redazione il torinese

“Membra Jesu Nostri”

Al Castello di Miradolo la Fondazione Cosso ospita la replica del Concerto tratto dall’opera di Dietrich Buxtehude. San Secondo di Pinerolo (Torino)

Dopo il successo ottenuto nella notte di Natale e di Santo Stefano, la Fondazione Cosso riaprirà le porte del Castello di Miradolo, in via Cardonata 2 a San Secondo di Pinerolo (Torino), per l’ultima replica del suggestivo Concerto, curato da Avant-dernière pensée, tratto dall’opera del compositore e organista tedesco-danese Dietrich Buxtehude, fra i più grandi musicisti del Seicento, le cui opere paiono aver influenzato non poco il giovane Johan Sebastian Bach. L’appuntamento con le sette incantevoli cantate dedicate alla passione di Cristo e composte nel 1680 è per il prossimo sabato 26 gennaio, alle ore 21,15. Ancora una volta sarà una notte magica, fra l’incanto musicale di un capolavoro barocco senza tempo e la suggestione dell’antica dimora, profumata dal legno di abete di cui è fatta la grande scultura lignea disegnata e costruita per l’occasione – palo dopo palo, taglio dopo taglio – attraverso gli spazi vuoti e metafora di un corpo, quello del Cristo morto cui la partitura è dedicata, ma anche armatura che sorregge, dall’interno, il Castello. Emozioni che s’aggiungono ad emozioni quando le grandi scenografie-video rivelano le stupefacenti immagini del complesso statuario del “Compianto sul Cristo Morto” realizzato in terracotta nel 1485 ca. da Niccolò dell’Arca (fra i grandi protagonisti della scultura italiana del ‘400) e oggi custodito nella Chiesa di Santa Maria della Vita, a Bologna. Come di consueto, il Concerto sarà preceduto, alle ore 20, da una guida all’ascolto curata da Roberto Galimberti (violino e direzione), ideatore del progetto artistico, con il quale il pubblico potrà confrontarsi. Gli altri esecutori: Arianna Stornello (soprano), Cesare Costamagna (basso), Laura Vattano (armonium) e Marco Pennacchio (violoncello).

g.m.

Per info: Castello di Miradolo, via Cardonata 2, San Secondo di Pinerolo (Torino); la prenotazione è obbligatoria al n.° 0121/502761 o prenotazioni@fondazionecosso.it

***

Foto
– Niccolò dell’Arca: “Compianto sul Cristo morto”, terracotta, 1485
– Video – installazioni
– Volta affrescata con scultura lignea

"Membra Jesu Nostri"

Al Castello di Miradolo la Fondazione Cosso ospita la replica del Concerto tratto dall’opera di Dietrich Buxtehude. San Secondo di Pinerolo (Torino)

Dopo il successo ottenuto nella notte di Natale e di Santo Stefano, la Fondazione Cosso riaprirà le porte del Castello di Miradolo, in via Cardonata 2 a San Secondo di Pinerolo (Torino), per l’ultima replica del suggestivo Concerto, curato da Avant-dernière pensée, tratto dall’opera del compositore e organista tedesco-danese Dietrich Buxtehude, fra i più grandi musicisti del Seicento, le cui opere paiono aver influenzato non poco il giovane Johan Sebastian Bach. L’appuntamento con le sette incantevoli cantate dedicate alla passione di Cristo e composte nel 1680 è per il prossimo sabato 26 gennaio, alle ore 21,15. Ancora una volta sarà una notte magica, fra l’incanto musicale di un capolavoro barocco senza tempo e la suggestione dell’antica dimora, profumata dal legno di abete di cui è fatta la grande scultura lignea disegnata e costruita per l’occasione – palo dopo palo, taglio dopo taglio – attraverso gli spazi vuoti e metafora di un corpo, quello del Cristo morto cui la partitura è dedicata, ma anche armatura che sorregge, dall’interno, il Castello. Emozioni che s’aggiungono ad emozioni quando le grandi scenografie-video rivelano le stupefacenti immagini del complesso statuario del “Compianto sul Cristo Morto” realizzato in terracotta nel 1485 ca. da Niccolò dell’Arca (fra i grandi protagonisti della scultura italiana del ‘400) e oggi custodito nella Chiesa di Santa Maria della Vita, a Bologna. Come di consueto, il Concerto sarà preceduto, alle ore 20, da una guida all’ascolto curata da Roberto Galimberti (violino e direzione), ideatore del progetto artistico, con il quale il pubblico potrà confrontarsi. Gli altri esecutori: Arianna Stornello (soprano), Cesare Costamagna (basso), Laura Vattano (armonium) e Marco Pennacchio (violoncello).

g.m.

Per info: Castello di Miradolo, via Cardonata 2, San Secondo di Pinerolo (Torino); la prenotazione è obbligatoria al n.° 0121/502761 o prenotazioni@fondazionecosso.it

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Foto
– Niccolò dell’Arca: “Compianto sul Cristo morto”, terracotta, 1485
– Video – installazioni
– Volta affrescata con scultura lignea

Blatte nella pizza, sequestrato locale a Torino

Una coppia nei giorni scorsi aveva ordinato una pizza da asporto a casa, ma su un trancio è apparsa una blatta.  Gli agenti del commissariato Barriera Nizza hanno quindi sequestrato il locale ‘Pizza Boom’ in via Madama Cristina. Diverse le blatte trovate nei contenitori per alimenti, nei frigoriferi, nel magazzino dell’esercizio, sul tavolo dove sono lavorati gli alimenti e anche  negli impasti delle pizze. Il titolare, italiano, è stato multato e denunciato per la cattiva conservazione di alimenti destinati alla vendita e alla somministrazione al pubblico.
(foto archivio – il Torinese)

Scontri tra studenti e polizia al Burger King universitario

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Oggi si sono verificati scontri di fronte a Palazzo Nuovo per le proteste di alcune decine  di studenti che hanno occupato il Burger King della palazzina  Aldo Moro. I giovani protestano per l’apertura del fast food in un edificio  dell’ateneo. Gli studenti sono entrati per mangiare i pasti nei locali del  fast food che ha la gestione del piano terra della struttura per un periodo di trent’anni. E’ intervenuta la polizia in tenuta antisommossa.

 

(foto archivio)

IMMIGRAZIONE, BOETI: “QUANTO AVVENUTO AL CARA DI CASTELNUOVO CI RIPORTA AL 1938”

Sembra  di essere tornati al 1938 e a quelle leggi razziali di cui abbiamo appena ricordato l’orrore.  Bambine e bambini prelevati dalla scuola, pazienti sottratti alle cure ospedaliere, donne e uomini divisi in gruppo e caricati su un pullman. Quanto avvenuto al Cara di Castelnuovo di Porto è un fatto assolutamente inammissibile in un Paese democratico.

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Nino BOETI

Presidente Consiglio Regionale del Piemonte

Presidente Comitato Diritti Umani Regione Piemonte

Valenza “rilancia” il duomo

DAL PIEMONTE – Quest’anno la ricorrenza di San Massimo è per Valenza particolare in quanto sarà la pietra miliare di un cammino che durerà quattro anni ed avrà come obiettivo la valorizzazione di quello che è un tesoro artistico e religioso per l’intera città, il Duomo

 Il 20 ottobre del 1619 il prevosto Bartolomeo Bocca poneva sul sedime del precedente edificio medievale la prima pietra dell’attuale chiesa e il 9 dicembre del 1623 venne celebrata la prima officiatura con la sua benedizione ed il luogo di culto, e di riferimento per i valenzani, veniva consacrato a Santa Maria Maggiore. E a dare l’avvio di questo percorso, quasi a voler porre idealmente quattro secoli dopo nuovamente una prima pietra ci sarà il cardinale Giuseppe Versaldi che Valenza ben conosce essendo stato vescovo di Alessandria. “Ogni comunità locale comprende l’importanza della sua chiesa madre – spiega monsignor Massimo Marasini, prevosto del Duomo e promotore del progetto di valorizzazione artistica del complesso monumentale della parrcchia di Santa Maia Maggiore – poiché rappresenta la lunga radice di quei grandi valori cristiani che hanno saputo animare una storia di civiltà e civica solidarietà. Valenza ha il suo Duomo ed è perciò una città che deve essere fiera della sua lunga storia che nasce dalla cura pastorale del vescovo San Massimo agli albori dell’evo cristiano”. Il progetto di restauro del luogo di culto è stato illustrato in una bella brochure che verrà distribuita domenica ai cittadini valenzani e ha anche due obiettivi legati allo sviluppo turistico-culturale di una città che presenta ampie potenzialità ancora inesplorate: da un lato la candidatura del Duomo e del suo tesoro a Luogo del cuore 2020 per la delegazione Fai di Casale Monferrato e, dall’altro, la partecipazione dela ‘Giornate Fai di Primavera 2020/2023’. Per il progetto ‘1619-2919 400 anni di fede e bellezza’, monsignor Marasini si avvarrà della collaborazione di Adriano Antonioletti, conservatore delegato per le iniziative di promozione e crowdfunding, in un lavoro di rete con le istituzioni e le realtà del territorio, tra le quali ci sono in prima linea l’amministrazione comunale e l’Istituto di istruzione superiore ‘Benvenuto Cellini’, che con i suoi docenti ed alunni darà un apporto per quanto riguarda la programmazione ed il design, ivi compresa la progettazione della ‘Medaglia commemorativa’. “Il restauro dell’intero impianto monumentale vedrà l’impiego di moderne tecnologie – dice ancora monsignor Marasini – in grado di leggere la quasi totalità delle vari stratificazioni che caratterizzano la quasi totalità dei monumenti presenti in Italia”. Nella brochure, introdotta dal prevosto ed arricchita da un contributo del delegato vescovile e direttore dell’Ufficio beni culturali della Diocesi, Luciano Orsini, oltre che da una nota storica sul luogo di culto, sono specificati gli interventi necessari per gli interni, dalla zona absidale, alle vetrate, agli altari, alla sculture ed ai dipinti, sino alla sacrestia, restauri che si andranno ad aggiungere a quelli già realizzati all’altare del Sacro Cuore e della Madonna del Rosario, , donati dalla moglie Giovanna in memoria del marito Walter Raffaldi ed alla pala del ‘Moncalvo’, restaurata con il contributo del Lions Valenza Host, della Fondazione Crt e di diversi fedeli.

Massimo Iaretti

 

 

Valenza "rilancia" il duomo

DAL PIEMONTE – Quest’anno la ricorrenza di San Massimo è per Valenza particolare in quanto sarà la pietra miliare di un cammino che durerà quattro anni ed avrà come obiettivo la valorizzazione di quello che è un tesoro artistico e religioso per l’intera città, il Duomo
 Il 20 ottobre del 1619 il prevosto Bartolomeo Bocca poneva sul sedime del precedente edificio medievale la prima pietra dell’attuale chiesa e il 9 dicembre del 1623 venne celebrata la prima officiatura con la sua benedizione ed il luogo di culto, e di riferimento per i valenzani, veniva consacrato a Santa Maria Maggiore. E a dare l’avvio di questo percorso, quasi a voler porre idealmente quattro secoli dopo nuovamente una prima pietra ci sarà il cardinale Giuseppe Versaldi che Valenza ben conosce essendo stato vescovo di Alessandria. “Ogni comunità locale comprende l’importanza della sua chiesa madre – spiega monsignor Massimo Marasini, prevosto del Duomo e promotore del progetto di valorizzazione artistica del complesso monumentale della parrcchia di Santa Maia Maggiore – poiché rappresenta la lunga radice di quei grandi valori cristiani che hanno saputo animare una storia di civiltà e civica solidarietà. Valenza ha il suo Duomo ed è perciò una città che deve essere fiera della sua lunga storia che nasce dalla cura pastorale del vescovo San Massimo agli albori dell’evo cristiano”. Il progetto di restauro del luogo di culto è stato illustrato in una bella brochure che verrà distribuita domenica ai cittadini valenzani e ha anche due obiettivi legati allo sviluppo turistico-culturale di una città che presenta ampie potenzialità ancora inesplorate: da un lato la candidatura del Duomo e del suo tesoro a Luogo del cuore 2020 per la delegazione Fai di Casale Monferrato e, dall’altro, la partecipazione dela ‘Giornate Fai di Primavera 2020/2023’. Per il progetto ‘1619-2919 400 anni di fede e bellezza’, monsignor Marasini si avvarrà della collaborazione di Adriano Antonioletti, conservatore delegato per le iniziative di promozione e crowdfunding, in un lavoro di rete con le istituzioni e le realtà del territorio, tra le quali ci sono in prima linea l’amministrazione comunale e l’Istituto di istruzione superiore ‘Benvenuto Cellini’, che con i suoi docenti ed alunni darà un apporto per quanto riguarda la programmazione ed il design, ivi compresa la progettazione della ‘Medaglia commemorativa’. “Il restauro dell’intero impianto monumentale vedrà l’impiego di moderne tecnologie – dice ancora monsignor Marasini – in grado di leggere la quasi totalità delle vari stratificazioni che caratterizzano la quasi totalità dei monumenti presenti in Italia”. Nella brochure, introdotta dal prevosto ed arricchita da un contributo del delegato vescovile e direttore dell’Ufficio beni culturali della Diocesi, Luciano Orsini, oltre che da una nota storica sul luogo di culto, sono specificati gli interventi necessari per gli interni, dalla zona absidale, alle vetrate, agli altari, alla sculture ed ai dipinti, sino alla sacrestia, restauri che si andranno ad aggiungere a quelli già realizzati all’altare del Sacro Cuore e della Madonna del Rosario, , donati dalla moglie Giovanna in memoria del marito Walter Raffaldi ed alla pala del ‘Moncalvo’, restaurata con il contributo del Lions Valenza Host, della Fondazione Crt e di diversi fedeli.

Massimo Iaretti

 
 

Ad ognuno il suo (cane)

Come promesso nell’articolo sull’iter per l’adozione di un cane ecco quello relativo a quale tipo di cane fa al caso nostro. Non tutti i cani vanno bene per chiunque, e sicuramente la scelta basata sull’aspetto estetico è la più sbagliata che si possa fare. Ci sono cani che hanno più bisogno di altri di fare attività fisica, altri di “lavorare”, altri ancora di collaborare. Per i cani di razza, basta informarsi su quelle che sono le caratteristiche e doti caratteriali da un allevamento che si possa definire tale (evitate le cucciolate fatte dall’amici del cugino di turno, a meno che non siate più che sicuri sulla salute dei genitori), su un buon sito internet o su un buon libro, ma come fare per i meticci? Beh, se non conoscete chi sono i genitori del cane in questione (e anche se li conosceste, nel caso in cui fossero meticci anche loro, sareste punto e a capo) una persona competente del settore cinofilo (educatore, veterinario o volontario del canile) saprà sicuramente indicarvi la predominanza della razza che caratterizza il vostro amico, e quali possono essere i miscugli, affascinantissimi, che possono esserci dentro ad un solo cane; da lì si può andare a capire quali sono le caratteristiche del proprio cane o di quello che si sta per scegliere. Se si ha intenzione di adottare un cucciolo, sappiate che esiste un test che si fa di solito negli allevamenti (se avete la fortuna di conoscere qualche etologo o educatore potete chiedere questa valutazione su cucciolate di meticci), intorno ai 65/70 giorni del cane (test comportamentale di William Campbell, psicologo statunitense studioso del comportamento animale): questo test si basa su 5 esercizi ed in base alle reazioni dei cani vengono date le relative valutazioni. I risultati danno un’ indicazione del temperamento del cane, chi è più timido, chi più tosto, chi remissivo, etc.. Attenzione: il cucciolo nasce con delle doti caratteriali ma sono poi le esperienze che ne determinano il carattere e il comportamento (esattamente come per noi). Se siete persone con poco polso, prendere un cucciolo o adulto che già dalle prime battute si dimostra bello tosto, forse non è il caso, viceversa se siete belli attivi, prendere un cane molto introverso e pauroso, può mandarci in frustrazione. In entrambi i casi, se ormai la frittata è fatta, non disperate, ma prendete la palla al balzo per misurarvi e per imparare nuovi punti di vista. Con buona volontà, impegno e metodo, ne uscirete inaspettatamente arricchiti, ve lo assicuro per esperienza! Ecco alcune domande che ci possono aiutare a indirizzare la nostra scelta verso un cane piuttosto che un altro, sia per noi sia per l’animale:

 

Sono una persona attiva, sedentaria, sportiva?

Qual è il contesto in cui vivo?

Cosa voglio fare (o non voglio fare) con il mio cane?

 

Se siete di indole sedentaria, un cane come il border collie, Australian o della famiglia dei Terrier (cani molto attivi e reattivi) non fa sicuramente al caso nostro, viceversa se siete degli sportivi e volete condividere questa passione con loro, potete farlo se avete un cane con la struttura fisica ed emotiva necessaria. Cani per i più sedentari (che non vuol dire che non hanno bisogno di uscire e fare esperienze, ma che per conformazione fisica sono meno portati a grossi sforzi fisici), possono essere i bouledog francesi, bulldog inglesi o il carlino. Se si hanno bambini, la scelta di un cane con spiccate caratteristiche di vigilanza, difesa o predatorietà (rottweiler, dobermann, boxer), senza esperienza o senza l’aiuto di una persona competente possono risultare molto pericolose. Un cane da caccia, necessita di lunghe passeggiate e di esplorare e seguire piste più di altri. Un cane da riporto come i labrador o i golden hanno nella loro indole la collaborazione con il proprietario, ma sono cani molto attivi e che hanno bisogno di fare, fare, fare. Se non soddisfiamo le esigenze che ha per esempio un cane molossoide, che ha bisogno di mordere più di altri, il cane reindirezzerà questa suo bisogno verso altro, sicuramente non in modo costruttivo. E’ il caso, invece, di insegnare a far mordere il cane, indirizzando questo comportamento verso un oggetto con cui giocare con noi come ad esempio una corda per il tira e molla. Se pensate di prendere un cane, qualunque esso sia, per lasciarlo da solo in giardino tutto il giorno, vi prego, cambiate idea. Per avere un cane depresso e problematico, questo è il modo migliore. Non smetterò mai di ribadire che non si può pensare che il cane “nasca imparato”, né per questo, né per il richiamo, né per tutto il resto delle cose che gli si vuole insegnare. Conoscere il proprio cane attraverso la sua comunicazione e l’osservazione di quelli che sono i suoi comportamenti è l’unica arma che abbiamo per non andare incontro a conflitti e spiacevoli esperienze, ma anzi, trasformare le potenzialità del proprio cane in vere e proprie occasioni di divertimento! La giusta scelta non solo è indicata per il benessere del cane, ma anche per il nostro!

 

Francesca Mezzapesa

Educatrice cinofila c/o Centro Cinofilo White Apple Dogs

 

La piramide dei bisogni del cane

La comunicazione con il cane

Come comunicano i cani (parte I) – La comunicazione chimica e visiva

Come comunicano cani (parte II) – La comunicazione olfattiva

Come comunicano i cani (parte III) – La comunicazione tattile

Area cani – istruzioni per l’uso

Rispettiamo le distanze!

Cosa prevede l’iter per adottare un cane 

 

I vantaggi per chi usa Italo e MiMoto

Il nuovo anno si apre con una partnership tra Italo e MiMoto, il primo servizio di scooter elettrici condivisi completamente made in Italy, grazie alla quale i viaggiatori Italo avranno modo di spostarsi nelle città di Milano e Torino a prezzi dedicati

Un modello di trasporto integrato che permetterà di usufruire di un servizio facile e veloce per rendere completo il proprio viaggio. Il servizio di scooter sharing MiMoto, con 400 mezzi sempre disponibili tra Milano e Torino, è l’ideale per gli spostamenti cittadini, riducendo il traffico e i tempi di percorrenza, annullando il problema dei parcheggi e rispettando l’ambiente abbattendo le emissioni. I viaggiatori iscritti al programma fedeltà Italo Più, registrandosi sul sito mimoto.it o tramite app MiMoto eSharing, avranno subito uno sconto con 20 minuti di corsa omaggio (basterà inserire il codice mitalo al momento della registrazione) e potranno richiedere la ITALO CARD viaggiando così a 0,16 al minuto invece che 0,23€ come da tariffa standard. Un nuovo servizio che Italo offre ai propri clienti per rendere agevoli e sostenibili gli spostamenti cittadini quotidiani a Milano e Torino: in questo modo chi parte dai due capoluoghi potrà scendere in stazione e raggiungere comodamente il centro città con gli scooter elettrici MiMoto a prezzo scontato! Stesso discorso per il ritorno a casa dopo una giornata di lavoro. Una soluzione sostenibile per queste due città di grande importanza per il network Italo – basti pensare che Milano è servita da ben 65 collegamenti giornalieri e Torino da 26 – e su cui anche MiMoto ha deciso di puntare per sviluppare e far crescere il suo servizio. Sia Italo che MiMoto sono da sempre attenti alle tematiche di tutela ambientale, e Italo ha voluto puntare ancora di più sulla sostenibilità scegliendo come partner MiMoto che con i suoi scooter 100% elettrici permette di ridurre l’inquinamento atmosferico e acustico. Utilizzando MiMoto, dunque, i viaggiatori Italo potranno muoversi in città in modo intelligente, ecosostenibile e conveniente, facilitando gli spostamenti quotidiani dei cittadini salvaguardando l’ambiente. Al costo di soli 10€ con 60 minuti di corsa inclusi. L’attivazione di ITALO CARD avverrà entro 48 ore lavorative dalla richiesta. La card ha validità 30 giorni.

 

(cs)