Appalti digitalizzati: interviene Uncem

 TROPPO TEMPO PER OTTENERE CIG E CARICARE DATI SULLE PIATTAFORME. CHE SI BLOCCANO. COMUNI NEL CAOS. MA I CORSI A PAGAMENTO PROLIFERANO

Come spesso è successo negli ultimi anni, a fronte del grande caos che tocca gli Enti locali, con numerose fasi di picco, c’è sempre chi ne trae benefici. Non sorprende Uncem che di fronte al dramma che molti Comuni stanno vivendo per la mancanza di piattaforme veloci e semplici per la gestione degli appalti digitali, a causa dell’eliminazione dello smart cig e per le lungaggini burocratiche dovute a sistemi gestionali dei dati non adeguati, c’è chi ne trae benefici. In particolare le società che stanno offrendo corsi a pagamento sull’attuazione del nuovo codice dei contratti. Nessuna sorpresa per Uncem, ma la situazione non è certo la migliore e più efficace per dare servizi e muovere serenamente le macchine amministrative degli Enti locali. Si moltiplicano corsi a pagamento, destinate ai Comuni, per spiegare come funziona il nuovo MEPA Acquisti in rete e per dire come si fanno tutti i passaggi per ottenere il CIG. Certo ci sono anche corsi gratuiti, ma quelli a pagamento sono svariati. E il personale degli Enti, compresi i Sindaci che sono in prima fila nel prendere CIG e caricare dati, per mancanza di dipendenti, si adegua. Iscrivendosi e pagando i corsi. Sul CIG Uncem ripete: deve essere eliminato per affidamenti sotto i 5mila abitanti. Finora nessuna risposta da Ministeri e da ANAC. I Comuni e tutti gli Enti locali, tutta la PA restano bloccati. E questo invece sorprende Uncem, che avrebbe auspicato ben altri sistemi di transizione verso il digitale, per gli appalti e per tutto quanto riguarda le Autonomie territoriali. Disponibili e aperte, ma questa volta veramente amareggiate di fronte a quanto, alle loro spalle, nei cloud sparsi nel Paese dove sono appoggiati i sistemi informativi e le basi di dati, sta avvenendo. La Politica intervenga.

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