redazione il torinese

Al Sacrario della Benedicta il 73° anniversario dell’eccidio nazifascista

Oggi, domenica 9 Aprile, si celebra al Sacrario della Benedicta ( nell’area del parco naturale delle Capanne di Marcarolo, in territorio del comune alessandrino di Bosio) il 73° anniversario dell’eccidio

La manifestazione inizierà alle 9,30 con la deposizione delle corone e il corteo che dal Sacrario raggiungerà il cortile della Benedicta. Dopo il saluto del sindaco di Bosio, Stefano Persano, e la celebrazione della S.Messa, interverranno Gian Pietro Armano ( Presidente dell’Associazione “Memoria della Benedicta”), Nino Boeti ( Vicepresidente del Consiglio regionale del Piemonte) e Maria Rita Rossa (Presidente della Provincia di Alessandria). Seguirà l’orazione ufficiale, affidata a Carlo Ghezzi, Vicepresidente nazionale dell’Anpi.

Nel corso della manifestazione si esibirà la Banda Musicale di Arquata Scrivia e, nel pomeriggio – alle 14.00 – sarà possibile percorrere il “sentiero della pace”.

Il 7 aprile 1944 ingenti forze nazifasciste circondarono la Benedicta e le altre cascine dove erano dislocati i partigiani e colpirono duramente i giovani, spesso impossibilitati a difendersi per la mancanza di un adeguato armamento e di esperienza militare. Il rastrellamento proseguì per tutto il giorno e nella notte successiva. Molti partigiani, sfruttando la conoscenza del territorio, riuscirono a filtrare tra le maglie del rastrellamento, ma per centinaia di loro compagni non ci fu scampo. In diverse fasi i nazifascisti fucilarono 147 partigiani, altri caddero in combattimento; altri partigiani, fatti prigionieri, furono poi fucilati, il 19 maggio, al Passo del Turchino. Altri 400 partigiani furono catturati e avviati alla deportazione  (quasi tutti a Mauthausen), ma 200 di loro riuscirono fortunosamente a fuggire, mentre i loro compagni lasciarono la vita nei campi di concentramento. Il rastrellamento della Benedicta, che nelle intenzioni dei nazisti e dei fascisti avrebbe dovuto fare terra bruciata intorno alla resistenza, non riuscì tuttavia a piegare lo spirito popolare. Anzi, proprio dalle ceneri della Benedicta il movimento partigiano, dopo aver avviato una riflessione anche spietata sugli errori compiuti, riuscì a riprendere vigore: la divisione “Mingo”, attiva nell’ovadese, ebbe tra i suoi promotori proprio alcuni degli scampati alla Benedicta. Altri partigiani continuarono la loro esperienza in formazioni della Val Borbera e in altre divisioni partigiane dell’appennino alessandrino. Nel 1996 il Presidente della Repubblica ha conferito alla Provincia di Alessandria la medaglia d’oro al valore militare per l’attività partigiana, con una motivazione che fa espresso riferimento all’eccicio della Benedicta come evento emblematico della Resistenza.

Aguzzare l’ingegno per far fronte alla disperazione

 

C’è chi realizza sciarpe e foulard, chi incide il legno o il cuoio, chi produce bambole con l’uncinetto, chi forgia bijou con alluminio e pasta di mais. Non mancano cestai e impagliatori, pittori e soffiatori di vetro. E’ l’altra faccia della “Street art”: sempre all’avanguardia per le nuove forme d’arte e meta di turisti curiosi di vedere le opere di strada che si nascondono sui muri e i palazzi dei quartieri storici, Torino è ora diventata anche meta di “operatori del proprio ingegno”, che raggiungono la città per esporre le proprie opere.Basta fare un giro nei mercati rionali della domenica o nelle fiere dell’hinterland per immergersi in un universo di proposte creative, di ogni genere e tipo. Fino a qualche tempo fa quello che gli hobbisti cercavano di trarre dalla loro attività era la soddisfazione personale, un sentimento di gratificazione nel quale non era contemplato un desiderio di guadagno. Quello che contava era esprimere la propria passione attraverso le creazioni che realizzavano ed esponevano sui banchi, non i soldi. Oggi le cose sono cambiate. Adesso nel vasto mondo degli “Opi” si sono rifugiate molte persone che sotto i colpi della crisi hanno perso il lavoro e, spesso a causa dell’età, non sono più riuscite a trovare un’occupazione stabile. Hanno quindi messo a frutto le proprie abilità manuali, cercando di trasformare in mestiere quello che era sempre stato un semplice hobby. L’attività degli hobbisti è definita sulla base di leggi regionali. In linea di massima rientrano all’interno della categoria tutti coloro che vendono, barattano, propongono o espongono, in modo saltuario e occasionale, opere che sono frutto del loro ingegno e sono prodotte a mano.

Non sono tenuti a possedere partita Iva, a meno che i loro introiti non superino i 5 mila euro di fatturato annuale. Cosa che spesso li rende invisi ai tradizionali ambulanti, timorosi di una concorrenza originale ed esente da tasse e balzelli. Numerose, nel nostro Paese, le fiere dedicate agli hobby creativi. A Torino c’è “Manualmente, il talento in libertà”, rassegna dedicata a tutti coloro che vogliono esporre le proprie creazioni. Giunta quest’anno alla sua quinta edizione, si terrà al Lingotto Fiere dal 7 al 9 aprile. Oltre ai mercati e alle fiere, anche il web offre agli operatori del proprio ingegno l’opportunità di allargare il bacino di utenti. Esistono infatti dei portali che consentono di aprire negozi virtuali on-line, in cui esporre le proprie opere. I più gettonati sono Facebook ed Etzy. Ma la piazza prediletta degli Opi non è quella virtuale, bensì quella reale, come reali sono le loro creazioni. Intraprendenza, passione e fantasia, accanto a un’ottima manualità, sono le caratteristiche fondamentali degli hobbisti. Tra loro, veri e propri personaggi in grado di produrre, con le proprie mani e un lavoro paziente, unico e personale, capolavori artistici. Come Silvio Tessarin, in arte “Silvio Spray”, che con le sue bombolette di vernice è diventato un esponente di spicco della nuova Street Art. O Federica Negro, ingegnosa interprete dell’”arm-knitting” e del “finger-knitting”, tecnica che consente, utilizzando le braccia e le dita, di confezionare originali capi d’abbigliamento e accessori. Ma i ritratti di questi personaggi saranno oggetto delle prossime puntate.

 

Paola Zanolli

Il Toro in rimonta raccoglie un punto meritato

La galleria fotografica completa su: www.fotoegrafico.net

di Claudio Benedetto

Gol, spettacolo, emozioni e pali: questo il succo del “lunch-match” di oggi

Il Toro attacca, cerca il gol, colpisce tre pali (due nel primo tempo e uno nella ripresa), subisce due gol da una buona Udinese sempre pericolosa e pronta a ribattere colpo su colpo, ricomincia ad attaccare, rimonta negli ultimi 20 minuti e poi addirittura, nel tempo di recupero, rischia di vincere.

Davvero tanto per una partita che in fondo non aveva da dire granché, con i granata e i friulani tranquilli in classifica e senza velleità di qualificazione europea. Il Toro si presenta praticamente con la stessa formazione che prima della sosta aveva fermato l’Inter, infatti l’unica variazione rispetto a 15 giorni fa, Iturbe che lascia il posto a Iago Falque, viene presto ripristinata a causa dell’infortunio di quest’ultimo, l’Udinese invece schiera un più moderato 4-4-2 con Scuffet tra i pali.I granata controllano il gioco ma sembrano un po’ macchinosi nel creare occasioni, le poche azioni in area friulana sembrano quasi casuali: al 12’ Baselli si fa pericoloso ma sbaglia lo stop al momento giusto e al 27’ Zappacosta incrocia fuori un tiro che poteva aver migliore sorte. L’Udinese, dal canto suo, si concede qualche pericoloso contropiede con Badu e soprattutto Zapata. E’ alla fine del primo tempo che il Toro comincia a suonare la carica, purtroppo senza troppa fortuna: traversa di Belotti e subito dopo palo di Rossettini ad infiammare gli ultimi 5 minuti del primo tempo. Si va comunque all’intervallo sullo 0-0

Nella ripresa, invece, si parte subito forte: subito gol Udinese, al 5′, con Jankto al 5′, poi altra traversa colpita da Belotti di testa e, sul cambio di fronte, secondo gol dei bianconeri con Perica lesto lesto a toccare in rete un pericoloso pallone calciato da Zapata. Un uno-due che avrebbe steso un toro, ma non questo Toro!La squadra granata reagisce con orgoglio e in pochi minuti accorcia le distanze con Moretti veloce e opportunista in area, 1-2 al 25′ minuto. A questo punto Mihajlovic rischia il tutto per tutto, dentro Maxi Lopez al posto di Baselli con Ljajic arretrato sulla linea dei centrocampisti in uno schieramento molto offensivo.L’Udinese ora non riesce più a ribattere, Scuffet, il migliore dei suoi, tiene botta con gran classe, ma al 38′ arriva il gol del Gallo Belotti che, di testa e con gran potenza, realizza il suo 23° gol. Toro che pareggia, meritatamente, e ritrova grande entusiasmo.

Ancora da registrare, nei minuti di recupero, un gol annullato al solito Belotti per fuorigioco millimetrico, ma forse oggi il pareggio è davvero un risultato giusto per tutti!

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Tutte le foto di Claudio Benedetto su: www.fotoegrafico.net

 

I vigili del fuoco salvano da incendio donna incinta

Una donna incinta e il suo primo figlio, sono rimasti bloccati sul balcone e sono stati messi  in salvo dai vigili del fuoco. L’incendio è divampato questa mattina  al secondo piano di un alloggio in via Sestriere a Perosa Argentina. . Le cause  sono ancora da accertare, ma dalle prime ricostruzioni, sembra che il rogo si sia sviluppato  dal divano, propagandosi al resto dell’appartamento.

(foto: archivio VV.FF.)

Tradizioni, fede e turismo: via crucis a Gabiano

Anche quest’anno la Parrocchia di San Pietro apostolo a Gabiano, in Provincia di Alessandria, organizza una Via Crucis animata la sera del Venerdì Santo. Si tratta di un appuntamento che ormai è giunto all’undicesima edizione ed attrae spettatori, fedeli e non, e non soltanto dai comuni vicini, ma pure delle vicine province di Vercelli, Asti e Torino. La data per il 2017 è quella del 14 aprile, con partenza alle ore 21 dalla location naturale, e molto suggestiva, del Castello concesso dai proprietari, i marchesi Cattaneo Adorno.

Da qui si susseguiranno le varie tappe della Via Crucis attraverso un percorso guidato che si snoderà per le vie del paese, in angoli adatti la rendere efficace la presentazione, soprattutto dal punto di vista spirituale. E alla realizzazione dell’evento – che ormai può veramente aspirare a diventare una piccola Sordevolo (centro del Biellese dove ogni cinque anni va in scena la rappresentazione della Passione di Cristo con gli abitanti del paese a fare da figuranti) – contribuiscono in prima persona gli abitanti del comune monferrino, sotto la regia di don Carlo Pavin, che ne è stato l’ideatore sin dal suo arrivo nella comunità parrocchiale gabianese, riuscendo ad introdurre questo appuntamento che è diventato nel giro di pochi anni una tradizione. E si tratta di un impegno non da poco perché l’allestimento, la cura dei vari particolari, sempre con un occhio guardando alle condizioni meteo – qualche volta l’evento si è tenuto sotto la pioggia – richiedono un impegno non indifferente. Oltre all’aspetto scenico, che non manca, c’è anche un elemento forte sotto l’aspetto religioso, con il bacio della Croce in chiesa concluderà la serata che il sacerdote ricorda essere “di meditazione e di preghiera”. Quest’anno, per la prima volta, la manifestazione avrà anche un patrocinio, non oneroso, da parte dell’Unione dei comuni della Valcerrina, alla quale il territorio comunale di Gabiano appartiene. “La Via Crucis animata è un evento che, oltre a fare rivivere le profonde radici cristiane di questo territorio – dice Massimo Iaretti, consigliere delegato al turismo dell’Unione dei Comuni della Valcerrina – è anche in grado di attrarre persone da fuori zona, di farlo conoscere in altri luoghi del Piemonte e non solo. Analogamente a quanto avviene a Sordevolo, in Provincia di Biella, il paese ne è coinvolto in prima persona. Qui non c’è un anfiteatro ma un percorso molto suggestivo lungo le vie del paese. Ed è questo che l’Unione ha accolto immediatamente la richiesta del parroco di patrocinio, proprio per valorizzare ancora di più questo evento”

 

Doccia fredda dalla sottosegretaria Boschi: “I 61 milioni chiesti da Appendino non sono dovuti”

La  sindaca di Torino, Chiara Appendino,  si aspettava che il Governodopo le sentenze del Tar e del Consiglio di Stato –  destinasse alla città 61 milioni. Ma la richiesta è stata respinta al mittente dalla sottosegretaria alla presidenza del Consiglio, Maria Elena Boschi, che nella trasmissione di Maria Latella su Sky Tg24 ha detto: “La sindaca sa che il governo ha in corso  un confronto con il comune e che i 61 milioni non sono dovuti”. aA stretto giro di Ansa la replica di Chiara Appendino:  “Il Governo dovrebbe avere con le amministrazioni locali un rapporto istituzionale e non legato all’appartenenza politica. Gli esiti delle due sentenze dei giudici amministrativi certificano la correttezza dei calcoli effettuati dai nostri uffici . Mi appello affinché tutta Torino si unisca a noi in questa battaglia per la nostra comunità e per tutti i torinesi”.

“L’Europa che (non) vorrei”

L’Europa che (non) vorrei:le parole che contano” è il titolo dell’incontro che si terrà lunedì 3 aprile 2017, dalle 10.00 alle ore 12.00, presso l’Auditorium dell’Itis Majorana di Grugliasco. L’iniziativa, promossa congiuntamente dal Comitato Resistenza del Consiglio regionale del Piemonte  e dall’analogo Comitato del Colle del Lys, rappresenta l’atto conclusivo dell’omonimo progetto didattico che ha visto coinvolte alcune classi delle scuole medie secondarie di secondo grado della provincia di Torino. Un percorso sulle “parole che contano” che ha inteso mettere in rilievo, attraverso temi chiave (migranti e mobilità; confini e libertà; risorse e opportunità; conoscenza e comunicazione; lingua e identità), i nodi fondamentali dell’essere cittadini europei nel XXI secolo. Anche e soprattutto in termini problematici, chiamando in causa il significato stesso dell’idea di appartenenza europea. Le varie classi hanno adottato le parole chiave, realizzando dei video che – in uno o due minuti – hanno reso “visibile” il senso del loro modo di interpretarle. All’incontro plenario di lunedì 3 aprile tutti i partecipanti – docenti e studenti – presenteranno i prodotti multimediali elaborati nel percorso. Dopo i saluti di Tiziana Calandri, dirigente scolastico dell’I.I.S. Majorana  e l’intervento del Vicepresidente del Consiglio regionale, delegato al Comitato Resistenza e Costituzione, Nino Boeti, lo storico Claudio Vercelli svolgerà alcune brevi considerazioni sul percorso didattico e sui temi emersi. Seguiranno le presentazioni dei lavori da parte delle classi 4° A-B-C  I.S.S.A “ Giulio Natta” di Rivoli; 4° e 5° Liceo economico sociale – I.I.S “Federico Albert” di Lanzo; 4° I.T.G.I. “Galileo Galilei” di Avigliana;4° A – Informatica e 4° C I.I.S. “Ettore Majorana” di Grugliasco. Un gioco informatico ( “Gaming Guess Emotion”) , ideato dagli allievi del Majorana coordinati dalla prof.ssa Loredana D’Orta e dal prof. Marcello Bozzi e una breve esibizione musicale del prof. Fabio Caucino, chiuderanno l’incontro. L’intera manifestazione sarà coordinata da Elena Cattaneo, del Comitato Resistenza Colle del Lys.

Marco Travaglini

Linea di confine. Spigolature di vita e storie torinesi

di Pier Franco Quaglieni

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“Nell’intera  faccenda MOI  il grande assente appare lo Stato.  Se io parcheggio in sosta vietata vengo subito multato… mille clandestini occupano da anni una struttura pubblica ,senza che gli organi comunali e statali abbiano il coraggio di intervenire”

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Emanuele Artom

La Comunità israelitica torinese ha ricordato il giovane partigiano Emanuele Artom, fatto prigioniero e ucciso dopo atroci sofferenze il 7 aprile 1944.Anche lui, appartenente ad una nota famiglia ebraica torinese, si era formato in quella fucina di libere intelligenze che fu il liceo d’Azeglio. Sul sito del liceo si tende a ricordare soprattutto quel periodo eroico con Augusto Monti. Ci furono allora anche altri bravissimi professori ,come ci sono stati anche dopo il 1945.Artom fu catturato dai fascisti in val Pellice . Era insieme al suo amico Ugo Sacerdote, futuro alto dirigente industriale. Ugo si salvo’ , Emanuele venne fatto prigioniero. Sacerdote, uomo difficile, ma anche sincero amico che venne a rendere omaggio a Martini Mauri a cui nulla lo accomunava, se non il partigianato , pur con fazzoletti diversi, sentiva forte il legame con l’amico .Fu lui a indurmi a scriverne anni fa. Emanuele era soprattutto un intellettuale libero che avrebbe occupato sicuramente un posto di rilievo nella cultura italiana e nell’Universita’ nel dopoguerra. Una grande intelligenza perduta, una figura eroica che ha ancora molto da insegnare ai giovani d’oggi.

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Il MOI e i torinesi 

La  situazione del MOI ( ex Mercati Ortofrutticoli all’Ingrosso)  è  da tempo  insostenibile e grottesca: oltre mille clandestini occupano  una struttura pubblica , devastandola e commettendo svariati reati. Appare di tutta  evidenza l’ incapacità dello Stato e del Comune di Torino di risolvere la vergognosa questione, malgrado l’impegno del nuovo Prefetto di Torino Renato Saccone. Il sindaco/a  forse appare non rendersi pienamente  conto del degrado di un’intera zona della città. La nuova giunta 5S cerca di affrontare il problema a parole …, affidandosi a Cooperative, non ben precisati mediatori ed addirittura ai centri sociali (in qualità di consulenti???) . Da ultimo, si è fatto vivo come mediatore anche l’arcivescovo Cesare Nosiglia che apparirebbe  come una sorta di deus ex machina. Nell’intera  faccenda il grande assente appare lo Stato.  Se io parcheggio in sosta vietata vengo subito multato…mille clandestini occupano da anni una struttura pubblica ,senza che gli organi comunali e statali abbiano il coraggio di intervenire.  Il cittadino, per non dire chi abita nella zona del MOI non è più in grado di capire.

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Biennale, costi e tagli

In tre giorni di incontri quanto costa, anche solo di pubblicità, la Biennale della democrazia? Una pubblicita’ invadente che neppure una grossa attività commerciale si può permettere, si sarebbe detto un tempo, di stile berlusconiano. È lecito in democrazia pretendere un bilancio pubblico di una serie enorme di eventi, una vera e propria indigestione di parole, quasi tutte a senso unico? C’e’ la necessità di questa kermesse torinese ? Io ho dei forti dubbi. Persino un liceo di periferia ,l’Einstein, ha inserito nel suo orario di lezione una scuola di democrazia, per non parlare della scuola di buona politica del prof. Bovero , pupillo di Bobbio. La democrazia, direi ,si impara praticandola, votando, partecipando alla vita politica, più che ascoltando i soliti maestri, non sempre ottimi, a voler essere gentili. Nel contempo, dal Comune giunge la notizia di un taglio del 30% alla cultura, di fronte a cui i grandi enti, Regio, Stabile, Egizio ,quasi non hanno fatto una piega. La giustificazione è quella già tirata fuori da Chiamparino quand’era sindaco: gli asili hanno la priorità. Gabriele Ferraris su “Torino7” denuncia la mistificazione pubblicitaria che si rivela piuttosto vecchia. La mia esperienza mi induce a pensare che i tagli avvengano soprattutto sui piccoli ad alcuni dei quali, dai tempi di Chiamparino, è negato qualsiasi contributo. Una delle prime cose da tagliare ,o almeno da ridurre, sarebbe proprio la Biennale dell’ovvietà ideologica che anche quest’anno si è rivelata assai poco democratica ed assolutamente illiberale.

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Valdo Fusi e i morti di Salo’

Il 6 novembre 1956 Valdo Fusi, eroico combattente scampato alla fucilazione al Martinetto dei primi di aprile 1944, scriveva in una lettera pubblica : ” Dove sono sepolti i combattenti di Salo’ ? Se non hanno sepoltura ,dovremmo essere noi resistenti a provvedervi. Se sul piano delle idee nessuna conciliazione sara’ mai possibile (…) tra uomo e uomo è necessaria la più illuminata apertura dell’animo (…) . Dobbiamo cancellare ogni traccia della guerra civile ,sul piano umano . ” Che lezione umana, cristiana e civile ! Grande Valdo! Dalla Liberazione erano passati solo 11 anni. Ci sono idioti che hanno persino negato l’esistenza di una guerra civile in Italia. C’e’ voluto il libro di un partigiano e funzionario dell’Archivio di Stato ,Claudio Pavone, per incominciare a farlo capire.

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LETTERE (inviare a quaglieni@gmail.com)

Ho letto della morte del filosofo Armando Plebe ,alessandrino che studio’ a Torino.Fu eletto anche senatore a Torino. Perché nessuno ne ha scritto? Anche lei nel coro?

Ettore Filippi

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Non ne ho scritto perché Plebe si rivelò uno studioso non particolarmente degno di attenzione, se non per certi suoi scritti su Aristotele e prima su Marx. In Sicilia, dove ha insegnato, i giornali lo hanno ricordato, ma obiettivamente le sue giravolte politiche sono state troppe e poco credibili. Da marxista divenne saragatiano e poi missino. Poi voleva entrare nei radicali e poi ancora tornò a sinistra. Il diritto a cambiare idea è sacrosanto , per un filosofo è poi quasi un dovere d’ufficio perché la ricerca non ha mai fine. Ma le scelte politiche, specie se eletti in Parlamento, sono altra cosa. E un briciolo di coerenza ci vuole. I torinesi che incautamente lo votarono come missino, si sentirono traditi. E fece bene Pannella a non accoglierlo nel Partito Radicale. Forse qualcosa di lui resterà. Il convegno promosso a Torino nei primi anni Settanta contro una certa egemonia culturale fu un atto di coraggio e io mi rammarico di averlo attaccato in quell’occasione in modo troppo aspro. Ma il resto delle sue scelte non hanno dato seguito ad una buona intenzione perché l’idea di Plebe non era animata dalla libertà , ma dal gusto di stupire, dopo essere stato per tanti anni un marxista assolutamente acritico.

pfq

 

 

SCIENTOLOGY: la Suprema Corte di Cassazione francese conferma la condanna dello Stato transalpino

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO

I fedeli della Chiesa di Scientology di Torino si uniscono ai cugini d’oltralpe per celebrare una importante vittoria per la libertà di religione in Francia
    Il 24 novembre 2015, la Corte d’Appello di Parigi aveva infatti condannato lo stato francese a pagare 35.000 euro all’Associazione Spirituale della Chiesa di Scientology e Celebrity Center di Parigi e a quattro dei suoi membri per diniego di giustizia e colpa grave.
    La Chiesa di Scientology aveva argomentato davanti al giudice che la richiesta di scioglimento dell’associazione, avanzata dalla Procura durante un processo nel 2009, non solo era illegale, ma rappresentava anche una colpa grave, per cui lo stato doveva essere condannato.
    La Corte d’Appello di Parigi aveva dato ragione alla Chiesa di Scientology affermando: “… che questa omissione da parte della Procura, come pure del Tribunale, di applicare correttamente la legge in vigore nel pronunciare lo scioglimento dell’associazione spirituale della Chiesa di Scientology e Celebrity Center, dimostrava l’incapacità del servizio pubblico della giustizia di svolgere la missione della quale è investito.»
    La Corte d’Appello aveva ritenuto colpevole lo Stato anche di diniego della giustizia per aver violato il diritto dell’associazione e di alcuni dei suoi membri di essere giudicati entro un lasso di tempo ragionevole.
    Insoddisfatto del risultato e della sentenza, lo Stato ha fatto presentato ricorso alla Suprema Corte di Cassazione che l’ha rigettato dichiarando inammissibili i motivi del ricorso.
    È la seconda decisione della Corte Suprema a favore della Chiesa di Scientology dall’inizio dell’anno.
    Il 12 gennaio 2017, il più alto organo giudiziario del paese aveva già confermato la condanna dell’associazione UNADFI (Union des Associations de Défense des Familles et de l’Individu) per essersi illegalmente costituita parte civile e in totale malafede contro gli Scientologi nello stesso caso (2009), una procedura penale che in questo modo è stata caratterizzata “dall’incompetenza dell’ufficio della Procura” e da un’unica parte civile che “ha agito in malafede e abusato del suo diritto di adire le vie legali”.
    Scientology è praticata in Francia fin dal 1950 e le sue chiese contano decine di migliaia di fedeli. Se la Francia non riconosce né sovvenziona alcuna religione deve comunque assicurare la libertà di praticarla.
    La religione, fondata da L. Ron Hubbard negli anni ’50, è ufficialmente riconosciuta nel Regno Unito, in Spagna, in Portogallo, Olanda e Svezia e la sua natura religiosa è stata riconosciuta in decine di sentenze italiane e tedesche.
    I programmi umanitari di pubblica utilità della Chiesa di Scientology raggiungono decine di milioni di persone nel mondo ogni anno.

Festival del bagnetto verde in tour

Il Festival mondiale del Bagnetto Verde, omaggio al re delle salse piemontesi giunto alla sua IV edizione, si ingrandisce e moltiplica “in tour” gli appuntamenti nel corso dell’anno: domenica 9 aprile nel cortile di palazzo Mosca a Caselle si svolgerà la prima tappa, ma sono aperte le iscrizioni per le prossime tappe del tour 2017 del Festival mondiale del Bagnetto Verde. Ad ogni appuntamento, squadre provenienti da tutto il Piemonte si sfideranno a colpi di mezzaluna, prezzemolo, aglio e ricette segrete. Le squadre avranno a disposizione una postazione e gli ingredienti di base, aglio e prezzemolo a volontà. I vincitori si aggiudicheranno la possibilità di partecipare al gran finale domenica 22 ottobre in Piazza Madama Cristina a Torino.

Le prossime tappe del tour:

  • 28 maggio, Bergolo CN
  • 4 giugno, Trino VC
  • 17 settembre, Pontechianale CN
  • 8 ottobre, Alba CN
  • 22 ottobre, Torino – piazza Madama Cristina
  • Ad ogni tappa verranno selezionate due squadre, premiate rispettivamente dalla giuria tecnica e dalla giuria popolare secondo criteri di valutazione che riguardano la bontà del bagnèt, l’aderenza alla ricetta originale, la presentazione della propria postazione e della ricetta. La gara è aperta a tutti, privati, associazioni, cuochi professionisti o amatoriali dai 4 ai 94 anni e le regole sono semplici come gli ingredienti del bagnetto. Se vuoi rappresentare il tuo comune, la tua associazione, il tuo gruppo di amici, la tua tradizione di famiglia al Festival internazionale del Bagnetto Verde, ecco cosa fare:
  1. Fai la tua squadra con colleghi, amici, nonni, nipoti, vicini di casa, la tua associazione…
  2. Iscrivi la tua squadra scrivendo a info@bagnettoverde.it o chiamando il 3492237484
  3. Date il via agli allenamenti.
  4. Il bagnetto si prepara tutto in piazza, dall’inizio alla fine. L’organizzazione fornisce prezzemolo e aglio, le attrezzature e gli ingredienti segreti li porti tu.Il Festival mondiale del Bagnetto Verde è un omaggio, in uno spirito di socialità e condivisione, al “bagnet verd”. Organizzato sotto forma di gara popolare, prevede una competizione a squadre per la preparazione della propria “ricetta segreta” del bagnetto verde. Il pubblico, spettatore della gara, potrà anche assaggiare e partecipare alle votazioni.Il Festival recupera la radicata tradizione piemontese della salsa realizzata per la prima volta dal cuoco di casa Savoia Giovanni Vialardi nel 1864: “Nettate un pugno di prezzemolo e un po’ di aglio, pestateli nel mortaio con due rossi d’uovo sodi e una noce di mollica di pane bagnata nell’aceto, passate il tutto al setaccio, allungatelo con olio ed aceto, aggiungete un po’ di sale, pepe, un pizzico di zucchero e formate così una salsa liscia e colante”.Ideato e organizzato da Yankuam Sartoretto, già titolare della zupperia Yankuam & co, insieme all’Associazione Commercianti San Salvario, l’evento vuole anche e soprattutto essere un’occasione di incontro, aggregazione e inclusione sociale. Coinvolgendo pubblici diversi per generazione, appartenenza territoriale e preferenza culturale, promuove il recupero di forme di socialità conviviale che rafforzino i rapporti familiari, di vicinato, di accoglienza, apertura e incontro. I vincitori di ogni tappa potranno poi partecipare alla sfida finale, che vedrà oltre 50 squadre riunite in piazza Madama Cristina, e all’ultimo appuntamento dell’anno che a Eataly accoglierà i vincitori di ogni tappa.