redazione il torinese

Il nuovo questore: "Condannare senza se e senza ma le minacce"

“Non c’è alcuna  differenza tra le minacce mafiose e le minacce alla sindaca : hanno la stessa gravità”. Lo afferma, nel giorno del suo insediamento, il nuovo questore di Torino Giuseppe De Matteis. “Sabato un centinaio di persone non sono scese in piazza per manifestare democraticamente, avevano un arsenale in grado di procurare danni seri. La degenerazione delle proteste degli ultimi giorni ci fa pensare a tempi che pensavamo superati. Quel che succede ricorda  la fine degli anni ’70. Non è normale che a Torino si mandino proiettili al prefetto o ordigni esplosivi alla sindaca. Sono situazioni di inciviltà, bisogna evitare gli errori degli anni di piombo. Il segnale deve essere di condanna senza se e senza ma”.
 
Clelia Ventimiglia

Industriarsi per vincere

Nei giorni scorsi Carlo Robiglio, Presidente Nazionale Piccola Industria, ha presentato il libro “Industriarsi per Vincere. Le Imprese e La Grande Guerra” edito da Interlinea

Con lui, presso la Sala Giovanni Agnelli del Centro Congressi dell’Unione Industriali di Torino, per il ciclo degli appuntamenti del mercoledì mattina, il Generale di Brigata Roberto De Masi, Capo di Stato Maggiore dell’Istituto di Formazione dell’Esercito Italiano e Andrea Pozzetta ospitati da Giancarlo Bonzo  Amministratore Delegato del Centro.
Il libro è un viaggio, un documentario illustrativo che racconta, per la prima volta, l’importante ruolo dell’industria italiana negli anni della Grande Guerra, una testimonianza corredata da oltre 100 immagini e riproduzioni d’epoca, molte delle quali inedite, provenienti dagli archivi industriali. Oggetti, arnesi e materiali di ogni tipo: borracce, piccozze, biciclette, navi, aerei, divise in grigioverde, documenti e cartoline storiche. Rappresentazioni e simboli degli Italiani in guerra, emblemi di una intera generazione di soldati e di civili coinvolti ed impegnati al fronte interno. Non solo un percorso esplicativo ed un memoriale, ma anche considerazioni e analisi sull’Italia della Prima Guerra Mondiale, il paese dei nostri genitori o dei nostri nonni,   e di tutto quello che abbiamo ereditato, compresa la traccia e le prove dell’immane impegno che il nostro paese ha dovuto sostenere. I numeri di questo sacrificio collettivo sono notevoli: 5.903.000 chiamati alle armi, 680.000 caduti, 350.000 orfani. Fu una guerra di materiali nella prima fase che ebbe poi una evoluzione tecnico tattica in seguito agli sviluppi nel settore degli armamenti e della comunicazione a lunga distanza, con l’introduzione del Radio Telegrafo, un conflitto che portò con sé mutazioni sociali importanti come la considerevole presenza femminile in ambito pubblico e nel mondo del lavoro. In questo periodo bellico drammatico e di perdite, molte furono le invenzioni di oggetti e mezzi che ci accompagnano ancora nella vita quotidiana: la lametta da barba, le scatole per il cibo o l’utilizzo dei Raggi X, il metal detector, l’orologio da polso sono solo alcuni di questi. In ambito strettamente militare ci furono le prime riprese aeree, l’utilizzo frequente dei prefabbricati di montagna, le vie d’acciaio come le teleferiche, essenziali per l’approvvigionamento del cibo e l’evacuazione dei feriti. Inoltre, a causa dell’altissimo numero di feriti, molti dei quali gravissimi, una nuova specializzazione della chirurgia, quella ricostruttiva, fu approfondita e migliorata e grazie a questo progresso medico scientifico dettato dalle necessità di quell’epoca oggi è possibile intervenire in maniera decisiva su aeree del corpo deturpate da incidenti con operazioni di medicina plastica ed estetica.

Maria La Barbera

 
 

Delitto dei Murazzi, Stefano vittima "sbagliata"?

Said Mechaquat, il 27enne di origine marocchina fermato per l’omicidio di Stefano Leo ha confermato il contenuto dei suoi primi interrogatori, ma si è successivamente avvalso della facoltà di non rispondere alle domande  Nel corso dell’udienza di convalida del fermo ha avuto anche un battibecco con la giudice Silvia Carosio. Per lui è stata chiesta un’ordinanza di custodia cautelare per omicidio. Il comandante provinciale dei Carabinieri, il colonnello Francesco Rizzo, afferma che la confessione è attendibile. Nelle ultime ore notizie pubblicate online dai principali quotidiani ipotizzano che Stefano sia stato ucciso per sbaglio da Mechaquat, che lo avrebbe scambiato, in quanto molto somigliante, al nuovo fidanzato della sua ex. L’omicida, se così fosse, si era messo in agguato in attesa della vittima.

In aumento il numero delle donne e degli adolescenti che fanno uso di alcol

Compie 30 anni il Day Hospital alcologico dell’ospedale Mauriziano di Torino per l’identificazione delle patologie da alcol. In aumento il numero delle donne e degli adolescenti che fanno uso di alcol. Nonostante i disturbi da uso di alcol coinvolgano in Italia almeno 650.000 famiglie, i dati dell’Istituto Superiore di Sanità e dell’Organizzazione Mondiale della Sanità mostrano come soltanto 71.000 persone ricevano oggi un trattamento da parte del Servizio Sanitario Nazionale. E’ preoccupante osservare sia il crescente numero di donne che usano alcol, nonostante una loro maggiore suscettibilità al danno rispetto agli uomini, sia come il consumo si stia diffondendo fra gli adolescenti: oggi l’età di inizio dell’uso di alcol è scesa a 12 anni. Tra i giovani inoltre va diffondendosi il fenomeno del “binge drinking”, specie nei fine settimana, equivalente al bere in poco tempo elevate dosi della sostanza fino a raggiungere lo ”sballo”. Questa pratica può produrre rilevanti danni cerebrali. Oltre alle strutture sanitarie territoriali, ed a poche strutture di ricovero per riabilitazione alcologica, a Torino è attivo da 30 anni (dal 1989) un Day Hospital Alcologico, associato al reparto di Medicina diretto dal dottor Claudio Norbiato nell’Azienda Ospedaliera Ordine Mauriziano di Torino. Nel Day Hospital, condotto dal professor Sarino Aricò, si possono eseguire indagini per l’identificazione delle patologie da alcol (fegato, pancreas, cuore, cervello), sottoporsi a terapie per il superamento dell’astinenza fisica da alcol, attivare colloqui individuali e famigliari, essere avviati ad un trattamento di gruppo. Gruppi di trattamento molto efficaci sono quelli coordinati dall’Associazione Club Alcologici Territoriali (ACAT) di Torino Centro. Uno di questi Club si riunisce dal 1991 tutte le settimane presso l’ospedale Mauriziano di Torino. I volontari di questa Associazione sono inoltre molto attivi nel diffondere le conoscenze sull’alcol, presso le scuole, i medici, la popolazione generale. Oggi si sono imposte nuove parole per descrivere il fenomeno: si parla di “Disturbi da Uso di Alcol” (D.U.A.), mentre vanno abbandonati termini quali alcolismo – abuso – etilismo. Questa nuova terminologia, proveniente dagli U.S.A., ben si adatta alla crescente consapevolezza del ruolo preminente che ha la predisposizione genetica ereditata dai nonni, sia nel determinare l’appetito patologico verso l’alcol (“craving”), sia nel predisporre uno tra gli organi del nostro corpo ad ammalarsi per consumi che per altre persone sono innocui.

Tutte le incognite del voto in Piemonte

Così ci siamo sbagliati e Alberto Cirio sarà il candidato del centrodestra. Tutto il centrodestra. Matteo Salvini ci ha messo del suo e non vuole rischiare di perdere in Piemonte. E Nonno Berlusca ha assestato un colpo
Nonno detto, sia ben chiaro, con tutto l’ affetto possibile verso chi é nato nel 1935. Affetto e rispetto.  Forse avevamo confuso le nostre aspettative con ciò che avremmo voluto e desiderato.  Come si dice, ognuno a casa propria fa quello che vuole. Certamente se anche il Piemonte si ritinge di azzurro e verde la vedo dura per il PD nazionale. Forse (condizionale d’ obbligo) gli rimarrà il Centro Italia. Non c’ è mai limite al peggio come al meglio.  Bisogna vedere da quale punto di vista si osserva. Tutto è in movimento. La sondaggista Ghisleri preannuncia grossi movimenti negli elettori per le Europee. In una intervista sostiene che il blocco governativo giallo verde franerà nei consensi.  Sui pentastellati non abbiamo dubbi. Sul leghisti qualche dubbio invece sì. Giggino è l’ unico convinto di contare qualcosa in questo governo ed il povero Tria cerca disperatamente di non far fallire  l’ Italia. Con queste premesse la partita in Piemonte è aperta. Chiampa in recupero ha le sue gatte fa pelare.  Orgogliosi no Tav come Grimaldi si candidano . Questo è chiaro.  Non è  chiaro fino in fondo in quale lista. E le sue critiche verso le politiche di destra del Chiampa sono cose passate. Oramai quello che si dice oggi magari tra 15 giorni non vale più.  Chi non molla assolutamente è Anna Rossomando. L’ultimo orizzonte politico è l’elezione di Mauro Salizzoni, uno dei più grandi ed apprezzati chirurghi a livello mondiale. Ma non basta.  Una delle icone di chi era o si sentiva  a sinistra, il più di sinistra possibile. Gioiello di  Rifondazione comunista.
.
Allora qualche ex dirigente del Partito Comunista italiano c’era ancora, ora ridotto ad un gruppuscolo fatto solo da gruppettari. Essere un ottimo chirurgo non vuole dire essere automaticamente un buon politico. Ma una cosa è sicura.  L’ottimo chirurgo ha molte competenze. E sicuramente la sua affermazione avrà conseguenze all’ interno del PD ancorché non sia del PD.  E Rossomando dopo Zingaretti e Furia punta tutto a sinistra, non fermandosi. Così il 18 di Aprile al Circolo dei lettori confronto tra Marco Revelli, Mario Tronti e sullo sfondo Massimo Cacciari ed Alberto Asor Rosa.  Il massimo dei massimi.  Il massimo dei massimi per chi  è  di sinistra, puntualizzo sinistra democratica e, come si diceva una volta, riformista. Una grande incognita è quell’ elettorato deluso dal Pd che  ha votato pentastellati.  Un elettorato che si pente amaramente di aver dato fiducia a Di Maio che a stento capisce cosa lui stesso sta facendo. Un elettorato che non ha ancora deciso se tornare alla casa madre o astenersi, spronato dalla sinistra sbrindellata all’ astensione. E Chiampa rischia.  Rischia tanto, fin troppo.  Accettando il Grimaldi di turno acquista un voto ma ne perde almeno dieci. Il gioco sta nel chi sbaglia di meno. Poche, pochissime le certezze sul dopo voto.  La prima: Bertola pentastellato tagliato fuori.  Conterà su uno zoccolo duro ma ampiamente insufficiente per essere competitivo. Secondo: vincerà sicuramente un pro Tav. Conclusioni: Chiampa e Cirio stanno evidenziando le incoerenze altrui, con le pasionarie un po’ in sordina ora che la si deve buttare in politica.  I tentativi di bloccare l’opera sono ridicolmente  falliti .
.
Sempre meno i No Tav.  Sicuramente ancora molto ma molto rumorosi. Relegati nella bassa Val di Susa hanno capito di avere perso e pensano a come vendere cara la pelle.  Ergo, devono scegliere se presentarsi ed in che modo alle elezioni amministrative. O viceversa astenersi come ultimo ed estremo rifiuto.  Anche la sinistra sbrindellata li ha mollati correndo verso la sirena del Sergio Chiamparino tra i capi indiscussi pro Tav. Nel centro destra è scatenato  Roberto Rosso con Fabrizio Comba, nuove anime di Fratelli d Italia che, nonostante Giorgia Meloni, cercano un spazio. Leghisti sempre disciplinati. Riccardo Molinari oramai tra i numeri due di Salvini.  Loro non vogliono tante liste d’ appoggio a Cirio.  Bartolomeo Giachino è relegato ad un ruolo secondario. Magari rientrerà dalla finestra come assessore ai Trasporti, pane per i suoi denti. Il centrodestra è favorito nella vittoria, ma come si dice: mai vendere la pelle dell Orso prima di averlo ucciso. E qualcosa di possibile non è detto che sia probabile. Una lotta all’ ultimo voto? Non so. Le conseguenze del voto piemontese avranno una rilevanza nazionale se non europea. Speriamo che la classe politica locale sappia giocarsela ottimamente per gli interessi del Piemonte. Ma su questo siamo decisamente pessimisti.
Patrizio Tosetto

Maltratta (di nuovo) la moglie. Arrestato

Il lupo perde il pelo… E non è solo un problema ma il drammatico ripetersi di reati violenti nei confronti di donne che, ad oggi, sono sempre frequenti. Questa volta è accaduto in Provincia di Asti
 Un 44enne di origine marocchina, il quale già nel 2010 aveva patteggiato una condanna presso il Tribunale di Bolzano per violenza privata e maltrattamenti in famiglia, è stato arrestato in flagranza di reato dai Carabinieri dell’Aliquota Radiomobile di Villanova d’Asti per i reati di maltrattamenti in famiglia, atti persecutori (stalking) e lesioni personali aggravate. Erano da poco passate le 21.30 quando un abitante del centro di San Damiano d’Asti comunicava alla Centrale Operativa del Comando Provinciale Carabinieri di Asti, tramite l’utenza 112, che da un appartamento vicino al suo sentiva provenire urla e grida di aiuto da parte di una donna. La pattuglia dell’Aliquota Radiomobile di Villanova d’Asti, immediatamente allertata, giungeva dopo pochi minuti all’indirizzo segnalato e udiva provenire dallo stabile rumori inequivocabili, che facevano presumere una colluttazione in corso e in particolare un uomo che urlava frasi in lingua araba e invocazioni di aiuto da parte di una voce femminile. L’uomo apriva la porta dell’abitazione in evidente stato di agitazione, mentre la moglie alla vista dei militari si gettava in ginocchio supplicandoli di aiutarla perché il marito la stava picchiando da più di un’ora. La vittima, tumefatta e sanguinante in varie parti del corpo, veniva soccorsa dai militari che immediatamente chiedevano l’invio di personale medico del servizio 118, che giunto sul posto provvedeva all’immediato trasporto della donna presso l’Ospedale Cardinal Massaia di Asti. L’abitazione presentava evidenti segni di quanto era avvenuto, con tracce di sangue sui pavimenti e sui muri, una sedia spaccata utilizzata per percuotere la donna, la quale era stata anche trascinata per i capelli e fatta urtare con la testa sui muri e contro il comodino della camera da letto, per punirla del suo tentativo di affacciarsi alla finestra per chiedere aiuto.    La vittima anch’essa marocchina di 36 anni risiede stabilmente in Marocco ed era giunta in Italia da pochi giorni, accompagnata dalla madre, per far incontrare i due figli minorenni con il padre e sarebbe dovuta ripartire dopo circa una settimana. La stessa ha raccontato ai militari che il marito l’avrebbe minacciata di morte e insultata, intimandole di ritornarsene in Marocco immediatamente, continuando a percuoterla selvaggiamente, mentre i due figli erano stati rinchiusi in una stanza insieme alla nonna. L’arrestato, che risulta assunto come operaio in una ditta nei pressi di Canale (Cuneo), è stato tradotto presso la casa Circondariale di Asti a disposizione della Procura della Repubblica.

M.Iar.

 

La Juve convince in Sardegna e attende il Milan allo Stadium

Una buona Juve si è presentata ieri sera alla Sardegna Arena, nonostante le numerose ed illustri assenze; Allegri parte con un classico 3-5-2, in attacco Kean in coppia con Bernardeschi sin dal primo minuto. Un bel gol di testa di Bonucci nel primo tempo e un destro in area di Kean (4 centri in 4 partite, tra l’altro!) nel finale regalano a Madama una vittoria meritata e ben costruita. Il Cagliari cerca sin dai primi minuti di ingabbiare il centrocampo bianconero in spazi stretti, ma inutilmente: Pjanic in serata di grazia imposta ed inventa, Emre Can ancora una volta prezioso per qualità e quantità, insieme a Matuidi macina chilometri. La Juve prende possesso totale del campo, anche grazie ad un Cagliari sempre più arrendevole, ed al 21’ arriva il vantaggio: calcio d’angolo da sinistra, Pjanic mette una palla d’oro sulla testa di Bonucci, che insacca per l’1 – 0. Anche dopo il gol, la Juve continua a creare azioni offensive, mentre il Cagliari si vede solo al 39’ con un tiro in area di Pedro, che però finisce alto. All’inizio della ripresa, la squadra di casa tenta di mettere in difficoltà la Juve con un pressing più alto, ma inutilmente, perché i bianconeri sono decisamente agguerriti: al 60’ st, Caceres   deve uscire per infortunio muscolare, entra Bentancur ed Emre Can fa a fare il difensore centrale, tuttavia l’atteggiamento della Juve non cambia, anzi, si fa ancora più offensivo, con azioni pericolose sia da destra che da sinistra. Al 76’ st si rivede il Cagliari in area Juve: Pavoletti di testa tenta la conclusione, ma finisce alta sulla traversa. Il finale è un assedio della Juve nella metà campo dei padroni di casa, e Kean all’80’st ha una grande occasione da solo a tu per tu con il portiere, ma Cragno lo anticipa di testa. Dopo appena quattro minuti, però, ancora Kean firma il raddoppio: Bentancur va sulla destra e lancia un traversone che Moise trasforma in rete. La prestazione della squadra di Allegri è stata convincente anche dal punto di vista tecnico, dato che Szczesny non ha mai dovuto impegnarsi seriamente: il centrocampo della Juve ha letto alla perfezione la partita, tutta la squadra è stata attenta e ha saputo costruire anche qualche azione pregevole. Questo l’atteggiamento giusto per ricevere sabato allo Stadium il Milan di Gattuso. #finoallafine
 

Rugiada Gambaudo

 
 

Estremisti di destra volevano avvelenare rivali in amore

Il loro progetto sarebbe stato quello di  uccidere due persone servendosi di un veleno, come nelle spy-stories che spesso si trasformano in realtà. L’episodio è al centro dell’indagine dei carabinieri del Ros negli ambienti dell’estrema destra torinese, nell’ambito della quale sono scattati quattro arresti all’alba. Si tratta di giovani italiani tra i 20 e i 24 anni, nei confronti dei quali si procede per produzione e detenzione di aggressivo chimico, tentato omicidio aggravato e continuato, tentata fabbricazione di arma da fuoco clandestina. Il veleno, la ricina, sarebbe prima o poi , nelle intenzioni dei soggetti arrestati,  stato somministrato di nascosto a due italiani che si erano fidanzati con ragazze di cui gli indagati si erano invaghiti. Una delle due vittime era già stata avvelenata lo scorso novembre durante una serata organizzata da Casa Pound in un locale torinese, l’Asso di Bastoni. Il veleno era stato versato in un bicchiere di vodka ma non si era diluito a sufficienza  e così  il ragazzo aveva  solo avuto mal di stomaco e attacchi di vomito.

Agnolotti stellati per i senza cibo

Il Pastificio Artigianale ‘Virgilio’ dona pasta per la ‘Mensa dei Poveri’: e a prepararla la domenica sono i dipendenti
 
Torino storicamente è una citta attenta al sociale, coltivando ancora oggi l’esempio di alcuni suoi grandi santi da Giovanni Bosco a Giuseppe Benedetto Cottolengo. A quest’ultimo si ispira la ‘Mensa dei Poveri’, creata da un prete carismatico cottolenghino come don Adriano Gennari, che ogni mese sfama circa 6 mila persone. Nei locali di via Belfiore 12 ogni sera centinaia di persone bisognose trovano la cena e alla domenica tanti bisognosi ottengono pani e pizza per il loro pranzo. Quello di domenica 7 aprile sarà un pranzo doppiamente speciale: primo, perchè celebra in anticipo la Pasqua; seondo, perché sarà servito un pasto caldo, con un ricco e fumante piatto di agnolotti, prodotti dal celebre pastificio ‘Virgilio’, i cui titolari Anna Upinot e Davide Benedetto e i loro dipendenti si occuperanno anche di cucinarli e di servirli, insieme ai sempre generosissimi volontari dell’associazione Cenacolo Eucaristico della Trasfigurazione Onlus, che manda avanti la ‘Mensa dei Poveri’ con un lodevole impegno, sotto la guida paterna di don Gennari, che dichiara: “I poveri sono il profumo dell’amore di Dio nel cuore dell’umanità. Le mani e il cuore dei cari benefattori Anna e Davide, che ringrazio profondamente per la generosità, sono preziosi per servire Gesù in loro, insieme all’aiuto prezioso del loro personale”.
Il pastificio ‘Virgilio’ delle cose buone ne fa una ragione d’essere. I prodotti buoni, anzi buonissimi, li fa nel suo nuovo e modernissimo laboratorio di Rivoli, ma a questi accoppia anche le buone azioni.
Una dimostrazione concreta è la decisione di questa rinomata azienda artigianale, che si è affermata per l’eccellenza della sua pasta e di tutta la vasta gamma gastronomica, di far gustare la propria specialità alle persone più bisognose. “Prepareremo degli agnolotti con un ripieno di prodotti del periodo, perché riteniamo possano essere graditi da tutti – annuncia Anna Upinot – E’ un’iniziativa che ci fa molto piacere realizzare e che affronteremo con emozione e con spirito di servizio. Per questo, insieme ai nostri dipendenti, desideriamo avere un contatto diretto con le persone per offrire loro del cibo, ma anche un sorriso, qualche parola, una stretta di mano, gesti dei quali forse hanno altrettanta necessità. Per questo apprezziamo molto e abbiamo deciso di sostenere con un’azione concreta la Mensa dei Poveri e la preziosa attività che don Adriano e i suoi volontari svolgono”. Il pastificio Virgilio è nato nel 2002 in un piccolo negozio di corso Casale 384 e da allora di strada ne ha fatta parecchia. “Abbiamo quattro punti vendita in Torino (oltre a quello storico, in via Mazzini 38, in corso Brescia 13 e al mercato di piazza Benefica) e uno a Moncalieri – spiega Davide Benedetto – L’autunno scorso abbiamo aperto un ampio laboratorio, dove viene quotidianamente realizzata tutta la nostra produzione, che punta sulla qualità, che ci viene riconosciuta dal titolo di “Maestri del Gusto”, ma soprattutto dai nostri tantissimi clienti, che ci premiano con la loro fedeltà. Siamo davvero orgogliosi di aver creato un’azienda solida, all’avanguardia e di dare lavoro a persone, che condividono i nostri valori, tanto da mettersi gratuitamente a disposizione per questa iniziativa”. Che non resta un una tantum, ma sarà ripetuta una volta al mese sino all’estate, e più precisamente anche nelle domeniche 12 Maggio, 16 Giugno e 14 Luglio.