La procura della Repubblica ha aperto un’inchiesta e ha disposto accertamenti medico-legali per la morte dell’uomo avvenuta nella sala d’aspetto del pronto soccorso dell’ospedale Santa Croce di Moncalieri, dove si era fermato per diverse ore dopo essersi addormentato, nella notte tra l’1 e il 2 maggio. Era stato notato da alcuni passanti seduto tra i cartoni fuori da un supermarket a La Loggia, ed era stata chiamata un’ambulanza che lo ha portato al Santa Croce. I medici lo hanno visitato e non hanno riscontrato patologie, poi gli hanno offerto la colazione e l’uomo si è allontanato, per tornare in sala d’attesa dopo alcune ore. Ma il mattino successivo lo hanno trovato morto, seduto con la testa appoggiata al muro.
La Mole granata in onore del Grande Torino
5 maggio: “1000 mani per la Salute”
Una camminata non competitiva di 3 km organizzata dalla Città della Salute
In occasione della Giornata Mondiale 2019 per l’igiene delle mani dell’OMS, la Città della Salute di Torino organizza: “1000 mani per la Salute”, una camminata non competitiva di 3 km. Alle ore 9 avverrà la conferma dell’iscrizione e la consegna di guanti bianchi presso i gazebo dedicati, con esperienza guidata di lavaggio mani “live”. Dopo una presentazione della giornata, alle 10,45 i partecipanti partiranno dal cortile priincipale di corso Bramante 88 dell’ospedale Molinette di Torino. L’arrivo è previsto alle ore 11,45. La partecipazione è gratuita con iscrizione obbligatoria sul sito: www.cittadellasalute.to.it. Agli iscritti verrà donata una confezione di gel igienizzante mani.
Le mani sono il principale veicolo di trasmissione dei germi, prendono i microbi quando toccano persone e oggetti “contaminati”, trasportano i microbi se non sono correttamente lavate/igienizzate.
Lavarsi le mani è un gesto apparentemente normale che può fare la differenza ed essere efficace nella prevenzione della trasmissione dei germi patogeni. In Italia sulla base di studi multicentrici di prevalenza, si può stimare che il 5-8% dei pazienti ricoverati contrae un’infezione ospedaliera, quindi, si verificano 450-700 mila infezioni all’anno in pazienti ricoverati in ospedale. Di queste, si stima che circa il 30% siano potenzialmente prevenibili (135-210 mila) e che siano direttamente causa del decesso nell’1% dei casi (1350-2100 decessi prevenibili in un anno).L’igiene delle mani riduce del 50% il numero di infezioni e quindi i decessi correlati. Secondo il Center for Disease Control and Prevention di Atlanta rappresenta la misura più importante per prevenire la diffusione delle infezioni.
Anpas (Associazione Nazionale Pubbliche Assistenze) garantirà l’assistenza sanitaria al Salone Internazionale del Libro in programma a Torino dal 9 al 13 maggio. Al Lingotto Fiere di Torino ogni anno, per il Salone del Libro, si danno appuntamento più di 1.000 espositori ed editori
Il servizio di presidio di assistenza sanitaria sarà coperto dalle Pubbliche Assistenze Anpas del Piemonte con ilcoordinamento metropolitano delle Pubbliche Assistenze Anpas del Torinese e di Croce Verde Torino e vedrà impegnate, per ogni giornata di evento, un’ambulanza di base con equipaggio di volontari soccorritori e un mezzo di soccorso avanzato con la presenza di medico e infermiere, oltre a quella dei volontari soccorritori. Verrà predisposta una sala medica equipaggiata di materiale sanitario necessario al primo soccorso. Inoltre due squadre a piedi di volontari soccorritori dotate di zaino per il soccorso, completo di defibrillatore, saranno organizzate in modo tale da coprire l’intera area della manifestazione, transitando in mezzo al pubblico all’interno delle aree espositive. Nelle cinque giornate del Salone del Salone del Libro turneranno complessivamente oltre trenta volontari soccorritori e una decina di coordinatori Anpas. I volontari impiegati sono inseriti nelle normali attività del Sistema 118 e sono in possesso di Certificazione Regionale per il trasporto in ambulanza. Per l’edizione 2019 il Salone si caratterizzerà anche come festival internazionale della cultura, con un palinsesto di circa 1.500 presentazioni editoriali, convegni, appuntamenti, dibattiti, spettacoli e più di 2.000 relatori e ospiti in cinque giorni. Segnaliamo per lunedì 13 maggio, alle ore 14 in Sala Ciano, il dibattito a cura di Anpas su La prevenzione sanitaria oggi. Il ruolo del Terzo Settore, del pubblico e del privato, i relatori saranno la professoressa Maria Rosaria Gualanodel Dipartimento di Scienze della Sanità Pubblica e Pediatriche presso l’Università degli Studi di Torino e il dottorFabrizio Pregliasco, presidente nazionale Anpas e ricercatore universitario per la Disciplina Igiene Generale ed Applicata presso il Dipartimento di Scienze Biomediche per la Salute dell’Università degli Studi di Milano. Il dibattito, moderato dalla giornalista e scrittrice Patrizia Durante, verterà sugli interventi di prevenzione sanitaria che costituiscono la via principale attraverso cui tutelare la salute dei cittadini. La sfida di oggi è mantenere i livelli qualitativi alti adottando azioni sostenibili e rispettose delle ragioni scientifiche che le sostengono. I volontari Anpas saranno anche presenti al Salone del Libro con un proprio stand per promuovere, con dimostrazioni di primo soccorso, materiali informativi e relazioni dirette, la cultura e lo spirito del volontariato di pubblica assistenza. L’associazione aderente ad Anpas Croce Verde Torino parteciperà inoltre al Salone Off organizzando alcuni eventi. Anpas (Associazione Nazionale Pubbliche Assistenze), nata nel 1904 dal movimento delle Società Operaie di Mutuo Soccorso, è una delle organizzazioni di volontariato più grandi d’Italia con 918 pubbliche assistenze e che oggi conta 86mila volontari attivi, 341.971 soci, oltre 3000 dipendenti, 2.592 volontari in Servizio Civile in più di mille presìdi in tutte le regioni d’Italia. Anpas si occupa di soccorso e trasporto sanitario, protezione civile e ambientale, servizi sociali, cultura e cooperazione internazionale. L’Anpas (Associazione Nazionale Pubbliche Assistenze) Comitato Regionale Piemonte rappresenta oggi 81 associazioni di volontariato con 9 sezioni distaccate, 9.379 volontari (di cui 3.447 donne), 6.259 soci, 407 dipendenti, di cui 55 amministrativi che, con 404 autoambulanze, 191 automezzi per il trasporto disabili, 224 automezzi per il trasporto persone e di protezione civile e 5 imbarcazioni, svolgono annualmente 462.864 servizi con una percorrenza complessiva di oltre 15 milioni di chilometri.
Mario Soldati, la gioia di vivere


"Informale" a gonfie vele
Domenica 5, 19 e 26 maggio San Secondo di Pinerolo (Torino)
Un grande successo di pubblico. In sole tre settimane, la mostra “Informale. Da Burri a Dubuffet, da Jorn a Fontana”, promossa dalla Fondazione Cosso al Castello di Miradolo (via Cardonata 2, San Secondo di Pinerolo), ha fatto registrare la presenza di circa 5mila visitatori, per il prestigio, la storicità e la varietà delle opere presentate, con capolavori dell’arte informale giunti da tutto il mondo (dall’America all’Europa al Giappone) e un interessante affondo sul panorama artistico torinese, fra gli anni Cinquanta e Sessanta del Novecento. Nasce di qui, l’idea di proporre al pubblico una serie di visite guidate ( al costo di 6 euro a partecipante + biglietto di ingresso alla mostra; prenotazione consigliata) che si terranno domenica 5, 19 e 26 maggio, alle ore 11. Il servizio é aggiuntivo a quello di audio-guida sempre disponibile, con i contributi critici del curatore, Francesco Poli. Nel mese di giugno, gli appuntamenti con le visite guidate saranno ancora di domenica, il 9, 16 e 30 giugno. Ultima data, domenica 7 luglio, sempre alle ore 11.
Per maggiori info: tel. 0121/502761 o info@fondazionecosso.it
g. m.
Ci pensa sempre Cristiano!
Oggi si celebra la memoria della tragedia di Superga, ricordata anche ieri sera dai tifosi bianconeri con il dovuto rispetto, un enorme striscione in curva. Ecco lo sport che ci piace, quello che insegna, prima di tutto, il rispetto per l’avversario, qualunque esso sia, sempre
Il Derby della Mole ieri sera ha visto una Juve un po’ impacciata, salvata all’ultimo dal suo uomo migliore. Eh già, ci pensa sempre lui, Cristiano Ronaldo. Ancora una volta agguanta il pareggio per la sua squadra – come nell’altro Derby appena giocato, quello d’Italia contro l’Inter – , ancora una volta si dimostra uno dei pochi – se non l’unico – ad aver voglia di vincere sempre, ovunque e comunque, non importa la classifica, non importa se siamo a fine stagione. Lui è fatto così.
I granata hanno bisogno dei tre punti per il sogno europeo, sanno di dover affrontare una Juve ormai scudettata, e allora ci provano, impostando la gara in maniera metodica e ordinata: riescono a contenere efficacemente la corazzata bianconera – Izzo e Nkoulou egregi – e cercano di punzecchiarla in contropiede; insomma, il Toro gioca da Toro.
Al 10′, Belotti potrebbe approfittare di una palla che Chiellini non aggancia in piena area, ma gli rimbalza addosso e spreca l’occasione; il Gallo si ripete pochi minuti dopo con un gran tiro alla sinistra di Szczesny, che però si fa trovare pronto. Al 17′, Cancelo e Pjanic non s’intendono su una rimessa laterale e Lukic non aspetta altro: 1- 0 per il Toro.
Emblematica l’espressione di CR7 al goal subìto: a quel punto Cristiano non ne può più, suona la carica e, vista la serata no di Kean, al 18′ decide di far da solo: seminando il panico in area granata, danza in palleggio tre volte, poi serve Matuidi che fa partire un bel sinistro, ma troppo centrale e Sirigu sventa il pericolo.
La Juve si scuote dal torpore ed inizia ad impegnare Sirigu con azioni di Cristiano, Kean – che ha una doppia occasione, ma viene ribattuto entrambe le volte – e Bernardeschi, molto attivo ma poco concreto.Il Toro spinge di più sul lato destro, anche perchè Cancelo non è in serata e concede troppo campo agli avversari.
La ripresa vede crescere sempre di più Spinazzola sulla sinistra, che guadagna metri su metri, costringendo Izzo a chiusure affannose sui suoi assist, alla continua ricerca della testa di Cristiano; lo Stadium apprezza e pensa: a forza di buttar palle in mezzo, qualcosa verrà fuori, tanto in area c’è il più forte al mondo, vuoi che una non la metta dentro?
Nel frattempo, CR7 non sta certo a guardare, anzi: si sbraccia, esce spesso dall’area per fare movimento e cercare spazi, si sposta da destra a sinistra, fa capire tutta la sua rabbia agonistica, nella speranza che i compagni lo seguano: al 64′ st dalla sinistra crossa pericolosamente in area e dopo tre minuti fa partire una bomba, in entrambe le occasioni il Toro si salva in extremis.
Ma nessun miracolo può fare Sirigu all’84’ st sull’incornata di Cristiano, che vola a 2,47 metri, rimane in sospensione il tempo necessario per poter agganciare l’ennesimo cross di Spinazzola dalla sinistra – stavolta perfetto, a forza di provare ! – e la indirizza in rete, scegliendo di metterla nell’angolino alto, alla sinistra del portiere. Lui è fatto così.
Un minuto dopo il pareggio, Allegri toglie Bernardeschi per De Sciglio; il finale di partita vede ancora la Juve in attacco, ancora con CR7 e Spinazzola che guidano l’assedio, ma il Toro regge e il Derby finisce in parità.
Oggi si celebra la memoria della tragedia di Superga, ricordata anche ieri sera dai tifosi bianconeri con il dovuto rispetto, un enorme striscione in curva. Ecco lo sport che ci piace, quello che insegna, prima di tutto, il rispetto per l’avversario, qualunque esso sia, sempre. #finoallafine
Rugiada Gambaudo
Il 4 maggio del 1919, esattamente cento anni fa, un aereo italiano, Caproni 450, decollato poco dopo le 8 della stessa mattina dall’aeroporto friulano di Campoformido, nella fase di atterraggio aviosuperficie di Vainorj, vicino a Bratislava, in vista del castello e del campanili della città slovacca (diventata dal 1 gennaio 1993 capitale della Repubblica di Slovacchia, Stato aderente all’Unione Europea), dopo aver sorvolato il Danubio e compiuto un ampio giro sulla città si schiantava al suolo
I soccorritori non potevano fare altro che costatare il decesso immediato delle quattro persone a bordo: il tenente pilota Gioiotto Mancinelli Scotti, il sergente Umberto Merlin, il motorista Umberto Aggiusti, tutti in forza alla Regia Aviazione Italiana e Milan Ratislav Stefanik, ministro della Guerra della prima repubblica Cecoslovacca, oltre che astronomo ed aviatore provetto, naturalizzato francese e per il Paese d’Oltralpe aveva raggiunto il grado di generale proprio durante il conflitto mondiale. La sua figura in Italia, nonostante il legame che ebbe con il nostro Paese durante la ‘Grande Guerra’ non è abbastanza nota, anzi è caduta quasi nell’obblio, eppure fu lui l’animatore del progetto che prese corpo con la costituzione della Legione Czeco-Slovacca (come si diceva allora) che fu il primo vero embrione del futuro stato cecoslovacco nato sulle ceneri della dissoluzione dell’Impero Asburgico. Fu lui che il 6 marzo 1918, ricevuto da Vittorio Emanuele Orlando, il docente di diritto che divenne il ‘Presidente della Vittoria’ (poi buttata alle ortiche a Versailles) disse “Io non voglio nulla. Vi sciolgo da qualsiasi vincolo morale. Non vi domando altro, se non che la mia gente muoia per il suo ideale”. E Orlando ricordo che “In quel momento io ero il presidente del consiglio d’un grande stato di 36 milioni di liberi cittadini e davanti a me c’era un esule, un uomo ramingo senza casa, senza patria, ma in quel momento sentìì l’animo mio inchinarsi per riverenza di fronte a quell’uomo di tanta grandezza morale, da rappresentare la forza più potente che v’era al mondo: la forza dell’idea”. Stefanik era legato anche sentimentalmente ad un’italiana, la marchesina Giuliana Benzoni, nipote prediletta di Ferdinando Martini, il ‘letterato prestato alla politica’, già governatore dell’Eritrea e ministro regio delle Colonie. Di questo legame ne parla pure, sia pure sommariamente, Giovani Amendola in un suo libro di memorie, nel quale ricorda come l’amica Giuliana avesse perso il suo compagno per quel tragico indicente. La sua morte, nonostante i rapporti ufficiali, anche italiani, lo escludessero, generò da subito sospetti e teorie di complotti, complice il fatto che il neonato governo cecoslovacco di Tomas Masaryk impose il segreto di Stato. Negli anni vi è stato chi ha visto come una delle possibili teorie complottiste il fatto che Stefanik, slovacco di nascita ed etnia, avrebbe chiesto, in sintonia con il protocollo firmato da Masaryk il 30 maggio 1918, una maggiore autonomia per gli slovacchi. Ma è altrettanto vero che con Masaryk ebbe sempre vicinanza. Al di là di teorie che possono essere più o meno fondate, potrebbe essere interessante vedere cosa disse il Re d’Italia, Vttiorio Emanuele III all’ambasciatore dello Stato slovacco costituito nel 1939 al momento della presentazione delle credenziali. Si dice che il sovrano avrebbe pronunciato una frase del tipo ‘Eh, il vostro Stefanik, le cose non sarebbero andate come è stato scritto’. Ma anche questo è un indizio troppo labile, da verificare nei verbali del protocollo diplomatico. Il generale-ministro venne seppellito nel memoriale nazionale a lui dedicato (come oggi gli è dedicato l’aeroporto di Bratislava) sulla collina di Bradlo che ammirava nella casa paterna da ragazzo, nella regione di Trencin. Con lui sono sepolti Merlin ed Aggiusti mentre le spoglie di Mancinelli Soctti vennero riportate in Italia dalla famiglia. Tra le opere che parlano di lui in italiano ci sono ‘La vita ribelle. Le memorie di un’aristocratica italiana tra belle epoque e repubblica’, di Giuliana Benzoni, raccolte da Viva Tedesco (il Mulino, 1985), il bel libro ‘Banditi o eroi ? Milan Ratislav Stefanik e la Legione Ceco-Slovacca’ di Sergio Tazzer (Kellerman, 2013) e ‘Milan Ratislav Stefanik, un breve profilo biografico’ (Associazione Tre Venezie-Slovacchia, 1995) di Milan Durica. Ed è proprio a quest’ultimo autore che voglio dedicare due parole. Teologo e docente all’Università di Padova, rientrato nel 1998 a vivere nel Paese natio, sul quale vorrei soffermarmi. Fu un colloquio avuto con lui in un pomeriggio di fine agosto del 2003, nella sua casa di Bratislava, ad aprirmi gli occhi sulla grandezza del ministro-astronomo-aviatore slovacco e a lui devo l’interesse, dopo aver letto proprio il profilo che ne aveva tracciato nel suo libro e l’interesse nell’approfondirne la figura.
Massimo Iaretti
La polizia arresta i topi d’alloggio del Lingotto
Nel pomeriggio di venerdì 3 maggio è giunta alla centrale del 112 la segnalazione di un furto in atto in un appartamento in zona Lingotto, ad opera di quattro soggetti fuggiti poi a bordo di una Fiat Stilo di colore verde acqua. Dopo qualche minuto personale della Squadra Volante notava una Fiat Stilo, anche essa color verde acqua, uscire da un parcheggio ed immettersi a tutta velocità in via Cuneo. Gli agenti, richiesto il supporto di altri operatori, si lanciavano all’inseguimento dell’auto, che imboccava via Bra a velocità sostenuta, continuando la sua corsa in Corso Vercelli, ove veniva definitivamente raggiunta e fermata. Gli operatori bloccavano immediatamente il tentativo di fuga dei malfattori, che opponevano una vivace resistenza all’arresto. Si tratta di 4 cittadini rom, di età compresa fra i 20 e i 43 anni, tutti domiciliati nel campo nomadi di strada della Berlia.
A seguito della perquisizione effettuata nell’auto e nei confronti dei fermati, sono stati rinvenuti e sequestrati a carico di ignoti;
1 pregiato servizio di porcellana di 39 pezzi;
1 orologio di color bianco Baume e Mercier;
1 braccialetto in oro con perline color corallo;
1 orecchino pendente con cuoricino in oro giallo;
un orologio marca Nautica.
Altri oggetti in oro e monili venivano invece riconosciuti dai legittimi proprietari, ed a loro subito riconsegnati; a loro gli investigatori risalivano mediante la segnalazione del furto in atto arrivata al 112 NUE da parte dei condomini dello stabile.
Inoltre, nell’autovettura dei fuggitivi sono stati trovati 4 paia di guanti da lavoro ed un collare in stoffa tipo passamontagna.
I quattro i cittadini stranieri, con a carico numerosi precedenti di polizia, sono stati tutti arrestati per furto aggravato in concorso fra loro e denunciati per ricettazione; a carico di uno, di 39 anni, che mostrava agli operatori ai fini dell’identificazione una patente di guida croata falsificata, è emerso sotto il vero nome anche un ordine di carcerazione. Pertanto, quest’ultimo è stato anche denunciato per false dichiarazioni sull’identità personale e possesso di documenti di identificazioni falsi.