


Palazzo Chiablese, affacciato sulla Piazzetta Reale di Torino, aprirà le sue sale dal 4 ottobre prossimo a una mostra d’eccezione, dedicata all’artista catalano Joan Miro’, dal titolo “Miro’! Sogno e colore”
Curata da Pilar Baos Rodriguez, l’esposizione presenta 130 opere dell’artista, per lo più dipinti a olio di grandi dimensioni. Le tele sono state concesse in prestito dalla Fundacio Pilar i Joan Miro’ di Palma di Maiorca, che custodisce la maggior parte dei capolavori realizzati da Miro’ durante il suo lungo soggiorno alle Baleari, dal 1956 all’83. Joan Miro’ è sicuramente uno degli artisti più carismatici dell’intera arte contemporanea, grande esponente di quel movimento del surrealismo, che ebbe tra i suoi protagonisti Tristan Tzara, e che fu nella terra natale di Miro ‘, la Catalogna, una delle correnti più incisive dei primi decenni del Novecento. Di Joan Miro’ non è presente soltanto una Fondazione nella capitale catalana, ma anche a Palma di Maiorca. Si tratta della Fundacio Pilar i Miro’, intitolata all’artista e a sua moglie, creata dal nipote Joan Punyet Miro’ nei locali che costituirono la sua casa- studio maiorchina, dove l’artista morì nel 1983, il giorno di Natale. Nelle opere di Miro’ si percepisce il profumo del Mediterraneo, la sua energia e il suo potente silenzio. L’artista nelle sue tele raffigura la potenza della natura selvaggia e luminosa di luoghi da lui molto amati, come Palma di Maiorca o la campagna catalana, grazie all’uso di colori piuttosto decisi e ad uno stile creativo capace di trasmettere sulla tela una grande fisicità. Le sue opere più significative sono la “Dona i ocell” del 1983, che si trova al parco di Joan Miro’ di Barcellona, “Femme” del 1981 e ” L’etoile matinale”, che fa parte della serie Costellazioni, risalente agli anni ’39-41. L’arazzo realizzato per il World Trade Center di New York è andato distrutto con il crollo delle Torri gemelle, l’ 11 settembre 2001. Rimane di Miro’ la definizione migliore quella data dal poeta francese Jacques Prevert , che affermò di lui che “è un innocente col sorriso sulle labbra che passeggia nel giardino dei suoi sogni”. In una riga sono condensate, infatti, tutte le caratteristiche di questo straordinario artista, la sua semplicità, la sua curiosità e l’incredibile estro creativo, che lo hanno reso uno dei più fecondi esponenti del surrealismo.
Mara Martellotta
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La mostra rimarrà aperta fino al 14 gennaio 2018 a palazzo Chiablese con il seguente orario: lun 14.30-19.30; mart-dom 9.30-19.30, tranne giovedì 9.30-22.30
“O i sindacati si autoriformano o quando saremo al governo faremo noi la riforma. Se il Paese vuole essere competitivo le organizzazioni sindacali devono cambiare radicalmente. Dobbiamo dare possibilità alle associazioni giovanili di contare nei tavoli contrattazione, serve più ricambio nelle organizzazioni sindacali. Un sindacalista che prende la pensione d’oro o finanziamenti da tutte le parti ha poca credibilità per rappresentare un giovane di trent’anni”. Parola di Luigi Di Maio, il candidato premier del Movimento 5 Stelle, al Festival del Lavoro a Torino. Replica la segretaria Cgil Susanna Camusso: “Dice cose che non sa: dimostra ignoranza e arroganza. Il suo è un linguaggio autoritario”
L’Ansa riporta le parole di Sinisa Mihajlovic alla vigilia della sfida in casa con il Verona: “Sì, è dura tornare in campo dopo una sconfitta così pesante: ma abbiamo la possibilità di rifarci e rimettere la classifica in linea con i nostri obiettivi. E se dovessimo vincere andremmo a 14 punti in 7 partite, ad una media di 2 punti a gara, quella che ci porta in Europa. Sulla carta siamo più forti, ma non mi fido: sarà una partita con difficoltà psicologiche e tecniche”.
Il corteo era partito dal quartiere Vallette di Torino. La polizia in tenuta antisommossa ha risposto al lancio di alcuni oggetti con una carica di alleggerimento
Il cordone delle forze dell’ordine a protezione della Reggia di Venaria ha retto e sono stati respinti i manifestanti dell’assemblea Reset G7 arrivati in piazza Vittorio Veneto. Il corteo era partito dal quartiere Vallette di Torino. La polizia in tenuta antisommossa ha risposto al lancio di alcuni oggetti con una carica di alleggerimento per disperdere i contestatori. Dai manifestanti è partita una raffica di petardi, fumogeni e fuochi d’artificio, esplosi ad altezza d’uomo contro le forze dell’ordine che hanno risposto con alcuni lacrimogeni.
La scelta di intitolare il giardino basso del Castello a Eco non è casuale. Proprio le sale del Castello ospiteranno la nuova biblioteca, che presto aprirà i battenti al pubblico. Nei giorni dell’ultima Sagra del Tomino, poi, è stato inaugurato il nuovo accesso al parco, che tra pochi giorni porterà dunque il nome del saggista alessandrino, scomparso a Milano il 19 febbraio dell’anno scorso all’età di 80 anni. «Il Comune di Rivalta ha scelto di rendere omaggio a un grande scrittore italiano, un piemontese conosciuto e apprezzato in tutto il mondo per la sua prolifica attività di saggista» ha detto il sindaco di Rivalta Nicola de Ruggiero. «E lo ha fatto intitolandogli il parco sul quale si aprono le finestre della nuova biblioteca, luogo di elezione per chi, come Umberto Eco, ha fatto dei libri e della trasmissione della conoscenza una missione e una ragione di vita». La decisione della giunta di Rivalta arriva nei giorni in cui sui giornali rimbalza la notizia che ad Alessandria il liceo Saluzzo-Plana non porterà il nome dell’illustre concittadino, che in quelle aule studiò da ragazzo. L’idea del dirigente scolastico del liceo è stata bocciata dall’amministrazione alessandrina. Di tutt’altro avviso invece la giunta rivaltese: «è singolare che a Rivalta si scelga di ricordare Umberto Eco mentre la sua città, nonostante la richiesta di un preside, non sembra intenzionata a farlo -ha commentato ancora de Ruggiero- Noi siamo contenti della nostra decisione e speriamo che un capoluogo di provincia come Alessandria segua l’esempio di un comune di ventimila abitanti come il nostro, che ha a cuore l’omaggio e il ricordo dei personaggi che hanno segnato con il loro lavoro la storia della cultura italiana».
Un anziano distinto e gentile aveva appena salutato la vicina uscendo dalla casa del cognato di lei. In realtà si trattava di un ladro, un italiano di 71 anni con precedenti contro il patrimonio. E’ stato arrestato dalla polizia, che lo ha sorpreso in via Sant’Ottavio con arnesi di scasso e un mazzo di chiavi. Una di queste, alterata, apriva la porta dell’appartamento da cui aveva rubato il borsello del proprietario e la borsa della moglie di quest’ultimo .Il proprietario di casa ha dato l’allarme quando la cognata, incontrando vicino di casa, le ha chiesto chi era l’ospite che l’aveva salutata. A carico del ladro c’era anche un obbligo di presentazione alla Pg, ora si trova ora ai domiciliari.