STORIA, CULTURA E PAESAGGIO RILANCIANO ECONOMIA E TURISMO

Sin da quando mi è stata conferita la delega al turismo, su proposta dell’allora presidente dell’Unione dei Comuni della Valcerrina, Maria Rosa Dughera (condivisa da tutti i sindaci/assessori), poi riconfermata dall’attuale presidente Fabio Olivero, ho cercato di muovermi su due direttrici che potessero dare delle prospettive di sviluppo dell’ambito turistico nella Valle. La prima è stata quella di creare un ‘ponte’ con il Mantovano, vista la presenza nel territorio unionale di Crea, Santuario Patrimonio dell’Umanità Unesco, e la comunanza con il Comune di Curtatone, per via del Santuario della Beata Vergine delle Grazie che ogni anno a ferragosto ospita nella località dove è situato una fiera millenaria con un passaggio impressionante di persone, con l’auspicio che questa potesse essere una vetrina vero non solo la Lombardia ma un ambito territoriale più vasto. Di questo, la sera del 14 agosto 2017 ne è stato ben conscio il Rettore di Crea, monsignor Francesco Mancinelli, con il quale abbiamo rappresentato l’Unione ed il Santuario nel momento religioso della festività, una concelebrazione con tre Vescovi (quello di Mantova, quello emerito di Mantova e quello di Ferrara). Il secondo, invece, è tutto piemontese, perché rivolto a Torino ed alla porzione di Città Metropolitana che è poi la continuazione della Valcerrina del Monferrato Casalese. La Valle, infatti, da uno sviluppo delle sue potenzialità turistiche, che sono quelle di un turismo dolce, della gita ‘fuori porta’, della visita ad una bellezza artistica, architettonica, ambientale, paesaggisti, non certamente del turismo di massa. La Valcerrina, infatti, ha una potenzialità che è ancora ampiamente inespressa, anche perché, terra circondata da tre Unesco (Crea, Langhe-Roero e Monferrato e Collina Po Torinese) spesso viene saltata a pie pari dagli itinerari turistici. E se iniziative intelligenti, come quelle del Gran Trekking dei Castelli Bruciati e della Gran Cavalcata o i percorsi di nordic walking e di escursioni dolci, possono essere dei vettori indubbiamente importanti, tuttavia occorre valorizzare ancora più i suoi tesori nascosti, anche a chi ci vive. La Valle, non lo si dimentichi, va poi vista nel suo insieme, quindi anche i centri della Provincia di Asti e della Città Metropolitana di Torino, con le sue chiese romaniche e più recenti, i suoi castelli e ‘tutto quanto fa cultura’. Mi permetto di segnalare che nel mese di agosto dello scorso anno, su ‘Medioevo’ una rivista a diffusione nazionale, è uscito un bell’articolo di Chiara Parente, insegnante, scrittrice e giornalista di Castelnuovo Scrivia, che ha delineato una proposta di itinerario incentrandolo proprio sulla ‘Valcerrina’, area spesso lontana e dimenticata sia dal capoluogo provinciale sia da Casale Monferrato. E, per questo, è sufficiente vedere che gli itinerari dei viaggiatori che passano dalla Città di Sant’Evasio, sovente proseguono in direzione di Crea e poi di Moncalvo, mentre i pullman, non frequentissimi peraltro, che arrivano da Torino, una volta giunti a Cavagnolo-Brusasco, ‘virano’ in direzione dell’Astigiano. L’itinerario che deve portare verso e da Torino, invece, vede due capolavori d’arte religiosa ai suoi estremi ed un terzo gioiello romanico al centro (anche se non esatto). Si tratta di partire da Crea, proseguire attraverso Mombello Monferrato, con le formelle romaniche della chiesa di San Sebastiano, solo per citarne una, e la millenaria Torre San Quilico nel Comune di Odalengo Grande per poi arrivare all’Abbazia di Santa Fede a Cavagnolo e chiudere, sempre nella Città Metropolitana di Torino al complesso abbaziale di Santa Maria di Pulcherada a San Mauro Torinese, al sorto al centro di una curtis che collegava Augusta Taurinorum (Torino) con Industria (Monteu da Po). E sull’altro lato della Valle non vanno dimenticati il Castello di Gabiano, Villamiroglio con il gioiellino di Santa Liberata e Moncestino con la sua bellissima veduta sulla Valle del Po. Non si tratta di un percorso che fa concorrenza con la Superga-Crea, si sovrappone a quelli del Romanico Astigiano o alla ciclovia VenTo ma che potrebbe con essi fare rete. Per questo occorre che si crei, al più presto un tavolo con i Comuni e gli enti territoriali toccati dall’itinerario, le associazioni che vogliano lavorare a questo obiettivo, la Diocesi di Casale Monferrato che, oltre tutto si estende anche a parte del Torinese, esperendo una volta tanto vedute più ampie del ‘cortile della cascina’ o di campanilismi che in questo caso sono un freno allo sviluppo, magari creando anche un’associazione ad hoc. In questo modo, facendo rete, e non necessariamente avendo come baricentro una Casale Monferrato troppo lontana, si potrebbero cogliere dei risultati. Su questo progetto, che è anche un recupero delle tradizioni e delle radici cristiane di una terra che è sempre stata cristiana, quindi della sua identità, sono pronto ad impegnarmi a fondo da qui al prossimo futuro. Naturalmente in compagnia di tutti coloro che ci crederanno.

Massimo Iaretti

Consigliere delegato al Turismo

Unione dei Comuni della Valcerrina

Consigliere Comunale

di Villamiroglio


 

Leggi qui le ultime notizie: IL TORINESE
Articolo Precedente

AUGURI A UN PAPA' UNICO E SPECIALE

Articolo Successivo

ITALIA IN RECESSIONE, L’IMPORTANZA DELLA LEGGE 3/2012

Recenti:

“Quartiere Pulito”

Riceviamo e pubblichiamo Si chiama “Quartiere Pulito, si ispira a La Via della Felicità di L. Ron  Hubbard ed è un progetto di   promozione

IL METEO E' OFFERTO DA

Auto Crocetta