L’onorevole Chiara Gribaudo fa bene a porre il problema creato dalla chiusura per manutenzione straordinaria del Monte Bianco che crea problemi ai trasporti di un Paese come l’Italia che di trasporti ha più bisogno di tutti gli altri. In questo caso però il Ministro Salvini non ha alcuna responsabilità . Responsabilità ne hanno invece coloro che nel 2015, a cinquant’anni dalla inaugurazione del Traforo autostradale, non pensarono alle alternative. Non solo non si pose allora il tema del raddoppio ma neanche si accelero ‘ la costruzione della TAV, la grande e più alternativa perche’ oltre a ridurre il congestiona mento del traffico , diminuirà in modo strutturale l’inquinamento . Invece la TAV va avanti a rilento e venne fermata dai due governi Conte con cui oggi il PD vuole sciaguratamente costruire il campo largo. La chiusura obbligata del Traforo fa venire a galla tutte le conseguenze negative dei blocchi causati dai NOTAV e dai NOTangenziale di Torino .
Il tema da porre invece è quello relativo ai tempi di costruzione delle opere italiane. Il tempo perso nella realizzazione della TAV li paga la economia che cresce di meno da anni, li paga il lavoro, li paga il PIL che cresce poco e non riduce il Debito pubblico e il suo costo. Il tavolo è da fare con i Sindaci e i Parroci della Val di Susa che sono contrari alla TAV e in tanti modi la rallentano autorizzando il Festival della Felicità e i Campeggi dei NoTav che si concludono sempre con l’assalto violento del cantiere a Chiomonte. Il risultato di chi ha rallentato la TAV sarà quello di far raddoppiare due trafori autostradali alpini prima il Frejus e domani il Bianco.
Gli unici che non hanno responsabilità e che hanno la coscienza a posto siamo noi SITAV che riempimmo piazza Castello il 10 Novembre del 2018. Grazie a quella Piazza e grazie al voto del Senato del 7 agosto 2019 , che salvo’ l’opera, L’Europa ha deciso di cofinanziare non solo il tratto internazionale della TAV ma anche la tratta da Susa a Torino. Le reti ferroviarie sono e saranno sempre più strategiche al punto che ogni anno dalla Cina arrivano in Europa ventimila treni merci. Senza scambi commerciali il nostro Paese crescerebbe ancora di meno e il costo lo pagherebbero sempre i più deboli e i senza lavoro.
Mino Giachino
SITAV SILAVORO
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