redazione il torinese

ITALIA IN RECESSIONE, L’IMPORTANZA DELLA LEGGE 3/2012

L’Italia della crisi ha prodotto un fenomeno nuovo, altresì conosciuto come ‘sovraindebitamento’ o ‘fallimento del privato’: situazioni derivanti da esposizioni finanziare o debitorie gigantesche, divenute ormai ingestibili, che di fatto impedirebbe a chiunque – cittadini, consumatori, artigiani, piccole e medie imprese – di uscirne, ipotecandosi così, di fatto, vita, futuro e professione. “Si deve l’intelligenza e la lungimiranza del Presidente Emerito della Repubblica Sergio Napolitano l’aver consentito a tale, importante legge, l’ingresso dalla porta principale, nello scenario legislativo italiano, qual e strumento atto a risolvere situazioni altrimenti impossibili, detto Legge 3/2012“, spiega Serafino Di Loreto, già stimato Avvocato e tra i soci fondatori storici di ‘SDL Centrostudi SPA’, azienda che per prima, dal 2010 a oggi, ha fornito sull’intero territorio nazionale una risposta efficace e pronta al dilagante tema dell’usura e dell’anatocismo bancari. Attraverso alcune distinte procedure, oggi l’italiano sovraindebitato può disporre di differenti strade risolutive per potersi chiamare fuori dall’eccesso di debiti maturati in ambito privato e professionale, che possono altresì, come molteplici casi dal 2015 a oggi dimostrano, anche essere stralciati fino all’80% del monte esposizione complessivo. Salvando vite, evitando dunque tragici finali, preservando l’occupazione, riassestando la gestione di soggetti d’impresa attorno al perno del buon senso: in due parole, facendo tabula rasa del passato per guardare al presente e al futuro con rinnovata fiducia, finalmente liberi dai vincoli pregressi” dichiara Serafino Di Loreto.

 

STORIA, CULTURA E PAESAGGIO RILANCIANO ECONOMIA E TURISMO

Sin da quando mi è stata conferita la delega al turismo, su proposta dell’allora presidente dell’Unione dei Comuni della Valcerrina, Maria Rosa Dughera (condivisa da tutti i sindaci/assessori), poi riconfermata dall’attuale presidente Fabio Olivero, ho cercato di muovermi su due direttrici che potessero dare delle prospettive di sviluppo dell’ambito turistico nella Valle. La prima è stata quella di creare un ‘ponte’ con il Mantovano, vista la presenza nel territorio unionale di Crea, Santuario Patrimonio dell’Umanità Unesco, e la comunanza con il Comune di Curtatone, per via del Santuario della Beata Vergine delle Grazie che ogni anno a ferragosto ospita nella località dove è situato una fiera millenaria con un passaggio impressionante di persone, con l’auspicio che questa potesse essere una vetrina vero non solo la Lombardia ma un ambito territoriale più vasto. Di questo, la sera del 14 agosto 2017 ne è stato ben conscio il Rettore di Crea, monsignor Francesco Mancinelli, con il quale abbiamo rappresentato l’Unione ed il Santuario nel momento religioso della festività, una concelebrazione con tre Vescovi (quello di Mantova, quello emerito di Mantova e quello di Ferrara). Il secondo, invece, è tutto piemontese, perché rivolto a Torino ed alla porzione di Città Metropolitana che è poi la continuazione della Valcerrina del Monferrato Casalese. La Valle, infatti, da uno sviluppo delle sue potenzialità turistiche, che sono quelle di un turismo dolce, della gita ‘fuori porta’, della visita ad una bellezza artistica, architettonica, ambientale, paesaggisti, non certamente del turismo di massa. La Valcerrina, infatti, ha una potenzialità che è ancora ampiamente inespressa, anche perché, terra circondata da tre Unesco (Crea, Langhe-Roero e Monferrato e Collina Po Torinese) spesso viene saltata a pie pari dagli itinerari turistici. E se iniziative intelligenti, come quelle del Gran Trekking dei Castelli Bruciati e della Gran Cavalcata o i percorsi di nordic walking e di escursioni dolci, possono essere dei vettori indubbiamente importanti, tuttavia occorre valorizzare ancora più i suoi tesori nascosti, anche a chi ci vive. La Valle, non lo si dimentichi, va poi vista nel suo insieme, quindi anche i centri della Provincia di Asti e della Città Metropolitana di Torino, con le sue chiese romaniche e più recenti, i suoi castelli e ‘tutto quanto fa cultura’. Mi permetto di segnalare che nel mese di agosto dello scorso anno, su ‘Medioevo’ una rivista a diffusione nazionale, è uscito un bell’articolo di Chiara Parente, insegnante, scrittrice e giornalista di Castelnuovo Scrivia, che ha delineato una proposta di itinerario incentrandolo proprio sulla ‘Valcerrina’, area spesso lontana e dimenticata sia dal capoluogo provinciale sia da Casale Monferrato. E, per questo, è sufficiente vedere che gli itinerari dei viaggiatori che passano dalla Città di Sant’Evasio, sovente proseguono in direzione di Crea e poi di Moncalvo, mentre i pullman, non frequentissimi peraltro, che arrivano da Torino, una volta giunti a Cavagnolo-Brusasco, ‘virano’ in direzione dell’Astigiano. L’itinerario che deve portare verso e da Torino, invece, vede due capolavori d’arte religiosa ai suoi estremi ed un terzo gioiello romanico al centro (anche se non esatto). Si tratta di partire da Crea, proseguire attraverso Mombello Monferrato, con le formelle romaniche della chiesa di San Sebastiano, solo per citarne una, e la millenaria Torre San Quilico nel Comune di Odalengo Grande per poi arrivare all’Abbazia di Santa Fede a Cavagnolo e chiudere, sempre nella Città Metropolitana di Torino al complesso abbaziale di Santa Maria di Pulcherada a San Mauro Torinese, al sorto al centro di una curtis che collegava Augusta Taurinorum (Torino) con Industria (Monteu da Po). E sull’altro lato della Valle non vanno dimenticati il Castello di Gabiano, Villamiroglio con il gioiellino di Santa Liberata e Moncestino con la sua bellissima veduta sulla Valle del Po. Non si tratta di un percorso che fa concorrenza con la Superga-Crea, si sovrappone a quelli del Romanico Astigiano o alla ciclovia VenTo ma che potrebbe con essi fare rete. Per questo occorre che si crei, al più presto un tavolo con i Comuni e gli enti territoriali toccati dall’itinerario, le associazioni che vogliano lavorare a questo obiettivo, la Diocesi di Casale Monferrato che, oltre tutto si estende anche a parte del Torinese, esperendo una volta tanto vedute più ampie del ‘cortile della cascina’ o di campanilismi che in questo caso sono un freno allo sviluppo, magari creando anche un’associazione ad hoc. In questo modo, facendo rete, e non necessariamente avendo come baricentro una Casale Monferrato troppo lontana, si potrebbero cogliere dei risultati. Su questo progetto, che è anche un recupero delle tradizioni e delle radici cristiane di una terra che è sempre stata cristiana, quindi della sua identità, sono pronto ad impegnarmi a fondo da qui al prossimo futuro. Naturalmente in compagnia di tutti coloro che ci crederanno.

Massimo Iaretti

Consigliere delegato al Turismo

Unione dei Comuni della Valcerrina

Consigliere Comunale

di Villamiroglio


 

AUGURI A UN PAPA' UNICO E SPECIALE

A Franco Maria Botta
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La più grande eredità che un padre può lasciare a un figlio è la memoria del suo amore.
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A te, caro Franco, che nonostante le avversità della vita sei riuscito a mantenerti integro, donandoti totalmente a Mattia e a tutti coloro che ami, e non solo.
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Il tuo amore proteggerà per sempre il tuo “tato”… Sei e rimarrai la sua luce.
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A un papà unico e speciale. Da chi ti vuole bene
R.A.

Donne (in nero) a Torino, un polittico a più cornici

A Torino passando per via Garibaldi, poco prima di arrivare all’incrocio con via XX Settembre, si può vedere un presidio tutto al femminile, fatto di un ampio striscione, volantini e della forza delle sostenitrici che fanno parte delle Casa delle Donne di Torino e che partecipano con la loro manifestazione al movimento delle Donne in Nero ogni ultimo venerdì del mese dalle ore 18 alle 19

Donne in Nero il movimento a cui la Casa delle Donne di Torino afferisce, è nato in Israele nel 1988 e da allora in varie parti del mondo manifesta principalmente contro la guerra e contro il ruolo tradizionalmente attribuito alla donna nei confronti dei conflitti, un ruolo di passività e remissività. Donne in Nero si impegna affinché sia le condizioni di pace sia le prospettive che la pace porta con sé non siano dimenticate e inoltre chiede che nessuna guerra sia messa a tacere. donne (in nero) è anche una serie che collega le donne in nero che rispondano a due caratteristiche: facciano parte della storia dell’arte e siano legate alla città di Torino. Per la terza uscita della serie donne (in nero) come di solito vediamo qualcosa di pittorico, ossia il Polittico di Sant’Anna di Gaudenzio Ferrari (1475/1480-1546), in parte conservato ai Musei Reali. L’opera esposta nella Galleria Sabauda è composta da quattro parti, di cui tre una in fila all’altra e la quarta sopra. La scena centrale ritrae Sant’Anna, la madre di Maria, che regge sulle gambe il bambin Gesù mentre Maria è accanto. Ed è proprio da lì che partiamo, dallo spazio che separa la madre e il bambino. Maria ha un vestito rosso e, ancora una volta, indossa un mantello nero, portato su una spalla sola a ricordo della sua purezza. Il cedere e il sostenere di Sant’Anna è un gesto antico che Gaudenzio Ferrari sapientemente ci mostra, così come ci mostra l’abbraccio che dà sollievo nella parte di destra e la fuga, a sinistra, mentre il Salvator Mundi sovrasta- nella realtà fisica del polittico così come nella simbologia- le azioni e le scelte umane. Ma scegliamo la scena centrale come la più significativa per il polittico perché la tensione dell’avvicinamento è così evidente -nel mentre in cui Santa Maria si congiunge al piccolo- che sembra di sentire il contatto delle mani e lo sfiorarsi delle teste.  Nella precedente uscita della serie donne (in nero) abbiamo detto qualcosa sul polittico, è stato anticipato come un’opera plurale e fin qui abbiamo visto il perché, le scene che si svolgono sotto la paziente attesa, potremmo dire sotto l’Eternità del Salvator Mundi sono molteplici, ritraggono Gioacchino Cacciato dal Tempio e l’incontro tra Gioacchino e Sant’Anna presso la Porta Aurea, ma abbiamo anche detto di una musicalità che il polittico porta con sé, cioè la melodia suggerita dai due angeli musicanti alle spalle delle due sante. La scena centrale è la più significativa per riconoscere all’italiano Gaudenzio Ferrari una delle sue più belle caratteristiche, quella del riempimento, dello scorcio, della prospettiva; come non soffermare lo sguardo sull’orizzonte del quadro per riconoscervi il blu oltremare che nelle giornate buone si vede nell’aldilà degli alberi di un remoto bosco alpino, lo stesso tratteggiato nella seconda tavola Gioacchino che abbraccia Sant’Anna alle spalle di Gioacchino, come per raccontarci qualcosa del suo passato; lo stesso che si intravede in un punto insignificante sui tetti, là sulla casa oltre l’arco, alla fine dello scorcio prima che sia di nuovo cielo, nella scena di Gioacchino cacciato dal tempio, lo stesso blu da cui il Salvator Mundi sembra emergere rasserenandosi.  Gaudenzio Ferrari -di cui parleremo ancora per la serie donne (in nero)- è stato un pittore molto prolifico, per questo le sue opere sono catalogate su base decennale. Il Polittico di Sant’Anna è del 1508, si trova dunque, per chiunque volesse approfondire, tra le opere del primo decennio del XVI secolo, periodo in cui seppur in una fase iniziale della sua carriera, è già considerato magister e lavora su commissione. Il polittico, realizzato per la chiesa di Vercelli, conta altri due pezzi oltre a quelli dei Musei Reali di Torino, le due tavole sono alla National Gallery di Londra, raccontano dell’annunciazione dell’arcangelo Gabriele e di Santa Maria vergine. 

Elettra -ellie- Nicodemi

 
 
https://www.museireali.beniculturali.it/opere/polittico-di-santanna/
 

Le Poste si rinnovano in Lungo Dora Firenze

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Poste Italiane comunica che fino a sabato 23 marzo, l’ufficio postale in Lungo Dora Firenze sarà interessato da lavori infrastrutturali di adeguamento normativo, volti  a migliorare la vivibilità degli ambienti lavorativi e per la clientela. Per garantire la continuità del servizio, per tutta la durata dei lavori, gli abitanti di Torino potranno rivolgersi al vicino ufficio di Corso Palermo, disponibile dal lunedì al venerdì dalle 8.20 alle 13.35 e il sabato dalle 8.20 alle 12.35, dove sarà possibile svolgere tutte le operazioni finanziarie e postali e ritirare la corrispondenza non consegnata per assenza del destinatario. L’ufficio postale Lungo Dora Firenze riaprirà secondo i consueti orari al pubblico lunedì 25 marzo.
(foto archivio – il Torinese)

Un miglio per la legalità

Si svolge giovedì 21 marzo, partecipano 27 classi di medie ed elementari

Giovedì 21 marzo le scuole secondarie di primo grado e primarie di Volpiano partecipano a «Un miglio per la legalità», staffetta in occasione della Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti di mafia; l’iniziativa è organizzata del Consiglio comunale dei ragazzi, dal Comune e dall’Istituto comprensivo di VolpianoPartecipano complessivamente 27 classi, 20 delle medie e 7 delle quinte elementari, dalle ore 8.30 alle 16, in un percorso tra i plessi scolastici del paese e il Municipio, dove viene collocato un lenzuolo bianco sul quale i ragazzi possono appendere ritagli di stoffa con una parola o una frase significativa. L’evento è ripreso dai componenti del Consiglio comunale dei ragazzi, chiamati e realizzare un servizio video da proiettare alle ore 20.30 nel Salone polivalente, durante l’incontro finale con la popolazione; in tale occasione si premia anche lo striscione migliore per il concorso «Pensieri di legalità». «La marcia “Un miglio per la legalità” – sottolineano gli organizzatori – indica un cammino da compiere tutti insieme per far capire che la legalità è giusta e la mafia no, perché la mafia è composta da persone che fanno dell’illegalità la loro regola di vita. Questa marcia ha un significato particolare perché “Il miglio” è un progetto di tutte le scuole dell’IC di Volpiano, quindi coinvolge tutti i giovani del paese, compresi i bambini più piccoli». L’obiettivo dell’iniziativa è lanciare un messaggio di educazione allacittadinanza attiva, ricordare le vittime innocenti e «che la mafia è ovunque e non va sottovalutata».

"Sanremo The Story", ultimi giorni

C’è tempo fino al 24 Marzo  per visitarla

 

Al Centro Commerciale ‘Parco Dora’, a Torino in Via Livorno angolo via Treviso prosegue con successo ‘Sanremo The Story’, la straordinaria e ricca mostra itinerante interamente dedicata al Festival della Canzone Italiana.

Il percorso emozionale che caratterizza ‘Sanremo The Story’ vanta la presenza di cimeli originali (dischi in vinile, documenti, abiti di scena) del Festival di Sanremo, accompagnati da monitor che proiettano video documentari, su di un’area di 80 metri quadrati con un’ampia varietà di teche con 45 e 33 giri originali del Festival di Sanremo e strumenti musicali originali dell’epoca impiegati durante la kermesse. La mostra è visitabile dal lunedì al venerdì dalle 09.30 alle 12.30, e dalle 16.30 alle 19.30. Sabato e domenica dalle 11.00 alle 20.00. Ingresso libero con offerta minima pari a 1 Euro che verrà interamente devoluta per sostenere il progetto ‘Alternanza Scuola Lavoro’ del Liceo Classico Musicale ‘Camillo Benso Conte di Cavour’ di Torino, i cui allievi forniranno il servizio di guida durante gli orari di apertura della mostra.

Tutte le informazioni sul sito www.parcocommercialedora.it e sulla relativa pagina FB del Centro Commerciale ‘Parco Dora’.

 

Radici e tradizioni in Piemontese

Il salone pluriuso di Quagliuzzo ospita, venerdì 22 marzo alle ore 21, la serata ‘Dove si può pensare e parlare in Piemontese’. Interviene Vittoria Minetti, docente di lingua piemontese. L’iniziativa è stata voluta dall’amministrazione comunale guidata da Ernesto Barlese che evidenzia come “sia un’occasione per non perdere le proprie radici e le proprie tradizioni”.

Massimo Iaretti

Ragazzo di 21 anni aveva un piccolo arsenale

La Polizia di Stato di Vercelli ha denunciato un uomo
per porto abusivo di armi
Nello   specifico   la   Sala   Operativa   della   Questura   inviava   un   equipaggio
della   Squadra  Volante   alla   Stazione   Ferroviaria   di  Vercelli   in   quanto   era
stata segnalata una persona che impugnava un coltello.
Giunti   immediatamente   sul   posto,   e   dopo   aver   indossato   il   giubbino
antiproiettile   in   dotazione,   gli   Agenti   prendevano   contatto   con   un
dipendente ferroviario il quale indicava un ragazzo straniero, seduto su una
panchina   della   Stazione,   che   teneva   in   mano   un   coltello   di   grandi
dimensioni.
Raggiunto dagli Agenti veniva invitato a depositare a terra l’arma e il
ragazzo,   dopo   qualche   esitazione,   acconsentiva   a   tale   richiesta   e
prontamente veniva immobilizzato e sottoposto a perquisizione personale
in flagranza di reato.
La perquisizione dava esito positivo in quanto, oltre al coltello, lungo circa
30 cm, sotto gli abiti in corrispondenza della pancia, l’uomo occultava una
pistola   calibro   8   mm   con   il   cane   armato   e   cartuccia   camerata   e   con   il
caricatore inserito, contenente diciotto cartucce , tanto da far pensare che
l’arma fosse pronta per essere utilizzata.
Inoltre   nella   tasca   destra   del   pantalone   venivano   rinvenuti   ulteriori   81
cartucce; solo dopo una più attenta analisi si accertava che la pistola, in
tutto e per tutto uguale ad una vera, fosse a salve.
Il   ragazzo,   un   cittadino   rumeno   di   21   anni   residente   nella   Provincia   di
Cuneo che non riusciva a giustificare il porto e la deteNzione delle armi,
tutte sequestrate, e che si trovava a Vercelli poiché fatto scendere dal treno
Torino – Milano in quanto privo del titolo di viaggio,   veniva deferito in
stato di libertà Procura della Repubblica presso il Tribunale di Vercelli. per
il reato di porto abusivo di armi.