riceviamo e pubblichiamo – Il Consiglio Regionale del Piemonte, con 36 presenti, 35 votanti 22 favorevoli, 12 contrari, 1 astenuto e 1 non partecipante al voto, ha votato favorevolmente la “questione pregiudiziale di costituzionalità” posta dalla maggioranza, un tecnicismo -seppur consentito dal regolamento- utilizzato in modo strumentale per non permettere di discutere nel merito la proposta, nonostante questa fosse già stata ritenuta ammissibile dalla Commissione di garanzia del Consiglio regionale con decisione ratificata dall’Assemblea a novembre. Con la decisione di oggi il Consiglio regionale di fatto vanifica le sottoscrizioni di oltre 11.000 piemontesi raccolte sulla Legge regionale di iniziativa popolare “Liberi Subito” dell’Associazione Luca Coscioni, negando quindi la possibilità di discutere e decidere nel merito della proposta.
“Il Consiglio regionale del Piemonte ha sbattuto il portone del Palazzo in faccia alle persone che soffrono. La maggioranza dei Consiglieri regionali si è nascosta dietro a obiezioni formali del tutto infondate -come confermato dagli uffici tecnici del Consiglio regionale del Piemonte e di altre 7 Regioni– per paura di affrontare la questione. Hanno dunque rifiutato di stabilire un termine massimo di attesa per una persona irreversibilmente malata che chiede di essere aiutata a porre fine alle proprie sofferenze”, hanno dichiarato Marco Cappato e Filomena Gallo, tesoriere e segretaria dell’Associazione Luca Coscioni, insieme a Davide Di Mauro, Coordinatore del Comitato promotore della legge di iniziativa popolare “Liberi subito”, “Così facendo, la maggioranza dei Consiglieri ottiene solo l’effetto di aumentare l’angoscia di chi soffre, riducendo anche le possibilità di un tempestivo intervento di prevenzione dei suicidi per chi potrebbe ancora essere curabile. Oltre ai malati, sono stati ignorati anche gli oltre 11.000 cittadini che avevano riposto fiducia nella partecipazione democratica regionale”.
Ringraziamo chi, nel consiglio regionale, ha voluto difendere la credibilità delle istituzioni e il diritto alla partecipazione. La lotta per ottenere il pieno rispetto del diritto alla libertà di decidere fino alla fine della propria vita prosegue con ancora maggiore determinazione. In particolare, il diritto ad accedere all’aiuto medico alla morte volontaria è stato stabilito a livello nazionale dalla Corte costituzionale e resta quindi in vigore anche in Piemonte. Continueremo ad assistere le persone che ne fanno richiesta contattandoci attraverso il Numero Bianco (06 9931 3409), difendendole anche sul piano giudiziario in caso di abusi e ritardi da parte del servizio sanitario regionale piemontese. Ripresenteremo la legge “Liberi subito” all’inizio della prossima legislatura”.
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