Meno di un torinese su tre pensa che l’azienda si preoccupi della sua salute

Secondo la ricerca dell’Osservatorio Sanità di UniSalute1 il 31% dei torinesi ritiene che il proprio datore di lavoro abbia a cuore la sua salute e il suo benessere

Il 67% di chi lavora in aziende prive di welfare aziendale desidera l’introduzione di queste misure, incluse quelle di sanità integrativa

Il rimborso delle spese per visite ed esami e i pacchetti di prevenzione e check-up sono i servizi di sanità integrativa più apprezzati dai torinesi

Ormai da anni il welfare aziendale è diventato un tema centrale per tutte le imprese, che sempre più spesso lanciano iniziative per migliorare la qualità della vita dei dipendenti, con l’offerta di varie tipologie di benefit. Nonostante ciò, ancora oggi a Torino soltanto una minoranza dei lavoratori ritiene che la propria azienda si prenda veramente cura del suo benessere: a rilevarlo è l’ultima ricerca dell’Osservatorio Sanità di UniSalute1, che ha interrogato gli abitanti del capoluogo piemontese sulle misure di welfare aziendale, in particolare per quanto riguarda l’ambito della salute e dei servizi ad essa dedicati.

Secondo quanto emerso dal sondaggio, solo il 31% degli intervistati è d’accordo con l’affermare che l’azienda in cui lavora ha a cuore il suo benessere e la sua salute. Malgrado il tanto parlare di ambienti di lavoro più vicini ai bisogni delle persone, dunque, a Torino oltre due intervistati su tre non sembrano percepire un reale impegno della propria azienda in questo senso.

Ma quanto sono realmente diffuse allora le misure di welfare aziendale? Dalla ricerca risulta come il servizio offerto più spesso sia quello dei buoni pasto o della mensa, fornito da quasi sei aziende torinesi su dieci (58%). Al secondo posto ci sono i servizi di sanità integrativa (57%), seguiti dai percorsi di formazione (46%), dai fondi pensione (42%) e dalle convenzioni con strutture come palestre e musei (34%). Ma c’è anche chi lavora in aziende che non hanno alcun piano di welfare aziendale: il 67% di essi vorrebbe che il proprio datore di lavoro cominciasse a introdurlo, e una percentuale ancora maggiore desidererebbe che la propria azienda offrisse misure di sanità integrativa (80%).

UniSalute ha allora indagato quali servizi relativi alla salute fossero più popolari, tra i torinesi che hanno la possibilità di accedervi. Il rimborso delle spese per visite ed esami (svolti privatamente o tramite il SSN) è al primo posto, sfruttato dall’83% dei dipendenti. Seguono le prestazioni mediche in convenzione a prezzi agevolati (75%) e i pacchetti di prevenzione e check-up (61%). Ancora poco diffusi, invece, benefit come i pacchetti maternità (11%), la copertura per lo psicologo/psicoterapeuta (11%) o i servizi di telemedicina (8%).

Indipendentemente dalle specifiche misure, circa un lavoratore torinese su tre (32%) dice che l’opinione che ha dell’azienda è cambiata in meglio dopo l’introduzione di benefit relativi alla salute. Sembrano però esserci ancora margini di miglioramento: solo il 36%, infatti, si dice soddisfatto dell’offerta di sanità integrativa attualmente a sua disposizione. Uno su cinque (20%) ritiene probabile che nei prossimi mesi la integrerà con un’assicurazione sanitaria individuale, come già fatto dal 10% degli intervistati.

1 Indagine CAWI condotta dall’istituto di ricerca Nomisma a febbraio 2023 su di un campione di 1.200 persone stratificato per età (18-75 anni), sesso ed area geografica con sovracampionamento nelle province di Milano, Torino, Padova, Bologna, Napoli

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