redazione il torinese

Ivrea, carnevale blindato ma festoso. Migliaia in piazza

E’ una edizione blindata, quella dello storico carnevale di Ivrea di quest’anno. Per questioni di sicurezza è in vigore  divieto di accesso alla città per i camion, e sono state installate barriere di cemento a protezione delle strade e rimossi cestini e bidoni della spazzatura. Sono più di 200 gli uomini delle forze dell’ordine impegnati nelle aree considerate a rischio.Il carnevale è entrato nel vivo con la prima battaglia delle arance. A migliaia i turisti  giunti in città, molti con il berretto frigio in testa, simbolo della tradizione e unico deterrente per sperare di non essere presi di mira dai tiri degli aranceri.

 

(foto: Carnevale di Ivrea Facebook)

Chiacchiere risate e infelicità, e c’è chi deve portare il proprio lavoro lontano

Quando Carlo Goldoni nel 1762 lasciò la laguna per intraprendere il viaggio verso Parigi (viaggio di non ritorno, quantunque l’autore lo desiderasse) dove poter far germogliare quella riforma teatrale che in patria non era certo ben vista, affidò alle stampe e alla scena del teatro San Luca Una delle ultime sere di carnovale, nella quale commedia, attraverso la figura di Anzoleto, disegnatore di stoffe veneziano, raccontò il proprio animo e il proprio lavoro dentro una metafora di sapore autobiografico.

Beppe Navello, nell’ambito del cartellone della Fondazione Teatro Europa Piemonte, ricostruisce la poesia di un testo bellissimo che continua ad affasciare, come l’allegria che è in superficie e l’infelicità che trama sotto quei sorrisi, con intuiti felici, orchestra sapientemente e con gusto le piccole, impercettibili, quasi cecoviane, azioni che si susseguono, facendone altresì il terzo capitolo di una trilogia intorno alla commedia settecentesca che in passato ha visto sul medesimo palcoscenico dell’Astra Il divorzio di Alfieri e Il trionfo del Dio Denaro di Marivaux: innestandosi qui, estremamente intrisa la commedia dei tempi in cui viviamo, la piaga di quanti sono obbligati a trasportare all’estero il proprio bagaglio giovanile e intellettuale, e tutto arriva in sala fluido fluido senza la necessità di quell’immagine finale di bastimento che invade il molo di San Marco, tra l’arrivederci di chi parte e il saluto di chi resta, in un end che non è decisamente da intendersi come happy. Una serata di carnevale quindi, con un padrone di casa che felicissimo ha invitato alcuni amici per una serata da trascorrere in allegria, tre coppie già formate e altrettante che si formeranno, tra chiacchiere e piccole gelosie, speranze e dispetti, le debolezze e le rivincite di ognuno, l’arrivo di una madame d’oltralpe che vorrebbe il giovane protagonista tutto per sé e scombussola per un attimo di troppo tutte le carte, la complicità delle donne, i pettegolezzi come soltanto l’autore veneziano ha saputo imbastire, i mal di testa improvvisi e le risate che contagiano ancora oggi. Un gioco perfetto, geometrico e preciso, suddiviso nella conoscenza dei personaggi, nel gioco della meneghella, nella cena con i saluti e le nuove unioni uscite dalle imbronciate tempeste che arrivano a chiudere la vicenda.

Un gioco perfetto reso in una lingua, il veneziano, che arriva musicalmente alle orecchie di chi ascolta, al colmo delle emozioni, e non si sente davvero il bisogno dell’intervento di un grande come Eduardo – paiono quasi delle espressioni di scusa da parte di chi oggi mette in scena la commedia – che apra lo spettacolo a spiegarci come non è davvero indispensabile che al pubblico arrivi il significato di ogni parola, tornando alla memoria certi suoi tentativi ad addolcire testi che fuori Napoli avrebbero incontrato parecchie incomprensioni. Un gioco perfetto che all’inizio genera ancora il dubbio di ricordarsi troppo delle maschere (perché paròn Zamaria scende in scena con quel posticcio sul volto?) ma che, sul finire delle varie presentazioni, abbraccia in toto i differenti tipi, li concretizza, li sfuma, li imprime di un proprio preciso carattere, in una pregevole immedesimazione compiuta dagli attori della compagnia (una gran bella compagnia, anche numericamente), in una coralità (ci si accorge quanto l’avventura e il successone dei Tre moschettieri siano stati un ottimo preambolo) e in una centralità di intenti davvero encomiabili.

Nel “pover” ed essenziale ambiente scenografico dovuto a Luigi Perego – tessuti dai vari colori a far da fondali, un lungo tavolo e le sedie pronte a essere disposte per le varie scene d’insieme -, giocano con un invidiabile ritmo Antonio Sarasso come Zamaria, il deus ex machina della vicenda, Marcella Favilla che riempie da sola la scena tra emicranie e risate, il raisonneur quanto dolente Anzoleto di Alberto Onofrietti, la innamorata e combattiva Domenica di Maria Alberta Navello, il rassegnato, eccellente Augustin di Matteo Romoli, e poi ancora lo strabordante Momolo di Alessandro Meringolo, Diego Casalis, Daria Pascal Attolini, Andrea Romero, Eleni Molos, Erika Urban. Per quanto l’abbiamo vista alla prima, leggermente staccata dal divertissement generale, le repliche dovrebbero aiutare Geneviève Rey-Penchenat a fare della sua madame Gatteau una creatura più spavaldamente civettuola, più eroticamente intrigante e sospirosa, più dimentica dei suoi capelli bianchi, più agguerrita nella conquista del suo oggetto del desiderio. Sarebbe un’esplosione di languori che con maggiori ragioni la lancerebbe nell’entusiastico dinamismo di una compagnia che è sempre più un piacere applaudire. Spettacolo da vedere, repliche sino al 5 marzo.

 

Elio Rabbione

 

Il Piemonte si impone ai campionati di scherma

Sono 225 le squadre coinvolte nei campionati italiani di Serie B e C di scherma che si stanno svolgendo al PalaFiere al Quartiere Fieristico della Cittadella di Casale Monferrato. Venerdì 24 settembre in pedana le gare hanno riguardato i campionati di serie B1, B2 e C1 maschili e femminili di spada, sabato 25 la B1, B2 e C1 maschili e femminili di fioretto e domenica, invece, si chiude con il torneo di serie B1 e B2 di sciabola. Complessivamente sono impegnati 1000 atleti e 500 accompagnatori. Notevole nell’organizzazione è stato il contributo del Club Scherma Casale, società con oltre 40 anni di storia, mentre l’organizzazione è curata da Alessandro Poggio, su incarico della Fis – Federazione italiana scherma. “In tre settimane – spiega Poggio – è stato possibile arrivare questo risultato grazieala collaborazione con l’amministrazione comunale, gli sponsor Stat e La Cittadella, Misericordia ed Istituto alberghiero Artusi, oltre che del Consorzio Mondo per le informazioni turistiche”. Tra gli altri ha presenziato il novarese Paolo Milanoli, olimpionico di spada.

Massimo Iaretti

 

Di seguito i risultati di Venerdi 24 e Sabato 25 febbraio:

 

VENERDI’ 24 FEBBRAIO

SPADA MASCH B1

 

1 CIRCOLO SCHERMA GIUSEPPE DELFINO IVREA

(Abate Riccardo, Bermond Des Ambrois Andrea, Chasseur Eugenio e Tradardi Eugenio)

2 CIRCOLO SCHERMISTICO FORLIVESE

3 MICHELIN SPORT CLUB TO

(Armigliato Francesco, Dall’Agnol Gianluca, Michelessi Corrado e Possi Silvio)

 

SPADA MASCHILE C1

1 CLUB SCHERMA FIRENZE A.S.D.

2 C.S. APUANO A.S.D.

3 A.S.D. CIRCOLO SCHERMISTICO UMBRO

 

SPADA FEMMINILE C1

1 C.S. APUANO A.S.D.

2 ACCADEMIA DELLA SCHERMA LIVORNO

3 A.S.D. SCHERMA LAME AZZURRE BRINDISI

SPADA MASCHILE B2

1 ROMA FENCING A.S.D.

2 A.S. UDINESE SEZ. SCHERMA

3 CLUB SCHERMA LAME FRIULANE A.S.D.

 

SPADA FEMM B2

1 CLUB SCHERMA PISA ANTONIO DI CIOLO A.S.D.

2 CLUB SCHERMA LEGNANO A.S.D.

3 CLUB SCHERMISTICO PARTENOPEO

 

SPADA FEMM B1

1 CIRCOLO RAVENNATE DELLA SPADA

2 S.S.D.SOCIETA SPORTIVA LAZIO SCHERMA A.S.D.

3 PENTAMODENA A.S.D.

 

SABATO 25 FEBBRAIO

FIORETTO MASCH B1

1 CIRCOLO SCHERMA MESTRE S.S.D

2 A.S.D. CLUB SCHERMA CHIVASSO TO

(Bionda Filippo, D’Attellis Pietro, Guzzo Ludovico e Sapienza Stefano)

3 A.S.D. SCHERMA MODICA

 

FIORETTO MASCH B2

1 CLUB SCHERMA SIRACUSA A.S.D.

2 CUS BOLOGNA SEZ.SCHERMA

3 A.S.D. CLUB SCHERMA LUCCA TBB

 

FIORETTO FEMM B1

1 U.S. PISASCHERMA A.S.D.

2CLUB SCHERMA SALERNO A.S.D.

3 A.S.D.SPORTING CENTER PRATO

 

FIORETTO MASCH C

1 A.S. UDINESE SEZ. SCHERMA

2 CLUB SCHERMA COLLE VAL D’ELSA A.S.D.

3 A.S.D.SPORTING CENTER PRATO

 

FIORETTO FEMM B2

1 C.S. FIDES LIVORNO A.S.D.

2 SCHERMA MONZA A.S.D.

3 SALA D’ARMI M° ATTILIO CALATRONI ASD

 

FIORETTO FEMM C

1 CLUB SCHERMA SAN DONA’ S.S.D. A R.L.

2 A.S.D. C.S. PETTORELLI PIACENZA

 

 

 

 

 

 

Narrazioni Jazz, scelti 10 progetti

‘Narrazioni Jazz’ si svolgerà in modo parallelo e intrecciato al Salone del libro, da mercoledì 17 a domenica 21 maggio, armonizzandosi con le esigenze della Fiera e contribuendo nello stesso tempo alla diffusione del festival in città attraverso una Notte bianca (20 maggio) e il progetto ‘Jazz per la Città’ lanciato con una call pubblica.

 

Il bando Jazz per la Città 2017attività musicali diffuse’ ha portato alla selezione di 10 progetti, 2 in più rispetto agli 8 indicati inizialmente nella chiamata (visibili su http://www.fondazioneperlaculturatorino.it/risultati-call-jazz-per-la-citta-2017/La Città di Torino, unitamente alla Fondazione per la Cultura Torino, valutata la disponibilità delle risorse finanziarie ha infatti deciso di aggiungere altri 2 progettiprocedendo in ordine di graduatoria -, agli 8 selezionati dalla Commissione presieduta da Stefano Zenni, direttore artistico del festival, e composta da Claudio Merlo, coordinatore organizzativo e artistico, Gino Li Veli, giornalista,  Letizia Perciaccante, della segreteria di produzione della Fondazione per la Cultura Torino e Laura Tori, responsabile Area Eventi – Gabinetto della Sindaca, Città di Torino.

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“La call pubblica ‘Jazz per la città’, inserita nel programma di ‘Narrazioni jazz’, ha riscosso uno straordinario successo, non scontato trattandosi di un esperimento originale per il mondo del jazz sia locale, sia nazionale. – afferma Francesca Leon, assessora alla cultura della Città -. Sono stati compresi e premiati i punti di forza della call: la facilità nella compilazione del form, la professionalità della Commissione incaricata di vagliare i progetti, la rapidità del procedimento, la volontà di coinvolgimento del ricco tessuto artistico torinese e l’impegno economico messo in campo. Sono arrivate alla  Fondazione per la Cultura Torino 45 domande, in rappresentanza di un numero molto più alto di associazioni. Per premiare la partecipazione e la qualità progettuale la Commissione, la Città e la Fondazione per la Cultura hanno deciso di aumentare il numero di contributi erogati, passando da 8 a 10. ‘Jazz per la Città’ arricchirà il programma di ‘Narrazioni Jazz’ con decine di iniziative diffuse nell’intera città: il tutto confluirà nella più ampia collaborazione con il Salone Internazionale del Libro. Il mese di maggio si preannuncia straordinario”.

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“Per la prima volta in Italia un festival del jazz programma una parte consistente dell’attività artistica con una chiamata pubblica rivolta alleassociazioni del territorio, selezionate e finanziate con una procedura snella e trasparente. Questo vuol dire che per la prima volta la città ha l’occasione di esprimere idee, attività, proposte, frutto di una collaborazione reciproca e ragionatasottolinea Stefano Zenni, Direttore artistico di TJF-Narrazioni Jazz -. La chiamata ha portato alla selezione di progetti che coprono 7 Circoscrizioni della città, con attività che vanno dalla propedeutica per i più piccoli alle produzioni originali, dalla mobilità sul territorio all’intreccio tra le arti. I criteri di selezione artistica, copertura del territorio, fattibilità e capacità di mettersi in rete hanno consentito di scegliere i progetti più significativi, a fronte di un livello molto alto delle proposte. L’esclusione dalla rosa dei vincitori non va intesa quindi come un giudizio di inadeguatezza: al contrario, il lavoro della commissione è stato complesso proprio per il numero di idee e proposte di buona qualità. Segno che anche nel jazz Torino si distingue come un vivace laboratorio culturale”. ‘Jazz per la città’ (Narrazioni Jazz) è un programma unico nel suo genere e sperimenta una nuova modalità di coprogettazione tra l’amministrazione comunale, organizzatrice della rassegna musicale, ed enti e associazioni che lavorano stabilmente sul territorio cittadino.

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Qui di seguito l’elenco, in ordine alfabetico, delle associazioni con i relativi progetti selezionati:

 

  • Associazione ARCI, Comitato di Torino: JAZZ IS DEAD!
  • Associazione Arcote:  KIND OF JAZZ
  • Associazione Culturale Comala: WALKABOUT JAZZ
  • Associazione Culturale Giardino forbito: READING SOTTO SOPRA
  • Associazione Culturale Immagina: STRANGE FRUIT, L’ALTRO DEL JAZZ
  • Associazione Culturale Kaninchen-Haus: ULYSSES IN JAZZ TIMES
  • Associazione Culturale Torino: JAZZ CITY, QUARTIERI IN JAZZ & BOOK
  • Associazione Tedacà: OH MY JAZZ!
  • Cooperativa Sociale CLGEnsemble: JORGE LUIS BORGES, ZOO EXPERIENCE
  • Jazz School Torino: BALTEA SOUND STATION

 

Game Lover, imprevisti d’amore l’8 marzo

 

Mercoledì 8 marzo, dalle ore 20.30, Patzè, locale di Torino in piazza Cavour 2b, propone per la Festa della Donna una serata di teatro e buona cucina.

«Game Lover, imprevisto d’amore» è il titolo dello spettacolo scritto da Calogero Marchese, interpretato da Alessandra Tartaglia eMarco De Martin Modolado, a cura di TeatròMovie: tra una portata e l’altra, un campanello modifica il corso degli eventi, salvando da innumerevoli gaffe un ragazzo e una ragazza durante un corteggiamento. Il menù comprende tartare tiepida di verdure e riso Venere, linguine ai carciofi salsiccia e zafferano, spezzatino di vitello impanato alla milanese zucca verza e patate, meringa al caffè con crema al mascarpone. Costo per cena e spettacolo, 23 euro escluso le bevande.Prenotazioni al 366.4081745. Patzè cook&bar, locale in centro a Torino, è aperto da colazione a cena, con una cucina di qualità in un ambiente rilassante e piacevole. Organizza serate a tema, abbinando spettacoli ed eccellenze gastronomiche, dalla musica al teatro, per offrire alla clientela un’atmosfera coinvolgente. TeatròMovie nasce nel 2003 a Roma per poi trovare la propria sede ideale a Torino, con il direttore artistico e insegnante Calogero Marchese. Organizza corsi di teatro e classi di acting-coach cinematografico, per stimolare gli allievi a «creare la propria arte dentro lo spettacolo».

Juve vince a Empoli. Toro pronto per Firenze

E’ la trentesima vittoria casalinga consecutiva per la Juve. Sconfitto 2-0 l’Empoli con i gol del secondo tempo. Prima un’ autorete di Skorupski all’8′, poi il  raddoppio di Alex Sandro al 20′. Ora la Vecchia Signora è a 12 punti di vantaggio dal Napoli e a dieci dalla Roma, oggi in trasferta contro l’Inter.

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In casa granata forse soltanto  un cambio rispetto alla partita persa contro la Roma all’Olimpico. Lunedì sera a Firenze, a casa dei Viola reduci dall’eliminazione in Europa League, il Toro vedrà giocare Valdifiori al posto di Lukic.  Nessuna altra variazione, probabilmente, nel 4-3-3 di Mihajlovich.

Se Roma prende lezioni da Pinerolo

Talvolta accade che il Grande prenda lezioni dal Piccolo. E’ accaduto nei giorni scorsi a Pinerolo dove una folta delegazione del Comune di Roma, guidata dall’assessore all’ambiente Pinuccia Montanari (e composta da 3 consiglieri, 5 assessori all’ambiente municipali, il deputato Stefano Vignaroli e i vertici di AmaRoma) è giunta nel comune della Città Metropolitana di Torino per un incontro con l’amministrazione comunale, con il sindaco Luca Salvai in testa, presso l’impianto Acea Pinerolese Industriale Spa. Qui l’amministratore delegato Francesco Cacioffo ha illustrato alla delegazione capitolina la storia e le principali caratteristiche dell’impianto la cui tecnologia permette il recupero ed il trattamento dei rifiuti organici provenienti dalla raccolta differenziata, ed ha evitato di dover aprire nuove discariche. All’incontro è intervenuto anche il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle, Federico Valetti.

Massimo Iaretti

(foto: il Torinese)

 

Dal Piemonte il controllo del vicinato conquista la Liguria

Il Controllo del Vicinato, sistema di deterrenza passiva nei confronti della microcriminalità, approda anche in Liguria. Il responsabile della Sezione Piemonte dell’Associazione Controllo del Vicinato, Massimo Iaretti ha affrontato una trasferta a Cisano sul Neva, comune della Provincia di Savona a pochi chilometri da Albenga su invito del Comitato “I Lorici”.

Iaretti, dopo un’introduzione del portavoce del comitato, Alessandro Panizza, ha ribadito all’auditorio quelli che sono gli elementi portanti del Controllo del Vicinato, le sua derivazione dai Paesi Anglo – Sassoni, il suo arrivo in Italia, da parte dell’attuale presidente dell’Associazione, Gianfrancesco Caccia, la sua nettissima differenziazione dalle cosiddette “ronde” e il ruolo più ampio e rigidamente controllato rispetto ai gruppi spontanei di whatt’s app. Successivamente ha esposto alcuni passaggi di carattere operativo per costituire un gruppo locale in modo che l’iniziativa possa prendere corpo, e Cisano sul Neva sarebbe il primo comune del Ponente, ma potrebbe non rimanere isolato a lungo. Massimo Iaretti ha, inoltre, evidenziato la necessità di un collegamento anche tra aree vicine, come Piemonte e Liguria. Da parte del pubblico ci sono stati diversi interventi, tutti costruttivi, e richieste di chiarimenti che l’oratore ha fornito ad ognuno. Tra il pubblico c’erano il sindaco di Cisano sul Neva, Massimo Niero, i consiglieri comunali Giancarlo Marzo, Agostino Morchio e Walter Biagiotti ed il primo cittadino di Vezzi Portio, Germano Barbano

Mensa a Mirafiori sud per aiutare i poveri

mensa volontariA Mirafiori sud riaprirà presto la Mensa nel Parco in via Panetti 1 angolo via Artom. Diventerà un bello spazio per incontrarsi, mangiare e stare insieme, ma anche per imparare a non sprecare il cibo e per aiutare le persone in difficoltà economica. I nuovi gestori hanno bisogno di qualcuno che gli dia una mano per poter rendere la Mensa nel Parco un posto piacevole per tutti e in cui tutti possano sentirsi a casa. Ti chiedo di diffondere la cartolina qui a fianco e di condividerla con i tuoi contatti.  Grazie per contribuire insieme a noi a rendere il quartiere di Mirafiori sud più accogliente, vivace e solidale.

Roberta Molinar

Linea di confine, spigolature di vita e storie torinesi

“Alla citazione latina è subentrata quella inglese, anche da parte di chi non sa l’inglese, oltre a non conoscere l’italiano. Soprattutto, l’imperativo categorico “Non bocciare” si è tradotto nel facilismo, nella desertificazione degli studi, nel non sapersi, appunto, neppure esprimere in italiano…”

Di Pier Franco Quaglieni *

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Don Benevelli e la Resistenza tricolore

E’ mancato  a Cuneo , a 93 anni,don Aldo Benevelli , prete partigiano di straordinario carisma religioso e storico.Solo il Tg3 Piemonte l’ha ricordato in modo adeguato. Lo conobbi quando rendemmo onore, insieme al sindaco di Boves, al cippo torinese in ricordo del capitano Ignazio Vian ,medaglia d’oro al V.M.,impiccato nel 1944 in corso Vinzaglio angolo via Cernaia, nello stesso luogo in cui nel 1945 venne giustiziato il federale fascista di Torino  Giuseppe Solaro, il cui cadavere venne gettato nel Po . Pensavamo che Vian meritasse un ricordo bel diverso da quello attuale,ormai reso quasi illeggibile dal tempo,ma non riuscimmo a fare qualcosa di concreto per cambiarlo.Marco Castagneri tentò generosamente di agire ,ma dovette fermarsi,malgrado il suo entusiasmo coriaceo e incorreggibile di vecchio alpino.  Don Benevelli parlò  con voce ferma e chiara, nel traffico caotico di una Torino che apparve indifferente a quel raduno in cui i fazzoletti azzurri di Mauri e quelli gialli degli amici di don Benevelli furono protagonisti. Il sacrario di Mauri a Bastia di Mondovì era un comune ritrovo:i suoi mille Caduti testimoniavano di un nuovo Risorgimento dell’Italia tra il 1943 e il 1945, di una Resistenza  che potremmo definire senz’altro tricolore,animata  cioè non da ideologie di parte ,ma da valori autenticamente patriottici. La morte di don Benevelli,come quella a Savona di Lelio Speranza un mese fa, ci ricorda che la Resistenza non fu solo comunista o azionista. Ci furono don Benevelli, Perotti,  Montezemolo, Pamparato,Martini Mauri ,comandante  delle Divisioni Alpine Autonome e liberatore di Torino e tanti altri,spesso colpevolmente quasi dimenticati.

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Don Lorenzo Milani , Garosci e la scuola sfasciata

Nel 2017 ricorrono i 50 anni dalla morte di don Lorenzo Milani,il prete della scuola di Barbiana sul Mugello,autore della famosa “Lettera ad una professoressa” che divenne nel 1968 uno dei manifesti della contestazione. Fu Aldo Garosci,mio professore di Storia del Risorgimento a Torino,antifascista della prima ora,esule e combattente in Spagna,eroe della Resistenza,ma fiero anticomunista,a parlarmi di quella “lettera” quando si stavano già cogliendo a palazzo Campana di Torino i germi della contestazione. Mi disse dello screditamento della scuola di Stato operata dal prete toscano e mi predisse che quella lettera era destinata a lasciare un’eredità negativa nella scuola successiva. Garosci fu uno dei primi a subire una contestazione violenta. Infatti ,rileggendo degli appunti presi allora, constato che la lettera di Don Milani pose il problema del classismo della scuola italiana,chiusa ai poveri,dei programmi vecchi e nozionistici,della mancanza di legame tra scuola e vita reale,dell’inutilità dell’insegnamento in termini pratici,della inopportunità  dell’assegnazione del voto e soprattutto della necessità di non bocciare.  La scuola media unica era nata da cinque anni.Oggi vediamo che l’attacco al nozionismo ha generato il rifiuto della nozione senza la quale la cultura diventa vaniloquio.Constatiamo che le lingue classiche sono state relegate in un angolo,mentre avevano un ruolo importante nella formazione dei giovani,ma a molti sembravano inutili sotto il profilo pratico. Non avevano letto neppure Concetto Marchesi, latinista e comunista. Alla citazione latina è subentrata quella inglese, anche da parte di chi non sa l’inglese,oltre a non conoscere l’italiano. Soprattutto, l’imperativo categorico “Non bocciare” si è tradotto nel facilismo, nella desertificazione degli studi, nel non sapersi,appunto,neppure esprimere in italiano,come hanno denunciato 600 accademici italiani di recente. Chissà se don Milani condividerebbe lo sfascio attuale ?Era un sacerdote un po’ settario,ma sicuramente alla sua missione di prete e di educatore  credeva profondamente. E seppe anche pagare di persona per le sue idee. L’antipedagogia del torinese  Francesco de Bartolomeis (che frequenta ancora le piscine a 90 anni) ha sicuramente delle responsabilità maggiori.Tra lui e Quazza negli studi storici è difficile stabilire una graduatoria.

 

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  I matti eliminati per legge ?

Il maggior psichiatra torinese, Pier Luigi Furlan,  figlio dello scrittore Pitigrilli, ha pubblicato il libro “Sbatti il matto in prima pagina”, edito da Donzelli ,nel quale documenta accuratamente attraverso lo studio dei giornali dell’epoca il lungo dibattito che portò alla eliminazione dei manicomi. Una pagina drammatica che Furlan,medico e scienziato di fama internazionale,ci fa rivivere in tutta la sua complessità. Così nacque la legge  180, detta anche legge Basaglia dal nome del suo ispiratore :la partorì  “Psichiatria democratica”,un movimento destinato ad essere egemone,come altre associazioni simili nel campo della magistratura e della scuola. Certo, i manicomi erano dei “lager”,anche magari delle fabbriche di follia,ma  ci sarebbe oggi  da domandarsi se alla legge Basaglia sono seguiti provvedimenti che vadano oltre il dogma,tutto ideologico, di  affrontare il problema delle patologie mentali come se fossero il prodotto dell’oppressione sociale capitalista.  Abolire i manicomi-lager è stato giusto, anche perché la legge istitutiva del 1904 era stata stravolta dal fascismo,ma negare un adeguato appoggio a chi abbia reali problemi è tutt’altra cosa . Lasciare famiglie in difficoltà  abbandonate a sé stesse è stato ed è un gravissimo errore. L’idea che non si tratti di malati, ma di disturbati è stata perdente. Quanti sono a Torino i barboni lasciati al loro destino o costretti ogni tanto al TSO, trattamento sanitario obbligatorio?

Un drammatico caso recente torinese  ha messo in evidenza che cosa sia il TSO anche per persone che vivono in famiglia. Avevano ragione i radicali di Pannella e i liberali di Malagodi ad opporsi alla legge 180.Pannella voleva il referendum per l’abolizione  della legge sui manicomi del 1904,ma si oppose alla legge Basaglia,vedendo lontano. Occorre riprendere i temi liberali per porre argine ad una situazione che, con la mancanza di risorse e con un ridimensionamento del Servizio Sanitario Nazionale,si fa esplosiva.Ieri ho rivisto in una piazza torinese una donna che chiede aiuto ai passanti da almeno quindici anni.Sempre lo stesso volto,invecchiato,ma sempre la stessa richiesta di un panino per mangiare. Non credo che le possa bastare un panino.  Occorrerebbe ben altro. E poi ci sono i drammi della violenza fuori e all’interno delle famiglie,degli uxoricidi e degli omicidi che dominano le cronache dei giornali. Sono tutti raptus improvvisi? Sono tutti frutto della gelosia che fa perdere la testa ?

 

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 Villafranca sabauda

Oggi, anzi dagli anni 50, è diventata Villafranca Piemonte, ma il suo nome storico è Villafranca Sabauda, paese vicino a Cavour. I repubblichini di Salò cancellarono  il “sabauda”, e ,non subito a ridosso dal referendum del 2 giugno 1946,ma negli anni Cinquanta, si inventarono Villafranca Piemonte,modificando un vecchio nome ,quello di Villa Piemonte. Anche Venaria reale divenne per un certo periodo solo Venaria,ma poi l’esistenza della reggia impose anche ai faziosi di ripensare ad una scelta che negava in modo palese la storia.Benedetto Croce, nel suo viaggio torinese dopo la guerra, aveva scritto a Filippo Burzio lamentando i cambiamenti della toponomastica cittadina volti a cancellare alcuni nomi dei Savoia. Il senso della storia non poteva consentirlo, scrisse il filosofo. Non si capisce perché Villafranca non senta la necessità di riprendere il suo storico nome. Conservo la lettere e le cartoline di Vittorio Prunas Tola, che passava l’estate  nell’antica casaforte di Marchierù e che datava sempre le sue missive ,scrivendo Villafranca Sabauda. Non era il  vezzo di un vecchio nobiluomo d’antico stampo,e ra la storia.

* Direttore del Centro “Pannunzio”

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 LETTERE

La rubrica è seguita da molti lettori che mi scrivono. Mi sembra giusto riservare loro uno spazio. Pubblico una lettera,scegliendola tra quelle che mi hanno espresso dissenso.

PFQ

“Lei scrivendo dei 150 anni de “La stampa”,ha messo in luce che Valerio Castronovo  ha scritto un’opera  in cui “ricostruisce con rigore la storia di un  secolo e mezzo in cui egli inserisce magistralmente (sic) quella del giornale “. Ma non ha letto le critiche persino di Jas Gawronski, amicissimo dell’avv. Agnelli e un tempo anche suo? Gawronski lamenta come non si sia parlato di fatto dei direttori de “La stampa” del ventennio. Cosa ne pensa ? E’ rigore storico ignorarli?”

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Castronovo, uno dei nostri migliori storici in assoluto, ha scritto ,come avevo rilevato,una storia di 150 anni di vita italiana in cui ha  inserito la storia del giornale. Quindi non si tratta di una storia del giornale vera e propria,come forse sarebbe stato auspicabile.Non ho difficoltà a dar ragione a Jas, di cui resto amico oggi come ieri :dopo decine d’anni anche i direttori di epoca fascista vanno storicizzati. Tra il resto , Curzio Malaparte ed Alfredo Signoretti non erano certo dei direttorini. Malaparte,tra il resto, finì al confino  fascista e, dopo la guerra, aderì al partito comunista. La storia è sempre più complessa di quello che si possa pensare.