IL COMMENTO di Pier Franco Quaglieni
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Le elezioni del 1976 fermarono l’ascesa del PCI anche se sotto la guida di Zaccagnini ,allievo di Moro ,la Dc si aprì alla collaborazione con il PCI, pur avendo fatto il pieno di voti moderati. Il film mi ha fatto rivivere anni che giudico nefasti anche perché insanguinati dalla violenza estremista. Sono anni che non avrei voluto vivere perché a causa del terrorismo mi costrinsero a privarmi in parte della mia stessa vita privata e pubblica. Essere il direttore del Centro Pannunzio e per di più anche consigliere comunale fino al 1975 mi metteva nel mirino delle Br, come si diceva allora. Berlinguer cercò di tenere testa alla violenza eversiva, prendendo in modo netto le distanze dal terrorismo rosso e ovviamente nero. Questo aspetto forse non è ricordato adeguatamente dal film che mette invece in evidenza il tentativo di Berlinguer di sganciarsi dalla sudditanza da Mosca, per lanciare l’idea di un eurocomunismo che dopo il delitto Moro si rivelò davvero una ”grande illusione”. Berlinguer cercò di ritrovare un ruolo politico ponendo la “questione morale” e la superiorità dei comunisti. La corruzione certo esisteva, ma la superiorità non era così sicura: a Torino la Giunta Novelli cadde proprio per uno scandalo. Ma non fu solo Torino a vedere che il PCI aveva anche lui delle mele marce.
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Il film trascura questi elementi di storia, ma soprattutto trascura, anzi quasi ignora gli anni che vanno dal 1979 alla morte di Berlinguer del 1984 che rivelarono la pochezza politica del PCI che andò ad impegolarsi in un referendum sulla scala mobile che perse in modo clamoroso e fu invece vinto da Craxi nel 1985. L’eurocomunismo che uno storico come Salvadori (dimostrando assoluta mancanza di senso storico) vide come il punto di arrivo della storia contemporanea, fu una utopia velleitaria che non colse come il comunismo di per sé fosse fallito dappertutto. Il crollo del Muro di Berlino del 1989 dimostrò quello che i comunisti Italiani non capirono forse neppure dopo che i calcinacci del muro colpirono il loro partito ,obbligandoli a cambiare nome alla ”ditta“.
Il film salta dalla morte di Moro alla morte stoica di Berlinguer, senza prendere in considerazione che dopo il fallimento del compromesso storico non c’erano più prospettive politiche per il PCI che trovò non a caso in un uomo politico molto grigio come Natta l’erede di Berlinguer. Le masse ai suoi funerali con in testa il presidente Pertini che avrebbe dovuto astenersi da certe dichiarazioni, conclusero la storia del pugno chiuso e delle lacrime in piazza, ripetendo un film già visto nel 1964 per i funerali di Togliatti. Il film di Segre non ebbe successo nel 2024 nelle sale cinematografiche ,ma anche sotto il profilo storico- politico è cosa di poco conto.
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