IL COMMENTO di Pier Franco Quaglieni
L’episodio è minimo e non meriterebbe attenzione, ma esso è rivelatore di un protagonismo che giunge a beffarsi delle stesse istituzioni, coinvolgendole in uno stupido scherzo del primo aprile. Le elezioni sono più che mai oggi l’ultimo momento sacro rimasto della democrazia, riconquistata il 25 aprile 1945 al prezzo del sangue e del sacrificio di tanti italiani. Le elezioni restano un momento solenne, l’unico nel quale il cittadino sovrano può decidere nel segreto dell’ urna e i partiti possono uscire anche con le ossa rotte. Ebbene, il 1 aprile, complice una giornalista che ha giocato ingenuamente al facile scoop, un gruppetto di burloni -che si auto definiscono “monelli “armati di fionda, malgrado l’età avanzata e quasi veneranda – di Albenga, città nota per le sue torri medievali, ha annunciato la presentazione di una propria lista comunale con candidato sindaco il loro “ducetto”, quel Gino Rapa che lui stesso con raffinata autoironia si auto definisce “testa di rapa” titolo di un suo librino di grande successo entro le torri ingaune fino a lambire la periferia di Borghetto Santo Spirito e Ceriale.