Elezioni, Grimaldi: Larghi o stretti, rendiamo fertili i nostri campi

Per fermare crisi climatica e sociale.

«Una probabile verità: quest’alleanza di governo non avrebbe comunque retto l’urto di una finanziaria che molti non volevano votare. E forse l’unico appello davvero sensato, ben più che pregare Draghi di restare, sarebbe stato un richiamo alle forze di governo affinché approvassero la manovra e non lasciassero il Paese senza un intervento in grado di affrontare i veri problemi.

Le destre ruggiscono sicure di governare a breve. Se pensate che la partita sia chiusa, fermatevi: questo post non fa per voi. Se invece avete qualche minuto proverò a scrivere ciò che penso si debba fare.

I ragazzi e le ragazze di oggi hanno paura di sognare o anche solo immaginare il proprio futuro sul nostro pianeta fra 10, 20 o 30 anni. Sanno che le secche dei laghi, l’erosione inarrestabile dei ghiacciai, la siccità che uccide prati e raccolti, gli incendi che divorano i boschi non sono gli effetti di una strana estate. Sanno che sono la vigilia di anni sempre più duri, se non agiremo ora e in maniera radicalmente coraggiosa sulla crisi climatica. Con un programma di vera riconversione energetica, con un investimento enorme sul trasporto pubblico, con un piano di riforestazione del Paese. Non sono loro l’ultima e l’unica generazione che potrà fermare tutto questo. Lo sono tutte quelle che vivono oggi in Italia e sul pianeta Terra.

Tanti e tante non riescono a vivere con dignità nemmeno il presente. La crisi sociale – che può essere affrontata solo insieme alla crisi ambientale – ci impone di agire sul salario minimo legale, sulla fine dei contratti pirata, sul rinnovo di tutti i contratti collettivi nazionali, su una vera legge sulla rappresentanza del lavoro, sull’estensione del reddito di cittadinanza, sulla parità salariale fra uomini e donne, sulla riduzione e redistribuzione dei tempi di lavoro, sulla garanzia di una pensione agli adulti e ai giovani di oggi.

I diritti delle persone non sono ancora pieni. Continua a mancare una norma che permetta il riconoscimento di entrambi i genitori per i figli di coppie omogenitoriali. Continua a mancare un congedo di paternità che consenta una vera redistribuzione del carico famigliare. Ancora i bambini e le bambine nati qui da genitori stranieri non sono considerati cittadini italiani. Ancora permangono la vergogna dei Centri per la Permanenza e il Rimpatrio e della legge Bossi-Fini.

Ci sono battaglie vitali che dobbiamo portare avanti e vincere, solo attorno a queste si possono immaginare future alleanze. I campi non sono solo larghi o stretti. I campi devono essere fertili, hanno bisogno di acqua, di sole e soprattutto di lavoro e sudore.

Immagino molte delle vostre obiezioni. Ma no, questo non è un programma della sinistra radicale o degli ambientalisti della prima ora: sono urgenze di sopravvivenza, civiltà, giustizia e democrazia senza cui non usciremo da questa crisi.

Solo lasciando che a rappresentarle e dar loro voce siano figure davvero capaci, appassionate, autorevoli per l’intelligenza e non per il nome, potremo farle diventare proposta concreta. Nessuno ha già vinto, ma dobbiamo sapere che cosa ci stiamo giocando».

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