redazione il torinese

La spada di Enea

Savigliano incontra il mondo etrusco e quello romano a Palazzo Taffini d’Acceglio. C’è la spada di Enea, del VII secolo a.C., restituita dalla terra ma è solo leggenda e grande epopea, che faceva parte del corredo funebre di un guerriero vissuto nell’età degli Eroi, c’è la grande clava di bronzo di Ercole, che il figlio di Zeus, amato da Etruschi e Romani, usò per superare immani fatiche pur di raggiungere gli dèi nell’Olimpo celeste e c’è Eros bambino che dorme sulla pelle del leone, opera attribuita a Michelangelo conservata nel Museo di Antichità di Torino. Sono alcuni dei pezzi pregiati esposti nella mostra “Enea e gli Etruschi” allestita nella Sala degli Dei di Palazzo Taffini per iniziativa dell’Associazione “Le Terre dei Savoia” che riunisce una cinquantina di Comuni delle province di Torino, Asti e Cuneo, impegnati a valorizzare il territorio sotto il profilo culturale e turistico. Tra i suoi progetti, finanziati in parte dagli organismi europei, spicca il Mùses Accademia Europea delle Essenze, che oggi è un grande spazio museale all’interno dello storico edificio saviglianese. Storia e leggenda, dipinti e reperti si intrecciano idealmente nell’esposizione a Palazzo Taffini che un tempo accoglieva i regnanti e oggi ospita oggetti e sculture di grande valore provenienti dai principali musei etruschi del Lazio, della Toscana e dal Museo di Antichità di Torino. Gli antichi affreschi del Seicento sono ora visibili al pubblico e descrivono le gesta di Enea, eroe troiano progenitore dei Romani, intrecciandole con la celebrazione di Casa Savoia e della famiglia Taffini all’epoca di Maria Cristina di Francia. Trionfano il mito di Enea, l’origine etrusca dei Troiani e la storia della fondazione di Roma che danno vita a un mitico racconto in cui i Duchi di Savoia e la famiglia Taffini vengono esaltati e glorificati insieme. Gli otto affreschi mostrati ai visitatori rievocano alcuni episodi tratti dall’Eneide di Virgilio e dalle Historiae di Tito Livio e riguardano le armi di Ettore, Enea e Didone, la discesa di Enea agli Inferi, la madre Venere che consegna le armi a Enea, lo scudo di Enea: Orazio Coclite, l’assedio dei Troiani, il soccorso al campo di Troia e il duello finale tra Enea e Turno colpito a morte dalla spada di Enea. La rassegna è arricchita da splendidi gioielli, da un olfattorio di 24 vasi di vetro di Murano che ricordano i vasi etruschi, contenitori di rari e preziosi profumi, e da un omaggio ai personaggi di Caterina de Medici e Maria Cristina di Francia, duchessa di Savoia, rappresentate con lussuosi vestiti storici. La mostra è curata da Umberto Pecchini (Associazione Le Terre dei Savoia) , Loredana De Robertis, Gabriella Pantò e Simona Rafanelli con il sostegno della Cassa di Risparmio di Savigliano, proprietaria di Palazzo Taffini. É visitabile fino al 7 gennaio 2018, dal martedì alla domenica, dalle ore 10 alle 13 e dalle 14 alle 18.

 

Filippo Re

 

Il fanatismo non perdona la ragazzina “fascista”

IL COMMENTO  di Pier Franco Quaglieni

A Noli, in Liguria, il 30 settembre verrà inaugurata una lapide in ricordo di una tredicenne  di Savona , Giuseppina Ghersi, violentata   e uccisa da partigiani comunisti nei giorni successivi al 25 aprile1945.  Era solo  una bambina, nel 1945 le tredicenni erano solo bambine e non ebbe compromissioni  con il fascismo, se non per  aver scritto un tema su Mussolini . La famiglia di Giuseppina non era fascista e l’accusa rivolta contro la tredicenne di essere stata una spia dei tedeschi del tutto infondata. Venne rapata a zero, la sua testa venne dipinta di rosso , la sfigurarono con le percosse e poi venne ammazzata con un colpo alla nuca .Il padre di Giuseppina fece un esposto alla Magistratura qualche anno dopo il misfatto, ma non ottenne soddisfazione. Fu Gianpaolo Pansa a denunciare il crimine rivoltante avvenuto nel clima irrespirabile  di una guerra civile che continuò ben oltre il 25 aprile 1945. Ci furono episodi atroci che hanno provocato degli  odi che hanno invelenito l’Italia per decenni. Le atrocità vennero commesse da fascisti, tedeschi e da partigiani. Le motivazioni non giustificano nessuno perché certi crimini non possono essere motivati se non con la barbarie inumana che non è di destra né di sinistra, ma ha un’unica matrice nel ricorso alla violenza belluina.  A Noli ( e non a Savona dove il fatto, avvenne ) vogliono apporre questa lapide :”Anni sono  passati, ma non ti abbiamo dimenticata ,sfortunata bambina oggetto di ignobile viltà ” . 

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Non ci sono riferimenti politici di sorta. Anzi, potrebbe persino essere considerato un testo reticente, ma certamente non di parte. Ma l’Anpi di Savona ha subito protestato vibratamente , denunciando nel cippo una strumentalizzazione politica. Il clima  creato da casa Pound da una parte e  ,dall’altra ,dalla proposta di legge Fiano sui reati di opinione in materia di apologia del fascismo   hanno determinato un ambiente  poco propenso a confrontarsi con franchezza e distacco critico  sul nostro passato dopo  oltre 70 anni. La sindaca di Forza Italia di Savona Caprioglio , prudentemente, si  e’ sfilata ,affermando come  si debba a guardare all’oggi e  non ad episodi di  decine di anni fa, pur denunciando, da donna ,da avvocato e da madre , l’abuso nei confronti di una bambina  avvenuto a Savona nel 1945.  Forse ha ragione la sindaca di Savona, ma forse questi episodi motivati da ragioni solo  apparentemente  politiche ,non potranno mai essere archiviati. Il testo proposto a Noli non offende nessuno e chi si oppone al ricordo di Giuseppina offende il buon senso  e  i più elementari  valori umani che proprio l’antifascismo ha affermato con la Resistenza  e che il nazifascismo ha sempre calpestato, spesso in modo sprezzante e persino orgoglioso. Che ci siano stati fatti bestiali durante e dopo la Liberazione non si può continuare a negarlo con una  stupida ipocrisia  che soprattutto i giovani non possono accettare.

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Solo i parrucconi legati ad un loro orgoglioso e  pur legittimo passato  possono cercare di bloccare un processo di smitizzazione che è storicamente inevitabile, anzi e’ indispensabile per non continuare a  confondere il grano con il loglio . Anche contestualizzando storicamente l’episodio di cui fu vittima Giuseppina, come sempre va fatto, ogni tentativo di attenuare le responsabilità dei suoi brutali assassini appare inutile e grottesco. Gli eccessi di questo tipo  sono crimini contro l’umanità che vanno oltre la  stessa guerra civile che divise gli Italiani  e che appaiono  totalmente ingiustificabili  sotto ogni punto di vista. L’antifascismo vero non ha paura di aprire i suoi armadi perché non ha scheletri da nascondere. Solo chi ha nefandezze da occultare, può  motivatamente urlare allo scandalo di Noli per creare la confusione necessaria a  tentare, in verità  un po’ pateticamente, di  mascherare certe pagine nefande di storia .Chi ha addirittura scomodato Italo Calvino per alleggerire certe colpe, ha fatto un’operazione incredibile. Calvino non avrebbe mai accettato di coprire le belve che torturarono e uccisero Giuseppina . Quel cippo di Noli servirà anche a riflettere sulle violenze  e gli stupri che ieri, oggi ,e purtroppo, anche domani si commetteranno contro le donne e le bambine.  Al di là delle etichette politiche, dietro cui  i barbari  intendono nascondere la loro barbarie.  Il Vice Presidente Nazionale della FIVL, il savonese   Lelio Speranza , partigiano cristiano agli ordini di Martini Mauri, mi disse una volta che, ripensando a quell’episodio del 1945  , sentiva un voltastomaco che lo faceva  ancora soffrire e indignare. Speranza fu un vero e valoroso  combattente per la libertà ,ma soprattutto fu un uomo autentico e coraggioso.

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quaglieni@gmail.com

Arrestato terzo aggressore del senatore Airola

Terzo arresto da parte della polizia per l’aggressione ad Alberto Airola, il senatore del Movimento 5 Stelle aggredito nel quartiere Aurora a Torino nella notte tra il 3 e il 4 settembre. In manette è finito  Hassan Issam, 35enne tunisino, irregolare sul territorio italiano e con diversi precedenti per rapina e traffico di droga. La Digos lo ha rintracciato e fermato ieri sera. Erano già stati presi  due dominicani, uno di 20 e l’altro di 28 anni. Il senatore pentastellato ha riportato una frattura della mandibola, per la quale è stato sottoposto a un intervento chirurgico.

La GAM, il museo rinato dalle macerie della guerra

Capire l’arte contemporanea non è affatto semplice, ma si sbaglia a pensare che la sua comprensione sia riservata solo a una ristretta élite di esperti. Per imparare a conoscerla ed apprezzarla a Torino non esiste museo migliore della GAM, la Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea. Con la sua immensa collezione, costituita da oltre 45 mila opere tra dipinti, sculture, installazioni e fotografie a cui si devono aggiungere una ricca raccolta di disegni e incisioni e una delle collezioni di film e video d’artista più importanti a livello europeo, la GAM rappresenta a livello italiano un punto di riferimento fondamentale per lo studio dell’arte contemporanea. Ciò è determinato non solo dalla ricchezza delle sue collezioni, ma anche dal fatto che il museo gode di un importante primato: infatti, Torino è stata la prima città italiana – nel 1863 – a istituire una raccolta di opere d’arte contemporanea all’interno del proprio Museo Civico.

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Da quella prima raccolta embrionale nasce e progressivamente cresce la Galleria d’Arte Moderna che – come raccontato nella piccola e interessante mostra Dalle Bombe al Museo. 1942-1959, visitabile sino a novembre – vive una stagione di vera e propria rinascita nel secondo dopoguerra. Dopo che nel 1942 un bombardamento aereo danneggia le opere e l’edificio di corso Galileo Ferraris che le ospitava, il museo chiude i battenti. Nel 1950 viene indetto il bando di concorso per la costruzione di una nuova sede per la Galleria: a vincerlo sono i giovanissimi architetti ferraresi Carlo Bassi e Alfredo Boschetti che, azzardando, presentano un progetto innovativo e sperimentale, capace di colpire la commissione giudicatrice. Conclusa la costruzione del nuovo edificio di Via Magenta 31, che ancora oggi è la sede del museo, e portati a termine i lavori di allestimento e ordinamento della nuova GAM, nel 1959 il museo nato dalle macerie della Seconda guerra mondiale viene nuovamente aperto al pubblico e viene celebrato come una delle istituzioni culturali più moderne d’Europa.

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La volontà di mantenere intatto tale importante primato ha spinto i direttori che si sono succeduti nel corso del tempo a compiere delle scelte all’insegna dell’innovazione e della sperimentazione. Così, dal 2009 le opere della GAM non sono più ordinate secondo la tradizionale successione cronologica, ma sono disposte secondo un ordinamento non convenzionale, di tipo tematico. La visita all’interno del museo si suddivide perciò in quattro differenti percorsi, ciascuno dei quali dedicato a un tema. Al primo piano si incontrano i percorsi dedicati all’infinito e alla velocità, concetti trasversali indagati sin dal XIX secolo impiegando differenti tecniche artistiche. Le ampie e luminose sale al secondo piano ospitano invece le opere che raccontano tutte le possibili declinazioni dell’etica e le molteplici forme della natura. Fanno parte di quest’ultima sezione opere di straordinario valore artistico come Aprile, paesaggio malinconico di Antonio Fontanesi, Bianco e Sacco, opere polimateriche di Albero Burri, e L’aratura, dipinto realizzato nel 1926 da Fortunato Depero che, facendo propria la lezione dei futuristi, elabora uno stile personale dal tratto geometrico inconfondibile.

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Per non tradire uno degli obiettivi che ne hanno determinato la nascita – avvicinare il grande pubblico all’arte contemporanea – la GAM propone costantemente interessanti attività e laboratori destinati ad adulti e bambini. Ormai è divenuta una consuetudine la partecipazione alla Giornata Nazionale delle Famiglie al Museo, che quest’anno verrà celebrata domenica 8 ottobre affrontando un tema di stretta attualità, «La cultura abbatte i muri». Protagoniste della giornata saranno le opere prodotte dalla fine degli anni Cinquanta dagli artisti giapponesi del movimento d’avanguardia Gutai, che ha aperto una profonda riflessione sul rapporto tra l’arte orientale e le produzioni artistiche dell’Occidente dimostrando che, esattamente come accade ancora oggi, le frontiere da abbattere sono innanzitutto quelle che esistono nella mente delle persone.

Giulia Amedeo

Sotto la Mole domenica per la sostenibilità, a piedi per otto ore nella Ztl centrale

Domenica 17 settembre è  la “Domenica per la sostenibilità” che prevede il blocco del traffico motorizzato privato dalle 10 alle 18 nell’area della Ztl Centrale. Le  auto resteranno ferme per otto ore e sarà possibile attraversare il centro a piedi con la manifestazione “Torino Camminabile“; sulla tranvia Sassi-Superga verrà istituito il servizio di trasporto bici gratuito. Il 16 e 17 settembre, nell’ambito del Progetto Living Street, finanziato nell’ambito del programma LIFE 2015 della Commissione Europea, la Città di Torino in collaborazione con la Cooperativa S&T, promuoverà attività di animazione e condivisione di spazio pubblico nel Borgo Campidoglio, con la chiusura al traffico veicolare dalle ore 10 alle ore 19 il sabato e dalle ore 10 alle ore 18 la domenica delle seguenti due aree:
1) area delimitata da corso Svizzera, via Nicola Fabrizi, corso Tassoni, via Balme, confini esclusi;
2) area delimitata da corso Svizzera, via Balme, via Netro, via Luigi Cibrario, Piazza Perotti, confini esclusi. (Leggi qui l’ordinanza 73 ).

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“Condividere ti porta lontano”, recita lo slogan della Settimana Europea della Mobilità Sostenibile promossa dalla Commissione Europea, che si svolgerà dal 16 al 22 settembre 2017. Il tema della “sharing economy” declinata sulle modalità di trasporto urbano è un canale di innovazione dirompente: lo sviluppo accelerato della mobilità elettrica, con le maggiori case europee che vi investono massicciamente, la promozione di modelli di mobilità urbana integrata tra trasporto pubblico, bicicletta e auto si affiancano alla condivisione di strumenti di trasporto sempre più leggeri, efficaci e “puliti”. Non solo. “Il concetto di “sharing mobility” esteso alla “condivisione degli spazi”- spiega l’assessora alla Viabilità della Città di Torino, Maria Lapietra – introduce il tema di una diversa organizzazione e fruizione delle strade che diventano spazi comuni utilizzabili senza pericolo da chi cammina, chi pedala e chi sta al volante ed è sinonimo di maggiore sicurezza stradale e migliore qualità ambientale”. Anche quest’anno la Città di Torino aderisce alla “Settimana”, proponendo un ampio programma di eventi, in collaborazione con enti e associazioni, per promuovere gli spostamenti a piedi, in bicicletta e con mezzi condivisi, secondo il tema individuato e proposto dalla Commissione Europea: “Mobilità pulita condivisa e intelligente”. E allora spazio a biciclettate e a passeggiate, insieme a convegni, focus e seminari che uniscono il cicloturismo ad arte e gastronomia, spiegano l’utilizzo dei big data per predisporre nuove soluzioni innovative di mobilità, parlano di accessibilità, buone pratiche e mobilità elettrica. Senza tralasciare l’inaugurazione di nuovi percorsi e piste ciclabili o di servizi come le colonnine di ricarica per auto elettriche aperte al pubblico di Route 220 in piazza Castello o l’App MYTAXI. Il 17 settembre, poi, sarà istituita una “Domenica per la sostenibilità” con blocco del traffico motorizzato privato dalle 10 alle 18 nell’area della Ztl Centrale. In questa giornata speciale, con le auto ferme per otto ore, sarà possibile attraversare il centro a piedi con la manifestazione “Torino Camminabile” con l’ausilio delle mappe scaricabili dal sito www.muoversiatorino.it. Sulla tranvia Sassi-Superga verrà istituito il servizio di trasporto bici gratuito. Lungo la settimana, in diversi luoghi della città (tratti pedonale di via Roma, di via Giuseppe Verdi, nell’ area fronte ingresso villa della Tesoriera; nell’area pedonale provvisoria in via Carducci; nelle aree pedonali in piazza Santa Rita e in piazzetta Duca d’Aosta) saranno presentati e promossi i principali servizi di mobilità pubblica e condivisa. Nei giorni 16 e 17 settembre, inoltre, nell’ambito del Progetto Living Street, finanziato nell’ambito del programma LIFE 2015 della Commissione Europea, la Città in collaborazione con la Cooperativa S&T realizzerà attività di animazione e condivisione di spazio pubblico nel Borgo Campidoglio, con la chiusura al traffico veicolare dalle ore 10 alle ore 19 il sabato e dalle ore 10 alle ore 18 la domenica delle seguenti due aree: 1) area delimitata da corso Svizzera, via Nicola Fabrizi, corso Tassoni, via Balme, confini esclusi; 2) area delimitata da corso Svizzera, via Balme, via Netro, via Luigi Cibrario, Piazza Perotti, confini esclusi.
Il 20 settembre una pedalata collettiva inaugurerà la pista ciclabile di corso Orbassano.
Il 21 di settembre, presso l’Università di Torino al Campus Einaudi si svolgerà il convegno “a/r Torino – UNITO analisi degli spostamenti casa – università per una mobilità cittadina più sostenibile”, successivamente UniBike una pedalata tra le sedi universitarie e per testare la via ciclabile a 30km/h realizzata per connettere dal punto di vista ciclabile alcuni poli universitari.
Il 22 settembre, Giornata europea “In città senza la mia auto”, il convegno “Opportunità di mobilità per una città sempre più accessibile” farà il punto sui servizi di mobilità per una città sempre più accessibile.

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Il programma definitivo e dettagliato delle varie manifestazioni è pubblicato sul sito web: www.muoversiatorino.it/mobility-week.
La Settimana Europea della Mobilità Sostenibile, che nel corso degli anni si è estesa anche a Paesi extra europei, è diventata un appuntamento internazionale che ha l’obiettivo di incoraggiare i cittadini all’utilizzo di mezzi di trasporto alternativi all’auto privata per gli spostamenti quotidiani.
Gli spostamenti effettuati a piedi, in bicicletta o con mezzi pubblici, infatti, rappresentano modalità di trasporto sostenibile che, oltre a ridurre le emissioni di gas climalteranti, l’inquinamento acustico e la congestione del traffico, possono giocare un ruolo importante per il benessere fisico e psicologico di tutti.

 

www.torinoclick.it

Una Renegade tatuata per la Torino Tattoo Convention

Una bella sorpresa accoglie i cultori della body art al loro arrivo alla Torino Tattoo Convention: una Jeep® Renegade in versione “tatuata”, nata da un’idea di Mirafiori Motor Village, il più grande flagship del Gruppo Fiat Chrysler Automobiles.

 

Da venerdì 15 a domenica 17 settembre, nell’area outdoor del Palavela è esposta, infatti, una versione del piccolo fuoristrada americano decorata con i tattoo in stile traditional di due tatuatori d’eccezione, Antonio Cocilovo e Davide Monz. Le grafiche preparate dai due artisti sono applicate con la tecnica wrapping, facendone così una vettura unica ed esclusiva, che, da lunedì 18 settembre, sarà esposta nello showroom di piazza Riccardo Cattaneo a Torino.

 

Come per le scorse edizioni della manifestazione, sono attesi anche quest’anno migliaia di appassionati che non resisteranno alla tentazione di uno scatto o un selfie vicino alla Renegade in versione “tatuata”. Mirafiori Motor Village è presente inoltre nell’area outdoor del Palavela con l’esposizione dei modelli della gamma Jeep®.

 

La kermesse Torino Tattoo Convention raccoglie per tre giorni 340 tatuatori provenienti da tutto il mondo, riuniti al Palavela per mostrare la loro abilità e la loro arte. Tra questi ci saranno Daniele Lo Scritto, Giuseppe Orru Black Circle, Andrea Caso, Picasso Dular, Lupo Horiokami, Slawek Slav Salata 2, Frank Cascone, Michele Testa, Rachel Honeywell, Fabio Effedot, Ash Lewis, Niccolo’ Piovan e molti altri.

“Controllo sociale e psichiatria: Violazioni dei Diritti Umani”

La mostra multimediale itinerante del Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani (CCDU) sarà a Torino dal 19 al 24 settembre 2017 nel suggestivo Salone Bianco del Palazzo della Luce di via Bertola, 40.  Il tema e titolo di questa edizione è “Controllo sociale e psichiatria: Violazioni dei Diritti Umani”. Una esposizione di pannelli fotografici e didascalie descrittive, coadiuvate da documentari filmati, fornisce una ricostruzione schietta e a volte cruda del conflitto sommerso e non ancora risolto nel campo della salute mentale, dove la dignità e la tutela dei diritti umani vengono tutt’oggi troppo spesso calpestati a favore del controllo sociale e di enormi interessi economici.

Intervengono:   

Roberto Cestari – presidente nazionale Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani

Maurizio Lorini – psichiatra

Patrizia Reviglio – Palazzo della Luce

L’ Ulivo nelle due future liste

di Giorgio Merlo

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Ormai e’ abbastanza chiaro. Il Pd, dice, continua ad essere un partito di centro sinistra. Alla sua sinistra si sta consolidando un soggetto politico di centro sinistra/ulivista che ha l’obiettivo di recuperare quel consenso che in questi ultimi anni di gestione renziana del partito e’ sostanzialmente evaporato

 

 Un consenso che nelle ormai lontane elezioni europee aveva visto il Pd balzare ad oltre il 40% e che ora, almeno stando ai sondaggi, si attesta al 25%. Ora, al di la’ dei numeri e della sondaggistica, credo sia anche nocivo proseguire un dibattito per misurare chi fra le due formazioni politiche di centro sinistra sia piu’ coerente con il patrimonio politico, culturale e programmatico del riformismo di matrice progressista. Dico che e’ nocivo perche’ rischia, col tempo, di ridurre la credibilita’ e l’appeal dell’intero campo del centro sinistra italiano. E, visto che il faro che continua ad illuminare questo campo politico continua ad essere il simbolo dell’Ulivo, forse e’ arrivato il momento per far si’ che proprio quel simbolo dell’Ulivo accompagni la presentazione di queste due formazioni politiche. Certo, conosciamo benissimo le dispute e le procedure che regolano l’utilizzo del marchio dell’Ulivo. Come, credo, di qualunque altro marchio di partito o di coalizione. Lo ha ricordato nei giorni scorsi Arturo Parisi in una bella intervista fissando alcuni paletti di fondo per l’eventuale utilizzo di questo storico marchio. Ma il nodo, com’ e’ evidente a tutti, e’ di natura esclusivamente politica. Forse e’ arrivato il momento per avanzare 2 sole considerazioni in merito al recupero della tradizione e dell’esperienza dell’Ulivo, pur senza limitarsi a rimpiangere il passato o a riproporlo meccanicamente. Innanzitutto si deve ribadire, da parte di entrambe queste forze politiche, che si vuole fare e costruire il centro sinistra in vista delle prossime elezioni politiche. Pare una banalita’ ribadirlo ma credo che questo “preambolo” continui ad essere indispensabile per evitare di proseguire un dibattito su chi vuole proseguire e chi vuole archiviare la riproposizione di un’alleanza di centro sinistra. Anche perche’ e’ necessario ripristinare l’unita’ politica, programmatica ed elettorale di tutte le forze e i partiti che si riconoscono in questo campo se si vuole competere con un rinato centro destra e un arrembante movimento 5 stelle. Senza questa unita’, e quindi senza dar vita ad una coalizione, qualunque possibilita’ di vittoria alle prossime elezioni per il centro sinistra non e’ all’ordine del giorno. Ma questo e’ importante ribadirlo anche per battere alla radice qualunque ipotesi trasformistica e di larghe intese che si profila all’orizzonte. Un modo semplice, chiaro e trasparente per dire che in Italia ritorna una coalizione di centro sinistra, anche dopo le elezioni. In secondo luogo la presenza del simbolo dell’Ulivo nelle due future liste, sempreche’ tutto cio’ sia possibile, segnerebbe visibilmente che la tradizione, la cultura e l’esperienza dell’Ulivo non vengono sacrificate sull’altare di una maldestra e anomala modernita’. Perche’ e’ inutile nasconderlo. Il richiamo dll’Ulivo nel popolo del centro sinistra continua ad essere potente e forte. E’ un simbolo che non si puo’ liquidare inseguendo le alchimie, i risentimenti o i rancori personali dei singoli. Perche’ ormai un dato e’ ormai certo: nell’attuale quadro politico nessuno puo’ ritenersi il depositario esclusivo della tradizione e della cultura di centro sinistra. Non lo puo’ fare solo il Pd e non lo puo’ fare, al contempo, il movimento che si e’ formato attorno a Pisapia e a Bersani. Certo, ormai con approcci diversi, con proposte politiche molto diverse tra di loro e con modelli organizzativi altrettanto diversi. Ma la ricchezza e l’originalita’ di una coalizione e’ proprio questa: e cioe’, la capacita’ di saper unire forze diverse che si riconoscono nel medesimo progetto di governo. Ma, per poter iniziare questo percorso in modo coerente e anche credibile, sarebbe utile dare segnali concreti e tangibili di unita’ e di compattezza. Seppur nella diversita’, come ricordavo poc’anzi. E il simbolo dell’Ulivo nelle due future liste potrebbe essere un segnale politico molto piu’ importante e decisivo di tante dichiarazioni solenni e roboanti dei vari leader in campo. 

Motociclista muore nello scontro con un’auto

Questa mattina un motociclista è morto al San Giovanni Bosco di Torino per le ferite riportate nello scontro con un’auto. L’incidente è avvenuto in via Botticelli. L’uomo viaggiava su una Suzuki quando, per cause in corso di accertamento, si è scontrato con una Mini Cooper. E’ stato soccorso e trasportato in ospedale, ma è morto al pronto soccorso. La Squadra infortunistica della polizia municipale sta ricostruendo la dinamica dell’incidente