redazione il torinese

La prima sconfitta di Erdogan

FOCUS INTERNAZIONALE  di Filippo Re
Anche il sultano della Mezzaluna può essere sconfitto. La crisi economica lo ha battuto nelle due principali città turche, Ankara e Istanbul. Nessun contraccolpo a livello nazionale ma nelle elezioni ammnistrative il super presidente è uscito ridimensionato e il suo strapotere incrinato
Potrà rifarsi prima o poi ma si tratta comunque di una pesante sconfitta dopo una lunga serie di vittorie e trionfi elettorali dal 2002 in avanti. Se la coalizione del presidente Erdogan, costituita dal suo partito, l’Akp (Partito islamico della giustizia e dello sviluppo, di ispirazione religiosa) e dagli ultra nazionalisti del Mhp, ha superato il 52% e l’Akp si è confermato primo partito della Turchia con il 45% dei consensi, la disfatta nella capitale e nella metropoli sul Bosforo è un segnale preoccupante per l’uomo forte di Ankara. Sul risultato della tornata elettorale (affluenza 84%) pesa come un macigno la crisi economica che ha visto calare vistosamente la crescita impetuosa del colosso anatolico e aumentare in modo drastico i prezzi dei generi alimentari. La vittoria dell’opposizione ad Ankara, dove l’Akp governativo non perdeva da 25 anni, e a Istanbul, cuore economico e commerciale della Turchia, dove Erdogan è nato, è stato sindaco e ha iniziato la sua inarrestabile ascesa politica, è una svolta storica. Una battuta d’arresto significativa originata dai timori della popolazione per i pessimi dati economici, un segnale preciso dei turchi al loro comandante in capo. Anche Izmir (Smirne), terza città e bastione laico, rimane saldamente nelle mani dell’opposizione del partito repubblicano Chp.
Festeggiano anche i curdi che hanno concentrato la campagna elettorale nelle regioni sud-orientali e si riprendono molte città, compresa Diyarbakir, il loro centro più importante. Buona l’affermazione del repubblicano Chp, secondo partito, sopra il 30% contro il 22% delle politiche dello scorso anno, che insieme agli alleati del partito Buono di centro-destra e gli islamici del Saader Partisi si avvicina al 40%. Perdere il controllo della sua amata Istanbul è stato un duro colpo per il capo dello Stato. Schierando come candidato il suo fedele ex premier Binali Yildirim, Erdogan pensava di avere la vittoria in pugno sull’uomo dell’opposizione Ekrem Imamoglu che ora, per 25.000 voti in più, è il nuovo sindaco della capitale economica. Il presidente annuncia ricorsi ma è una smacco che brucia, doloroso anche negli affetti personali. L’opposizione si è presa anche Adana, Antalya e Mersin togliendole al partito di governo Akp che mantiene il controllo politico nelle città anatoliche più conservatrici e religiose. Nessuno per ora sembra in grado di mandarlo a casa, ma l’esito della consultazione del 31 marzo costringerà Erdogan a fare più di due semplici conti e rivedere i cardini della sua politica economica che sta mettendo in crisi larghe fasce della popolazione. Dalle prime elezioni legislative del 2002 in poi Erdogan ha vinto tutte le consultazioni elettorali fino al successo nelle elezioni parlamentari e presidenziali dello scorso anno. Questa volta puntava tutto sulla sicurezza interna, sulla lotta al terrorismo curdo e jihadista, sul nazionalismo e sulla rinascita islamica per nascondere i guai economici. Non ce l’ha fatta, perdendo nelle grandi città. Dalle urne è uscita una forza politica indebolita e una leadership non più imbattibile. Gli indici economici parlano di crescita zero e l’inflazione ruota intorno al 20% con un’alta disoccupazione. È il rallentamento dell’economia a preoccupare i turchi e a non far dormire sonni tranquilli al presidente Erdogan. Il 2018 si è chiuso con un incremento del 2,6% contro il 7,5% del 2017. La Turchia è in recessione per la prima volta in dieci anni, con un deciso calo dei consumi e il crollo della lira turca che nel 2018 si è svalutata del 30% sul dollaro e dall’inizio dell’anno ha perso il 3%. Gli esperti prevedono che la recessione continui almeno fino alla metà dell’anno oltre alla possibilità di una nuova svalutazione della lira. La strada verso la ripresa dell’economia si presenta zeppa di ostacoli anche per la fuga di capitali esteri e la riduzione degli investimenti. Non si guarda con ottimismo al futuro. Molti turchi se ne vanno dalla Turchia non solo per la deriva autoritaria o per la crescente islamizzazione del Paese ma anche per la crisi economica e il caro vita. L’anno scorso almeno 110.000 persone hanno lasciato il Paese della Mezzaluna contro le 70.000 del 2017. Si tratta di oppositori nel mirino dei servizi segreti, attivisti dei diritti umani, seguaci del predicatore Gulen, in esilio volontario negli Stati Uniti, insegnanti ma anche tanta gente benestante che preferisce emigrare all’estero per trovare sicurezza e lavoro. A nulla è servita la promessa di Erdogan di trasformare Santa Sofia in moschea facendo leva sulla storia e sul sentimento religioso per recuperare i voti dei musulmani. I turchi non l’hanno seguito. Anche nel possesso di Santa Sofia (Aya Sofia in turco) e l’impazienza di riaprirla come moschea, c’è in Erdogan un richiamo alla storia ottomana che va oltre la provocazione, la propaganda ideologica e il tentativo di guadagnare più consensi alle elezioni. “Non diremo più Museo di Santa Sofia, ma Moschea di Santa Sofia” ha annunciato il presidente in diretta televisiva. Il sultano ama Santa Sofia esattamente quanto Maometto II era ossessionato dal desiderio di conquistare Costantinopoli ed entrare nella splendida Divina Sapienza poco più di 500 anni fa. Erdogan, che rispolvera le glorie del passato imperiale e vuole ispirarsi ai grandi sultani ottomani, promette già da anni di restituire Santa Sofia al culto islamico che attualmente è museo dal lontano 1935. Calato il sipario sulle amministrative, Erdogan deve affrontare le sfide interne che lo attendono se non vuole perdere il sostegno del suo elettorato. In primis, risollevare l’economia e mettere fine alla repressione degli oppositori dopo il fallito golpe del 15 luglio 2016 che colloca la Turchia al 157° posto su 180 Stati per la libertà di stampa. Le prossime elezioni si terranno nel 2023. Erdogan non potrà mancare all’anniversario del centenario della Repubblica turca.

 dal settimanale “La Voce e il Tempo”


 

Una nuova area giochi per bambini

Sabato 13 aprile alle ore 9.30 viene inaugurata una nuova area giochi per bambinidai 6 ai 12 anni, collocata in piazza Italia accanto alla zona destinata al mercato; l’opera comprende un castello con scivolo e altalena, la pavimentazione colorata in materiale antitrauma, panchine con tettoie ombreggianti e una fontanella d’acqua. «Quest’opera – sottolinea l’assessore ai Lavori pubblici del Comune di Volpiano Andrea Cisotto – s’inserisce nell’ambito della programmazione sulle aree per il tempo libero, come il campo da basket, la copertura della piastra del Palazzetto dello sport e l’area picnic e sportiva di via Monviso». Commenta il sindaco Emanuele De Zuanne: «Nel 2015 pubblicammo la cartina delle aree verdi e sportive del paese; oggi quella fotografia è cambiata, grazie ai tanti interventi realizzati, tra i quali appunto questa nuova area giochi, collocata su un’area che all’epoca neppure esisteva, ovvero piazza Italia, a testimonianza delle trasformazioni avvenute in questi anni».

Il Piemonte a Vinitaly con 600 produttori

Il Piemonte vitivinicolo è presente alla 53° edizione del Vinitaly, dal 7 al 10 aprile a Verona, la più importante fiera internazionale del settore, con la partecipazione di oltre 600 espositori piemontesi che occupano l’intero Padiglione 10 della fiera. Lunedì visita del presidente della regione Sergio Chiamparino. Sono in gran parte piccole e medie aziende, alle quali si aggiungono una ventina di Cantine cooperative, Consorzi di tutela, Associazioni di produttori, organizzazioni economiche e professionali dei produttori, e numerosi enti e istituzioni a rappresentare il territorio regionale. Una partecipazione, quella piemontese, forte e unitaria che si rinnova fin dalle prime edizioni dando continuità al rapporto di collaborazione tra le istituzioni piemontesi e le rappresentanze dei produttori. Al Vinitaly il progetto si esplicita nella collaborazione tra Regione Piemonte, Piemonte Land of Perfection e Unioncamere Piemonte, per organizzare la presenza di circa 200 produttori in un’area espositiva collettiva, dove si promuove l’immagine coordinata del sistema Piemonte.

www.regione.piemonte.it

Pensavano che la zia anziana fosse ricca. Le mandano a casa rapinatori che la prendono a pugni

DALLA SICILIA Credevano  che l’80enne zia tenesse in casa  a Catania somme di denaro e gioielli. Così  avrebbero fatto da basisti a tre rapinatori che fingendosi fattorini, si sono recati dalla donna, l’hanno  picchiata con calci e pugni e infine legata con del nastro adesivo e imbavagliata con uno straccio. Tre fratelli di 47, 55 e 57 anni sono ora agli  arresti domiciliari . Le indagini della squadra mobile della Questura hanno permesso di fare luce sulla violenta rapina consumata nell’agosto del 2017. Bottino un bracciale in oro da 350 euro.

Giorgia e il tributo della PFM a De Andrè

Gli appuntamenti musicali della settimana
Lunedì. All’Hiroshima Mon Amour canta Arisa. Al Concordia di Venaria si esibiscono i Coma_Cose. Alle OGR suonano i Tre Allegri Ragazzi Morti.
Martedì. Al Blah Blah suona il quartetto Guitar Gangsters. All’ auditorium del Lingotto canta Elisa.
Mercoledì. Al Blah Blah si esibisce Vera Sola. Al Teatro Colosseo la PFM rende omaggio a Fabrizio De Andrè. Al Pala Alpitour arriva Giorgia. Al Jazz Club si esibisce il trio della batterista Laura Klain. Al Concordia è di scena Enrico Nigiotti.
Giovedì. Al Folk Club suona Egberto Gismonti. Al Blah Blah blues con il chitarrista Steve Hill. Al Concordia si esibiscono i Pinguini Tattici Nucleari. Al Milk suona il sassofonista siciliano Francesco Cafiso , mentre al Jazz Club sono di scena Eduardo Taufic e Gledison Zabote. Allo Spazio 211 si esibisce Giuda.
Venerdì. Al Circolo della Musica di Rivoli suona il pianista Lubomyr Melnyk affiancato da Attilio Novellino. Al Blah Blah si esibiscono i Neon. Allo Spazio 211 è di scena Howe Gelb. All’Hiroshima suonano i Punkreas mentre all’OffTopic si esibisce Francesco De Leo.
Sabato. Al Blah Blah suonano i Franti. Al Circolo della Musica di Rivoli è di scena Cristiano Godano. Al Concordia si esibisce il rapper pugliese MadMan.
 

Pier Luigi Fuggetta

 

Juve-Milan: nel finale i bianconeri agguantano la vittoria con Kean

Non importa la classifica: è e sempre sarà Juventus-Milan una delle sfide più affascinanti del nostro calcio: tanti i trofei in campo, tanta la storia di entrambe le squadre, tanti i campioni di ieri e di oggi a fare di questa gara un classico imperdibile

Ieri sera allo Stadium la partita è stata piacevole ed equilibrata: meglio il Milan nel primo tempo, che passa in vantaggio con Piatek, più incisiva la Juve nel secondo – grazie ai cambi, decisamente azzeccati -, che pareggia su rigore e nel finale agguanta la vittoria con l’ormai inarrestabile Kean.
In vista dell’imminente trasferta contro l’Ajax, la Juve parte un po’ rimaneggiata: difesa a tre con De Sciglio-Bonucci-Rugani, centrocampo a 5 ma senza Pjanic e Cancelo, Bernardeschi mezz’ala e davanti Dybala e Mandzukic. Gattuso invece opta per il 4-3-3, scelta che permette al Milan di giocare tranquillo e con sicurezza, tanto che sin dal primo minuto Suso può volare sulla sinistra e crossare in area per Piatek, che di testa manda di poco a lato. La Juve risponde con buone azioni propositive sulla sinistra di Bernardeschi e Spinazzola; ottima idea di Emre Can al 10′ , un bel lancio lungo sulla destra per De Sciglio, che però non aggancia a dovere. Al 25′ purtroppo Emre Can è costretto ad uscire dopo aver subito il secondo fallo, entra Khedira e il modulo diventa un 4-4-2 con Khedira e Bentancur in mezzo, ma il gioco della Juve ne risente e diventa sempre più vischioso a centrocampo, dove pesa anche l’assenza di Pjanic; cerca di spingere di più sulle fasce, ma concede molto al Milan, soprattutto a sinistra (rispetto a Szczesny). Il Milan continua a spingere, ed al 33′ l’episodio contestato: Alex Sandro in caduta tocca con il gomito un pallone crossato in area da Calhanoglu, ma dopo aver visto l’azione al VAR l’arbitro concede solo calcio d’angolo: la posizione del braccio è stata ritenuta consona perchè tende ad andare indietro, e non verso la palla o verso l’alto. Il buon momento del Milan si concretizza al 39′, quando Bonucci e Bentancur pasticciano e non riescono a leggere l’ottimo passaggio di Bakayoko a Piatek, che segna così il gol dell’1-0. Sul finale del primo tempo, si rivedono i bianconeri: sugli sviluppi di una punizione per fallo su Dybala, al 46′ Mandzukic inventa una splendida semirovesciata che impegna Reina in una gran parata, e poco dopo ancora il portiere del Milan respinge un bel tiro al volo della Joya. Le squadre vanno negli spogliatoi sull’1-0 per i rossoneri e sicuramente qualche riflessione da fare per la Juve, che dall’uscita di Emre Can si è trovata in serie difficoltà, con soli due tiri in porta in tutto il primo tempo. La ripresa inizia senza cambi, il Milan entra galvanizzato dal vantaggio e cerca di chiudere il match con il solito Piatek, la cui conclusione è però ben parata dall’attento Szczesny; dopo pochi minuti, ancora il portiere bianconero è chiamato in causa da un colpo di testa su punizione per il Milan dalla tre quarti, concessa per fallo di Rugani su Piatek. La Juve però non demorde, capisce che bisogna cambiar passo e lo fa con Dybala, che su lancio di Bonucci viene atterrato in area da Musacchio e poi trasforma il rigore concesso da Fabbri. Pareggiati i conti, Allegri prova a vincerla: al 16’st toglie Spinazzola per Pjanic, per dare (finalmente) maggior fluidità alla manovra, e poco dopo fa entrare Kean per Dybala; il doppio cambio giova decisamente alla Juve, che inizia a macinare gioco e creare occasioni pericolose, anche grazie allo spostamento in avanti di Bernardeschi, molto più attivo rispetto al primo tempo. Sugli sviluppi di un calcio d’angolo Kean la gira in rete, ma il gol viene annullato per un precedente fallo di Bonucci; a questo punto la Juve capisce che il momento è buono e si riversa nella metà campo avversaria, creando lo scompiglio nella difesa rossonera, con Bernardeschi e Kean che si trovano alla grande. Al 39′ st arriva il 2-1 per la Juve: sale in cattedra Pjanic, arpiona una palla sulla tre quarti e la passa a Kean in area, che non aspetta altro e batte Reina con un gran destro; esulta lo Stadium, si abbracciano Nedved e Andrea Agnelli in tribuna, ad Asti hanno trovato il bomber del presente e del futuro.
 

Rugiada Gambaudo

 
 

Zingaretti per Chiamparino

Il segretario dem Nicola Zingaretti ha aperto ieri  la campagna elettorale del Partito Democratico, in Piemonte  vista dell’elezioni regionali. Il segretario ha incontrato i militanti  al Cortile del Maglio, con il segretario del Pd del Piemonte Paolo Furia e il presidente della Regione e candidato per il centrosinistra Sergio Chiamparino. Nella sede dei Moderati ha incontrato il senatore Giacomo Portas.

 
 

Forum Nazionale dell’Economia Circolare

Si è tenuto a Napoli il 2° Forum Nazionale sull’Economia Circolare dal titolo I trend dell’Innovazione: due giornate intense nelle quali è stato fatto il punto sulle principali tendenze che stanno tratteggiando progressi e incertezze relativamente all’affermazione dei modelli di economia circolare nel nostro Paese. Il Forum, promosso da Edizioni Ambiente e dalla rivista Materia Rinnovabile, in collaborazione con l’Assessorato all’Ambiente del Comune di Napoli, ha riunito nelcapoluogo partenopeo alcuni tra i principali esperti del settore, rappresentanti di grandi aziende che hanno raccontato in che modo stanno orientando le loro attività verso una maggiore sostenibilità ambientale e giovani start up alle prese con importanti progetti di rigenerazione urbana.  “L’Italia può vantare tante esperienze di eccellenza di economia circolare, molto più importanti di quelle dei Paesi del Nord Europa – ha affermato il presidente di Legambiente Stefano Ciafani -. Per replicarle però su tutto il territorio nazionale e in tutti i settori del ciclo dei rifiuti è fondamentale rimuovere gli ostacoli non tecnologici ancora oggi presenti nel nostro Paese. Serve semplificare la normativa sul riciclo dei rifiuti, realizzare tanti impianti innovativi e creare un mercato per i prodotti riciclati. Solo così supereremo definitivamente la stagione dell’emergenze e delle discariche che ha caratterizzato negli ultimi decenni la storia del nostro Paese” L’evento ha vantato anche l’autorevole presenza di Walter R. Stahel, che ha presentato il suo ultimo libro L’Economia Circolare per Tutti. “L’economia circolare affonda le proprie radici in un passato dove era la necessità e le esigue possibilità economiche a costringere gli individui a ricorrere a sistemi di riuso e riciclo dei beni che venivano utilizzati quotidianamente – ha osservato Stahel -. La sfida che la ricerca tecnologica e industriale è chiamata ad affrontare oggi è quella di sviluppare materiali che vengono prodotti con la prospettiva del successivo riutilizzo, quindi elaborati, all’origine, ispirandosi ai principi del riciclaggio. In una prospettiva di mantenimento in vita dei prodotti attraverso l’aggiornamento e la manutenzione, le aziende sono chiamate a non disfarsi dei lavoratori che detengono le conoscenze, legate alle tecnologie più datate, capaci di intervenire sugli oggetti, competenze che difficilmente le aziende potranno trovare nei giovani appena usciti dai percorsi di formazione”. “Napoli è esemplare secondo noi, l’abbiamo scelta per questo – ha commentato il presidente di Edizioni Ambiente, Roberto Coizet– si tratta di una città che viene vissuta come un luogo che non riesce a risolvere la propria economia, la propria collettività la propria vita urbana. Cosa non vera, Napoli sta funzionando molto meglio di Roma, facendolo su un tessuto sociale più difficile, più articolato e più misto”. Nel capoluogo campano sono intervenuti anche la senatrice Paola Nugnez e l’ex Ministro per le Politiche Ambientali Alfonso Pecoraro Scanio, mentre il Ministro dell’Ambiente Sergio Costa ha salutato tutti i partecipanti attraverso un video-intervento.

Margherita per Airc: un fiore per la ricerca

AICG sostiene AIRC e la ricerca sul cancro con la margherita solidale italiana 100%

Dall’8 marzo al 25 aprile torna la «MARGHERITA per AIRC».

Per il sesto anno consecutivo AICG (Associazione Italiana Centri Giardinaggio) e i suoi associati, da sempre sensibili alle tematiche sociali e alle iniziative benefiche, rinnovano il sostegno alla ricerca sul cancro di AIRC.

E lo fanno ancora una volta scegliendo la margherita, fiore della purezza per eccellenza e prodotto made in Italy al 100%.

In provincia di Torino partecipano all’iniziativa Peraga di Mercenasco Torino e Viridea con i garden di Settimo Torinese e Collegno.

 

In Piemonte partecipano anche Miretti giardini di Busca in provincia di Cuneo, Hortilus garden di Ivrea e Fasoli piante di Novara, Azienda Floricola Donetti di Romagnano Sesia e Az. Agr. F.lli Zanet di Prato Sesia  in provincia di Novara.

 

RISULTATI 2018

Lo scorso anno la “MARGHERITA per AIRC” è stata presente in più di 70 centri di giardinaggio AICG e nesono stati venduti 27mila esemplari, grazie ai quali sono stati raccolti più di 30.000 euroFondi che hanno consentito di finanziare la terza e ultima annualità di una borsa di studio assegnata alla dottoressa Olga Tanaskovic (Istituto Europeo di Oncologia), impegnata in un progetto di ricerca sui meccanismi biologici alla base della leucemia.

MADE IN ITALY

La «MARGHERITA per AIRC», l’eccellenza interamente italiana – proviene dalla Riviera Ligure, in particolare dalla piana di Albenga, dove ogni anno ne vengono prodotti circa 10 milioni di vasi e garantita da FDAI – Filiera Agricola Italiana Spa, sarà contrassegnata da un’etichetta firmata FDAI e AICG. Si conferma quindi la grande attenzione di AICG per la produzione italiana e il made in Italy.

Ogni pianta di Margherita recherà un’etichetta “parlante” con QR code, grazie al quale sarà possibile accedere a una serie di contenuti speciali: testi, video e immagini per scoprire più nel dettaglio il progetto, le caratteristiche e le informazioni sulla coltura e sulla manutenzione della margherita, oltre alle informazioni su Aicg, Airc e il progetto di ricerca finanziato in questi anni.

 

TESTIMONIAL

La Margherita solidale avrà anche quest’anno il supporto di un’altra Margherita: la campionessa mondiale di scherma Margherita Granbassi, da anni al fianco di AIRC nella doppia veste di ambasciatrice e volontaria.

COME E DOVE

Saranno anche quest’anno più di 70 i centri giardinaggio associati ad AICG (l’elenco completo è sul sito www.aicg.itdove si potranno acquistare le piante di MARGHERITA solidale al prezzo di 4.50 euro: per ogni margherita venduta, 1.50 euro sarà devoluto ad AIRC per sostenere una nuova borsa di studio istituita grazie all’impegno di AICG.

Per informazioni:

AICG Associazione Italiana Centri Giardinaggio

www.aicg.it – segreteria@aicg.it – Tel. +39.031.301037

 

Michelangelo. Disegni da Casa Buonarroti

In mostra alla Pinacoteca “Giovanni e Marella Agnelli” al Lingotto di Torino una selezionata serie di disegni autografi del grande Maestro rinascimentale
 
Pittore, scultore, architetto e pure prolifico poeta, anche se le sue “Rime”, pubblicate postume nel 1623, risultano essere oggi quasi del tutto sconosciute; autentico “gigante” del nostro Rinascimento, padre del “manierismo”, artista dai mille volti e di straordinaria genialità, ma tanto geniale quanto irrequieto e tormentato, non ebbe di certo carattere facile Michelangelo Buonarroti (Caprese, 1475 – Roma, 1564). E bene lo sperimentò, fra i primi, lo stesso Domenico Ghirlandaio, nella cui bottega fiorentina si formò il tredicenne Michelangelo (secondogenito del podestà al Castello di Chiusi e di Caprese, Ludovico Buonarroti) che con il maestro, si dice, non ebbe mai un particolare feeling. Tutt’altro. Così ansiosamente esigente con sé stesso e profondamente ossessionato per tutta la sua lunga vita dal “vangelo” della perfezione, poco prima di morire arrivò addirittura a bruciare, sua sponte, molti suoi disegni, schizzi e cartoni, affinché – come scrive il Vasari – “nessuno vedessi le fatiche durate da lui, et i modi di tentare l’ingegno suo, per non apparire se non perfetto”. Bruciare, annullare ogni minimo segno di esitazione o di grafica incertezza, per non abiurare i vincoli della perfetta perfezione: il gesto (che il Maestro non avrà sicuramente compiuto a cuor leggero), insieme alla vendita di altre opere, da parte degli eredi, a collezionisti e a Musei, ha fatto sì che al momento nella Casa Buonarroti (oggi sede della Fondazione istituita dai discendenti dell’artista nel Palazzo di via Ghibellina 70 a Firenze, dove lo stesso Michelangelo soggiornò per diciotto anni e dove si stabilirono i suoi nipoti, Leonardo e Michelangelo il Giovane) di disegni ne siano rimasti circa 200.
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Di questi, che pure rappresentano la più grande collezione al mondo di opere grafiche di Michelangelo, un raccolto e meditato nucleo selezionato da Alessandro Cecchi, direttore di Casa Buonarroti, compongono la mostra ospitata, fino al prossimo 21 luglio, negli spazi della Pinacoteca progettata al Lingotto da Renzo Piano e che, sotto la direzione di Marcella Pralormo, offrono in esposizione permanente venticinque capolavori appartenuti a Giovanni e a Marella Agnelli. Ideata nell’ambito delle celebrazioni per i 500 anni dalla morte di Leonardo, la rassegna “rappresenta –sottolinea Ginevra Elkann, presidente della Pinacoteca – un’occasione unica per i torinesi e per quanti verranno in questi mesi a Torino, poiché i disegni della collezione michelangiolesca vengono esposti a rotazione solo per brevi periodi all’interno della Casa Buonarroti, oppure in prestito presso musei e istituzioni internazionali”. In esposizione, troviamo disegni autografi, con studi per gli affreschi (commissionati a Michelangelo nel 1508 da Papa Giulio II) della volta della Cappella Sistina, quello per l’“Adamo della cacciata dal Paradiso” e un particolare degli “Ignudi”. Accanto, quattro splendidi lavori grafici preparatori per la Facciata di San Lorenzo e per il vestibolo della Biblioteca Laurenziana. Architettura e anatomia: organismo unico nella concezione michelangiolesca, in cui il tema della corporeità doverosamente si intreccia con quello del progetto architettonico. Sotto il vincolo di quella minuta perfezione anatomica che troviamo ad esempio in alcuni eccezionali “Studi di gambe” o nello “Schizzo parziale di nudo virile” accompagnato da scritte autografe, tracce letterarie di ipotesi, riflessioni, dubbi, progetti, forse incertezze superate dalla granitica, esemplare superbia del segno a penna e dall’accenno cromatico dell’inchiostro marrone. A chiudere la mostra, c’è anche un piccolo, di anatomico prodigio, “torso virile” in terracotta bianca, probabile copia cinquecentesca di un modello michelangiolesco andato perduto nel tempo. A corollario, un ricco calendario di incontri, visite guidate e attività didattiche.

Gianni Milani

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“Michelangelo. Disegni da Casa Buonarroti”
Pinacoteca Giovanni e Marella Agnelli, via Nizza 230/103, Lingotto di Torino; tel. 011/0062713 o www.pinacoteca-agnelli.it
Fino al 21 luglio
Orari: dal mart. alla dom. 10/19
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Nelle foto

– Michelangelo: “Schizzo parziale di nudo virile e scritte autografe”, penna e inchiostro marrone
– Michelangelo: “Studi di gambe”, penna e inchiostro marrone
– Michelangelo: “Studi per la Porta d’ingresso al vestibolo della Biblioteca Laurenziana”, matita nera, penna e acquerellature marroni
– Artista fiorentino del XVI secolo, da Michelangelo (?): “Modello di torso virile”, terracotta bianca