redazione il torinese

Mare o monti? No, l'aria meno inquinata al mondo è nella metropolitana di Torino

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metro 2metro gente“La rivoluzione culturale sui temi della mobilità – commenta l’assessore ai Trasporti della Città di Torino, Claudio Lubatti, – è ormai una realtà”

 

L’indagine è seria, condotta da un prestigioso ateneo universitario. Dai dati risulta che l’aria della metropolitana di Torino, sui treni e nelle stazioni, è la più pulita al mondo. Non in assoluto, ovviamente, ma a confronto con le metropolitane delle altre città. Lo studio è stato effettuato dall’Università di Napoli in collaborazione con Gtt e Infra.To. Merito degli pneumatici in gomma, che producono meno emissioni delle consuete ruote in ferro, e della presenza del tunnel di banchina, un vero e proprio isolante rispetto ai binari dalla stazione. Queste le caratteristiche della metro torinese che valgono il primato. Walter Ceresa, presidente e ad di Gtt, il Gruppo Torinese Trasporti che gestisce il trasporto pubblico locale dice all’Ansa: ” è un altro risultato positivo che evidenzia non solo l’efficienza, ma anche la lungimiranza con cui è stata progettata la metropolitana di Torino”. “La rivoluzione culturale sui temi della mobilità – commenta l’assessore a Mobilità e Trasporti della Città di Torino, Claudio Lubatti, – è ormai una realtà. Avere prove di alta qualità dei servizi offerti, come quella testimoniata da questo studio, aiuta le amministrazioni a spingere le persone ad utilizzare i mezzi pubblici in tutte le forme offerte”.

 

(Foto: il Torinese)

Alla Douja d'Or già serviti 10 mila bicchieri di vino

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Il Salone resta aperto fino al 20 settembre

 

Bevuti oltre 9.700 bicchieri di vino, vermouth, liquori aromatici, cocktail con l’Asti e il Brachetto, Barbera, Langhe, nei primi due giorni, venerdì e sabato, al Salone nazionale di vini selezionati Douja d’Or di Asti: con domenica si supera ampiamente la soglia dei 10 mila. Il Salone resta aperto fino al 20 settembre al palazzo dell’Enofila di corso Cavallotti nella città del Palio. Più di 5 mila le bottiglie vendute e sono stati peparati più di 1.100 piatti, serviti durante le rassegne ‘piatto d’autore’ e le due serate a cura delle associazioni di categoria.

 

(Foto: Essepiesse/ Il Torinese)
   

Salvini "licenzia" Fassino dall'Anci. E Piero il Lungo fa il misterioso sul bis da sindaco

salvini giavenofassino 33Il primo cittadino: “E’ normale che una persona nel momento in cui gli si prospettano altri cinque anni di lavoro dalle otto a mezzanotte si prenda un momento di riflessione”

 

Il leader leghista”licenzia” Piero  Fassino dalla carica di presidente dei sindaci italiani. “L’Anci? Aboliamolo. E’ un ente inutile”. La richiesta dell’abolizione dell’Associazione dei comuni italiani arriva dalla manifestazione padana alle sorgenti del Po, nel Cuneese. “Dov’e’ Fassino?- dice Matteo Salvini –  I Comuni sono al collasso. Tanto vale risparmiare quei soldi dell’iscrizione ad una associazione che non serve”. Un “attacco a freddo, sarebbe  un danno a tutti i sindaci”, replica Fassino secondo il quale Salvini provoca in modo strumentale. Ma è critica anche Forza Italia: “un’Anci indebolita dalla diserzione dei sindaci leghisti è un formidabile assist al premier”. E intanto Fassino fa il misterioso sulla sua ricandidatura a sindaco di Torino: “Non cerco medaglie e la decisione di ricandidarmi non posso prenderla da solo. Alle elezioni mancano 9 mesi. Vedremo…”. Così l’Ansa riporta le parole pronunciata dal Lungo alla Festa dell’Unità di Torino, dove Fassino ha risposto al direttore de La stampa Mario Calabresi. “Occorre discutere con il partito e con le forze della coalizione. Fare il sindaco è una cosa seria. E’ normale che una persona nel momento in cui gli si prospettano altri cinque anni di lavoro dalle otto a mezzanotte si prenda un momento di riflessione”.

 

(Foto: il Torinese)

Dalle zebre pedonali ai prelievi bancari: quando le regole sono un optional

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tosettoSTORIE DI CITTA’ /

di Patrizio Tosetto

 

In un minimarket in centro mentre pago la mia attenzione è attratta dal cartello “vietato fotografare”. Chiedo lumi al cassiere che gentilmente mi spiega: soprattutto i cinesi fotografano i prezzi per aprire successivamente lì vicino attività commerciali

 

Tento d’attraversare sulle strisce pedonali in Piazza Arbarello, invano. 5 auto ed un pullman di linea me lo impediscono. Fin qui nulla di straordinario. Non è una notizia… Quando ci riesco mi accorgo che due vigilesse  sono a 10 metri e non intervengono. Forse una s’accorge del mio stupore ed alza le braccia in segno d’impotenza. Raggiungo una tabaccheria ristorante di via San Massimo 17, caffè con amici, due chiacchiere. Il padrone parla e se la ride. Ha avuto un diverbio con il pagatore di una multa per aver telefonato senza auricolare in auto. Voleva comprensione contro i poliziotti che non capivano che lui non aveva mai avuto incidenti.

 

Vittima di atroci punizioni e con 5 punti in meno sulla patente. Piccola commissione bancaria. Davanti a me un orientale che vuole fare un forte prelievo in contanti. Impossibile, dice la cassiera che capendo l’irritazione del cliente chiama un superiore. Confabula e trovano la soluzione frazionando in diverse operazioni il tutto. Quando racconto ad un amico che lavora in banca si stupisce. Non dell’atteggiamento della banca, ma del fatto che un cinese ha un conto corrente.

 

Prima della sosta in palestra compero in un minimarket in centro. Pagando, la mia attenzione è attratta dal cartello “vietato fotografare”. Chiedo lumi al cassiere che gentilmente mi spiega: soprattutto i cinesi fotografano i prezzi per aprire successivamente lì vicino attività commerciali. Concorrenza sleale con la complicità di chi dà i permessi? Tutto ciò in una sola mattinata. Diceva il filosofo Totò che è la somma che da fa il totale. E quella mattina bella,  settembrina, tranne per quanto è bella questa nostra città, ha un saldo negativo. Saldo negativo per chi non volendosi fare gli affari propri, crede ancora nelle regole.

 

(Foto: il Torinese)

Disastro colposo: si indaga sui tram per incidente del 2013

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Un tram della linea 4 e un bus della linea 57 del si scontrarono nei pressi di Porta Palazzo

 

La procura della repubblica sta indagando per disastro colposo, a carico di ignoti, per l’incidente del 7 settembre 2013, quando un tram della linea 4 e un bus della linea 57 del si scontrarono nei pressi di Porta Palazzo, provocando 19 feriti lievi. Il pm Guariniello è titolare del fascicolo e gli ispettori dell’Asl  sono incaricati di verificare le condizioni degli automezzi coinvolti e il funzionamento dei freni e dei dispositivi di sicurezza.

 

(Foto: il Torinese)

GIACHINO: "CREDO DI PIÙ A SQUINZI E AGLI ARTIGIANI CHE A FASSINO"

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Noi arriviamo per ultimi scoprendo che, come ha ammesso Chiamparino, invece di copiare Barcellona Torino avrebbe dovuto copiare Lione proprio come proponevano gli industriali torinesi nel 1981

 

L’Assemblea degli industriali torinesi è importante per fare il punto non tanto sui dati congiunturali quanto per capire le intenzioni degli imprenditori e i loro progetti. Rispetto a Fassino che gestendo una Amministrazione sempre più stanca e in ritardo piace l’idea di cavalcare la ripresa delle esportazioni noi rispondiamo che ci fidiamo di più sia del Presidente di Confindustria Squinzi il quale dichiara che è arrischiato parlare di ripresa, così come il Segr. Gen. di Cna Provenzano il quale dice che è presto per festeggiare.E gli industriali cui ero seduto vicino non mi sembravano euforici.La crescita italiana è sempre la metà della crescita della media europea. Grazie agli industriali torinesi si parla nel 2015 di “RESHORING” cioè delle politiche per incentivare il ritorno della manifattura, senza della quale solo con le esportazioni, la cultura è il turismo da oltre 10 anni Torino cresce meno della media nazionale come sostengo da anni.Non a caso qui abbiamo la più alta CIG e la più alta disoccupazione giovanile.Ma gli USA sul RESHORING hanno iniziato a puntare nel 2009, la Francia dal 2013. Noi arriviamo per ultimi scoprendo che, come ha ammesso Chiamparino, invece di copiare Barcellona Torino avrebbe dovuto copiare Lione proprio come proponevano gli industriali torinesi nel 1981.Ma per puntare sul modello Lione occorre avere la Tav.Per puntare sulla logistica come noi di Forza Italia proponiamo a Torino dal 2005 occorre avere anche il Terzo Valico e un Piano della logistica che crei le condizioni affinché la logistica cresca mentre come è noto la TNT logistica se ne è andata via dal torinese senza che le Giunte di sinistra facessero nulla.Ieri è stata messa in liquidazione la Società cargo dell’aeroporto torinese e la Giunta comunale non ha ancora definito il tracciato della linea 2 della Metropolitana.Gli industriali torinesi cercano di trainare Amministrazioni locali in ritardo.Cambiare verso a Torino si deve.

 

Mino Giachino

Responsabile nazionale trasporti Forza Italia

Diego Novelli: "Testimoni del nostro tempo. Ieri, oggi e domani"

novelli chivasso

Francamente cio’ che ha colpito molti dei presenti all’ incontro chivassese,  è stata la lucidità delle analisi proposte dai tre illustri relatori, e quella sorta di angoscia condita dalla più sana ironia per la situazione presente

 

Un pubblico attento e numeroso ha accolto alla Biblioteca comunale MoviMente di Chivasso la presentazione dell’ ultimo libro di Diego Novelli “Testimoni del nostro tempo. Ieri, oggi e domani”, promossa dalla locale sezione dell’ A.N.P.I. “Bradac”, presieduta da Vinicio Milani.  Alla presentazione erano presenti oltre all’ ex sindaco di Torino anche il vescovo emerito di Ivrea Luigi Bettazzi ed Gianni Avonto, sindacalista Cisl degli anni 70, introdotti da Angelo Boccalatte, storico, dell’ AN.P.I. provinciale. In sostanza un libro che raccoglie numerose e preziose testimonianze che partono quasi sempre dal laboratorio politico e sociale della seconda metà degli anni 70 di vari protagonisti che, anche partendo da orientamenti personali diversi, contribuiscono alla testimonianza collettiva che è racchiusa in questo interessante volume di quasi 200 pagine edito da  Nuova Società.

 

«Raccogliere le opinioni di un gruppo di personalità di vari orientamenti, testimoni del nostro tempo – spiega Diego Novelli – ci è parso utile per una riflessione sul presente quale futuro del passato, per guardare con maggiore speranza al domani». Francamente cio’ che ha colpito molti dei presenti all’ incontro chivassese,  è stata la lucidità delle analisi proposte dai tre illustri relatori, e quella sorta di angoscia condita dalla più sana ironia per la situazione presente. Impossibile trovare paragoni con gli uomini politici di questa misera stagione che stiamo attraversando in questo inizio di millennio, in cui la politica è fatta da piccoli personaggi dal corto orizzonte politico.

 

Massimo Iaretti

“Accordi Disaccordi”: dal Busking a Umbria Jazz

accordi disaccordi

Torino è da sempre fucina di talenti musicali e di opportunità per chi sa creare musica. Un Conservatorio di grande livello, festival di grande prestigio internazionale (da MITO al Torino Jazz Festival fino all’ultimo nato TODAYS) e locali dove crescono e si sviluppano nuove realtà musicali. Un crogiuolo di attività nate dalla passione che fa ben sperare per un rilancio culturale della città. Rilancio che si basi anche, ma non solo, sui grandi eventi ma che ponga attenzione su quanto di nuovo sta nascendo. È in questo effervescente contesto che, con immenso piacere, incontriamo Alessandro Di Virgilio e Dario Berlucchi, leaders di “Accordi Disaccordi”, che hanno saputo coniugare talento e volontà, diventando una delle nuove realtà musicali più interessanti.

 

Dalla strada ad Umbria Jazz il passo è davvero lungo: che emozioni avete vissuto in Umbria?


Dario: L’esperienza di Umbria Jazz è sicuramente una delle più importanti per noi Accordi Disaccordi e il fatto che sia capitata proprio durante il tour di presentazione del nuovo album “Swing Avenue” è molto importante e significativo per noi. L’aspetto interessante di questa esperienza è che non abbiam certamente rinunciato ad esibirci in versione “busking”, per le strade, ma abbiamo affiancato questo modo di esprimerci e di proporre la nostra musica a quella offertaci dagli organizzatori del festival con numerosi live sul restaurant stage dell’Arena Santa Giuliana, in apertura a quasi tutti i concerti principali, e a quelli sul palco dei Giardini Carducci. Possiamo vantare l’onore di essere una delle prime band ad aver suonato di giorno per le strade e la sera sui palchi ufficiali: certamente un’emozione incredibile!

 

Alessandro: Da un punto di vista umano è stata altrettanto importante: conoscere così tante persone che vivono di musica e di jazz, chiaccherarci, mangiarci fianco a fianco e soprattutto ascoltare i loro commenti e suggerimenti non ha fatto altro che stimolare la nostra volontà di vivere di queste esperienze ogni momento della nostra vita artistica.

 

Un passo indietro: Come è nato il vostro sodalizio?


Dario: È il cinema a far scattare in noi il desiderio e la voglia di cimentarci con un certo tipo di genere musicale. Alessandro era già addentro al mondo jazz (come studente jazz al Conservatorio di Torino) e conosceva a grandi linee la storia di Django Reinhardt, mentre io (Dario) provenivo da un ambiente più pop/rock.  La visione del film “Sweet and Lowdown” (“Accordi e Disaccordi” in italiano), che narra la “romanzata” vita di Django, ci ha fatto conoscere, con occhi diversi, il personaggio e ci ha aperto un mondo nuovo: è in quel momento che abbiamo deciso di confrontarci con un certo genere di musica e, ovviamente, nel voler studiare a fondo quanto avesse fatto questo grande chitarrista. Io e Alessandro ci conoscevamo da parecchio tempo e abbiam sempre suonato insieme nel tempo libero e con altre formazioni… forse attendevamo solo il segnale giusto per partire con un nostro progetto comune. Dopo mesi di studio e prove abbiamo deciso di registrare una piccola demo con 3 brani (“Bistro Fada”, “Tu vuo’ fa’ l’americano” e “Goodnight Moon”) e, comprato un piccolo amplificatore, di buttarci nella mischia: con una prima importante prova per le strade di Londra.

 

A parte Umbria Jazz. Quali sono state le tappe più importanti nel vostro percorso artistico?


Alessandro: sicuramente considero importanti per il nostro percorso i due tour in Russia (stiamo già organizzando il terzo, tra pochi mesi) con un successo di pubblico e critica enorme. Interi teatri o bellissimi locali pieni all’inverosimile, standing ovation, un trattamento da star, incontri con musicisti e personaggi incredibili ci hanno dato una carica enorme e sicuramente meritano un posto speciale nella nostra sala delle memorie.

 

Dario: i primi concerti per le strade di Londra, Bruxelles e Torino sono certamente un momento importante del nostro percorso artistico. Confrontarsi, fin da subito, con un pubblico così eterogeneo e invadendo il loro spazio con la nostra musica ci ha fatto ricevere dei riscontri incredibili: il busking regala sempre queste emozioni. Aggiungerei, tra i ricordi speciali, anche i live per la rassegna manouche del Torino Jazz Festival 2015 a cui abbiamo partecipato anche come organizzatori, insieme all’Associazione Jazz Manouche Django Reinhardt di Torino.

 

Nel vostro percorso  avete dei maestri a cui dovete una particolare riconoscenza?


Dario: beh, il primo grande e unico maestro è Django Reinhardt… è proprio il caso di dire che nulla sarebbe stato possibile senza di lui e la sua musica. Tra i musicisti moderni amiamo in particolar modo Adrien Moignard e Gonzalo Bergara: il primo è stato nostro ospite della rassegna manouche del #TJF2015, il secondo lo vedrete molto presto qui in Italia… ma non possiamo anticiparvi nulla, ci stiamo lavorando.
A loro modo tutti i musicisti che siam soliti ascoltare hanno il ruolo di maestri: in questo ambito è un continuo confrontarsi con gli altri e possiamo dire con assoluta certezza che tutti, nessuno escluso, ha qualcosa da insegnare. Noi siam felici di poter viaggiare e suonare in ogni dove anche per questo motivo.

 

Che ne pensate del mondo musicale italiano oggi?


Alessandro: parlando di jazz credo che l’Italia sia una grande fucina di artisti interessanti e Torino, con la sua storia e tradizione, propone sempre artisti incredibili. Avendo frequentato il Conservatorio di Torino sono cresciuto musicalmente (e non) con insegnanti/artisti come Emanuele Cisi, Bebo Ferra, Dado Moroni, Luigi Tessarollo, Giampaolo Casati e tanti altri… credo che l’Italia sia un bel paese dove crescere musicalmente.

 

Dario: mi aggiungo a quanto detto da Alessandro e mi piacerebbe poter nominare tutti quei musicisti o gruppi che, sia in passato che in questi ultimi anni, stanno tracciando la storia di una nuova generazione di musicisti italiani, ma sono davvero troppi e potrei dimenticarmene qualcuno. Insomma, siamo felici di viverci questo momento e di poterlo fare anche qui nel nostro paese!

 

In Italia è più facile o più difficile fare musica per formazioni come la vostra?


Alessandro: dipende dalle situazioni. Non possiamo negare che ci siano delle eccellenze come l’Umbria Jazz e i tanti altri festival della Penisola (anche il nostro caro Torino Jazz Festival) che si affiancano a situazioni meno rosee, ma ci sembra stiano nascendo nuove e interessanti opportunità. Noi ci reputiamo fortunati perchè abbiam potuto confrontarci con tante diverse esperienze e abbiam saputo tirar fuori il meglio da ciascuna di esse, nel bene e nel male. Forse quello che non aiuta a migliorare è la burocrazia, ma non conosciamo la situazione negli altri paesi.

 

Dario: ovviamente ci son capitate situazioni spiacevoli qui in Italia, soprattutto agli inizi, ma siamo convinti di poter dire che ormai si sta sviluppando una rete di realtà molto interessanti e interessate a proporre buona musica. Noi ne stiam conoscendo parecchie: dai piccoli locali ai Jazz Club più organizzati passando per i festival, quello che davvero aiuta è la volontà degli organizzatori. Quello che forse andrebbe ripensato è la possibilità di suonare per le strade delle nostre magnifiche città: non sempre c’è un regolamento chiaro e, talune volte, si deve correre il rischio pur di proporsi in certe piazze. Il palcoscenico che offrono le nostre città è davvero unico al mondo e andrebbe sfruttato al meglio, creando anche una consapevolezza diversa tra noi artisti (di strada e non).

 

Quanti album avete pubblicato? È stato difficile?


Dario: gli album pubblicati son due: “Bouncing Vibes” e “Swing Avenue”. Il primo uscito nel 2013 e il secondo il 29 maggio scorso. Non è stato difficile produrli, forse perchè abbiamo curato noi stessi ogni particolare e dettaglio: il desiderio di produrre qualcosa che ci rispecchiasse davvero è certamente un motivo in più per non sentirne le fatiche. Sono entrambi lavori che sentivamo di dover registrare e quindi, anche in quel caso, è stato tutto piuttosto naturale.

 

Alessandro: “Swing Avenue”, il nostro ultimo album, è il risultato di mesi di lavoro e registrazioni e ne siamo davvero orgogliosi. Siamo riusciti a coinvolgere diversi altri musicisti (Emanuele Cisi e Giacomo Smith su tutti) e crediamo che il sound rappresenti davvero quello che siamo: un connubio di ispirazioni, idee e suoni che ruotano attorno all’idea di swing, jazz e manouche che ci piace proporre. Ascoltatelo online gratuitamente: eccovi il link http://www.accordidisaccordi.com/swingavenue

 

Il futuro prossimo cosa riserverà?


Alessandro: abbiamo già parecchie novità in cantiere, a partire da settembre: festival, concerti e progetti culturali a cui stiamo lavorando da mesi. Noi speriamo sempre di essere sorpresi con opportunità sempre nuove: ci piace pensare che questa “Swing Avenue” sia infinita.

Dario: questo 2015 ci ha talmente riempito di gioia e novità che non sappiamo davvero cos’altro aspettarci… ma, come dice Alessandro, amiamo le sorprese!

 

Per chi vuole approfondire ecco dove potete recuperare altre news. E non perdete la possibilità di ascoltare il nuovo album:
 
http://www.accordisaccordi.com
http://www.facebook.com/AccordiDisaccordi
Speciale “Swing Avenue” http://www.accordidisaccordi.com/swingavenue

Il Piemonte protagonista del China Corporate United Pavilion

In calendario numerosi appuntamenti per presentare gli aspetti più vari del territorio

CINA BANDIERAIl Piemonte protagonista nel mese di settembre del China Corporate United Pavilion, il padiglione delle imprese cinesi ad Expo 2015: Regione e Camera di Commercio di Torino sono presenti fino al 19 con una propria area dove viene proposto il meglio del territorio al pubblico, alle delegazioni e alle istituzioni che animano quotidianamente il sito. Dal 20 al 26 a raccogliere il testimone sarà Confcommercio. Le iniziative dello spazio denominato “Il Piemonte nel cuore della Cina”, organizzate con il supporto operativo del CEIPiemonte e di Booking Piemonte, sono caratterizzate da un una serie di appuntamenti realizzati in collaborazione con le Atl piemontesi volti a presentare gli aspetti più vari del territorio. Non mancano ovviamente le eccellenze enogastronomiche, con momenti di show-cooking, degustazioni di vini e di prodotti piemontesi, presentazioni del patrimonio Unesco di Langhe-Roero e Monferrato e degli eventi tematici. Spazio poi alla cultura, con Residenze reali, arte contemporanea e città d’arte, alla montagna con le sue proposte turistiche e le tradizioni delle “terre alte”, allo shopping e alle produzioni artigianali e manifatturiere di alta gamma, nonché allo sport. Caldeggiato dal management del padiglione, un momento è stato dedicato alla storia del calcio regionale e in particolare al Torino e alla Juventus, simboli italiani di uno sport ormai popolarissimo in Cina. Attenzione anche per l’esperienza delle Olimpiadi invernali di Torino 2006, dato che Pechino si è aggiusicata l’edizione 2022.  La Cina è il più grande investitore straniero di Expo 2015, dov’è presente con tre padiglioni: lo spazio istituzionale della Repubblica Popolare Cinese, il padiglione del colosso del real estate Vanke e il China Corporate United Pavilion, che ospita oltre 40 gruppi imprenditoriali interessati a interagire con l’Italia. I turisti cinesi sono oggi i top spender dello shopping italiano (rappresentano il 25% del mercato nazionale) con uno scontrino medio di 895 euro. In Piemonte, nel 2014, la Cina si è rivelato il mercato emergente con una crescita del 37% e oltre 57mila notti trascorse.

 

ggennaro – www.regione.piemonte.it 

(Foto: il Torinese)

Infortuni, Guariniello a Saitta: "Manca il personale nelle Asl"

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Una ricerca dell’Osservatorio sicurezza sul lavoro indica una preoccupante inversione di tendenza rispetto agli anni passati, con un nuovo aumento degli incidenti

 

Gli infortuni sul lavoro sono purtroppo ancora una piaga sociale anche in Piemonte. Il pm Raffaele Guariniello, responsabile del pool sanità della procura della Repubblica di Torino, ha inviato una lettera all’assessore alla sanità della Regione, Antonio Saitta, segnalando  che si riscontrano  decine e decine  di infortuni di lavoro su cui gli Spresal delle Asl non riescono a procedere adeguatamente, a causa della carenza di personale. Un problema che è stato portato a conoscenza del magistrato, in particolare, dall’Asl To3 di Collegno. Ma anche l’Asl To4, contatta in seguito come altre aziende sanitarie,  ha confermato di riscontrare difficoltà nel servizio di vigilanza. Nella lettera a Saitta si chiede un uteriore interessamento per risolvere il problema. Il pm Guariniello sottolinea inoltre  che una ricerca dell’Osservatorio sicurezza sul lavoro realizzata da Vega Engineering indica una preoccupante inversione di tendenza rispetto agli anni passati, con un nuovo aumento degli incidenti sul lavoro.