redazione il torinese

Granata e bianconeri uniti dalla solidarietà

I tifosi granata e bianconeri sostengono la ricerca sui tumori muscoloscheletrici. Si tratta di una sorta di derby della solidarietà non disputato sul campo ma dai benefici effetti, nato su iniziativa della Fondazione per la ricerca sui tumori dell’apparato muscoloscheletrico e rari Onlus con l’aiuto di Caffè Vergnano, del Museo del Grande Torino e dell’associazione Quelli di Via Filadelfia. C’è tempo fino al 7 maggio, giorno del derby tra Juve e Toro, per acquistare lattine di caffè Vergnano, una in versione  bianconero e una granata, con offerte da 5 euro. La vendita avviene anche sul sito dell’azienda torinese di caffè e in alcuni locali torinesi della catena Caffe Vergnano 1882. Il ricavato andrà alla Fondazione per realizzare un importante progetto di ricerca. Con Raimondo Piana, fondatore della Fondazione, ed Enrico Vergnano, alla presentazione del derby c’erano anche gli ex calciatori di Toro e Juve Natalino Fossati e Giuseppe Furino.

 

(foto: il Torinese)

Fiume Dora, il tratto delle ferriere torna a cielo aperto

Sarà nuovamente a cielo aperto, a Torino, il tratto del fiume Dora compreso tra via Livorno e corso Principe Oddone. I lavori stanno per iniziare e saranno pronti entro l’autunno. L’assessore all’Urbanistica del Comune di Torino Guido Montanari ha spiegato che l’operazione permetterà  di completare il recupero complessivo dell’ area industriale dismessa. “un risanamento ambientale di notevole importanza, – ha sottolineato – che cittadini e abitanti attendevano da tempo. Consentirà di attrezzare un’altra porzione di Parco Dora, estendendo la piena fruibilità del polmone verde sorto sul contesto dismesso e degradato delle ferriere novecentesche”.

(foto Drone Piemonte)

Sperona l’auto dell’ex moglie, poi accoltella la donna

Sperona la vettura dell’ex moglie, dopo averla aspettata fuori dal lavoro. La donna ha cercato di scappare a  piedi, lui  l’ha accoltellata ferendola in modo grave. L’aggressione è avvenuta a Borgo Vercelli. I carabinieri hanno fermato l’ex marito. Sembra che la coppia di italiani, separata , litigasse  da tempo. L’ex è stata colpita all’addome, e l’ambulanza l’ha trasportata all’ospedale Sant’Andrea di Vercelli, dove i sanitari la stanno sottoponendo a  intervento chirurgico.

Pedone investito e ucciso

Aveva  72 anni il pedone che è stato investito e ucciso, questa mattina in corso Francia a Collegno. Stava attraversandola strada nei pressi del mercato di Santa Maria, ed è stato travolto da una Peugeot. Carabinieri e  polizia municipale stanno cercando di ricostruire i fatti per  capire se la vittima fosse o meno sulle strisce pedonali.

La città tra finanza islamica e tagli alle scuole cattoliche

Per il Sindaco Chiara  Appendino (il più amato d’Italia, da recenti statistiche) è giunto il momento di permettere una “colonizzazione” di banche islamiche per incoraggiare e incentivare i musulmani a comprare immobili sotto la Mole.

A dirlo, lei stessa ieri in un intervista rilasciata su Sky nella quale ha annunciato che “ è auspicabile a Torino la costituzione di banche islamiche che adottino una finanza conforme alla Sharia”.

Parole che per alcuni, tuonano come un serio e preoccupante segnale per il futuro perché adesso, davvero, non si comprende più quale sia il reale percorso che trama chi governa la nostra Città.

Mentre gli attentati terroristici rivendicati dall’Isis sono all’ordine del giorno, e proprio a Torino sabato scorso con provvedimento del Ministro dell’Interno Marco Minniti è stato espulso un cittadino marocchino per motivi di sicurezza dello Stato in quanto aveva intrapreso un percorso di radicalizzazione, considerando il nostro un Paese di miscredenti, arrivando persino nel 2012 a rifiutare il giuramento per ottenere la cittadinanza italiana ritenendo che l’osservanza della nostra Costituzione avrebbe offeso la sua religione perché non rispetta i dettami della Sharia, l’amministrazione grillina torinese lavora proprio per favorire una finanza a misura di Sharia, la legge islamica che in materia di finanza prevede il divieto di chiedere interessi sui prestiti  poiché apportano profitto alla posizione più forte indebolendo ulteriormente chi contrae il debito, e investimenti responsabili senza speculazione.Se così fosse, è facilmente deducibile che ci sarebbe una disparità assoluta di vincoli di accesso al credito tra chi contrae mutui con le “nostre” banche e chi invece, per appartenenza religiosa si rivolge agli istituti islamici.

Non si tratta di generalizzare: certo che non tutto l’Islam è terrorismo, ma ci si chiede se le nostre regole e tradizioni cattoliche avrebbero la stessa benevola accoglienza nei Paesi Arabi.

 

L’ annuncio arriva dopo aver ospitato il Turin Islamic Economic Forum ad inizio marzo e obbligando la Città in quelle giornate ad assumere costumi leciti secondo il Corano, halal friendly, Chiara Appendino ha così deciso che per integrare meglio i musulmani e incoraggiarli ad acquistare immobili in Italia, è necessario avviare una colonizzazione islamica delle banche conformi ai principi della Sharia.

Se a questa manovra del sindaco Appendino seguono in parallelo i tagli alle scuole cattoliche (motivate da “prevedibili” ragioni di Bilancio) la riflessione d’obbligo, semplicemente stando al recepimento dei messaggi che ci pervengono dal mondo arabo-musulmano è che il loro piano di colonizzare l’Occidente attraverso l’acquisizione di capitale, dunque comprarci, ove non riescono a sottometterci o convertirci avanza.

E’ ormai noto, nonostante i tentativi di beatificazione del Sindaco Appendino come esempio virtuoso di amministrazione a Cinque Stelle, che il gioco di Chiara è molto lontano dai principi con i quali si era presentata a chi le ha dato fiducia, al di là del meglio o peggio sulla tenuta dell’asfalto in Città, oltre che sulla totale mancanza di attenzione ai problemi delle periferie e di chi le vive che neanche un popolo bue potrebbe accettare, figurarsi i Torinesi che con dignità ogni giorno affrontano rassegnati (forse) aumenti delle tasse, (ma gli assessori della Giunta Cinque Stelle continuano a viaggiare in auto blu e no, non c’è stato nessun taglio di stipendio della Sindaca, come aveva ipotizzato di fare) la sicurezza che non c’è come dovrebbe, e le corsie preferenziali su sanità, asili, case popolari a cui gli immigrati continuano ad avere accesso. Se poi questo modello di governo dovesse venire promosso su base nazionale, dato che non viene taciuta l’ipotesi di candidare a Premier Chiara Appendino, forse è giunto il momento di soffermarsi a valutare, prima di votare, con chi si ha poi a che fare nella realtà.

 

CV

(foto: il Torinese)

 

Esercito, Carabinieri e Università insieme per i diritti umani

84 Sottotenenti dell’Esercito, 77 dell’Arma dei Carabinieri e 9 ufficiali stranieri provenienti da Afghanistan, Armenia, Marocco, Niger, Senegal e Thailandia hanno completato presso il Centro di Eccellenza per le Unità di Polizia di Stabilità (COESPU) di Vicenza un modulo formativo sulla tutela dei diritti umani e sull’applicazione del diritto internazionale umanitario nelle crisi internazionali. L’attività didattica è stata organizzata dalla Scuola Ufficiali dei Carabinieri di Roma in collaborazione con il Comando per la Formazione e Scuola di Applicazione dell’Esercito di Torino, la Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa e le Università di Padova e John Hopkins di Bologna. Attraverso l’alternanza di lezioni frontali ed esercitazioni pratiche condotte esclusivamente in lingua inglese, nei quattro giorni di formazione gli allievi hanno potuto familiarizzare con le principali problematiche che insorgono nelle situazioni operative in cui all’uso della forza deve corrispondere la tutela dei diritti umani. Sia i giovani ufficiali che gli studenti universitari si sono confrontati con scenari nei quali è stata simulata la salvaguardia o la violazione delle principali norme di diritto umanitario. Fra le tematiche affrontate si sono rivelati di particolare interesse l’uso dei droni, le ostilità in ambiente urbano, i rastrellamenti e i check-point, la messa in sicurezza di una fossa comune. Suddivisi in gruppi di lavoro misti, i frequentatori hanno esaminato i lineamenti storici e teorici di un ambito disciplinare indubbiamente complesso guidati da insegnanti militari e docenti universitari. Le nozioni apprese in aula sono state quindi messe in pratica sul terreno durante l’esercitazione finale svolta con il supporto di unità della I e II Brigata Mobile Carabinieri e del Raggruppamento Carabinieri Investigazioni Scientifiche. L’analisi in sede di debriefing dei risultati conseguiti ha suggellato la conclusione di un modulo che vede operare in stretta sinergia Esercito, Arma dei Carabinieri, mondo accademico e agenzie internazionali con il fine di implementare la reciproca conoscenza fra i futuri protagonisti delle missioni internazionali, perfezionarne il profilo culturale e ampliare gli spazi per una sempre più efficace operatività interforze.     

Il Pd e il congresso che ci passa il convento

STORIE DI CITTA’  / di Patrizio Tosetto

Per commentare questa prima fase di congressi pd di Torino e della regione mi sono messo di buzzo buono e mi sono informato. Solita prassi tra  web e telefonate del caso. Poi mi riprometto di “metterci il naso” direttamente sabato . Altro giro, altra corsa e – forse – altro premio. 

Sono molte le domande che faccio ed una in particolare che mi faccio :  è davvero in corso il congresso del PD? Sono il solito  provocatore? Non penso …comunque, atteniamoci ai fatti racchiusi nei datii e soprattutto nel tempi.  Congressi sintetizzati dalle 10, 30 alle 16 quando si comincia nel votare.  Un’ oretta va via a chi presenta le tre mozioni. È ora di mangiare. Si riprende con il  dibattito di rito e dopo un’altra oretta si vota. Risicato.  Poi? Non durano molto gli spogli. In valore assoluto sono pochini coloro che votano. In alcuni casi  sono sufficienti le dita di una mano per contarli. 

Già erano pochi gli iscritti. Ma ecco trionfanti i renziani che anno orgogliosamente circolare i dati.

Le percentuali suonano diversamente :67 . 68 Renzi,  29. 72 Orlando e 2.61 Emiliano. 

Se il secondo giro confermerà la situazione si può sicuramente dire che il PD è saldamente in mano ai renziani. Per ora questo il dato: pochi votanti e se supererà il 70 percento il Renzismo avrà ancora vinto.  Forse una vittoria di Pirro…ma pur sempre una vittoria.  Non è tutto. Manca il voto popolare. 

Dopo l’elezione degli organi dirigenti, il voto ai cittadini. Basterà fare una dichiarazione di voto al PD e versare 2 euro. Anche qui peserà quanti voteranno per rendere compiuta o incompiuta la vittoria renziana. Forse mi sbagliavo.  C’ è stato e ci sarà il congresso, però  insufficiente dal mio punto di vista. Ma come mi hanno giustamente obbiettato cari amici è ciò che il convento ci passa per ora .

Innovation marketing

Offrire il prodotto giusto al cliente giusto, un must per tutte le aziende

di Antonio De Carolis

Le aziende moderne lavorano oggi su più fronti per acquisire e mantenere un posizionamento da leader sul mercato.La competizione non è più legata al solo prodotto e alla sua qualità, ma anche e soprattutto a una serie di altri fattori fondamentali, tra i quali la distribuzione, il prezzo, il package e la comunicazione.Quest’ultima, in particolare, è strategica per trasferire al più alto numero di consumatori possibili le reali caratteristiche del prodotto/servizio offerto ed i vantaggi che esse porteranno se decideremo di effettuare l’acquisto.Ci piace pensare che la comunicazione pubblicitaria rappresenti lo strumento con il quale l’azienda riesce a far vivere un’esperienza sensoriale, molto prossima a quella dell’utilizzo del bene proposto.Ma quali sono i canali che un’azienda può utilizzare? Tantissimi !!!

Una decina di anni fa avremmo sinteticamente detto:

TV, radio e cinema per la pubblicità sui media.

Giornali e riviste per la pubblicità sulla stampata

Insegne, vetrofanie, espositori per la pubblicità sul Punto Vendita

Biglietti da visita, cataloghi, flyer, gadget per la pubblicità diretta

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Molti, ma comunque ristretti rispetto a quelli che oggi si vanno ad aggiungere attraverso internet.Il web infatti non sostituisce, ma affianca la pubblicità tradizionale con le sue innumerevoli possibilità. Il sito non è la sola possibilità, anzi molti sostengono che comunicare solo attraverso il sito sia come avere un negozio e non farlo sapere a nessuno.

 

Non è pensabile, se si vogliono raggiungere risultati concreti, non considerare attività come l’e-mail marketing, l’e-commerce, la pubblicità sui motori di ricerca, il SEO (Search Engine Optimization) per posizionarsi meglio degli altri competitor nei risultati di ricerca insieme a tutte le altre varianti connesse quali ad esempio SEM ( search engine marketing) e SEA (search engine advertising) oltre al video marketing (brevi video inseriti sul web) e i social network, sino ad arrivare al marketing virale per i più esperti. Come possiamo ben capire stiamo parlando di un mondo dove la competenza è indispensabile perché i budget che le aziende hanno a disposizione sono sempre più contenuti rispetto al passato. Al di sotto di un certo livello di investimento, però, è meglio non scendere perché, come affermava Henry Ford, fondatore dell’omonima casa automobilistica americana, “Chi smette di fare pubblicità per risparmiare soldi è come se fermasse l’orologio per risparmiare il tempo”. Il marketing ideale, si sa, mira a fornire strumenti che consentano all’azienda di produrre ciò che il mercato ricerca, evitando investimenti inutili e magazzini pieni di merce invenduta e, recentemente, per cercare di avvicinarsi a quest’obiettivo ci si è affidati alle neuroscienze. Per definirle meglio, possiamo chiedere aiuto al premio Nobel Eric Kandel che, attraverso il libro “Principi di Neuroscienze”, edito da C.E.A. Casa Editrice Ambrosiana – Divisione di Zanichelli Editore, aiuta a comprendere i processi mentali attraverso i quali le persone percepiscono, agiscono, imparano e ricordano. Questa nuova frontiera prende il nome di neuromarketing e studia i fenomeni psicologici che spingono una persona a fare certe scelte anziché altre quando ci trova, ad esempio, di fronte ad uno scaffale di un supermercato e si deve comprare un pacco di pasta.

 

Tutti noi siamo consumatori, e ogni nostra scelta identifica le nostre preferenze e i nostri “comportamenti tipo” quando siamo in fase d’acquisto, Se condividiamo queste informazioni con altri, non sarà difficile profilarci al meglio proponendoci solo prodotti che sono realmente di nostro interesse. Molto probabilmente non ce ne rendiamo sempre conto ma, quando affermiamo di conoscere i gusti di nostra moglie, nostro figlio o un nostro amico, stiamo facendo una profilazione. E’ un po’ la logica del barman che, quando ci vede entrare nel locale, ci riceve con un sorriso e ci dice: “Signore buongiorno! Le servo il solito?” Anche se, per alcuni di noi, tutto ciò potrà sembrare eccessivo, “invadente” e forse anche non sempre rispettoso del privato, ricordiamoci che quest’attività rappresenta “lo strumento” e di per sé ’ uno strumento è sempre “neutro” fino a quando non viene utilizzato in un modo o in un altro.. E’ l’utilizzo di queste informazioni o il loro abuso a rendere lo strumento asfissiante e poco gradito quando qualcuno vuole venderci qualcosa “a tutti i costi”. La preparazione professionale e la capacità di relazione di chi svolge attività di marketing o di vendita fanno la vera differenza e rendono uno strumento sofisticato un valido aiuto o un elemento negativo della negoziazione. Le aziende, per evitare comportamenti inadeguati e estremamente nocivi per la branding reputation, investono sempre di più nella preparazione delle proprie risorse anche perché il consumatore finale è sempre più esperto e ben conosce gli argomenti da utilizzare per tutelare la propria privacy e garantirsi la massima trasparenza. Dobbiamo sinceramente osservare che queste tecniche sono di grande supporto per arrivare prima possibile ad offrire “il prodotto giusto al cliente giusto” e limitano possibili acquisti inadeguati e inutili perdite di tempo. In chiusura però, ci piace pensare che la volubilità e la sensibilità di ognuno di noi siano tali da modificare ogni tipo di ricerca o di studio e questo serve a mantenere sempre vivo quell’alone di imprevedibilità che ci rende diversi uno dall’altro.

Buon lavoro a tutti e buoni acquisti .

 

 

Antonio DE CAROLIS

Presidente CDVM Club Dirigenti Vendite e Marketing

presso Unione Industriale di Torino

www.cdvm.it

Treni, i pendolari chiedono meno tagli. Dal 2010 servizio ridotto e linee soppresse

“Sono 165 mila i pendolari piemontesi che ogni giorno prendono il treno per spostarsi per ragioni di lavoro o di studio. Dal 2011 si è assistito a un calo di circa il 9,5%, una diretta conseguenza dei tagli al servizio ferroviario regionale che dal 2010 ad oggi hanno portato alla soppressione di intere linee con un taglio complessivo del servizio pari all’8,4%. Riattivare le tratte ferroviarie piemontesi chiuse, serve innanzitutto per offrire nuovamente un servizio degno di tale nome ai pendolari. Ma queste tratte rappresentano anche un importante patrimonio paesaggistico e culturale che merita di essere valorizzato e sono un’opportunità preziosa per avviare e incentivare una riconversione sostenibile all’insegna di un turismo di qualità”. Legambiente ne ha parlato  ad Asti in occasione del passaggio del Treno Verde All’incontro dal titolo “Ferrovie Unesco: sviluppi della proposta per la riapertura delle linee ferroviarie piemontesi sospese” sono intervenuti Federico Vozza, vicepresidente di Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta; Paolo Milanesio, staff Assessorato regionale ai Trasporti; Giovanni Currado, amministratore delegato di INFRA.TO; Marco De Vecchi, presidente dell’Osservatorio del Paesaggio Astigiano;rappresentanti delle associazioni dei pendolari. “Chiediamo alla Regione di invertire finalmente il trend negativo degli ultimi anni che ha visto la chiusura di linee importanti, aumenti vertiginosi delle tariffe e un’emorragia di pendolari – ha affermato Federico Vozza, –. Occorre aumentare gli investimenti sul trasporto ferroviario pendolare dando tempi certi per la riapertura delle linee tagliate perché puntare sui treni pendolari è nell’interesse dei cittadini”. Secondo  Legambiente, per cambiare questa situazione “occorre aumentare l’offerta di treni sulle linee, in particolare in quelle urbane più utilizzate dai pendolari e laddove sono stati cancellati o ridotti i collegamenti in questi anni. Regione e Governo centrale devono poi finalmente comprare treni, poiché sono i numeri di coloro che prendono il treno ogni giorno a far capire l’importanza di invertire questo processo: 160 mila passeggeri sulle Frecce, 25 mila su Italo, 40 mila su Intercity, oltre 2 milioni e 800 mila sui treni regionali, 2 milioni e 650 mila sulle metropolitane”. Tra le linee chiuse a seguito dei tagli decisi dalla Regione Piemonte quella di Casale Monferrato, con la linea per Vercelli e quella per Mortara. Fino a pochi anni fa da Casale Monferrato si poteva andare a Vercelli in 18 minuti, con diversi collegamenti diretti al giorno, e si poteva andare a Mortara in 25 minuti, anche qui con diversi collegamenti attraverso una linea diretta. Oggi ci vogliono fino a due ore in entrambe le direttrici perché costretti a cambi. In alternativa ci sono i pullman, comunque più lenti del servizio treni che esisteva fino a pochi anni fa. A gennaio scorso la Camera dei Deputati ha inoltre approvato in prima lettura il progetto di Legge per l’istituzione di ferrovie turistiche e definisce un primo elenco di tratte ferroviarie da valorizzare. S”i tratta di percorsi costruiti tra la fine dell’ottocento e i primi del novecento che, oltre ad attraversare luoghi ricchi di fascino e di storia, conservano, quasi intatti, importanti elementi di archeologia industriale e ferroviaria, ponti e gallerie ancora in eccellenti condizioni statiche, stazioni e magazzini dall’inconfondibile stile ferroviario italiano: infrastrutture che, in un modo o nell’altro, hanno fatto la storia del nostro Paese e che vanno assolutamente tutelati. Tra queste la ferrovia Ceva-Ormea in Piemonte” sostiene Legambiente.

 

(foto: il Torinese)

 

 

Mario Martone e la giustizia nella Napoli di oggi

Chissà se Eduardo avrebbe immaginato ad aprire le immagini del suo “sindaco” la voce di un rapper, cui noi pubblico di oggi ci affidiamo nel suono ma non nella completa comprensione (e chissà come si sarebbe comportato nel ’60 il pubblico romano del Quirino di fronte alla “chiusura” di un simile linguaggio). Chissà se avrebbe immaginato il suo Antonio Barracano, colui che amministra le vicende del rione, che distingue tra “gente per bene e gente carogna”, che sa comprendere quelli che tengono “santi in paradiso e chi non li ha”, dai suoi dati anagrafici che denunciano d’aver passato ormai la settantina con abbondanza, dai modi signorili, da quella sua aria

patriarcale, dalla voce e dai modi lenti e pacati – che solo di recente, un paio di stagioni fa più o meno, ha nuovamente rivelato Eros Pagni – passato nelle vesti di un aitante uomo che ancora non ha raggiunto i quaranta, in ottima forma fisica, che trova il tempo per mostrarsi a far ginnastica, che ha abbandonato il vecchio abito gessato per delle mise certo più attuali, che ha modernizzato nel plexiglas l’arredamento di casa sua con quel tanto di kitch che Gomorra e le cronache televisive, scavando nei bunker, oggi ci mostrano. Anche quel mondo affidato alla camorra più crudele e sbrigativa è cambiato, tutto è fast si direbbe oggi, anche la sala operatoria che viene allestita sul tavolo della sala da pranzo, tra stilizzate ed emblematiche porte di ferro che chiudono e proteggono, ancor prima che il boss si risvegli al mattino, ancor prima che la rissa abbia luogo con tanto di proiettile nel vicolo accanto. Quando si dice la routine. E sono fatti che dobbiamo vedere, non ci farà né caldo freddo, ci hanno ormai abituati. Ad ogni ora del giorno. E Mario Martone, in questo modernissimo, concreto, ben saldo (macché intervallo abituale, tutto corre velocemente verso la rovina, due ore filate di rappresentazione) “Sindaco di rione Sanità” prodotto dallo Stabile torinese con il NEST Napoli Est Teatro e Elledieffe, in scena al Gobetti sino a domenica, ce li mostra questi atti di sangue, anche la coltellata che deciderà dell’esistenza di don Antonio, che s’è fatto mediatore tra un povero ragazzo iroso che ha deciso di dover far fuori il padre, fornaio arricchito. Ha visto negli occhi del ragazzo la sua stessa determinazione ad uccidere che lui aveva in gioventù: ma sarà la fine e sembrerà davvero un’”ultima cena” quella che occuperà il finale del dramma.

Con la crudezza e la violenza quotidiana che si porta dentro, private di quella cifra “romanzata” che Eduardo poteva avervi immerso all’interno, “Il sindaco” di Martone che “affascina” per quanto possa affascinare il male, ti prende, merito del ritmo ossessivo di una regia serrata, intelligente e materialmente bella, della verità con cui la compagnia costruisce i maggiori come anche i piccoli personaggi, dei tanti oggetti che circolano cosicché anche tutto quel denaro invisibile tirato fuori dal cassetto con tanto di cigolio ti sembra più vero del vero. Si respira, mentre la si respinge, tutta la modernità delle azioni che passano tra le mani di don Antonio, cruente, abituate a svolgere il proprio lavoro come se si fosse in un ufficio (la figlia più piccola non ha ha ancora l’età per il lavoro sporco, per adesso s’accontenta di archiviare e scartabellare i fascicoli delle differenti “imprese”, insostituibile segretaria), alle prese con il suo esercito di “ignoranti”, si rende tutto anche più tragico forzando quella lingua addolcita dall’autore per farla scivolare in una scrittura chiusa, difficile, a tratti intraducibile. Gli attori stanno nella prima linea del successo della serata, tutti quanti, a cominciare dal protagonista Francesco Di Leva, sfrontato, efficace, paterno, Massimiliano Gallo asserragliato nella propria roccaforte di padre che ha tagliato definitivamente i ponti con la prole, personaggio forte e duro, Giovanni Ludeno, il “consigliori” che da sempre vive in quella casa in un misto di deferenza e rivolta, contrario a quella “piaga” che stazione nell’anticamera nell’attesa di ottenere (una) giustizia. Il primo Eduardo per Martone, una scommessa stravinta.

 

Elio Rabbione