SOMMARIO: Laura Salvetti Firpo – Astensioni referendarie – Trattoria Bar dello Sport – Lettere


Donna simpatica e molto appariscente, mi invitava qualche volta nella piscina della villa di viale Seneca che Firpo le aveva fatto costruire. Si prendeva il sole e si parlava quasi solo di politica. Mi diceva che lei era una “convinta comunista” e si lamentava del marito spesso assente… Poi ci fu un momento anche di forte dissenso, quando pretese di venire a presiedere il Direttivo del Centro “Pannunzio” in sostituzione del marito. Di lì in poi i nostri rapporti da amichevoli diventarono molto conflittuali per poi annullarsi. Alla fine votammo la sfiducia a Firpo come presidente. Io cercai ancora di mediare, ma non era più possibile perché ogni margine si era spezzato a causa soprattutto di Laura che non andavo più a trovare in villa. Dicevano che fosse una grande studiosa di Campanella come il marito, ma io non l’ho mai sentita parlare dell’argomento. Si mise in luce come consigliera dello Stabile di Torino per alcuni processi pubblici che organizzo’. Quello a Craxi, privo di veri difensori, suscitò polemiche. La sua faziosità era aumentata nel tempo. La fondazione da lei creata intitolata al marito con l’apporto di ingenti fondi pubblici ha subito un colpo molto forte dal volume dei gemelli che scrissero contro il padre un libro oggi introvabile perché forse l’editore preferì ritirarlo dalle librerie. Al Centro Pannunzio di cui non fu mai socia neppure durante la presidenza di Firpo, la chiamavano Madonna Laura, anche se della musa petrarchesca non aveva nulla. Era una donna molto pragmatica e decisa che tentò di esercitare un ruolo pubblico senza riuscirci. La tomba del marito è stata in totale abbandono per anni nel cimitero di Cavoretto. Un fatto che suscitò stupore.
&
Astensioni referendarie
Il Cardinale Camillo Ruini per il referendum per la fecondazione assistita schierò la CEI per l’astensione perché non scattasse il quorum.


g
Trattoria Bar dello Sport

È un locale per definizione interclassista: a mezzogiorno pranzano molti operai , alla sera c’è un pubblico eterogeneo con alcune frequentazioni come i Pininfarina, Gino Paoli, Antonio Ricci,Carlo Levi, Ezio Greggio.
Giancarlo, detto anche Zorro e la sorella Marisa sono in sala, un altro sta ai fornelli m.
Una conduzione che dà un tono famigliare al locale. Molti dei suoi piatti meritano attenzione, ma anche il modo in cui si è accolti è straordinario. È quasi un‘altera domus. Una certa “freddezza”tipicamente ligure è sconosciuta.Anche la prestigiosa Accademia della Cucina Italiana, guidata dal medico umanista Roberto Pirino, ha promosso dei convivi accademici da “Zorro”.


fu presa a pretesto una mia lettera ad un giornale dal genero “liberale”del gerarca fascista De Vecchi di Val Cismon per deferirmi al collegio dei proviviri presieduto dal Barone Mazzonis, con proposta di espulsione. Un gesto intollerante e illiberale che lo stesso Mazzonis rifiutò di prendere in considerazione, anche se il segretario del pli Arcari – destinato a tradire il partito in Consiglio comunale per passare a sostenere la giunta di sinistra nel 1975 – mi attacco’ con violenza e anche disprezzo nel congresso torinese con un intervento pubblicato dal giornale del Partito. Ero molto giovane e non credevo di dare così fastidio: nella Gli truccarono in modo maldestro due volte il voto (più votanti che elettori) per impedirmi di entrare nel Direttivo. Di quel periodo rimase come unica amica Nicoletta Casiraghi con cui collaborai quando divenne presidente della Provincia.
Saverio Giunti Ex monarchico

Leggi qui le ultime notizie: IL TORINESE