E’ morto Gino Strada, medico fondatore di Emergency, a soli 73 anni. E’ una notizia che colpisce tutti perché Strada è stato un generoso, direi quasi un visionario, potremmo anche definirlo un santo laico che ha gettato la sua vita al servizio degli altri con furore (la parola non è fuori posto), come solo i santi, e neppure tutti, sanno fare.
Ha praticato la medicina non per affermarsi professionalmente, ma per dedicarsi a chi si trova in difficoltà. Pochi medici hanno fatto la sua scelta che merita ammirazione e rispetto non solo perché ogni morto e’ “bello“ come diceva Tolstoj. Strada ha scelto sempre di soccorrere gente disperata , soprattutto vittime di guerra. Il suo era un impegno umanitario e politico che si è realizzato a livello mondiale. Chi scrive è anni luce da molte delle sue idee che non ha mai ritenuto di poter condividere. La stessa idea di Ong in generale mi suscita riserve e spesso dissento per ciò che riguarda in particolare gli sbarchi in Italia. Ma non posso non rispettare un uomo generoso che si è speso con passione per gli altri. Gli sarebbe spettato il Nobel. Se consideriamo che lo ebbe un giullare come Dario Fo che fu anche repubblichino di Salo’ oltre che sostenitore dei terroristi rossi, il Nobel per la pace lo avrebbe meritato a pieno titolo un uomo serio e concreto (la concretezza tipicamente lombarda di chi era nato a Sesto San Giovanni) che non ha fatto ridere il pubblico, ma si è impegnato a salvare seriamente vite umane. E’ morto proprio quando il suo immenso lavoro in Afghanistan sta per essere distrutto dai talebani . Uno sfregio alla sua memoria. Nessuno – al di là delle divisioni politiche – può non inginocchiarsi di fronte alla sua salma . Mi