Forte di 111 mila firme su Change.org Mino Giachino, promotore della petizione online a sostegno della Torino-Lione dà appuntamento ai sostenitori dell’opera in piazza Montecitorio, giovedì prossimo 21 febbraio, per presentare una sua analisi costi benefici sulla Tav. “Toninelli testardamente ha presentato un’ analisi costi e benefici scritta da professori No Tav – afferma l’ex sottosegretario berlusconiano – e la battaglia ora si sposta a Roma, per far capire al ministro che se va in Parlamento con la sua decisione di dire No alla TAV verrà bocciato”.
La Tesoriera, un gioiello in corso Francia

Attività illegali all’interno dell’ex MOI
Sono anni che cerchiamo di far capire l’urgenza di sgomberare gli edifici dell’ex MOI. I reati che potevano essere orditi all’interno di questi locali era ben più che un semplice sospetto dichiara Eugenio Bravo. Oggi grazie alla grande professionalità dei poliziotti della Squadra Mobile di Torino e grazie all’ impeccabile attività di indagine svolta, si è potuto dimostrare che i sospetti di attività illegali erano più che semplici congetture. Un grande plauso va ai nostri colleghi per l’eccellente operazione compiuta, continua il Segretario del Siulp, ma dalla quale emerge la forte esigenza di liberare l’area dell’ex MOI da queste inquietanti presenze. Spiace soltanto che sia stato necessario far trascorrere molto tempo e si è dovuto sopportare le critiche e le molte contestazioni da parte di chi, come al solito, intriso dal pregiudizio, vede tutti gli extracomunitario, sempre solo come vittime, sempre e solo soggetti deboli e sempre degni di attenzione, considerazione e giustificazione. Grazie alla polizia di Torino può iniziare quell’ opera di risanamento dell’ex MOI recuperando il senso di sicurezza e di giustizia e non solo per i cittadini residenti e da tempo preoccupati delle attività illegali messe in atto da molti occupanti dell’ex NOI, ma anche per gli extracomunitari vittime, questi sì, di trafficanti senza scrupoli.
Il Segretario Generale Siulp Torino Eugenio Bravo
Attività illegali all’interno dell’ex MOI
Sono anni che cerchiamo di far capire l’urgenza di sgomberare gli edifici dell’ex MOI. I reati che potevano essere orditi all’interno di questi locali era ben più che un semplice sospetto dichiara Eugenio Bravo. Oggi grazie alla grande professionalità dei poliziotti della Squadra Mobile di Torino e grazie all’ impeccabile attività di indagine svolta, si è potuto dimostrare che i sospetti di attività illegali erano più che semplici congetture. Un grande plauso va ai nostri colleghi per l’eccellente operazione compiuta, continua il Segretario del Siulp, ma dalla quale emerge la forte esigenza di liberare l’area dell’ex MOI da queste inquietanti presenze. Spiace soltanto che sia stato necessario far trascorrere molto tempo e si è dovuto sopportare le critiche e le molte contestazioni da parte di chi, come al solito, intriso dal pregiudizio, vede tutti gli extracomunitario, sempre solo come vittime, sempre e solo soggetti deboli e sempre degni di attenzione, considerazione e giustificazione. Grazie alla polizia di Torino può iniziare quell’ opera di risanamento dell’ex MOI recuperando il senso di sicurezza e di giustizia e non solo per i cittadini residenti e da tempo preoccupati delle attività illegali messe in atto da molti occupanti dell’ex NOI, ma anche per gli extracomunitari vittime, questi sì, di trafficanti senza scrupoli.
Il Segretario Generale Siulp Torino Eugenio Bravo
GLI AGRICOLTORI ORGANIZZANO E LE ASSOCIAZIONI PROTESTANO
Il Tavolo Animali & Ambiente, costituito dalle associazioni animaliste e ambientaliste ENPA, LAC, LAV, LEGAMBIENTE L’Aquilone, LIDA, OIPA, PRO NATURA, SOS GAIA, ha inviato una lettera di protesta alla Confederazione Italiana degli Agricoltori e per conoscenza alla Regione Piemonte per aver organizzato il convegno “Proteggiamo il territorio – salviamo l’uomo” il 18 febbraio presso Palazzo Lascaris escludendo le associazioni animaliste e ambientaliste che da anni si battono in modo costruttivo per risolvere le emergenze dei danni arrecati all’agricoltura. Dichiarano le associazioni: “La questione dei danni arrecati all’agricoltura dalla fauna selvatica è a noi ben nota ed è nell’interesse di tutti affrontare in modo costruttivo le emergenze che nel convegno verranno rappresentate. Da molti anni le associazioni aderenti al Tavolo Animali & Ambiente seguono le vicende legate al controllo della fauna selvatica anche con proposte serie e costruttive. Pensare di escludere dal dibattito e dal confronto soggetti che rappresentano una amplissima parte della società è, a nostro avviso, un errore.” Le associazioni rimarcano che “avviare una crociata per l’applicazione acritica di una illegittima delibera della Giunta Regionale, che con tutta probabilità tra poche settimane verrà sospesa dal TAR, non porterà nemmeno ad affrontare, non diciamo a risolvere, le questioni che stanno a cuore al mondo agricolo.” E concludono: “Da parte nostra la disponibilità al dialogo è sempre presente in quanto non ci sentiamo “controparte” degli agricoltori.”
Per il Tavolo Animali & Ambiente: Roberto Piana Vice presidente nazionale LAC
Dimostrato da uno studio mondiale che l’intelligenza e lo sviluppo neuroevolutivo non dipendono dal colore della pelle, ma sono molto simili tra soggetti di aree geografiche e culturali molto diverse. Sono stati appena pubblicati sulla prestigiosa rivista internazionale Nature i risultati del progetto internazionale INTERGROWTH-21st, finanziato dalla Fondazione Bill & Melinda Gates e coordinato dall’Università di Oxford (UK), che ha monitorato dalla nascita fino ai due anni di età la crescita e lo sviluppo neuroevolutivo di neonati sani ed in buone condizioni ambientali, distribuiti in quattro continenti. I ricercatori del gruppo hanno dimostrato che le tappe dello sviluppo neuroevolutivo nei primi due anni di vita, per quanto concerne l’apprendimento, il linguaggio e le abilità motorie, sono, così come la crescita corporea, molto simili tra soggetti di aree geografiche e culturali molto diverse, a parità di soddisfacenti condizioni socio-economiche, ambientali e di salute. Al progetto ha partecipato per la componente neonatale e pediatrica, unico Centro dell’Europa continentale, la Neonatologia universitaria della Città della Salute di Torino (diretta dal professor Enrico Bertino). Questi risultati sono di particolare rilievo in quanto si tratta del primo studio di questo tipo sullo sviluppo neuroevolutivo durante l’infanzia ad essere condotto in vari Paesi del mondo con metodologia uniforme e standardizzata. Nella prima fase dello studio è stato sviluppato da un team internazionale multidisciplinare, dopo accurata revisione della letteratura, un test multidimensionale ad hoc, finalizzato a misurare lo sviluppo neurocomportamentale durante la prima infanzia in soggetti appartenenti a contesti culturali diversi. Il
test considera le abilità linguistiche, motorie, visive, uditive, cognitive e di attenzione. I ricercatori hanno valutato 1307 bambini sani, residenti in aree urbane, adeguatamente nutriti ed in buone condizioni socio-economiche, in 5 Paesi del mondo (Brasile, India, Italia, Kenya e Regno Unito). Questa parte del progetto è stata coordinata per l’Italia dalla neonatologa Francesca Giuliani, dell’ospedale Infantile Regina Margherita di Torino. La percentuale di variabilità totale nello sviluppo neuroevolutivo che può essere attribuita a differenze tra le diverse popolazioni è risultata molto bassa, variando dall’1,3% dell’area cognitiva al 9,2% della parte comportamentale. Nell’insieme, dunque, meno del 10% delle differenze nello sviluppo è attribuibile ai geni (nature), il resto è ambiente (nurture). I risultati dello studio sottolineano come le diseguaglianze ambientali e sociali durante la gravidanza e nella prima infanzia abbiano, nei diversi gruppi etnici, il ruolo più rilevante nel determinare le differenze non solo di salute e di crescita, ma anche di sviluppo neuroevolutivo, fornendo un importante contributo per la pianificazione a livello internazionale di adeguate politiche sanitarie e sociali.ll progetto INTERGROWTH-21st aveva già precedentemente dimostrato come da donne sane, ben nutrite, in buone condizioni socio-economiche ed ambientali, nascano neonati con una crescita intrauterina e postnatale simile, almeno fino ai due anni di età, indipendentemente dall’etnia e dall’area geografica di nascita.
Pierpaolo Berra
Dimostrato da uno studio mondiale che l’intelligenza e lo sviluppo neuroevolutivo non dipendono dal colore della pelle, ma sono molto simili tra soggetti di aree geografiche e culturali molto diverse. Sono stati appena pubblicati sulla prestigiosa rivista internazionale Nature i risultati del progetto internazionale INTERGROWTH-21st, finanziato dalla Fondazione Bill & Melinda Gates e coordinato dall’Università di Oxford (UK), che ha monitorato dalla nascita fino ai due anni di età la crescita e lo sviluppo neuroevolutivo di neonati sani ed in buone condizioni ambientali, distribuiti in quattro continenti. I ricercatori del gruppo hanno dimostrato che le tappe dello sviluppo neuroevolutivo nei primi due anni di vita, per quanto concerne l’apprendimento, il linguaggio e le abilità motorie, sono, così come la crescita corporea, molto simili tra soggetti di aree geografiche e culturali molto diverse, a parità di soddisfacenti condizioni socio-economiche, ambientali e di salute. Al progetto ha partecipato per la componente neonatale e pediatrica, unico Centro dell’Europa continentale, la Neonatologia universitaria della Città della Salute di Torino (diretta dal professor Enrico Bertino). Questi risultati sono di particolare rilievo in quanto si tratta del primo studio di questo tipo sullo sviluppo neuroevolutivo durante l’infanzia ad essere condotto in vari Paesi del mondo con metodologia uniforme e standardizzata. Nella prima fase dello studio è stato sviluppato da un team internazionale multidisciplinare, dopo accurata revisione della letteratura, un test multidimensionale ad hoc, finalizzato a misurare lo sviluppo neurocomportamentale durante la prima infanzia in soggetti appartenenti a contesti culturali diversi. Il
test considera le abilità linguistiche, motorie, visive, uditive, cognitive e di attenzione. I ricercatori hanno valutato 1307 bambini sani, residenti in aree urbane, adeguatamente nutriti ed in buone condizioni socio-economiche, in 5 Paesi del mondo (Brasile, India, Italia, Kenya e Regno Unito). Questa parte del progetto è stata coordinata per l’Italia dalla neonatologa Francesca Giuliani, dell’ospedale Infantile Regina Margherita di Torino. La percentuale di variabilità totale nello sviluppo neuroevolutivo che può essere attribuita a differenze tra le diverse popolazioni è risultata molto bassa, variando dall’1,3% dell’area cognitiva al 9,2% della parte comportamentale. Nell’insieme, dunque, meno del 10% delle differenze nello sviluppo è attribuibile ai geni (nature), il resto è ambiente (nurture). I risultati dello studio sottolineano come le diseguaglianze ambientali e sociali durante la gravidanza e nella prima infanzia abbiano, nei diversi gruppi etnici, il ruolo più rilevante nel determinare le differenze non solo di salute e di crescita, ma anche di sviluppo neuroevolutivo, fornendo un importante contributo per la pianificazione a livello internazionale di adeguate politiche sanitarie e sociali.ll progetto INTERGROWTH-21st aveva già precedentemente dimostrato come da donne sane, ben nutrite, in buone condizioni socio-economiche ed ambientali, nascano neonati con una crescita intrauterina e postnatale simile, almeno fino ai due anni di età, indipendentemente dall’etnia e dall’area geografica di nascita.
Pierpaolo Berra
Nuovo incidente mortale sulle strade italiane. Nella notte, in provincia di Bergamo, tra Dalmine e Treviolo, lungo l’ex statale Villa d’Almè-Dalmine, un’auto con a bordo quattro ragazzi è uscita di strada. Uno di loro, di 19 anni, è morto sul colpo nello schianto. Gli altri tre giovani sono stati trasportati dal 118 negli ospedali della zona: si tratta di due ragazzi di 19 e 23 anni e di una ragazzina di 12 anni.
(foto archivio – il Torinese)
Il Governo giallo-verde ha impugnato davanti alla Corte Costituzionale il provvedimento con cui la Regione Piemonte stabilizza gli oltre 80 medici che prestano servizio sulle ambulanze del 118 con contratti a tempo determinato. Si tratta di personale che lavora già da anni all’interno del servizio 118 ma che fino ad oggi non è stato possibile assumere a tempo indeterminato.
“Si tratta di un atto gravissimo – è la dichiarazione di Marco Grimaldi, capogruppo di LeU in Consiglio regionale – perché mette in pericolo 80 posti di lavoro a tempo indeterminato e soprattutto costringe inutilmente all’incertezza le famiglie di questi lavoratori che non solo lavorano con la salute dei cittadini piemontesi, ma lo fanno con un’esperienza di molti anni alle spalle”.
Sulla questione interviene anche Walter Ottria, consigliere regionale alessandrino che, sollecitato da alcuni dei medici interessati, per primo tre anni fa si è occupato della vicenda: “la sanatoria è stata la soluzione di buon senso trovata alla fine di un lungo lavoro di confronto tra i precari del 118, l’Assessore alla Sanità piemontese e pure con le opposizioni in Regione, al fine di sanare le situazioni lavorative dei medici di comprovata professionalità, con esperienza pluriennale al servizio del sistema dell’emergenza 118 per il nostro SSN”.
“Quello del Governo è un atto ostile – rincara la dose Grimaldi – se è un problema di competenze, prima di impugnare la decisione regionale il Governo si assuma la responsabilità di stabilizzare lui i lavoratori. Se si tratta invece di una posizione politica del Governo giallo-verde dovranno risponderne davanti ai medici precari e ai cittadini”.
Si tratta ora di capire quali siano le motivazioni del Governo che oggi risultano incomprensibili: “l’impugnazione da parte del Governo – prosegue Ottria – rischia non solo di pregiudicare la vita degli 80 medici precari piemontesi ma anche di mettere in seria difficoltà la continuità del servizio sanitario regionale: in una situazione di persistente mancanza di personale medico, la decisione governativa appare inspiegabile. Tanto più – conclude Ottria – che una simile sanatoria è stata fatta da altre Regioni senza che il Governo abbia mai eccepito in proposito; da questo punto di vista l’impugnazione governativa appare più un atto politico che tecnico”.