redazione il torinese

Sequestrati 15 cuccioli di cane: traffico di animali?

cani-fotoGli agenti ritengono che si tratti di un allevamento abusivo

Sono 15  i cuccioli di carlino sono  sequestrati dalla polizia municipale di Carmagnola, in una cascina. Gli agenti ritengono che si tratti di un allevamento abusivo. I cani, infatti, erano ancora troppo piccoli perché potessero essere allontanati dalle loro mamme. all’interno dell’edificio, di proprietà di un autotrasportatore italiano, sono stati trovati anche cinque cani adulti e tre maialini tenuti in condizioni igieniche precarie. L’uomo è stato così indagato per traffico internazionale di animali e maltrattamenti. I quadrupedi adulti sono stati trasferiti in altre strutture, ma i cuccioli, che comunque erano ben tenuti anche se sprovvisti di microchip, sono rimasti a lui con l’obbligo che se ne prenda cura adeguatamente.

Torna la "Tutta Dritta", 10 km che "fanno bene"

Domenica 10 aprile 2016 torna Tutta Dritta, la corsa di 10 chilometri, completamente in rettilineo, organizzata da Team Marathon

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Una gara adatta a tutti, unica nel suo genere, per il suo percorso piatto e lineare che parte dal salotto di Torino, Piazza San Carlo, per arrivare alla splendida Palazzina di Caccia di Stupinigi. La competizione, certificata a livello internazionale, permette ad atleti di esperienza e semplici amatori performance importanti, grazie alla grande scorrevolezza che la caratterizza. Tutta Dritta è, per il decimo anno, Campionato Italiano delle Palestre: un’occasione per i tanti frequentatori dei centri sportivi di riscoprire l’attività all’aria aperta.”Correre fa bene a te e agli altri” questo lo slogan scelto da Team Marathon per presentare un’importante iniziativa: per ogni pettorale acquistato sarà devoluto 1€ all’Associazione “ Quelli che… con Luca ” onlus che si sta impegnando a favore del progetto di “ Terapia Molecolare ” , una sfida italiana nell’approfondire e sviluppare una nuova forma di terapia contro la leucemia infantile. D a segnalare, all’interno del “Tutta Dritta Village”, la presenza l’8 e il 9 aprile di FAB – Fondo Assistenza e Benessere , che effettuerà visite gratuite di prevenzione medica con il suo “Camper per la Salute”. Sport, benessere, divertimento e solidarietà: questi gli ingredienti dell’edizione 2016. Correre fa bene al corpo alla mente, come dimostrano le migliaia di appassionati che ogni giorno affollano i parchi cittadini. Tutta Dritta vuole promuovere questa buona pratica con una giornata all’insegna dell’attività sportiva e dello stare insieme, aiutando anche chi non può parteciparvi attivamente.

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Il percorso

Partenza alle ore 10 in Piazza San Carlo. La gara si snoda in via Roma fino a ad arrivare in piazza Carlo Felice. Dopo aver attraversato corso Vittorio Emanuele II prosegue in via Sacchi, corso Turati, Corso Unione Sovietica fino a raggiungere Viale Torino nel comune di Nichelino, ultimo tratto fino all’arrivo alla Palazzina di Caccia di Stupinigi. All’interno della residenza sabauda si svolgeranno le premiazioni alle 12.30.

Rubare l’erba, omaggio alle radici contadine

Molti nuclei, oggi disabitati, offrono ancora esempi notevoli di quell’ architettura alpina riconoscibile nei tetti in paglia di segale. Roaschia è stata a lungo la patria di generazioni di famosi pastori transumanti, costretti a spostarsi continuamente dal monte al piano

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Marco Aime, antropologo e scrittore, con “Rubare l’erba” – piccolo, prezioso saggio –  ha reso omaggio alle sue radici, a quella civiltà contadina cuneese che ha sempre saputo ascoltare il respiro della terra e delle stagioni. La sua famiglia, infatti, è di Roaschia, piccolo paese situato nel fondovalle dell’omonimo vallone laterale alla destra del torrente Gesso, a 820 metri sul livello del mare, in mezzo a montagne costellate di frazioni (i roaschini si distribuivano nel passato in ben 52 frazioni intorno al paese). Un paese, con le sue viuzze strette e i cortili aperti , eccezionale per il fresco d’estate ma temibile per il freddo d’inverno. La popolazione, per tradizione, si era sempre divisa in due tra pastori (gratta) e stanziali (üvernenc). In una valle povera , stretta, scarsamente illuminata dal ERBA5sole, terra di pastori e contadini, Roaschia aveva nel 1911 duemila abitanti mentre  oggi ne conta si e no centocinquanta, la maggior parte di essi ha superato i settant’anni. Molti nuclei, oggi disabitati, offrono ancora esempi notevoli di quell’ architettura alpina riconoscibile nei tetti in paglia di segale. Roaschia è stata a lungo la patria di generazioni di famosi pastori transumanti, costretti a spostarsi continuamente dal monte al piano in cerca di quei pascoli che in paese non bastavano mai, dove l’agricoltura si poteva praticare soltanto a livelli di sussistenza e da dove – per sopravvivere – bisognava necessariamente imboccare le strade e le vie del mondo. E così c’erano i “cavié” (commercianti di capelli)e gli “anciuè” (i venditori di acciughe), i quali entrambi a piedi o con un carrettino se ne andavano in giro, spingendosi verso la pianura o a volte sino al mare, comprando e rivendendo. Ma soprattutto c’erano i pastori di pecore e transumanti, ed è a loro che Marco Aime, che ha trascorso in questo paese a venti chilometri da Cuneo lunghi periodi della sua infanzia e della sua adolescenza, dedica questo libro. Il paese, i suoi abitanti e gli alpeggi sono parte della sua storia. Quindi, non solo perché di mestiere fa l’antropologo, in questo libro racconta con una partecipazione diretta, intensa e dal sapore antico di questa terra e della sua gente, dei pastori e della transumanza, un rito ormai del tutto scomparso, gente migrante, a volte costretta a “rubare l’erba” per dar da mangiare alle pecore, che si sposava, lavorava, partoriva e moriva in viaggio, senza un tetto sopra la testa. “Partivano. La gente di queste parti è sempre partita“. Così, i  ricordi di Toni e Margherita, un anziano pastore e sua moglie, fanno rivivere la loro storia nel contesto del  Piemonte rurale di oltre mezzo secolo fa. Pastori, acciugai, venditori di capelli, uomini perennemente in viaggio: Marco Aime si chiede se abbia senso parlare di “radici“, quando esistono “terre dove vivere è un lusso che non ci si può concedere sempre“, quando si è costretti a fuggire dal proprio villaggio per scampare alla povertà, per sopravvivere. Eppure, dice “ continuiamo a pensare che il nomade, il randagio, il bastardo, sianoERBA3 l’eccezione, e che il sedentario sia la norma”. La vita del pastore, segnata dall’universale diffidenza che i sedentari covano per i migranti di ogni tempo e luogo, diventa l’emblema – e la guida – di tutte le nostre peregrinazioni: “È quello il suo sapere, uno dei saperi del pastore, che tu non sai: conoscere la strada, trovarla sempre“. Un libro che rivendica quasi il bisogno di essere letto, per conoscere una vita difficile fatta di silenzi e di solitudine, ma anche piena di scoperte e di conquiste. Quando Aime ci accompagna a Roaschia ( “il paese dai cinque cognomi e dai due mestieri: contadino e pastore”) lo fa per esercitare un diritto di conoscenza e un dovere di memoria. D’inverno, i contadini, restavano in paese mentre i pastori dovevano partire, caricando su un carro i pochi beni e mettendosi in strada, con tutta la famiglia. Poche cose, ad accompagnarli, sul carro: un baule, con gli abiti più belli, quelli “della festa” – perché sia per un matrimonio o in occasione di un funerale bisogna vestirsi con decoro -; il sacco con i vestiti di tutti i giorni, quello con le patate per nutrirsi, i materassi e un po’ di spazio per gli agnelli nati da poco e ancora incapaci di camminare. È così ogni anno, quando l’inverno si avvicinava, in viaggio verso le nebbie della pianura , sempre attenti ai proprietari che difendevano i beni attraversati dal gregge. “La vita era faticosa, se ci penso non mi sembra nemmeno vero che ho fatto quelle cose. Comunque l’abbiamo attraversata” afferma Toni, grattandosi la testa. “Attraversata, perché per Toni e Margherita e per tutti i pastori come loro – scrive l’antropologo Aime – la vita è come una terra, non ci si siede a guardarla, ad attendere che dia qualcosa. La si attraversa”.

Marco Travaglini

Librolandia blindata contro il terrorismo riceverà la visita di due premi Nobel

Il Salone, ha detto Milella, ” è un gioiello per Torino e l’Italia”

SALONE EXPO

salone 667Al Salone del Libro di Torino, che aprirà il 12 maggio, saranno ospiti due premi Nobel e il presidente emerito della Repubblica, Giorgio Napolitano. Sono le anticipazioni della presidente della Fondazione per il Libro, la Musica e la Cultura, Giovanna Milella. Dati e e contenuti della prossima edizione sono stati

salone 483 illustrati alla commissione Cultura di Palazzo Civico. Il Salone, ha detto Milella, ” è un gioiello per Torino e l’Italia” e ha ricordato il lavoro svolto dalla nuova gestione per mettere in sicurezza i conti, risparmiando  900 mila euro, oltre al recente ingresso nella Fondazione del Mibact e del Miur con  300 mila euro l’anno per tre anni da ciascun ministero. Visto il clima internazionale, il salone sarà – seppur con la massima discrezione – “blindato” contro possibili attentati terroristici. Grazie all’impegno delle forze dell’ordine, sarà preso come modello il sistema già adottato in occasione della visita di papa Francesco e dei concerti della star Madonna.

 

(Foto: il Torinese)

Delitto Rosboch: si aggrava la posizione della Rossignoli?

defilippi rosbochGli inquirenti sospettano che subito dopo il delitto, quando sentì al telefono Gabriele per più di dieci volte, abbia avuto un ruolo determinante

Interrogatorio in Procura a Ivrea per Caterina Abbattista, la madre di Gabriele Defilippi. Anche lei è in carcere per l’omicidio dell’ insegnante di Castellamonte, Gloria Rosboch. Con i tre indagati, Gabriele Defilippi, la madre e l’amico-amante del ragazzo,Roberto Obert, è iscritta nel registro degli indagati  Efisia Rossignoli, la donna che, su invito di Gabriele finse di essere direttrice di banca e chiamò al telefono la vittima per rassicurarla sui suoi risparmi. La posizione della donna già coinvolta nell’ambito dell’inchiesta per la truffa,potrebbe essersi aggravata. Gli inquirenti sospettano che subito dopo il delitto, quando sentì al telefono Gabriele per più di dieci volte, abbia avuto un ruolo determinante.Intanto sono stati assegnati gli incarichi per gli accertamenti irripetibili sul dna rinvenuto dai carabinieri del Ris sulla vettura di Roberto Obert.

E l'uomo incontrò il cane

duky cane“E l’uomo incontrò il cane” è la celebre opera dell’etologo Konrad Lorenz. Lo studioso, per primo, analizzò nel profondo il rapporto tra gli esseri umani e gli amici a quattro zampe. L’amore del cane (Duky Dog) per il proprio padrone (Enrico) è un amore ricambiato,  come traspare da questa bella fotografia inviata al “Torinese”.

REGOLAMENTO PUBBLICITÁ ELETTORALE 2016

CODICE AUTOREGOLAMENTAZIONE

PER LA PUBBLICITÁ ELETTORALE 2016

SUL QUOTIDIANO “IL TORINESE”

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Bauli-Bistefani, grandi manovre per salvare i lavoratori

Passi avanti per i trasferimenti ma acqua alta per la mobilità
Bistefani

Un passo avanti per i trasferimenti ma ancora acque alte per la mobilità. Questa è, in poche battute, la sintesi dell’incontro che si è svolto venerdì scorso ad Alessandria tra le organizzazioni sindacali da un lato, Cgil e Cisl e la rsu dello stabilimento di Villanova Monferrato e la proprietà Bauli. In realtà si è trattato di un appuntamento interlocutorio perché Stefano Zancan, amministratore delegato dell’impresa veneta CASALE1era impegnato all’estero. In un clima sostanzialmente tranquillo – come pure non si erano registrate tensioni in occasione del presidio dei lavoratori del giorno precedente davanti all’ex Bistefani – le parti hanno discusso ma la soluzione della vertenza è ancora lunga a venire, anche perché a fronte dell’offerta dell’azienda fatta ai dipendenti di andare a lavorare in provincia di Verona non paiono essere molte le adesioni, con resistenze soprattutto dei lavoratori più avanti negli anni o con situazioni familiari radicate nel Casalese. Il sindacato, dal canto suo, ha avanzato anche alcune richieste di incentivi che l’azienda dovrà vagliare. Nel complesso il dialogo rimane aperto anche se nessuna decisione è stata in realtà sinora presa. Ecasale giovedì, a partire dalle ore 14.30, in Comune a Casale c’è il tavolo istituzionale con i diversi attori istituzionali, a partire dai sindaci dei comuni interessati (l’occupazione riguarda anche alcuni centri della Provincia di Vercelli) a partire da Casale e Villanova, la Regione Piemonte, i parlamentari Cristina Bargero e Fabio Lavagno. E questa volta ci sarà anche la Provincia di Alessadria che, nel precedente incontro, non era stata invitata al tavolo. In una nota l’ente Provincia ha fatto conoscere che “sta verificando se esistano ancora reali possibilità di intesa con istituti bancari per l’anticipazione delle provvidenze a sostegno dei reddito, così come è avvenuto nel passato per alcune grandi crisi industriali e per garantire un reale aiuto alle famiglie in difficoltà”. Ma il tavolo istituzionale – finalizzato appunto a vedere se possano essere approntate soluzioni che consentano la prosecuzione dell’attività nello stabilimento, la cui chiusura sarebbe un ulteriore passo verso la desertificazione dell’industria nel Casalese – potrebbe avere una coda. “Stiamo valutando la possibilità – dice Marco Malpassi della Flai Cgil, che sta seguendo in prima persona l’evoluzione della vicenda ex Bistefani – di avere un incontro nella stessa giornata di giovedì, successivamente a quello del tavolo istituzionale, vista la presenza dell’amministratore delegato Zancan (in Confindustria ad Alessandria l’impresa era rappresentata dal responsabile delle Risorse umane) per poter entrare nel merito delle questioni”. Il sindacato ha già avuto una assemblea serale con i lavoratori – e non è stata la prima volta – venerdì, nel corso della quale è stato illustrato lo stato dell’arte della trattativa. Intanto Fabio Lavagno, che ha presentato sulla vicenda un’interrogazione al Governo, torna ad insistere per l’apertura di un tavolo nazionale che esplori la possibilità di evitare la chiusura dello stabilimento

Massimo Iaretti

 
 
 

Torino città digitale, al via l'agenda per i servizi in rete

 
europa torino castelloVerranno quindi definiti percorso e mezzi per arrivare a fornire, attraverso le tecnologie digitali, servizi di livello europeo anche nelle zone più decentrate del territorio metropolitano attraverso piattaforme condivise
 
 

E’ stata approvata dalla Giunta comunale, su proposta del Sindaco e degli Assessori Stefano Gallo e Gianguido Passoni, la delibera sul piano programmatico quinquennale per lo sviluppo dei servizi digitali della Città di Torino,  un importante passo per digitalizzazione della Pubblica Amministrazione. Il provvedimento è in linea con le direttive del Ministro della Pubblica Amministrazione, Marianna Madia, e si raccorda con le indicazione della Agenda Digitale italiana.

Infatti, in coerenza con le politiche europee, il Governo Italiano ha definito una propria strategia indirizzata alla diffusione su tutto il territorio nazionale della connettività in banda larga ed ultra larga ed ha avviato alcuni grandi progetti di digitalizzazione della Pubblica Amministrazione (la nuova anagrafe nazionale dei cittadini ANPR, la credenziale unica per accedere ai servizi digitali della P.A. SPID, l’infrastruttura per i pagamenti digitali Pago PA, la fatturazione elettronica ed il portale Italia Login). Inoltre, il tema dell’Agenda Digitale è da tempo oggetto di attenzione nelle politiche nazionali ed europee e costituisce uno degli obiettivi centrali della strategia Europa 2020 .

L’Agenda digitale della Città di Torino rappresenta il momento di avvio di un processo da condividere innanzitutto con la Città metropolitana per un utilizzo delle tecnologie digitali come piattaforma abilitante per lo sviluppo economico e sociale del territorio metropolitano.

La strategia programmatica è divisa in tre grandi blocchi:

Azioni infrastrutturali come il Sistema pubblico di connettività SPC, la razionalizzazione dei Data Center, la sicurezza digitale;

Piattaforme abilitanti nazionali come l’Anagrafe Nazionale unica, la fatturazione elettronica della P.A., la gestione più snella degli Open Data;

Programmi di accelerazione come il portale ItaliaLogin e le Smart cities.

Il punto di partenza di questa prima versione dell’Agenda digitale della Città è rappresentato dal Sistema Informativo e dai Servizi Digitali. Le caratteristiche del Sistema Informativo del capoluogo sono evidentemente differenti da quelle dei comuni in cui si articola il territorio torinese, nonché da quelle dei sistemi di altre Amministrazioni o Aziende di servizi: obiettivo prioritario sarà pertanto lo sviluppo di piattaforme utilizzabili per garantire la piena interoperabilità tra i sistemi e l’erogazione di servizi digitali a cittadini ed aziende secondo standard comuni.

Verranno quindi definiti percorso e mezzi per arrivare a fornire, attraverso le tecnologie digitali, servizi di livello europeo anche nelle zone più decentrate del territorio metropolitano attraverso piattaforme condivise e/o centri servizi per l’erogazione dei servizi facilmente accessibili, individuando risorse finanziarie come quelle stanziate nel PON Metro.

Come primo passo di un percorso, da condividere con gli altri soggetti pubblici e privati che operano sul territorio torinese,  l’Agenda parte dalla situazione tecnologica e funzionale del Sistema Informativo della Città di Torino, definendo il quadro degli investimenti quinquennali indispensabili per l’ammodernamento del sistema per l’attuazione di un “governo digitale” allineato agli standard europei. Torino, infine, è la prima Città in Italia che si crea un piano programmatico legato all’Agenda digitale.

www.comune.torino.it – foto: il Torinese

Libreria Belgravia, la scrittrice Maura Maffei presenta “La fragilità della farfalla”

maffei2Appuntamento venerdì 8 aprile, ore 21.00, presso la Libreria Belgravia di Torino, con la scrittrice Maura Maffei, che presenterà il suo romanzo “La fragilità della farfalla”. L’evento sarà moderato dalla professoressa e scrittrice Silvia Scaranari Introvigne

“La fragilità della farfalla” è il primo capitolo della trilogia storica “Dietro la tenda”, scritta a quattro mani da Maura Maffei e dal linguista irlandese, Rónán Ú. Ó Lorcáin. Ambientata interamente nel Connemara, splendida regione d’Irlanda, nel XVIII secolo, all’epoca delle Leggi Penali e dell’invasione inglese del Paese, la trilogia ripercorre le vicende di due famiglie irlandesi di antiche e nobili origini, legate da rapporti di amicizia e parentela che, col tempo, si sono trasformati in odio e rancore. In un crescente clima di terrore e soppressione, dato dalle dure leggi imposte dagli inglesi, che impedivano agli irlandesi dimaffei1 professare la religione cattolica e perfino di guadagnare dal proprio lavoro, un gruppo di esuli, vissuti a lungo in Austria, fa ritorno in patria. All’apparenza si tratta di falegnami che lavorano in una segheria sperduta tra i boschi; in realtà, sono sacerdoti e soldati, determinati a eludere i rigidi dettami inglesi e professare liberamente il cattolicesimo. I piani del gruppo, però, rischiano di andare in frantumi quando il capitano Bran si innamora della bella Labhaoise, la figlia del suo più acerrimo nemico. La trilogia “Dietro la tenda”, caratterizzata da un’attenta ricostruzione filologica della lingua irlandese dell’epoca, nasce dall’intenso lavoro di studio e ricerche, durato cinque anni, dei due autori: Maura Maffei, erborista, soprano lirico e presidente diocesano di Azione Cattolica Italiana, e Rónán Ú. Ó Lorcáin, linguista, traduttore e musicista irlandese, vissuto per tanti anni in Italia.