SOMMARIO: L’unita’ d’Italia – Le vetrate di Notre Dame – L’Abbazia di Carpice – Lettere
L’unità d’Italia
La Corte Costituzionale ha dichiarato l’incostituzionalità di parti importanti della legge Calderoli sull’autonomia differenziata delle Regioni. Sarebbe stato opportuno posticipare la pubblicazione della notizia dopo le elezioni regionali d’autunno, non essendoci urgenze all’orizzonte, ma restano comunque importanti le sette obiezioni di ordine costituzionale ad una legge che favorisce la frammentazione regionalista destinata a realizzare un autonomismo localistico sbagliato e antinazionale. Semmai sarebbe stato utile abolire le Regioni a Statuto speciale del tutto anacronistiche e fonte di sprechi, tornando ad un regionalismo compatibile con l’unità d’Italia su temi come la Sanità, venuto drammaticamente in evidenza con la pandemia. Quello di Calderoli non è il regionalismo né di Cattaneo, né di Miglio, ma quello confuso di un dentista bergamasco già autore di una legge elettorale tra le peggiori. Oggi sarebbe indispensabile, di fronte alla globalizzazione, un comportamento politico basato sulla rapidità delle decisioni e sull’unità nazionale. Rischiare di disfare l’unità d’Italia è un errore storico grave. La Consulta, dichiarando incostituzionale parte della legge, impedisce anche la celebrazione di un referendum su una materia giuridica complessa non riconducibile ad un sì o ad un no. L’abuso dei referendum è sempre in agguato e difficilmente verrebbe raggiunto il quorum richiesto.
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Le vetrate di Notre Dame
Le vetrate esistenti di Notre Dame che si erano salvate dall’incendio che ha devastato un tesoro artistico e religioso dell’Europa cristiana, verranno sostituite con nuove vetrate oggetto di un pubblico concorso per volere di Macron. Si tratta di un’idea incredibile che non rispetta la storia. Quelle vetrate creavano un clima emotivo all’interno del tempio che va conservato. Ascoltare una messa tra quelle navate era un qualcosa di unico che faceva cogliere il valore del misticismo anche nella Francia di Voltaire. Notre Dame va restaurata senza manomissioni post moderne che tradiscono la storia. Solo l’affermazione della grandeur di un presidente incapace e ambizioso può giustificare la manomissione di un’opera che va lasciata come era. Questa notizia è passata nella più totale indifferenza. Anche la Francia ha perso il senso della sua storia?
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L’abbazia di Carpice
L’abbazia di Carpice a Moncalieri é in uno stato di forte degrado. La consigliera regionale Laura Pompeo, già assessore alla cultura a Moncalieri, si è subito mossa per sollevare un problema che riguarda il patrimonio storico artistico del Piemonte: una realtà collegabile anche al turismo lungo il Po. C’è da sperare che la denuncia di Laura Pompeo non cada nel vuoto. Anche il FAI non ha valorizzato in modo adeguato l’abbazia che considera riduttivamente solo come “un luogo da non dimenticare”. Molti anni fa, quando mi occupai dai banchi del consiglio comunale dell’argomento, subii le battute di un assessore moncalierese che non sapeva dell’esistenza dell’abbazia medievale. Sarebbe interessante conoscere anche il parere del “sindaco – podestà” di Moncalieri che parrebbe non occuparsi molto di cultura. Il Sindaco Vincenzo Quattrocchi mi chiese consigli sull’abbazia.
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LETTERE scrivere a quaglieni@gmail.com
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I vandali
L’ennesimo corteo violento a Torino con poliziotti feriti non deve essere solo condannato , ma queste manifestazioni vanno vietate nel centro città e meno che mai nelle aree di musei e di interesse turistico. Offendere la bandiera nazionale è un reato oggi tollerato. Ulrico Raiteri
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Concordo con lei, ma bisogna conciliare il diritto a manifestare con il dovere di non ricorrere alla violenza. Cosa difficile in presenza di giovani dediti alla violenza sistematica .Va fatta prevenzione, vietando certe aree auliche della città a rischio vandalismo. Un nuovo ‘68 non va tollerato, anzi va represso.
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Il sociologo Ferrarotti
E’ morto quasi centenario il fondatore della sociologia universitaria italiana Franco Ferrarotti. Perché in Piemonte non si è parlato di lui che era vercellese e fu per una legislatura deputato eletto in Piemonte, subentrando ad Adriano Olivetti? Prof. F. Catellani
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I centenari sono considerati già morti quando sono ancora in vita, anche se Ferrarotti ha scritto fino all’ultimo periodo. Era considerato l’ultimo olivettiano e la figura stessa di Olivetti non è certo valutata per ciò che è stata. Io non amo la sociologia, ma Ferrarotti è stato uno studioso stimabile che non si è mai sottomesso al giogo dell’egemonia gramsciana. Forse certi silenzi sono spiegabili con le baronie rosse che ancora dominano, malgrado le sconfitte culturali e politiche, nelle università e nei giornali.