redazione il torinese

Appendino: “Importante la tempestività nella questione profughi”

appendino CITTAGORANei giorni scorsi gli agenti del Nucleo Nomadi della Polizia Municipale, insieme alla Polizia di Stato sono intervenuti nel Parco Stura, nei pressi di Corso Giulio Cesare, dove si erano insediati alcuni profughi di etnia pakistana.

L’operazione, coordinata dalla Prefettura, ha portato all’individuazione di ventisei profughi che sono stati trasferiti, a cura del personale della Croce Rossa Italiana, nel centro Fenoglio di Settimo Torinese, dove  sarà valutata la loro sistemazione in strutture adeguate.

“La tempestività è un fattore molto importante in questi casi, bisogna infatti evitare che situazioni emergenziali si strutturino e, crescendo col tempo, diventino di complessa soluzione.” Ha dichiarato la Sindaca di Torino, Chiara Appendino, che ha rilanciato: “Come amministratori pubblici abbiamo il dovere di dare risposte immediate, quando è possibile, ai cittadini. Vorrei ringraziare tutti coloro che hanno collaborato alla buona riuscita di questa operazione: la Polizia Municipale, la Polizia di Stato, la Circoscrizione, l’Amiat, che ha provveduto ad un immediato intervento di pulizia, e la Croce Rossa.”

“L’intervento si è svolto con l’ampia collaborazione degli occupanti dell’area – ha affermato Alberto Gregnanini, comandante della Polizia Municipale -. Ritengo positiva lo loro collocazione in un’adeguata struttura di accoglienza”.

“Siamo molto soddisfatti dell’operazione, per la celerità della stessa, per la grande professionalità con cui è avvenuta e per la grande collaborazione istituzionale tra tutti i soggetti in gioco” ha sottolineato Carlotta Salerno, presidente della Circoscrizione 6. “Le rive dello Stura e il cosiddetto ex Tossic Park meritano di essere vissuti a pieno dal territorio e dai cittadini – ha concluso Salerno – La pulizia dell’area e un attento monitoraggio in termini di sicurezza saranno fondamentali per evitare nuovi accampamenti.”

(foto: CittAgora)

La crisi non molla: Seat e metalmeccanici, 15 mila posti a rischio nei prossimi mesi

lavoro2Di questi tempi il sostegno al reddito e gli ammortizzatori sociali  sono certamente importanti, ma è necessario che le istituzioni, in primis Governo e Regione si attivino non solo per ‘tamponare’ ma soprattutto per creare nuovi posti di lavoro. Le situazioni difficili che, in Piemonte,  riguardano Seat da un lato e il comparto metalmeccanico dall’altro, sono segnali preoccupanti.

Per quanto riguarda Seat-Pagine Gialle l’azienda Italiaonline che l’ha assorbita ha comunicato un piano di riorganizzazione che prevede di eliminare 700 posti a livello nazionale: i dipendenti piemontesi sono circa 500 e di questi, più o meno la metà sarebbe a rischio. In base alle analisi di Fim Cisl sull’impiego della cassa integrazione riportate dai giornali,  15 mila lavoratori metalmeccanici rischierebbero il posto di lavoro da qui al 2017.

“Si tratta di due facce della stessa medaglia, – commenta la vicepresidente del Consiglio regionale del Piemonte, Daniela Ruffino – che riguardano una crisi generalizzata ben lontana dall’affievolirsi. Per questo è indispensabile che le istituzioni si attivino attraverso maggiore coordinamento tra loro. I provvedimenti “tampone” sono necessari, ma non bastano: serve una strategia politica per creare vera occupazione”.

(foto: il Torinese)

Ragazzo si impicca nella propria abitazione

carabinieri autoUn ragazzo albanese è stato trovato senza vita nella propria casa a Bra, nel Cuneese, dai carabinieri. I militari dell’Arma  non avevano escluso l”ipotesi di un omicidio, ma è stato poi  accertato che la vittima si è uccisa, impiccandosi con una corda. I genitori di L.B., regolare sul territorio italiano, che avevano suonato il campanello dell’abitazione senza ottenere risposta, avevano dato l’allarme.

(foto: archivio il Torinese)

Genitori dimenticano bimba di tre anni all’autogrill

autostrada tunnelUna bimba di tre anni è stata dimenticata dai genitori nell’autogrill del Turchino, sull’autostrada A26. Papà e mamma erano convinti che la piccola  fosse salita sull’auto di amici. La bambina piangeva, si trovava nel parcheggio e – dicono i poliziotti che l’hanno soccorsa – era tanto spaventata da non riuscire a parlare. E’ stato diramato l’allarme  regionale e nazionale e dopo un paio d’ore, arri i genitori, partiti da Milano e arrivati a Savona, hanno contattato il numero unico di emergenza. La piccola nel frattempo era stata tranquillizzata dagli agenti che le hanno anche regalato una bambola. La polizia stradale sta vagliando eventuali responsabilità

Quando i migranti cantano in piemontese

MONTAGNENon c’è soltanto la squadra interrazziale di rugby della società Le Tre Rose, nel Casalese,  a promuovere l’integrazione dei migranti richiedenti asilo attraverso una disciplina sportiva. La montagna piemontese sta sviluppando altri modelli virtuosi. Per limitare i numerosi interventi alla Città Metropolitana di Torino, nelle Valli di Lanzo, i migranti accolti in diversi Comuni (tra cui Lemie e Pessinetto) hanno formato un coro che rugby migranticanta in piemontese, due (fortissime) squadre di calcio, diverse attività che creano opportunità di lavoro e volontariato per le donne e gli uomini fuggiti dalle guerre e dalle miserie. In Canavese, a Castellamonte, Borgiallo, Montalenghe i migranti lavorano in accordo con i Comuni: modelli che si stanno estendendo e diventano esempi per altri centri. A Chiesanuova, dal 2001 arrivano stranieri di tutte le etnie e di tanti Paesi: da 15 anni si fa integrazione con il Comune in prima fila. In Val Chisone e in Val Pellice, dal 2011 a oggi, l’Area migranti della Diaconia Valdese ha promosso e realizzato numerosi progetti di accoglienza e supporto a richiedenti asilo e rifugiati.

Massimo Iaretti

Che meraviglia gli Zar alla Venaria

meraviglie_zar“Meraviglie degli Zar”, inaugurata venerdi’ 15 luglio alla Reggia di Venaria e che rimarrà aperta fino al 29 gennaio 2017, ripercorre lo splendore di uno dei complessi di palazzi e fontane più sontuosi d’Europa: grandi proiezioni, immagini e un centinaio di opere tra dipinti, abiti, porcellane, arazzi ed oggetti preziosi provenienti dalle sale auliche di Peterhof, rievocano una delle più importanti e prestigiose residenze dei Romanov, oggi meta principale del turismo culturale in Russia.

La mostra è stata curata da Elena Kalnitskaya in collaborazione con the Peterhof State Museum-Reserve di San Pietroburgo, la quale ha ringraziato tutti i collaboratori della Reggia di Venaria e, riferendosi all’atroce attentato di Nizza, ha ricordato che solo la cultura l’arte e la bellezza sono in grado di unire il mondo.

Il percorso di visita si apre con una presentazione di Peterhof e dei personaggi che lo abitarono, a cominciare dal grande arazzo di Pietro il Grande. Una selezione poi di opere ed oggetti, acquistati dai Romanov durante i loro viaggi in Europa negli spettacolari Gran Tour e di quelli invece commissionati dagli Zar agli artisti e artigiani russi, ricostruiscono in mostra lo sfarzo della corte russa ed i rapporti intercorsi nell’arco dei secoli tra i Romanov ed i Savoia. Sito in un grande parco sulle rive del Mar Baltico vicino a San Pietroburgo, il primo palazzo di Peterhof fu costruito da Pietro il Grande (da cui ha origine il nome), al quale si aggiunsero nel corso degli anni altri splendidi edifici e giardini voluti dai successivi sovrani russi, da Caterina la Grande fino a Nicola II. Peterhof è testimonianza del gusto dei sovrani che l’hanno abitata e riassume oggi i tratti più caratteristici della cultura russa: 430 ettari di parco, più di 150 fontane, 96 metri di canali, 135 costruzioni idriche, 33 musei ospitati ed oltre 4 milioni di visitatori l’anno. Sono questi alcuni numeri impressionanti di Peterhof, una delle più sfarzose residenze imperiali d’Europa e delle più note dimore estive dei Romanov, che racconterà fino al prossimo anno, il suo splendore alla Reggia di Venaria, grandioso complesso monumentale sabaudo alle porte di Torino, proclamato Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco e considerato uno dei simboli della magnificenza dell’architettura barocca europea molto ammirato in questi giorni da tutti i curatori della mostra giunti dalla Russia. L’ultimo incontro ufficiale tra i Romanov e i Savoia avvenne in Piemonte, nel Castello Reale di Racconigi nel luglio del 1909. La Prima Guerra Mondiale e la Rivoluzione d’Ottobre del 1917 chiuderanno definitivamente un’intera epoca storica.

 

Donatella Actis – www.regione.piemonte.it

Informazioni su www.lavenaria.it

Agosto, azienda mia non ti conosco

decarolis spiaggia

Digitalizzazione e ricerca del relax per il manager moderno

di Antonio DE CAROLIS *

parafrasando il vecchio detto popolare: d’agosto amore mio non ti conosco, probabilmente molti di noi ha detto almeno una volta: “Adesso basta, sono in vacanza, stacco il telefonino e lo riaccendo al mio rientro in azienda“.

Quest’affermazione, generata molto probabilmente dall’accumulo di stress nel corso dell’anno, ci ha fatto (secondo noi erroneamente…) pensare che ritornare al tempo in cui gli smartphone non esistevano, fosse la vera soluzione perché, sempre rifacendoci ai detti popolari “Togli il cane ed elimini la rabbia” per dire che per risolvere un problema, basta eliminare la causa.

Fino agli anni novanta, infatti, le attività “di tutti i giorni” venivano gestite quotidianamente (d’altronde erano di tutti i giorni…) in orario lavorativo (per molti di noi, mai inferiore alle dieci ore…) attraverso riunioni, incontri di sottogruppo relazioni scritte e telefonate, spesso lunghissime, quando ci trovavamo in ufficio seduti alla scrivania.

Chi si trovava fuori sede viceversa, si organizzava mettendosi in contatto almeno due volte al giorno con la propria segretaria la quale, ove avesse avuto ancora bisogno di comunicare, utilizzava la reception dell’hotel per lasciare messaggi.

Le cose “urgenti” e le necessità improvvise, invece, ci coinvolgevano “fuori orario” con chiamate telefoniche a casa o, quando “veramente improcrastinabili”, con l’utilizzo di un telegramma. Quest’ultimo, proprio in funzione della tipologia dello strumento, condivisa da un codice non scritto sintetizzabile in: “Da utilizzare solo per casi urgenti e veramente importanti“, generava spesso una sorta d’ansia in chi lo riceveva proprio perché, pur essendo sconosciuto l’argomento sino alla lettura dello stesso, era quasi certamente un problema.

Ricordare queste cose può portare alcuni di noi a chiedersi: “Ma quanti anni ho? Sono un contemporaneo o un personaggio vissuto nel medioevo digitale? C’è stato davvero un tempo nel quale ho vissuto senza questo che, più che un strumento, è una sorta di estensione della mia mano o del mio orecchio?”.

Volendo avere una risposta oggettiva e trovandoci in una località balneare, ci siamo “tuffati nel mare di internet” per verificare quanto la nostra impressione fosse corretta.

Bene, possiamo stare tranquilli, siamo “contemporanei” non “antichi”. Si è trattato solo di un’aberrazione temporale (per fortuna le date non sbagliano …) perché la vita degli smartphone è molto più breve di quanto la nostra mente ci faccia credere.

Escludendo il modello Simon infatti, progettato da IBM nel 1992 e commercializzato da BellSouth nel 1993 (pressoché sconosciuto in Italia), i brand che per primi si sono affermati su scala internazionale con modelli a noi noti sono stati Blackberry nel 2003 ed Apple nel 2007.

Il primo modello della casa canadese, utilizzabile senza l’ausilio degli auricolari, fu il BB 6200 presentato nel 2003 mentre il primo IPHONE è stato presentato “solo” nel 2007.

Il marchio Samsung invece, che oggi potrebbe essere definito il principale competitor di Apple, ha presentato il proprio Galaxy i7500 soltanto a metà 2009.

Sembra passato un secolo ma è trascorso “solo” un decennio, un medio periodo per l’uomo ma quasi un’era geologica per lo sviluppo tecnologico.

La corsa all’utilizzo di questi strumenti, per alcuni cinquantenni di oggi (i baby boomers … come li definiscono le agenzie di marketing) è stato come avvicinarsi alla mitica figura di James Bond, il professionista seduttore noto con il codice 007 al quale il Maggiore Geofrey Boothroyd della M16, nome in codice Mister Q, forniva equipaggiamento e gadget hi-tech a coloro che erano in missione.

A noi del mondo commerciale, il concetto di agente professionista e di missione era (e lo è ancora) molto familiare proprio per i continui spostamenti e per la necessità di organizzare gruppi di agenti di vendita che, definiti Task Force operativa, si muovevano con l’obiettivo di acquisire nuovi clienti sul territorio che, successivamente, sarebbe stato affidato a un agente di zona per il presidio.

Con tutti questi significati, come possiamo pensare che uno di noi si scolleghi dal proprio smartphone che, come abbiamo visto, rappresenta il contatto con il mondo?

Per indagare ulteriormente sul livello di digitalizzazione nazionale, ci siamo serviti di: Digital in 2016: in Italia e nel mondo un’analisi pubblicata su We Are Social Italia wearesocial.com/it/ dalla quale estrapoliamo questi dati:

il 92 per cento della popolazione possiede un qualsiasi telefono mobile

il 62 per cento possiede uno smartphone

il 65 per cento possiede un computer
il 21 per cento possiede un tablet.

Immagine 1 da :Digital in 2016: in Italia e nel mondo

decaro grafi

Di questi,

il 63 per cento è utilizzatore di internet

il 47 per cento utilizza i social network

il 40 per cento si avvale del dispositivo mobile per utilizzare i social network

e , dato importantissimo, la percentuale di utenze mobili ha superato il numero di abitanti (134 per cento) visto che esiste un elevato numero di persone con più di un apparato.

Immagine 2 da :Digital in 2016: in Italia e nel mondo

decaro grafico

Con questi presupposti crediamo sia ormai impossibile immaginare una vita diversa da quella che conduciamo oggi, con reperibilità totale e costante e con uno strumento sempre più polivalente che di fatto è diventato un collega di lavoro, spesso “un po’ invadente”.

Non c’è speranza nemmeno per coloro che, per tutelare il proprio privato, pensano sia sufficiente avvalersi di applicazioni di messaggistica istantanea perché sempre più, le aziende utilizzano questi servizi per comunicare low cost con la propria rete. Un esempio è WhatsApp, adoperato per comunicazioni di testo con colleghi appartenenti allo stesso gruppo, grazie anche ai vari “plus” quali sapere subito se siamo connessi (o fino a quale ora lo siamo stati…), sapere se abbiamo letto i messaggi ricevuti e la possibilità di effettuare e ricevere chiamate audio a costo zero in quanto già connessi ad internet.

Quindi addio privacy ? Purtroppo la risposta è più si che no, anche se, qualcuno potrebbe obiettare dicendo che lo strumento è di per sé neutro, ed è l’uomo a renderlo “piacevole o sgradevole”. Ci spiace dirlo ma, da quanto ci risulta al momento, chi desidera “isolarsi” può farlo solo spegnendo il proprio apparato.

Ma esiste davvero qualcuno che riesce a immaginare una giornata priva di mail, telefonate e internet anche se si trova in vacanza?

Per scoprirlo ci siamo rivolti a “Digital Detox: Unplugging on Summer Vacation,” uno studio condotto da Intel security a marzo 2016 in nove Paesi del mondo su un campione di circa 14 000 persone, di età compresa tra 21 e 54 anni, e pubblicata a giugno 2016.

Questa ricerca offre spunti interessanti per analizzare i comportamenti d’uso in funzione della nazione di residenza, del sesso e dell’età degli intervistati.

Ad esempio, scopriamo che solo il 44 per cento delle donne, rispetto al 57 per cento degli uomini ha dichiarato di volersi scollegare durante le vacanze. Tra le nazioni europee prese in esame, ha dichiarato di scollegarsi il 59 per cento dei tedeschi, il 56 per cento dei francesi, il 54 per cento degli olandesi, il 52 per cento degli spagnoli.

L’indagine afferma anche, per nostro sommo conforto, che solo il 40 per cento degli intervistati tra i 40-50 anni di età, contro il 57 per cento dei Millennials (nati tra il 1980 e il 2004), sarebbero disposti a staccare la spina in vacanza.

Come ben sappiamo tutti, il progresso è inarrestabile quindi ci piace pensare che la strada giusta sia quella di ricercare il proprio relax ed il proprio benessere psicofisico (diremmo anche di quelli che ci stanno vicini…) secondo modalità a noi più congeniali perché le “zone di confort” e i modi per star bene sono differenti da persona a persona e non è detto che, per alcuni di noi, sia più stressante non saper cosa fare sotto un ombrellone in spiaggia anziché scrivere un articolo digitando sulla tastiera del proprio mac stando seduti su un terrazzo con “vista mozzafiato” .

Buona Vacanza a tutti.

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*Presidente CDVM Club Dirigenti Vendite e Marketing c/o Unione Industriale di Torino

www.cdvm.it

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Tutti in piazza con i tram storici

TRAM SSSTORIADomenica 21 agosto, dalle ore 15.00 alle 18.15, la motrice 116 del 1911 torna per la “Domenica Atts” sul tradizionale percorso circolare da piazza Castello. Torna il tram storico 116 che sarà in servizio dalle 15,00 alle 18,15 con partenze ogni 20 minuti circa da piazza Castello (fronte Teatro Regio). La 116 fa parte di un grande lotto di tram acquistato per i festeggiamenti dei primi 50 anni dell’unità d’Italia. Questa e tante altre curiosità saranno raccontare dai soci ATTS che vi accompagneranno in questo tour tra le strade del centro. Vi aspettiamo insieme agli altri veicoli storici che saranno presenti: i tram della linea 7 e la splendida Fiat 500 del socio Fabio! Non occorrono prenotazioni e biglietti. Il servizio è a offerta libera.

Immigrazione a due volti: via il tunisino estremista, trovati 26 profughi al Parco Stura

 polizia alfanoE’ stato espulso dai carabinieri del Ros su ordine del ministro dell’Interno Angelino Alfano, per motivi di prevenzione del terrorismo Bilel Chiahoui. Dicono gli  investigatori che questi aveva manifestato “vicinanza ideologica all’estremismo jihadista e allo Stato islamico ed era legato a due foreign terrorist fighters tunisini morti nel teatro di guerra siro-iracheno”. Era stato arrestato giorni fa in Toscana, come sospetto jihadista, poiché aveva postato sul suo profilo Facebook la volontà di morire da martire a Pisa. Successivamente era stato portato al Cie in attesa dell’espulsione, effettiva da oggi. Non sembra che  Bilel Chiuhoui  abbia frequentato moschee in Italia, dove era giunto nel 2013 per frequentare la facoltà di Lingue e culture arabe dell’università di Torino, tramite un permesso di soggiorno per motivi di studio che non era stato rinnovato nel 2015. L’uomo, senza fissa dimora, ha a suo carico numerosi precedenti penali per reati di droga. Intanto gli agenti del nucleo Nomadi della Polizia Municipale e della Polizia di stato, sono intervenuti nel Parco Stura di Torino, dove  alcuni profughi pakistani si erano insediati. L’operazione è stata coordinata dalla Prefettura, e sono state individuate 26 persone che sono state trasferite nel centro di prima accoglienza di Settimo Torinese, dove si valuterà  la loro sistemazione in altre strutture. “La tempestività – dice la sindaca di Torino, Chiara Appendino – è un fattore molto importante in questi casi, per evitare che situazioni emergenziali si strutturino, e col tempo diventino di complessa soluzione”.

“Per l’onore di Irlanda”

IRLANDASono passati cento anni dai tragici eventi di quella che è passata alla storia come la Rivolta di Pasqua. Nel 1916, gli irlandesi – piccola e antica nazione europea, cristianizzata da Palladio e San Patrizio – presero le armi per liberarsi dal giogo plurisecolare dell’Inghilterra, l’insurrezione venne soffocata nel sangue dell’esercito britannico. Sull’argomento, nell’anno della cosiddetta “Brexit”, ovvero l’uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea, si è parlato e scritto poco. Eppure l’Isola di Smeraldo non è un teatro secondario nella storia della civiltà europea ed occidentale. A colmare questo vuoto c’è “Per l’onore dell’Irlanda – L’insurrezione irlandese del 1916”, un agevole testo di Paolo Gulisano edito per i tipi de “Il Cerchio”. Con uno stile conciso, essenziale, ma assolutamente chiaro anche per chi fosse un neofita di storia irlandese, l’autore – medico, saggista ed autore di moltissime pubblicazioni sull’Irlanda e su Tolkien, di cui è senza tema di smentita il massimo conoscitore italiano – descrive le complesse vicende che coinvolsero l’Irlanda nella guerra di indipendenza del 1916, spiegandone con particolare cura gli antefatti, sino a giungere alla firma del Trattato del 1921 che diede vita allo Stato Libero di Irlanda, che portò poi il Paese ad una guerra civile. Pur essendo “tifoso” della causa isolana, tuttavia, Gulisano riesce a creare una tensione ideale che porta il lettore a seguire le vicende della sfortunata isola, oggi destinato, dopo il voto inglese, ad essere l’unico rappresentante delle Isole Britanniche a Strarburgo e Bruxelles.

Massimo Iaretti