redazione il torinese

Dal Lingotto Fassino lancia il nuovo Piano Migranti: saranno coinvolti 4000 Comuni

“Un modo di affrontare il problema  legato all’idea che ci troviamo di fronte ad una emergenza che prima o poi passerà. Questo non è vero”

fassino 33Alla 32a assemblea nazionale dell’Anci, in corso al Lingotto di Torino, il sindaco della città e presidente dell’associazione dei Comuni ha annunciato il lancio di un Piano Migranti. “In Italia – dice  Piero Fassino – abbiamo due sistemi paralleli di accoglienza: uno che fa leva sui Comuni e l’altro  sui bandi prefettizi. Un modo di affrontare il problema  legato all’idea che ci troviamo di fronte ad una emergenza che prima o poi passerà. Questo non è vero. La vulgata secondo cui siamo di fronte a una invasione è priva di fondamento. La storia del mondo è  una storia di migrazioni e i  Paesi occidentali, a partire da Usa, Francia e Gran Bretagna sono diventati grandi con le migrazioni.

 

Ora ci troviamo di fronte a un fenomeno strutturale per affrontare il quale serve unalingotto salone strategia adeguata. Bisogna  superare – conclude Fassino – l’approccio prefettizio-emergenziale a favore dell’accoglienza che dipende dai  Comuni e si preoccupa anche dell’integrazione. L’Anci presenterà presto al ministro dell’Interno un piano per coinvolgere nell’accoglienza circa 4 mila Comuni rispetto ai 700 attualmente impegnati su questo fronte.”

 

(Foto: il Torinese)

Merlo: "Militanza e politica, un connubio inscindibile"

Con l’avvento dei “partiti personali” e dei “partiti del leader” e’ persin scontato che la militanza della politica e nella politica diventi un oggetto del passato. Ma la scomparsa definitiva della tradizionale o della recente militanza a vantaggio di una concezione della politica intesa come investimento personale o come occupazione del potere, non puo’ non avere ricadute concrete per lo stesso sistema politico italiano

 

merlo giorgioLa profonda trasformazione dei partiti, la scomparsa delle tradizionali sezioni dove la politica era confronto e scontro, il superamento di ogni forma di formazione e preparazione della futura classe dirigente, ripropongono anche un tema che apparentemente e’ antico ma che, al contrario, conserva tutta la sua modernita’: e cioe’, il tramonto della cosiddetta “militanza politica”. Intendiamoci, nessuno vuole riproporre nell’attuale contesto politico italiano quella militanza che era funzionale a partiti che erano soggetti strutturati, radicati nella societa’ e con un contatto frequente, se non quotidiano, con il proprio elettorato e con l’intera opinione pubblica. Partiti del genere richiedevano una presenza di uomini e donne che dovevano veicolare il “messaggio” e il “progetto” politico del partito nei territori e nei gangli vitali della societa’ in modo continuativo e permanente. Con l’avvento dei “partiti personali” e dei “partiti del leader” e’ persin scontato che la militanza della politica e nella politica diventi un oggetto del passato. Ma la scomparsa definitiva della tradizionale o della recente militanza a montecitorio 2vantaggio di una concezione della politica intesa come investimento personale o come occupazione del potere, non puo’ non avere ricadute concrete per lo stesso sistema politico italiano. Certo, non ci sono rimedi del passato alla concreta situazione del presente. Ma un fatto e’ indubbio: senza il recupero di una concezione popolare, partecipativa e democratica della politica difficilmente si riuscira’ a conservare una politica credibile, trasparente e autentica. Non tutto quello che proviene dal passato dev’essere archiviato o definitivamente gettato alle ortiche. Partiti che diventano oggetto del “capo di turno” o docili strumenti elettorali funzionali alla volonta’ del leader, non possono che ridursi a soggetti privi di personalita’ politica e sostanzialmente estranei ad ogni cultura politica che dovrebbe, invece, sempre ispirare e orientare la stessa presenza dei partiti. Perche’, alla fine, tutto si tiene. E senza il recupero, seppur in forma aggiornata e adeguata alla stagione contemporanea, di una militanza disinteressata e trasparente, sara’ la stessa politica ad uscirne sconfitta ed umiliata. Almeno quella politica che non si riduce e non vuol ridursi solo a potere, carriera personale e spregiudicatezza cinica ed immorale.

 

Giorgio Merlo

Una mozione per aumentare le stazioni delle auto elettriche

Proposta da Federica Scanderebech (PD)

 

SCANDEIl Consiglio Comunale ha approvato all’unanimità una mozione firmata da Federica Scanderebech (PD), che impegna Sindaco e Giunta a predisporre, con la massima sollecitudine, un piano per incrementare le stazioni di ricarica delle auto elettriche in città.

 

“Tutte le azioni per migliorare la qualità della vita dei cittadini torinesi vanno sicuramente incentivate – ha affermato la consigliera Federica Scanderebech (PD) – è il caso di questo provvedimento, un atto importante approvato oggi all’unanimità dal Consiglio che si inserisce nelle politiche ambientali della Città per diminuire l’inquinamento atmosferico”.

 

La mozione sottolinea che, per garantire la diffusione delle auto elettriche, dovrà essere predisposta un’adeguata rete distributiva di stazioni di ricarica.

 

 

Dematteis, i fratelli "mondiali" della montagna

Premiazione in Consiglio regionale

 

dematteis“Una impresa straordinaria che per noi è molto importante anche perché legata al territorio”. Con queste parole il presidente del Consiglio regionale, Mauro Laus, ha accolto a Palazzo Lascaris i gemelli Martin e Bernard Dematteis che hanno trascinato la nazionale italiana alla vittoria nel campionato del mondo di corsa in montagna il 19 settembre scorso aBetws Y Coed, in Galles (Gb).

 

In segno di riconoscimento per la grande impresa, corollario di una straordinaria carriera, il presidente Laus insieme al presidente della Regione, Sergio Chiamparino, ha premiato i fratelli Dematteis con due targhe raffiguranti la Sacra di San Michele (monumento simbolo del Piemonte).

 

“Il Piemonte è la prima regione che ha istituito gli Stati generali dello Sport – ha dichiarato Laus – per promuovere uno stile di vita e di alimentazione più sani all’insegna dei valori dello sport. Per creare, quindi, una rete dove ognuno di noi può dare responsabilmente un contributo. In quest’ottica Bernard e Martin Dematteis sono dei testimonial ideali per la nostra regione e per la loro vallata”. Il presidente Chiamparino, noto appassionato di montagna, ha manifestato grande apprezzamento “per la serietà e i valori che stanno alla base dell’impegno agonistico dei fratelli Dematteis che ha pochi eguali anche tra i campioni delle varie discipline sportive”.

 

La delegazione che ha accompagnato i due atleti ventinovenni di Sampeyre, era composta da diversi amministratori locali, tra i quali i sindaci di Saluzzo, Mauro Calderoni, di Busca, Marco Gallo, e Sampeyre, Roberto Sasia, e il presidente della Fidal Piemonte, Maurizio Damilano, con il responsabile tecnico della nazionale di corsa in montagna, Paolo Germanetto. Damilano ha rivendicato “la grande tradizione del Piemonte nella corsa in montagna che, non a caso, è guidata da un tecnico valsusino come Germanetto”. All’incontro hanno partecipato, oltre all’assessore alla Montagna, Alberto Valmaggia, e al vicepresidente del Consiglio regionale, Nino Boeti, anche i consiglieri Silvana Accossato, Paolo Allemano, Andrea Appiano, Mario Giaccone, Francesco Graglia e Domenico Ravetti.

AB -www.cr.piemonte.it

Tutte le grane dei Comuni italiani alla mega convention Anci di scena sotto la Mole

Il presidente Sergio Chiamparino (dimissionario dalla presidenza della Conferenza delle Regioni, in polemica con il governo) forse sarà impegnato altrove e non incontrerà il premier Matteo Renzi, che parteciperà invece ai lavori 

 

chiampa fassino2Tutte le questioni grandi e piccole che riguardano gli ottomila comuni d’Italia e i 1200 del Piemonte, all’Assemblea Anci di scena fino a venerdì al Lingotto di Torino. Dalle riforme istituzionali, al fisco, alla sempre più pressante emergenza migranti, il welfare. Il tutto con la benedizione del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che sarà presente venerdì. La XXXII Assemblea annuale dell’ANCI – a fare gli onori di casa il sindaco e presidente nazionale dell’Associazione, Piero Fassino –  si intitola ‘’L’Italia che crede, che ama, che lotta, l’Italia che vince’.

 

’Un’occasione per presentare la  piattaforma di proposte e idee dei Comuni, sempre più a corto di risorse, per cercare di far sentire al Paese e alle Istituzioni “la forza, la determinazione, lo spirito di sacrificio e la voglia di futuro che anima l’azione amministrativa degli Enti locali”, dicono all’Anci. Il presidente Sergio Chiamparino (dimissionario dalla presidenza della Conferenza delle Regioni, in polemica con il governo) forse sarà impegnato altrove e non incontrerà il premier Matteo Renzi, che parteciperà invece ai lavori del Lingotto.lingotto salone
.
Per il Piemonte porterà il saluto istituzionale il presidente regionale Anci Andrea Ballarè. “Il Piemonte, terra operosa e storicamente ospitale – dice Andrea Ballarè, che è anche sindaco di Novara – si prepara all’Assemblea con una chiara consapevolezza: per i Comuni non è più tempo di soli sacrifici. E’ questo il primo messaggio di cui mi farò  interprete a nome dei 1206 Municipi piemontesi”.

“OMBRE, MISTERI E TORMENTI”, HALLOWEEN ALLA MANTA

Al Castello della Manta nel Cuneese

manta misteroDopo il successo delle passate edizioni, venerdì 30 e sabato 31 ottobre 2015, dalle ore 19 alle 23, torna “Ombre, misteri e tormenti”, un’occasione imperdibile per vivere la festività di Halloween nelle affascinanti sale del Castello della Manta (CN), bene del FAI – Fondo Ambiente Italiano. Due serate coinvolgenti a cura degli attori della Compagnia Torino Teatro in cui sarà possibile visitare l’antico maniero alla scoperta dei suoi episodi più nascosti e misteriosi, immersi nell’atmosfera ideale per ascoltare la cupe storie di presenze incorporee che ancora vi aleggiano.

 

Durante questo speciale appuntamento gli spettatori avranno l’opportunità di ascoltare gli avvincenti e tenebrosi racconti di personaggi eterei che vagano per le sale del castello: una cuoca curiosa, attenta custode dei segreti del maniero e dei suoi abitanti, una monaca nostalgica, sofferente vittima di una triste storia d’amore, un giullare arguto, prezioso narratore di enigmatiche storie, e la famosa Dama Bianca che tuttora fa i dispetti a coloro che entrano nei suoi alloggi. Tra sussurri, rumori e bisbigli le stanze del Castello della Manta si animeranno di inquiete presenze per festeggiare le notti più spaventose dell’anno!

 

Al termine del percorso, prodotti in assaggio offerti da Azienda Agricola Biologica Roberta Capannadi Valgrana (CN), produttore di eccellenza della rete Paesi e Paesaggi – Bel Andrè, Bel Anar. L’assaggio è incluso nel costo del biglietto.

                                    

                                                                                              

Le visite guidate, per gruppi di 35 persone, partiranno ogni mezz’ora dalle ore 19 alle ore 22.30 e sono su prenotazione obbligatoria al numero 0175-87822. La manifestazione si svolgerà anche in caso di maltempo.

Province e "Grande Torino": ecco cosa cambia da oggi

Il Consiglio regionale  ha approvato la legge di riordino degli enti di area vasta in attuazione della Delrio

 

con reg lascarisChe fare delle ex Province? Il Consiglio regionale ha approvato la legge di riordino delle funzioni amministrative conferite alle Province e alla Città Metropolitana, come previsto dalla Legge Delrio. Il percorso è stato lungo, a Palazzo Lascaria. Proposta il 20 luglio dalla Giunta regionale, la legge ha iniziato il suo iter in Consiglio il 7 settembre scorso, con le consultazioni, ed è stata licenziata dalla Prima Commissione (Affari Istituzionali) il 12 ottobre. L’esame in Aula è iniziato martedì 13.

 

“Il valore di questa legge – ha dichiarato il presidente della Giunta Sergio Chiamparino, ringraziando Aldo Reschigna per il lavoro paziente e determinato – è che offre certezze ai cittadini rispetto ai servizi e al personale e, contemporaneamente, consente al Piemonte di arrivare preparato al nuovo quadro istituzionale in via di definizione in Parlamento”.

 

“Questa legge – ha sottolineato il vicepresidente della Giunta Aldo Reschigna – è frutto di un lavoro corale, nato dall’apporto di una pluralità di direzioni regionali, dal confronto con i presidenti di Provincia all’interno dell’Osservatorio e con le Organizzazioni sindacali, e che ha visto il Consiglio regionale confrontarsi sul merito del provvedimento. Se vogliamo che questa legge non sia una mera applicazione della Delrio, abbiamo molto da lavorare nella fase di attuazione del provvedimento, con la consapevolezza che se le aree vaste funzioneranno, quando la riforma costituzionale sarà approvata, il Piemonte, a differenza di altri, avrà delle basi di atterraggio. Abbiamo lavorato guardando al futuro, evitando da un lato il centralismo regionale e dall’altro la dispersione amministrativa sui Comuni”.

 

“Viviamo un momento particolare della nostra Repubblica – ha dichiarato Gilberto Pichetto, capogruppo di Forza Italia, annunciando il voto contrario del suo gruppo e aprendo le dichiarazioni di voto sull’intero testo – in cui il disordine sulle riforme creato dall’effetto mediatico degli annunci rischia di produrre una situazione di incertezza giuridica sullo stato di diritto. Dopo le Province, ora l’obiettivo è puntato sulle Regioni. Nell’applicazione di una legge mal fatta come la Delrio, il Piemonte ha perso un’occasione per rendere il sistema omogeneo, creando invece un sistema a geografia variabile che produrrà confusione per i cittadini”. 

 

“Ci saremmo aspettati più coraggio – ha sottolineato Mauro Campo a nome del Movimento 5 Stelle – e un approccio più tempestivo, visto che consiglio lascarisaltre Regioni hanno legiferato prima e con maggiore chiarezza. In Piemonte, invece, si è scelto di non decidere. Prova ne è che non esiste neanche un chiaro elenco delle funzioni esercitate dalla Regione, dalle Province e dai livelli comunali e sovracomunali. La mancata chiarezza rischia di lasciare margini per l’arbitrio dei singoli funzionari e lascia cittadini e imprese nell’incertezza”.

 

Voto contrario al provvedimento anche da parte della Lega Nord. “E’ un momento di caos istituzionale – ha dichiarato Gianna Gancia – dove i livelli decisionali sono tanti. Crediamo che questa forma di Stato non sia più aderente alle esigenze del cittadino”.

 

“Oggi approviamo un provvedimento complicato – ha invece rivendicato Davide Gariglio, presidente del gruppo del Partito Democratico –  che contempera diverse esigenze e che è frutto di un lungo lavoro. Oggi noi non ci limitiamo ad applicare la legge Delrio ma disegniamo uno scenario di più lungo periodo, impegnando le Province a svolgere le funzioni in forma associata, che vedrà pronti, a modifica costituzionale approvata, quattro enti di area vasta. Rivendichiamo inoltre la scelta di differenziare le competenze attribuite alla Città metropolitana sulla formazione professionale, differenziazione prevista già in Costituzione, ad esempio per le Regioni”.

 

Nel corso della seduta del 27 ottobre, sono stati approvati diversi emendamenti presentati dal vicepresidente della Giunta regionale, Aldo Reschigna. Tra questi, uno prevede che la Regione concorra annualmente alle spese per il personale adibito alle funzioni in materia di ambiente per una percentuale massima del 40 per cento della spesa sostenuta, al 31 dicembre 2015, da Province e Città metropolitana. La Commissione Bilancio, riunita in una pausa dei lavori dell’Aula, ha dato parere favorevole all’emendamento, la cui norma finanziaria è stata rinviata alla legge di bilancio. Approvato anche un emendamento che consente di salvaguardare il ruolo della polizia provinciale e di assicurare il mantenimento delle qualifiche agli agenti e ufficiali di polizia locale provinciale. Anche Sel e Forza Italia hanno presentato alcuni emendamenti di precisazione, che sono stati accolti dalla Giunta.

 

 IL DIBATTITO IN CONSIGLIO REGIONALE

 

Sono intervenuti nella discussione anche i consiglieri: Andrea Appiano e Domenico Rossi (Partito Democratico); Gian Luca Vignale, Claudia Porchietto e Massimo Berutti (Forza Italia);  Francesca Frediani e Paolo Mighetti (Movimento 5 Stelle); Marco Grimaldi (Sel); Alessandro Benvenuto (Lega Nord)

 

Collegati alla legge sono stati approvati a maggioranza alcuni ordini del giorno

Il primo, presentato dal gruppo M5S, primo firmatario Paolo Mighetti, impegna la Giunta regionale “a garantire l’espletamento dei controlli utilizzando sia il personale attualmente in capo alla Regione addetto a funzioni di polizia mineraria, sia quello attualmente impiegato nelle province allo stesso scopo, mediante l’assorbimento di quest’ultimo; a garantire il decentramento del personale addetto alle funzioni di polizia mineraria sugli ambiti ottimali, al fine di salvaguardare la capillarità dei controlli sul territorio; a prevedere ed avviare un censimento regionale sulle attività estrattive, in itinere, concluse, sospese e autorizzate, presenti sul territorio regionale, raccogliendo ed aggiornando i dati all’interno del sistema Piemonte; a normare il regime dei controlli, in modo da garantire un minimo di un controllo annuale in cava e negli impianti di prima trasformazione fissi e mobili”.

 

Il secondo, presentato dal gruppo Pd, primo firmatario Davide Gariglio, impegna la Giunta regionale “affinché sia garantita, di norma, la permanenza nelle sedi attuali degli uffici delle ex Comunità montane preposti all’esercizio delle funzioni in materia di agricoltura, specialmente laddove i Comuni, sui cui territori insistono gli uffici stessi, si siano impegnati ad assicurare nel tempo la disponibilità delle sedi e di tutti i beni strumentali necessari all’esercizio delle funzioni”.

 

L’ultimo, sottoscritto da numerosi consiglieri del centrosinistra e del gruppo M5S, primo firmatario Andrea Appiano (Pd), impegna la Giunta regionale “ad attivarsi nei confronti del Governo affinché sia affrontata la questione dei precari attualmente in carico alla Città metropolitana e alle Province, per il periodo successivo alla scadenza dei relativi contratti; a prevedere il trasferimento all’Agenzia Piemonte lavoro di tutto il personale addetto ai Centri per l’impiego di cui all’art. 20 della l.r. 34/2008, ivi compreso quello con contratto di lavoro a tempo determinato in corso, che alla data del 31 dicembre 2015 risulti occupato nei medesimi Centri, per i quali la Città metropolitana o le Province si sono avvalsi della norma di cui all’art. 15, comma 6 bis, del Dl 78/2015, come convertito dalla L. 125/2015; a garantire in prospettiva la piena funzionalità e continuità dei servizi attualmente erogati dai Centri per l’impiego, con personale e risorse finanziarie e organizzative adeguate”.

 

www.cr.piemonte.it – Foto: il Torinese

Eccellenze piemontesi, il secolare "Bra Duro"

La nostra regione vanta il maggior numero di formaggi a Denominazione di origine protetta, la Dop europea, e cioè 6 sui 30 complessivi dell’Italia

 

BraDuro formaggioUna risposta concreta alla crisi del latte viene data dall’eccellenza dei formaggi italiani. Ne sono convinti gli operatori del settore, che lo hanno ribadito  a Torino in Consiglio regionale del Piemonte dove si è parlato di “Bra Duro”, un formaggio di secolare tradizione del Piemonte. A questo vernissage enogastronomico dell’ennesima eccellenza del “made in Italy”, sono intervenuti l’assessore regionale all’Agricoltura Giorgio Ferrero, i presidenti di Confindustria Cuneo Franco Biraghi, di Assopiemonte Dop e Igp Evanzio Fiandino, e del Consorzio vitivinicolo Alta langa Docg Giulio Bava.

 

Oltre ad Angela Motta dell’Ufficio di presidenza, hanno presenziato numerosi assessori e consiglieri regionali, in particolare quelli espressione della Provincia di Cuneo: Francesco Balocco, Maria Carla Chiapello e Gianna Gancia.Il Piemonte dei formaggi, dal punto di vista delle caratteristiche produttive, si può dividere in due grandi aree: da un lato la corona delle Alpi, dove troviamo una variegata serie di tome estive di alpeggio, prevalentemente di latte vaccino, fortemente caratterizzate e in qualche caso ricavate da bovini di razza autoctona. Dall’altro la pianura e le colline, dove incontriamo tipologie molto diversificate sia per il latte di origine che per tecniche di lavorazione.

 

Se invece si considera l’universo caseario piemontese dal punto di vista delle specialità e delle certificazioni legislative, troviamo che questa regione vanta il maggior numero di formaggi a Denominazione di origine protetta, la Dop europea, e cioè 6 sui 30 complessivi dell’Italia. Uno di questi è il “Bra Dop” (produzione 8.000 ql): questo formaggio ha una storia antichissima e prende il nome dalla città di Bra, suo antico mercato, che da sempre è stata un crocevia dei passaggi da e per gli alpeggi, quindi il luogo adatto in cui il formaggio prodotto in montagna veniva lasciato a stagionare, o da cui veniva distribuito a Torino, in Lombardia e soprattutto in Liguria dove, grazie alla sua prodigiosa resistenza agli sbalzi di temperatura, veniva imbarcato sulle navi alla volta di più lontane destinazioni.

 

L’assessore Ferrero ha ribadito come formaggi quali il “Bra Dop” siano prodotti secondo un disciplinare molto rigido che vieta l’utilizzo di latte in polvere. I formaggi Dop sono prodotti tutti con latte genuino, quasi sempre latte crudo, a garanzia della qualità del prodotto, del gusto, della tracciabilità delle produzioni. La trasparenza delle etichette è la strada per garantire i consumatori e i nostri prodotti.

 

www.cr.piemonte.it

Rogo Continassa 2011: "Frutto di atavico odio etnico"

Furono 7 le condanne inflitte a luglio. Le fiamme divamparono dopo una manifestazione di protesta

 

tribunaleSono state rese note le motivazioni della sentenza relativa all’incendio appiccato da alcuni di torinesi il 10 dicembre 2011 al campo nomadi della Continassa. Si trattò – così l’ansa riporta le parole del giudice Paola Trovati – del  “prodotto di un atavico e mai sopito odio etnico nei confronti degli ‘zingari'” che portò dei “normali cittadini” a compiere “atti di disumana violenza”. Furono 7 le condanne inflitte a luglio. Le fiamme divamparono dopo una manifestazione di protesta contro il presunto stupro di una ragazzina che, si scoprì in seguito, si era inventata tutto.

VACCINI, SAITTA: “NELLA NOSTRA REGIONE I RIFIUTI SONO SOLO IL 2%"

In Piemonte circa il 97% dei nuovi nati si sottopone alla vaccinazione nel primo anno di vita

 

vaccino“Nella nostra Regione è in vigore un Piano regionale di prevenzione vaccinale che, da oltre dieci anni, basa la propria iniziativa sul principio della adesione consapevole alla vaccinazione da parte dei genitori. In Piemonte circa il 97% dei nuovi nati si sottopone alla vaccinazione nel primo anno di vita. Solo il 92% circa accetta invece la vaccinazione contro il morbillo, la parotite e la rosolia proposta all’età di 15 mesi. Se si eliminano i soggetti irreperibili, i ‘rifiuti veri’ (cioè le famiglie che rifiutato in modo convinto e motivato la vaccinazione) sono circa il 2%. Pertanto, se il fenomeno del rifiuto vaccinale è leggermente in crescita anche nella nostra Regione, tuttavia, confrontando i nostri risultati con quelli di altre Regioni, possiamo concludere che l’approccio promozionale degli operatori dei nostri servizi vaccinali ha impedito il radicamento e la crescita nel nostro territorio di movimenti antivaccinali”: è quanto dichiarato dall’assessore regionale alla Sanità Antonio Saitta rispondendo in Aula a un Question time posto dalla consigliera regionale Maria Chiara Chiapello che chiedeva di conoscere la posizione della Giunta regionale in materia di vaccinazioni, a seguito dell’allarme relativo al fenomeno del rifiuto vaccinale.

 

“L’elevato livello di copertura raggiunto nel primo anno di vita è frutto del lavoro di promozione attiva svolto dagli operatori dei servizi vaccinali che sono stati tutti formati nel corso degli anni – ha aggiunto Saitta – Il livello più basso ottenuto dalla vaccinazione antimorbillo indica una particolare diffidenza verso questo specifico vaccino e non verso le vaccinazioni in genere. Le persone diffidenti che rifiutano la vaccinazione rappresentano una minoranza di soggetti generalmente molto informati (anche se in modo distorto), spesso attivamente impegnati nelle campagne di rifiuto delle vaccinazioni e che difficilmente cambiano la propria opinione anche dopo i colloqui con i nostri operatori”.