Da sinistra: Forattini, Quaglieni, Sorgi

La rubrica della domenica di Pier Franco Quaglieni

SOMMARIO: Giolitti, Forattini e il “Pannunzio” – Difendere i Comuni  montani! – I non laureati – Differenze – Lettere

Giolitti, Forattini e il “Pannunzio”
Con il direttore di questo giornale Cristiano Bussola  e Toto Vullo ho ricordato Giorgio Forattini e mi è tornato alla mente un episodio curioso che avevo dimenticato. Un sabato dei primi anni 2000 presentai ad Alassio un libro del prof. Aldo Mola, non ancora senatore del regno d’Italia che non c’è più dal 1945. Dopo lo invitai a cena  in un bel ristorante sul mare e gli parlai del progetto di Maria Grazia Imarisio, Diego Surace e di chi scrive, di allestire una mostra antologica di vignette su Giovanni Giolitti il più caricaturizzato insieme a Cavour e Andreotti.
Pensavo si trattasse di una persona corretta e, a parole, amica. Il professore e  futuro senatore del regno che fu, già la settimana dopo  presentò in Regione un improvvisato progetto con richiesta di fondi che ricalcava quello di cui gli avevo parlato. Voleva batterci sul tempo. Forattini, a cui avevo parlato, chiedendogli una vignetta per il catalogo della eventuale mostra, quando seppe di questo sublime  gesto di lealtà e correttezza, si disse indignato e nel giro di poche ore mi mandò una sua straordinaria vignetta che venne esposta nella mostra inaugurata dal presidente della Regione Enzo Ghigo e da Zanone con grande partecipazione di pubblico. Non bastò una  sontuosa cena pacificatrice offerta a Centallo un anno dopo dal senatore Beppe Fassino ad appianare un dissidio rimasto in piedi per quasi un quarto di secolo. Una delle storie più incredibili che ho vissuto in 57 anni anni di studi e di attività culturale. Forattini mi disse: “ringrazi Mola che è uno sconosciuto, perché altrimenti lo avrei distrutto in una vignetta”.
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Difendere i Comuni  montani!
Il ministro Calderoli sembrerebbe abituato, per sua stessa ammissione, allo stile “porcellum”, espressione calderoliana doc in relazione ad una legge elettorale da lui scritta. E’ strano che sia ancora ministro, ma tant’è. Il dentista di Bergamo è molto  longevo politicamente.
La  sua legge che dovrebbe cancellare oltre 150 comuni montani, è cosa che non sta né in cielo né in terra, confondendo, tra l’altro, comuni alpini ed appenninici. La montagna va tutelata, si sta totalmente spopolando e impoverendo. I veri regionalisti come i valdostani Chabod e i due  Passerin d’Entreve’s si metterebbero le mani nei capelli.
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I non laureati
Solo un governo che ha un numero altissimo di non laureati come ministri e sottosegretari, poteva pensare di annullare, persino con effetto retroattivo, il riscatto degli anni di laurea ai fini pensionistici. Hanno tentato di farlo e hanno dovuto fare marcia indietro. Solo chi non sa cosa sia una laurea e i sacrifici che essa  richiede, può giocare con i diritti, quelli veri  dei cittadini. Spiace perché le promesse di cancellare la legge Fornero sarebbero diventate una effimera e falsa promessa elettorale tradita alla prima occasione.
Per altri versi, mentre Monti resta odioso, la Fornero è una studiosa seria che merita rispetto. Chi andò a molestarla sotto casa, dimostrò di essere uno zulù. Ammesso che non sia interpretato come una forma di razzismo. In tal caso parlerei di persona incivile, una categoria ben presente anche in Italia.
Differenze
Il giornale   “La S t a m p a”,  ancora una volta, ha dimostrato che informare in modo equilibrato  non è il suo forte. Nella stessa pagina ha dedicato  un grosso articolo su più colonne con una grande fotografia all’Iman di San Salvario liberato dai giudici e un box di poche righe all’assoluzione del ministro Salvini da parte della Cassazione per il presunto (e falso) sequestro di persona di cui venne accusato quando era ministro degli Interni e tentò di limitare  gli sbarchi di clandestini in Italia. Informare significare rispettare i fatti e non imporre letture preconcette.
Questo  “stile G i a n n i n i”   ha fatto perdere lettori e soldi al giornale di via Lugaro, ma   M a l a g u t i   e i suoi continuano sulla strada della perdizione imperterriti, fidandosi dei futuri articoli gratis di Gambarotta che non è proprio un Enzo Bettiza.
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LETTERE scrivere a quaglieni@gmail.com
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Condomìni
La legge sui condomini prima firmataria   Elisabetta   G a r d i n i    che non giudico con la cultura politica minima necessaria per legiferare, sta creando già subito problemi. E’ assurdo che si voglia imporre ai condomini in regola di pagare per i morosi contro cui è l’amministratore a doversi rivalere avviando un contenzioso legale. Possibile che il Parlamento pulluli di incompetenti?  Tina Mussarini
E’ proprio così. Troppi incompetenti, troppe persone loquaci che urlano, ma non sanno, non pensano, non leggono, non sanno scrivere. Gente che urla, si agita come il deputato di Alessandria che ha ormai smarrito la continenza polemica.  Senatus mala bestia, senatori boni viri, dicevano i Romani. Qui troppi deputati e senatori, dopo il dimagrimento grillino del numero, sono pessimi.
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Il Chiampa
Che l’ex sindaco ormai quasi ottantenne Chiamparino difenda il progetto di fare del centro sociale di corso Regina, covo di violenti, un bene comune, rivela come il Chiampa sia un politico assai discutibile come è inevitabilmente un vecchio comunista nostalgico. Chiamparino dovrebbe godersi la lauta pensione e meditare prima di parlare. Si faccia quattro passi salutari sotto i portici di piazza Vittorio dove abita. La sua voce è solo un’eco del passato destinata  a non più tornare.  Gianni Mathieu
Non aggiungo una parola, sottoscrivo tutto. Chiamparino non mi è mai stato particolarmente simpatico, compreso il suo famoso figlio Tomaso, un tempo sui suoi manifesti elettorali. Anche Tomaso si è, per nostra fortuna, volatilizzato.
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Cinquantesimo anniversario
Festeggia anche la Unitre per i suoi cinquant’anni. È  stato un passatempo per molti anziani, ma ritengo nulla di significativo in termini culturali. Nulla di universitario. Un docente senza laurea amava ripetere spesso di sé: le ore più belle io le passo in Ateneo per tentare di farmi passare come professore universitario. Era un marchese decaduto. Leggendo un articolo ho capito perché l’Unitre  è un  mero passatempo per la terza età: il divieto di adottare libri di testo. L’Università è studio severo, non cazzeggio magari con offerta di caffè a metà mattina. Se non si studia, è solo un parcheggio per anziani, un “centro sociale senza bocciofila”.   Vincenzo Luotto
Condivido,  anche se è un po’ troppo severo. Offrire assistenza agli anziani è atto generoso. Rispetto ai centri sociali dei giovani questi inoltre  non fanno danni. Tra i tanti non laureati che vorrebbero frequentare l’Unitre  c’è anche il grande Culicchia. Basta il nome per rivalutare l’Unitre. Anche il suo amministratore è un pensionato che ha lavorato all’Unione industriale e adesso ammazza il tempo, amministrando l’ente benefico come Marzano, classe di ferro 1940,  fa con gli ex allievi di un noto liceo, anche portandoli in gita scolastica come fossero studentelli.
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