redazione il torinese

Cesarina e "La casa in collina" di Pavese

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pavese casa Fu a Serralunga di Crea che  Pavese trascorse due inverni ed un’estate durante la seconda guerra mondiale e concepì una delle sue opere più belle. Cesarina Sini, che insieme alla sorella Maria Luisa, nata nel 1928, conservava e perpetrava ai posteri il ricordo dello zio, era molto legata a Serralunga. Insieme alla madre Maria trascorreva ,  soprattutto d’estate, alcuni periodi di soggiorno presso “Villa Mario”

 

Se n’è andata in punta di piedI, con discrezione, come è sempre vissuta Cesarina Sini. Aveva novantadue anni – essendo nata nel 1923 – ed il suo nome è legato, in modo semplice quanto indelebile, con la storia del Comune che ospita il Santuario di Crea, ma che ospita anche quella casa, quei paesaggi, dove Cesare Pavese scrisse “La casa in collina”. Cesarina dello scrittore di Santo Stefano Belbo era nipote perché la sorella Maria Pavese, sposò Guglielmo Sini. E Guglielmo Sini era uno dei tre figli maschi di Cesare Sini (gli altri erano Mario ufficiale morto nella Grande Guerra e Luigi, poi direttore di Rumianca, cui si aggiunse anche una figlia, Federica), direttore dell’Italcementi, che nel 1920 fece costruire “Villa Mario”, casa con annesso terreno,  intitolata al figlio Mario, come si piuò vedere dalle M impresse nei pali di cemento che sostengono la recinzione. Fu a Serralunga di Crea che  Pavese trascorse due inverni ed un’estate durante la seconda guerra mondiale e concepì una delle sue opere più belle. Cesarina Sini, che insieme alla sorella Maria Luisa, nata nel 1928, conservava e perpetrava ai posteri il ricordo dello zio, era molto legata a Serralunga.

 

Insieme alla madre Maria trascorreva ,  soprattutto d’estate, alcuni periodi di soggiorno presso “Villa Mario” dove viveva invece con maggiore frequenza la zia Federica Sini, che tutti in paese conoscevano come la “Tota” Sini, maestra per lunghi anni nella zona. Poi, dopo la scomparsa della mamma prima e della zia poi, Cesarina – che in paese aveva alcune amicizie da sempre, Liliana Patrucco, che viveva a Casale ma aveva fatto le scuole dai nonni a Serralunga e Gina, moglie di Attilio Godino, mitico sindaco democristiano della Valcerrina negli anni Sessanta e Settanta (e padre di Giuseppe, poi sindaco di Serralunga, vicini di casa dei Sini che la ricorda come “una persona sempre allegra, solare, simpaticissima”) – aveva incominciato a trascorrere periodi sempre più lunghi, soprattutto in estate a Villa Mario. E durante queste permanenze erano “mitici” i suoi falò nel prato. Chi scrive l’ha conosciuta personalmente sin da quando aveva i pantaloni corti: i suoi genitori affittarono per l’estate la casa che era stata costruita nella parte superiore della proprietà dal 1967 sino al 1998 e spesso da bambino e da ragazzino andava a giocare nella “Casa di Pavese” e che in virtù della sua conoscenza con la famiglia Sini fece da tramite ad un giovanissimo Marco Giorcelli, per diciannove anni alla guida del bisettimanale “Il Monferrato” allora alle prime armi come giornalista (ma aveva portato alla maturità una bellissima tesina su Pavese) per l’intervista a Maria Pavese avventa nella cucina di Villa Mario,. Ed è anche rimasto impresso nei ricordi della sorella di Cesarina, Maria Luisa che qualche anno fa, fattosi ormai uomo, in occasione dello spettacolo di Umberto Orsini in piazza a Serralunga gli disse: “Si, Massimo, mi ricordo bene di te e di tuo fratello, eravate delle pesti da piccoli, tiravate sempre le code ai gatti”.  Anche questi sono ricordi di un passato che non c’è più e che, con la scomparsa di Cesarina Sini perde un altro importante pezzo, non solo del Monferrato ma dell’intero Piemonte e dell’Italia.

 

Massimo Iaretti

 

 

 

Piemonte, terra di Santi sociali

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BOETI CURINOSpettacolo a cura della Consulta regionale dei Giovani

 

Il Piemonte dell’800 è stato la culla di un gran numero di santi che si sono occupati in modo particolare dei problemi della vita quotidiana delle persone: la povertà, la malattia, il carcere, il lavoro, l’educazione dei giovani, l’informazione.Il racconto delle loro vite – e soprattutto di ciò che hanno realizzato – è stato la base dello spettacolo “Una storia attuale. Piemonte terra di santi sociali” che la Consulta regionale dei Giovani ha presentato al Salone del Libro la sera di sabato 15 maggio. Dopo il saluto introduttivo di Nino Boeti, vicepresidente del Consiglio regionale del Piemonte, Gianluca Favetto e Fabrizio Vespa ha condotto la serata con gli interventi musicali di Jacopo Conti e Giacomo Celentano e la voce narrante di Michela Di Martino. Hanno parlato di Giuseppe Cafasso, il santo che si occupava dei carcerati, Vincenzo Di Dio di Caffè Basaglia e Mario Tagliani, il maestro dei ragazzi del carcere minorile di Torino. A don Bosco, il santo dei ragazzi degli oratori salesiani, hanno regalato pensieri e parole Laura Curino, attrice che in questi giorni presenta il suo spettacolo “Santa Impresa” e don Luca Ramello, responsabile della Pastorale giovanile della diocesi di Torino. Leonardo Murialdo era il santo del lavoro; per illustrare il senso dell’impegno oggi nel mondo del lavoro sono intervenuti Giorgio Airaudo, storico sindacalista ed oggi deputato, e Kaligola, giovanissimo cantante rap. Giuseppe Benedetto Cottolengo è il santo dei malati, della sua Piccola Casa della Divina Provvidenza così com’è oggi ha parlato don Andrea Bonsignori, rettore della scuola del Cottolengo.Silvio Magliano, responsabile del Centro Servizi Volontariato ha seguito le orme di Giulia Colbert Falletti di Barolo che si occupava delle ragazze povere e dei bisognosi delle periferie della Torino dell’800. Patrizia Saccà, campionessa paralimpica di tennis tavolo, ha messo l’accento sulla “normalità” dell’opera di Pier Giorgio Frassati. Infine il giornalista siciliano Pino Maniaci, fondatore di Telejato e da sempre impegnato contro le mafie, ha concluso l’incontro facendo riferimento alla figura di don Giacomo Alberione, fondatore delle Edizioni Paoline.

 

www.cr.piemonte.it

Da Chiaro Scuro dolcezze, caffè e simpatia

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E’ possibile gustare torte (personalizzate per i compleanni), pasticcini e ottimi croissant tradizionali

 

Caffetteria di gran classe e pasticceria di qualità. Un locale sobriamente elegante nella sua modernità minimal, accogliente come il personale che è sempre pronto ad un sorriso. E’ la pasticceria Chiaro Scuro, in via Nizza. L’intuizione è nata da un giovane imprenditore romeno che ha pensato di realizzare un locale per  rivolgersi a un pubblico il più ampio possibile. E così, accanto alle specialità golose della Romania, a due passi dalle fermate Nizza e Dante del Metrò, è possibile gustare torte (personalizzate per i compleanni), paste e ottimi croissant tradizionali. Ideale per le colazioni e per una pausa pranzo relax. Praticamente sempre aperto.

 

Pasticceria Chiaro Scuro, via Nizza 107/b Torino

“L’Oratorio di San Filippo incontra e racconta”

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PALATINE2Nell’occasione è stato presentato il nuovo volume sulle Palatine, “Il restauro della Porta Palatina di Torino. Passato,presente e futuro di una città fluida”

 

Un interessante evento culturale “investe” la città di Chieri. Si tratta di “L’Oratorio di San Filippo incontra e racconta”, momento inserito nell’Off Salone del Libro, con ingresso libero sino ad esaurimento  posti, con l’opening del suggestivo spazio nel quale sono stati proiettati filmati e testimonianze sulle meraviglie del Piemonte. Nell’occasione è stato presentato il nuovo volume sulle Palatine, “Il restauro della Porta Palatina di Torino. Passato,presente e futuro di una città fluida”, volume prodotto ed edito dal Consorzio San Luca per la cultura, l’arte ed il restauro. I testi convenuti nell’importante volume sono di Armando Baietto, Francesca Bosman, Andreas Kiper, Marina Locandieri, Luisella Pejrani Baricco, Stefani Ratto, Rosalba Stura, Michelangelo Varetto, Cristina Volpi. La curatela è di Luca Emilio Brancati. L’Oratorio di San Filippo è a Chieri in via Vittorio Emanuele II 63.

 

(Foto: il Torinese)

Massimo Iaretti

“La Dispensa del Re” gratis con la Royal Card

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Dal 1 giugno al 31 ottobre alcune delle Residenze Reali di Torino e Piemonte si mostrano con  visite tematiche

 

E’ un patrimonio inestimabile quello che vanta il Piemonte, un insieme di palazzi, ville, castelli che abbracciano secoli di storia in grado di offrire ai visitatori percorsi artistici, culturali oltre che esperienze enogastronomiche. L’insieme delle Residenze Reali, 21 in tutta la regione, costituisce infatti un unicum a livello europeo, riconosciuto come Patrimonio Mondiale dall’Unesco nel 1997.  Un patrimonio dalle enormi potenzialità turistiche e dalle molteplici chiavi di lettura.  Quali erano le abitudini alimentari dei sovrani? Come venivano preparati i sontuosi banchetti? Cosa si produce all’interno delle Corti? Queste e altre curiosità saranno svelate partecipando alle visite tematiche “LA DISPENSA DEL RE” sino al 31 ottobre 2015 attraverso un calendario di appuntamenti che varia da residenza a residenza. 

“In sinergia con Turismo Torino e Provincia abbiamo lavorato a un ampio progetto di valorizzazione della cosiddetta “Corona di delizie”, che ha già visto il lancio del portale www.residenzereali.it, la definizione di prodotti e servizi dedicati e il potenziamento del collegamento verso alcune Residenze grazie all’investimento di City Sightseeing Torino – sottolinea Antonella Parigi, assessore alla Cultura e al Turismo della Regione Piemonte – Oggi con LA DISPENSA DEL RE lanciamo una nuova offerta turistica per proporre al visitatore un approfondimento e una chiave di lettura alternativa ai percorsi di visita classici, presentando un sistema delle residenze declinato sul tema e durante i giorni di Expo Milano 2015”.  Per agevolarne la fruizione, Regione Piemonte e Turismo Torino e Provincia hanno ideato la ROYAL CARD – valida 48 ore per adulto e bambino sotto i 12 anni al costo di €37,00 – che consente: 

– l’ingresso presso 3 residenze reali a scelta tra Palazzina di Caccia di Stupinigi, Castello di Rivoli, Reggia di Venaria e Giardini e Castello della Mandria, Castello Ducale di Agliè, Castello di Racconigi, Palazzo Madama, Villa della Regina; 

– utilizzo per 48h del bus turistico City Sightseeing Torino  con  3 differenti percorsi: Linea A “Torino Centro”, Linea B “Torino Inedita”, Linea C “Residenze Reali”; 

– riduzione del 10% sul Royal E-Bike tour, percorso con bicicletta a pedalata assistita verso alcune Residenze Reali dotate di pista ciclabile; 

– sconto del 10% sull’iniziativa golosa “Merenda Reale®” presso il Castello di Rivoli e il Caffè Reale di Palazzo Reale. 

Calendario visite tematiche “LA DISPENSA DEL RE” 

Castello di Rivoli 

A tavola con il Re. Una residenza, la sua storia e i suoi protagonisti” 

Tutte le domeniche e giorni festivi alle ore 16.30 

Reggia di Venaria 

Visita alle cucine reali e al Potager Royal” 

Dal martedì al venerdì ore 9-17, sabato e domenica ore 9-19 

Palazzina di Caccia di Stupinigi 

“Da Stupinigi al resto del mondo” 

Secondo sabato del mese, ore 14.30 e ore 16 

“Famiglie al museo, partiamo per un viaggio intorno al mondo; Sulle tracce degli animali in Palazzina; cosa bolliva in pentola?” 

Prima e terza domenica di luglio, settembre e ottobre, ore 15 e ore 16.30 

“Focus: Il cibo e la terra nella Corona di Delizie” 

12 luglio alle ore 15 e ore 16.30 

Palazzo Madama 

“Visita al giardino di Palazzo Madama” 

Dal martedì alla domenica ore 10-18 (ultimo ingresso ore 17) 

Villa della Regina 

“Il vigneto di Villa della Regina” 

9 e 23 Giugno, 14 e 28 Luglio, 11 e 25 Agosto, 8 e 22 Settembre, 13 e 27 Ottobre 

ore 10 

Castello di Racconigi 

Visita alle cucine reali di Racconigi
Sabato e domenica 14.30- 17.30 

Castello di Agliè 

Alla scoperta delle cucine dei duchi di Savoia” 

Visita guidata alle cucine, tutti i venerdì ore 16 e sabato ore 10,00 

Castello de La Mandria 

Al gusto di Rosa” 

20 giugno, ore 18,30 

“Buongiorno Maestà” 

20 settembre, ore 10,30 

Rolando, il mastino delle meraviglie: dopo il 28 farà 29, 30 e 31?

PICCHIONI

salone romanzoSALONE LIBRO XXSALONE 569lingotto salonesalone 483SALONE 284salone 555salone 667IL GHINOTTO DELLA DOMENICA

Il “Picchio” è l’uomo chiave per pilotare la “creatura” fra gli scogli di prime e seconde repubbliche, di maggioranze cangianti, di presidenti e assessori che vanno … mentre lui resta immutabile. E pronto a tutto pur di salvare la specificità torinese del Salone

 

E dunque, dopo ventotto edizioni, siamo arrivati all’Italia delle meraviglie, tema conduttore del Salone del Libro, gran kermesse onorata per l’inaugurazione dal presidente Mattarella, in corso nei padiglioni del Lingotto fino a domani. In effetti, non sono pochi i motivi di cui meravigliarsi per il successo di un evento dato spesso per defunto, o almeno molto malato, e che ogni anno risorge come l’Araba Fenice. Dopo l’avvio avventuroso di Angelo Pezzana e Guido Accornero, con un cambio di logo la Fiera viene saldamente presa in mano da una coppia di navigati promotori culturali, con profondi addentellati nella politica e nei salotti, Rolando Picchioni ed Ernesto Ferrero. In particolare il primo, è l’uomo chiave per pilotare la “creatura” fra gli scogli di prime e seconde repubbliche, di maggioranze cangianti, di presidenti e assessori che vanno … mentre lui resta immutabile, espressione tra le più congeniali (nel bene e nel male) del doroteismo democristiano d’antan.

 

Di minacce il buon Picchio ne ha dovute sventare parecchie. Quando il Salone trova la ribalta internazionale, i milanesi se ne accorgono e cercano di “riportare a casa” un evento che, neppure troppo a torto, vedrebbero meglio all’ombra della Madunina, dove hanno sede le principali case editrici nazionali. Peccato che non ci abbiano pensato per tempo e che questa volta, sulla loro strada, si trovino un mastino come Rolando, pronto a tutto pur di salvare la specificità torinese del Salone. Poi è arrivata la crisi, una crisi doppia per questa manifestazione che, da un lato, drenava una quantità più che cospicua di soldi pubblici, ora ridotti a livelli decisamente bassi; dall’altro puntava ad attrarre risorse private da piccoli editori (desiderosi di crescere) e dai grandi che non possono sottrarsi alla passerella. Ma l’Italia, oltre che delle meraviglie è il paese in cui i libri, se va bene, servono a riempire le librerie, giacendo inerti finchè l’erede di turno non ricorre al rigattiere. La crisi economica, l’affermarsi del digitale, le mode giovanili: tutti fattori che non giocano a favore della rianimazione di un prodotto, il libro, nato in età medievale e, spiace dirlo, con tutti i segni della sua vetustà.

 

C’è da aggiungere che ai torinesi, in genere, non piace vincere facile. Tu lanci la fiera del prosciutto San Daniele o del culatello di Zibello e la folla si mette in coda, come non avesse mai mangiato; o punti sul cinema, come Venezia o Cannes, e godi della visibilità delle star da tappeto rosso. Spettacolarizzare un parallelepipedo che richiede anche un certo tempo e fatica (oltre al fatto che la lettura è per definizione attività solitaria) è un’impresa da titani. Il Salone c’è riuscito con un mix di ingredienti, sconfinando sempre più in attività collaterali che dal libro prendono solo vago pretesto: così è stato per il prevedibile successo del “cooking”, dedicato alla passione planetaria più pervasiva del momento, la cucina. Ma anche i comics, o il semplice spettacolo: chi non ricorda il fracasso provocato allo stand Rai, con ragazzini a caccia di autografi di personaggi che, non dico di scriverlo, chissà quando hanno preso in mano un libro.

 

Comunque domani sera, prima di spegnere le luci e fermare la girandola di eventi, seminari, convegni, nel tagliare la tradizionale torta di fine Salone, c’è da star certi che Rolando – che in questi giorni ha “marcato il territorio” anche polemizzando con il Circolo dei Lettori – sfoggerà il solito sorriso a 32 denti, vantando nuovi record di visitatori, editori, vendite e di tutto di più, in quella che i suoi maligni avversari definiscono una corsa al gigantismo un po’ patologica e un po’ patetica. Ma soprattutto, lasciando al palo i tanti autonominati eredi e candidandosi a dirigere l’edizione 29,30,31,32…

 

Ghinotto

 

Ghino – vero nome Ghinotto – era fglio di Tacco, senese ghibellino giustiziato dai guelfi.  Decise di darsi alla macchia per vendicare il padre e perpetuarne l’eredità politica. Raccolse intorno a sé un gruppo di ribelli ed espugnò la rocca di Radicofani, con l’intento di riportare allo splendore i ghibellini sconfitti, esercitando nel frattempo il buongoverno sul suo villaggio. Ghino di Tacco era anche lo pseudonimo con cui Bettino Craxi firmava i suoi corsivi al vetriolo sull’Avanti!, dopo aver assunto con orgoglio l’identità del “Robin Hood”  ghibellino cui Eugenio Scalfari, per condannarlo, l’aveva paragonato.

 

(Foto: il Torinese)

Il Pride scherza con i santi e la politica di destra e sinistra abbocca

CICCIONAblasfema locandina lgbtA pensar male si fa peccato, ma sembra che ogni anno si trovi un’immagine più scandalosa di quella precedente per dare risalto mediatico ad un evento. Furbi i promotori – verrebbe da dire – che si tirano dietro le ghiottissime contumelie (tutta manna pubblicitaria) dai politici di ogni schieramento

 

Soprattutto è una questione di buon gusto. Che oggi, si sa, scarseggia. Dopo l’immagine della cicciona che calpestava un’immagine sacra (lo scorso anno in occasione di una mostra curata dalle associazioni lesbo e gay, vedi foto) ora a fare scandalo è il Coordinamento Torino Pride che ha scelto la figura della Pietà di Michelangelo, per la Giornata mondiale contro l’omofobia e la transfobia che si celebra il 17 maggio. Lo slogan è: «L’omotransfobia è odio che uccide». L’anno scorso il patrocinio venne concesso dal Comune guidato da Piero Fassino che poi lo ritirò sull’onda delle polemiche. Questa volta il presidente della Regione Sergio Chiamparino, ha disertato all’ultimo momento la conferenza stampa di presentazione dell’iniziativa, che vede la partecipazione della Regione. A pensar male si fa peccato, ma sembra che ogni anno si trovi un’immagine più scandalosa di quella precedente per dare risalto mediatico ad un evento. Furbi i promotori – verrebbe da dire – che si tirano dietro le ghiottissime contumelie (tutta manna pubblicitaria) dai politici di  destra e di sinistra.

 

<<Scherza coi fanti, ma … la sinistra difetta di saggezza popolare e probabilmente soprattutto di rispetto per il sentimento religioso cristiano, dimostrandosi recidiva nel concedere alla leggera, se non proprio al buio i patrocini istituzionali alla propaganda più blasfema dell’associazionismo glbt!>> attacca Maurizio Marrone, Capogruppo di Fratelli d’Italia – Alleanza Nazionale in Regione Piemonte e in Comune di Torino, che spiega <<Come altro definire l’accostamento tra l’omofobia e la passione e morte di Gesù Cristo propinato dalla locandina del Torino Pride per la giornata contro l’omofobia? Proprio in un momento storico di feroci e letali persecuzioni anticristiane, di decapitazioni e pulizia etnica religiosa diventa un’offesa intollerabile e provocatoria paragonare le aggressioni omofobe alla crocifissione di Cristo, patrocinata peraltro da Regione Piemonte, Comune di Torino e di altre amministrazioni comunali piemontesi! Esigo il ritiro immediato dei patrocini con richiesta di comunicazioni urgenti nei consigli regionale e comunale e le scuse pubbliche di Chiamparino e Fassino!>>. 

 

“Sarebbe stato meglio lanciare un messaggio positivo a sostegno di una campagna giusta”. Commenta invece Davide Gariglio, capogruppo in Consiglio regionale  e segretario piemontese del Pd, la presentazione del manifesto con cui si avvia la campagna istituzionale patrocinata dalla Regione Piemonte e da diversi Comuni contro l’omofobia.“Per la prima campagna istituzionale contro l’omofobia – prosegue Gariglio – avrebbe avuto più incisività la scelta di un messaggio con al centro i diritti; la distorsione di una un’immagine sacra per la cristianità produce solo contrapposizioni. Personalmente trovo l’associazione sbagliata sotto diversi aspetti, ma la ritengo non utile neanche per il movimento glbt: perché associare le proprie rivendicazioni alla pietà e alla misericordia cristiana? Non ci vedo – conclude il capogruppo democratico- nessun altro motivo che la volontà di riproporre una polemica dannosa, in primis per gli stessi proponenti”.

 

 

 

Scontro frontale: muore ragazzo di 23 anni, grave la fidanzata di 22

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L’Y10 del giovane, che abitava a Cantalupa, si è scontrata con una Peugeot 106 guidata da un 35enne, che è rimasto ferito leggermente

 

Un ragazzo di 23 anni è morto in uno scontro frontale avvenuto a Vinovo, sulla strada verso Candiolo. L’Y10 del giovane, che abitava a Cantalupa, si è scontrata con una Peugeot 106 guidata da un 35enne, che è rimasto ferito leggermente. A fianco della vittima era seduta  la sua fidanzata di 22 anni,  trasportata in elicosoccorso al Cto in gravi condizioni. La polizia municipale di Vinovo sta svolgendo le indagini.

 

(Foto: il Torinese)

Saviano al Salone: "Le Forze Armate sono legalità"

SAVIANO ROBERTO“L’attività svolta dalle Forze Armate in Italia e all’estero è complicatissima e molto importante”

 

Lo scrittore Roberto Saviano al Salone del Libro ha visitato lo stand del Ministero della Difesa, lasciando una dedica ai militari: “Difendere, agire, capire :questo è il percorso delle divise che amo!” l’Ansa riporta altre parole dello scrittore: “L’attività svolta dalle Forze Armate in Italia e all’estero è complicatissima e molto importante. Dal mio punto di vista, è particolarmente interessante osservare sempre il segmento delle attività per la legalità come ad esempio quella in Afghanistan sul narcotraffico”.

Boom dell'editoria cattolica tra fede e cultura

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L’iniziativa si è tenuta per la prima volta pubblicamente, durante l’incontro ‘Editoria religiosa tra dinamiche di mercato e ricerca di senso’

 

L’editoria religiosa coinvolge un pubblico  più giovane e più vasto, dotato di titolo di studio medio-alto ed alto (38%). Si tratta soprattutto di professionisti e lavoratori autonomi (28%). Del campione considerato si dichiara però “devoto”  solo il 15%. Il 40%, cerca un approfondimento della fede o è interessato a un’analisi  culturale, per arricchire e migliorare la propria vita (39%). Sono i dati del Quinto osservatorio sull’editoria cattolica, curato dall’Unione Editori e Librai Cattolici Italiani (Uelci) e dall’Ufficio studi dell’Associazione Italiana Editori (Aie), con il Consorzio Editoria Cattolica (Cec), presentato nel giorno d’apertura del Salone del Libro. L’iniziativa si è tenuta per la prima volta pubblicamente, durante l’incontro ‘Editoria religiosa tra dinamiche di mercato e ricerca di senso’.

 

(Foto: il Torinese)