Di Pier Franco Quaglieni
25 aprile. E’ una festa nazionale che dovrebbe unire tutti. Ad alcuni la parola nazionale resta incomprensibile ed ostica. Vorrebbero che fosse una festa politica riservata solo a pochi.
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Torino – Liguria da terzo mondo
I treni che collegano Torino e la Liguria rappresentano un problema irrisolto.In passato ci si lamentava della loro snervante lentezza,oggi è in gioco l’incolumità dei viaggiatori.Cio’ che è successo domenica scorsa quando il Ventimiglia- Torino è arrivato a destinazione con ore di ritardo a causa del vandalismo di magrebini ubriachi( colpevolmente rimasti senza reale sanzione) ,non è un caso isolato. Circolano impunemente sui treni extra-comunitari che sistematicamente non pagano il biglietto e diventano molesti nei confronti degli altri viaggiatori,accanendosi anche sui sedili e sui servizi igienici,rendendoli inservibili. Il capotreno,lasciato solo, non è in grado di affrontare le emergenze perché ne va della sua stessa incolumità personale. > È una situazione non tollerabile che i prefetti di Torino, Cuneo,Savona,Imperia devono affrontare con i poteri loro conferiti. Con assoluta fermezza.Altrimenti lo Stato non esiste più.Piangere sul latte versato,come si sta facendo in questi giorni non serve a nulla,occorrono provvedimenti severi e adeguati che consentano di guardare all’estate con un minimo di serenità. Il diritto dei viaggiatori o,come vengono chiamati oggi,clienti,deve essere garantito senza rimpalli tra l’ uno e l’altro che rischiano su suscitare il ridicolo
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25 aprile
A Torino sarà Lidia Menapace a ricordare la festa della Liberazione. C’è da augurarsi che gli anni la rendano super partes,evitandole le figure del passato quando, come membro della Commissione Difesa del Senato, contesto’ le Frecce Tricolori. In effetti, la sen. Menapace non può essere considerata in base a quell’infortunio perché la sua storia è molto più ricca e complessa. Credo che andrò ad ascoltarla perché il 25 aprile segnò la fine della guerra , la
liberazione dal giogo nazifascista, l’inizio della primavera della nuova democrazia italiana. E’ una festa nazionale che dovrebbe unire tutti. Ad alcuni la parola nazionale resta incomprensibile ed ostica. Vorrebbero che fosse una festa politica riservata solo ad alcuni. Mi è spiaciuto che la mia persona di storico ad alcuni non sia andata a genio a Savona per la cerimonia del 24 aprile. L’Anpi, con cui ho ottimi rapporti in Liguria, non c’entra affatto. Per evitare polemiche ho rinunciato all’orazione che il Sindaco Caprioglio mi aveva invitato a tenere. Si tratta di alcuni faziosi che non riconoscono, soprattutto per ignoranza, la funzione storica della Federazione Italiana dei Volontari della Libertà, la FIVL di Cadorna, Mattei, Mauri, Taviani. Tra i liberatori di Savona ci furono Enrico Martini Mauri e Lelio Speranza ,ma la memoria storica latita quando prevale il settarismo. La “rossa primavera” di cui parlava il mio amico Davide Lajolo che ebbe sempre il massimo rispetto per il fazzoletti azzurri di Mauri, non corrisponde alla realtà storica. Sventoliamo il tricolore il 25 aprile e rinunciamo alle bandiere di partito. Ad Alassio ,dove sarò il 25 aprile insieme al Sindaco Canepa e agli amici dell’Anpi, fanno da tempo così.25 aprile festa tricolore, non festa di parte.
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Gozzano-attraverso Marina Rota- è arrivato a Cattolica
Marina Rota, elegante e raffinata scrittrice torinese, ha ricevuto il 21 aprile il Premio internazionale “Città di Cattolica” per il suo bel libro Amalia se voi foste uomo….Ispirandosi all’epistolario intercorso fra Guido Gozzano e la poetessa Amalia Guglielminetti, la Rota ha individuato i dodici snodi fondamentali della loro tormentata liaison, traendone altrettanti sonetti in stile gozzaniano, dando voce alla ‘bella arte fatta di parole’ dei due letterati. Le atmosfere della Torino inizio Novecento, percorsa da carrozze e tramvai, e ricca di fermenti artistici e culturali, fanno da sfondo allo sfuggente Guido e all’appassionata Amalia. Ricordo Franco Antonicelli che leggeva Guido Gozzano e mi è rimasta in mente una lettera di Guido ad Amalia rivelatrice dell’animo tormentato del poeta, filtrato attraverso il disincanto . Come scrive Vittorio Sgarbi nella sua prefazione, un transfert prodigioso, in cui Marina Rota dà voce alla sua “ossessione gozzaniana” per consentire ai due protagonisti di raccontare ai lettori di oggi la loro storia. Lo scorso anno ho ricordato in più occasioni Gozzano nel centenario della sua morte a Torino, Agliè ed Alassio, un poeta di cui mi innamorai al liceo. Ho colto nel 2016 le distanze che separano i giovani soprattutto ,ma non solo loro, dalla sua poesia: il nostro tempo che disprezza “ogni cosa gentile”, avrebbe detto Catullo, è lontano dai suoi versi carichi di ironia e di allusioni ad un mondo che non c’è più. Gozzano resta tuttavia importante perché ,come ha scritto Franco Contorbia ,capì che gli “idola” di massa rappresentati da un certo tipo di religiosità intollerante ,dalle ideologie presuntuose e dai nazionalismi sanguinari , sarebbero stati forieri di tragici inganni, come accadde in tutto il secolo scorso ed anche in quello attuale. Lo stravagante e trasognato poeta crepuscolare a molti apparve sterilmente scettico; invece, sulla lunga distanza ,ci sembra soprattutto lucido, anzi lucidissimo rispetto alla maggioranza degli intellettuali del primo Novecento che si lasciarono travolgere dai miti . Marina Rota ci fa rivivere, in modo intenso ed insieme leggero, un’atmosfera ormai rarefatta difficile da cogliere persino al “Meleto” di Agliè, visitando quel salotto di Nonna Speranza che le sorelle Conrieri hanno difeso e salvato dal tempo e dalla rovina: un’operazione squisitamente gozzaniana.***
L’Abbazia di Staffarda
L’Abbazia cistercense di Staffarda, fondata tra il 1122 e il 1138,come ha documentato un servizio del Tg Piemonte, sta cadendo in pezzi. Essa è proprietà di quell’Ordine Mauriziano che troppo frettolosamente venne liquidato, senza neppure considerare il dettato costituzionale che ne stabiliva la rilevanza. Con Dario Cravero, Marco Laudi e pochi altri ci battemmo inutilmente per farlo vivere. Era stato l’Ordine presieduto da uomini come Badini Confalonieri e Fusi. Oggi la Fondazione Mauriziana, privata di terreni e tenute, vendute
altrettanto frettolosamente, non ha i fondi necessari per fare la manutenzione ,né ordinaria né straordinaria, di un gioiello architettonico e religioso così legato alla storia piemontese. Il suo splendido chiostro è transennato, i pavimenti sono sconnessi. Il visitatore rimane esterrefatto. L’abate dell’abbazia si è espresso in termini sconsolati nell’intervista concessa al TG.E’ indispensabile intervenire e intervenire subito. Sembra però che nessuno sia interessato alle sorti dell’abbazia. Se penso all’avv. Giacomo Volpini che quasi trascurava la sua professione per studiare Staffarda e scrivere articoli e libri oggi dimenticati, mi si stringe il cuore. Volpini era originario di Modica, ma sentiva forte il legame con quel pezzo di Piemonte tra Saluzzo e Cavour. Inorridirebbe vedendo che la foresteria viene usata per matrimoni e feste da un ristorantino attiguo all ‘abbazia. La Fondazione, nata sulle ceneri dell’Ordine, che è proprietaria della palazzina di caccia di Stupinigi, naviga da anni a vista tra debiti e crediti che non riesce ad esigere. Che tristezza, se consideriamo la storia multisecolare dell’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro, una dignità cavalleresca sabauda e italiana ,seconda solo all’Ordine Supremo della S.S. Annunziata.
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Bozzello, un esempio per i giovani
Sabato nella sua Castellamonte, di cui è stato sindaco, sono stati festeggiati i 70 anni di impegno socialista del sen. Eugenio Bozzello che da operaio della Fiat divento’ questore del Senato della Repubblica. Bozzello è stato ed e’ un uomo coerente ,da quando , ventenne, nel 1947, divento’ militante socialista . Un riformista nenniano che non ha subito il fascino delle sirene filocomuniste, ma è rimasto socialista anche quando, dopo la caduta di Craxi, ci fu un fuggi- fuggi dal PSI .Un uomo semplice, schietto, capace di forti sentimenti. Mario Soldati lo stimava molto proprio per la sua schiettezza . Un volto umano del socialismo. Quando molti tendevano a dimenticare Aldo Viglione, il presidente della Regione per antonomasia, fu Eugenio a promuovere insieme a me e a Luigi Sergio Ricca un suo ricordo pubblico. Fra poco Bozzello compirà 90 anni . Fin da adesso un augurio sincero: ad multos annos ! Bozzello, un socialista vero che anche i liberali come me stimano ed apprezzano. Un esempio di democratico senza macchia e senza paura, un esempio per giovani di oggi.
QUARTA PUNTATA – Viaggio nel vasto mondo degli hobbysti, tra chi per sopravvivere alla crisi sta cercando di trasformare in mestiere una passione
Simbolo dell’arm-knitting e del finger-knitting
C’è un passato di grande spessore professionale alle spalle di Federica Negro, 43 anni, approdata sulla piazza della “manualità creativa” torinese da poco più di un anno e mezzo. Per quasi 20 anni ha lavorato come psicologa: prima in una comunità per minori, poi nel settore riabilitativo, infine si è dedicata alla cura degli adulti dalle dipendenze. “Un ambiente estremamente delicato, che ogni giorno ti mette in contatto con i lati più oscuri, e al tempo stesso profondi, dell’essere umano”, racconta. Un ambiente dal quale è uscita con le ossa spezzate. Ritrovatasi sola, senza lavoro e con due figli da mantenere, ha bussato a tante porte. Ma tutte sono rimaste chiuse.
“Mi sono rimboccata le maniche, nel vero senso della parola: sono sempre stata molto fantasiosa e creativa, ho messo a frutto le mie capacità. Non sapendo usare i tradizionali ferri da calza e neppure l’uncinetto – spiega – ho incominciato a lavorare a maglia utilizzando le braccia e le dita per creare sciarpe, berretti e accessori. si chiama arm-knitting e finger-knitting, Ed è una tecnica che consente di realizzare in tempi abbastanza rapidi modelli stravaganti, in linea con le attuali tendenze della moda. Mentre per fare le coperte utilizzo i manici delle scope”.
Intrecciando a mano la fettuccia e modellando le paste polimeriche, Federica crea anche una linea di bigiotteria. Quindi compra un gazebo, due cavalletti e una plancia di legno e incomincia a vendere le sue creazioni nei mercatini degli hobbisti.
Certo non è facile affrontare da sola le operazioni di carico e scarico dell’auto, montare il banco e poi ritirare tutto dopo una giornata trascorsa tra i capricci del tempo. “Ma la gioia che ti pervade quando le tue creazioni vengono apprezzate – confida – ti ripaga di tutti i disagi. Purtroppo però i complimenti non danno da mangiare”. Con i soli frutti del suo ingegno Federica non riesce a guadagnare abbastanza. Integra quindi la sua produzione con un altro articolo più redditizio: oggettistica e bigiotteria realizzata in alluminio da Shadi, secondo l’antica tradizione artigiana siriana. Compra i pezzi, li assembla e li rivende. La gente si avvicina al banco attratta dalla straordinaria brillantezza di questi oggetti, e così scopre anche gli altri prodotti.
A Federica piace l’ambiente che ha trovato nei mercatini degli hobbisti: “Non potrei rinunciare al contatto con la gente. Andrò quindi avanti in questa direzione, coltivando il sogno di avere un giorno una bottega tutta mia. Non un negozio, proprio una bottega”. Ha le idee chiare Federica, sa esattamente dove vuole arrivare: “A Bussana Vecchia, sulla collina alle spalle di Sanremo. Abbandonata alla fine del 1800 a causa di un violento terremoto che ne ha devastato il borgo medioevale, oggi ospita una comunità di artisti provenienti da tutto il mondo. Ecco, è in questo villaggio artistico che vorrei vivere, dando libero sfogo a tutta la creatività che c’è in me e che a poco a poco sta venendo fuori, dopo tanti anni, troppi, passati con la sicurezza economica di un lavoro dipendente, ma con la tristezza nel cuore”.
Paola Zanolli
Il 24 aprile a Omegna e Baveno (Vb), il 26 a Ivrea (To) e Alessandria, il 27 a Borgosesia (Vc) , il 28 a Trino (Vc), e il 29 a Bobbio Pellice (To)
Prosegue con nuovi appuntamenti il ciclo di proiezioni del docufilm “Partizani.La Resistenza italiana in Montenegro”.
Il 24 aprile a Omegna (Vb), ore 11,30, al Cinema Teatro “Sociale”, e Baveno (Vb) ,ore 21,00, Sala della Biblioteca ; il 26 a Ivrea (To), ore 19,30 al Cinema Politeama; sempre il 26 ad Alessandria, ore 10.00 al cinema teatro Alessandrino; il 27 a Borgosesia (Vc), ore 21 al cinema Lux ; il 28 a Trino (Vc) , alle 21 al Teatro Civico, e il 29 a Bobbio Pellice (To), ore 17.00 presso la Dogana Vecchia.
Eric Gobetti, giovane e brillante storico torinese, autore di libri importanti come “Alleati del nemico. L’occupazione italiana in Jugoslavia 1941-1943” (Laterza,2013), “Nema problema! Jugoslavie, 10 anni di viaggi” (Miraggi,2011) e “Sarajevo Rewind” (Miraggi,2016) ha realizzato questo documentario con il supporto dell’Istoreto e del Comitato Resistenza e Costituzione del Consiglio regionale del Piemonte. Il filmato ha ottenuto la qualifica di film d’essai, aggiudicandosi il premio Opera prima al 22° San Giò Verona Video Festival. Il documentario si avvale di moltissime immagini di repertorio del tutto inedite, ritrovate presso le famiglie dei reduci e conservate oggi all’Archivio cinema d’impresa di Ivrea oltre ai materiali dell’Archivio della televisione di stato della Serbia (Rts) e dell’ Associazione nazionale veterani e reduci garibaldini (Anvrg). La colonna sonora originale è stata realizzata dal noto chitarrista (ex-CSI), Massimo Zamboni. Il cuore del film è rappresentato dalle testimonianze di reduci, in gran parte piemontesi, che hanno vissuto l’esperienza straordinaria della Divisione partigiana italiana Garibaldi. Si tratta di circa ventimila soldati italiani che, dopo l’Armistizio dell’8 settembre 1943, decisero di non arrendersi e di aderire alla Resistenza jugoslava. Ufficiali e soldati italiani combatterono insieme ai partigiani jugoslavi di Tito: quegli stessi che – al fianco dei tedeschi – gli italiani avevano combattuto ferocemente fino a poche settimane prima. Il 9 settembre del 1943, ai piedi del monte Trebjesa, aNikšić, in Montenegro, poco dopo l’alba l’artigliere Sante Pelosin, detto Tarcisio, fece partire il primo colpo di cannone contro una colonna tedesca che avanzava verso le posizioni italiane. Fu quello l’atto iniziale della “scelta” di questi eroi semplici, che combatterono anche il freddo, la fame e una devastante epidemia di tifo, pagando con tremende sofferenze una scelta di campo tesa a riscattare – nella terra degli slavi del sud, lontano dall’Italia – la dignità del proprio paese. Un’esperienza eroica e drammatica, che si concluse nel marzo 1945 con il rientro a casa di meno della metà dei primi partigiani.
Questo film contribuisce dunque a dare il giusto riconoscimento alla vicenda della divisione Garibaldi, una storia in gran parte caduta nell’oblio, mai entrata veramente nella memoria pubblica italiana. Le proiezioni – programmate in tredici località della Regione – saranno tutte a ingresso libero e gratuito. Sarà presente, in ogni occassione lo stesso Eric Gobetti per presentare il film e condurre il dibattito dopo la proiezione.
E’ una rassegna diffusa sull’intero territorio regionale che dal 4 al 31 maggio, in 13 diverse città e sale, propone 12 film realizzati in Piemonte in un cartellone di 28 giornate complessive di proiezioni.
L’iniziativa è la prima “prova sul campo” del progetto Piemonte Cinema Network – promosso da Regione Piemonte, Film Commission Torino Piemonte, Fip Film Investimenti Piemonte, Museo Nazionale del Cinema, Torino Film Festival e curato dall’Associazione Piemonte Movie – che punta alla promozione e diffusione della settima arte legata alla nostra regione, attraverso una rete che unisce cinema, associazioni culturali e diverse realtà pubbliche e private. Un progetto che punta al consolidamento di un circuito di Presìdi cinematografici locali dove promuovere film, eventi e festival di risonanza regionale e nazionale, ricevendo in cambio dalle comunità locali stimoli e proposte che possano rafforzare il sistema cinema piemontese.
“Con questo progetto abbiamo voluto rispondere ad alcune necessità emerse dagli operatori del settore cinematografico, dandoci due obiettivi: da una parte promuovere le pellicole prodotte sul nostro territorio e che, per questioni legate alla distribuzione, non sono valorizzate a sufficienza, dall’altra riattivare i presìdi cinematografici diffusi sul territorio, stimolando la creazione di un circuito sempre più forte e autonomo. Per questo Movie Tellers rappresenta per noi un’iniziativa importante, che dimostra ancora una volta la grande capacità di fare rete del sistema legato al cinema”, dichiara Antonella Parigi, Assessore alla Cultura e Turismo della Regione Piemonte.
Paolo Damilano, Presidente di Film Commission Torino Piemonte e del Museo Nazionale del Cinema dichiara: “Siamo orgogliosi di aver collaborato alla nascita di Movie Tellers, ulteriore conferma della nostra mission, condivisa con la Regione Piemonte, che prevede un coinvolgimento sempre più capillare dell’intero territorio piemontese, sia nella fase di produzione delle opere cinematografiche che nella fase di circuitazione e diffusione delle stesse”.
Paolo Tenna, AD di FIP Film Investimenti Piemonte dichiara: “Mi fa molto piacere che due lungometraggi su cui FIP ha lavorato in questi anni, realizzati in Piemonte grazie anche all’intervento di investitori privati mediante l’utilizzo del tax credit, possano oggi continuare il loro percorso distributivo. Sono inoltre convinto che Movie Tellers possa rappresentare un’ottima occasione per avvicinare imprenditori locali al mondo del cinema e alle relative opportunità di business.”
Attraverso un’offerta culturale ampia, diversificata e di qualità MOVIE TELLERS porta nelle sale cinematografiche film ‘a km zero’, con gli autori e i protagonisti che li accompagnano e li presentano, per avere più pubblico per i film e più spettatori nei cinema.
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In Italia sono state introdotte agevolazioni fiscali sul gas metano per le imprese. Ne parliamo con l’ ingegner Claudio Chiaves di Metan Alpi, gruppo torinese profondamente radicato nella realtà alpina, tra cui località come Sestriere, nel settore del teleriscaldamento ad elevatissima efficienza e nelle vendite di gas metano.Metan Alpi, con sede in via Bardonecchia 5, a Torino, con i suoi esperti è in grado di assistere in modo efficace i propri clienti sulla fiscalità del gas, rendendosi disponibile a fornire qualsiasi chiarimento in merito.
Esiste in Italia, ingegner Chiaves, una fiscalità sul gas?
“Le forniture di gas metano, sia per usi civili sia per usi industriali, sono sottoposte alle seguenti tassazioni:
- L’accisa;
- L’addizionale regionale;
- L’IVA.
La tassazione è prevista per tutti i consumatori con aliquote diverse, in base alla tipologia di utilizzo (civile o industriale), e a seconda del luogo geografico dell’utenza del cliente finale. In particolare l’accisa si applica ai consumatori di gas in funzione del consumo e viene differenziata in funzione della tipologia di utilizzo del gas metano, civile oppure industriale.Sono totalmente escluse dal pagamento delle accise e delle addizionali regionali le imprese che utilizzano il gas per la riduzione chimica, nei processi elettrolitici o metallurgici e nei processi mineralogici.Hanno diritto all’accisa per usi industriali / commerciali le imprese che svolgono:
- attività industriali che producono beni e servizi;
- attività artigianali;
- attività agricole;
- attività di commercio all’ingrosso e al dettaglio;
- attività di intermediazione commerciale (es. agenti e procacciatori);
- attività di somministrazione di bevande (bar, birrerie e simili);
- attività svolte nel settore alberghiero e negli esercizi di ristorazione.
Le addizionali regionali hanno le aliquote diverse a seconda della Regione dove si trova la fornitura. In modo identico alle accise, le addizionali vengono pagate in base al consumo di gas.
L’IVA si applica invece al valore del bene, ossia al costo totale della bolletta del gas, comprensiva di tutte le componenti ed anche dell’accisa. In maniera analoga all’accisa anche l’aliquota IVA viene differenziata in base al tipo di fornitura: usi domestici e altri usi”.
Come si fa a ottenere l’agevolazione sull’accisa?
“Per avere accesso all’applicazione delle aliquote agevolate sull’accisa, l’impresa che ritiene di poterne usufruire deve inviare un’apposita dichiarazione scritta al proprio fornitore, dopo aver ottenuto l’attivazione della fornitura.
La società che fornisce il gas funge, infatti, da sostituto di imposta e si occuperà di inoltrare all’UTF la documentazione necessaria ad ottenere l’autorizzazione all’applicazione dell’agevolazione. A titolo di esempio, per un’azienda con consumo annuo di 5.000 metri cubi situata in Piemonte, il costo annuo della fornitura di gas applicando i prezzi di riferimento definiti dall’AEEGSI, a seconda che venga applicata o meno l’accisa agevolata, sarebbe il seguente:
Costo annuo fornitura (€) | ||||
Senza accisa agevolata | Con accisa agevolata | |||
Materia gas naturale | ||||
quota fissa | 78,35 | 78,35 | ||
quota variabile | 1.341,07 | 1.341,07 | ||
Trasporto e gestione del contatore | ||||
quota fissa | 58,64 | 58,64 | ||
quota variabile | 601,69 | 601,69 | ||
Oneri di sistema | ||||
quota fissa | -27,01 | -27,01 | ||
quota variabile | 188,12 | 188,12 | ||
Accise | 891,72 | 62,49 | ||
Addizionale Regione Piemonte | 128,54 | 31,25 | ||
Totale accise | 1.020,26 | 93,74 | Risparmio (€) | Risparmio (%) |
Totale fattura | 3.261,12 | 2.334,59 | 926,53 | 28% |
Pertanto, con l’accisa agevolata l’azienda può ottenere un risparmio annuo di € 926,53 (ovvero € 1.020,26 – 93,74) corrispondente al 28% sul totale, incluse imposte”.
Metan Alpi è un Gruppo profondamente radicato nella realtà alpina nel settore del teleriscaldamento ad elevatissima efficienza e nella vendita del gas metano. I nostri esperti sono in grado di assistere efficacemente i propri clienti sulla fiscalità sul gas e si rendono disponibili a fornire qualsiasi chiarimento in merito (tel.: 011 333 09 11, e-mail: info@metanalpi.com e di persona, su appuntamento, presso i nostri uffici di Via Bardonecchia, 5 – 10139 – Torino).
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“Una politica attiva a difesa del suolo è necessaria sia a livello locale che nazionale e internazionale”
Per la Giornata della Terra Legambiente si mobilita in tutta Italia per incrementare le adesioni alla petizione popolare europea People4Soil. Sabato 22 aprile anche in dieci piazze del Piemonte e della Valle d’Aosta i volontari del cigno verde raccoglieranno le firme per chiedere all’Unione Europea di introdurre una legislazione specifica sul suolo, riconoscendolo e tutelandolo come patrimonio comune. Il traguardo da raggiugere è un milione di firme in tutta Europa entro il 12 settembre prossimo; 54 mila le firme necessarie per raggiungere il quorum in Italia.
“Una politica attiva a difesa del suolo è necessaria sia a livello locale che nazionale e internazionale. E’ paradossale che la risorsa più preziosa e scarsa sia anche la meno protetta –dichiara Fabio Dovana, presidente di Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta-. Per questo con la mobilitazione europea People4Soil vogliamo sollecitare un rapido intervento per sviluppare un quadro legislativo vincolante per gli Stati membri, che riconosca al suolo lo status di bene comune proprio come l’aria e l’acqua. Raggiungere questo obiettivo contribuirebbe, anche su scala locale, allo sviluppo di una politica di sicurezza e sviluppo economico: suoli sani e ricchi di sostanza organica consentono produzioni agricole di maggior qualità e più resistenti ai rischi climatici”.
In Piemonte e Valle d’Aosta i volontari di Legambiente saranno presenti in 10 piazze per promuovere la campagna. Durante la mattinata di sabato 22 aprile Legambiente Asti metterà a dimora 150 piantine presso l’ex poligono di tiro di Villanova d’Asti e in questa occasione raccoglierà le firme per la campagna. Il vicino circolo della Valtriversa sarà presente con lo stesso scopo alla passeggiata tra le colline della Val Versa e della Valmanera che si concluderà con una merenda nel giardino di via Madre Teresa di Calcutta ad Asti e con i laboratori organizzati presso la cooperativa agricola Bussola Verde di Valfenera. Nell’Alessandrino, in Val Lemme, il locale circolo di Legambiente organizza un dibattito sulle città a dimensione umana, sul cibo di qualità e le comunità sostenibili con gli interventi del naturalista Antonio Scatassi e alla naturopata Nevina Traverso; l’appuntamento è per le 16:30 all’ex Biblioteca di Piazza Carducci a Serravalle Scrivia. Banchetti di raccolta firme sono previsti nella mattinata di sabato anche a Torino in via Sestriere in occasione dell’iniziativa Lettori in Fabbrica e, al pomeriggio, alla polisportiva Campus di via Pietro Cossa. A Cuneo i volontari di Legambiente saranno presenti in corso Dante e, a Carmagnola (To), in piazza Sant’Agostino. Nel pomeriggio di sabato sono inoltre previste iniziative in via Palestro a Ivrea e nel centro di Settimo Torinese. La petizione #salvailsuolo si potrà infine firmare anche ad Aosta in via Aubert nel pomeriggio di sabato.
Per raccontare l’entità del consumo di suolo in Italia, Legambiente ha raccolto nel dossier Suolominacciato, ancora cemento oltre la crisi, una serie di storie di “suolo consumato”. Alle storie fanno da cornice i dati dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale. In Italia, l’urbanizzazione del territorio ha impermeabilizzato o compromesso, fino al 2015, circa 2,11 milioni di ettari: il 7% del territorio nazionale, pari a circa un sesto della superficie coltivata (SAU). Il dato pro capite, 346 mq/abitante, è in linea con la media degli altri paesi europei. Il tasso di crescita è leggermente al di sotto di 22.000 ettari all’anno (cioè 60 ettari al giorno). Negli ultimi due anni si è rilevato un rallentamento che, ove confermato dalle ulteriori e future rilevazioni, appare del tutto ascrivibile alle particolari condizioni di crisi congiunturale del settore delle costruzioni: è troppo presto per affermare che il dato riscontrato nel biennio 2014-2015 (35 ettari/giorno) corrisponda a un cambiamento strutturale. Per quanto riguarda la ripartizione territoriale, i territori maggiormente urbanizzati corrispondono al quadrante nord-ovest del Paese (8,6%).
Per il Piemonte il dito di Legambiente è puntato sull’impatto di grandi opere come il Terzo Valico dei Giovi, collegamento tra il porto di Genova e l’entroterra padano annoverato tra le opere strategiche per l’interesse nazionale, sulla base di previsioni di incremento del traffico portuale che negli anni sono state smentite nei fatti. La nuova linea si sviluppa complessivamente per 53 km e interessa 12 comuni delle province di Genova e Alessandria. L’estensione dell’ingente porzione di suolo occupata dal Terzo Valico è difficilmente quantificabile. All’area del tracciato bisogna infatti aggiungere quella delle gallerie di servizio, dei cantieri e campi base a ridosso dei centri abitati, degli allargamenti delle strade e dei bypass e ponti costruiti ex-novo per agevolare il passaggio dei camion e quella dei siti in cui verrà stoccato lo smarino estratto per far spazio ai tunnel. A seguito di una lunga serie di espropri, queste zone collinari e pianeggianti, una volta ricoperte da orti, giardini, boschi, rigogliosi prati verdi e cascine sono state deforestate e sottratte alla società, per un progetto dalla discutibile utilità. Ma sono tante le vicende di autostrade, ville e insediamenti e centri commerciali raccontate nel dossier di Legambiente. Né mancano le storie di chi dice “no”, storie di suoli salvati come quelle, per esempio, del Comune di Rivalta di Torino. Dopo Lauriano Po, il comune della collina torinese la cui sindaca Matilde Casa si è meritata il titolo di ‘ambientalista dell’anno’, è la volta del comune di circa 20.000 abitanti della conurbazione del capoluogo piemontese, per dire stop al cemento. Qui è stata avviata nel marzo 2015 una variante urbanistica finalizzata a contenere il consumo di suolo che si sarebbe determinato attuando il piano regolatore approvato nel 2011. La variante urbanistica si è concentrata sulla parte di territorio comunale, in sponda destra del Torrente Sangone, affluente del Po, che presenta ancora ampie zone libere e coltivate, costellata da cascine anche di origine storica ed in cui si irradia un’articolata rete di canali irrigui.
«Si tratta di un percorso partecipato che ha avuto inizio a ottobre del 2016 e che ci deve condurre alla stesura del testo finale della nuova legge per la “Promozione della Cittadinanza”
Si terrà giovedì 27 aprile la sede della Regione Piemonte in corso Regina Margherita 174 a Torino alle ore 16.30 il Forum regionale dei nuovi cittadini e delle nuove cittadine. Un’occasione voluta dall’assessorato all’Immigrazione per discutere insieme a cittadini, cittadine, addetti ai lavori e associazioni che operano con la popolazione straniera del testo del disegno di legge di “Promozione della cittadinanza”.
«Si tratta di un percorso partecipato che ha avuto inizio a ottobre del 2016 e che ci deve condurre alla stesura del testo finale della nuova legge per la “Promozione della Cittadinanza” che andrà a sostituire quella attualmente in vigore che è obsoleta e risale al 1989. Il nostro obiettivo è eliminare ogni forma di discriminazione, xenofobia e razzismo, promuovendo politiche di inclusione delle cittadine e dei cittadini di origine straniera presenti sul territorio regionale, nel rispetto dei loro diritti e doveri» – ha dichiarato l’ assessora all’Immigrazione.
«Regione Piemonte vuole garantire pari opportunità di accesso ai servizi; promuovere la partecipazione alla vita pubblica locale; favorire il reciproco riconoscimento e la valorizzazione delle identità culturali, religiose e linguistiche; assicurare pari valore e condizioni al genere femminile, nonché garanzie di tutela ai minori di origine straniera, con particolare attenzione per quelli non accompagnati; contribuire ad affrontare le cause delle migrazioni promuovendo uno sviluppo sostenibile nei Paesi di origine in coerenza con le politiche di cooperazione allo sviluppo nazionali e comunitarie» – ha continuato Cerutti
Di tutto questo si discuterà giovedì 27 aprile la sede della Regione Piemonte in corso Regina Margherita 174 a Torino alle ore 16.30 il Forum regionale dei nuovi cittadini e delle nuove cittadine. Successivamente il disegno di legge verrà presentato in giunta per avviare il suo esame in consiglio regionale.
Juventus, la prudenza di mister Allegri
“La Juventus non ha vinto la Champions, il campionato o la coppa Italia. E’ un percorso importante, ma non vuol dire che ci debba essere troppa esaltazione. Serve entusiasmo, ma è l’equilibrio che ti porta a centrare gli obiettivi. Dopo Barcellona il grosso pericolo è che la squadra possa cadere, ma non deve farlo perché quella col Genoa è una partita che vale lo scudetto”. A parlare con l’Ansa è il tecnico bianconero, Massimiliano Allegri, alla vigilia della sfida di campionato con i rossoblù. “Preferire il Real Madrid? No, ma il Monaco ha valori tecnici e tattici importanti e giovani molto bravi. Non ha la storia della Juventus, ma non vuole dire che siamo avvantaggiati”.
IL CASO La sfida meneghina alla capitale (del libro) sabauda è incominciata con la rassegna “Tempo di libri, fotocopia del Salone subalpino, ma la sindaca di Torino lancia segnali di pace: “Li aspetto a Torino e speriamo vengano a trovarci”. Così Chiara Appendino al termine dell’incontro, in compagnia del presidente della Fondazione per il Libro, la Musica e la Cultura, Massimo Bray, con i presidenti dell’Aie Federico Motta, della Fabbrica del Libro Renata Gorgani e l’amministratore delegato Solly Cohen. “Quella di oggi è stata un’interlocuzione, nessun vertice, nulla di deciso. Tutte le valutazioni si faranno dopo il Salone di Torino”, ha spiegato la Appendino, che ha invitato i vertici dell’evento milanese alla Librolandia “storica” di Torino.
(foto: Antonello Preteroti)
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IL COMMENTO
di Pier Franco Quaglieni
Tra gli Stand di “Tempo di libri” di Rho dove sono andato per il mio ultimo libro, ho visto ,sia pure un po’ da lontano, la sindaca-o Chiara Appendino con l’intera famiglia, compresa la bimba nel passeggino che non mi sembrava particolarmente interessata. E’ un fatto positivo che la Sindaca di Torino abbia fatto visita alla concorrente fiera del libro milanese, nata da una costola di quella torinese. Significa che l’idea che liquidava il nuovo salone di Milano come “scissionista” non è condivisa da Appendino. Era una sciocchezza campanilista perché Milano ha messo in piedi un evento con i fiocchi. Quando leggo sul tablet le anticipazioni di Emanuela Minucci di ciò che ha dichiarato la sindaca, ho qualche perplessità. Forse parla di cose che non conosce. La cultura ,per le scelte finora fatte, è argomento a lei estraneo: dalla cacciata di Patrizia Asproni ai tagli, al mantenimento del “sistema Torino” che avrebbe dovuto eliminare o almeno emendare ed invece è rimasto tal quale. Appendino può anche aver ragione, quando dice che un salone non si giudica dal numero dei visitatori perché ci sono altri indicatori (che lei non dice ) per valutare un salone, specie se parliamo di un salone del libro. Quando si parla di saloni che hanno pretese internazionali ,bisogna paragonarsi a Francoforte e a Parigi, non certo a Rho e, purtroppo, neppure a Torino.
E allora il discorso diventa difficile per chi non abbia grande familiarità con libri ed editoria. Un’altra osservazione di Appendino lascia molto perplessi: ”Una delle cifre che misurano il successo di una fiera sta anche nei bambini e nelle scuole …”Non poteva dire una cosa più errata. Per tanti anni sono stati cammellati a Torino migliaia e migliaia di bambini che andavano a visitare un salone che, salvo l’editoria a loro dedicata, appariva estraneo ai loro interessi: li vedevi e ,forse , li rivedrai anche quest’anno girare distratti, magari con il gelato o la bibita in mano, disturbando la visita di chi ha pagato un biglietto per passare in rassegna con calma i vari stand. Non è così che si avvicina i bambini alla lettura, anzi. Ed anche i ragazzi delle scuole che, dopo certi giusti giri di vita alle visite esterne nel mese finale dell’anno scolastico, sono diminuiti, non sono certo i visitatori migliori: si tratta più di un modo per passare una mattina fuori dall’aula scolastica che vivere un evento culturale. Forse ,anche per colpa dell’incapacità dei loro docenti a coinvolgerli o della loro inerzia, per non dire pigrizia. L’assessore alla cultura del Comune di Venaria Reale, l’abilissima e colta Antonella Bentivoglio d’Afflitto, avrebbe saputo assai meglio della sindaca, rappresentare il Piemonte .
Un tir fuori controllo viaggiava a 100 km orari, lungo una strada in discesa, seminando il panico nell’Astgiano. Un carabiniere coraggioso è riuscito a salire nella cabina di guida, evitando una tragedia, lungo la statale di Dusino San Michele, nella curva Migliarina.L’autista dell’autoarticolato, sentendosi male, si è fermato. Avvicinato da una pattuglia dei Carabinieri, è apparso subito in gravi condizioni. Il mezzo, all’improvviso, ha ripreso la sua corsa mentre i militari chiamavano il 118. Il tir impazzito:giù dalla discesa, ha travolto l’ auto dei carabinieri facendola finire in un fossato, poi ha invaso la corsia opposta sfiorando due auto. Uno dei carabinieri, correndo dietro al tir, è saltato a bordo del mezzo e lo ha fermato. Il camionista, rimasto al volante, era in crisi convulsiva. Ora è in ospedale e non si trova in pericolo di vita.