redazione il torinese

Un algoritmo per calcolare la vita del veicolo usato

La ricerca è stata sviluppata da un team di ricerca coordinato da Maurizio Galetto, docente del Dipartimento di Ingegneria Gestionale e della Produzione del Politecnico di Torino, ed è stata presentata al Parlamento europeo di Bruxelles

I veicoli usati hanno un peso importante nel panorama economico italiano: oltre 157mila aziende operano nella compravendita e si contano 440mila addetti, e lo scorso anno, più della metà delle vendite del settore automotive ha riguardato l’usato. Anche in  Europa i numeri sono importanti: dal 2011 al 2016 il numero dei veicoli circolanti è salito da 243 a 257 milioni e, in questa classifica l’Italia si piazza al secondo posto con 37,8 milioni dietro la Germania e davanti a Regno Unito e Francia. Ed è sempre più importante conoscere lo stato delle vetture: arriva dunque l’algoritmo che “leggerà” lo stato dell’automobile grazie al lavoro del team di ricerca del Politecnico di Torino, coordinato daMaurizio Galetto, docente del Dipartimento di Ingegneria Gestionale e della Produzione del Politecnico di Torino (DIGEP) che su impulso di Mo.Vi, azienda italiana del settore, ha elaborato una formula innovativa. Si tratta di un algoritmo che consente di calcolare sulla base di parametri oggettivi la percentuale di vita residua di un veicolo usato. Una formula che non solo “fa la radiografia” la vettura al momento, ma che potrà anche essere utile per l’utilizzo futuro e il continuo monitoraggio “Km percorsi, età del veicolo, ma anche lo stile di guida e il carico da stress a cui è stato sottoposto: sono alcuni esempi di variabili tenute in conto dall’algoritmo – spiega Luca Mastrogiacomo, docente del DIGEP – Questo consente non solo di calcolare la durata residua di un veicolo usato al momento del suo acquisto, ma in prospettiva anche di trasformarlo in un dispositivo che, installato sulla vettura e collegato a un’app, fornisce in tempo reale all’utilizzatore lo stato di usura, componente per componente, e di prevederne eventuali guasti consentendo di pianificare e ottimizzare la sua manutenzione”. Una ricerca che si inserisce nel dibattito sulle  ultime normative in materia di tutela ambientale e del consumatore per il settore della compra-vendita dell’usato: l’algoritmo è infatti stato presentato al Parlamento europeo di Bruxelles dove l’Associazione italiana rivenditori veicoli d’occasione (AIRVO) ha posto la questione chiedendo l’istituzione di un tavolo europeo dedicato al comparto, richiesta suffragata dall’eurodeputato Alberto Cirio “Presenterò a Bruxelles una proposta di risoluzione affinché tra le iniziative a tutela del comparto e dei consumatori venga definito uno standard europeo per calcolare in modo scientifico la vita residua di un veicoloL’algoritmo elaborato dal Politecnico di Torino può fare scuola in Europa”.

CACCIA, ON. BRAMBILLA: “GUERRA ALLA BIODIVERSITA’ CON IL SOLITO STRASCICO DI MORTI E FERITI”

“La caccia, quest’aggressione agli animali selvatici, patrimonio di tutti, in nome del cruento diletto di pochi, con il solito strascico di morti e feriti, semplicemente non è più accettabile. La stragrande maggioranza degli italiani, infatti, non l’accetta e sollecita un cambiamento nella direzione opposta. Ne prenda nota chi, rappresentando le istituzioni, deve tutelare, oltre alla pubblica sicurezza, un bene comune come la biodiversità. Basta regali ai cacciatori”. Lo afferma l’on. Michela Vittoria Brambilla, Fi, presidente della Lega italiana per la Difesa degli Animali e dell’Ambiente, commentando i dati diffusi  dall’Associazione Vittime della caccia sulla stagione 2018-9.

Spiega l’ex ministro: “La stagione venatoria, che purtroppo avrà una “coda” in alcune Regioni, si è chiusa con il consueto tributo di sangue: in ambito venatorio 13 Morti e 50 feriti (di cui 2 bambini), oltre a milioni di animali (anche appartenenti a specie in sofferenza) uccisi per divertimento. Il numero delle vittime umane, variabile di stagione in stagione per fattori puramente casuali, è la salda, incrollabile dimostrazione della pericolosità di un’attività (anacronistica, ma ancora lecita) che comporta l’uso delle armi e quindi, come attesta il numero delle vittime, richiede restrizioni molto più severe, finché, finalmente, non sarà vietata. Il primato della pericolosità va alla caccia del cinghiale “in braccata”, all’origine delle maggior parte degli incidenti, che andrebbe proibita immediatamente”.

“Sul piano politico – aggiunge – si confermano e si aggravano due tendenze da tempo in atto. La prima è l’asservimento dei governi regionali alle lobby dei cacciatori e dei produttori di armi, con la conseguente approvazione di leggi pro-caccia chiaramente incostituzionali. La seconda, a livello nazionale, è l’assalto incessante (a volte subdolo e indiretto, più spesso diretto e spudorato) alla legge sulla caccia, sempre nella direzione della massima deregulation possibile. L’attacco non si ferma neanche dinanzi alle specie protette, come lupi ed orsi, la cui gestione si tenta di sottrarre allo Stato, per far parlare ancora le doppiette”.

Nelle Filippine l’Isis minaccia la pace

FOCUS INTERNAZIONALE  di Filippo Re

Bombe jihadiste contro i cristiani, contro il dialogo, gli accordi di pace e le riforme. Dall’Egitto dei copti alle cattoliche Filippine non c’è pace per i cristiani uccisi e terrorizzati dagli estremisti islamici da un continente all’altro. Ancora sangue che scorre dentro e fuori le cattedrali. Il bersaglio è ancora una volta la comunità cristiana con le sue chiese. Nelle lontane Filippine, uno dei pochissimi Stati asiatici a maggioranza cristiana, i jihadisti hanno voluto colpire gli accordi di pace firmati tra il governo e i separatisti musulmani dopo decenni di guerriglia e ancora una volta, per dimostrare il loro disprezzo contro le fede cristiana, si sono scagliati contro le chiese, bersagli facili da attaccare perchè poco protetti e affollati di fedeli.

 

L’obiettivo dichiarato dei terroristi è di creare uno Stato islamico nel Mindanao occidentale e fondare in seguito un Sultanato panislamico in tutto il sud est asiatico governato dalla sharia e in stretto contatto con i gruppi jihadisti mediorientali. Bombe e kamikaze hanno dilaniato una ventina di fedeli dentro la cattedrale di Nostra Signora del Monte Carmelo, sull’isola di Jolo, nella provincia di Sulu, nelle Filippine meridionali, che in passato aveva già subito due attacchi, e un altro ordigno è esploso nel parcheggio vicino causando una nuova strage. Complessivamente una ventina di morti e quasi 100 feriti. Jolo City è stata per anni presa di mira dai terroristi che hanno attaccato villaggi e città, prendendo in ostaggio i civili per poi decapitarli. Diversi gruppi islamisti operano da tempo sull’isola diventata la roccaforte di Abu Sayyaf, l’ex gruppo qaedista che conta migliaia di combattenti jihadisti.

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L’attentato contro la chiesa di Jolo è solo l’ultimo di una lunga scia di sangue che ha colpito le Filippine con decine di migliaia di vittime. Abu Sayaff è il movimento più spietato tra le varie milizie islamiste del sud con decine di rapimenti sia di filippini che di stranieri, tra cui sacerdoti e operai. Alcuni anni fa le sirene del califfo iracheno hanno raggiunto l’estremo oriente contagiando anche Abu Sayaff che si è trasformato nel braccio armato dell’Isis nell’arcipelago. I sospetti sull’attentato si sono concentrati inizialmente su un lungo elenco di sigle e di formazioni islamiste in grado di lanciare assalti che, oltre ad Abu Sayyaf, comprendono il gruppo Maute, Ansar Kalifah, separatisti e ribelli. L’attacco è avvenuto a poche ore dal referendum sulla regione autonoma, a maggioranza musulmana, di Bangsamoro (la Nazione dei Moro), nell’isola di Mindanao, in cui hanno prevalso i “sì” all’autonomia negoziata con il governo centrale. In sostanza, nascerà la regione autonoma di Bangsamoro nel Mindanao musulmano al posto della vecchia regione autonoma considerata troppo dipendente dal governo e accusata di corruzione. Un esito positivo che fa ben sperare per il futuro e che dovrebbe porre fine a 50 anni di scontri armati e guerriglia tra l’esercito di Manila e i gruppi islamici separatisti. Una guerra civile che ha causato oltre 150.000 vittime mettendo in ginocchio il sud delle Filippine. Putroppo però il risultato della consultazione è stato bocciato proprio nella provincia di Sulu, nel Mindanao musulmano, dove si trova Jolo. Qui le tensioni restano perchè ha vinto il “no” alla nuova Regione sostenuto fortemente da Abu Sayyaf e da altri movimenti ribelli in lotta contro il Fronte islamico Moro che ha invece firmato l’accordo sull’autonomia con il governo e dovrà gestire la politica della nuova Regione che si occuperà di questioni fiscali e amministative lasciando al governo la sicurezza nazionale e la politica estera. La nuova entità politica ha però suscitato il malumore delle altre etnie musulmane, favorevoli piuttosto a una soluzione federale, mentre la comunità cattolica di Mindanao ha espresso sostegno al progetto autonomista definendolo “un’occasione concreta per raggiungere una pace durevole a Mindanao”.

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L’isola di Mindanao è un bastione del gruppo islamista Abu Sayyaf che fa parte della lista nera degli Stati Uniti come organizzazione terrorista accusata di gravi e sanguinosi attentati tra cui l’assalto a un traghetto nel porto di Manila che nel 2004 provocò 116 vittime. Sulla matrice anti-cristiana dell’attentato non sembrano esserci dubbi. Le vittime sono state uccise per la loro religione. Ormai da parecchi anni nella regione musulmana di Mindanao i cristiani subiscono terribili attacchi da parte degli estremisti islamici di Abu Sayyaf affiliati all’Isis. Oltre l’80% della popolazione delle Filippine è di fede cattolica e solo il 5% è di religione islamica, concentrata soprattutto nel sud delle Filippine. Dura condanna della violenza e vicinanza alla popolazione del sud è stata espressa dai vescovi cattolici delle Filippine che hanno definito il grave fatto di sangue un vero atto di terrorismo. La maggior parte delle vittime è composta da persone che ogni domenica si recavano alla messa delle otto di mattina e sul fatto che si tratti di un attentato anticristiano non ci sono dubbi. Nei suoi rapporti sulla libertà religiosa nel mondo l’associazione “Aiuto alla Chiesa che Soffre” ha più volte denunciato che nella regione a maggioranza islamica di Mindanao i cristiani subiscono da anni sanguinosi attacchi da parte degli estremisti islamici di Abu Sayaf affiliati ad Isis. “Siamo però sicuri, scrive l’Acs, che nessun attacco. né violenza anticristiana potrà mai sradicare la fede dal cuore dei cattolici”.

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Dal settimanale “La Voce e il Tempo”

 

 

 

 

 

Alle elezioni con il “Piemonte nel Cuore”

“Vogliamo essere vicini alla gente con una politica fatta di gesti semplici e buon senso e lontano dal clamore, dando una casa a chi ha una sensibilità civica e non si sente rappresentato dai partiti politici”

Con queste parole Giorgio Rondano, sindaco di Camino (in Provincia di Alessandria) ha presentato l’associazione ‘Piemonte nel Cuore’, di cui è il presidente, che è stata presentato sabato 2 febbraio all’hotel Golden di Torino e che darà presto vita alla omonima lista civica del Piemonte. Come ha evidenziato subito dopo il consigliere regionale e capogruppo del Movimento nazionale per la sovranità, Gian Luca Vignale, uno dei principali animatori dell’iniziativa, associazione e lista nascono con un intento ben preciso: “cercare di rappresentare, di dare voce a Piemonte dimenticato, delle periferie, dei piccolissimi, piccoli e medi comuni, della pianura, della collina, della montagna, al Piemonte dell’industria, delle professioni, dell’artigianato, dell’agricoltura, del mondo del lavoro, dando anche uno sbocco naturale alle migliaia di liste civiche”. Sono, infatti, moltissimi i comuni, dove a governare sono appunto le liste civiche che non hanno una rappresentanza naturale a Palazzo Lascaris e per le quali si dovrà lavorare con “competenza, buon senso e pragmatismo”. Accanto a Rondano e Vignale a presentare ‘Piemonte nel cuore – che, ha detto Vignale, “non è stata una scelta casuale ma il frutto di uno studio attento che vede nel simbolo al centro proprio il Piemonte – c’erano l’imprenditore agricolo Roberto Barbero, il sindaco di Settimo Rottaro e segretario del Collegio dei Geometri di Torino, Massimo Ottogalli, il sindaco di Lanzo Torinese, Ernestina Assalto, Franco Cominetto, sindaco di Burolo e referente regionale dell’Associazione nazionale dei piccoli comuni, il coordinatore reginale del Nursind, Francesco Coppolella che ha criticato duramente le scelte della giunta Chiamparino in materia di sanità. La nuova formazione vede, dunque, un appoggio di diversi sindaci ed esponenti di amministrazioni comunali: Alpette, Lozzolo, Cafasse, Pessinetto, Oglianico, Quagliuzzo soltanto per citarne alcune. La formazione ‘correrà’ alle prossime elezioni per il centro-destra ma è sua obiettivo, in particolare, arrivare ad essere punto di riferimento per le numerose liste civiche del territorio, troppo spesso dimenticate dalla politica torinese. Tra presenti c’erano anche il coordinatore regionale dell’Mns, Marco Botta e il consigliere comunale di Alessandria della Lega, Pier Paolo Guazzotti che ha portato un saluto. Il presidente del Movimento Progetto Piemonte (e consigliere comunale di Villamiroglio) Massimo Iaretti (nella foto quadrata), dal canto suo, ha ricordato l’importanza di una forza che rappresenti le istanze dell’autonomia “dal momento che altre regioni si sono ormai mosse e stanno discutendo con il governo centrale, mentre con l’attuale esecutivo il Piemonte è rimasto al palo”. Iaretti ha, poi, sottolineato la necessità che la cultura identitaria non vada perduta. L’associazione verrà adesso presentata con una serie di iniziative nelle singole province, la prima della quali è venerdì 8 febbraio, alle ore 17.30, ad Alessandria al ristorante ‘Alli buoi rossi”.

red. To

Alle elezioni con il "Piemonte nel Cuore"

“Vogliamo essere vicini alla gente con una politica fatta di gesti semplici e buon senso e lontano dal clamore, dando una casa a chi ha una sensibilità civica e non si sente rappresentato dai partiti politici”
Con queste parole Giorgio Rondano, sindaco di Camino (in Provincia di Alessandria) ha presentato l’associazione ‘Piemonte nel Cuore’, di cui è il presidente, che è stata presentato sabato 2 febbraio all’hotel Golden di Torino e che darà presto vita alla omonima lista civica del Piemonte. Come ha evidenziato subito dopo il consigliere regionale e capogruppo del Movimento nazionale per la sovranità, Gian Luca Vignale, uno dei principali animatori dell’iniziativa, associazione e lista nascono con un intento ben preciso: “cercare di rappresentare, di dare voce a Piemonte dimenticato, delle periferie, dei piccolissimi, piccoli e medi comuni, della pianura, della collina, della montagna, al Piemonte dell’industria, delle professioni, dell’artigianato, dell’agricoltura, del mondo del lavoro, dando anche uno sbocco naturale alle migliaia di liste civiche”. Sono, infatti, moltissimi i comuni, dove a governare sono appunto le liste civiche che non hanno una rappresentanza naturale a Palazzo Lascaris e per le quali si dovrà lavorare con “competenza, buon senso e pragmatismo”. Accanto a Rondano e Vignale a presentare ‘Piemonte nel cuore – che, ha detto Vignale, “non è stata una scelta casuale ma il frutto di uno studio attento che vede nel simbolo al centro proprio il Piemonte – c’erano l’imprenditore agricolo Roberto Barbero, il sindaco di Settimo Rottaro e segretario del Collegio dei Geometri di Torino, Massimo Ottogalli, il sindaco di Lanzo Torinese, Ernestina Assalto, Franco Cominetto, sindaco di Burolo e referente regionale dell’Associazione nazionale dei piccoli comuni, il coordinatore reginale del Nursind, Francesco Coppolella che ha criticato duramente le scelte della giunta Chiamparino in materia di sanità. La nuova formazione vede, dunque, un appoggio di diversi sindaci ed esponenti di amministrazioni comunali: Alpette, Lozzolo, Cafasse, Pessinetto, Oglianico, Quagliuzzo soltanto per citarne alcune. La formazione ‘correrà’ alle prossime elezioni per il centro-destra ma è sua obiettivo, in particolare, arrivare ad essere punto di riferimento per le numerose liste civiche del territorio, troppo spesso dimenticate dalla politica torinese. Tra presenti c’erano anche il coordinatore regionale dell’Mns, Marco Botta e il consigliere comunale di Alessandria della Lega, Pier Paolo Guazzotti che ha portato un saluto. Il presidente del Movimento Progetto Piemonte (e consigliere comunale di Villamiroglio) Massimo Iaretti (nella foto quadrata), dal canto suo, ha ricordato l’importanza di una forza che rappresenti le istanze dell’autonomia “dal momento che altre regioni si sono ormai mosse e stanno discutendo con il governo centrale, mentre con l’attuale esecutivo il Piemonte è rimasto al palo”. Iaretti ha, poi, sottolineato la necessità che la cultura identitaria non vada perduta. L’associazione verrà adesso presentata con una serie di iniziative nelle singole province, la prima della quali è venerdì 8 febbraio, alle ore 17.30, ad Alessandria al ristorante ‘Alli buoi rossi”.

red. To

Il Blues di Matt Schofield e il Rap di Emis Killa

Gli appuntamenti della settimana

Lunedì. Al Milk suona il trombettista Giovanni Falzone con i Two Late. Al Birrificio di Torino si esibisce il quartetto del sassofonista di Paolo Porta. Al Teatro Giacosa di Ivrea Roberto Cacciapaglia propone il nuovo disco “Diapason”, ( in replica il giorno dopo a Biella).

Martedì. Al Jazz Club è di scena Fusaro.

Mercoledì. Sempre al Jazz Club suona il duo blues formato da Marco Pandolfi e Lucio Villani.

Giovedì. Comincia il Festival Blues al Magazzino di Gilgamesh, in programma fino al 5 aprile. L’inaugurazione, preceduta dal trio torinese The Blues Laws, prevede l’esibizione di Matt Schofield (foto) con il suo Organ Trio. Al Blah Blah suonano Officine Aurora e Masai. Al Mad Dog si esibisce il Disorgan Trio del chitarrista Frank Martino. Al Jazz Club è di scena il quintetto della cantante Suzy Randria.

Venerdì. Al Teatro Concordia di Venaria arriva il rapper Emis Killa(foto). Al Blah Blah suona Il Balletto di Bronzo.

Sabato. Al Folk Club si esibisce la violinista Aoife Nì Bhrìain acompagnata dai Birkin Tree. All’Astoria è di scena l’alfiere della trap Young Signorino. Allo Spazio 211 suonano i Camillas preceduti da I Nemici. All’Off Topic si esibiscono i Feel Good Swing.

 

Pier Luigi Fuggetta

Fiamme nell’alloggio: donna ustionata e persone evacuate dal palazzo

Una donna è rimasta ustionata alle braccia e lievemente intossicata per le fiamme sprigionatesi in casa al quinto piano di un condominio in corso Orbassano. I  vigili del fuoco sono stati chiamati dai passanti che avevano visto il fumo uscire dalle finestre  e sentito grida di aiuto. Il quarto e il sesto piano del palazzo  sono  inagibili e alcune  persone sono state temporaneamente evacuate in attesa della completa messa in sicurezza.

 

(foto archivio – il Torinese)

Fiamme nell'alloggio: donna ustionata e persone evacuate dal palazzo

Una donna è rimasta ustionata alle braccia e lievemente intossicata per le fiamme sprigionatesi in casa al quinto piano di un condominio in corso Orbassano. I  vigili del fuoco sono stati chiamati dai passanti che avevano visto il fumo uscire dalle finestre  e sentito grida di aiuto. Il quarto e il sesto piano del palazzo  sono  inagibili e alcune  persone sono state temporaneamente evacuate in attesa della completa messa in sicurezza.
 
(foto archivio – il Torinese)

Alla fine sarà Milano-Lione. E Torino?

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Di Ibis

“A forza di sfogliare il «carciofo» della Tav, resta il cuore del progetto (il traforo), ma Torino rischia di uscire dalle mappe della ferrovia più contestata d’Europa. Addio alla stazione di Susa, e il mantenimento della linea storica che mette ai margini il centro logistico di Orbassano. In pratica potrebbe partire una Milano-Lione”

Se è vero quanto scrive il Corriere della sera, sabato 2 febbraio, non si parlerà più della Torino-Lione, ma della Milano-Lione. Come ha già scritto “Il torinese”, è incomprensibile che il sindaco di Torino si lasci prendere in giro dal suo stesso partito , il quale per salvare le poltrone di governo potrebbe accettare un drastico ridimensionamento del progetto Torno-Lione a danno della sua città. Dopo le Olimpiadi un altro smacco. E paga sempre Torino mentre si fanno le altre grandi opere e le Olimpiadi Milano-Cortina. E’ un grave errore prospettico e politico. In prospettiva di sviluppo della città : Torino ha bisogno di essere interconnessa con i grandi flussi di traffico, già paga un aeroporto di terza serie, e non si dica che tanto c’è Malpensa , a 120 km di distanza , molto più vicina Milano e alla Lombardia. Errore politico, perché è ormai chiaro che l’Appendino rischia di non aver più futuro in città. Se anche il Tav sposta il suo baricentro verso la Lombardia e Milano il declino della città è inevitabile. Infatti il progetto low cost propugnato dalla Lega e da Salvini salverebbe il tunnel, spiega il Corriere della sera, ma Novara diventerebbe il centro dello smistamento delle merci e il crocevia dei traffici Nord/Sud ed Est-Ovest. E Novara è la porta di uscita del Piemonte verso la Lombardia che vedrebbe ulteriormente potenziato il suo ruolo economico già straripante. Torino , con l’andamento demografico attuale, in pochi anni scenderà a 700 mila abitanti: tutti abbiamo parenti e conoscenti che lavorano a Milano e nell’hinterland e molti si sono già spostati.

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Ma ne soffrirà anche l’unico settore che negli ultimi anni ha dato segni di vitalità: il turismo (che non è la panacea di una città che per il momento è ancora un polo industriale) come si sa ha bisogno di buoni collegamenti per prosperare oltre che di una politica di grandi eventi. Intanto proseguono le affermazioni più incompetenti e fasulle da parte dei leader 5 stelle Di Maio in testa e sta per essere resa pubblica una analisi costi benefici fortemente negativa con il progetto Alta velocità, tutta sbilanciata a favore del trasporto su gomma (con buona pace degli ambientalisti ). Torino e il Piemonte sono sempre più soli: è chiaro che ai Presidenti di Lombardia e Veneto, al sindaco di Milano interessa molto più salvare il collegamento nel su complesso, che la sorte di Torino. Così una minoranza, anche in Valsusa, procurerà un danno incalcolabile a tutti. E meno male che ci sono le 7 coraggiose donne di Sì Torino va avanti, altrimenti il discorso era già chiuso. Non si capiscono quindi certi atteggiamenti snob, che le criticano perché guarderebbero alla politica come prossima tappa: che male ci sarebbe ? Lo stesso Giachino si dice che accetterebbe volentieri una candidatura alla regionali nella Lega. La politica è il luogo delle decisioni ultime ed è bene che ci vada gente di coraggio e con idee chiare, e non degli sciocchi incompetenti.