La Cenerentola di Rossini nella Cinecittà degli anni Cinquanta

Regia di Alessandro Talevi. Grande virtuosismo di Chiara Amaru’ nei panni di Angelina, la protagonista
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Debutta il 15 marzo alle 20 al teatro Regio di Torino la Cenerentola di Gioacchino Rossini, in prima italiana, per la regia di Alessandro Talevi e la direzione d’ Orchestra di Speranza Scapucci. L’opera, frutto della collaborazione tra il musicista pesarese e Jacopo Ferretti, annovera la presenza di solisti di rilievo internazionale, quali Chiara Amaru’, Antonino Siragusa, Paolo Bordogna, Carlo Lepore e Roberto Tagliavini, tutti artisti dalla spiccata vis comica. La regia, affidata al giovane Alessandro Talevi, nativo di Johannesburg da genitori italiani ma formatosi a Londra, vanta un’ambientazione piuttosto originale, Cinecittà degli anni Cinquanta.

“Un punto chiave nel decidere l’interpretazione teatrale – spiega il regista Talevi – è stato il fatto che Rossini abbia evitato nell’opera l’aspetto sovrannaturale della storia originale e che, al posto del personaggio deus ex machina, la Fata Madrina, sia il compositore pesarese sia il librettista Ferretti abbiano introdotto quello di Alidoro, l’onnisciente tutore di Ramiro. Questo fatto apre nuove prospettive di interpretazione di carattere sociale e permette di esplorare il mito di Cenerentola in chiave moderna”.

” Ho immaginato Alidoro – aggiunge Alessandro Talevi – come un regista alla ricerca dell’esatta alchimia tra il protagonista maschile e una potenziale coprotagonista femminile. Ho poi riflettuto sul fatto che l’attuale ossessione per la celebrità non è soltanto un fenomeno odierno, legato a programmi televisivi quali ” L’isola dei famosi” o “X Factor”, ma risale già all’esaltazione cinematografica di massa degli anni Cinquanta e Sessanta, quando i nomi dei divi del cinema divennero familiari a tutti”.cenerentola1

La Cenerentola è un dramma giocoso in due atti su libretto di Giacomo Ferretti, rappresentato per la prima volta al teatro Valle di Roma il 25 gennaio 1817. Ciò che più colpisce nell’opera è la sottolineatura dell’elemento patetico nel personaggio di Angelina, nel quale vengono esaltati i momenti di languore, malinconia, che sono propri del vero Rossini. Angelina è una donna completamente diversa dal personaggio di Rosina del Barbiere di Siviglia, volitiva e sicura di sé, sempre pronta a tirar fuori le unghie per difendere la propria personalità. Angelina aspetta il momento giusto e spera nella sorte benigna che la ripaghi di tutte le sofferenze subite. E intanto canta una ballata assai appropriata su di un re che sposa una ragazza innocente e buona preferendo la alle due eleganti e vistose pretendenti che se lo contendono.

La fortuna della Cenerentola nel corso dell’ Ottocento, dopo che la voce del contralto di coloritura divenne sempre più rara, diminui’ per rivivere poi grazie a alcune interpreti eccezionali come Giulietta Simionato e Teresa Breganza. Ora al teatro Regio il virtuosismo di Angelina torna a trionfare nella splendida voce di Chiara Amaru’.

(Foto: il Torinese)

Mara Martellotta

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