Le risposte che Torino non riesce a dare ai giovani e neanche alla Chiesa

Caro Direttore,
Ieri ho assistito  all’incontro molto interessante tra un gruppo di giovani del mondo cattolico torinese con il Sindaco Lorusso, l’Assessore Tronzano e l’Arcivescovo Repole che faceva seguito all’incontro tenutosi a inizio d’anno al Teatro S. Giuseppe . Mentre i ragazzi erano molto preparati e dotati di un bel documento . Molto  meno preparati  o convincenti mi son parsi gli interlocutori politici.  Importante il ruolo di stimolo dell’Arcivescovo e del Direttore del settimanale diocesano La Voce e il Tempo.
Nell’incontro I problemi di Torino sono stati messi tutti sul tavolo. Al Teatro S. Giuseppe il sociologo DAVICO aveva esordito dicendo che a Torino 3 giovani su 4 sono precari come dato che esplicita il maggiore dei problemi della Città, il lavoro. Ieri i ragazzi hanno parlato apertamente delle forti diseguaglianze che ci sono in Città, della Sicurezza che manca , del trasporto pubblico locale e della casa che i giovani fanno fatica a trovare anche perché i grandi eventi come le ATP fanno lievitare i prezzi cosicché ci sarebbe più convenienza a affittare ai turisti che non ai giovani. Se dopo 26 anni di amministrazioni di sinistra , con l’appoggio di una parte consistente del mondo cattolico, inframmezzati dai 5 anni della Appendino , Torino non è più la Città fabbrica ma sono aumentate le diseguaglianze il bilancio non puo’ essere positivo.
Il Sindaco non vuole ammettere che tutti questi problemi nascono dalla bassissima crescita economica della nostra Città che da  24 anni cresce meno della media nazionale come ho detto io per primo nel 2009 ma come ormai certifica regolarmente Banca d’Italia. Le conseguenze della bassa crescita si vedono dal fatto che Torino e’ ai primi posti per disoccupazione giovanile in Italia così nella graduatoria della Università della Sapienza relativa alla disoccupazione Torino si trova attorno alla sessantesima posizione.
La metà della Città che sta male , la famosa definizione dell’Arcivescovo a Nosiglia, oggi sta peggio. D’altronde nella graduatoria del PIL procapite il Piemonte , condizionato dalla economia torinese, che nel 2003 era 120 sulla media europea fatta a 100,  oggi è sotto i cento. Lorusso invece , colpito da un dato di Banca d’Italia secondo la quale a Torino vi sarebbero oltre 100 miliardi di capitali privati investiti in Borsa o comunque nella finanza , ha detto che Torino non si può definire povera.  Se alla Scuola di formazione politica della Margherita gli avessero cantato  la canzone degli Araba de Palo laddove dice che “da che punto guardi il mondo tutto dipende” avrebbe capito che se Torino la guardi dal centro , che vota PD, dici che è una bella Città con tanti patrimoni investiti dalle Banche d’affari o dalle fiduciarie. Così Torino vista alle prime dell’opera o del TFF e’ la dimostrazione plastica della metà della Città che sta bene, che chiede la messa in scena di spettacoli e di mostre per non annoiarsi mangiando caviale e al caldo del cachemire.   Ma se Torino la guardi dalla Parrocchia della Pace in Barriera di Milano capirai che devi intervenire con urgenza contro lo spaccio, contro la violenza che impedisce alla gente di uscire di casa quando fa buio, contro la disoccupazione e contro la difficoltà per molte famiglie a mettere insieme il pranzo con la cena.
Se si guarda la Città dai dati della crescita economica e del lavoro povero avresti capito già nel 2008 che anche con le Olimpiadi Torino non riusciva a cresce più della media nazionale e così avrebbe difeso meglio il settore auto e indotto in Italia e in Europa. Se si guardasse la Città con la sensibilità umana e sociale della buona politica nel 2009 si sarebbe dovuto accelerare la costruzione della TAV e il progetto della Linea 2 che serve proprio a dare alla periferia la opportunità di lavorare in Centro o di usufruire dei servizi migliori della Città a partire dalle Università che si trovano proprio in centro. Da almeno dieci anni propongo di dar vita agli Stati Generali della Città proprio per chiedere a tutti i torinesi di buona volontà ,,a partire da quelli che detengono i 130 miliardi depositati nelle finanziarie a investire nella Città e non solo nelle start-up che sono importanti ma che a breve non creano grandi occasioni di lavoro .  Il Sindaco di S.Agata bolognese quando i nuovi azionisti tedeschi volevano trasferire la produzione in Germania si oppose e si fece aiutare dal Governo cosicché oggi la Lamborghini è’ rimasta a S.Agata dove si sta facendo un nuovo investimento che occuperà 250 Ingegneri.
Il Sindaco è la persona più adatta a invitare i detentori dei famosi  130 miliardi a investirli a Torino e a portare qui nuove occasioni di lavoro. Torino è bella non solo per le sue eccellenze storiche e culturali ma anche per le opportunità di lavoro nelle aziende più avanzate e competitive. Questo è il compito della politica . Le forze politiche e il mondo della informazione non si sono mai domandate perché la più grande Manifestazione della Società torinese contro la Decrescita e per il lavoro non nacque dai partiti o dal sindacato ma dal sottoscritto e dalle madamin? Ricordo  a chi ha capitali frutto del lavoro di Torino ciò che disse l’Avvocato Gianni Agnelli in Senato quando , citando Paolo VI , disse che il significato della parola pace e’ sviluppo . Solo dallo sviluppo nasce il lavoro. Solo con lo sviluppo si potrà diminuire il Debito pubblico, solo con lo sviluppo si creeranno le risorse per far uscire dal degrado tante zone della Città e della Bassa Valle di Susa. Prima lo capiscono il Sindaco e il campo largo della Schlein tra cui i Notav e prima ci sarà la speranza per i giovani e per la metà della Città che sta male .
Mino GIACHINO 
Associazione SITAV SILAVORO
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