucra irresponsabilmente sulla pelle dei nostri figli.Di fronte ai morti di Corinaldo non possiamo restare fermi e in silenzio ma dobbiamo subito agire per evitare che ci siano altre “Lanterne Azzurre”.“In questi giorni, emerge con forza una mancanza inaccettabile di responsabilità collettiva che non è soltanto a Corinaldo ma molto più diffusa sul territorio nazionale.Il rispetto delle norme è fondamentale soprattutto per i gestori di locali e discoteche e per tutti coloro che entrano in contatto con i minori, organizzando eventi in cui spesso circolano droga, alcol e fumo, ed altre sostanze vietate.Per questo abbiamo lanciato una petizione per chiedere al Governo di approvare con urgenza misure più restrittive e più controlli per tutti i locali pubblici che vogliono organizzare eventi per i minori.In particolare chiediamo di introdurre misure come l’obbligo di telecamere a circuito chiuso; controlli  della polizia durante ogni evento pubblico dedicato ai minori; obbligo di apertura e chiusura in orari diversi dai locali per gli adulti; divieto di ingresso ai minorenni nelle discoteche per adulti; chiusura immediata e revoca della licenza per chi supera il numero di ingressi legalmente consentiti; revoca definitiva a chi vende oppure ospita individui che vendono ai minori  alcol, fumo, droghe  o  pasticche allucinogene e droganti. Crediamo che queste richiesta siano una base importante per garantire ai nostri figli un divertimento senza rischi e in sicurezza”. Queste le parole di Antonio Affinita, direttore generale del Moige – Movimento Italiano Genitori. 

Link alla petizione: https://www.citizengo.org/it/signit/167254/view

Savoiardi biscotti “reali”

SAVOIARDISemplici, leggeri, friabili e delicati, queste le caratteristiche dei “Savoiardi”, biscotti tipici della tradizione piemontese conosciuti in tutto il mondo

Una lunga tradizione poiche’ sembra che i savoiardi siano nati nel XIV secolo creati dal cuoco di Amedeo VI, conte di Savoia, in occasione di una visita a corte dei reali di Francia.Tante le ricette per preparare in casa i biscotti della nostra infanzia, questa e’ la versione che vi suggerisco di provare.

 

Ingredienti (dosi per circa 40 biscotti)

60gr. di farina 00

40gr. di fecola di patate

90gr. di zucchero

3 uova intere

1 bustina di vanillina

1 pizzico di sale

scorza di limone grattugiata

zucchero a velo

 

Separare i tuorli dagli albumi. Mescolare la farina alla fecola di patate. Montare i tuorli con meta’ zucchero sino a renderli spumosi (frullare per almeno 20 minuti), aggiungere il sale, la scorza grattugiata e la vanillina; poco alla volta, unire ai tuorli le farine sempre mescolando con delicatezza per non smontare l’impasto. In una ciotola montare gli albumi (a neve ben ferma) con lo zucchero rimasto.

Unire l’impasto di tuorli agli albumi sempre mescolando delicatamente dall’alto verso il basso e riempire la sac a poche. Coprire la teglia con un foglio di carta forno e far scendere l’impasto a cilindri di 6 cm. circa distanziandoli tra loro. Spolverare con zucchero semolato e dopo un paio di minuti con zucchero a  velo. Cuocere in forno preriscaldato a 170 gradi per 20 minuti circa. Lasciar raffreddare. Si conservano bene in una scatola di latta.

 

Paperita Patty

 

Flash-mob: “Un libro per Natale” in via Revel

“Un libro per Natale” è l’invito che da anni il Centro Studi Piemontesi-Ca dë Studi Piemontèis rivolge ai Soci e agli amici perché pensino per i loro regali di Natale ai libri: silenziosi preziosi discreti “doni” che accompagneranno tutto l’anno la persona che li riceve

Anche quest’anno è allestita nella rinnovata sede di via Ottavio Revel 15 a Torino, l’esposizione delle pubblicazioni realizzate dal Centro Studi Piemontesi insieme ad altri libri sul Piemonte di non facile reperibilità nelle librerie.  Si inaugura mercoledì 12 dicembre dalle ore 11,30 fino alle 19, con pane, vino, parole, pagine, auguri.

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Mercoledì 12 dicembre 2018 a partire dalle 11,30

Centro Studi Piemontesi-Ca dë Studi Piemontèis

Via Ottavio Revel 15 – Torino

inaugurazione della mostra

Un libro per Natale

        con un brindisi di buon augurio

Ingresso

Antiche pubblicità di latta: dalla Venchi alla Talmone Venchi Unica

Piccola mostra a cura di Silvie Mola di Nomaglio

Sala Renzo Gandolfo

ore 12 circa Rosanna Roccia e collaboratori presentano

il n. 2, 2018 di “Studi Piemontesi”

ore 12.30  gli Auguri del Presidente Giuseppe Pichetto

Sala Agar Pogliano

ore 13 circa Marco Giaccone, Sua maestà il Pane: ieri oggi e domani

dalle 13,30 flash-mob di presentazione libri Novità e in Catalogo

Intervengono gli autori: Elena Gianasso, Costanza Roggero, Giovanni Tesio, Graziella Riviera, Franco Cravarezza, Daniele D’Alessandro, Fabrizio Antonielli d’Oulx, Maria Teresa Pichetto, Pier Massimo Prosio, Corinna Desole, Giovanni Ronco, Liliana Pittarello, Albina Malerba, Giorgio Casartelli, Ada Brunazzi, Carla Casalegno, Sergio Donna, Bruno Guglielmotto Ravet, Vittorio Marchis…..  e quanti vorranno parlare di libri….

ore 17.30 Claudio Costa, I bianchi e i rossi di Castellinaldo

 La mostra proseguirà fino al 22 dicembre –  Mercoledì 12 dicembre apertura fino alle ore 19

Sabato 15 e sabato 22 dicembre apertura con orario continuato 10-18Chiuso la domenica

L’Europa “al contrario” del Medioevo

FOCUS INTERNAZIONALE / STORIA

di Filippo Re

L’Europa nel Medioevo? La sponda ricca del Mediterraneo non era la nostra, quella europea, ma quella meridionale, quella africana. Dalle coste libiche e tunisine non partivano barconi di disperati, di profughi e di migranti economici alla ricerca di fortuna, lavoro e denaro. Il sud non era povero e arretrato e il nord non era sviluppato e prospero come ai tempi nostri. Tutt’altro, i viaggiatori musulmani che sbarcavano nell’Europa cristiana mille anni fa si trovarono di fronte capanne, tende e allevamenti di bestiame, gente povera e incivile che viveva più o meno come i barbari. La civiltà era altrove, la “modernità”, la cultura e l’arte erano a sud in mezzo alle popolazioni arabe, in quel Maghreb oggi alle prese con guerre, povertà, terrorismo e perenne instabilità politica da cui si cerca di fuggire con ogni mezzo. L’Europa di quel tempo era così. Sembrava che gli arabi provenissero perfino da un altro mondo e fossero portatori di sapienza e insegnamento. Per loro il nostro caro continente era solo una terra da conquistare e saccheggiare come accadde con la dominazione musulmana della Spagna e della Sicilia. Un’Europa cattolica incapace di riprendersi, di rimettersi in cammino, prigioniera di sé stessa, come scrive lo storico inglese Chris Wickham, docente di storia medievale a Oxford, nel libro fresco di stampa, “L’Europa nel Medioevo” (Carocci editore), quasi schiacciata a ovest dalla Spagna musulmana e a est dall’Impero bizantino e dal califfato abbaside in Medio Oriente. L’Europa sottosviluppata non piaceva affatto al mondo arabo-islamico, allora più evoluto e potente, che invece aveva un’ammirazione particolare per la Cina imperiale dove tutto era perfetto e in ordine. E che dire delle città europee? A Parigi e a Londra si camminava nel fango ma Damasco, Il Cairo, Tunisi, Palermo e Samarcanda potevano contare su centri urbani già sviluppati e all’avanguardia per quei tempi. Se nella Spagna moresca Cordova contava almeno 300.000 abitanti e figurava come l’ornamento del mondo con sorgenti, terme, canali, palme, aranci, facendo volare il pensiero allo splendore dell’Alhambra, tra arabeschi, fontane, colonne e archi, Palermo era la città magnifica per eccellenza, ricca di palazzi, chiese e moschee, giardini e mercati, una delle più belle del Mare Nostrum. Con un milione di abitanti Baghdad era la metropoli più importante del mondo ed erano i tempi in cui Federico II, l’imperatore siculo-germanico, era un mediatore di sapienza tra mondo islamico e mondo europeo. Cordova primeggiava nella cultura. La biblioteca del califfo al Hakam II conteneva 400 mila volumi mentre la più grande biblioteca europea si doveva accontentare di poche centinaia di libri. Il califfo la abbellì con opere scientifiche e filosofiche della Grecia antica tradotte in arabo e con numerosi scritti di Aristotele, Galeno, Tolomeo e Avicenna. Poi, più avanti nel tempo, dal XII secolo in avanti, le cose mutarono profondamente e l’Occidente prese il sopravvento come viene descritto nel volume di Wickham che fornisce al lettore un’ampia ricostruzione delle relazioni tra il nostro continente e la civiltà musulmana.