Domenica pomeriggio alla piscina Usmiani (Sisport) di via Pier Domenico Olivero 40 a Torino si svolgerà il Campionato Regionale di fondo, la gara in vasca che vede gli atleti della categoria Ragazzi impegnati sui 3000 metri e i nuotatori delle categorie Junior, Cadetti e Senior sui 5000 metri. I primi a partire – alle 13.30 – saranno i più giovani, divisi in due serie e seguiti dall’unica serie di 5000 metri. In quest’ultima gara saranno presenti gli Junior Anna Chierici e Tommaso Gallesio, entrambi classe 2002 e tesserati per il CSR Granda. Tutti e due nella passata stagione hanno partecipato alla Mediterranean Cup (Coppa Comen) di nuoto di fondo in acque libere, conquistando l’argento nella 5 km e il bronzo nella 4×1250 mista. In precedenza, al Campionato Italiano Indoor di fondo disputato ad aprile, Anna Chierici aveva vinto l’oro Junior dei 5000, mentre Tommaso Gallesio era salito sul secondo gradino del podio dei 3000 Ragazzi (classe 2002). A proposito del Campionato Italiano Indoor di fondo, l’edizione 2019 si terrà il 31 marzo e il primo aprile allo Stadio del Nuoto di Riccione, anticipando come sempre gli Assoluti di nuoto. Il Campionato Regionale alle porte sarà quindi prova di qualificazione per i tricolori; vedrà in gara 22 atleti in rappresentanza di 7 società: Sisport, CSR Granda, Rari Nantes Torino, Arona Active, Centro Nuoto Nichelino, Swimming Club Alessandria e la lombarda Nuoto Club Brebbia.
Informazioni e risultati a questo link
Foto LC ZONE Fotografia&Comunicazione
Conoscere l’UE
Come documentarsi per conoscere attività, politiche, normativa, opportunità e diritti nell’Ue: lunedì 28 gennaio 2019 ore 15.00, Aula Li del Campus Universitario Luigi Einaudi (Lungo Dora Siena 100, Torino)
L’istituto Universitario di Studi Europei (IUSE), il Centro di Documentazione Europea (CDE) e centro ufficiale della rete italiana e europea dei centri di documentazione europea della Commissione, su incarico della Consulta europea del Consiglio regionale del Piemonte organizza un incontro rivolto ai cittadini per meglio conoscere le modalità di accesso e utilizzo della documentazione e delle banche dati Ue e più in generale i sistemi informativi nei diversi settori.Le politiche, le azioni, la normativa, la giurisprudenza, le opportunità, le risorse finanziarie, i programmi di ricerca dell’Unione europea impattano in modo sempre più ampio sulla vita dei cittadini, delle imprese, dei lavoratori e degli operatori europei. Ciò rende auspicabile una buona conoscenza dei sistemi e delle modalità d’accesso e utilizzo della documentazione proveniente dalle istituzioni europee.L’incontro si terrà presso il Campus universitario Luigi Einaudi (Lungo Dora Siena, 100 – Torino) e si ripeterà nelle seguenti date:
lunedì 28 gennaio 2019
ore 15.00 – 17.00
aula Li 1
martedì 26 febbraio 2019
ore 15.00 – 17.00
aula Li 3
lunedì 27 maggio 2019
ore 15.00 – 17.00
aula Li 4
Conoscere l'UE
Come documentarsi per conoscere attività, politiche, normativa, opportunità e diritti nell’Ue: lunedì 28 gennaio 2019 ore 15.00, Aula Li del Campus Universitario Luigi Einaudi (Lungo Dora Siena 100, Torino)
L’istituto Universitario di Studi Europei (IUSE), il Centro di Documentazione Europea (CDE) e centro ufficiale della rete italiana e europea dei centri di documentazione europea della Commissione, su incarico della Consulta europea del Consiglio regionale del Piemonte organizza un incontro rivolto ai cittadini per meglio conoscere le modalità di accesso e utilizzo della documentazione e delle banche dati Ue e più in generale i sistemi informativi nei diversi settori.Le politiche, le azioni, la normativa, la giurisprudenza, le opportunità, le risorse finanziarie, i programmi di ricerca dell’Unione europea impattano in modo sempre più ampio sulla vita dei cittadini, delle imprese, dei lavoratori e degli operatori europei. Ciò rende auspicabile una buona conoscenza dei sistemi e delle modalità d’accesso e utilizzo della documentazione proveniente dalle istituzioni europee.L’incontro si terrà presso il Campus universitario Luigi Einaudi (Lungo Dora Siena, 100 – Torino) e si ripeterà nelle seguenti date:
lunedì 28 gennaio 2019
ore 15.00 – 17.00
aula Li 1
martedì 26 febbraio 2019
ore 15.00 – 17.00
aula Li 3
lunedì 27 maggio 2019
ore 15.00 – 17.00
aula Li 4
E’ morta dopo esser stata investita da un’automobile sull’Aurelia a Savona. La donna, di 77 anni, era in bici e stava pedalando sulla corsia dedicata ai mezzi a due ruote quando è stata travolta da una utilitaria. E’ stata sbalzata e ha sfondato il parabrezza della vettura rotolando a terra. Trasportata in codice rosso al pronto soccorso dell’ospedale è morta dopo alcune ore per le gravi ferite riportate.
Il 26 gennaio 1967 cadeva di venerdì. Nello stesso giorno in cui tanto tempo prima era nato Mozart e all’inizio del primo anno del “secolo breve” era morto Giuseppe Verdi, la musica italiana conosceva uno dei suoi giorni più tristi. Nella camera 219 dell’Hotel Savoy di Sanremo, Luigi Tenco si suicidò dopo esser stato eliminato dalla diciassettesima edizione dell’omonimo Festival , alla quale concorreva in coppia con Dalida, con la canzone “Ciao amore ciao“. Il brano fu escluso dalla finale dalla commissione di ripescaggio, che alla canzone di Tenco e Dalida preferì “La rivoluzione” interpretata da Gianni Pettenati e Gene Pitney. Luigi Tenco visse questo verdetto come una profonda ingiustizia, gettandolo nella disperazione più nera. Con un colpo di pistola si tolse la v
ita nella sua camera all’Hotel Savoy, lasciando un duro e disperato messaggio d’accusa: “Io ho voluto bene al pubblico italiano e gli ho dedicato inutilmente cinque anni della mia vita. Faccio questo non perché sono stanco della vita (tutt’altro) ma come atto di protesta contro un pubblico che manda Io tu e le rose in finale e ad una commissione che seleziona La rivoluzione. Spero che serva a chiarire le idee a qualcuno. Ciao. Luigi”. Nato nel 1938 a Cassine, tra le colline alessandrine alla sinistra del basso corso della Bormida, Tenco aveva esordito a vent’anni nel mondo della canzone, prendendo parte a diversi gruppi musicali. Con Fabrizio De André, Bruno Lauzi, Gino Paoli e Umberto Bindi diventò uno degli esponenti della cosiddetta “scuola genovese”, un gruppo di artisti impegnati nella canzone d’autore che rinnovò profondamente la musica leggera italiana. Tenco era un cantautore di talento, dalla personalità inquieta, introversa e decisamente crepuscolare. Al suo primo 45 giri (“I miei giorni perduti“) del 1961 seguirono altri brani molto apprezzati, come “Mi sono innamorato di te”, “Un giorno dopo l’altro” (sigla di coda della serie TV “Il commissario Maigret“, interpretato da Gino Cervi), “Lontano, lontano” e “Vedrai vedrai“. Nel 1972, cinque anni dopo la sua morte, l’infaticabile Amilcare Rambaldi, costituì a
Sanremo il Club che porta tuttora il nome del cantante, con lo scopo di riunire tutti coloro che si propongono di valorizzare la canzone d’autore. Dal 1974, in sua memoria , al Teatro Ariston di Sanremo è stato istituito dal Club Tenco il Premio Tenco, manifestazione a cui hanno partecipato i più grandi cantautori degli ultimi decenni. A noi, mezzo secolo dopo, cosa resta? Restano la sua poesia, le sue canzoni, la sua aria imbronciata e triste. E le parole della sua ultima canzone: “La solita strada, bianca come il sale;il grano da crescere, i campi da arare. Guardare ogni giorno , se piove o c’e’ il sole, per saper se domani si vive o si muore, e un bel giorno dire basta e andare via. Ciao amore, ciao amore, ciao amore ciao”. Ciao, Luigi.
Marco Travaglini
Il 26 gennaio 1967 cadeva di venerdì. Nello stesso giorno in cui tanto tempo prima era nato Mozart e all’inizio del primo anno del “secolo breve” era morto Giuseppe Verdi, la musica italiana conosceva uno dei suoi giorni più tristi. Nella camera 219 dell’Hotel Savoy di Sanremo, Luigi Tenco si suicidò dopo esser stato eliminato dalla diciassettesima edizione dell’omonimo Festival , alla quale concorreva in coppia con Dalida, con la canzone “Ciao amore ciao“. Il brano fu escluso dalla finale dalla commissione di ripescaggio, che alla canzone di Tenco e Dalida preferì “La rivoluzione” interpretata da Gianni Pettenati e Gene Pitney. Luigi Tenco visse questo verdetto come una profonda ingiustizia, gettandolo nella disperazione più nera. Con un colpo di pistola si tolse la v
ita nella sua camera all’Hotel Savoy, lasciando un duro e disperato messaggio d’accusa: “Io ho voluto bene al pubblico italiano e gli ho dedicato inutilmente cinque anni della mia vita. Faccio questo non perché sono stanco della vita (tutt’altro) ma come atto di protesta contro un pubblico che manda Io tu e le rose in finale e ad una commissione che seleziona La rivoluzione. Spero che serva a chiarire le idee a qualcuno. Ciao. Luigi”. Nato nel 1938 a Cassine, tra le colline alessandrine alla sinistra del basso corso della Bormida, Tenco aveva esordito a vent’anni nel mondo della canzone, prendendo parte a diversi gruppi musicali. Con Fabrizio De André, Bruno Lauzi, Gino Paoli e Umberto Bindi diventò uno degli esponenti della cosiddetta “scuola genovese”, un gruppo di artisti impegnati nella canzone d’autore che rinnovò profondamente la musica leggera italiana. Tenco era un cantautore di talento, dalla personalità inquieta, introversa e decisamente crepuscolare. Al suo primo 45 giri (“I miei giorni perduti“) del 1961 seguirono altri brani molto apprezzati, come “Mi sono innamorato di te”, “Un giorno dopo l’altro” (sigla di coda della serie TV “Il commissario Maigret“, interpretato da Gino Cervi), “Lontano, lontano” e “Vedrai vedrai“. Nel 1972, cinque anni dopo la sua morte, l’infaticabile Amilcare Rambaldi, costituì a
Sanremo il Club che porta tuttora il nome del cantante, con lo scopo di riunire tutti coloro che si propongono di valorizzare la canzone d’autore. Dal 1974, in sua memoria , al Teatro Ariston di Sanremo è stato istituito dal Club Tenco il Premio Tenco, manifestazione a cui hanno partecipato i più grandi cantautori degli ultimi decenni. A noi, mezzo secolo dopo, cosa resta? Restano la sua poesia, le sue canzoni, la sua aria imbronciata e triste. E le parole della sua ultima canzone: “La solita strada, bianca come il sale;il grano da crescere, i campi da arare. Guardare ogni giorno , se piove o c’e’ il sole, per saper se domani si vive o si muore, e un bel giorno dire basta e andare via. Ciao amore, ciao amore, ciao amore ciao”. Ciao, Luigi.
Marco Travaglini
Nei campi di prigionia e nei lager non c’era solo il silenzio rotto, di tanto in tanto, dal lamento degli internati o dalle grida delle guardie. C’era tanta musica e di ogni genere: classica, da ballo, jazz, inni, opere liriche, canzonette, cabaret
E anche molta musica sacra appartenente alla tradizione ebraica, cattolica e protestante. A fornirne un’agile panoramica è “La musica dell’Olocausto. Suoni e canzoni dai lager”, il nuovo volumetto della collana “I tascabili di Palazzo Lascaris”, appena pubblicato. La musica dell’Olocausto fu composta nei ghetti, nei campi di concentramento, tra i rifugiati o nella clandestinità, come espressione del dolore e dello sgomento, del senso di rivolta e di speranza di coloro che erano vittime delle persecuzioni politiche e razziali messe in atto dalla Germania nazista e dai suoi alleati tra il 1933 e il 1945. Tra i loro nomi figurano quelli del poeta e musicista Shmaryahu “Shmerke” Kaczerginski, della musicista e cantante Esther Béjarano, del pianista, compositore e direttore d’orchestra Victor Ullmann, del cantante e intrattenitore Willy Rosen, della studiosa di musica ebraica Johanna Spector, del compositore Carlo Taube e delle autrici di poesie Selma Meerbaum Eisinger e Ilse Weber. La pubblicazione – scrive il presidente del Consiglio regionale e del Comitato Resistenza e Costituzione Nino Boeti nella presentazione – è frutto della consapevolezza che, “come sostiene il pianista e compositore italiano Francesco Lotoro, che da oltre trent’anni cerca, archivia ed esegue la musica composta nei campi di prigionia e di concentramento, ‘se questa musica non viene fatta conoscere al mondo, è come se non fosse mai uscita dal lager. E suonarla anche solo una volta significa riscattarla e ottenere quella giustizia che non è stata concessa al compositore’”. Il tascabile, distribuito gratuitamente attraverso gli Uffici relazioni con il pubblico del Consiglio e della Giunta regionale, è consultabile anche on line all’indirizzo www.cr.piemonte.it/dwd/pubblicazioni/tascabili/tascabile_79.pdf
Nei campi di prigionia e nei lager non c’era solo il silenzio rotto, di tanto in tanto, dal lamento degli internati o dalle grida delle guardie. C’era tanta musica e di ogni genere: classica, da ballo, jazz, inni, opere liriche, canzonette, cabaret
E anche molta musica sacra appartenente alla tradizione ebraica, cattolica e protestante. A fornirne un’agile panoramica è “La musica dell’Olocausto. Suoni e canzoni dai lager”, il nuovo volumetto della collana “I tascabili di Palazzo Lascaris”, appena pubblicato. La musica dell’Olocausto fu composta nei ghetti, nei campi di concentramento, tra i rifugiati o nella clandestinità, come espressione del dolore e dello sgomento, del senso di rivolta e di speranza di coloro che erano vittime delle persecuzioni politiche e razziali messe in atto dalla Germania nazista e dai suoi alleati tra il 1933 e il 1945. Tra i loro nomi figurano quelli del poeta e musicista Shmaryahu “Shmerke” Kaczerginski, della musicista e cantante Esther Béjarano, del pianista, compositore e direttore d’orchestra Victor Ullmann, del cantante e intrattenitore Willy Rosen, della studiosa di musica ebraica Johanna Spector, del compositore Carlo Taube e delle autrici di poesie Selma Meerbaum Eisinger e Ilse Weber. La pubblicazione – scrive il presidente del Consiglio regionale e del Comitato Resistenza e Costituzione Nino Boeti nella presentazione – è frutto della consapevolezza che, “come sostiene il pianista e compositore italiano Francesco Lotoro, che da oltre trent’anni cerca, archivia ed esegue la musica composta nei campi di prigionia e di concentramento, ‘se questa musica non viene fatta conoscere al mondo, è come se non fosse mai uscita dal lager. E suonarla anche solo una volta significa riscattarla e ottenere quella giustizia che non è stata concessa al compositore’”. Il tascabile, distribuito gratuitamente attraverso gli Uffici relazioni con il pubblico del Consiglio e della Giunta regionale, è consultabile anche on line all’indirizzo www.cr.piemonte.it/dwd/pubblicazioni/tascabili/tascabile_79.pdf





