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Omicidio in Barriera: le avvisaglie c'erano, non si speculi ma si faccia

tosettoSTORIE DI CITTA’ / di Patrizio Tosetto

C’è chi commentando il delitto ha sottolineato il degrado umano che ne è stata una delle cause. Sembra che tranne l’intervento di un ex alpino, altri siano stati a guardare. Non discuto né confuto. Sono altresì convinto che il degrado umano affonda le proprie radici nel degrado sociale

barriera manifestazi

Nessuno può speculare sull’omicidio di Piazza Bottesini, usare a propri fini politici questa tragedia. Alcuni fatti mi hanno decisamente colpito. Sicuramente il degrado dell’alcolismo, ed il fatto che l’omicida fosse conosciuto fino ad arrivare ad avere un nomignolo. Quasi fosse entrato di diritto nell’habitat della zona. Proprio come una normale consuetudine, trasformatasi in tragedia. Nessuno vuole trovare altrui colpe, o ritornare su ciò che è stato e sul suo perché. Ma qualcosa bisogna pur fare. Subito! Già scritto: ero stato come osservatore alla manifestazione contro la criminalità e lo spaccio in piazza Foroni.(nelle foto – ndr)

barriera manifestazio

Insolentito da due ubriachi ho avuto paura. Non erano italiani, non era l’omicida italiano. Questa mia paura è durata due minuti trasformandosi in agitazione. Insolentito in piazza Bottesini. In quei due minuti ho pensato come, se o  non reagire.  Messa in moto l’auto mi sono dileguato pensando a chi abitava nel raggio di cento metri.Probabilmente per i residenti c’è la costante paura, e per cercare di controllarla, la sua trasformazione in normalità. I cari amici a cui raccontavo il tutto, forse per rincuorarmi mi dicevano: dai…che sarà mai? Mi sono ricordato una emblematica frase di Eduardo De Filippo: continuare a dire che sono cose da niente, diventano cose da niente. Sempre a questi miei amici rispondevo: avverrà qualcosa di irrimediabile, è avvenuto. Di una sorte tragicamente beffarda, ad essere ucciso è stato un romeno.

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Non bisogna essere un chiaroveggente per intuire la tragedia. Non è tempo di polemiche,  è tempo d’agire.Ilda Curti è una cara amica. in questi giorni abbiamo polemizzato, sullo sfondo alcune mie affermazioni negli  articoli scritti sulla Barriera. La polemica ci ha portato alla rottura. Poi abbiamo “scoperto” d’avere in comune l’iscrizione dei figli al Liceo Scientifico Albert Einstein, dopo essere stati iscritti in un liceo del centro. Ed io le ho chiesto di far pace, richiesta prontamente e simpaticamente POLIZIA CROCETTAaccettata. Mi ha amabilmente chiesto di “cambiare” lenti per leggere la realtà della Barriera. Vorrei, ma ciò che vedo non è determinato dall’ideologia. Rimarco il suo lavoro positivo sull’integrazione, importantissimo ma non sufficiente. Ilda ed io siamo “sulla stessa barricata”. Dunque? Non c’è niente da fare: maggiore controllo delle forze dell’ordine per prevenire, come deterrente, ma anche per reprimere. Poi, in ultimo, non per importanza, decongestionare di problemi e di tensioni questo “martoriato” storico quartiere di Torino. C’è chi commentando il delitto ha sottolineato il degrado umano che ne è stata una delle cause. Sembra che tranne l’intervento di un ex alpino, altri siano stati a guardare. Non discuto né confuto. Sono altresì convinto che il degrado umano affonda le proprie radici nel degrado sociale, e la decongestione è un primo passo contro il degrado.

 

(Foto: il Torinese)

Maxi Lopez: mancato versamento degli alimenti? Via il passaporto

lopez2Al Palazzo di Giustizia l’attaccante e l’ex consorte hanno preso parte all’udienza davanti al giudice

Si sono trovati al cospetto del giudice in Tribunale, a Milano, il calciatore Maxi Lopez, attaccante del Toro, e l’ex moglie Wanda Nara, oggi sposata con l’interista Mauro Icardi. La ragione? Parrebbe il mancato versamento degli alimenti ai figli, per il quale nei giorni scorsi la Questura di Milano gli  ha ritirato il passaporto. Al Palazzo di Giustizia l’attaccante e l’ex consorte hanno preso parte all’udienza davanti al giudice Sonja Siracusa, che dovrà decidere se confermare o meno il ritiro del documento.

Cucina a km zero con lo chef Ernesto Chiabotto al Jazz Club

chiabottoPersonaggio versatile e farmacista, è anche autore di un romanzo di successo da titolo “Il custode”

Alcuni tipi di musica come il jazz sono in grado di rendere speciale anche il cibo più semplice. Di recente uno studio condotto dall’Università dell ‘Arkansas ha individuato come, a seconda del tipo di musica ascoltata in sottofondo durante una cena, possa cambiare la percezione del gusto. D’altronde è ben noto il fatto che una melodia possa suscitare in ognuno di noi sensazioni diverse. Da questo studio è emerso come il Jazz renderebbe migliore il gusto del cioccolato.

A Torino il jazz rivivra’ nella veste rinnovata del suo storico tempio, il Jazz Club, in piazzale Valdo Fusi, a partire dalla serata inaugurale di venerdì 18 marzo intitolata “Fleurs de Musette”, dedicata al jazz e allo swing, con pezzi di musicisti straordinari come Koger, Renard & Scotto, Bernie & Pinkard, Edith Piaf, Charles Trenet e Fred Buscaglione.jazz2

Il binomio musica- cucina è una formula vincente che sta alla base del rinnovato Jazz Club con un’offerta gastronomica a km. zero, rinnovata a scadenza quindicinale. Chef del Jazz Club è Ernesto Chiabotto, torinese, un passato di studi scientifici in farmacia, dedicatosi nella vita professionale al marketing e alla vendita. Ha seguito corsi professionali di cucina e ama molto scrivere. Questa è, insieme alla cucina e al tango argentino, una delle grandi passioni della sua vita. Dopo una collaborazione giornalistica sportiva e alcuni racconti, raccolti nel 2010 in “Collezione (quasi) privata”, ha dato alle stampe nel maggio del 2015 il suo primo romanzo, dal titolo ” Il Custode”.

Per gli amanti di Torino e del fascino dell’ Antico Egitto questo è un romanzo da non perdere, con al centro, come protagonista, Attilio Hupper, professore e egittologo al Museo Egizio di Torino, un giorno contattato da un misterioso vecchietto che pare sapere tutto su di lui. Torino viene ritratta nel libro in tutta la sua magia e le trame della narrazione conducono il lettore, in modo coinvolgente, verso l’epilogo finale, scoprendo che si tratta di una grande storia d’amore.

Torino e la sua magia, quindi, emergono nel libro dello chef di quello che torna a essere il luogo cult degli amanti della musica jazz e swing, il Jazz Club, in una veste rinnovata rispetto a quella dell’epoca della sua fondazione a opera di Gianni Basso e di Fulvio Albano, che tuttora lo guida.

jazz1Il jazz e Torino, un amore che risale agli inizi del Novecento. Louis Armstrong venne, infatti, a suonare anche a Torino; Romano Mussolini, figlio del duce, fu un grande estimatore di jazz, e proprio a Torino nacque il primo hot club, la prima sede privilegiata in cui venne suonata musica jazz. Nei primi anni Cinquanta emerse poi la figura del torinese Fred Buscaglione, che divenne uno dei più celebri cantanti swing del Novecento. Oggi il Jazz Club di Torino vanta una fama notevole, pari a quella del Blue Note di Milano e di un paio di celebri locali romani di musica jazz.

Mara Martellotta

Pillola del giorno dopo. Radicali: Per Giaccone le donne sono delle irresponsabili. Anche quando votano?

AGLIETTA RADICALI“Ci chiediamo se la scarsa considerazione che il dr. Giaccone mostra nei confronti del genere femminile in questo caso, sia la stessa che ha quando chiede il voto alle donne per le sue liste”

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO

In merito alle dichiarazioni di Mario Giaccone, presidente dell’Ordine dei Farmacisti della Provincia di Torino nonché leader delle liste civiche piemontesi di centro sinistra: «Non essendoci ricetta, in linea teorica una donna potrebbe acquistare e assumere la pillola più volte la settimana, addirittura tenersela in borsetta» riportate oggi nell’articolo della Stampa a pag. 14 “Pillola del giorno dopo, in farmacia la ricetta non è più necessaria“, a firma Noemi Penna, le coordinatrici dell’Associazione radicale Adelaide Aglietta, Silvja Manzi e Laura Botti, dichiarano: 

«Secondo Mario Giaccone le donne sono così inette da prendere la pillola del giorno dopo come se fosse ‘Zigulì’.  Per sua informazione proprio nella “borsetta” va tenuta la pillola del giorno dopo che, essendo un contraccettivo d’emergenza, va presa proprio in caso di … emergenza. E non in linea teorica. Ma al più presto e senza ostacoli inutili dopo un rapporto a rischio. Proprio per evitare una gravidanza indesiderata e un altrettanto indesiderato eventuale aborto.

Ci chiediamo se la scarsa considerazione che il dr. Giaccone mostra nei confronti del genere femminile in questo caso, sia la stessa che ha quando chiede il voto alle donne per le sue liste. Ci pensino, soprattutto, le donne che intendono candidarsi per la sua lista.Per quanto riguarda, invece, l’articolo della Stampa, ha dell’incredibile che non sia nemmeno citata la parola ‘radicali’. Non possiamo riportare la mole di comunicati e iniziative fatti dal 2000 – qualche centinaia! – per mancanza di spazio. Per curiosità giornalistica si guardi il sito www.associazioneaglietta.it»

Ecco il giusto rapporto vita/fianchi e la quantità di allenamento per le donne

“Misuratevi la vita nel punto più stretto afferma il personal trainer Rodolfo Carpanedo – e i fianchi nel punto più largo e calcolate la differenza. Confrontate quindi il risultato con la tabella sottostante”

tabella fitness

Il WHR è il parametro che esprime il rapporto tra la circonferenza della vita e quella dei fianchi. Questo importante indice è utilizzato in campo medico per valutare la distribuzione corporea del tessuto adiposo. Semplice e veloce da calcolare, questo indice sopperisce in parte alle carenze del BMI. Le modalità di distribuzione del grasso corporeo si correla anche al rischio di patologie cardio-vascolari.

carpanedo“Misuratevi la vita nel punto più stretto afferma il personal trainer Rodolfo Carpanedo – e i fianchi nel punto più largo e calcolate la differenza. Confrontate quindi il risultato con la tabella sottostante e definite se appartenete alla categoria Ginoide, Intermedia o Androide. Secondo i miei 20 anni di esperienza ed una casistica di 2000 pazienti posso affermare che

se siete GINOIDI:

– caratteristica ormonale: avete un basso rischio cardiovascolare perché protette da una grande quantità di estrogeni

– risposta allo stress da allenamento:

dovreste allenarvi intensamente 1 volta a settimana (Pesi, Trx, Crossfit, Functional training, allenamenti aerobici intervallati ad alta intensità) ed 1 volta in modo soft (yoga, pilates, camminata al parco, nuoto senza faticare troppo, ed acquagym leggera)

Se siete INTERMEDI:

– caratteristica ormonale: avete una produzione estrogenica che vi protegge sufficientemente da malattie cardiovascolari

– risposta allo stress da allenamento:

potreste allenarvi 1 volta intensamente e 1/2 volte in modo più soft (Walking, Pilates, total body, camminate veloci, corsette leggere, nuoto, acquagym )

Se siete ANDROIDI

– Caratteristica ormonale: avete meno estrogeni rispetto alle Ginoidi, quindi più rischi a livello cardiovascolare

– Risposta allo stress da allenamento:

potete allenarvi 3/4 volte a settimana alternando allenamenti intensi ad allenamenti più blandi.

Tutte le persone, soprattutto donne che non hanno rispettato queste regole legate alla fisiologia ed alle produzioni ormonali, sono sempre peggiorate aumentando l’acqua extracellulare ed il grasso.

 
 

Rodolfo Carpanedo

Personal Trainer

General Manager

Palestre I-FIT Torino

 

La Cenerentola di Rossini nella Cinecittà degli anni Cinquanta

Regia di Alessandro Talevi. Grande virtuosismo di Chiara Amaru’ nei panni di Angelina, la protagonista
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Debutta il 15 marzo alle 20 al teatro Regio di Torino la Cenerentola di Gioacchino Rossini, in prima italiana, per la regia di Alessandro Talevi e la direzione d’ Orchestra di Speranza Scapucci. L’opera, frutto della collaborazione tra il musicista pesarese e Jacopo Ferretti, annovera la presenza di solisti di rilievo internazionale, quali Chiara Amaru’, Antonino Siragusa, Paolo Bordogna, Carlo Lepore e Roberto Tagliavini, tutti artisti dalla spiccata vis comica. La regia, affidata al giovane Alessandro Talevi, nativo di Johannesburg da genitori italiani ma formatosi a Londra, vanta un’ambientazione piuttosto originale, Cinecittà degli anni Cinquanta.

“Un punto chiave nel decidere l’interpretazione teatrale – spiega il regista Talevi – è stato il fatto che Rossini abbia evitato nell’opera l’aspetto sovrannaturale della storia originale e che, al posto del personaggio deus ex machina, la Fata Madrina, sia il compositore pesarese sia il librettista Ferretti abbiano introdotto quello di Alidoro, l’onnisciente tutore di Ramiro. Questo fatto apre nuove prospettive di interpretazione di carattere sociale e permette di esplorare il mito di Cenerentola in chiave moderna”.

” Ho immaginato Alidoro – aggiunge Alessandro Talevi – come un regista alla ricerca dell’esatta alchimia tra il protagonista maschile e una potenziale coprotagonista femminile. Ho poi riflettuto sul fatto che l’attuale ossessione per la celebrità non è soltanto un fenomeno odierno, legato a programmi televisivi quali ” L’isola dei famosi” o “X Factor”, ma risale già all’esaltazione cinematografica di massa degli anni Cinquanta e Sessanta, quando i nomi dei divi del cinema divennero familiari a tutti”.cenerentola1

La Cenerentola è un dramma giocoso in due atti su libretto di Giacomo Ferretti, rappresentato per la prima volta al teatro Valle di Roma il 25 gennaio 1817. Ciò che più colpisce nell’opera è la sottolineatura dell’elemento patetico nel personaggio di Angelina, nel quale vengono esaltati i momenti di languore, malinconia, che sono propri del vero Rossini. Angelina è una donna completamente diversa dal personaggio di Rosina del Barbiere di Siviglia, volitiva e sicura di sé, sempre pronta a tirar fuori le unghie per difendere la propria personalità. Angelina aspetta il momento giusto e spera nella sorte benigna che la ripaghi di tutte le sofferenze subite. E intanto canta una ballata assai appropriata su di un re che sposa una ragazza innocente e buona preferendo la alle due eleganti e vistose pretendenti che se lo contendono.

La fortuna della Cenerentola nel corso dell’ Ottocento, dopo che la voce del contralto di coloritura divenne sempre più rara, diminui’ per rivivere poi grazie a alcune interpreti eccezionali come Giulietta Simionato e Teresa Breganza. Ora al teatro Regio il virtuosismo di Angelina torna a trionfare nella splendida voce di Chiara Amaru’.

(Foto: il Torinese)

Mara Martellotta

Tronzano (FI): "Fassino? Non riuscirà a vincere al primo turno”

tronzano2Amministrative 2016, il capogruppo azzurro a Palazzo Civico: “Rosso sta usando slogan del centrodestra, ma non è il nostro candidato”

Il consigliere comunale Andrea Tronzano (FI) ci parla dei candidati sindaco, delle problematiche del centrodestra sulla scelta di un candidato e delle urgenze che a suo avviso il nuovo sindaco dovrà affrontare

Pichetto, coordinatore regionale di Forza Italia, ha fatto il suo nome come candidato sindaco del centrodestra. L’ultima parola spetterà a Berlusconi oppure si tratterà infine di una scelta condivisa? (L’intervista è stata realizzata poco prima della decisione ufficiale da parte di Berlusconi, avvenuta ieri in tarda serata, di scegliere Osvaldo Napoli come candidato. Articolo in Cronaca – ndr)

Non c’è dubbio che sarà lui a scegliere il nome del candidato. Sicuramente al momento i leader nazionali sono più concentrati su Roma. Il coordinatore regionale ha fatto il mio nome perché probabilmente riconosce il merito del mio lavoro per la città, ma ha scelto Osvaldo Napoli perché ritenuto più efficace per valutazioni di altro tipo.

mole vittorioDi altro tipo?

Valutazioni che tengono conto di ogni aspetto e che si pensa possano avere un riscontro più adeguato sui cittadini.

 

Faccia conto, in questo momento, di parlare con un cittadino che magari non segue molto la politica: cosa gli direbbe riguardo il lavoro svolto da voi in questi anni?

 

Nella città di Torino, il governo è sempre stato appannaggio della sinistra, da 40 anni a questa parte, e per noi non è semplice far emergere il nostro lavoro sui media in generale e anche sulle tv locali, soprattutto su Rai3. Detto questo, avendo avuto rapporto diretto sul territorio posso dire che abbiamo fatto nascere dibattiti interessanti, dalle buche nelle strade fino a questioni più importanti come ad esempio le mense scolastiche dove siamo riusciti a fare in modo che l’appalto fosse cambiato, dopo vent’anni in cui hanno vinto sempre le solite 4 imprese. Abbiamo inoltre  combattuto per la sicurezza: sull’occupazione del Moi, sul Suk di corso Novara, sui Rom in lungo Stura Lazio, grazie ad un’azione congiunta alle altre forze politiche di centrodestra siamo riusciti a convincere l’amministrazione che così non poteva andare avanti e che bisognava intervenire. Anche sul tentativo di abbassare le tasse abbiamo lavorato con impegno, vedi la tassa rifiuti dove siamo riusciti a convincere l’amministrazione a creare un tavolo tecnico con tutte le associazioni di categoria, in modo che fossero riviste le misurazioni sul consumo di rifiuti. Ovviamente se non governi non puoi incidere più di tanto, ma in ogni caso tutto ciò testimonia il nostro impegno.

 sala rossa palazzo civico

A suo avviso che cosa dovrebbe fare il centrodestra per uscire dal paludoso stagno in cui si trova e per tornare finalmente a parlare ai cittadini con un’unica voce?

 

Non stiamo parlando con una voce comune perché ci sono ragionamenti nazionali che scavalcano il livello locale. Se fosse dipeso solo dalla nostra azione comunale, sia con Lega Nord che con FdI avremmo avuto più facilità a trovare un accordo perchè siamo sempre stati convintamente uniti sui valori di fondo e sulle strategie da adottare. Si pensi che a livello locale saremmo già stati pronti un anno fa a determinare il candidato sindaco, poi però si sono inseriti i soliti meccanismi che ci contraddistinguono e questo ha rallentato di molto le scelte. Certamente, da parte di tutti i Consiglieri Comunali c’è sempre stata la preferenza per un candidato proveniente dalla politica perchè è solo la politica che compendia gli interessi di una città grande come Torino. Siamo, quindi, un po’ in ritardo, ma questo non significa nulla: il valore aggiunto di questa campagna elettorale sarà l’unità del centrodestra, anche perché per noi è un banco di prova in vista delle politiche. Vorrei infine aggiungere che ci sono persone che sfruttano abilmente la situazione di difficoltà traendo in inganno gli elettori: Roberto Rosso sta facendo campagna come fosse il candidato sindaco del centrodestra ma non lo è, i cittadini lo devono avere ben chiaro questo.

Anche questo crea non poca confusione…

 

PAL CIVICSi è approfittato della nostra difficoltà e sta lanciando dei messaggi che sono tipicamente quelli di centrodestra. Rosso però è sostenuto da Ncd, Ucd, Fitto e Tosi: coloro che hanno contribuito a disgregare il centrodestra. Ricordo ai lettori che Rosso firmò la mozione di sfiducia al governo Berlusconi nel 2010. Dobbiamo far chiarezza soprattutto per rispetto nei confronti di chi tifa per noi: il candidato di FI, Lega Nord e FdI non è Rosso. Coerenza e trasparenza, sono i principi a cui ho sempre cercato di attenermi, rispettando il mandato dei miei elettori e non tradendolo mai. Per questo vorrei che gli elettori sapessero che dare il loro voto a chi non ha dimostrato coerenza rischia di danneggiare il vero centrodestra. Oggi se vogliamo cambiare qualcosa non si può prescindere dalla coerenza e dalla trasparenza. Rosso ebbe occasione nel 2001 di poter far qualcosa per la città ma preferì lo scranno romano, più comodo, invece di combattere per l’affermazione dei nostri principi a Torino. Il voto a Rosso potrebbe essere usato per dare una mano, al secondo turno, a chi gli elettori non avrebbero voluto darlo: Fassino o Appendino.

Come vede invece l’horse race tra Fassino e Appendino? Molti hanno accusato la candidata pentastellata di non avere abbastanza esperienza per governare, ritiene sia così?

 

Io stimo entrambi e dal punto di vista umano sono assolutamente adeguati. Certamente, non posso nascondere la preoccupazione per la classe dirigente dell’M5S che accompagna la Appendino; sinceramente non so se siano formati e non so cosa realmente pensino. C’è il grande rischio di avere Consiglieri Cinque Stelle dove ciascuno ragiona con la logica individuale che potrebbe impantanare il consiglio comunale e tutte le delibere e le azioni che un sindaco vorrebbe fare.  Il PD al primo turno farà fruttare la rete di potere che ha e potrebbe arrivare, insieme ai moderati, intorno al 40-45%. Credo quindi che Fassino non riuscirà a vincere al primo turno e al secondo turno il voto di opinione avvantaggerà i grillini. In ogni caso, questo scenario non lo vedo possibile perchè sarà il candidato di FI, Lega e FdI ad andare al ballottaggio. Abbiamo una classe dirigente degna di essere messa alla prova e una coesione oggettiva, fondata su fatti visibili portati avanti nel corso degli anni.

Aldilà del candidato e di chi sarà eletto, quali sono a suo avviso, le urgenze che il nuovo sindaco dovrà prioritariamente affrontare?

 

palazzo civicoNoi abbiamo un problema di sicurezza, di tasse, di decoro e d’identità. Dobbiamo ridare una spina dorsale a Torino. Il sindaco eletto dovrà far emergere che una società multietnica non è e non deve essere una società multiculturale. Qui c’è una formazione culturale secolare, con tradizioni che vanno rispettate, senza cancellare ovviamente quelle degli altri. Il secondo dato è che manca la percezione e la certezza della sicurezza cittadina nei quartieri. Noi pensiamo sia utile migliorare l’organizzazione del corpo della polizia municipale, perché il messaggio che arriva dai vertici, dal sindaco, in questo momento non è in sintonia con le esigenze dei cittadini. Inoltre devono finire le occupazioni abusive: l’ex Moi deve essere sgomberato immediatamente. Il decoro, infine, è importante per una città: chi scrive sui muri non è un artista, per noi è un maleducato.

Non ritiene invece che in settori in cui vi è stata una gestione più carente siano altri? Come ad esempio la sanità, l’emergenza abitativa e il trasporto pubblico?

Sì, certo. Le azioni politiche della nostra amministrazione di sinistra sono state incentrate su pochi doveri e tanti diritti e su maggiori investimenti sull’assistenza che sullo sviluppo. Io li chiamo professionisti del disagio. Che cosa intendo dire? Che costruiscono la loro fortuna, economica o di potere politico, sul disagio degli altri. Se non sei libero sei un suddito, se invece hai un lavoro e quindi sei in grado di pagarti la casa diventi un cittadino che può dare di più alla comunità e può creare coesione sociale. Insomma, noi preferiamo che tutti siano più ricchi.

In questi giorni stiamo scoprendo una Torino nuova e in fermento, dove addirittura si parlaGRAN MADRE dell’apertura della linea 2 della Metropolitana, con la linea 1  ancora da finire, ed è stato aperto corso Principe Oddone: un miracolo! Merito della campagna elettorale?

 

La riapertura di corso Principe Oddone è stato un nostro piccolo merito, abbiamo talmente insistito che non hanno più potuto lasciarlo fermo. Detto questo, la metro è un’opera infrastrutturale determinante, la prendo sovente e sono contentissimo. Dal punto di vista amministrativo devo rilevare che la linea 1, come dice lei, non è ancora finita e i commercianti di via Nizza stanno soffrendo per la sua chiusura a causa dei lavori in ritardo ormai di 4 anni: questa è una grave colpa della pubblica amministrazione. Inoltre pur avendo un buon sistema ferroviario metropolitano, merito, bisogna riconoscerlo, del centrosinistra, si fa ancora tanta, troppa fatica a spostarsi da una parte all’altra della città. Questo deve essere modificato e gli anziani non possono permetterselo.

mole cieloNemmeno i giovani: lo stesso Campus Luigi Einaudi oggi è ancora mal collegato con il resto della città

 

Oggi prendere un bus è quasi un lavoro, purtroppo.

…Quindi prendo la macchina. Questo non aiuta neppure per la questione dell’inquinamento, ma di sicuro aiuta a battere cassa, grazie alle “strisce blu”

L’aumento dei prezzi dei biglietti deciso da questa giunta è stato sbagliato. Inoltre il biglietto della metro puoi usarlo per una corsa e se sbagli fermata sei costretto a rifarne un secondo spendendo altri 1,5 euro. Cose assurde. Dobbiamo cercare di fare in modo di progettare una mobilità ed una politica sull’ambiente che sia pragmatica; se si vuole diminuire l’inquinamento dobbiamo investire sulle caldaie e sulle termo-valvole dei condomini. Le strisce blu sono un problema e allontanano l’amministrazione dai cittadini, io non le voglio. Fossi eletto sindaco oggi, le cancellerei domani.

Invece stanno aumentando…

Lubatti ha posticipato a dopo le elezioni l’allargamento delle “strisce blu”, dopo averle approvate con delibera e averle presentate in una conferenza stampa. Ma le pare possibile? Se l’avessimo detto noi saremmo già su tutti i giornali. Le sembra corretto nei confronti del cittadino che vota? Noi riteniamo si possa tornare al disco orario, l’unico modo serio per mettere i cittadini di fronte alle loro responsabilità: non ti faccio pagare il parcheggio, ma se non rispetti l’orario la multa non te la toglie nessuno.

Romana Allegra Monti

Hollywood sotto la lente (imperfetta) dei Coen

PIANETA CINEMA a cura di Elio Rabbione

CLOONEY FILM

Nella Capitol Pictures che riecheggia la Mgm dei “favolosi” ma le favole sono ben altra cosa anni Cinquanta, Eddie Mannix si aggirava come insostituibile braccio destro di Luis Mayer a tenere a bada i piccoli capricci e i grandi vizi delle star hollywoodiane o a far girare alla perfezione i tabellini di marcia dei tanti film in lavorazione affidatigli, come un buon padre comprensivo o come un inflessibile giudice, fatti i conti con le necessità. Era definito fixer, vale a dire riparatore o piuttosto maneggione, se si vuole storicamente dar retta ad un suo ritratto non del tutto irreprensibile, sposato e risposato, un bel mucchietto di amanti e amichette, incline alla violenza (anche familiare), forse non del tutto estraneo al “suicidio” di quel tale George Reeves che, amico stretto della signora Mannix, s’era visto a poco a poco scivolar via il successo del suo Superman televisivo. Ritratto opposto a quello spiritualizzato che i fratelli Coen ci danno di lui nel loro ultimo Ave, Cesare, cattolico religiosissimo, pronto in confessione a mettere in conto anche le sigarette fumate, padre premuroso e marito tutto ritorno a casa, affabilità alla grande, preso da mille scrupoli se gli viene proposto di cambiar mestiere. film cesare2Al centro della vicenda, nel bene e nel male c’è lui, il perno, l’anima. Mentre negli studios si gira la storia di un centurione romano, Mannix (un eccellente Josh Brolin, in una delle sue prove migliori) deve governare il suo mondo di cartapesta, un attore belloccio e spericolato (un perennemente rintronato Alden Ehrenreich) tra le verdi praterie dei western catapultato dall’oggi al domani in una sophisticated comedy guidata da un regista facile facile a perdere la pazienza (Ralph Fiennes) per quel ragazzo che non sa proprio recitare, la stellina dei film acquatici (Scarlett Johansson alla maniera di Esther Williams) che al di là dei sorrisini che sfoggia sul set deve fare i conti con relazioni e nascituri che innervosiscono il grande capo, pronto a trovare per lei con tanto di scartoffie un marito e un padre, c’è il ballerino che sembra un nuovo Fred Astaire (un bravissimo Channing Tatum) ma che ha troppe simpatie per il mondo oltrecortina, c’è la coppia di arcigne sorelle (Tilda Swinton si sdoppia) che sguazza nei rumors e nelle quasi certezze, un misto tra Hedda Hopper e Louella Parsons. C’è il centurione sopraccitato (un perfetto George Clooney, imbranatissimo, un habitué a scordarsi le battute), rapito per conto di un gruppo di sceneggiatori “comunisti” siamo del resto negli anni del maccartismo: e Ave, Cesare è il lato grottesco e buffo del recente film su Dalton Trumbo -, capitanati dalle teorie e dai pensieri alti di Herbert Marcuse, in rivolta tra l’altro per le sottopaghe di cui sono vittime. Si ride, o meglio si sorride (imperdibile il cameo di Frances McDormand, distratta montatrice) spesso, spessissimo, perché i Coen sceneggiatori imbastiscono spezzoni e battute degni del sorriso, perché esprimono con infinita saggezza il loro amore ma io direi anche il loro odio senza mezze misure, e ce lo mostrano chiaro e tondo, per gli angoli un po’ bui della settima arte per il cinema, perché a piacere camminano dentro un gran firmamento con il loro andare e venire attraverso ogni forma cinematografica, con il senso dello spettacolo che da diciassette pellicole (più due episodi) in qua si portano appresso: però anche qui dal momento che certo non siamo allo stato di grazia e dalle parti di Fargo o Il grande Lebowski o Non è un paese per vecchi, questi sì vere punte di diamante – hanno l’aria di promettere molto più di quanto poi in realtà ti offrono. ave cesare filmAlla parola fine ti lasciano spiazzato, ti alzi dalla poltrona del cinema con la paura che la grande, piacevolissima costruzione che ti sei visto edificare in 106 minuti ti si sgonfi all’improvviso, ti rendi conto che l’intelligenza, le citazioni, le criptiche allusioni, l’architettura raffinata, le graffiate e il sarcasmo e quant’altro non sono poi il capolavoro che ti hanno promesso. Le tre o quattro storie che nascono e finiscono attraversano lo schermo e si perdono nel buio della sala. L’andatura del racconto, la voce fuori campo che ti riporta ai Cinquanta pieni, con quel bel doppiaggio altisonante, importante e “ricco”, l’apporto filologico e l’accanita passione, il grande contributo delle prove interpretative (qualcuna eccezionale davvero), la ricostruzione dei differenti set, il gioco del cinema nel cinema, la fotografia dell’abituale Roger Deakins, sono lì a testimoniare la (quasi) riuscita del film: ma manca ancora qualcosa di più robusto, fuori del sorriso, qualcosa che allontani del tutto il termine “alta esercitazione” che all’uscita gira per la testa.

Silvio ha detto sì. Osvaldo Napoli candidato sindaco per Forza Italia

napoli osvaldoIl cav: ” È un altro protagonista del fare che si aggiunge a Bertolaso, a Parisi, a Lettieri nella strategia di Fi di offrire alle grandi città degli amministratori di vasta esperienza”

E alla fine, dopo le tante polemiche interne al partito sotto la Mole per i ritardi nella scelta del candidato sindaco di Torino e per la gestione delle attività sul territorio, Berlusconi ha sciolto la riserva: «Con Bertolaso – dice Forza Italia in una nota –  anche Osvaldo Napoli ha accettato la candidatura offertagli da Forza Italia a Torino». «Sono lieto che abbia risposto positivamente alla nostra proposta di candidarsi a Torino per le prossime elezioni amministrative – così anticipa la Stampa le parole di un successivo comunicato del cavaliere -. È un altro protagonista del fare che si aggiunge a Bertolaso, a Parisi, a Lettieri nella strategia di Fi di offrire alle grandi città degli amministratori di vasta esperienza operativa, amministrativa e gestionale».  Ora si vedranno le reazioni degli alleati.

Accoltellato per strada muore a 30 anni

POLIZIA CROCETTATestimoni  hanno visto fuggire un uomo coi capelli grigi e con un cappello stile texano

Aveva 30 anni il cittadino romeno morto accoltellato in strada, in Barriera di Milano a Torino. L’omicidio è avvenuto in piazza Bottesini. Dei testimoni  hanno visto fuggire un uomo coi capelli grigi e con un cappello stile texano. Pare che l’aggressione sia avvenuta dopo un litigio per futili motivi. Il 118 ha riscontrato una decina di coltellate inferte alla vittima. Indaga la squadra mobile.

(Foto: il Torinese)