redazione il torinese

Al mauriziano il chirurgo-elettricista per salvare il cuore

maurizianoPer la prima volta in Italia eseguito un intervento rivoluzionario di ablazione cardiaca transcatetere con una tecnologia innovativa (TOPERA), presso l’ospedale Mauriziano di Torino

 

Per la prima volta in Italia è stato eseguito un intervento rivoluzionario di ablazione cardiaca transcatetere con una tecnologia innovativa (TOPERA), che consente di individuare le zone critiche che sostengono l’aritmia anche nei casi più complessi e di neutralizzarle attraverso l’ablazione con l’utilizzo di una nuova metodica di mappaggio del substrato elettrico per localizzare i punti nevralgici nascosti detti rotori, presso l’ospedale Mauriziano di Torino. La fibrillazione atriale è l’aritmia più frequente. E’ un disturbo del ritmo cardiaco che affligge milioni di italiani. Si può calcolare che a Torino e provincia insorgano circa 1000 nuovi casi ogni anno e che la diffusione della malattia sia destinata ad aumentare essendo legata all’invecchiamento della popolazione. Essa produce sintomi sotto forma di un fastidioso batticuore, può dare origine ad una insufficienza cardiaca ed è legata ad un rischio aumentato di ictus cerebrale di cui è causa nel 20% dei casi.

L’ablazione transcatetere è la metodica più efficace nel trattamento di questa aritmia, essendo indicata nei pazienti che non rispondono alla terapia farmacologica. Tuttavia anche l’ablazione può ASLrisultare non efficace specie in quei pazienti che presentano forme avanzate di lunga durata che resistono anche a questo approccio terapeutico ed in presenza di altre cardiopatie associate. Un paziente di 60 anni, affetto da fibrillazione atriale persistente, trattato in passato con farmaci e con procedure ablative classiche senza buon esito, iniziava a dar segni di danno della funzione contrattile del cuore proprio a causa dell’aritmia.

Nei giorni scorsi è stato sottoposto per la prima volta in Italia dal dottor Stefano Grossi, presso la Cardiologia dell’ospedale Mauriziano (diretta dalla dottoressa Maria Rosa Conte), ad una procedura di ablazione mediante una metodica innovativa che si avvale di una apparecchiatura (TOPERA), in grado di elaborare le migliaia e migliaia di segnali elettrici che attraversano l’atrio fibrillante, riuscendo a localizzare i punti nevralgici nascosti che sostengono l’aritmia, denominati rotori. L’ablazione dei rotori ha determinato l’interruzione immediata dell’aritmia nel paziente. Lo studio del substrato elettrico della fibrillazione atriale è un settore di grande interesse presso i principali centri di aritmologia. Grazie a questo innovativo intervento ci sono i presupposti per sperare di aver compiuto un ulteriore passo avanti nella terapia ablativa della fibrillazione atriale.

 

(Foto: il Torinese)

 

Giada Russo, da flower a Torino 2006 la farfalla torinese vola alle Universiadi di Almaty

La torinese Giada Russo, 19 anni, campionessa italiana senior nel 2015 e nel 2016, rappresenterà l’Italia alle Universiadi di Almaty in Kashakistan. La vedremo impegnata il 1° febbraio nel programma corto e il 2 febbraio in quello lungo. La incontriamo alla vigilia della partenza per Almaty per parlare con lei della sua carriera, dei suoi programmi, delle gare che la attendono e del suo legame con Torino.

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RUSSO G2

Giada, la tua carriera di pattinatrice è iniziata e prosegue tuttora nella tua città: Torino. Ci racconti i tuoi esordi e i tuoi successi nazionali ed internazionali.

– Mi sono avvicinata al pattinaggio grazie ai miei genitori. Si sono conosciuti ad un corso di pattinaggio per adulti, si sono fidanzati e, poi, sposati. Era quasi destino che io mi dedicassi a questo sport. La mia prima insegnante è stata Claudia Masoero, che continua ad essere la mia allenatrice. Avevo quattro anni. L’anno successivo ho iniziato a lavorare anche con Edoardo De Bernardis. Ricordo un Tazzoli ancora all’aperto. Successivamente, ci siamo trasferiti a Torino Esposizioni e dal 2006, dopo le Olimpiadi, abbiamo potuto allenarci al Pala Vela, al Pala Tazzoli e al Pala Olimpico di Pinerolo. Ho vinto parecchie gare in tutte le categorie. Sono stata campionessa junior a Courmayeur nel 2012, terza a Milano nel 2013 all’esordio in categoria senior alle spalle di Carolina Kostner e di Valentina Marchei, campionessa italiana senior nel 2015 e nel 2016 e ancora terza quest’anno dietro a Carolina Kostner tornata alle gare e a Roberta Rodeghiero. Ho preso parte a due Campionati Europei e ai Giochi Olimpici della Gioventù Europea.

Sei stata flower a Torino 2006, testimonial per il decennale delle Olimpiadi di Torino lo scorso anno e adesso ti vedremo alle Universiadi…

– Le Universiadi sono un appuntamento al quale tengo molto. Rappresentano la realizzazione del mio obiettivo di conciliare sport a livello agonistico e studio. Ho sempre frequentato con profitto la scuola, a costo di grandi sacrifici. Mi sono iscritta quest’anno a Scienze dell’Educazione e ho già dato un esame. Sogno di insegnare ai bambini delle scuole elementari e, naturalmente, vorrei diventare maestra di pattinaggio.

RUSSO G1

Affronterai un’Universiade che, al contrario di edizioni passate, vede tra le 33 partecipanti campionesse di altissimo livello. I tuoi obiettivi.

– Queste Universiadi saranno una competizione incredibile, più difficile di un Europeo. Le atlete in gara saranno 33 e mi troverò a gareggiare contro l’ “armata russa”, composta dalla campionessa del mondo Elizaveta Tuktamysheva, da Alena Leonova e da Elena Radionova. Inoltre, ci saranno grandi pattinatrici europee e la mia connazionale Roberta Rodeghiero. Sarà una gara di altissimo livello. Io cercherò di pattinare come so, al meglio delle mie possibilità, di mettercela tutta senza pensare alle altre, poi attenderò le decisioni dei giudici con serenità e con la consapevolezza di essermi impegnata fino in fondo.

-Quali programmi porterai alle Universiadidi Almaty? Come sono nati?

– Porterò due programmi antitetici tra loro. Sono stati scelti e preparati con la mia allenatrice, Claudia Masoero e con il mio coreografo, Edoardo De Bernardis. Per il corto abbiamo deciso di scegliere una musica molto intensa, un requiem, “Memorial”, mentre per il programma libero pattino sull’Adagio di Mahler, un pezzo molto dolce. Anche i costumi sono totalmente differenti: quello del requiem è nero, cupo, quasi aggressivo, quello dell’adagio è rosa pallido, leggero, delicato.RUSSO G3

Ci parli del tuo gruppo allenatori all’Ice Club Torino e del rapporto che, anno dopo anno, si e’ creato tra voi?

– È un gruppo tutto torinese, a cominciare dai miei allenatori storici: Claudia Masoero e Edoardo De Bernardis e da Monica Farneti. A loro si sono aggiunti le abruzzesi Cristiana e Fabiana Di Natale e, da qualche mese, anche Oxana Kichenko del Bolshoj di Mosca. E’ un team molto unito e per me rappresenta una seconda famiglia.

Giada e Torino: quanto è forte il legame con la tua città?

– Incredibilmente forte. Amo molto Torino e non ho mai pensato di lasciarla per andare ad allenarmi altrove. È la città nella quale sono nata, nella quale sono cresciuta, dove vive la mia famiglia, non potrei immaginare la mia vita altrove. Quando ho tempo esco con le amiche a fare shopping o semplicemente a passeggiare e a scoprire gli angoli più suggestivi di Torino. Questo è il mio mondo e sono felice di ritrovarlo ad attendermi al termine di ogni trasferta.

Barbara Castellaro

 

Notre Dame de Paris torna al Pala Alpitour

notre dame 2L’opera, scritta da Luc Plamondon e musicata da Riccardo Cocciante è tratta dall’omonimo romanzo di Victor Hugo

“Notre Dame de Paris”, riconosciuto come il più grande successo di sempre nella storia dello spettacolo in Italia e come il più importante show prodotto in Europa, torna al Pala Alpitour di Torino con cinque appuntamenti che verranno portati in scena dal 10 al 12 febbraio notre dame2017.  L’opera, scritta da Luc Plamondon e musicata da Riccardo Cocciante è tratta dall’omonimo romanzo di Victor Hugo. La storia narrata dal grande scrittore francese si svolge nel 1482 e vede protagonisti Quasimodo, il campanaro gobbo della famosa cattedrale parigina, la giovane e bellissima zingara Esmeralda e il malvagio arcivescovo Frollo. Scenario principale degli eventi è la cattedrale di Notre Dame, capolavoro dell’arte gotica, affascinante esempio di architettura nella quale si alternano motivi ornamentali e gargoyle. Cocciante e Plamondon realizzarono quest’opera per il puro piacere di scrivere musica, senza pensare a trasformarla in forma scenica. Al termine del lavoro decisero di creare uno spettacolo teatrale che ha avuto un successo travolgente, a partire dal debutto, nel 1998, a Parigi, fino ad oggi.

Barbara Castellaro

 

 

NOTRE DAME DE PARIS

 

INFORMAZIONI

 

Biglietti in vendita su www.ticketone.it

 

Sito ufficiale www.ndpitalia.it

 

Pagina Facebook www.facebook.com/notredamedeparisitalia

 

 

SETTIMANA MONDIALE DELL’ARMONIA INTERRELIGIOSA

scientology torinoDomenica 5 febbraio alle 10.30 presso la Chiesa di Scientology di Torino di via Villar, 2 si terrà una speciale funzione dedicata alla Settimana Mondiale dell’Armonia Interreligiosa, indetta dalle Nazioni Unite la prima settimana di febbraio di ogni anno.Dopo una versione breve della tradizionale funzione religiosa di Scientology tratta dagli scritti del fondatore L. Ron Hubbard, ampio spazio verrà dedicato ai messaggi e preghiere che ospiti di altre realtà laiche e religiose vorranno condividere. L’intento è quello di raccogliere l’incoraggiamento dell’Assemblea Generale a sostenere la diffusione del messaggio di armonia interreligiosa e di benevolenza in tutte le chiese, moschee, sinagoghe, templi e altri luoghi di culto in tutto il mondo, su base volontaria e secondo le proprie tradizioni o condizioni religiose.”

Svastica e bestemmia, ecco il prodotto di una società nichilista

Il fatto che dei teppistelli pinerolesi  si divertissero ad imbrattare una cristiani chiesachiesa con bestemmie e svastiche rivela il grado di avvilimento a cui si è giunti. Si poteva capire ,in passato  e forse anche nel presente, la bestemmia dell’operaio in fabbrica o del contadino  alle prese con il suo duro lavoro dei campi. C’erano persone che avevano addirittura assunto la bestemmia come intercalare quasi inconsapevole. Ma che ci siano dei giovani che scrivano per divertimento delle bestemmie, coniugandole  con le svastiche hitleriane, è davvero troppo. Chi scrive è per la libertà di pensiero e non ritiene che nessuna opinione, neppure la hitler_cardinal4più odiosa e grossolana come la bestemmia, debba essere considerata un reato: ciascuno ha, per esprimersi, i mezzi che ha. C’è il santo e il bestemmiatore, il poeta e lo scaricatore portuale, con in mezzo tanta gente banale che non ha opinioni e che non prega e non bestemmia. Divertirsi offendendo gli altri  risulta tuttavia particolarmente difficile da comprendere. Mi piacerebbe conoscere il grado di acculturazione dei questi giovani e dove hanno  frequentato o frequentino  la scuola. Nella loro mostruosa ignoranza i ragazzini di Pinerolo  non lo sanno, ma l’accoppiamento  di bestemmia e svastica  non appare così strano: Hitler , in nome di un paganesimo germanico  delirante, voleva proprio cancellare la civiltà cristiana nel 1942 trovò cristiani croce chiesanel laico Croce il suo  strenuo difensore: così nacque il famoso “Perché non possiamo non dirci cristiani” durante la  sua villeggiatura in Piemonte. Certo gli untorelli che usano la bomboletta spray non costituiscono pericoli di sorta, perché lo fanno per divertimento. Dopo aver giustificato per troppi anni l’ignoranza e aver declassato la funzione della scuola anche come scuola di civismo, ci ritroviamo a fare i conti con questi giovani  che certo sono un’eccezione, ma spesso l’eccezione purtroppo conferma la regola. Sono i figli di una società malata e nichilista e il prodotto deteriore di una scuola che non riesce più a svolgere la sua funzione.
                                                                                                                       Pier Franco Quaglieni

 

 

Ragazza di 25 anni annuncia suicidio su Fb: la polizia la “circonda” e la salva

polizia 62DALLA CAMPANIA

Una 25enne di Napoli aveva annunciato sul proprio profilo Facebook di volersi suicidare. La polizia ha inviato le volanti in Piazza Vanvitelli dopo  la richiesta di aiuto da parte di un uomo, la cui figlia aveva lasciato casa da alcune ore. Prima aveva pubblicato  un post sul social  in cui spiegava la propria volontà di farla finita, per una storia d’amore terminata. Gli  agenti della sezione Volanti dell’ufficio Prevenzione generale e del commissariato Vomero hanno rintracciato l’ex fidanzato, il quale ha chiamato la 25enne per darle un appuntamento.La ragazza si è presentata dopo mezz’ora, quando l’intera zona era ormai circondata dai poliziotti, che l’hanno dissuasa dal compiere il suo proposito.

Vigile occupa posto auto per disabili e si multa da solo

park disabilidivietoDALLA PUGLIA

Si è fatto la multa da solo lasciando il denaro della contravvenzione all’associazione “Cuore amico” che si occupa  delle persone svantaggiate. Il vigile urbano di Francavilla Fontana (Brindisi)  lo scorso 18 gennaio aveva parcheggiato la vettura di servizio su uno spazio riservato ai portatori di handicap  a Brindisi. L’agente  ha riconosciuto il proprio errore, e  ha voluto pagare  la multa che sarebbe toccata a qualsiasi cittadino.

 

(foto: il Torinese)

Scissioni, risultato finale a somma negativa

LA VERSIONE DI GIUSI / di Giusi La GangaLA GANGA

Di scissioni di partito me ne intendo, purtroppo. Le dinamiche sono sempre le stesse: I voti un po’ se ne vanno, molti restano, parecchi mandano a quel paese entrambi i contendenti. Il risultato finale è a somma negativa.

RENZI LAVAGNA

Per queste ragioni sono fra quelli che pensano che il PD debba essere difeso e sostenuto, per quanti errori abbia fatto l’attuale gruppo dirigente. Ho partecipato ieri alla riunione preparatoria dell’assemblea nazionale, che si terrà il 18 febbraio, dell’Associazione Democraticisocialisti, promossa dal Presidente della Toscana, Enrico Rossi, che intende tener viva, dentro e non fuori dal PD, la cultura socialista, rinnovata e attrezzata ad affrontare i tempi completamente nuovi di fronte a noi. Viviamo un passaggio difficilissimo della democrazia italiana, che sconta una classe dirigente inadeguata e litigiosa, con un elettorato che passa da un uomo della Provvidenza all’altro, senza rendersi conto che non esistono scorciatoie salvifiche ma solo la necessità di un duro lavoro di ricostruzione del paese.

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Si vuole andare di corsa a votare, senza mettere ordine nella legge elettorale e senza costruire i presupposti politici perché il voto risulti utile all’Italia. Ognuno fa un miope calcoletto di convenienza personale o di fazione. L’esito è già scritto, al di là delle frottole propagandistiche: l’ingovernabilità si accentuerà e le prospettive di un’Italia come la Grecia si avvicinano. Continua a sorprendermi il fattopd unita che molte persone che stimo non vedano o fingano di non vedere i pericoli che incombono. Che preferiscano applaudire entusiasticamente anziché provare a ragionare. Che si spellano le mani quando sentono dire che la legislatura è finita con il voto del 4 dicembre (ed è vero, nella sostanza) e che si indignano però se si fa notare come quel voto abbia anche chiuso il ciclo dell’attuale gruppo dirigente del PD e che sia necessario un nuovo congresso. In altri tempi, dopo tre sconfitte consecutive si sarebbe sentito il bisogno di una nuova legittimazione congressuale. Oggi si fa finta di nulla, anzi si spera che i contestatori (che non sempre hanno ragione) tolgano il disturbo.
Possibile che si debba andare baldanzosi verso un baratro?

 

Giusi La Ganga

“Robert Doisneau. Icones” al Forte di Bard

DOISNEAU3Si racconta abbia scattato la sua prima foto semplicemente a una pila di ciottoli ammucchiati a terra per l’occasione. Era il 1928 e Robert Doisneau aveva solo 16 anni. Cominciò così, con quella particolare “foto di strada”, la lunga carriera (Doisneau nasce a Gentilly nel 1912 e muore a Montrouge nel 1994) di uno dei più grandi fotografi del Novecento; del “fotografo umanista” – così chiamato per la sua straordinaria capacità di raccontare, in chiave lirica spesso ironica e perfino surreale, la quotidianità della vita e delle persone – cui il valdostano Forte di Bard ( dove ormai da tempo sono di casa i blasonati maestri della fotografia internazionale) dedica una splendida mostra in collaborazione con l’Atelier Robert Doisneau di Parigi. Più di settanta le opere assemblate sotto il titolo che non poteva essere più esplicito di “Robert Doisneau. Icones”.

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Fil rouge del percorso espositivo è infatti l’iconicità delle immagini, scattate sempre on the road preferibilmente nella periferia parigina di Montrouge dove l’artista trascorse l’intera vita e che fin da subito seppero conquistare l’immaginario collettivo e il più vasto pubblico. A partire dal celebre “bacio” del 1950, “Le baiser de l’Hotel de ville”, commissionatogli dalla rivista americana “Life” per un reportage fotografico su Parigi, raffigurante una coppia di ragazzi che tranquillamente si baciano per strada fra l’indifferenza totale dei passanti e che non fu – come parrebbe – “foto rubata”. Ma scatto attentamente “premeditato”, con l’acuta regia dello stesso Doisneau che chiese ai due giovani (Françoise Bornet, studentessa di teatro, e Jacques Carteaud) di posare per lui. Scatto-icona per eccellenza, quel bacio che divenne il bacio più celebre nella storia della fotografia, come a inizi Novecento era capitato a quello di Gustav Klimt (“Der Kuss”) nella pittura. La vita di tutti i giorni, ogni goccia di vita anche quella più piccola e insignificante, ma solo per chi non ha occhi che parlano al cuore e un mare di fantasia capace di trasformare la realtà in gioco sagace irridente irriverente e amabilmente capriccioso, fu sempre per lui la storia più eccitante da raccontare. “Nessun regista –diceva – può inventare una trama così imprevedibile come quello che accade ogni giorno tra le strade di una città”. E ad ammaliarlo furono soprattutto le banlieue parigine, quelle periferie in bianco e nero degli anni Cinquanta, perfette per le trame noirs di Simenon e del suo Maigret, ricche e povere a un tempo, crudeli e poetiche, ciniche e spietate ma anche cariche di sottile e struggente poesia. Coglierne l’anima, al volo o in caparbia ed emozionante attesa, il suo compito. Neppur tanto arduo.

BACIO DOISNEAU

Dalle rive della Senna (“Pont d’Iéna”, 1945) fino alle periferie operaie, Doisneau cristallizza per immagini che non hanno scadenze temporali la Ville Lumière degli innamorati, quella dei bistrot (“Mademoiselle Anita”, 1951), degli atelier di moda e quella spassosa dei bambini di strada (“Les enfants de la Place Hébert“, 1957; “Les frères”, 1934) o seriosa degli scolari (“L’information scolaire”, 1956), regalandoci un monumentale affresco della “sua” Parigi e immortalando –attraverso un registro ironico mai disgiunto da quello poetico- gli aspetti più curiosi e le contraddizioni della società francese di allora. Il tutto attraverso una totale e spontanea full immersion in tutto ciò (persone e cose) che gli stava intorno: da attento “pescatore” (e non “cacciatore”) di immagini, come egli stesso amava definirsi. Qualità che fanno di lui, insieme ad Henry Cartier-Bresson, uno dei veri padri fondatori del fotogiornalismo di strada. Oltrechè su “Life”, molti suoi servizi vennero pubblicati anche su “Vogue” e frequente fu la collaborazione con scrittori come Blaise Cendras e Jacques Prevert. Di quest’ultimo, fra l’altro, la mostra di Bard ospita un intenso ritratto “au guèridon”, realizzato da Doisneau insieme ad altri scattati a celebri personalità del mondo culturale di allora come Picasso e Giacometti. “Quello che io cercavo di mostrare – scriveva l’artista – era un mondo dove mi sarei sentito bene, dove le persone sarebbero state gentili, dove avrei trovato la tenerezza che speravo di ricevere. Le mie foto erano come una prova che questo mondo può esistere”. Un’importante lezione di vita, cui anche oggi è bello – ma non sempre facile – poter credere.

Gianni Milani

“Robert Doisneau. Icones”

Forte di Bard (Aosta); tel. 0125/833811 – www.fortedibard.it Fino al primo maggio

Orari: da mart. a ven. 11-18; sab. dom. e festivi 11-19; lun. chiuso

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Le immagini:

– Atelier Robert Doisneau: Les frères, rue du Docteur Lecène”, 1934

– Atelier Robert Doisneau: “Le baiser de l’hotel de ville, Paris”, 1950

 

 

Chiesa deturpata da bestemmie e svastiche

convento 1 chiesaHanno imbrattato il muro di una chiesa e, beccati dai carabinieri, hanno chiesto scusa. I tre ragazzi che avevano scritto bestemmie, insulti vari  e avevano disegnato anche  due svastiche e un volto con l’elmetto sui muri esterni  della parrocchia di Sant’Agostino, in via Principi d’Acaja a Pinerolo, sono stati sorpresi con le bombolette spray. Hanno cercato di scappare ma uno di loro, di 19 anni, è stato fermato dai militari. Invece i rimanenti  due, uno di 17 e uno di 15 anni, sono stati accompagnati in caserma dai genitori. I teppistelli hanno detto di essere pentiti, e di averlo fatto “per divertimento”, promettendo  di provvedere alla pulizia del muro.