redazione il torinese

Il Pd di Orlando a casa Bersani

Stavo andando alla Festa dell’ Unità. Una provvidenziale telefonata di un amico mi ricorda che Bersani è in via Oropa. Devio  per Vanchiglietta. Il classico ritardo di Bersani mi dà la possibilità di osservare i presenti che aspettano. Che succede? Giorgio Ardito qui? Poi il professore onorevole Giorgis con Enzo La volta. Esponenti del Pd Orlandiano. Davanti al 35, la sede del Pd locale. Magari sono lì per caso.Trafelata arriva l’onorevole Anna Rossomando. Avvicinandomi chiedo: che ci fate qui? Visita di cortesia per prenotare il giovane La Volta a Bersani?. Con un’ ora di ritardo arriva abbronzatissimo Bersani che attorniato dai giornalisti risponde alle innumerevoli domande e poi visita la spartana sede di Articolo uno. Padrone di casa Walter Catuzzo indomito attivista. Giro. Non mi do’ per vinto. Qui gatta a ci cova.  Tutti i principali esponenti del Pd Orlandiano sono presenti.  Sicuramente la convivenza con Il Fiorentino non deve essere semplice.  Grandi manovre elettorali? Manca poco al voto. Insisto ma ricevo cortesi non risposte e passo alle deduzioni. Deduzioni caute senza voli pindarici, ma si sta muovendo qualcosa di positivo per …diciamo così chi non condivide  Renzi. Ci penso io e  Bersani capisce subito. Interviene e non se ne fa una ragione della “imbellità” dei dirigenti Pd. A suo dire è debole l’azione del governo sia sulla cittadinanza agli stranieri sia sulla tutela del cittadino consumatore . Poi il “cavallo di battaglia “: recuperare il voto di sinistra del nostro popolo che non vota più. Mi permetto di chiedere ai miei vicini: e con Pisapia come la mettiamo? Unità ci chiede il nostro popolo ed unità della sinistra dobbiamo dare al nostro popolo. E gli Orlandiani? Sono schizzati alla Festa, c’ è Minniti. Però sicuramente è tanta politica ma unità con Pisapia e la visita di cortesia …fanno sì che per i renziani aumentino le difficoltà

Patrizio Tosetto

Piazza San Carlo, prova sicurezza superata. Ma la pioggia disturba il concerto di MiTo

Alla fine la barriera psicologica del dramma dello scorso 3 giugno è stata superata con successo, così come l’esame-sicurezza di piazza San Carlo. Al concerto Open Sing di MiTo-SettembreMusica la macchina organizzativa ha funzionato. Controlli minuziosi ai varchi grazie all’uso di metal detector e di personale dell’organizzazione a fare da supporto alle forze dell’ordine, quattro ambulanze, poche transenne per facilitare l’eventuale evacuazione, vie di fuga ben segnalate, ingresso consentito solo dalle 20 in poi. Era vietato portare borse ingombranti e, naturalmente, bottiglie di birra. Peccato solo per la pioggia, che ha limitato l’affluenza a circa 5 mila persone delle 10 mila (capienza massima) previste. Il coro guida ha condotto dal palco gli spettatori che hanno cantato brani di musica classica al riparo dei portici.

 

(Foto: MiTo – SettembreMusica)

Linea di confine. Spigolature di vita e storie torinesi

di Pier Franco Quaglieni

La scuola al minimo sindacale – Badoglio? No grazie – Lidia Palomba: stile, cultura, amore per la musica – Cravero ed è subito Carru’

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La scuola al minimo sindacale
La ministra Fedeli, assistente sociale e sindacalista, rischia di passare alla storia per essere la peggiore ministra dell’istruzione italiana. Eppure certi ministri Dc cui si deve il disastro del cedimento al ’68 sembravano imbattibili ,come su altro versante lo fu Luigi Berlinguer. Dopo aver proposto un liceo quadriennale, adesso ho avanzato l’idea balzana della scuola media di di due anni. Per lei i programmi di studio sono un optional che si può togliere e mettere da una valigia quando si va in vacanza . I programmi invece sono incomprimibili, se si vogliono svolgere con serietà e adeguato approfondimento secondo i tempi necessari per apprendere ed assimilare  . Un anno in più o in meno cambia radicalmente ( in peggio) la scuola. Possibile che la signora Fedeli sia così digiuna di studi da non capire queste elementari verità ?  Da sindacalista vuole dare anche agli studenti il minimo sindacale ? Possibile che non non sia in grado di cogliere l’ignoranza  immane  che già oggi  regna tra i giovani ? Possibile che non colga le fatiche sovrumane a cui sono sottoposti i docenti ? Le ore di scuola sottratte ai giovani sarebbe un furto a cui non ci sarebbe più rimedio.

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Badoglio? No grazie
L’8 settembre è una data ingloriosa della storia italiana.Quella del maresciallo Pietro Badoglio,nuovo Capo del Governo dopo il 25 luglio 1943,fu una fuga ingloriosa che trascinò dietro la stessa famiglia reale. Non si capisce perché Grazzano ,il paese del maresciallo, continui a onorarlo chiamandosi Grazzano Badoglio. Nel mese di novembre ricorderemo il centenario della disfatta di Caporetto durante la Grande Guerra. Il maggiore responsabile di quella pagina nefasta fu il generale Badoglio che consentì l’avanzata nemica senza sparare un colpo. Eppure passò indenne dalla commissione d’inchiesta e divenne vice del generalissimo Armando Diaz, succeduto a Cadorna a cui venne attribuita la sconfitta. Badoglio era massone ed è certo che tutta la sua carriera sia stata sorretta da questa appartenenza. Sarebbe ora, nel centenario di Caporetto, di cancellare il nome di Badoglio da quello del paese che gli ha dato i natali.Al massimo,gli dedichino la bocciofila dove amava giocare a bocce.

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Lidia Palomba: stile, cultura, amore per la musica

Nel 2008 venne intitolata, su proposta di chi scrive, una via torinese al musicologo Massimo Mila. Una scelta che sostenni con forza anche per l’amicizia che mi legava al defunto. Ci vollero anni perché la proposta venisse accolta. Se ci fosse stato Castellani invece di Chiamparino, sarebbe stato fatto con rapidità. Fui io a fare la laudatio di Mila prima dell’intitolazione. Ed ebbi persino i complimenti di Novelli che si stupì del mio discorso-si espresse proprio così- forse pensando di trovarsi di fronte ad un buzzurro fazioso. Io non condividevo il pensiero politico di Mila, ma, parlando per conto della Città, feci doverosamente un discorso istituzionale che non doveva stupire. Avrebbe dovuto stupire semmai un discorso diverso. Tanti anni dopo ho pensato a Lidia Palomba per molti decenni una presenza costante nella vita musicale di Torino. Paolo Gallarati scrisse di lei:<<Bionda, alta, elegante, donna di squisita e nobile cortesia, aveva stile , cultura e amore per la musica>>. Docente al Conservatorio come Mila, teneva trasmissioni radiofoniche di successo, scriveva sulla “Gazzetta del Popolo”, era una conferenziera molto seguita. Mila subì un periodo di carcere durante il fascismo e questo fece la differenza incolmabile. Era stato allievo di Monti al “d’Azeglio”, aveva scritto sull’”Unità”, queste erano le altre differenze. Dopo la chiusura della “Gazzetta del Pololo”, “La Stampa” non le consentì di continuare a scrivere come fece con tanti altri, a cominciare dal direttore Torre divenuto direttore di “Stampa sera”. Ma Lidia come storica della musica e musicologa, allieva di Andrea della Corte, era almeno al livello di Mila ,se non superiore. Mila fu anche incaricato all’Università ma al concorso per professore ordinario venne bocciato. Lui trasse vanto da quella bocciatura subita dopo anni di insegnamento. Era anche una donna coraggiosa che non si lasciò mai sedurre dal conformismo. E questo la penalizzò molto. La ricordo amica generosa, leale, aperta. I suoi capodanni erano mitici nella bella casa di Corso Galileo Ferraris, le sue serate estive nell’accogliente villa di Piossasco restano indimenticabili. Andrebbe ricordata come grande torinese benemerita della musica. Più di Mila, a suo tempo troppo celebrato come studioso, anche se oggi totalmente dimenticato.

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Cravero ed è subito Carru’

Il comm. Giuseppe Cravero e la sua splendida famiglia si identificano nel “Vascello d’oro” e la trattoria carruccese si identifica in Carrù, la cittadina dove nacque Luigi Einaudi, come ricorda una lapide molto spartana posta sulla casa nativa. Carrù è la porta delle Langhe e il suo monumento ai buoi che si staglia su un magnifico paesaggio sta a testimoniare la nobiltà contadina di quella terra fondata sul lavoro. Il Bove di Carducci non è retorico ,anche se il Bue grasso di Carrù è destinato più che ad essere premiato a finire sulle nostre mense natalizie. A settembre “Il Vascello” organizza ogni venerdì e sabato un menu speciale con parmigiana di melanzane, risotto, fritto misto, che si affianca a quello tradizionale in cui trionfano i salumi di produzione propria, tanti antipasti assortiti(l’insalata russa va assaggiata), tajarin, gnocchi, agnolotti fatti a mano, bollito misto, finanziera, bassuà, fonduta e tanto altro. E’ il trionfo della cucina piemontese e nel locale si viene accolti spesso con il dialetto piemontese caro a Benedetto Croce. E’ la vecchia trattoria piemontese -venne fondata nel 1887- che è rimasta sè stessa ed oggi è quasi introvabile. Quando in un’occasione particolare parlai al presidente Ciampi che aveva una madre cuneese, di quella trattoria, il Presidente conferì motu proprio la Commenda al merito della Repubblica a Cravero, che per festeggiare offrì una cena sontuosa. Io ancor prima di conoscere Cravero e di diventarne amico, andavo, di ritorno da Bordighera, al “Vascello” con il filosofo Oscar Navarro e il latinista Ciaffi, cuochi dilettanti molto severi nei loro giudizi. Una volta si unì anche il pittore Guido Seborga. A me piace in particolare l’eleganza e lo stile del giovane figlio di Cravero, che sa tener alto il nome di famiglia. Un ragazzo d’oro ,si sarebbe detto al tempo in cui la trattoria venne fondata.

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L’eliporto” Aldo Cavallo”

Ho letto la notizia dell’aeroporto di Villanova di Albenga ridotto a fare da base ad un elicottero. Ben misera fine. Mi ricordo quando a Torino c’era l’eliporto  per Milano in piazza d’Armi .Quante cose avveniristiche  c’erano a Torino, peccato averle perse.

Etienne N.

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L’aeroporto di Albenga ha fatto una fine miserrima. Peggio di così non si poteva. Alcuni ingauni , per dirla con il nome antico della loro terra, sono corti di vista e non capirono l’importanza di uno scalo come quello di cui godono in quanto la piana di Albenga è l’unica in Liguria a consentirlo.  Venerano incredibilmente  le fionde a cui hanno incredibilmente  dedicato due monumenti. Sembrano siano  rimasti all’era della fionda… Il volo, per molti di loro, è ancora solo quello di Icaro.Torino all’epoca del Sindaco Amedeo Peyron ,il grande  sindaco del centenario del 1961,sapeva guardare lontano invece. Peyron fu l’unico sindaco degno del secondo ‘900 insieme a Castellani. Realizzò l’eliporto  di cui parla la lettrice, dedicandolo al tenente pilota Aldo Cavallo,caduto in volo. Era un giovane esemplare ,figlio del commendator Felice Cavallo ,uno stimato artigiano tappezziere torinese che ebbe la vita segnata dalla tragica morte del figlio. L’eliporto non ebbe successo  anche perché la Fiat aveva il suo eliporto per gli aperitivi dell’Avvocato in Sardegna e ritorno immediato a Torino. Dovette chiudere per mancanza di utenti. Con il treno ci si metteva tanto tempo per raggiungere Milano e anche l’autostrada a due corsie era insufficiente. L’elicottero poteva essere una soluzione specie se visto anche come collegamento con Venezia.  Durante il Ventennio  c’era una linea di idrovolanti  con scalo  sul Po nei pressi del Castello Medievale  che collegava Torino con Trieste. Durò fino da metà degli Anni 20 alla II Guerra Mondiale. Oggi è tutto cambiato e il Frecciarossa  ha bruciato i tempi. Una delle poche cose di cui l’Italia si possa vantare, anche se il TGV francese, cara Etienne ,come Lei ben sa, venne con decenni di anticipo.

pfq

 

Lazzarino presidente Caat

E’ Marco Lazzarino il nuovo presidente del Caat, Centro Agro Alimentare di Torino. E’ stato nominato dall’ assemblea dei soci della società consortile alla guida di quello che è il terzo centro italiano per valore complessivo degli scambi. 46 anni, Lazzarino è ingegnere, professionista e imprenditore, con esperienza nell’associazionismo ed è stato membro Ucid, l’Unione cristiana degli imprenditori. Subentra a Giuliano Manolino. Nella foto, Lazzarino con la sindaca Appendino durante una serata dell’Ucid dei mesi scorsi.

Mezzi pubblici in sciopero nel giorno del derby della Mole

Proclamate 24 di sciopero dei mezzi pubblici, a Torino, il prossimo 23 settembre, giornata del derby  tra Juventus e Torino. La protesta del personale Gtt è stata indetta dalle sigle sindacali Fast-Confsal e Faisa Cisal, all’insegna dello slogan: “Senza bus al Derby gli autoferrotranvieri giocano un’altra partita, quella per il loro futuro”. I lavoratori vogliono  “contrastare un sistema inefficiente, poco trasparente e costoso, che invece di ridurre sprechi e privilegi fa pagare il prezzo della crisi a cittadini e lavoratori”. Garantite le seguenti fasce orarie: metropolitana e servizio urbano e suburbano dalle ore 6 alle ore 9 e dalle ore 12 alle ore 15. Servizio extraurbano, SFM1 (ferrovia canavesana) ed SFMA (Torino-Ceres) da inizio servizio alle ore 8 e dalle ore 14.30 alle ore 17.30.

Mihajlovic: “Questo Toro è da Europa”

Sinisa Mihajlovic è pienamente soddisfatto del Torino del presidente Cairo e del ds Petrachi. Così l’Ansa riporta le sue parole: “E’ la prima volta che alleno una squadra costruita per l’obiettivo che si è prefissato. E se non andremo in Europa sarà colpa mia. Al Milan  mi avevano chiesto la Champions, ma la squadra non era da Champions; lo stesso con la Fiorentina: volevano l’Europa League, ma la squadra non era attrezzata. Questo Toro invece è forte, completo, ambizioso, con giovani dal grande potenziale, altri esperti, maturi, con fisico e personalità. Se riusciremo a stare nel gruppo che conta fino alla seconda sosta, quella di ottobre, allora tutto diventerà bello”.

Un mondo senza armi nucleari

Promuovono la conferenza:


Il cammino verso un mondo senza armi nucleari e la democrazia internazionale

11 settembre 2017, ore 17.00
Fondazione Luigi Einaudi
Via Principe Amedeo, 34 – Torino

Relatore

Tad Daley
Direttore di ricerca del Center for War/Peace Studies di New York

Autore del libro Apocalyspe Never, pubblicato da Rutgers University Press
Esponente della sezione statunitense del World Federalist Movement

Introduce  

Roberto Marchionatti 
Presidente Comitato Scientifico della Fondazione Luigi Einaudi onlus


L’11 settembre 2001, con gli attentati a New York e Washington, il mondo scoprì il terrorismo internazionale e le “minacce asimmetriche” contro gli Stati. Ma non è per questo venuta meno la” minaccia nucleare” su cui si resse l’equilibrio del terrore della Guerra Fredda. Essa ha, anzi, assunto forme nuove e insidiose. È quindi importante mantenere vivi il dibattito e l’azione per il disarmo nucleare e per l’estensione della democrazia e dei principi dello Stato di diritto sul piano internazionale.

 

Maze, primo festival della street culture

Dall’8 all’11 settembre Torino accende i riflettori sulla prima edizione di Maze, primo festival dedicato al mondo della street culture internazionale in tutte le sue declinazioni. Un labirinto (maze dall’inglese significa labirinto) di esposizioni artistiche, sfilate, conferenze, laboratori, workshop, contest di street dance e dj set in cui perdersi per quattro giorni nell’area dell’Ex Borsa Valori di Torino nel Piazzale Valdo Fusi. Venerdì la kermesse è entrata nel vivo con l’incontro con Domenico Romeo, direttore creativo del brand di street wear Off White, in dialogo con Mattia Ruffolo, Editor in Chief di I-D Vice Italia. Si è discusso di come lo streetwear, nato negli anni Ottanta come sottocultura urbana, abbia ormai guadagnato posizioni di spicco nel fashion System internazionale, rubando l’attenzione dei grandi brand: Fendi, Prada, Gucci, Louis Vuitton, solo per citarne alcuni.

Dopo l’incontro a seguire il fashion show. Hanno aperto la sfilata i designer israeliani di Holyland Civilians, brand emergente di uno streetwear sofisticato che vuole gettare un ponte tra le diverse ideologie presenti sul territorio con umorismo e leggerezza. Subito dopo è il turno dei grandi brand presenti nell’area espositiva: Fred Perry, Fila, Kappa, K-Way, Dreamyourself, Bad Deal. Terminate le sfilate aperitivo organizzato da Fred Perry con la sonorizzazione di Broke One, dj house di fama internazionale. Maze si è poi spostato al Big Club con una serata dedicata alla black music, con la collaborazione di Snobiety e lo special guest dj Mace. La giornata di sabato è incentrata sul ballo. Workshop di street dance, sfide di hip hop e di break dance con ballerini provenienti da tutta Italia infiammano gli spazi dell’Ex Borsa Valori già a partire dalle 10. Alle 14 la conferenza sulla streetphotography con un fotoreporter di fama internazionale, Franco Pagetti, autore dell’ultima campagna di Dolce & Gabbana. Domenica riflettori puntati sullo sport. Tra gli appuntamenti da non perdere il torneo di street basket, il contest di skate, il talk con l’atleta disabile Andrea De Beni che parlerà di sport e disabilità e per gli appassionati di hip hop l’incontro con Crazy legs, leggenda della cultura hip hop, ballerino di film come Flashdance, Beat street e Wild Style. Alle 22 il Jazz Club ospita il party di chiusura con il concerto del rapper Dutch Nazari.

Realizzato con il patrocinio del Comune di Torino, della Camera di Commercio Industria, Artigianato e Agricoltura di Torino, dell’Ascom Confcommercio e con il contributo dei mainpartners Urban, Point Break, HUB Style e Satispay, il Festival è ideato e creato dall’Associazione Interculturale Multiethnic Media, nata nel 2007 per sostenere il dialogo tra le diverse culture della società contemporanea della città ed è realizzato in collaborazione con STUDIO2fashion Events, struttura che opera da quasi trent’anni nel settore della moda internazionale.

Giuliana Prestipino

 

BEACH VOLLEY: BRONZO PER IL GSPM TORINO NEL 3X3 FEMMINILE AI TRICOLORI ASPMI DI RICCIONE

Questa volta non ci sono ori e allori ad attendere il Gruppo Sportivo Polizia Municipale di Torino sul podio di Riccione, dove si è appena conclusa la terza edizione dei campionati italiani ASPMI di beach volley; pur giocandosela a viso aperto con tutti, infatti, gli atleti sabaudi non sono riusciti nell’impresa di centrare il terzo titolo nazionale consecutivo, accontentandosi “soltanto” (si fa per dire) della medaglia di bronzo conquistata dalle ragazze del 3×3 (Roraima Pennazio, Roberta Pica e la “meneghina” Stefania Pedone, aggregatasi alla compagine piemontese in quanto Milano non raggiungeva il limite minimo di partecipanti), malgrado l’assenza di Emanuela Milano, ferma ai box dopo l’infortunio rimediato in occasione della rassegna tricolore di pallavolo.

Le tre coppie maschili (Valentino Hu-Simone Manzo, Aldo Annicchiarico-Mauro Buttolo, Giovanni Guerzio-Ciro Spirito, con quest’ultimo unitosi al team torinese proprio come fatto dalla collega Pedone) si sono piazzate tutte al quinto posto, ad eccezione del tandem Annicchiarico-Buttolo, uscito di scena agli ottavi di finale, mentre le due squadre miste 3×3 (Hu-Manzo-Pica e Annicchiarico-Buttolo-Pennazio) si sono classificate rispettivamente settima e sesta.

Una prestazione comunque soddisfacente, che viene commentata così da Valentino Hu, responsabile della sezione pallavolistica del sodalizio gialloblù: «Con rammarico, quest’anno il GSPM Torino non è riuscito a confermarsi ai vertici dell’albo d’oro della competizione a causa di alcune circostanze sfortunate, che hanno avuto la meglio sulla carica e sulla grinta che ci hanno accompagnati in quest’avventura. Si è trattato di un piccolo incidente di percorso, Torino è più unita e compatta che mai e il gruppo è giovane, grazie anche all’aggiunta di qualche nuovo amico, come Simone Manzo, già presente l’anno scorso, e Aldo Annicchiarico, che ha saputo stupire tutti in positivo: un giocatore mobile, scattante e molto promettente per il futuro, pur non avendo mai praticato pallavolo a livelli agonistici».

Per quanto concerne l’aspetto organizzativo del torneo, Hu ha asserito: «Desidero rivolgere a nome di tutto il gruppo i nostri ringraziamenti al GS Riccione per l’organizzazione del campionato e al nostro presidente Massimo Re e ad Elisabetta Ferraresi per il loro sostegno costante. Un grazie anche alla città di Riccione, a Ezio Bianchi, titolare dell’hotel “Fiorina”, e al “Beach Arena” che ha ospitato le gare. Infine, un ringraziamento speciale alla collega Antonella Pronello, che, nonostante i numerosi impegni lavorativi e personali, ci ha accompagnato nella trasferta in landa romagnola, donandoci grandi sorrisi e tanta positività».

Il prossimo impegno per il GSPM Torino è rappresentato dagli italiani ASPMI di ciclismo su strada, in programma a Milano domenica 17 settembre.

Il garante: “L’Europa denuncia le carceri sovraffollate: situazione critica”

Anche l’Europa bacchetta l’Italia per le carceri sovraffollate e il Garante dei detenuti della Regione Piemonte Bruno Mellano denuncia: “Anche qui il problema non è risolto. Non solo: i numeri ufficiali non dicono tutta la verità”.

Il Comitato per la prevenzione della tortura (Cpt) del Consiglio d’Europa ha, infatti, segnalato ufficialmente all’Italia la persistenza del problema: “il sovraffollamento delle carceri italiane non è stato risolto perché molti istituti di pena operano ancora al di sopra della loro capacità”. E denuncia anche numerosi casi di maltrattamenti. In Piemonte, spiega Mellano, nelle statistiche ufficiali a fine agosto c’erano 4.131 detenuti su una capienza regolamentare di 4.048 posti, ma questo dato è del tutto falsato da posti letto non attualmente disponibili. La Casa di reclusione di Alba – per esempio – è stata formalmente riaperta a luglio (e il conteggio dei posti albesi sono stati inseriti nella capienza complessiva piemontese) ma la struttura utilizzabile e utilizzata è solo quella di una palazzina a sé stante di circa 35 posti e non certo il corpo centrale del carcere e i suoi 139 posti sulla carta. A Cuneo i due padiglione vecchi, ex-Giudiziario e Cerialdo, sono chiusi, rispettivamente dal 2010 e dall’ottobre 2016, così la capienza non è quella indicata di 427 posti ma solo di 192 reali dell’unico padiglione in uso, quello di recente costruzione. E così in molti dei 13 istituti penitenziari piemontesi la realtà e diversa dalla rappresentazione dei numeri delle statistiche ufficiali. Pur alla presenza di questi dati da leggere in controluce con le informazioni relative a “eventuali situazione transitorie che comportano scostamenti temporanei”, registriamo in Piemonte un sovraffollamento a:

Casa circondariale di Vercelli del 131,60%
Casa circondariale di Ivrea del 130,96 %
Casa circondariale di Verbania del 128,30 %
Casa di reclusione di Asti del 117,87 %
Casa di reclusione di Alessandria San Michele del 116,48 %
Casa circondariale di Torino del 116,23 %

Alla Casa circondariale di Cuneo, se si considerano i padiglioni chiusi, c’è un tasso di sovraffollamento record per il Piemonte del 132 %. I Garanti piemontesi hanno formalmente e in più occasioni segnalato al Ministero di Giustizia la questione logistica come centrale e alla base di ogni credibile progetto trattamentale e di recupero. Confido, ora, che il nuovo responsabile del Provveditorato dell’Amministrazione penitenziaria per il Piemonte, la Liguria e la Valle d’Aosta Liberato Guerriero, appena insediato, possa prendere in mano le questioni aperte e soprattutto possa essere messo in grado di intervenire, a cominciare da Alba, Cuneo, Vercelli e Torino Per tornare al problema generale, il Cpt del Consiglio d’Europa ribadisce inoltre che l’Italia deve rispettare gli standard che il Comitato ha fissato per lo spazio che ogni detenuto deve avere a propria disposizione in cella: 6 metri quadrati di spazio vitale, esclusi i sanitari, in cella singola, e 4 metri quadrati in una cella che occupi con altri. Il Cpt, pur prendendo nota degli sforzi fatti dall’Italia per risolvere la questione del sovraffollamento dopo la condanna della Corte di Strasburgo (Torreggiani), nel rapporto sull’Italia redatto in base alla missione condotta nell’aprile 2016, osserva che i conti non tornano. In effetti al 31 agosto scorso, la popolazione detenuta italiana era di 57.393 detenuti su una capienza regolamentare di 50.501. Oltre 7.000 detenuti in più, ma non basta. Una postilla ai dati ufficiali del Dipartimento nazionale dell’Amministrazione penitenziaria (Dap) segnala che “Il dato sulla capienza non tiene conto di eventuali situazioni transitorie che comportano scostamenti temporanei dal valore indicato”. La questione non è di poco conto perché molti Istituti hanno celle, sezioni o addirittura interi padiglioni chiusi per lavori di restauro o in attesa di decisioni e/o finanziamenti per il ripristino delle strutture. Infine si riapre la partita della quantificazione dello spazio vitale minimo da garantire a ciascun detenuto: le prescrizioni europee sono ben lontane dai parametri utilizzati per la valutazione fatta dall’Amministrazione penitenziaria. Su questo il ruolo dei Garanti continua ad essere di sollecito alla Magistratura di Sorveglianza che è chiamata ad applicare l’articoli 35bis e 35ter dell’Ordinamento penitenziario, introdotti appositamente dal legislatore italiano per evitare le accuse di “detenzione inumana e degradante”. 

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