Valenza “rilancia” il duomo

DAL PIEMONTE – Quest’anno la ricorrenza di San Massimo è per Valenza particolare in quanto sarà la pietra miliare di un cammino che durerà quattro anni ed avrà come obiettivo la valorizzazione di quello che è un tesoro artistico e religioso per l’intera città, il Duomo

 Il 20 ottobre del 1619 il prevosto Bartolomeo Bocca poneva sul sedime del precedente edificio medievale la prima pietra dell’attuale chiesa e il 9 dicembre del 1623 venne celebrata la prima officiatura con la sua benedizione ed il luogo di culto, e di riferimento per i valenzani, veniva consacrato a Santa Maria Maggiore. E a dare l’avvio di questo percorso, quasi a voler porre idealmente quattro secoli dopo nuovamente una prima pietra ci sarà il cardinale Giuseppe Versaldi che Valenza ben conosce essendo stato vescovo di Alessandria. “Ogni comunità locale comprende l’importanza della sua chiesa madre – spiega monsignor Massimo Marasini, prevosto del Duomo e promotore del progetto di valorizzazione artistica del complesso monumentale della parrcchia di Santa Maia Maggiore – poiché rappresenta la lunga radice di quei grandi valori cristiani che hanno saputo animare una storia di civiltà e civica solidarietà. Valenza ha il suo Duomo ed è perciò una città che deve essere fiera della sua lunga storia che nasce dalla cura pastorale del vescovo San Massimo agli albori dell’evo cristiano”. Il progetto di restauro del luogo di culto è stato illustrato in una bella brochure che verrà distribuita domenica ai cittadini valenzani e ha anche due obiettivi legati allo sviluppo turistico-culturale di una città che presenta ampie potenzialità ancora inesplorate: da un lato la candidatura del Duomo e del suo tesoro a Luogo del cuore 2020 per la delegazione Fai di Casale Monferrato e, dall’altro, la partecipazione dela ‘Giornate Fai di Primavera 2020/2023’. Per il progetto ‘1619-2919 400 anni di fede e bellezza’, monsignor Marasini si avvarrà della collaborazione di Adriano Antonioletti, conservatore delegato per le iniziative di promozione e crowdfunding, in un lavoro di rete con le istituzioni e le realtà del territorio, tra le quali ci sono in prima linea l’amministrazione comunale e l’Istituto di istruzione superiore ‘Benvenuto Cellini’, che con i suoi docenti ed alunni darà un apporto per quanto riguarda la programmazione ed il design, ivi compresa la progettazione della ‘Medaglia commemorativa’. “Il restauro dell’intero impianto monumentale vedrà l’impiego di moderne tecnologie – dice ancora monsignor Marasini – in grado di leggere la quasi totalità delle vari stratificazioni che caratterizzano la quasi totalità dei monumenti presenti in Italia”. Nella brochure, introdotta dal prevosto ed arricchita da un contributo del delegato vescovile e direttore dell’Ufficio beni culturali della Diocesi, Luciano Orsini, oltre che da una nota storica sul luogo di culto, sono specificati gli interventi necessari per gli interni, dalla zona absidale, alle vetrate, agli altari, alla sculture ed ai dipinti, sino alla sacrestia, restauri che si andranno ad aggiungere a quelli già realizzati all’altare del Sacro Cuore e della Madonna del Rosario, , donati dalla moglie Giovanna in memoria del marito Walter Raffaldi ed alla pala del ‘Moncalvo’, restaurata con il contributo del Lions Valenza Host, della Fondazione Crt e di diversi fedeli.

Massimo Iaretti

 

 

Leggi qui le ultime notizie: IL TORINESE
Articolo Precedente

Ad ognuno il suo (cane)

Articolo Successivo

IMMIGRAZIONE, BOETI: “QUANTO AVVENUTO AL CARA DI CASTELNUOVO CI RIPORTA AL 1938”

Recenti:

IL METEO E' OFFERTO DA

Auto Crocetta